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martedì 28 maggio 2013

Che cosa sarebbe successo se un cattolico, sotto il pontificato di Pio XII avesse avuto l'idea di domandare ad un pastore pentecostale di conferirgli il «battesimo nello Spirito»?

Che cosa sarebbe successo se un cattolico, sotto il pontificato di Pio XII - o di un
qualunque suo predecessore - avesse avuto l'idea di domandare ad un pastore
pentecostale di conferirgli il «battesimo nello Spirito»? La risposta non dà adito a nessun
dubbio. Il 5 giugno 1948, il Sant'Uffizio aveva ricordato gli articoli del Diritto
Canonico che interdicevano ai cattolici «di assistere o di parte...cipare attivamente, in
qualsiasi maniera, alle cerimonie di culto dei non cattolici» (canone 1258). A fortiori
era formalmente proibito domandare di ricevere il rito essenziale di una setta protestante! Essendo,
il culto sempre l'espressione di una credenza dalla quale esso non può essere separato, chiedere il
battesimo pentecostale suppone, in effetti, il riconoscimento della legittimità, del valore e
dell'efficacia di questo rito e, perciò, della verità e della dottrina da cui esso dipende. In breve,
significa APOSTATARE FORMALMENTE dalla fede cattolica per fare un atto
pubblico di adesione totale ad una setta eretica.
Il loro parlare in lingue, le loro guarigioni e altri carismi non devono farci dimenticare che i
pentecostali professano, su diversi punti importanti, delle dottrine protestanti assolutamente
contrarie alla fede cattolica che essi criticano e da cui essi staccano i fedeli con brutale fanatismo.
Evidentemente, essi non credono nella presenza reale di Cristo nell'Eucarestia, né ai privilegi
della Santissima Vergine. Essi rifiutano persino di riconoscere la validità del battesimo
cattolico!

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