La Comunione nella Mano, i Concili, i Santi e le Eresie Protestanti…

La parola “sacro”, significa separato, inaccessibile,
intoccabile. La parola “profano”, significa il contrario, manipolabile,
toccabile.
Al Papa Paolo VI fu fatta pressione dai membri del clero in
Germania, Belgio, Olanda e Francia perché autorizzasse la Comunione nella mano,
che si stava estendendo senza nessun permesso, un’attitudine d’indisciplina e
individualismo. La Sacra Congregazione del Rito concesse la nuova pratica alla
Germania il “06/07/68″ e al Belgio “11/07/68″ pero dietro alle proteste per
questo cedimento il Papa sospese la concessione il “25/O7/68″.
La decisione del Papa non potè fermare l’abuso. Paolo VI
credette conveniente realizzare un’INCHIESTA mondiale dentro l’Episcopato il 12
marzo 1969 a cui risposero 2136 Vescovi e il risultato fu il seguente:
a) Alla domanda: si deve accogliere il desiderio che, oltre al
modo tradizionale, si permettesse pure il rito di ricevere la Sacra Comunione
nella mano? Risposero cosi:
-¡NO! (Non placet): 1233 Vescovi.-¡SI! (Placet): 567.
-Secando (Placet iuxta modum): 315.
- Voti non valdi: 21.
Ci furono più di due supposizioni nell’inchiesta; la scelta
maggiore fu, così, quella del No alla Comunione nella mano.
Vi rendete conto che di quello che si chiese
ai Vescovi, scelti dalla Spirito Santo per dirigere la Chiesa (Hech. 20, 28) non
ci si fece caso, nonostante dissero “che non si deve cambiare la disciplina
vigente; ma, che il cambio sarebbe dannoso, sia per il sentimento sia per il
culto spirituale degli stessi vescovi e di molti fedeli?” (M. Dom.).
- Vi rendete conto che non si chiese iI parere
dei laici, quando secondo il Concilio “hanno la facolta e, a volte, il
dovere di esprimere la propria opinione su cosa è più giusto per quello che mira
al bene della Chiesa?” (1. G. 37). Fu una chiara attitudine anticonciliare.
- Sapete voi che iI Concilio Vaticano II non
si pronunciò riguardo alla pratica della comunione nella mano? L’approvazione
venne dopo,in un periodo d’abusi liturgici per i quali Giovanni Paolo II chiese
perdono in “Dominicae Cenae” (24-Feb.-80).
La Comunione nella Mano e la Eresia Protestante
- Sapete voi che esistono documenti che dimostrano che la
Massoneria, dal secolo XIX, ha cercato di far si che i Cattolici prendessero la
Comunione nella mano ed in piedi? I secolari nemici della Fede ci sono riusciti.
Che cecità da parte nostra!
- Sapete voi che ci sono chiese non cattoliche
(sette) che “comunicano” nella mano, pero non credono nella Presenza Reale di
Gesù Cristo nell’Eucarestia?
- Sapete voi che ci sano chiese orientali –
unite o separate da Roma – secondo il rito bizantino, che proibiscono la
Comunione nella mano? Questo rito (dare la Comunione nella mano), pensato come
un avvicinamento ecumenico e risultato, invece, antiecumenico.
La riverenza verso questo sacramento ha portato a una serie di
segni di devozione che si osservano universalmente in tutta la Chiesa
d'Occidente e Oriente. Ovunque l'eresia protestante ha trionfato, molti o tutti
questi segni di riverenza sono stati vietati perché, logicamente, nel contesto
di questa eresia, il pane e il vino sono solo simboli del corpo e sangue di
Cristo.
Il primo libro di preghiera protestante è stato imposto al
popolo inglese nel 1549. Continuò con la pratica di ricevere la comunione in
ginocchio e sulla lingua.
Questo è stato uno dei diversi dettagli nel Libro delle
Preghiere del 1549 che ha causato il malcontento dei riformatori più radicali,
tra cui Martin Bucer, un tedesco che aveva una notevole influenza sul lavoro
liturgico di Thomas Cranmer, principale autore del Libro della Preghiera comune
anglicana. Nella critica del libro di preghiera del 1959, Bucer scrisse:
“Non ho alcun dubbio che l'uso di non mettere questi
sacramenti nelle mani dei fedeli si sia introdotto da una superstizione doppia:
in primo luogo, il falso onore che si desidera mostrare in questo Sacramento, e
in secondo luogo, l'arroganza dei malvagi sacerdoti che reclamano una maggiore
santità rispetto alle altre persone, in virtù dell'olio della
consacrazione”.
Bucero decise che "come tutte le superstizioni dei romani
contro Cristo devono essere abolite, il Sacramento deve essere collocato nelle
mani dei laici”.
Quando l'edizione riveduta del libro di preghiera anglicano fu
pubblicata nel 1552, non solo aveva la “rubrica nera”, è stata introdotta la
pratica della comunione nella mano. Così, fin dai tempi della riforma, la
collocazione dell'ultima cena nelle mani ha acquisito un nuovo significato.
Significo il rifiuto della credenza cattolica che c'è una differenza sostanziale
tra pane eucaristico e il pane comune o una differenza sostanziale tra un prete
e un laico.
La ricezione del Santissimo Sacramento sulla lingua da parte
dei laici è una testimonianza della sua fede nel sacerdozio e nella presenza
reale, ricevere il sacramento nella mano, come i protestanti sono una
testimonianza di rifiuto verso queste credenze.
I Concili
Il Concilio di Saragozza (a.380)*:
“Scomunicare chiunque osi ricevere la Santa Comunione nella mano.” - Il Sinodo
di Toledo: conferma questa sentenza. * Vedere
Commenti…
Sinodo di Rouen (a.650): "Non si
collochi l'Eucaristia nelle mani di nessun laico o laica, ma solo nella loro
bocca. Condanniamo la comunione nella mano per porre un limite agli
abusi che occorrono a causa di questa pratica e come salvaguardia contro i
sacrilegi'“.
Il sesto Concilio Ecumenico di Costantinopoli
(680-681): Proibì ai fedeli di dare la comunione a se stesso che è
ciò che accade quando la particella sacra è posta nelle mani di chi riceve la
comunione e decreto una scomunica di una settimana per le persone che lo han
fatto alla presenza di un vescovo, un sacerdote o un diacono.
Il Concilio di Trento (1545-1565):
“È sempre stata consuetudine della Chiesa di Dio nella comunione
sacramentale dei laici, prendere la comunione nelle mani dei sacerdoti e che i
sacerdoti celebranti da se medesimi, usanza che per ragione e giustizia deve
essere mantenuta per provenire dalla tradizione apostolica.”
Concilio Vaticano I(1869-1870): Non
prescrive nessuna norma.
Concilio Vaticano II(1961-1965): Non prescrive
nessuna norma.
Nella riforma Liturgica realizzata durante il
Concilio Vaticano II, si dichiara il seguente:
160. Poi il sacerdote prende la patena o la pisside e si
reca dai comunicandi, che normalmente si avvicinano processionalmente.
Non è permesso ai fedeli prendere da se stessi il pane
consacrato o il sacro calice, tanto meno passarselo di mano in mano. I fedeli si
comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza Episcopale.
Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere
il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme.
161. Se la Comunione si fa sotto la sola specie del
pane, il sacerdote, eleva alquanto l’ostia e la presenta a ciascuno
dicendo: Il Corpo di Cristo. Il comunicando risponde: Amen, e riceve il
sacramento in bocca o, nei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come
preferisce. Il comunicando appena ha ricevuto l’ostia sacra, la consuma
totalmente.
Se invece la Comunione si fa sotto le due specie si segue il
rito descritto a suo luogo (Cf. nn. 284-287).
162. Nel caso siano presenti altri presbiteri, essi
possono aiutare il sacerdote nella distribuzione della Comunione. Se non ve ne
sono a disposizione e il numero dei comunicandi è molto grande, il sacerdote può
chiamare in aiuto ministri straordinari, cioè l’accolito istituito, o anche
altri fedeli a ciò deputati secondo il diritto. In caso di necessità, il
sacerdote può incaricare volta per volta fedeli idonei.
Questi ministri non salgano all’altare prima che il sacerdote
abbia fatto la Comunione e ricevano sempre dalla mano del sacerdote il vaso in
cui si custodiscono le specie della Ss.ma Eucaristia da distribuire ai fedeli.
Fonte: http://www.vatican.va
Santo Tommaso d’Aquino
San Tommaso d'Aquino, la figura massima teologica della
Chiesa,
dove si basa tutta la dottrina con fondamenti, nella
Summa Teologica - Parte III - Domanda 82, parlando della distribuzione
dell'Eucaristia, dice:

“La distribuzione del corpo del Signore appartiene al
sacerdote per tre ragioni. Primo, perché, come si è detto, egli consacra in
persona di Cristo. Ora, Cristo, come consacrò da sé il proprio corpo, così da sé
lo distribuì agli altri. Quindi come al sacerdote appartiene la consacrazione
del corpo di Cristo, così appartiene a lui distribuirlo.
Secondo, perché il sacerdote è costituito intermediario tra
Dio e il popolo (Heb 5,1). Perciò come spetta a lui offrire a Dio i
doni del popolo, così tocca a lui dare al popolo i doni santi di Dio.
Terzo, perché per rispetto verso questo sacramento
esso non viene toccato da nessuna cosa che non sia consacrata: e quindi sono
consacrati il corporale, il calice e così pure le mani del sacerdote per poter
toccare questo sacramento. A nessun altro quindi è permesso toccarlo fuori di un
caso di necessità: se, p. es., stesse per cadere a terra, o in altre contingenze
simili.”
Santo Tomas rende chiaro in questi paragrafi, che le mani dei
battezzati non possono toccare l'Eucaristia, perché è un privilegio dato solo ai
sacerdoti.
Uno dei frutti della comunione nella mano, è quello di
eliminare la differenza tra il sacerdozio ministeriale e il comune di tutti i
battezzati ed è ciò che cerco Lutero, quando nelle sue “liturgie” chiese ai suoi
“ministri” di dare la comunione in mano per due cose “per rimuovere la
superstizione della Presenza Reale e la differenza tra il sacerdote ei fedeli”.
Questa dottrina Tomista è stata confermata dalla Chiesa,
evidenziando la divisione tra i fedeli e il sacerdote, il Vaticano II chiarisce
questa differenza:
“Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio
ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo
di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro,
ognuno a suo proprio modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo. Il
sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge
il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo
offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del loro regale
sacerdozio, concorrono all'offerta dell'Eucaristia , ed esercitano il loro
sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con
la testimonianza di una vita santa, con l'abnegazione e la carità operosa.”
(LUMEN GENTIUM )
Coloro che appoggiano la comunione nella mano nel nome del
Concilio Vaticano II, introducono abusi nella liturgia e dottrine moderniste.
Il Concilio Ecumenico approvato dalla Santa Sede, rende chiaro
che tra i laici e sacerdoti esiste una gran linea di demarcazione e una dignità
più alta con una chiamata speciale del Signore.
Le Opioni dei Santi, Padri e Dottori della Chiesa
San Sisto I ( a.115): “I Santi
Misteri non devono essere manipolati da altri che non sono consacrati al
Signore.” (Liber Pontificalis)
Tertulliano (160-220):
"Vigiliamo scrupolosamente che qualcosa dei calici o del pane possa
cadere a terra." (Da Corona, 3 PL 2, 99)
San Ippolito (170-235): "Stia attento
ciascuno…che qualche frammento non abbia cadere e perdersi, perché è il corpo di
Cristo che deve essere mangiato dai fedeli e non si deve disprezzare." (Trad.
Ap. 32.)
Origine (185-254): "Voi che siete
soliti prendere parte ai divini misteri quando ricevete il corpo del Signore lo
conservate con ogni cautela e ogni venerazione perché nemmeno una briciola cada
a terra, perché nulla si perda del dono consacrato. Siete convinti, giustamente,
che sia una colpa lasciarne cadere dei frammenti per trascuratezza. Se per
conservare il suo corpo siete tanto cauti – ed è giusto che lo siate –, sappiate
che trascurare la parola di Dio non è colpa minore che trascurare il suo
corpo”. (In Exod. Hom., hom. XIII, 3, Migne, PG 12, 391).
Papa San Eutichiano (275-283): “Nessuno osi
consegnare la comunione ad un laico o ad una donna per portarla ad un infermo.”
(P.L. V,coll.163-168).
San Efren (306-373): "Mangiare questo pane e
non calpestate le sue briciole, una particella delle sue briciole può
santificare migliaia e migliaia ed è sufficiente per dare vita a tutti quelli
che lo mangiano." (Serm. in hebd. s., 4, 4)
San Cirillo (315-387): "Sii vigilante
affinchè tu non perda niente del corpo del Signore. Se tu lasciassi cadere
qualcosa, devi considerarlo come se tu avessi tagliato uno dei membri del tuo
proprio corpo. Dimmi, ti prego, se qualcuno ti desse granelli d'oro, tu per caso
non li terresti con la massima cautela e diligenza, intento a non perdere
niente? Non dovresti tu curare con cautela e vigilanza ancora maggiore, affinchè
niente e nemmeno una briciola del corpo del Signore possa cadere a terra, perchè
è di gran lunga più prezioso dell'oro o delle gemme?" ( S.Cyrillus Hier.,
Catech. Myst., 5, 21)
San Basilio (330-379): “Il diritto
di ricevere la Santa Comunione nella mano è consentito solo in tempi di
persecuzione, o come nel caso dei monaci nel deserto, quando erano assenti un
diacono o un sacerdote che potesse distribuirle.” (Ep. 93)
San Agustino (354-430): “Sarebbe una follia
insolente discutere che fare quando tutta la Chiesa universale ha già una
pratica stabilita.” (Carta 54,6; a Denaro)
Papa San León (440-461): “Si riceve nella
bocca quello che si crede per la fede” (Patrologia Latina, 54, 1385).
San Francisco de Asís (1182-1226):
“Solo loro (i Sacerdoti) devono amministrarlo, e non
altri”. (Carta 2° a tutti i fedeli,35).
Papa San Pio X: “Nell'atto di
ricevere la santa Comunione bisogna essere inginocchiati, tenere la testa
mediocremente alzata, gli occhi modesti e rivolti alla sacra particola, la bocca
sufficientemente aperta e la lingua un poco avanzata sulle labbra”. E
rispondendo a chi gli chiedeva il permesso di ricevere la comunione in piedi
sulla base del fatto che: gli Israeliti mangiavano in piedi l’agnello pasquale,
ha dichiarato: “L'agnello Pasquale era tipo (simbolo, figura o promessa)
dell'Eucaristia. Pertanto, i simboli e le promesse si ricevono in piedi, la
realtà si riceve in ginocchia e con amore “. (Catechismo Maggiore)
Papa San Pio XII:“Non possiamo fare
a meno, però, per Nostro dovere di coscienza, di deplorare e riprovare quelle
immagini e forme da alcuni recentemente introdotte, che sembrano essere
depravazione e deformazione della vera arte, e che talvolta ripugnano
apertamente al decoro, alla modestia ed alla pietà cristiana, e offendono
miserevolmente il genuino sentimento religioso; esse si devono assolutamente
tener lontane e metter fuori dalle nostre chiese come in generale, tutto ciò che
non è in armonia con la santità del luogo”. (Mediator Dei)
Papa Giovanni Paolo II: “Toccare la
Sacra Specie, la sua distribuzione con le proprie mani, e un privilegio degli
Ordinati”. (Carta Domenicae Cenae)
Madre Teresa di Calcutta: “Il
peggior male del Mondo e il rito della Comunione nella mano? (”The
Wanderer”, 23-3-89)
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