CREAZIONISMO: LA TERRA, UN MONDO GIOVANE. E LA DATAZIONE AL CARBONIO? | ![]() |
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... dagli errori genetici. Queste verità, oltre ad essere quotidianamente sotto gli occhi di tutti, sono ampiamente dimostrate dagli strati fossili, laddove le specie compaiono all'improvviso già perfettamente formate senza passaggi plastici dall' una all'altra.
Delle mutazioni difatti e dei passaggi plastici - che in miliardi di anni dovrebbero rappresentare la norma e "coprire totalmente l'orizzonte"- non ve ne è minimamente traccia, anzi non se ne scorge nemmeno l'ombra!
E su cosa si basa allora la diffusione della teoria di Darwin?
Ma torniamo all'età della Terra.
La tecnica geocronometrica che fornisce l'abnorme età di 4,6 miliardi di anni è quella che si basa sul decadimento radioattivo dell'uranio.
La scienza però oggi offre anche almeno un'altra dozzina di metodi geocronometrici validi che in verità dimostrano una Terra molto più giovane.
Stranamente di questi metodi non se ne parla mai.
La teoria del decadimento radioattivo dell'uranio, si fonda sul principio base che in periodi molto lunghi l'uranio decada spontaneamente in un isotopo radiogenico del piombo, e in gas elio.
Questo decadimento è una costante e viene misurato in maniera statistica su determinati campioni rocciosi.
Da questo conteggio si può, a ritroso, calcolare l'età delle rocce e determinare così l'età del pianeta.
A rigor di logica sembra un sistema privo di difetti, un preciso orologio atomico, ma un' analisi più attenta da luogo a consistenti dubbi.
Ad esempio non esiste la certezza che il decadimento, che attualmente sembra una costante, sia sempre stato così anche nel passato o che non abbia subito influenze esterne.
L'uranio, difatti, può essere facilmente arrichito artificialmente o naturalmente da fattori esterni che ne possono accelerare il decadimento fuorviando così il conteggio finale in eccesso.
Fenomeni che in natura possono alterare i risultati sono: reattori nucleari fossili, del tipo di quello del Gabon.
radiazioni cosmiche concentrate di neutrini ad alta energia - esplosioni di supernove- fenomeni di inversione del campo magnetico terrestre- avvenuti molte volte nella storia del nostro pianeta.
Altro fenomeno importante che può influire sul decadimento è l' auto irraggiamento del piombo radiogenico da parte di neutroni liberi prodotti dallo stesso uranio.
Ma i conti non tornano principalmente con l'atmosfera. Il gas elio prodotto dal decadimento è un gas speciale con peso atomico 4. L'intera quantità di elio presente attualmente nell'atmosfera terrestre, è comunemente ritenuta dagli scienziati come l'elio radiogenico formatosi durante il processo di decadimento dell'uranio, nell'arco dei presunti 4,6 miliardi di anni.
Se la tecnica dell'uranio fosse attendibile, la quantità di elio radiogenico atmosferico dovrebbe coincidere in proporzione con la quantità fornita dalla misura dei 4,6 miliardi di anni, ma, calcoli alla mano, così non è. Con 4,6 miliardi di anni dovremmo avere nell'atmosfera 10.000 miliardi di tonnellate di gas elio 4, invece al momento, ne riscontriamo solo uno 0,035% del totale, circa 3,5 miliardi di tonnellate.
Dove sarebbe finito allora il restante 99,96%?
I darwinisti suggeriscono l'ipotesi della fuga dal campo gravitazionale nello spazio profondo...
Però questo processo è stato controllato e non avviene, anzi indagini più recenti hanno addirittura ipotizzato, che ben lungi dal perdere elio, la Terra ne acquisti parecchio nella sua orbita intorno al Sole.
Quindi se vogliamo adottare, pur nei limiti sopracitati, la tecnica del decadimento dell'uranio non possiamo non prendere in considerazione la grande anomalia dell'elio.
La stima della quantità di elio atmosferico fornisce un età della Terra che non supera i 175.000 anni...
E in effetti, in base ad altri fattori, questa sarebbe l'età più vicina alla realtà, anzi 175.000 sarebbero già troppi: la Terra potrebbe essere ancora più giovane.
Ma rimaniamo comunque, molto più umanamente, nell'ordine di queste cifre...
Deo gratias!
Giorgio Mastropasqua
Per approfondimenti teologici:
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