Ateismo
moderno
L’ateismo, prima,
teorizzato scientificamente (Marx) e, poi, spinto sino alla volontà post-moderna
di uccidere Dio (Nietzsche), è un fenomeno assente prima della modernità. Infatti
nell’antichità classica e nel medioevo vi è stato qualche pensatore ateo, ma
isolato e “destinato a restare sconfitto”. Invece l’ateismo e il nichilismo
teologico moderno e contemporaneo, sono la conclusione logica delle premesse
teoretiche della filosofia dell’epoca moderna (Cartesio-Hegel) e post-moderna
(Nietsche, Freud, Scuola di Francoforte e Strutturalismo francese).
Nichilismo post-moderno
Dio (come pure l’essere
partecipato-creaturale, la ragione umana e la logica, la morale oggettiva e
naturale), soprattutto nell’epoca post-moderna o contemporanea, viene visto come
il male e il peccato da combattere, distruggere e uccidere.
L’uomo contemporaneo si
sente limitato da Dio, dall’essere extra-mentale, dalla logica e dalla morale
oggettiva. Tale limite lo ferisce e lo umilia nel suo elemento essenziale di
Uomo moderno e specialmente post-moderno che è caratterizzato dal narcisismo,
dalla volontà di potenza, dal panteismo e dall’immanentismo radicale. La nascita
e lo sviluppo del super-Uomo deve avvenire solo titanicamente o prometeicamente
con un atto di negazione, che si spinge sino alla rivolta contro Dio e la realtà
oggettiva (ontologica, logica ed etica) e alla sua distruzione da parte
dell’Uomo nuovo. Infatti - secondo il Nichilismo filosofico - l’uomo antico,
classico o medievale, aveva alienato e trasferiti i suoi attributi e poteri
nell’idea di un Dio creatore, infinito, personale e trascendente.
Il
rifiuto del limite, fragilità della post-modernità
L’ateismo iniziale e il
deicidio, come ateismo compiuto, rappresentano la natura del processo filosofico
moderno, che dialetticamente, prima nega Dio e, poi, nichilisticamente lo vuol
uccidere. L’uomo contemporaneo si presenta ai suoi stessi occhi e si specchia
nell’acqua narcisisticamente come super-Uomo, Uomo-totale, e “sur-reale” ossia
al di là della res o realtà oggettiva. Per giungere a questo termine ultimo si
deve passare dalla mera filosofia speculativa alla prassi rivoluzionaria. Questo
è il lato di teologia o “religione rovesciata”, una sorta di “contro-chiesa” o
“Sinagoga di satana” (Ap., II, 9), che caratterizza il falso misticismo o
millenarismo contemporaneo.
L’insofferenza del limite
Tale modello
narcisistico che non tollera sconfitte, limiti, difetti, incapacità, insuccessi,
è diventato il modus vivendi et male moriendi dell’uomo e specialmente del
giovane contemporaneo, il quale, di fronte al “no”, si rinchiude in sé e per
evitare la sconfitta “pensa” di risolvere ogni cosa col suicidarsi. Le morti del
“sabato notte” sono l’esempio pratico di tale modello di “vita” e di morte. L’Io
mediocre, che poi è quello dell’uomo “normale”, deve essere spazzato via grazie
alla concezione indotta dai media in ogni sensibilità giovanile di un Io
grandioso, perfettissimo, illimitato, megalomanico che, però, è del tutto
irreale o surreale.
L’Uomo
“immacolato”
La negazione del peccato
originale è una conseguenza pratica della negazione di un Dio creatore, che
limita l’uomo come creatura: poiché il peccato originale infligge
all’Uomo-totale una doppia ferita, quella della creaturalità e della
vulnerabilità, che egli non è più disposto ad accettare, come avveniva per il
passato. Egli si protende,
invece, verso un Umanesimo integrale, che è ateismo e nichilismo radicale.
Chiesa e
mondo moderno-contemporaneo
Da questa filosofia è
nata la contrapposizione radicale tra Cristianesimo tradizionale e mondo
moderno-contemporaneo. Contraddizione che è stata volutamente ignorata da alcuni
ecclesiastici modernisti e che essi hanno cercato di superare nel disperato
tentativo di conciliare il teo-centrismo con l’antropo-centrismo (Gaudium et
spes, 22, 24). Alcuni di loro hanno detto esplicitamente che la natura esige la
grazia ed implicitamente che l’uomo è Dio (Henry de Lubac, Surnaturel, Parigi,
1946). Tuttavia il mondo ha rifiutato, in larga misura, questa mano tesa da
parte dell’arrendevolezza modernistica ed ha riaffermato, sempre più
marcatamente, la diversità e la contrarietà tra fede e ragione, tra grazia e
natura, tra Chiesa e Stato.
Cristianesimo disincarnato
Si è così escluso il
Cristianesimo e la religione dalla Polis. Il Cristianesimo per il mondo
liberal-massonico e per il cattolicesimo-liberale è un fatto individuale,
intimistico che non deve avere nessuna valenza sociale. Ora tale nozione cozza
contro la realtà, dacché “l’uomo per natura è animale socievole” (Aristotele,
Politica; S. Tommaso D’Aquino, De regimine principum), ossia fatto per vivere in
Società o in Polis. L’uomo è naturalmente politico poiché è animale razionale e
la ragione, che lo distingue dalle bestie, porta l’uomo ad unirsi ad altri
uomini e formare una Societas, una Polis o uno Stato. “Solo il pazzo o l’eremita
può vivere da solo” (Aristotele, Politica). Il cattolicesimo liberale, che vuole
rendere la Religione cristiana un fatto puramente individualistico o
solipsistico, è quindi una follia, poiché non tutti gli uomini sono “eremiti” o
“mistici”.
Partitica moderna
La filosofia moderna ha
prodotto la “politica” (sarebbe più corretto parlare di “partitica” o
“clepto-crazia”) moderna, che è essenzialmente a-sociale, sia per difetto
(individualismo liberale) sia per eccesso (collettivismo socialista).
All’origine delle rivoluzioni anche le più cruente vi è sempre un errore
filosofico e teologico (Donoso Cortes, Saggio sopra il Cattolicesimo, il
Liberalismo e il Socialismo). Una degenerazione simile, che porta ad un
cristianesimo puramente intimistico e spirituale o disincarnato, è la negazione
del Regno sociale di Cristo (v. Pio XI, Quas primas, 1926), essa normalmente
viene dal laicismo anticlericale, ma eccezionalmente o per accidens può venire
da un certo “clericalismo” esagerato e disincarnato o angelistico, che si
rinchiude nel coro, nelle sagrestie per avere la “sola Missa”, come Lutero
voleva la “sola Scriptura”. Ogni eccesso è un difetto. Il “clericalismo”
esagerato non si accorge di negare praticamente, anche se non teoricamente, il
programma di S. Pio X “restaurare e instaurare tutto in Cristo”, tutto, anche la
Polis, la Societas, non la sola Sacristia.
Regalità
sociale di Cristo
Dom Giovanni Battista
Chautard nel suo libro L’anima di ogni apostolato scrive che San Pio X domandò a
dei Cardinali: «“secondo voi, cos’è più importante per restaurare il Regno
sociale di Cristo?” Alcuni risposero: “fondare scuole cattoliche”, il Papa disse
“no!”. Altri: “giornali cattolici”, la risposta fu ancora negativa. Quindi Pio X
disse: “formare un laicato dottrinalmente preparato, spiritualmente fervente,
che porti Cristo nelle proprie famiglie, nel proprio posto di lavoro e quindi in
tutta la Società civile”». Ridurre la funzione dei laici cristiani a
chierichetti o autisti del prete, a filotee lobotomizzate e fanatiche non è
l’esatta interpretazione del Magistero sociale della Chiesa, anzi è la negazione
pratica della regalità sociale di Cristo. “La grazia non distrugge la natura, la
presuppone e la perfeziona” (S. Tommaso D’Aquino), mentre il clericalismo
esagerato la deforma.
Scacco
intrinseco del Nichilismo
Tuttavia la
post-modernità o rivoluzione nichilistica, nonostante il suo apparente trionfo,
è votata allo scacco. Infatti essa è soltanto contro qualcosa (Dio, l’essere
partecipato-creaturale, la logica, la morale), non ha un progetto positivo, un
qualcosa in cui credere e per cui battersi, le manca un pro. Ora “omne agens
agit propter finem” e il Fine non può essere il nulla, poiché esso porterebbe al
suicidio. Questo è Il suicidio della Rivoluzione di cui ha scritto Augusto Del
Noce. Non si può vivere solo “contro” o “senza” (Dio, Patria, famiglia, ragione
e morale), tale via e vita porta immancabilmente alla morte senza speranza di
resurrezione. Correttamente Engels aveva scritto: “tutto ciò che esiste merita
di morire”. Infatti se esiste solo la materia e questa per definizione
è corruttibile e mortale, l’esito di tale filosofia è la morte senza speranza di
vita ultra terrena, ed è questa la disperazione e il fallimento intrinseci alla
post-modernità. Come si può fondare una “religione” su ciò che soffre e muore
per sua stessa costituzione intrinseca? È impossibile, tranne qualche istante di
“piacere” puramente materiale e sensibile, il resto è “nulla”. Ma “ex nihilo nihil
fit”. Non si può costruire qualcosa sul nulla e col nulla.
Ritorno
al reale
Di fronte a questo
nemico, che è essenzialmente ammalato di ‘surrealismo’ o irrealismo occorre
ritornare alla realtà. Non è il soggetto pensante che crea la realtà, ma il
pensiero dell’uomo deve conformarsi ad essa. Vi è un Ente che è l’Essere per la
sua stessa Essenza: egli è Dio infinito e creatore del mondo, distinto e
trascendente. L’uomo è una sua creatura, limitata, finita con tutti i difetti e
le deficienze dell’ente finito. L’uomo non è dotato di solo intelletto per
conoscere la realtà, ma pure di volontà per agire virtuosamente, sia
individualmente sia assieme ad altri o socialmente. Nulla di meno cristiano del
“puro intellettualismo”. Se non ritroviamo questi principi, siamo votati al
fallimento, che sta sperimentando la nostra epoca, una delle più buie della
storia umana.
Avevamo
un ideale!
“Avevamo un ideale!”,
dicevano i nostri antenati, noi lo abbiamo smarrito. Cerchiamo di ritrovarlo o
sarà la catastrofe. Purtroppo l’unico mondo che ancora resisteva all’assalto
della modernità era quello arabo. Era, poiché dal marzo 2011 Tunisia, Egitto,
Libia, Siria sono state prese di mira dalla modernità, dal democraticismo
americanista e ultimamente dal sionismo mondialista. Penso che questi Paesi
siano il trampolino di lancio per distruggere quel che di naturalmente retto vi
è nel mondo arabo. Attenzione! Non parlo di islamismo-religione, ma di cultura
araba antimoderna. Oramai il sionismo sta per coronare il suo “sogno”, quello
dell’instaurazione di un “Nuovo Ordine Mondiale”. Vi riuscirà? Potrà l’Iran
cementare il panarabismo che, sostanzialmente, è il rifiuto della modernità, e,
sostenuto da Putin, il quale ha “riscattato” (in senso stretto) la Russia dalla
svendita di Eltsin agli oligarchi apolidi, fare fronte al giudeo-americanismo?
Solo Dio lo sa. Quel che mi sembra molto probabile è il fatto che l’invasione
dell’Italia da parte dei “libici” sia lo strumento della Provvidenza per farci
scontare l’apostasia della modernità e post-modernità da Dio la quale, con il
Concilio Vaticano II, ha invaso anche il “Santuario”. Tuttavia “noli timere
pusillus grex Ego vici mundum!” ci rincuora il Buon Gesù.
d. CURZIO NITOGLIA
11 maggio 2011
|
Nessun commento:
Posta un commento