NOTE PASTORALI SU RIVELAZIONI PRIVATE, APPARIZIONI, VISIONI, MESSAGGI "CELESTI" E RICERCA DEL "SENSAZIONALE"
Il vero carisma si
sottomette al
discernimento del Vescovo
discernimento del Vescovo
I
carismi (Catechismo della Chiesa Cattolica)
"799 Straordinari o semplici e umili, i carismi sono grazie
dello Spirito Santo che, direttamente o indirettamente, hanno un'utilità
ecclesiale, ordinati come sono all'edificazione della Chiesa, al bene degli
uomini e alle necessità del mondo.
800 I carismi devono essere accolti con riconoscenza non
soltanto da chi li riceve, ma anche da tutti i membri della Chiesa. Infatti sono
una meravigliosa ricchezza di grazia per la vitalità apostolica e per la santità
di tutto il Corpo di Cristo, purché si tratti di doni che provengono veramente
dallo Spirito Santo e siano esercitati in modo pienamente conforme agli
autentici impulsi dello stesso Spirito, cioè secondo la carità, vera misura dei
carismi [Cf 1Cor 13 ].
801 È in questo senso che si dimostra sempre necessario il
discernimento dei carismi. Nessun carisma dispensa dal riferirsi e
sottomettersi ai Pastori della Chiesa, “ai quali spetta specialmente, non di
estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è
buono”, [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 12] affinché
tutti i carismi, nella loro diversità e complementarità, cooperino all'“utilità
comune” ( 1Cor 12,7) [Cf ibid., 30;
Giovanni Paolo II, Esort. ap. Christifideles laici, 24]".

TRATTO
DA:
L'OLISMO
TERAPEUTICO DEL NEW AGE
ANALISI
CRITICA ALLA LUCE DEL RAPPORTO SCIENZA E FEDE
in Religioni e Sette nel mondo 11 GRIS
Edizioni Studio Domenicano
© 2011
pp. 176-202
don Battista Cadei*
176
Cresce a dismisura, coinvolgendo talora grandi
folle, l'interesse per fenomeni prodigiosi e straordinari. In campo cattolico,
si va dallo scetticismo a forme acritiche di sostegno e promozione, fino a vere
e proprie forme di fanatismo, superstizione e deviazione dalla disciplina
ecclesiale e dalla stessa fede cristiana. Urge un discernimento autentico.
Proponiamo alcune indicazioni pastorali, riferendoci ad esperienze concrete e
lasciandoci guidare dalla Parola di Dio e orientare dai documenti
ecclesiali.
GESÙ NON VUOLE ... PUBBLICITÀ
Folle sterminate, che si accalcano attorno a Gesù, costituiscono uno scenario usuale nei Vangeli. Ma in Gesù troviamo comportamenti che sorprendono. Spesso, quando fa un miracolo, non vuole che se ne parli in giro, al punto che giunge ad evitare luoghi abitati. Ancor più vieta agli spiriti immondi, che lo riconoscono, di proclamarlo.
Ecco alcuni esempi:
- Lo spirito impuro gli dice: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!» (Mc 1,24-25).
_____________________________
* Don Battista Cadei è Consigliere Spirituale del GRIS.
177
- Scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano (1 Mc 1,34).
- Al lebbroso guarito dice: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti (1,43-45).
- Dopo la guarigione del sordomuto: Comandò loro di non dirlo a nessuno (Mc 7,36).
-Dopo la risurrezione della figlia di Giairo: Egli ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto (Lc 8,56)
«VOI MI CERCATE ... PERCHÉ AVETE MANGIATO»
Qual è il motivo di questa «reticenza» di Gesù? Ogni miracolo può avere un duplice effetto:
GESÙ NON VUOLE ... PUBBLICITÀ
Folle sterminate, che si accalcano attorno a Gesù, costituiscono uno scenario usuale nei Vangeli. Ma in Gesù troviamo comportamenti che sorprendono. Spesso, quando fa un miracolo, non vuole che se ne parli in giro, al punto che giunge ad evitare luoghi abitati. Ancor più vieta agli spiriti immondi, che lo riconoscono, di proclamarlo.
Ecco alcuni esempi:
- Lo spirito impuro gli dice: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!» (Mc 1,24-25).
_____________________________
* Don Battista Cadei è Consigliere Spirituale del GRIS.
177
- Scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano (1 Mc 1,34).
- Al lebbroso guarito dice: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti (1,43-45).
- Dopo la guarigione del sordomuto: Comandò loro di non dirlo a nessuno (Mc 7,36).
-Dopo la risurrezione della figlia di Giairo: Egli ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto (Lc 8,56)
«VOI MI CERCATE ... PERCHÉ AVETE MANGIATO»
Qual è il motivo di questa «reticenza» di Gesù? Ogni miracolo può avere un duplice effetto:
a) far capire il messaggio divino che sta
dietro (riconoscere che: Gesù è Figlio di Dio; può perdonare i peccati; va oltre
la legge di Mosè);
b) suscitare stupore e curiosità (come potrebbe
fare un prestigiatore, un illusionista, un sedicente mago). Gesù si preoccupa di
produrre il primo effetto e di evitare il secondo. Questo risulta chiaramente
nel racconto della moltiplicazione dei pani:
- La gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo (Gv 6,14-15). La folla lo cerca, e il giorno dopo lo trova di là dal lago. Gesù dice loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati» (Gv 6,26). E prosegue dicendo che c'è un altro Pane, che è Lui stesso. Ne segue un dibattito, alla fine del quale ai presenti, ridottisi a 12 da 5.000 che erano, egli dice: «Volete andarvene anche voi?» (Gv 6,67).
Gesù era preoccupato che le grandi folle non lo cercassero solamente perché «faceva miracoli». A rischio di perdere seguaci, spiegava in che cosa consiste essere veri cristiani:
178
- Una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo» (Lc 14,25-27). E sul monte della Trasfigurazione, a Pietro che voleva restarvi per sempre, disse di scendere, perché lo attendeva l'esperienza della sua passione, morte e risurrezione (Mc 9,5-10).
ECLISSE E RITORNO DEL SACRO
Dopo 2000 anni il problema della ricerca smodata dello straordinario non è scomparso, è anzi in aumento. E non solo nel mondo cristiano: è un fenomeno planetario.
Teorie che negli anni Sessanta-Settanta del secolo scorso pronosticavano la progressiva scomparsa delle religioni, sono state ampiamente smentite dai fatti. E significativa la vicenda intellettuale del teologo battista americano Harvey G. Cox. Nel 1965 egli pubblica «La città secolare», preannunciante una società secolarizzata, in cui il sacro perderà ogni rilevanza sociale e culturale. Ma nel 1995 lo stesso autore pubblica «Fuoco dal Cielo», in cui riconosce di avere sbagliato la sua previsione e rileva grossi fenomeni di ritorno del sacro, come il crescente pentecostalismo e la pletora di religioni alternative. Possiamo aggiungervi i vari fondamentalismi.
- La gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo (Gv 6,14-15). La folla lo cerca, e il giorno dopo lo trova di là dal lago. Gesù dice loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati» (Gv 6,26). E prosegue dicendo che c'è un altro Pane, che è Lui stesso. Ne segue un dibattito, alla fine del quale ai presenti, ridottisi a 12 da 5.000 che erano, egli dice: «Volete andarvene anche voi?» (Gv 6,67).
Gesù era preoccupato che le grandi folle non lo cercassero solamente perché «faceva miracoli». A rischio di perdere seguaci, spiegava in che cosa consiste essere veri cristiani:
178
- Una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo» (Lc 14,25-27). E sul monte della Trasfigurazione, a Pietro che voleva restarvi per sempre, disse di scendere, perché lo attendeva l'esperienza della sua passione, morte e risurrezione (Mc 9,5-10).
ECLISSE E RITORNO DEL SACRO
Dopo 2000 anni il problema della ricerca smodata dello straordinario non è scomparso, è anzi in aumento. E non solo nel mondo cristiano: è un fenomeno planetario.
Teorie che negli anni Sessanta-Settanta del secolo scorso pronosticavano la progressiva scomparsa delle religioni, sono state ampiamente smentite dai fatti. E significativa la vicenda intellettuale del teologo battista americano Harvey G. Cox. Nel 1965 egli pubblica «La città secolare», preannunciante una società secolarizzata, in cui il sacro perderà ogni rilevanza sociale e culturale. Ma nel 1995 lo stesso autore pubblica «Fuoco dal Cielo», in cui riconosce di avere sbagliato la sua previsione e rileva grossi fenomeni di ritorno del sacro, come il crescente pentecostalismo e la pletora di religioni alternative. Possiamo aggiungervi i vari fondamentalismi.
MA QUALE SACRO? È
INDISPENSABILE IL DISCERNIMENTO
II ritorno del sacro non deve far gongolare più di tanto, poiché spesso questo avviene ai margini o fuori o contro le religioni istituzionali. Va di moda il «credere senza appartenere» e la mescolanza con altre credenze (per es. cattolici praticanti che credono nella reincarnazione). Inutile negarlo: l'uomo del Duemila si ritiene in grado di incontrare e sperimentare qualsiasi esperienza religiosa. Col rischio che, partiti con una curiosità dilettantistica, si finisca su strade sbagliate, per mancanza delle basi indispensabili per fare un discernimento. Giovanni Paolo II ci ammonisce:
179
«Soltanto i cristiani che sono profondamente immersi nel mistero di Cristo e sono felici nella propria comunità di fede possono, senza inutile rischio e con speranza di frutti positivi, coinvolgersi nel dialogo interreligioso (Esortazione postsinodale Ecclesia in Asia, 31).
II ritorno del sacro non deve far gongolare più di tanto, poiché spesso questo avviene ai margini o fuori o contro le religioni istituzionali. Va di moda il «credere senza appartenere» e la mescolanza con altre credenze (per es. cattolici praticanti che credono nella reincarnazione). Inutile negarlo: l'uomo del Duemila si ritiene in grado di incontrare e sperimentare qualsiasi esperienza religiosa. Col rischio che, partiti con una curiosità dilettantistica, si finisca su strade sbagliate, per mancanza delle basi indispensabili per fare un discernimento. Giovanni Paolo II ci ammonisce:
179
«Soltanto i cristiani che sono profondamente immersi nel mistero di Cristo e sono felici nella propria comunità di fede possono, senza inutile rischio e con speranza di frutti positivi, coinvolgersi nel dialogo interreligioso (Esortazione postsinodale Ecclesia in Asia, 31).
In realtà molti cattolici non hanno conoscenza degli elementi essenziali della loro fede e non sono ben radicati nella Chiesa. Oggi regna il soggettivismo. In concreto molti, anche cattolici, non si domandano: «Dov'è la verità? Cosa vuole Dio da me?», ma: «Che cosa mi interessa ora? Cosa mi soddisfa? Cosa mi piace? Dove trovo risposte soddisfacenti ai miei interrogativi e alle mie paure?».
Il rischio di finire «fuori strada» è tutt'altro che astratto. Quel «tutto e contrario di tutto», tipico delle religiosità e spiritualità alternative, è dominato da soggettivismo, egocentrismo, narcisismo, relativismo, ricerca di «benessere», sviluppo del potenziale umano e altri processi di auto-salvazione. Si accettano soprattutto le risposte più immediate, più semplici, più seducenti, non importa se vere o false, su temi come:
1) la fine del mondo;
2) la cura del corpo, della psiche e dell'anima: è il boom delle terapie alternative: olistiche oppure orientali, in strutture, palestre o centri anti-stress o di benessere; è il boom di magie e stregonerie, santoni e pseudo-esorcismi;
3) la divinazione, per conoscere cose segrete o future, che va da forme banali di astrologia e cartomanzia allo spiritismo, spesso sotto la forma di channeling, con presunti contatti non solo con anime di defunti, ma con extraterrestri, fate, spiriti della natura, angeli ecc.
- Attenti: non tutti gli "angeli" di cui si parla o scrive sono "cristiani"! C'è una vasta letteratura, di tipo magico, spiritico, New Age, nella quale gli "angeli" non hanno niente a che vedere con Gesù Cristo. Certi modi di "farsi aiutare dagli angeli" sono di fatto pratiche di magia o idolatria.
È noto che anche dei cattolici ricorrono a queste superstizioni, e forse i pastori d'anime non sempre ne mettono in guardia. Oltre a saltuarie «libere uscite», alcuni fedeli cadono in vere e proprie deviazioni sotto forma di: apparizionismo, rivelazionismo, millenarismo, miracolismo, ricerca del paranormale, spiritismo. Qui poniamo l'attenzione soprattutto alle rivelazioni private.
180
RIVELAZIONI «PRIVATE»
«Pubblica» è la Rivelazione della Bibbia, che costituisce la norma del nostro credere e agire. Gesù Cristo è l'ultimo e definitivo Rivelatore. San Paolo è perentorio al riguardo: «Se anche noi stessi, oppure un angelo dal ciclo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema (= scomunicato)» (Gal 1,8). «Dandoci il Figlio suo - spiega un Dottore della Chiesa [1] - che è la sua Parola, l'unica che Egli pronunzi, in essa ci ha detto tutto in una sola volta e non ha più niente da manifestare».
L'esperienza cristiana conosce anche le cosiddette rivelazioni «private» o «particolari», cioè visioni, apparizioni e locuzioni "soprannaturali" a qualche carismatico. Esse non rivelano dottrine nuove ma, se autentiche, possono illuminare alcuni aspetti importanti della vita pratica del cristiano. Comunque le rivelazioni private non sono mai obbliganti, e quindi non sono paragonabili alle rivelazioni bibliche.
Di esse il Catechismo della Chiesa Cattolica dice:
Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate "private", alcune delle quali sono state riconosciute dall'autorità della Chiesa. Esse non appartengono tuttavia al deposito della fede. Il loro ruolo non è quello di "migliorare" o di "completare" la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica. Guidato dal Magistero della Chiesa, il senso dei fedeli sa discernere e accogliere ciò che in queste rivelazioni costituisce un appello autentico di Cristo o dei suoi santi alla Chiesa. La fede cristiana non può accettare "rivelazioni" che pretendono di superare o correggere la Rivelazione di cui Cristo è il compimento. È il caso di alcune Religioni non cristiane ed anche di alcune recenti sette che si fondano su tali "rivelazioni" (CCC 67).
Asserite apparizioni e rivelazioni private di Gesù, della Madonna, di angeli e santi, si riscontrano in tutte le epoche della storia cristiana, ma con un crescendo a partire dal XVI secolo, fino all'attuale
______________________________________________________________
1 S. GIOVANNI DELLA CROCE, Salita del monte Carmelo, Libro 2, cap. 22.
181
«Pubblica» è la Rivelazione della Bibbia, che costituisce la norma del nostro credere e agire. Gesù Cristo è l'ultimo e definitivo Rivelatore. San Paolo è perentorio al riguardo: «Se anche noi stessi, oppure un angelo dal ciclo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema (= scomunicato)» (Gal 1,8). «Dandoci il Figlio suo - spiega un Dottore della Chiesa [1] - che è la sua Parola, l'unica che Egli pronunzi, in essa ci ha detto tutto in una sola volta e non ha più niente da manifestare».
L'esperienza cristiana conosce anche le cosiddette rivelazioni «private» o «particolari», cioè visioni, apparizioni e locuzioni "soprannaturali" a qualche carismatico. Esse non rivelano dottrine nuove ma, se autentiche, possono illuminare alcuni aspetti importanti della vita pratica del cristiano. Comunque le rivelazioni private non sono mai obbliganti, e quindi non sono paragonabili alle rivelazioni bibliche.
Di esse il Catechismo della Chiesa Cattolica dice:
Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate "private", alcune delle quali sono state riconosciute dall'autorità della Chiesa. Esse non appartengono tuttavia al deposito della fede. Il loro ruolo non è quello di "migliorare" o di "completare" la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica. Guidato dal Magistero della Chiesa, il senso dei fedeli sa discernere e accogliere ciò che in queste rivelazioni costituisce un appello autentico di Cristo o dei suoi santi alla Chiesa. La fede cristiana non può accettare "rivelazioni" che pretendono di superare o correggere la Rivelazione di cui Cristo è il compimento. È il caso di alcune Religioni non cristiane ed anche di alcune recenti sette che si fondano su tali "rivelazioni" (CCC 67).
Asserite apparizioni e rivelazioni private di Gesù, della Madonna, di angeli e santi, si riscontrano in tutte le epoche della storia cristiana, ma con un crescendo a partire dal XVI secolo, fino all'attuale
______________________________________________________________
1 S. GIOVANNI DELLA CROCE, Salita del monte Carmelo, Libro 2, cap. 22.
181
esplosione senza precedenti, nelle quali
è quanto mai difficile discernere l'autentico dall'illusorio e ingannevole.
Principali cause di questo boom:
• la sete esagerata, fino al fanatismo, di fenomeni straordinari e soprannaturali. È un tipico frutto della religiosità dell'«io»: più che cercare ciò che Dio vuole da noi, si cerca ciò che piace, fa spettacolo, emoziona, colpisce;
• la fondazione di associazioni, enti e istituti finalizzati alla diffusione di veri o presunti messaggi soprannaturali;
• l'enfatizzazione di queste tematiche da parte dei mass media, specialmente internet;
• l'itineranza dei veggenti, che giungono anche dall'estero.
SITUAZIONI PROBLEMATICHE
A fronte di presunte apparizioni o rivelazioni, se molti restano indifferenti o scettici, spesso si formano cerchie e talvolta masse di seguaci di ogni tipo e dai comportamenti più diversi, sicché i pastori si trovano di fronte a intricati gineprai di problemi. Eccone una lista (incompleta):
• Nei comitati per il riconoscimento ecclesiale della soprannaturalità dei fatti, troviamo di tutto: da gruppi rispettosi e ubbidienti, ad altri impazienti e polemici, che subissano le Curie e la S. Sede di petizioni, rimproveri, quando non anche minacce di castighi divini.
• Accanto a carismatici esemplari ed eroici nella loro ubbidienza (chi non ricorda P. Pio?), ce ne sono altri insubordinati e minacciosi, fino a ricorrere a vie legali. Ma anche carismatici ubbidientissimi hanno talora seguaci né umili, né sottomessi.
• Le rivelazioni private odierne, a differenza di quanto per lo più avveniva in passato, durano anche decenni: ciò rende impossibile alla Chiesa, già lenta di suo, dare valutazioni definitive.
• I media, per fare audience, diffondono indiscriminatamente tutto ciò che fa spettacolo, indulgendo (e siamo nel Duemila!) a programmi pseudoscientifici, pseudostorici, pseudocristiani.
182
• la sete esagerata, fino al fanatismo, di fenomeni straordinari e soprannaturali. È un tipico frutto della religiosità dell'«io»: più che cercare ciò che Dio vuole da noi, si cerca ciò che piace, fa spettacolo, emoziona, colpisce;
• la fondazione di associazioni, enti e istituti finalizzati alla diffusione di veri o presunti messaggi soprannaturali;
• l'enfatizzazione di queste tematiche da parte dei mass media, specialmente internet;
• l'itineranza dei veggenti, che giungono anche dall'estero.
SITUAZIONI PROBLEMATICHE
A fronte di presunte apparizioni o rivelazioni, se molti restano indifferenti o scettici, spesso si formano cerchie e talvolta masse di seguaci di ogni tipo e dai comportamenti più diversi, sicché i pastori si trovano di fronte a intricati gineprai di problemi. Eccone una lista (incompleta):
• Nei comitati per il riconoscimento ecclesiale della soprannaturalità dei fatti, troviamo di tutto: da gruppi rispettosi e ubbidienti, ad altri impazienti e polemici, che subissano le Curie e la S. Sede di petizioni, rimproveri, quando non anche minacce di castighi divini.
• Accanto a carismatici esemplari ed eroici nella loro ubbidienza (chi non ricorda P. Pio?), ce ne sono altri insubordinati e minacciosi, fino a ricorrere a vie legali. Ma anche carismatici ubbidientissimi hanno talora seguaci né umili, né sottomessi.
• Le rivelazioni private odierne, a differenza di quanto per lo più avveniva in passato, durano anche decenni: ciò rende impossibile alla Chiesa, già lenta di suo, dare valutazioni definitive.
• I media, per fare audience, diffondono indiscriminatamente tutto ciò che fa spettacolo, indulgendo (e siamo nel Duemila!) a programmi pseudoscientifici, pseudostorici, pseudocristiani.
182
L'editoria apparizionistica e rivelazionistica
è immensa e incontrollata, tesa a raccogliere e diffondere rivelazioni private e
testimonianze di miracoli, sicché alcuni fenomeni che qualche decennio fa
sarebbero rimasti locali, acquistano rilevanza anche transnazionale. Sono
diffuse anche da editrici sedicenti cattoliche, non troppo preoccupate per
l'ortodossia della fede e l'unità della Chiesa.
Ma è Internet che fa la parte del leone: è una «selva selvaggia» in cui si trovano le posizioni più arbitrarie, in totale anarchia. Esso ha mutato il tipo di recezione e in parte di recettori di presunte rivelazioni private: basti pensare alle facili contaminazioni con fenomeni di area ufologica, millenaristica, magica, spiritica e New Age.
• Qualcuno collega tra loro rivelazioni diverse, a formare una sorta di storia della salvezza parallela. Non sono rari i riferimenti a Fatima (ricordate il tentativo in questo senso dell'attentatore del papa Ali Agca?), o a P. Pio (si rivolterà nella tomba lui, così obbediente alla Chiesa!), o a presunti annunzi millenaristici.
Ma è Internet che fa la parte del leone: è una «selva selvaggia» in cui si trovano le posizioni più arbitrarie, in totale anarchia. Esso ha mutato il tipo di recezione e in parte di recettori di presunte rivelazioni private: basti pensare alle facili contaminazioni con fenomeni di area ufologica, millenaristica, magica, spiritica e New Age.
• Qualcuno collega tra loro rivelazioni diverse, a formare una sorta di storia della salvezza parallela. Non sono rari i riferimenti a Fatima (ricordate il tentativo in questo senso dell'attentatore del papa Ali Agca?), o a P. Pio (si rivolterà nella tomba lui, così obbediente alla Chiesa!), o a presunti annunzi millenaristici.
- Luigi Gaspari (1926-1995) si
dichiarava «continuatore» dei doni profetici di P. Pio, che gli sarebbe apparso
più volte comunicandogli diverse rivelazioni. C'è un Comitato per la diffusione
delle sue opere, soprattutto del libretto: «Quaderno dell'Amore». È molto
critico contro la Chiesa: altro che l'obbedienza di P. Pio! (cf. RS 9, pp.
110-116).
E viceversa ci sono casi di contrapposizione, di veggenti che si sconfessano a vicenda.
• Anche in luoghi di apparizioni riconosciute (es. Lourdes e Fatima) bazzicano presunti veggenti o profeti «aggiuntivi» o individui interessati a «vibrazioni positive» di tipo New Age, di stampo magico-esoterico.
E viceversa ci sono casi di contrapposizione, di veggenti che si sconfessano a vicenda.
• Anche in luoghi di apparizioni riconosciute (es. Lourdes e Fatima) bazzicano presunti veggenti o profeti «aggiuntivi» o individui interessati a «vibrazioni positive» di tipo New Age, di stampo magico-esoterico.
• C'è chi enfatizza i messaggi, ignorando le direttive del Concilio Vaticano II sulla centralità di Cristo e della Bibbia, sul ruolo della liturgia e sul dovere di sottoporsi al discernimento ecclesiale. A «messaggi», anche buoni (comunque non obbligatori), alcuni attribuiscono l'autorevolezza di «comandamenti».
183
• Presunti veggenti e carismatici talora creano
dipendenze, facendo tra l'altro credere di potersi mettere in contatto col
"soprannaturale" quando vogliono.
- Il cristiano dovrebbe sapere che i carismi non sono mai a comando e tanto meno a pagamento. Ci sono invece "seguaci" o "figli spirituali" che non prendono decisioni di qualche rilievo senza consultare il veggente. E ci sono casi di pseudo carismatici che plagiano le persone. Talora carpiscono denaro, immobili ed intere eredità, o intervengono in campo sanitario, giungendo a vietare terapie salvavita. Le cronache riferiscono di processi per sfruttamento della credulità popolare o abuso della professione medica. La cautela quindi non è mai troppa.
• Ci può essere il rischio che il flusso di offerte, che giungono tramite il carismatico, smorzi la cautela che i responsabili ecclesiastici dovrebbero sempre avere.
• Alcuni considerano l'autorità di veggenti, visionari e santoni superiore al magistero della Chiesa. Sembrerebbe che, se ha parlato Gesù o la Madonna o un Santo, bisogna solo eseguire. Ma S. Paolo dice che bisogna sottostare al discernimento e alle indicazioni della Chiesa: «Chi ritiene di essere profeta o dotato di doni dello Spirito, deve riconoscere che quanto vi scrivo è comando del Signore. Se qualcuno non lo riconosce, neppure lui viene riconosciuto» (1 Cor 14,37-38).
Il Catechismo lo dice chiaramente: «Nessun carisma dispensa dal riferirsi e sottomettersi ai Pastori della Chiesa, ai quali spetta specialmente, non di estinguere lo Spirito, ma di "esaminare tutto e ritenere ciò che è buono", affinchè tutti i carismi, nella loro diversità e complementarità, cooperino all'utilità comune» (ccc 801). Negli scritti del NT le rivelazioni carismatiche più importanti contengono un rimando alla Chiesa:
- Saulo (il futuro san Paolo) stava perseguitando la Chiesa, quando sulla strada di Damasco sentì la voce di Gesù: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti!... Alla domanda: «Che devo fare, Signore?», Gesù gli dice di rivolgersi a un certo Anania, cioè alla Chiesa (Atti 22,7-16).
184
- Il cristiano dovrebbe sapere che i carismi non sono mai a comando e tanto meno a pagamento. Ci sono invece "seguaci" o "figli spirituali" che non prendono decisioni di qualche rilievo senza consultare il veggente. E ci sono casi di pseudo carismatici che plagiano le persone. Talora carpiscono denaro, immobili ed intere eredità, o intervengono in campo sanitario, giungendo a vietare terapie salvavita. Le cronache riferiscono di processi per sfruttamento della credulità popolare o abuso della professione medica. La cautela quindi non è mai troppa.
• Ci può essere il rischio che il flusso di offerte, che giungono tramite il carismatico, smorzi la cautela che i responsabili ecclesiastici dovrebbero sempre avere.
• Alcuni considerano l'autorità di veggenti, visionari e santoni superiore al magistero della Chiesa. Sembrerebbe che, se ha parlato Gesù o la Madonna o un Santo, bisogna solo eseguire. Ma S. Paolo dice che bisogna sottostare al discernimento e alle indicazioni della Chiesa: «Chi ritiene di essere profeta o dotato di doni dello Spirito, deve riconoscere che quanto vi scrivo è comando del Signore. Se qualcuno non lo riconosce, neppure lui viene riconosciuto» (1 Cor 14,37-38).
Il Catechismo lo dice chiaramente: «Nessun carisma dispensa dal riferirsi e sottomettersi ai Pastori della Chiesa, ai quali spetta specialmente, non di estinguere lo Spirito, ma di "esaminare tutto e ritenere ciò che è buono", affinchè tutti i carismi, nella loro diversità e complementarità, cooperino all'utilità comune» (ccc 801). Negli scritti del NT le rivelazioni carismatiche più importanti contengono un rimando alla Chiesa:
- Saulo (il futuro san Paolo) stava perseguitando la Chiesa, quando sulla strada di Damasco sentì la voce di Gesù: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti!... Alla domanda: «Che devo fare, Signore?», Gesù gli dice di rivolgersi a un certo Anania, cioè alla Chiesa (Atti 22,7-16).
184
- Paolo stesso scrive che, pur essendo stato
istruito da Gesù Cristo, si recò a Gerusalemme a incontrare tre apostoli:
«Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti... per non correre o
aver corso invano... Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me
e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e
loro tra i circoncisi» (Gal 2,2.9).
- Cornelio, centurione pagano, ha la visione di un angelo, al quale domanda: «Che c'è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te. Ora manda degli uomini a Giaffa e fa' venire un certo Simone, detto Pietro» (Atti, 10,4-5). L'angelo non lo evangelizza, ma gli dice di cercare il capo degli apostoli.
• Si trovano pure persone che sembrano fornite di capacità paranormali, cioè in grado di conoscere cose o fatti che con mezzi normali non sarebbero conoscibili. Qualcuno conclude che, se tale opportunità c'è, ben venga. Ma di fronte a fenomeni di origine oscura, cioè occulti, si consiglia di fare atto di rinuncia, del tipo: «Signore, se non viene da te, io rinuncio a questa capacità»
In presenza non solo di saperi, ma di poteri prodigiosi, qualcuno ritiene che le prove «celesti» dispensino dal sottoporsi ad autorità «terrene». Non è così. Infatti:
- Non tutti i prodigi vengono da Dio. Gesù disse: «Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: E là, non ci credete. Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti» (Mt 24,23-24).
-I miracoli non necessariamente sono segno di santità. Gesù disse: «Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? lo però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità» (Mt 7,21-23).
• Ci sono gruppi cattolici (o che si ritengono tali) incentrati su rivelazioni private o profeti, al punto che evitano contatti con le autorità ecclesiastiche e si estraniano dalla vita sacramentale;
185
- Cornelio, centurione pagano, ha la visione di un angelo, al quale domanda: «Che c'è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te. Ora manda degli uomini a Giaffa e fa' venire un certo Simone, detto Pietro» (Atti, 10,4-5). L'angelo non lo evangelizza, ma gli dice di cercare il capo degli apostoli.
• Si trovano pure persone che sembrano fornite di capacità paranormali, cioè in grado di conoscere cose o fatti che con mezzi normali non sarebbero conoscibili. Qualcuno conclude che, se tale opportunità c'è, ben venga. Ma di fronte a fenomeni di origine oscura, cioè occulti, si consiglia di fare atto di rinuncia, del tipo: «Signore, se non viene da te, io rinuncio a questa capacità»
In presenza non solo di saperi, ma di poteri prodigiosi, qualcuno ritiene che le prove «celesti» dispensino dal sottoporsi ad autorità «terrene». Non è così. Infatti:
- Non tutti i prodigi vengono da Dio. Gesù disse: «Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: E là, non ci credete. Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti» (Mt 24,23-24).
-I miracoli non necessariamente sono segno di santità. Gesù disse: «Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? lo però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità» (Mt 7,21-23).
• Ci sono gruppi cattolici (o che si ritengono tali) incentrati su rivelazioni private o profeti, al punto che evitano contatti con le autorità ecclesiastiche e si estraniano dalla vita sacramentale;
185
o giudicano corrotta la Chiesa, e non mancano
casi in cui si danno una struttura di chiesa (cattolica?!) alternativa, con
tanto di (antipapa, cardinali, vescovi ecc.
- Tale è per esempio la cosiddetta Chiesa Cattolica Palmariana (non Romana!), legata alle apparizioni di Palmar, Spagna (con qualche seguace anche in Italia). Alla morte di Paolo VI (1978), Gesù Cristo in persona avrebbe incoronato «vero papa» Gregorio XVII (al secolo Clemente Dominguez y Gómez), che ovviamente scomunicò il papa di Roma. Alla morte di Gregorio XVII (2005) gli è succeduto Manuel Alonso Corrai col nome di Pietro II (cf. LAUR, pp. 1043-1047).
• Parecchie «rivelazioni private» di fatto portano fuori dalla Chiesa Cattolica.
- Tali sono i «Cenacoli Serafici» fondati dal cappuccino P. Eligio Loi, su presunte rivelazioni di "suor" (ma suora non era!) Floriana De Marchi (1924-2005), di ispirazione tradizionalista e rigorista: criticano la Chiesa istituzionale, alla quale sono disobbedienti (cf. RS 8, pp. 119-127).
- Tale è per esempio la cosiddetta Chiesa Cattolica Palmariana (non Romana!), legata alle apparizioni di Palmar, Spagna (con qualche seguace anche in Italia). Alla morte di Paolo VI (1978), Gesù Cristo in persona avrebbe incoronato «vero papa» Gregorio XVII (al secolo Clemente Dominguez y Gómez), che ovviamente scomunicò il papa di Roma. Alla morte di Gregorio XVII (2005) gli è succeduto Manuel Alonso Corrai col nome di Pietro II (cf. LAUR, pp. 1043-1047).
• Parecchie «rivelazioni private» di fatto portano fuori dalla Chiesa Cattolica.
- Tali sono i «Cenacoli Serafici» fondati dal cappuccino P. Eligio Loi, su presunte rivelazioni di "suor" (ma suora non era!) Floriana De Marchi (1924-2005), di ispirazione tradizionalista e rigorista: criticano la Chiesa istituzionale, alla quale sono disobbedienti (cf. RS 8, pp. 119-127).
- La Chiesa finora non ha riconosciuto
l'«Associazione Fra' Elia degli Apostoli di Dio» che fa capo a
Cataldo (nome) Elia (cognome), n. 1962. Stigmatizzato, con fama di
miracoli e di doni di veggenza, attira folle e non mancano sacerdoti che lo
chiamano. Fra' Elia non è religioso e quindi non potrebbe portare il saio
bianco. Ha l'esplicita proibizione di presiedere o animare incontri di preghiera
nelle chiese parrocchiali o comunque oratori pubblici nel territorio della sua
diocesi di Terni (cf. RS 8, pp. 130-176; LAUR, pp. 910-912).

- Vassula Rydén (n. 1942). Di famiglia e confessione ortodossa, dal 1985 asserisce di ricevere messaggi da Gesù, raccolti in una dozzina di libri tradotti in parecchie lingue. La Congregazione per la Dottrina della Fede ha emesso nel 1995 una «Notificazione sugli scritti della signora Vassula Rydén», che ne da un giudizio negativo e sollecita i Vescovi a informare adeguatamente i fedeli e a non concedere «alcuno spazio alla diffusione delle sue idee» (cf. RS 9, pp. 50-109).
186

- La francese Maddalena Aumont (n. 1924) dal 1972 al 1978 avrebbe visto Gesù stesso che comandava di far costruire in Dozulé, diocesi di Bayeux-Lisieux, una croce alta 728 m (l'altezza del Golgota sul livello del mare) e ciascun braccio di 123 m. I vescovi della diocesi hanno negato la soprannaturalità dei messaggi e vietano il culto sul posto (cf. LAUR, pp. 235-238; RS 8, pp. 104-119). Un'altra veggente, che si firma JNSR (Je ne suis rien), raccomanda di costruirne copie luminose in scala: m 7,28 x 1,23 (ce n'è in giro qualcuna). Le sarebbe stato rivelato che la Beata Vergine è stata concepita nel grembo di Anna senza l'intervento di Gioacchino e sarebbe pertanto di natura divina (cf. LAUR, pp. 235-238. 953-954).
- Lucia Frascaria (n. 1927), di Sannicandro Garganico (Foggia), nota come «Mamma Lucia», avrebbe doni di veggenza e di guarigione. La Chiesa non l'ha mai approvata, ne ha anzi diffidato (cf. LAUR, pp. 1124-1125).
• Tante persone accettano anche messaggi
estranei o contrari alla fede cristiana, per es. idee neognostiche,
ufologiche o spiritiche, negazione dell'inferno, credenza nella reincarnazione,
demonizzazione della Chiesa Cattolica, cronologia degli «ultimi tempi». In
alcune rivelazioni private il ruolo salvifico di Gesù Cristo è assente o
relativizzato.
- Alcuni cattolici seguono le idee, di
contenuto gnostico, dell'austriaco Jakob Lorber (1800-1864),
chiamato «lo scrivano di Dio» per avere scritto 10 mila pagine di «nuove
rivelazioni», in cui tra l'altro insegna che la materia non fu creata da Dio, ma
causata dalla disobbedienza di Lucifero, il quale peraltro alla fine si
convertirà e si salverà.
- Lo "stigmatizzato" Giorgio Bongiovanni
(siciliano, nato nel 1963) mescola la visione della Madonna di Fatima
con "contatti" con gli Ufo, e minaccia castighi divini ai romani pontefici
"colpevoli" di non accogliere le sue "rivelazioni" (cf. LAUR, pp.
860-861).
187
- Messaggi «ufologici» riceverebbe anche suor
Stefania Caterina (n. 1959) da: Dio Padre, Gesù, lo Spirito Santo,
Maria, le anime del Purgatorio, Lucifero. Esisterebbero altre umanità, alcune
delle quali senza peccato originale. Certi concetti tradiscono letture
esotero-occultiste. Tali rivelazioni ricevettero il sostegno di p. Tomislav
Vlasic OFM, già vice parroco di Medjugorje, che in seguito ha chiesto e
ottenuto (2009) la riduzione allo stato laicale (cf. RS 9, pp. 13-49).
- Sconfina nello spiritismo il Movimento della Speranza, guidato da qualche sacerdote cattolico (!?), seguito soprattutto da persone che vogliono "contattare" i loro trapassati. Ma né intenzioni consolatorie (confortare chi è in lutto) né fini apologetici (fornire prove tangibili che esiste l'aldilà) giustificano l'evocazione di defunti.
- Sconfina nello spiritismo il Movimento della Speranza, guidato da qualche sacerdote cattolico (!?), seguito soprattutto da persone che vogliono "contattare" i loro trapassati. Ma né intenzioni consolatorie (confortare chi è in lutto) né fini apologetici (fornire prove tangibili che esiste l'aldilà) giustificano l'evocazione di defunti.

- È fuori dal cristianesimo la Chiesa dell'Unificazione, del coreano rev. Moon (n. 1920), autore del «Principio Divino», "scrittura sacra" che - dice lui - corregge e completa il Vangelo. Insegna che la crocifissione di Gesù - non voluta da Dio (!) - impedì la redenzione, la quale viene realizzata da Moon, vero Messia. I suoi seguaci si ritengono «cattolici che hanno fatto un passo in più»; si mimetizzano e tentano di inserirsi in strutture cattoliche.
• Alcune volte l'interpretazione dei messaggi soprannaturali è di un letteralismo ingenuo.
Ma cf. l'interpretazione dell'allora card. J.
Ratzinger, che qualificò quelle di Fatima "visioni inferiori":
- Nella visione inferiore ... il soggetto è essenzialmente compartecipe del formarsi, come immagine, di ciò che appare. L'immagine può arrivare solo secondo le sue misure e le sue possibilità. Tali visioni pertanto non sono mai semplici «fotografie» dell'aldilà, ma portano in sé anche le possibilità ed i limiti del soggetto che percepisce ... Il linguaggio immaginifico di queste visioni è un linguaggio simbolico[2].
_____________________________
2 CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, II messaggio di Fatima, Marietti, Genova, 2000, p. 38
- Nella visione inferiore ... il soggetto è essenzialmente compartecipe del formarsi, come immagine, di ciò che appare. L'immagine può arrivare solo secondo le sue misure e le sue possibilità. Tali visioni pertanto non sono mai semplici «fotografie» dell'aldilà, ma portano in sé anche le possibilità ed i limiti del soggetto che percepisce ... Il linguaggio immaginifico di queste visioni è un linguaggio simbolico[2].
_____________________________
2 CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, II messaggio di Fatima, Marietti, Genova, 2000, p. 38
188
- Le richieste della Beata Vergine di Lourdes sono state intese non come semplici ritualità da compiere materialmente, ma con un valore più profondo: baciare la terra = fare penitenza; portare i ceri = fede e testimonianza cristiana; acqua = purificazione; ecc.
• Al contrario, altre volte non si lasciano scuotere dall'evidente fallimento di "profezie":
-La Madonna apparsa a Garabandal (Spagna) annunciò - dicono - che dopo Giovanni XXIII restavano solo tre papi prima della "fine". Ma siamo già al quarto.
- L'apparire in mondovisione di un crocifisso sanguinante per svergognare tutti i miscredenti, fu annunziato da un sito Internet per l'anno 2000. Ma nessuno l'ha visto.
- Una profezia d'inizio millennio assicurava che il successore di Giovanni Paolo II sarebbe stato un eretico. Non risulta che Benedetto XVI lo sia.
• Millantate approvazioni ecclesiastiche. L'unico che ha titolo per approvare una rivelazione particolare è, in prima istanza, il vescovo locale (in carica, non emerito!). L'essere fotografato accanto al papa, o l'aver inviato a Roma un libro ( «Le mie rivelazioni - dice qualcuno - si trovano in Vaticano») o l'aver ricevuto la benedizione di un Vescovo missionario a cui si è inviata un'offerta, non significano approvazione ecclesiastica! Come non è approvazione ecclesiale la (ingenua o disobbediente) presenza di qualche ecclesiastico. Dire che la pubblicazione di un certo libro è approvata da Paolo VI, può essere ingannevole.
- Le richieste della Beata Vergine di Lourdes sono state intese non come semplici ritualità da compiere materialmente, ma con un valore più profondo: baciare la terra = fare penitenza; portare i ceri = fede e testimonianza cristiana; acqua = purificazione; ecc.
• Al contrario, altre volte non si lasciano scuotere dall'evidente fallimento di "profezie":
-La Madonna apparsa a Garabandal (Spagna) annunciò - dicono - che dopo Giovanni XXIII restavano solo tre papi prima della "fine". Ma siamo già al quarto.
- L'apparire in mondovisione di un crocifisso sanguinante per svergognare tutti i miscredenti, fu annunziato da un sito Internet per l'anno 2000. Ma nessuno l'ha visto.
- Una profezia d'inizio millennio assicurava che il successore di Giovanni Paolo II sarebbe stato un eretico. Non risulta che Benedetto XVI lo sia.
• Millantate approvazioni ecclesiastiche. L'unico che ha titolo per approvare una rivelazione particolare è, in prima istanza, il vescovo locale (in carica, non emerito!). L'essere fotografato accanto al papa, o l'aver inviato a Roma un libro ( «Le mie rivelazioni - dice qualcuno - si trovano in Vaticano») o l'aver ricevuto la benedizione di un Vescovo missionario a cui si è inviata un'offerta, non significano approvazione ecclesiastica! Come non è approvazione ecclesiale la (ingenua o disobbediente) presenza di qualche ecclesiastico. Dire che la pubblicazione di un certo libro è approvata da Paolo VI, può essere ingannevole.
È vero che una Notificazione del S.
Offizio (14.06.1966), approvata da quel papa, abolisce l'obbligo
dell'Imprimatur. Ma questo non significa che il contenuto di
qualsiasi pubblicazione religiosa sia automaticamente approvata dalla
Chiesa! (Sottolineatura
nostra)
- Un tempo per qualsiasi pubblicazione di
contenuto religioso si esigeva l'Imprimatur (= Nulla Osta che si stampi)
della Chiesa. Lo scopo era quello di preservare la purezza della fede e degli
insegnamenti morali. Questa esigenza non è mutata, anche se è cambiata la
disciplina. Del resto la citata Notificazione del 1966 sottolinea: «La Chiesa
confida nella matura coscienza dei fedeli,
189
soprattutto degli autori e degli
editori cattolici e di coloro che si occupano della educazione dei giovani.
Ripone la sua più ferma speranza nella sollecitudine vigile dei singoli ordinari
e delle conferenze episcopali, cui spetta il diritto e il dovere di esaminare e
anche di prevenire la pubblicazione di libri nocivi e qualora si dia il caso, di
riprenderne gli autori e di ammonirli»[3].• Proibizioni ecclesiastiche ignorate o disconosciute. Qualcuno che vanta approvazioni inesistenti, ricorre a cavilli per negare la validità di proibizioni formali. Due pesi e due misure.
• Ci sono siti internet pieni di attacchi, anatèmi e odio nei riguardi di chi non accetta i loro presunti messaggi. Morti premature, o dopo penosa malattia, di vescovi contrari a certe apparizioni o "rivelazioni" sono sbandierate come castigo di Dio per la loro "mancanza di fede". Alcune presunte rivelazioni accusano in blocco la gerarchia di occultare o manipolare messaggi "scomodi", specialmente apocalittici. Per es. la Chiesa terrebbe nascosto il "vero" terzo segreto di Fatima. Non si risparmia neppure il papa. Se è contrario a una certa "rivelazione", lo dichiarano male informato, o vittima di complotti massonici, o schiavo di satana! C'è tutta una letteratura sedicente cattolica che accusa i romani pontefici (compreso il beato Giovanni Paolo II) di disobbedienza al "comando" della Madonna di Fatima di consacrare l'umanità al suo Cuore Immacolato. La seconda guerra mondiale, la caduta della pubblica moralità e l'apostasia della Chiesa sarebbero tutte da imputare a tale "disobbedienza"!
• La diversità di opinioni circa l'autenticità di asserite rivelazioni genera discordie, che talora si manifestano in disprezzo, processo alle intenzioni, denigrazioni, calunnie.
• Siamo dunque di fronte a una sfida epocale per la fede delle nostre comunità. Una sfida sulla quale non c'è ancora una consapevolezza diffusa e tanto meno una linea di condotta condivisa
_____________________________________
3 Enchiridion Vaticanum. 2. Documenti Ufficiali della Santa Sede 1963-1967, EDB, Bologna, 1976, p. 675
190
COMPORTAMENTI DEI
PASTORI DELLA CHIESA
• Al manifestarsi di presunte apparizioni o rivelazioni, le reazioni di pastori, legittimi o "vaganti" (nel senso di operanti fuori delle loro parrocchie o comunità) sono diverse:
A) Risposte scettiche, sbrigative, talora sprezzanti.
B) Indifferenza e silenzio sul fenomeno, che non viene sottoposto a discernimento. Alcune volte lo si squalifica come frutto di sentimentalismo, miracolismo, ignoranza religiosa, superstizione. O, come Simon Pietro nell'atrio di Caifa, si segue «da lontano» (cf. Mt 26,58), per vedere come va a finire, senza raccogliere informazioni tempestive e precise. Si pensa che intervenire significherebbe fargli pubblicità; o che è un movimento devozionale senza spessore teologico. Qualche Vescovo, per non dar l'impressione di approvare anche solo indirettamente la soprannaturalità di certi fatti, vieta di guidare le eventuali devozioni dei seguaci, che così restano "pecore senza pastore".
C) Viceversa ci sono alcuni (pochi) pastori che accettano e promuovono in modo acritico qualche movimento rivelazionista, non evitando i rischi di intemperanze devozionali.
D) Altri scelgono la via del buon senso, ma navigano a vista, impacciati dal difficile rapporto con le devozioni, combattuti tra interpretazioni antidevozionali del Concilio e massicce prassi devozionali (si pensi ai pellegrinaggi a Medjugorje e al popolo di Radio Maria: sono fedeli che non abbiamo il diritto di guardare con supponenza, qualunque sia il giudizio che se ne dà.
Il Concilio Vaticano II mette in evidenza l'importanza della preghiera liturgica, ma senza escludere le devozioni: «La vita spirituale tuttavia non si esaurisce nella partecipazione alla sola liturgia. Il cristiano... I pii esercizi del popolo cristiano, purché siano conformi alle leggi e alle norme della Chiesa, sono vivamente raccomandati...»[4]. Più sotto accenniamo agli interventi di Paolo VI e di Giovanni Paolo II sulla pietà popolare.
_____________________________________
4 CONC. VAT. II, Costituzione sulla sacra liturgia "Sacrosanctum Concilium", 12 e 13.
191
• Al manifestarsi di presunte apparizioni o rivelazioni, le reazioni di pastori, legittimi o "vaganti" (nel senso di operanti fuori delle loro parrocchie o comunità) sono diverse:
A) Risposte scettiche, sbrigative, talora sprezzanti.
B) Indifferenza e silenzio sul fenomeno, che non viene sottoposto a discernimento. Alcune volte lo si squalifica come frutto di sentimentalismo, miracolismo, ignoranza religiosa, superstizione. O, come Simon Pietro nell'atrio di Caifa, si segue «da lontano» (cf. Mt 26,58), per vedere come va a finire, senza raccogliere informazioni tempestive e precise. Si pensa che intervenire significherebbe fargli pubblicità; o che è un movimento devozionale senza spessore teologico. Qualche Vescovo, per non dar l'impressione di approvare anche solo indirettamente la soprannaturalità di certi fatti, vieta di guidare le eventuali devozioni dei seguaci, che così restano "pecore senza pastore".
C) Viceversa ci sono alcuni (pochi) pastori che accettano e promuovono in modo acritico qualche movimento rivelazionista, non evitando i rischi di intemperanze devozionali.
D) Altri scelgono la via del buon senso, ma navigano a vista, impacciati dal difficile rapporto con le devozioni, combattuti tra interpretazioni antidevozionali del Concilio e massicce prassi devozionali (si pensi ai pellegrinaggi a Medjugorje e al popolo di Radio Maria: sono fedeli che non abbiamo il diritto di guardare con supponenza, qualunque sia il giudizio che se ne dà.
Il Concilio Vaticano II mette in evidenza l'importanza della preghiera liturgica, ma senza escludere le devozioni: «La vita spirituale tuttavia non si esaurisce nella partecipazione alla sola liturgia. Il cristiano... I pii esercizi del popolo cristiano, purché siano conformi alle leggi e alle norme della Chiesa, sono vivamente raccomandati...»[4]. Più sotto accenniamo agli interventi di Paolo VI e di Giovanni Paolo II sulla pietà popolare.
_____________________________________
4 CONC. VAT. II, Costituzione sulla sacra liturgia "Sacrosanctum Concilium", 12 e 13.
191
Gli interventi ufficiali dell'autorità
ecclesiastica sono molto diversificati:
A) Alcune curie, a fronte di fenomeni anche vistosi, si limitano a dichiarazioni del tipo: "noi non c'entriamo".
B) Altre enunciano la dottrina e danno disposizioni disciplinari in maniera burocratica e perentoria, del tipo "o prendere o lasciare".
C) Altri Pastori non lasciano mancare una catechesi piana, esplicativa ed esortativa; provvedono alla guida spirituale dei devoti, prescindendo dal giudizio circa la veridicità dei presunti fatti soprannaturali; il tutto nel quadro di direttive pastorali chiare e ferme sui punti essenziali e di benevola tolleranza su quelli discutibili.
• Anche quando le direttive ci sono, c'è chi le ignora.
• Se a disubbidire è qualche sconsiderato ecclesiastico, ciò crea confusione tra i fedeli.
• Accade che qualche ecclesiastico autorevole, per es. un Vescovo emerito o un Abate, scriva su carta intestata una parola di encomio, non riflettendo che può essere interpretata come approvazione ecclesiastica, la quale spetta solo al Vescovo locale in carica.
ALLA RICERCA DI RISPOSTE PASTORALI APPROPRIATE
• Lo spirito che deve animare l'operatore pastorale è l'amore cristiano. Perciò sbagliano quei pastori che trattano costoro (incontriamo non idee, ma persone!) con indifferenza, scetticismo, fastidio o disprezzo. Occorre capire per amare: per curare un malato non basta il "buon cuore", e neppure la stessa scienza, pur indispensabile. Occorre conoscere il paziente nella sua storia e nella sua concretezza. Con «quell'anticipo di simpatia senza il quale non c'è alcuna comprensione» (Benedetto XVI). In modo analogo, il pastore deve avere una solida base teologica e catechistica, circa il ruolo centrale di Gesù Cristo, lo Spirito Santo, il Vangelo, la Chiesa, i Sacramenti, la Carità cristiana; ma è indispensabile che vi aggiunga l'impegno di comprendere la persona concreta: la sua psicologia, le situazioni, il vissuto e le attese.
192
• Non escludere pregiudizialmente la possibilità di carismi anche straordinari. «I carismi devono essere raccolti con riconoscenza non soltanto da chi li riceve, ma anche da tutti i membri della Chiesa» (ccc 800). Lo Spirito Santo agisce dove, quando e come vuole. La povertà culturale o l'ingenuità dei presunti veggenti non deve distogliere dal prendere in seria considerazione una possibile rivelazione privata. Non è forse nello stile di Dio eleggere «quelli che non sono nulla»?
Santa Teresa d'Avila, grande mistica, fa osservare che alcuni, che credono facilmente a influssi diabolici, sono invece scettici circa i carismi:
- «Sembra che ad alcune persone faccia spavento anche solo udire il nome di visioni o di rivelazioni. Non capisco la causa per cui ritengono così pericoloso questo cammino attraverso il quale Dio conduce le anime, né da dove proceda siffatta paura. [...] Certo, farà loro [ai confessori] molto meno impressione sentirsi dire che il demonio presenta all'anima vari generi di tentazioni con suggestioni di spirito blasfemo, intemperanze e disonestà, di quanto non li scandalizzerà sentirsi dire che le è apparso e le ha parlato un angelo, o che le si è mostrato Gesù Cristo, nostro Signore»[5].
I carismi, a loro volta, vanno posti al loro giusto posto nella vita ecclesiale e sacramentale.
- Apprezzare la pietà popolare, nel cui alveo si inseriscono molte rivelazioni private. Qualche pastore sembra ritenere che dal Concilio Vaticano II in poi le devozioni non siano più da considerare vie autentiche di fede, ma al massimo da tollerare. Ciò è contrario al magistero della Chiesa:
- Paolo VI scrive che la pietà popolare «manifesta una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono conoscere; rende capaci di generosità e di sacrificio fino all'eroismo, quando si tratta di manifestare la fede; comporta un senso acuto degli
__________________________
5 TERESA DI GESÙ, Fondazioni, e. 8, n.1.
193
attributi profondi di Dio: la paternità, la provvidenza, la presenza amorosa e costante; genera atteggiamenti interiori raramente osservati altrove al medesimo grado: pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione»[6]. E Giovanni Paolo II: «La pietà popolare non può essere né ignorata né trattata con indifferenza o disprezzo, perché è ricca di valori...»[7]; e la definisce «vero tesoro del popolo di Dio»[8]. Di importanza fondamentale su questo tema è il corposo documento vaticano: «Direttorio su pietà popolare e liturgia»[9]. Esso non manca di segnalare «alcuni pericoli che possono far deviare la pietà popolare» e che essa va continuamente "evangelizzata", cioè orientata a Cristo: «In quest'opera di "evangelizzazione" della pietà popolare, il senso pastorale suggerisce però di procedere con grande pazienza e con prudente senso di tolleranza»[10]. Evitando quindi ogni picconamento o stroncatura iconoclasta.
ALCUNI SPUNTI PRATICI
Mi limiterò a proporre, senza particolari pretese, alcune (discutibili) suggestioni, frutto di esperienza, che è come dire: di tentativi ed errori, con tutti i limiti che questo comporta.
• II Vescovo diocesano è, ripetiamo, il responsabile in prima istanza. Lo si sottolinea non per uno sterile 'giuridicismo', ma perché l'alternativa sarebbe l'arbitrio, la confusione e talora la discordia tra i fedeli. Di conseguenza gli altri Vescovi, emeriti o no, rimandino a lui. D'altra parte egli non può accontentarsi dei «si dice»:
______________________
6 PAOLO VI, Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi (08.12.1975), 48.
7 GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Vicesimus quintus annus (04.12.1988), 18.
8 GIOVANNI PAOLO II, Omelia a La Serena, Chile (05.04.1987), 2.
9 CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI, Direttorio su pietà popolare e liturgia. Prìncipi e orientamenti, Libreria Editrice Vaticana 2001.
10 Ivi, pp. 66-67.
194
né di denigrazioni dei critici, né di mirabolanti proclamazioni degli entusiasti. Ha il dovere di capire e rispettare questa porzione del popolo di Dio. Coadiuvato da esperti, raccolga le informazioni tempestivamente, prima che ne nascano miti o che eventuali polemiche rendano meno sereno il clima.
• Occorre una diligente osservazione dei fatti e l'impegno di mantenere un dialogo fiducioso, svolto con «grande pazienza e prudente tolleranza», senza mascherare le divergenze, ma con amore, con rispetto, con garbo. Il dialogo è incontro, è camminare insieme, è rischio. Se non altro, non si interrompa il «dialogo della carità». E con chi è polemico, occorre sì chiarezza, ma soprattutto carità, evitando di cadere nello stesso stile polemico. Eventuali interventi in Internet rifuggano da sguaiataggine, maleducazione, violenza verbale e minacce «celesti» che spesso vi si riscontrano.
• Gli attori e gli elementi che entrano in gioco - tutti da tener presenti - sono parecchi: i carismatici, eventuali veggenti «aggiuntivi», le cerchie di seguaci più o meno fanatici o di oppositori più o meno agguerriti, i mass media, le folle, i sacerdoti e religiosi locali, quelli «abusivi», i rapporti con la comunità ecclesiale. Si tratta di un campo pastorale al quale le Chiese locali devono dedicare le proprie cure, evitando la supponenza e la latitanza, usando fermezza laddove è necessario, ma sempre con simpatia: «con grande pazienza e senso di prudente tolleranza».
• Discernere. Nell'attuale galassia di visioni, apparizioni, rivelazioni, locuzioni, scritture automatiche, contatti, veggenze, profezie ecc. non è facile discernere l'autentico da megalomanie, allucinazioni, deliri, idee eterodosse, oltre che frodi e bufale. Ma non si può buttare a mare l'eventuale buon grano insieme con i molti surrogati. Tra i criteri di discernimento[11]: sanità mentale e credibilità del veggente - analisi dei fatti -, ortodossia dei contenuti ecc.; è importante la sottomissione alla Chiesa. Il diavolo - è stato detto - sa scimmiottare l'umiltà, ma non l'obbedienza.
____________________________
11 S. PERRELLA, Le Apparizioni marnane. Dono per la fede e sfida per la ragione, pp. 88-90,112-115.
195
• Pubblicare le risultanze, anche solo provvisorie, con le classiche formule:
A) Alcune curie, a fronte di fenomeni anche vistosi, si limitano a dichiarazioni del tipo: "noi non c'entriamo".
B) Altre enunciano la dottrina e danno disposizioni disciplinari in maniera burocratica e perentoria, del tipo "o prendere o lasciare".
C) Altri Pastori non lasciano mancare una catechesi piana, esplicativa ed esortativa; provvedono alla guida spirituale dei devoti, prescindendo dal giudizio circa la veridicità dei presunti fatti soprannaturali; il tutto nel quadro di direttive pastorali chiare e ferme sui punti essenziali e di benevola tolleranza su quelli discutibili.
• Anche quando le direttive ci sono, c'è chi le ignora.
• Se a disubbidire è qualche sconsiderato ecclesiastico, ciò crea confusione tra i fedeli.
• Accade che qualche ecclesiastico autorevole, per es. un Vescovo emerito o un Abate, scriva su carta intestata una parola di encomio, non riflettendo che può essere interpretata come approvazione ecclesiastica, la quale spetta solo al Vescovo locale in carica.
ALLA RICERCA DI RISPOSTE PASTORALI APPROPRIATE
• Lo spirito che deve animare l'operatore pastorale è l'amore cristiano. Perciò sbagliano quei pastori che trattano costoro (incontriamo non idee, ma persone!) con indifferenza, scetticismo, fastidio o disprezzo. Occorre capire per amare: per curare un malato non basta il "buon cuore", e neppure la stessa scienza, pur indispensabile. Occorre conoscere il paziente nella sua storia e nella sua concretezza. Con «quell'anticipo di simpatia senza il quale non c'è alcuna comprensione» (Benedetto XVI). In modo analogo, il pastore deve avere una solida base teologica e catechistica, circa il ruolo centrale di Gesù Cristo, lo Spirito Santo, il Vangelo, la Chiesa, i Sacramenti, la Carità cristiana; ma è indispensabile che vi aggiunga l'impegno di comprendere la persona concreta: la sua psicologia, le situazioni, il vissuto e le attese.
192
• Non escludere pregiudizialmente la possibilità di carismi anche straordinari. «I carismi devono essere raccolti con riconoscenza non soltanto da chi li riceve, ma anche da tutti i membri della Chiesa» (ccc 800). Lo Spirito Santo agisce dove, quando e come vuole. La povertà culturale o l'ingenuità dei presunti veggenti non deve distogliere dal prendere in seria considerazione una possibile rivelazione privata. Non è forse nello stile di Dio eleggere «quelli che non sono nulla»?
Santa Teresa d'Avila, grande mistica, fa osservare che alcuni, che credono facilmente a influssi diabolici, sono invece scettici circa i carismi:
- «Sembra che ad alcune persone faccia spavento anche solo udire il nome di visioni o di rivelazioni. Non capisco la causa per cui ritengono così pericoloso questo cammino attraverso il quale Dio conduce le anime, né da dove proceda siffatta paura. [...] Certo, farà loro [ai confessori] molto meno impressione sentirsi dire che il demonio presenta all'anima vari generi di tentazioni con suggestioni di spirito blasfemo, intemperanze e disonestà, di quanto non li scandalizzerà sentirsi dire che le è apparso e le ha parlato un angelo, o che le si è mostrato Gesù Cristo, nostro Signore»[5].
I carismi, a loro volta, vanno posti al loro giusto posto nella vita ecclesiale e sacramentale.
- Apprezzare la pietà popolare, nel cui alveo si inseriscono molte rivelazioni private. Qualche pastore sembra ritenere che dal Concilio Vaticano II in poi le devozioni non siano più da considerare vie autentiche di fede, ma al massimo da tollerare. Ciò è contrario al magistero della Chiesa:
- Paolo VI scrive che la pietà popolare «manifesta una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono conoscere; rende capaci di generosità e di sacrificio fino all'eroismo, quando si tratta di manifestare la fede; comporta un senso acuto degli
__________________________
5 TERESA DI GESÙ, Fondazioni, e. 8, n.1.
193
attributi profondi di Dio: la paternità, la provvidenza, la presenza amorosa e costante; genera atteggiamenti interiori raramente osservati altrove al medesimo grado: pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione»[6]. E Giovanni Paolo II: «La pietà popolare non può essere né ignorata né trattata con indifferenza o disprezzo, perché è ricca di valori...»[7]; e la definisce «vero tesoro del popolo di Dio»[8]. Di importanza fondamentale su questo tema è il corposo documento vaticano: «Direttorio su pietà popolare e liturgia»[9]. Esso non manca di segnalare «alcuni pericoli che possono far deviare la pietà popolare» e che essa va continuamente "evangelizzata", cioè orientata a Cristo: «In quest'opera di "evangelizzazione" della pietà popolare, il senso pastorale suggerisce però di procedere con grande pazienza e con prudente senso di tolleranza»[10]. Evitando quindi ogni picconamento o stroncatura iconoclasta.
ALCUNI SPUNTI PRATICI
Mi limiterò a proporre, senza particolari pretese, alcune (discutibili) suggestioni, frutto di esperienza, che è come dire: di tentativi ed errori, con tutti i limiti che questo comporta.
• II Vescovo diocesano è, ripetiamo, il responsabile in prima istanza. Lo si sottolinea non per uno sterile 'giuridicismo', ma perché l'alternativa sarebbe l'arbitrio, la confusione e talora la discordia tra i fedeli. Di conseguenza gli altri Vescovi, emeriti o no, rimandino a lui. D'altra parte egli non può accontentarsi dei «si dice»:
______________________
6 PAOLO VI, Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi (08.12.1975), 48.
7 GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Vicesimus quintus annus (04.12.1988), 18.
8 GIOVANNI PAOLO II, Omelia a La Serena, Chile (05.04.1987), 2.
9 CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI, Direttorio su pietà popolare e liturgia. Prìncipi e orientamenti, Libreria Editrice Vaticana 2001.
10 Ivi, pp. 66-67.
194
né di denigrazioni dei critici, né di mirabolanti proclamazioni degli entusiasti. Ha il dovere di capire e rispettare questa porzione del popolo di Dio. Coadiuvato da esperti, raccolga le informazioni tempestivamente, prima che ne nascano miti o che eventuali polemiche rendano meno sereno il clima.
• Occorre una diligente osservazione dei fatti e l'impegno di mantenere un dialogo fiducioso, svolto con «grande pazienza e prudente tolleranza», senza mascherare le divergenze, ma con amore, con rispetto, con garbo. Il dialogo è incontro, è camminare insieme, è rischio. Se non altro, non si interrompa il «dialogo della carità». E con chi è polemico, occorre sì chiarezza, ma soprattutto carità, evitando di cadere nello stesso stile polemico. Eventuali interventi in Internet rifuggano da sguaiataggine, maleducazione, violenza verbale e minacce «celesti» che spesso vi si riscontrano.
• Gli attori e gli elementi che entrano in gioco - tutti da tener presenti - sono parecchi: i carismatici, eventuali veggenti «aggiuntivi», le cerchie di seguaci più o meno fanatici o di oppositori più o meno agguerriti, i mass media, le folle, i sacerdoti e religiosi locali, quelli «abusivi», i rapporti con la comunità ecclesiale. Si tratta di un campo pastorale al quale le Chiese locali devono dedicare le proprie cure, evitando la supponenza e la latitanza, usando fermezza laddove è necessario, ma sempre con simpatia: «con grande pazienza e senso di prudente tolleranza».
• Discernere. Nell'attuale galassia di visioni, apparizioni, rivelazioni, locuzioni, scritture automatiche, contatti, veggenze, profezie ecc. non è facile discernere l'autentico da megalomanie, allucinazioni, deliri, idee eterodosse, oltre che frodi e bufale. Ma non si può buttare a mare l'eventuale buon grano insieme con i molti surrogati. Tra i criteri di discernimento[11]: sanità mentale e credibilità del veggente - analisi dei fatti -, ortodossia dei contenuti ecc.; è importante la sottomissione alla Chiesa. Il diavolo - è stato detto - sa scimmiottare l'umiltà, ma non l'obbedienza.
____________________________
11 S. PERRELLA, Le Apparizioni marnane. Dono per la fede e sfida per la ragione, pp. 88-90,112-115.
195
• Pubblicare le risultanze, anche solo provvisorie, con le classiche formule:
a) consta:
permissiva;
b) non
consta: attendista;
c) consta che non: negativa 12].
Aggiungere e spiegare opportune indicazioni
pastorali e disciplinari. In tali documenti non ci si limiti a dire che "la fede
autentica è altrove": non si manchi di sottolineare le ricchezze spirituali
racchiuse nella pietà popolare ben guidata, pur evidenziandone garbatamente i
possibili limiti e carenze. Si pubblichi una catechesi chiara e comprensibile,
tenendo presente ciò che i devoti stanno cercando. Fascicoli e dépliant
siano disponibili sui luoghi di devozione. Inoltre è importante sviluppare
canali di comunicazione interdiocesani e interregionali, trattandosi di fenomeni
che facilmente travalicano i confini locali.
• Quando la risposta fosse consta. Si diano indicazioni pastorali perché le pratiche siano fruttuose, eventualmente affidandone la guida a un sacerdote. Va in ogni caso chiarito che le rivelazioni private, anche se approvate, non sono mai obbliganti.
• Quando la risposta fosse consta. Si diano indicazioni pastorali perché le pratiche siano fruttuose, eventualmente affidandone la guida a un sacerdote. Va in ogni caso chiarito che le rivelazioni private, anche se approvate, non sono mai obbliganti.
- In ordine di tempo, l'ultima
approvazione è stata quella dell'08.12.2010 da parte di mons. David
Ricken, vescovo di Green Bay, nel Wisconsin, USA, il quale ha
riconosciuto autentica l'apparizione della B.V. alla giovane Adele Brise,
nel 1859 (151 anni prima!): «Dichiaro con certezza morale e in base alle
norme della Chiesa che gli eventi, le apparizioni e i discorsi ricevuti da Adele
Brise nell'ottobre 1859 presentano sostanza di carattere soprannaturale, e io
con la presente approvo queste apparizioni come degne di fede - anche se non
obbligatorie - per i fedeli cristiani» (cf. LAUR, 357).
Per introdurre forme devozionali nuove (anche se "rivelate dall'alto"), si raccomanda di chiedere l'approvazione del Vescovo locale. Questo ci eviterà illusioni e deviazioni.
• Nei casi di responso negativo: consta che non. «Quando la Chiesa dichiara inautentica un'apparizione, in quanto non vede nei fatti esaminati alcunché di fondato o di utile, o peggio vi vede qualcosa che può ingenerare pericolo per la fede, per il cristiano
_____________________________
12 S. PERRELLA, op. cit., p. 86.
196
è temerario andare contro questo giudizio»[13]. Si diano annunci del tipo: «Avvertiamo i fedeli in buona fede, che non vogliono distaccarsi dalla Chiesa cattolica, di non seguire ...». Anche in tali casi è importante non liquidare sbrigativamente la cosa, ma fare il possibile per tenere aperto il dialogo e aiutare le persone ben intenzionate a purificare il loro modo di rapportarsi col sacro.
• Nei casi in cui la Chiesa abbia detto non consta, o non si sia ancora pronunciata (poiché notoriamente il discernimento richiede tempi molto lunghi), occorre, a prescindere dalla verità dei presunti fatti straordinari, non escludere di assistere, accompagnare, correggere le persone, guidandone la preghiera e le pratiche devozionali.
Questo:
a) rispetterebbe di più i fedeli;
b) darebbe loro possibilità di guida e catechesi;
c) eviterebbe di lasciare la gente in balia di balordi. Quello di Medjugorje è il caso più noto di cui finora «non consta la soprannaturalità», ma la cui cura pastorale è affidata ai frati minori francescani.
- Sui fatti di Medjugorje, la S. Sede ha costituito nel 2010 una Commissione internazionale d'inchiesta presieduta del card. Camillo Ruini. Finora (2011) ufficialmente fa testo la Dichiarazione della Conferenza Episcopale Jugoslava del 1991, che dice: «I vescovi seguono fin dall'inizio gli avvenimenti di Medjugorje attraverso il vescovo diocesano, la Commissione diocesana e la Commissione della Conferenza episcopale jugoslava per Medjugorje. Sulla base delle ricerche condotte finora non si può accertare che si tratti di apparizioni e rivelazioni soprannaturali. Tuttavia, i numerosi raduni di fedeli da varie parti che vengono a Medjugorje spinti da motivi religiosi e di altro genere richiedono l'attenzione e la cura pastorale in primo luogo del vescovo diocesano, e con lui anche degli altri vescovi, affinchè a Medjugorje, e in connessione ad essa, si promuova la sana devozione alla B.V. Maria, secondo l'insegnamento della Chiesa». Essendo comunque le "apparizioni" tuttora in atto, eventuali pronunciamenti ecclesiastici non potranno che essere provvisori (cf. LAUR, pp. 992-1014).
_____________________
13 S. PERRELLA, op. cit., p. 120.
197
Di molte «apparizioni» la Chiesa non riconosce la soprannaturalità.
- Il card. R. Etchegaray fa notare che «la Chiesa non si governa a forza di apparizioni e di rivelazioni particolari. La Chiesa non conferma mai dei veggenti ma i credenti: riconosce dei luoghi di pellegrinaggio e di rinnovamento della fede, ma si pronuncia molto raramente sull'autenticità delle "apparizioni" che li hanno fatti nascere» (LAUR, p. 18). Ecco alcuni luoghi che si trovano in questa situazione:
- A Ghiaie di Donate Sopra
(Bergamo), nel maggio 1944, la B.V. sarebbe apparsa alla piccola
Adelaide Roncalli (n. 1937).
- A Fontanelle di Montichiari (Brescia), dal 1946 al 1982, asserite apparizioni della Madonna a Pierina Gilli (1911-1982) col tito¬lo di «Rosa Mistica».
- A Fontanelle di Montichiari (Brescia), dal 1946 al 1982, asserite apparizioni della Madonna a Pierina Gilli (1911-1982) col tito¬lo di «Rosa Mistica».
- A Gallinaro (prov. Frosinone,
diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo), nel 1947, presunte apparizioni di «Gesù
Bambino» a Giuseppina Norcia (1940-2008, cf. RS 8, pp. 79-102; LAUR, p.
319).

- A Roma, località Tre Fontane, nel 1947 la Madonna appare e converte Bruno Cornacchiola (1913-2001), ferroviere protestante fortemente anticattolico. Non c'è un riconoscimento della soprannaturalità dell'asserita apparizione, ma il Vicariato di Roma ha autorizzato la costruzione di una cappella e ne ha affidato la cura pastorale ai frati minori conventuali (LAUR, pp. 664-667).
Avviene dunque che la Chiesa autorizzi un culto anche laddove non riconosce la soprannaturalità di un evento carismatico. C'è il rischio che l'autorizzazione venga interpretata come autenticazione delle presunte rivelazioni, o che si faccia il doppio gioco. Ma il tentativo andrebbe fatto, almeno ad experimentum, per quei fedeli che accettano di staccarsi da gruppi settari e rimanere nella comunità cattolica. Cartelli chiarificatori bene in vista nei luoghi di devozione segnalino la posizione della Chiesa al riguardo.
-I casi approvati esplicitamente sono una quindicina in tutto: dunque un'infima minoranza. I moltissimi santuari legati ad apparizioni sparsi nel mondo, per la massima parte si basano
198
su pie tradizioni senza processi ecclesiastici, o con processi conclusi con un «non consta». In sostanza: l'approvazione esplicita della soprannaturalità dei fatti, statisticamente, è l'eccezione, non la norma. Con buona pace di quei fedeli che sono impazienti o critici verso quei vescovi che non approvano.
• Stampa e altri mass inedia. Nel "mare magnum" di pubblicazioni e trasmissioni su questi temi, è praticamente impossibile orientarsi. Almeno le editrici cattoliche dovrebbero essere "affidabili", procurando che tutte le pubblicazioni su questi temi abbiano l'Imprimatur (non guasta ricordare che non può essere rilasciato da Vescovi emeriti). Il Codice di Diritto Canonico indica i compiti dei vescovi al riguardo:
Can 823 §1. Perché sia conservata l'integrità della verità della fede e dei costumi, i pastori della Chiesa hanno il diritto di vigilare che non si arrechi danno alla fede e ai costumi dei fedeli con gli scritti o con l'uso degli strumenti di comunicazione sociale; parimenti di esigere che vengano sottoposti al proprio giudizio prima della pubblicazione gli scritti dei fedeli che toccano la fede o i costumi; e altresì di riprovare gli scritti che portino danno alla retta fede e ai buoni costumi.
Non manchi mai una un'avvertenza ben visibile, del tipo: «In obbedienza ai decreti del papa Urbano VIII, si dichiara che per i fatti straordinari qui narrati si richiede solo la fede umana, cioè il ragionevole assenso che umanamente si da sulla base della credibilità dei testimoni e degli argomenti addotti».
• Per conoscere la posizione ecclesiale di personaggi e movimenti, non bastano le autocertificazioni: si telefoni alla Curia del luogo, la quale deve dare risposte e indicazioni disciplinari, in base a una non superficiale osservazione dei fatti. Sacerdoti e religiosi, che accompagnano pellegrinaggi, si mettano in contatto con il parroco o cappellano a ciò deputato e concordino cosa fare o non fare: talora una devozione in meno può aiutare a dare un senso ecclesiale in più.
• Accompagnare. Curare che il soggetto carismatico abbia un direttore spirituale fornito di saggezza e di senso ecclesiale, aiutarlo a capire la portata e i limiti del suo eventuale carisma nella comunità ecclesiale. Essere disponibili a guidare eventuali gruppi che spesso si strutturano attorno a certi personaggi o eventi.
199
• Vigilare. Pur evitando "cacce alle streghe" o ristrettezza di idee, i pastori siano attenti riguardo a condotte erronee o ambigue. Si vigili perché nei luoghi di devozione non vengano distribuiti abusivamente testi eterodossi o addirittura non cristiani (avviene!). Vietare che in chiesa o in luoghi di pellegrinaggio vengano esposti testi di presunti «messaggi» di Medjugorje? Se lo si permette, sia segnalato con evidenza che «si richiede solo la fede umana».
• Ammonire. Certi abusi esigono ammonimenti da parte dei pastori.
A)
Segnalare i casi di contenuti o di pratiche erronee o pericolose.
B)
Riprendere quegli ecclesiastici che non si attengono a precise
disposizioni della Chiesa.
C)
Ammonire quelle editrici cattoliche che, senza troppi distinguo,
pubblicano letteratura rivelazionista (è un genere che si vende
bene!).
• I casi controversi. Il Codice di Diritto Canonico da ad ogni Vescovo la facoltà di approvare o disapprovare pratiche e aggregazioni nella propria diocesi. Accade che, di fronte a una medesima realtà, alcuni vescovi approvino e accolgano, altri ne diffidino i fedeli. Si auspica che ci sia reciproca consultazione e coordinamento almeno tra le diocesi viciniori. Quando un fedele si trova fuori diocesi, deve attenersi alle disposizioni del Vescovo locale.
• I documenti del Magistero a nostra disposizione danno sì le linee di massima per compiere un discernimento, ma è auspicabile un documento unitario di principi e norme, vista la globalizzazione anche di queste problematiche.
A MO' DI CONCLUSIONE
La Chiesa deve:
A) Accogliere con gratitudine i carismi e farli fruttare per il bene della comunità cristiana e umana. Nessuno ha il diritto di disprezzare o anche solo ignorare i carismi, che pertanto devono essere oggetto di serio discernimento. Ma anche là dove si discerne un autentico carisma, occorre collocarlo nelle giuste proporzioni e non farlo diventare il principale o unico
200
aspetto della propria fede o devozione. Va ribadito che tutto va fatto obbedendo al vescovo locale. A proposito delle presunte apparizioni a Ghiaie di Bonate (Bergamo) ad Adelaide Roncalli, il futuro papa bergamasco Giovanni XXIII, Angelo Giuseppe Roncalli (non parente di Adelaide ma con probabili ascendenze comuni), commentò subito così: «Chi sta col vescovo è sicuro di non sbagliare. Chi vuoi saperne di più di solito si inganna». Egli aveva fatto suo lo slogan: «In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas = Nelle cose essenziali unità, in quelle dubbie libertà, in tutte carità». Perché laddove nascono discordie e divisioni, la vittoria è del Maligno.
B) Mettere in guardia contro illusioni, intemperanze e deviazioni. Non illudiamoci: la maggior parte dei presunti messaggi celesti, che abbondano in internet e in certa stampa sedicente cattolica, sono fasulli. La cautela e i ripetuti ammonimenti della Chiesa sono quanto mai giustificati.
Ma si trovano cristiani, e talora ecclesiastici, che, di fronte a messaggi celesti o presunti miracoli, non si preoccupano di ubbidire alla Chiesa, anzi si rammaricano che il Vescovo «non capisce». Dovrebbero invece chiedersi: «Che cosa sto cercando? Forse il sensazionale?». Alcuni (e forse anche noi!) sono tentati di perseguire una certa devozione perché «piace», perché «fa star bene», perché «commuove», perché «siamo in tanti e tutti entusiasti». Spesso ci si esalta per un bel pellegrinaggio, una bella predica, un bel ritiro, una bella esperienza, senza troppo preoccuparsi che tutto questo abbia ricadute durevoli sulla vita quotidiana. Ci sono cristiani che vanno «solo» alle Messe del Rinnovamento nello Spirito o del Cammino Neocatecumenale ecc., o «solo» alla Messa del Don Tale o dal Padre Talaltro. Perché lì sentono qualcosa che nelle Messe «normali» non sperimentano. Che dire? Tali Messe «speciali» possono essere utili come una pedagogia, che educhi al senso ecclesiale: vado alla Messa speciale per imparare ad andare alla Messa «normale» della mia parrocchia. Invece ci sono cattolici che arrivano ad abbandonare la Chiesa Cattolica e a preferirle comunità protestanti pentecostali dove i miracoli non si contano (ma abbiamo visto i limiti e l'ambiguità dei prodigi).
201
Certo dobbiamo operare perché le nostre Messe "normali" siano più vive, meno sonnolente. E non si deve rifuggire dal sentimento: c'è il diritto, anzi il dovere di incontrare Dio con tutto se stesso, col sorriso e con le lacrime. Ma questo non ha nulla a che vedere con la ricerca del sensazionale. Il Catechismo non esclude che Dio comunichi cose nascoste o future. Ma non è la normalità:
Dio può rivelare l'avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste nell'abbandonarsi con fiducia nelle mani della provvidenza per ciò che concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo (CCC 2115).
Ecco cosa disse in un'intervista, con la sua chiarezza cristallina, l'allora card. J. Ratzinger:
II primo punto essenziale è quello di affidarsi al Signore che si è rivelato nella sua parola e che è presente nella Chiesa e nei Sacramenti, e di vivere in questo cammino fondamentale che da una sua esperienza diversa dalle altre, ed è un po' più ardua, ma alla fine molto più reale e gratificante perché molto più vera. L'atteggiamento fondamentale deve essere quello di vivere realmente la fede nella vita della Chiesa e convincersi che Dio, come ha detto San Giovanni della Croce, dandoci suo Figlio ci ha dato tutto, perché Gesù è la sua Parola, e non c'è da aggiungere altro, Dio non può dare di più che Se Stesso nel suo Figlio. Occorre mettersi davvero nelle mani del Figlio e vivere la vita della Chiesa, che è anche immensamente ricca, perché il Signore è circondato dai Santi, ad iniziare dalla Madonna. E questa esperienza è possibile per tutti. Credendo in Dio, non cammino solo, ma sono accompagnato da questa grande schiera dei Santi e dei credenti di tutti i tempi, e così ricevo anche tutte le risposte, perché la Chiesa vive e ha una voce viva per parlare e annunciare oggi la Parola del Signore come Parola presente per me e per il nostro tempo. E se uno vive questa realtà con convinzione e con gioia, non in senso purista [= disincarnato, N.d.R.], ma con tutta la ricchezza e la bellezza che questo comporta, non ha più bisogno di altro, e può stabilire con il proprio discernimento quali cose possono essere a lui utili senza diventare dipendente di questi fenomeni (Una voce grida..., 9/1999).
202
Ciò che conta, dunque, non sono né i miracoli, né le visioni, né le apparizioni, né i messaggi o rivelazioni private. Ciò che conta è Lui stesso: Gesù. E Lui, noi non lo incontriamo in qualcosa di straordinario, ma nella fede, nella speranza, nella carità, nella sua Chiesa, nei suoi sacramenti, nel prossimo. Cioè nella "vita normale"!
• I casi controversi. Il Codice di Diritto Canonico da ad ogni Vescovo la facoltà di approvare o disapprovare pratiche e aggregazioni nella propria diocesi. Accade che, di fronte a una medesima realtà, alcuni vescovi approvino e accolgano, altri ne diffidino i fedeli. Si auspica che ci sia reciproca consultazione e coordinamento almeno tra le diocesi viciniori. Quando un fedele si trova fuori diocesi, deve attenersi alle disposizioni del Vescovo locale.
• I documenti del Magistero a nostra disposizione danno sì le linee di massima per compiere un discernimento, ma è auspicabile un documento unitario di principi e norme, vista la globalizzazione anche di queste problematiche.
A MO' DI CONCLUSIONE
La Chiesa deve:
A) Accogliere con gratitudine i carismi e farli fruttare per il bene della comunità cristiana e umana. Nessuno ha il diritto di disprezzare o anche solo ignorare i carismi, che pertanto devono essere oggetto di serio discernimento. Ma anche là dove si discerne un autentico carisma, occorre collocarlo nelle giuste proporzioni e non farlo diventare il principale o unico
200
aspetto della propria fede o devozione. Va ribadito che tutto va fatto obbedendo al vescovo locale. A proposito delle presunte apparizioni a Ghiaie di Bonate (Bergamo) ad Adelaide Roncalli, il futuro papa bergamasco Giovanni XXIII, Angelo Giuseppe Roncalli (non parente di Adelaide ma con probabili ascendenze comuni), commentò subito così: «Chi sta col vescovo è sicuro di non sbagliare. Chi vuoi saperne di più di solito si inganna». Egli aveva fatto suo lo slogan: «In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas = Nelle cose essenziali unità, in quelle dubbie libertà, in tutte carità». Perché laddove nascono discordie e divisioni, la vittoria è del Maligno.
B) Mettere in guardia contro illusioni, intemperanze e deviazioni. Non illudiamoci: la maggior parte dei presunti messaggi celesti, che abbondano in internet e in certa stampa sedicente cattolica, sono fasulli. La cautela e i ripetuti ammonimenti della Chiesa sono quanto mai giustificati.
Ma si trovano cristiani, e talora ecclesiastici, che, di fronte a messaggi celesti o presunti miracoli, non si preoccupano di ubbidire alla Chiesa, anzi si rammaricano che il Vescovo «non capisce». Dovrebbero invece chiedersi: «Che cosa sto cercando? Forse il sensazionale?». Alcuni (e forse anche noi!) sono tentati di perseguire una certa devozione perché «piace», perché «fa star bene», perché «commuove», perché «siamo in tanti e tutti entusiasti». Spesso ci si esalta per un bel pellegrinaggio, una bella predica, un bel ritiro, una bella esperienza, senza troppo preoccuparsi che tutto questo abbia ricadute durevoli sulla vita quotidiana. Ci sono cristiani che vanno «solo» alle Messe del Rinnovamento nello Spirito o del Cammino Neocatecumenale ecc., o «solo» alla Messa del Don Tale o dal Padre Talaltro. Perché lì sentono qualcosa che nelle Messe «normali» non sperimentano. Che dire? Tali Messe «speciali» possono essere utili come una pedagogia, che educhi al senso ecclesiale: vado alla Messa speciale per imparare ad andare alla Messa «normale» della mia parrocchia. Invece ci sono cattolici che arrivano ad abbandonare la Chiesa Cattolica e a preferirle comunità protestanti pentecostali dove i miracoli non si contano (ma abbiamo visto i limiti e l'ambiguità dei prodigi).
201
Certo dobbiamo operare perché le nostre Messe "normali" siano più vive, meno sonnolente. E non si deve rifuggire dal sentimento: c'è il diritto, anzi il dovere di incontrare Dio con tutto se stesso, col sorriso e con le lacrime. Ma questo non ha nulla a che vedere con la ricerca del sensazionale. Il Catechismo non esclude che Dio comunichi cose nascoste o future. Ma non è la normalità:
Dio può rivelare l'avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste nell'abbandonarsi con fiducia nelle mani della provvidenza per ciò che concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo (CCC 2115).
Ecco cosa disse in un'intervista, con la sua chiarezza cristallina, l'allora card. J. Ratzinger:
II primo punto essenziale è quello di affidarsi al Signore che si è rivelato nella sua parola e che è presente nella Chiesa e nei Sacramenti, e di vivere in questo cammino fondamentale che da una sua esperienza diversa dalle altre, ed è un po' più ardua, ma alla fine molto più reale e gratificante perché molto più vera. L'atteggiamento fondamentale deve essere quello di vivere realmente la fede nella vita della Chiesa e convincersi che Dio, come ha detto San Giovanni della Croce, dandoci suo Figlio ci ha dato tutto, perché Gesù è la sua Parola, e non c'è da aggiungere altro, Dio non può dare di più che Se Stesso nel suo Figlio. Occorre mettersi davvero nelle mani del Figlio e vivere la vita della Chiesa, che è anche immensamente ricca, perché il Signore è circondato dai Santi, ad iniziare dalla Madonna. E questa esperienza è possibile per tutti. Credendo in Dio, non cammino solo, ma sono accompagnato da questa grande schiera dei Santi e dei credenti di tutti i tempi, e così ricevo anche tutte le risposte, perché la Chiesa vive e ha una voce viva per parlare e annunciare oggi la Parola del Signore come Parola presente per me e per il nostro tempo. E se uno vive questa realtà con convinzione e con gioia, non in senso purista [= disincarnato, N.d.R.], ma con tutta la ricchezza e la bellezza che questo comporta, non ha più bisogno di altro, e può stabilire con il proprio discernimento quali cose possono essere a lui utili senza diventare dipendente di questi fenomeni (Una voce grida..., 9/1999).
202
Ciò che conta, dunque, non sono né i miracoli, né le visioni, né le apparizioni, né i messaggi o rivelazioni private. Ciò che conta è Lui stesso: Gesù. E Lui, noi non lo incontriamo in qualcosa di straordinario, ma nella fede, nella speranza, nella carità, nella sua Chiesa, nei suoi sacramenti, nel prossimo. Cioè nella "vita normale"!
__________________________
Bibliografia
Bibliografia
a) Magistero
Codice di Diritto Canonico (25.01.1983), 1230-1234.
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE (15-10-1989): Alcuni aspetti della meditazione cristiana, Paoline 1990, 31 pp.
Catechismo della Chiesa Cattolica (11.10.1992, abbreviato ccc), 65-67. 799-801. 951.1508.2003.
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, II messaggio di Fatima (22.06.2000). CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Istruzione circa le preghiere per ottenere da Dio la guarigione (14.09.2000).
CONGREGAZ. PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI, Direttorio su
pietà popolare e liturgia. Principi e orientamenti (17.12.2001), 64. 90.174.189. 285.
b) Sussidi
SUH A., Le rivelazioni private nella vita della Chiesa, ESD, Bologna, 2000.
Mucci G., Rivelazioni private e apparizioni, LDC-Civiltà Cattolica, 2000.
INTROVIGNE M. & ZOCCATELLI P. (a cura), Le Religioni in Italia, 1147 pagine, LDC-VELAR, 2006.
PERRELLA S., Le Apparizioni mariane dono per la fede sfida per la ragione, S. Paolo 2007. TALMELLI R., Ecco, vedo i deli aperti. Psicopatologie, fenomeni mistici, demonologia, OCD 2008.
AA. Vv., Rivelazioni private e fenomeni straordinari I, in «Religioni e Sette nel mondo», N° 8/2009 (abbreviato RS 8).
AA. Vv., Rivelazioni private e fenomeni straordinari II, in «Religioni e Sette nel mondo», N° 9/2010 (abbreviato RS 9).
DERMINE F.-M., Carismatici, sensitivi e medium. I confini della mentalità magica, ESD, Bologna 2010.
LAURENTIN R. & SBALCHIERO P., Dizionario delle «apparizioni» della Vergine Maria, ART, Roma 2010 (abbreviato LAUR).
SACRA
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
NORME PER PROCEDERE NEL
DISCERNIMENTO
DI PRESUNTE APPARIZIONI E RIVELAZIONI
DI PRESUNTE APPARIZIONI E RIVELAZIONI
Franjo Cardinale
ŠeperPrefetto
+ Jérôme Hamer,
O.P.Segretario

Le norme del
Vaticano sulle apparizioni
Un documento
molto importante sul tema elaborato dalla Congregazione per la Dottrina della
Fede
Andrés
Beltramo Alvarez
Città
del Vaticano
Visioni,
rivelazioni e messaggi divini. La storia della Chiesa è piena di eventi mistici.
Dalle apparizioni di Fatima e Lourdes, cioè delle manifestazioni terrene della
Madonna riconosciute dall’autorità del Papa, vescovi e teologi di tutto il mondo
hanno dovuto affrontare molteplici fenomeni soprannaturali. E la domanda è
sempre la stessa: come giudicare se sono veri? La risposta ce l’ha il Vaticano e
si prepara a metterla a disposizione di tutti.
Il documento che
contiene le chiavi per l’analisi di questi casi s’intitola “Norme sopra il modo
di procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni”.
Approvato nel 1978 da Papa Paolo VI, il suo contenuto è rimasto riservato solo
per prelati e specialisti. Tra l’altro perché l’unica versione ufficiale
disponibile era in latino.
Tra pochi
giorni, invece, la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicherà le
traduzioni dei testi in italiano, spagnolo, tedesco, inglese e francese. Saranno
le versioni ufficiali e definitive. La Libreria Editrice Vaticana ha già
stampato diverse copie e la notizia sarà riportata nel giornale pontificio
“L’Osservatore Romano”.
Si tratta di un
vademecum sui passi da seguire quando si è in presenza di una possibile
apparizione.
... ... ...
Continua qui: http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/apparizioni-mariane-apariciones-mariane-apparition-marians-medjugorje-15293/
... ... ...
Continua qui: http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/apparizioni-mariane-apariciones-mariane-apparition-marians-medjugorje-15293/
Di seguito il Documento emanato dalla
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
NORME PER PROCEDERE NEL
DISCERNIMENTO
DI PRESUNTE APPARIZIONI E RIVELAZIONI
DI PRESUNTE APPARIZIONI E RIVELAZIONI
William Card.
Levada
Prefetto
Città del Vaticano, 14 dicembre 2011, memoria liturgica di San Giovanni
della Croce.Prefetto
Fonte: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20111214_prefazione-levada_it.html
L'OSSERVATORE ROMANO
mercoledì 30 maggio 2012 pagina
6
PRESUNTE
APPARIZIONI
NEL
MOLISE
Ovviamente studieremo da vicino i due fenomeni e vi
terremo informati su eventuali sviluppi ...
Purtroppo
l’esperienza religiosa attuale è più emotiva che convinta, a causa della scarsa
conoscenza della dottrina. Si sta tendendo piuttosto verso il soggettivo e il
gusto di farsi una religione a modo proprio. Gente semplice e di buona volontà
viene attratta da presunte manifestazioni, ma a volte diventano gruppi religiosi
isolati all’interno della Chiesa cattolica che propagano devozioni e linee di
spiritualità la cui origine risale a messaggi o rivelazioni private che devono
essere valutate con cautela e devono in ogni caso promuovere la Rivelazione
pubblica integrale nella Tradizione viva della Chiesa.
PER MAGGIORE
CHIAREZZA
SACRA
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
DECRETO
A seguito della
pubblicazione della «Notificazione» del 14 giugno 1966 riguardante l’«Indice»
dei libri proibiti, è stato chiesto a questa S. Congregazione per la Dottrina
della Fede se rimangono in vigore il can. 1399, che vieta ipso iure
determinati libri, e il can. 2318, che impone delle pene ai trasgressori della
legge sulla censura e proibizione dei libri.
Le domande sono
state sottoposte alla Sessione plenaria di mercoledì 12 ottobre 1966, durante la
quale gli Em.mi Padri, tenendo presente la tutela della fede, hanno decretato di
rispondere:
1) Negative
alle due domande relative alla validità della legge ecclesiastica; si deve
nondimeno ricordare nuovamente il valore della legge morale, che vieta
assolutamente di mettere in pericolo la fede e i buoni costumi;
2) coloro che sono
incorsi in censure a norma del can. 2318 devono essere considerati da esse
assolti, per il fatto stesso dell’abrogazione del canone in parola.
Nel corso
dell’Udienza concessa il 14 novembre 1966 all’Em.mo Cardinale Pro-Prefetto di
questa S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il Sommo Pontefice Paolo VI
ha approvato il presente decreto e ne ha ordinato la
pubblicazione.
Dato a Roma,
presso la sede della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il 15 novembre
1966.
+ A. Card.
Ottaviani
Pro-Prefetto
+ P. Parente
Segretario
FONTE: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19661115_decretum_it.html
In altri "siti" si trova scritto che, con tale
documento, sono stati abrogati i canoni di Diritto Canonico nn. 1399 e
2318.
Il documento è del 1966 e il codice cui si fa
riferimento in esso non è quello attualmente vigente (del 1983), ma quello in
vigore al momento in cui venne emanato il citato atto (quindi il CIC del 1917),
interamente abrogato nel momento in cui è stato promulgato
l'attuale.
Nel CIC vigente, la pubblicazione di libri su argomenti inerente Scrittura, fede e morale è disciplinata dai Canoni 822-832 (QUI: http://www.vatican.va/archive/ITA0276/__P2P.HTM)
Il Codice di Diritto Canonico vigente oggi in
tutta la Chiesa risale al 1983, ossia 17 anni dopo il citato decreto di Paolo
VI, ciò vuol dire che, a prescindere da quel decreto, i canoni 1399, 2318 (si
suppone del Codice di Diritto Canonico del 1918) sono abrogati, quindi è
superfluo e senza senso specificare ciò. Sicuramente
chi l'ha scritto per primo l'ha copiato da qualche libro pre-1983 e tutti poi
hanno copiato secondo il motto in internet veritas.
La Dottrina della Chiesa al riguardo è la seguente:
Lungo i secoli ci sono state delle
rivelazioni chiamate « private », alcune delle quali sono state riconosciute
dall'autorità della Chiesa. Esse non appartengono tuttavia al deposito della
fede. Il loro ruolo non è quello di « migliorare » o di « completare » la
Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una
determinata epoca storica. Guidato dal Magistero della Chiesa, il senso dei
fedeli sa discernere e accogliere ciò che in queste rivelazioni costituisce un
appello autentico di Cristo o dei suoi santi alla Chiesa.
La fede cristiana non può accettare «
rivelazioni » che pretendono di superare o correggere la Rivelazione di cui
Cristo è il compimento. È il caso di alcune religioni non cristiane ed anche di
alcune recenti sette che si fondano su tali « rivelazioni ». (CCC
67)
Molti, in vari momenti storici e in
varie parti del mondo hanno dichiarato di aver avuto dei messaggi attribuiti
alla Madonna.
Ovviamente nessuno è tenuto a credere in questo, neanche ai messaggi o alle comunicazioni ricevuti a Fatima e Lourdes, che hanno ricevuto un pubblico riconoscimento della loro origine soprannaturale, da parte dell'autorità della Chiesa.
Il motivo è evidente: la Rivelazione è completa ed è contenuta già nel deposito di fede trasmessa una volta per sempre attraverso la Scrittura e la Tradizione vivente della Chiesa, che il Magistero ha il diritto-dovere di insegnare.
Tuttavia, nulla può impedire che il Signore, nella sua condiscendenza e tolleranza, voglia RICORDARCI la Sua Parola, o anche metterci in guardia sui pericoli imminenti, anche attraverso apparizioni e rivelazioni, senza con questo intaccare il deposito di Fede già completo, anzi sottolineandone gli aspetti dimenticati e indicando proprio la stessa direzione.
Naturalmente queste comunicazioni non devono contraddire le verità già rivelate, nè le dottrine fermamente professate dalla Chiesa, altrimenti già questo indicherebbe che le comunicazioni non sono di origine divina. Per tale motivo occorre discernimento e come raccomandava s.Paolo OCCORRE ANALIZZARE OGNI COSA E TRATTENERE CIO' CHE VALE.
In merito dunque a queste presunte rivelazioni, (quando non contraddicono la Fede Cattolica), occorre mantenere un atteggiamento di sano equilibrio: non bisogna essere nè creduloni, nè increduloni.
Il numero di questi messaggi nel mondo è diventato tanto rilevante che la Chiesa, non potendo analizzare ogni cosa, dovendo attendere i frutti di tali rivelazioni private, ha ritenuto di consentire la possibilità di renderle note pur senza un esplicito riconoscimento della loro origine divina, con la seguente dichiarazione:Si fa presente che in forza del decreto della Sacra Congregazione per la dottrina della Fede, pubblicato in Acta Apostolicae Sedis n°58/16 del 29 Dicembre 1966; approvato da Paolo VI in data 14 ottobre 1966, con il quale Sua Santità Stessa acconsentì alla divulgazione senza l’Imprimatur per scritti riguardanti nuove apparizioni , rivelazioni , visioni , profezie e miracoli .
Tale dichiarazione non è, s'intende, un tacito riconoscimento, ma solo la concessione a pubblicare messaggi che non contraddicono il deposito di Fede, e per i quali resta sempre necessario il dovuto discernimento da parte del Vescovo territoriale che si incarica di verificare anche che i movimenti che generalmente si producono in seguito a tali messaggi, siano rispondenti ad una sana dottrina e sobrietà.
Come esempio di quanto questa materia sia particolarmente delicata riportiamo l'intervento di Mons.Giuseppe Orlandoni, riguardo alle presunte rivelazioni da parte di cosiddetta Conchiglia:
Ovviamente nessuno è tenuto a credere in questo, neanche ai messaggi o alle comunicazioni ricevuti a Fatima e Lourdes, che hanno ricevuto un pubblico riconoscimento della loro origine soprannaturale, da parte dell'autorità della Chiesa.
Il motivo è evidente: la Rivelazione è completa ed è contenuta già nel deposito di fede trasmessa una volta per sempre attraverso la Scrittura e la Tradizione vivente della Chiesa, che il Magistero ha il diritto-dovere di insegnare.
Tuttavia, nulla può impedire che il Signore, nella sua condiscendenza e tolleranza, voglia RICORDARCI la Sua Parola, o anche metterci in guardia sui pericoli imminenti, anche attraverso apparizioni e rivelazioni, senza con questo intaccare il deposito di Fede già completo, anzi sottolineandone gli aspetti dimenticati e indicando proprio la stessa direzione.
Naturalmente queste comunicazioni non devono contraddire le verità già rivelate, nè le dottrine fermamente professate dalla Chiesa, altrimenti già questo indicherebbe che le comunicazioni non sono di origine divina. Per tale motivo occorre discernimento e come raccomandava s.Paolo OCCORRE ANALIZZARE OGNI COSA E TRATTENERE CIO' CHE VALE.
In merito dunque a queste presunte rivelazioni, (quando non contraddicono la Fede Cattolica), occorre mantenere un atteggiamento di sano equilibrio: non bisogna essere nè creduloni, nè increduloni.
Il numero di questi messaggi nel mondo è diventato tanto rilevante che la Chiesa, non potendo analizzare ogni cosa, dovendo attendere i frutti di tali rivelazioni private, ha ritenuto di consentire la possibilità di renderle note pur senza un esplicito riconoscimento della loro origine divina, con la seguente dichiarazione:Si fa presente che in forza del decreto della Sacra Congregazione per la dottrina della Fede, pubblicato in Acta Apostolicae Sedis n°58/16 del 29 Dicembre 1966; approvato da Paolo VI in data 14 ottobre 1966, con il quale Sua Santità Stessa acconsentì alla divulgazione senza l’Imprimatur per scritti riguardanti nuove apparizioni , rivelazioni , visioni , profezie e miracoli .
Tale dichiarazione non è, s'intende, un tacito riconoscimento, ma solo la concessione a pubblicare messaggi che non contraddicono il deposito di Fede, e per i quali resta sempre necessario il dovuto discernimento da parte del Vescovo territoriale che si incarica di verificare anche che i movimenti che generalmente si producono in seguito a tali messaggi, siano rispondenti ad una sana dottrina e sobrietà.
Come esempio di quanto questa materia sia particolarmente delicata riportiamo l'intervento di Mons.Giuseppe Orlandoni, riguardo alle presunte rivelazioni da parte di cosiddetta Conchiglia:
Mons. Giuseppe
Orlandoni:
bisogna
vigilare sui testi eretici
|
Del tutto, abbiamo parlato con monsignor Giuseppe Orlandoni,Vescovo di Senigallia.
Eccellenza, perché ha deciso di impedire la pubblicazione di altri volumi delle visioni di Conchiglia? “Per la semplice ragione che le stesse sono oggettivamente eretiche e contro la dottrina della Chiesa e quindi ho sentito il bisogno di mettere un limite”.
In che cosa consiste la contrarietà alla Dottrina della Chiesa?
“In una preghiera e in alcune apparizioni, Conchiglia così come la presunta veggente si fa chiamare, afferma che il segno della Croce contempli l’inserzione della Madonna, cosa che trovo inaccettabile”.
Perché inaccettabile?
“Dunque. Tutti abbiamo il dovere, da cattolici, di rispettare ed onorare Maria, la Discepola fedele. Pertanto io non metto in discussione l’amore verso la Vergine. Ritengo però assolutamente eretico mettere in una preghiera sullo stesso piano dogmatico, Cristo e la Madonna”.
Ci spieghi meglio questo passaggio…
“La primizia spetta a Dio e Suo Figlio, vero Dio e vero uomo. La Madonna, sua Madre e Madre della Chiesa rappresenta colei che ha partorito senza peccato, la Tutta Santa, ma è sempre un mezzo di intercessione e sottolineo intercessione, per arrivare al Figlio. Insomma Maria dogmaticamente non sta sullo stesso piano di Cristo”.
Ecco l’aspetto eretico, dunque…
“Appunto. Il contrasto o il lato eretico di Conchiglia consiste nell’accomunare teologicamente la Madonna a Cristo, nella parificazione di ruoli”.
In un certo senso le parole di Conchiglia fanno riecheggiare le tesi di coloro che sostengono il dogma di Maria corredentrice..
“Teologicamente le cose sono diverse. Non mi sembra, da un punto di vista teologico, peregrino sostenere la tesi della Madonna Corredentrice. Ma ritengo che un nuovo dogma sia innecessario oltre che prematuro”.
Pensa che le visioni di Conchiglia siano veritiere?
“Io non penso nulla. Trovo che il suo discorso non è accettabile e per molti versi confuso, pericoloso e fuori della ortodossia”.
Esorcismi. Da Vescovo ritiene che i laici possano fare esorcismi?
“No. L’esorcismo come rituale è affidato al Vescovo che può delegarlo solo a sacerdoti. I laici hanno facoltà di recitare preghiere per liberare dal maligno, mai esorcismi”.
Un Vescovo Emerito, citato da Conchiglia nel Trattato, ha sostenuto il contrario…
“Io non ho letto. Ma le ripeto, in tema di esorcismi e visioni occorre prudenza anche da parte di noi Vescovi. Senso di responsabilità. Insomma per evitare di cadere nella psicosi, in atteggiamenti di credulità o peggio ancora sfruttamento della debolezza altrui, a fini di popolarità personale, potere o peggio ancora denaro. Insomma per mettere la museruola ai ciarlatani della fede”.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Da un testo pubblicato ultimamente e proveniente dalle presunte rivelazioni fatte a Conchiglia abbiamo potuto rilevare altri gravi scostamenti dalla verità professata ed insegnata rettamente dalla Chiesa, e sono i seguenti:
La creazione degli esseri sarebbe derivata dalla scissione da Dio.
(Contraddicendo il principio della indivisibilità di Dio)
Le anime umane sarebbero preesistenti alla nascita del corpo
(ipotesi di Origene indicata come erronea)
La madonna sarebbe la parte femminile di Dio e quindi di natura divina.
(La Madonna, è una creatura e non di natura divina)
La donna non avrebbe peccato,ma solo Adamo.
(Contraddice alla Parola rivelata ed insegnata dalla Chiesa, in modo evidente)
La Chiesa starebbe nascondendo la verità.
(Per affermare le proprie verità, Conchiglia deve necessariamente invalidare quelle altrui)
Conclusione:
Sono proprio
queste pericolose presunte visioni-rivelazioni che debbono mantenerci in un
atteggiamento di estrema prudenza confrontando le cose annunciate con quanto la
Chiesa insegna. Facendo questo non si rischia di andare fuori
strada.
Pasqua, è tempo anche di
stigmatizzati e santoni.
ultimo
aggiornamento: 07 aprile2012, ore 11:27
Roma -
(Adnkronos) - Se in Puglia c'è 'mamma Lucia' che si proclama erede di padre Pio,
a Velletri sorge quella che, ormai a furor di popolo, è stata ribattezzata la
'Medjugorje dei Castelli'
Roma,
7 apr. (Adnkronos) - Pasqua è anche il momento d'oro dell'anno per santoni e
stigmatizzati. E sono in tantissimi gli italiani a preferire ai pranzi con i
parenti e alle gite fuori porta pellegrinaggi nei luoghi
sperduti delle campagne del Belpaese dove vivono guaritori e veggenti
che promettono di allontare tutti i mali, compreso satana, e di
assicurare fortuna e buona salute.
In Puglia, ad esempio, c'è 'mamma Lucia' che si proclama erede di padre Pio. Vive a San Nicandro Garganico, in provincia di Foggia e racconta di avere avuto sin da piccola la visione della Madonna che le ha affidato una missione. Dice di aver conosciuto in anticipo il contenuto del terzo mistero di Fatima. A lei ci si rivolge per chiedere guarigioni fisiche e spirituali. Dopo avere distribuito il 'cibo benedetto', la santona predica accanto all'altare della Madonna.
A pochi
passi da Roma invece
sorge quella che, ormai a furor di popolo, è stata ribattezzata la
'Medjugorje dei Castelli'. A
Velletri si registrano veri e propri pellegrinaggi alla Fonte della Donzella, la
sorgente del Monte Artemisio dove ogni primo del mese ad A. B. appare la
Madonna. L'acqua è stata dichiarata 'non potabile' dal comune, tuttavia la
veggente ha raccontato di essere stata invitata "dalla Vergine a bere la sua
acqua". Nonostante il divieto d'accesso, come conferma lo stesso sindaco Fausto
Servadio, non sono pochi quelli che ancora oggi si recano in processione alla
nostrana 'Medjougorjie'.
Il
fenomeno della 'Medjugorje dei Castelli' viene così raccontato dal sindaco di
Velletri: "una signora sostiene di avere avuto delle visioni. Altri cittadini
l'hanno seguita e dicono di avere assistito a fenomeni mistici. Per carità,
prendiamo atto della situazione e rispettiamo il pensiero di tutti...".
Accade
così che sul luogo si rechino in pellegrinaggio in tanti. "C'è chi si raccoglie
in preghiera - spiega Fausto Servadio -, chi canta. E succede che si beva anche
lì, nonostante il divieto. Comunque la si pensi, il luogo consente ottime
passeggiate nel bosco vicino".
Anche
il Nord non si fa mancare i santoni. A
Ghiaie di Bonate, in
provincia di Bergamo, ad esempio, la Sacra
Famiglia sarebbe apparsa ad Adealide Roncalli all'età di sette
anni. Da
allora, è un susseguirsi di pellegrinaggi sul posto dove si sarebbero verificati
i fenomeni mistici.
Pasqua
alternativa anche per quanti si ritroveranno allo 'scoglio delle
apparizioni'.
A
Placanica, in provincia di Reggio Calabria a poca distanza dal paese di Natuzza,
quarant'anni fa la Vergine ha affidato a fratel Cosimo Fragomeni una
serie di messaggi rivolti all'umanita'.
Lo
scoglio è così divenuto luogo di culto, riconosciuto dalla diocesi di Locri, e
il francescano fratel Cosimo accoglie tutti coloro che sentono il bisogno di
raccogliersi in preghiera.
Per chi
ha problemi di sciatica, artrosi e reumatismi è più indicato recarsi vicino a
Foligno, a Cancelli, dove Marino, Maurizio e Leonardo, sostengono di poter
curare queste malattie per intercessione dei Santi Pietro e Paolo.
Nella
riviera romagnola, infine, Rita Cutolo riceve decine di malati al giorno
ai quali impone le mani in nome di Dio, della Madonna e degli
angeli.
In
trasferta, l'esorcista africano Emmanuel Milingo continua a praticare i
suoi esorcismi, ogni qualvolta se ne presenti l'occasione.
Si richiede a chi usi queste pagine la sola cortesia di citarne la fonte:
RispondiEliminahttp://gris-cb.blogspot.it/
NOTE PASTORALI SU RIVELAZIONI PRIVATE, APPARIZIONI, VISIONI, MESSAGGI "CELESTI" E RICERCA DEL "SENSAZIONALE"
http://gris-cb.blogspot.it/2012/01/note-pastorali-su-rivelazioni-private.html