di A. Z. 1
postato: 4 ottobre 2012
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Come un fiume carsico, che affiora alla luce dopo un lungo percorso sotterraneo, la Rivoluzione appare oggi agli occhi di tutti nei suoi effetti travolgenti. Quasi d'improvviso, possiamo misurarne la portata, e dal suo sbocco finale possiamo meglio comprenderne la Storia. Colpito dalla convergenza di molti fatti, tre anni fa ne pubblicai un abbozzo piuttosto affrettato, prospettando l'ipotesi che la Rivoluzione fosse un fatto unitario. Trivellando qua e là negli scritti riguardanti la storia di questi ultimi secoli, mi ero reso conto che «i focolai di agitazione del mondo sono collegati da canali occulti, e che la lava eruttata dai vari vulcani di sovversione sale da un unico serbatoio di antica data». La paziente indagine su altri studi venuti a mia conoscenza conferisce ora alla mia ipotesi una conferma inoppugnabile. Il primo accostamento della questione si riferiva ad alcuni avvenimenti nodali che mi sembravano molto illuminanti. Oggi, nel ripresentare in modo succinto la storia della Rivoluzione, mi riferisco piuttosto a continuità storiche e ideologiche incontestabili. Gli avvenimenti passano, a volte furenti come i cicloni della Rivoluzione Francese o russa; più stabile invece è la scia delle ripercussioni che questi fatti determinano sotto forma di strutture nuove, di orientamenti, di costumi. Esplorando soprattutto il nucleo centrale delle continuità ideologiche che costituiscono il patrimonio costante della Rivoluzione, appare nella piena luce l'unità dell'intero fenomeno rivoluzionario. Questo studio vuol essere solo una freccia indicativa, un invito ad esplorare più a fondo nel magma rivoluzionario per ricostruirne l'intero mosaico storico. Non per un semplice intento contemplativo, perché «la Storia è maestra della vita».
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I
Quadro generale
della Rivoluzione
Diffondendosi nell'Impero romano e infiltrandosi nelle popolazioni barbare d'Europa, Asia e Africa, il cristianesimo aveva lentamente fermentato quella condensazione culturale cristiana che raggiunse il suo massimo splendore nel secolo XIII. Quel clima di entusiasmo coagulò in un'unica vasta sintesi teologica e filosofica l'eredità ebraica con la classicità greca, latina e araba; le grandi città andarono a gara a costruire le maestose cattedrali romaniche e gotiche, slanciate verso il cielo; la letteratura diede il capolavoro di Dante, la mistica toccò il suo vertice con Santa Caterina da Siena e San Francesco d'Assisi, la pittura si fuse con la mistica nei capolavori di Giotto e del Beato Angelico. Il secolo culturalmente più cristiano, fu anche il secolo più razionalista della Storia, con la sua metafisica unitaria incentrata nell'Essere; e religione, politica e cultura trovarono la loro integrazione simbolica unitaria nel Sacro Romano Impero. Ben presto però i fermenti pagani, antichi quanto l'uomo e mai sopiti, puntarono a riaffermarsi e ad avere il sopravvento. Rinascimento e Riforma protestante cominciarono a spostare l'asse degli interessi culturali da Dio verso l'uomo, fino a sfociare, con la cultura attuale, nell'umanesimo ateo. Quest'ampia curva di ripiegamento sull'uomo fu fomentata soprattutto dalla Rivoluzione, fenomeno che si intensificò in questi ultimi due secoli per l'apporto determinante delle Società Segrete, focolai attivi del naturismo neopagano 2. Le Società Segrete si radicano nel terreno rinascimentale e riformistico, approfondendo la divisione del mondo occidentale tra cattolici e protestanti. Già sotto Filippo il Bello (1268-1314) il legista Dubois vagheggiava un consiglio laico delle nazioni con esclusione del Papa, che era il perno del Sacro Romano Impero; e il re della Boemia hussita Georg von Podiebrad Kunstadt (1420-1471) propagava tra i prìncipi del Nord la medesima idea. Verso il Settecento, Società Segrete di vario tipo (alchimisti, cabalisti, occultisti, panteisti, rosacroce, ecc...), pullulate in terreno protestante, fomentarono una corrente mondialista anticristiana con la complicità di pensatori quali Bacon, Grozio, Locke, Spinoza, ecc... Nel frattempo, il rosacroce Jan Amos Kominsky (1592-1670) teorizzava una pianificazione culturale-politico-religiosa basata sulla fusione delle varie confessioni cristiane, ma tendente a superare il cristianesimo nell'esoterismo. Nel 1717 nasceva a Londra la Massoneria inglese, e a metà del Settecento si determinava la corrente pangermanistica dei Templari. Nel loro alveo e appropriandosi il socialismo di Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), sorsero gli Illuminati di Baviera, fondati da Adam Weishaupt (1748-1830) nel 1776. Questi, dopo il congresso di Wilhelmsbad (1782), si infiltrarono rapidamente nelle Logge massoniche europee, determinando con esse e con la complicità dell'Alta Finanza internazionale (Rothschild, ecc... 3) la Rivoluzione Francese (1789), che nella mentalità dei rivoluzionari doveva essere il primo passo verso una Repubblica Socialista Mondiale. La politica coloniale nel frattempo spostava l'insieme geopolitico dall'orbita delle potenze cattoliche a quella capitalistica protestante (insurrezione delle colonie spagnole in America, nascita degli Stati Uniti indipendenti d'America, ecc...). A fermare l'avanzata rivoluzionaria non valse la Santa Alleanza (1814-15), e il disegno di Klemens von Metternich (1773-1859) intento a ristabilire una forte coalizione cattolica fu neutralizzato dalle influenze massoniche e degli agenti di Rothschild al congresso di Vienna 4.
Adam Weishaupt | J.-J. Rousseau | K. von Metternich |
Dopo la Santa Alleanza l'azione rivoluzionaria europea è dominata dall'Alta Vendita italiana, retro-Loggia delle Carbonerie e delle Massonerie, e strumento dell'Alta Finanza. Accanto ad essa si sviluppa il movimento panslavista d'Oriente con intendimenti socialisti e la volontà di coalizzare il mondo slavo sotto l'egida russa; e in Germania si rafforza il movimento pangermanista della Tugendbund e sètte affini, di ispirazione illuministica, che tendevano all'egemonia prussiana a spese della cattolica Austria (Herz, Rothschild, ecc...) 5. Alle dipendenze del massone Lord Palmerston (1784-1865), ministro della regina Vittoria, entrò in azione a Londra il Comitato Rivoluzionario Internazionale guidato dal Giuseppe Mazzini (1805-1872), dall'ungherese Lajos Kossuth (1802-1894) e da Alexandre Ledru-Rollin (1807-1874). L'Alta Vendita, capeggiata da Nubius, persegue un programma liberal-socialista e decisamente anti cristiano, ma a causa dei contrasti tra Nubius che conduceva una strategia più lenta, ma più profonda, e il carbonaro Mazzini che voleva un'azione più immediata e violenta, la sètta si estinse con la morte per avvelenamento di Nubius (1848). Ma i fermenti rivoluzionari erano già avviati, e grazie all'appoggio dell'alto massone Palmerston, in seguito al congresso massonico di Strasburgo (1847) che mise a punto il piano generale delle insurrezioni, nel 1848 i moti rivoluzionari scoppiarono nelle varie città d'Europa con l'intento di soppiantare le monarchie e istaurare dappertutto la repubblica. Il piano non ebbe l'esito che si attendeva 6. Ma in Germania nel 1848 entravano nell'area politica due formidabili strumenti rivoluzionari: il comunismo di Karl Marx (1818-1883), teorizzato da Il Manifesto del Partito Comunista (su mandato degli Illuminati che riproponevano il programma socialista di Weishaupt) 7, e il pangermanesimo di Georg Ritter von Schonerer (1842-1921). Nella visione del ministro degli esteri inglese Palmerston il rafforzamento della Germania protestante e la creazione dell'Italia unita a spese dell'Austria e del Papato costituivano un'azione di sventramento dell'Occidente cristiano, aggravato anche dall'attacco alla Russia 8. Marxismo e pangermanesimo, entrambi di derivazione illuminatica, ma diversi per il contenuto - l'uno socialista, l'altro razzista - confluirono rispettivamente nella Rivoluzione russa e nel nazismo tedesco. Ma l'internazionale massonica creava nel frattempo altre correnti mondialiste: il palladismo americano e il sinarchismo francese. La politica americana prendeva le mosse verso la supremazia mondiale in seguito a vari avvenimenti di influsso internazionale, quali la creazione a New York della società segreta ebraica B'nai B'rith (1843), l'insediamento a New York della Alleanza Democratica Internazionale di Mazzini (1867), il trasferimento a New York della sede del consiglio generale dell'Internazionale di Marx (1872), e l'ascesa vertiginosa del gruppo bancario di Jacob Schiff (1847-1920) Kuhn & Loeb che finanziò la Rivoluzione russa 9. Fu il Mazzini a trasmettere al Generale americano Albert Pike (1809-1891) l'ideale della Repubblica Universale da attuarsi mediante un'organizzazione più segreta e autoritaria all'interno della Massoneria. Con il Pike, teurgista luciferino, il Mazzini puntò a una centralizzazione dell'azione massonica internazionale per mezzo di una Società Segreta alle stesse sfere massoniche inferiori: il Nuovo Palladismo.
Lajos Kossuth | A. Ledru-Rollin | Georg Ritter |
Il Direttorio supremo del Palladismo, cervello dell'alta Massoneria internazionale con sede a Charlestown, esercitava un controllo segreto sulle Massonerie americane e sullo scozzesismo mondiale. Dal Palladismo ebbero origine le conferenze periodiche di Charlestown, decisamente orientate verso un Governo Mondiale. Con la fondazione del Rito Palladiano il Pike diffondeva l'idea mondialista in America, prevedendo successive guerre mondiali orientate al rovesciamento delle frontiere nazionali sotto l'alta dominazione degli Stati Uniti d'America 10. A questa ambizione americana si oppose, in Francia, il Sinarchismo del cabalista Alexandre Saint-Yves D'Alveydre (1842-1909) che mirava a un sincretismo religioso e politico universale sotto l'alta ispirazione esoterica massonica. Palladismo e Sinarchismo avrebbero proceduto verso l'identico fine mondialista, ma per vie diverse. Le lotte interne tra Massonerie di varia obbedienza del secondo Ottocento frenarono la marcia verso la unità mondiale 11. Nel 1914 scoppiava la Prima Guerra Mondiale allo scopo di frantumare l'ultima resistenza cattolica nell'impero austro-ungarico e rovesciare l'impero zarista per insediare il comunismo 12 in Russia. La Rivoluzione russa fu attuata dalla azione convergente delle Società Segrete russe con l'appoggio di quelle internazionali, dello stato maggiore tedesco che inviò Lenin nel famoso treno piombato, e della finanza internazionale, che intendeva aprire in Russia i suoi affari, impediti fino allora dal controllo rigoroso esercitato dallo Zar sulla finanza russa. I trattati del 1919 furono preceduti da una serie di riunioni delle Società Segrete per discutere il riassetto dell'Europa e la creazione della Società delle Nazioni, con particolare attenzione al sionismo. Grazie all'influsso di P. S. Rothschild si poté dare inizio a un focolare ebraico in Palestina come preludio al futuro stato d'Israele. Un ruolo di primo piano nella politica di allora ebbe il gruppo di pressione British-Israel che promosse l'unione tra il Palladismo americano e il Rosacrocismo inglese in vista di una preminenza mondialista anglosassone di ispirazione israelitica a scapito del cattolicesimo, che nelle loro intenzioni sarebbe stato spazzato via dal comunismo 13. In opposizione a questo blocco israelitico-occidentale, insorse il pangermanesimo tedesco, prendendo corpo nel nazismo, che riassumeva in sé la duplice corrente illuminatica e razzista (Marx e Ritter). Il nazismo e il fascismo, che si sviluppò in Italia, però, non intendevano sopprimere la proprietà privata, ma solo sottoporla a severo controllo. La competizione tra nazismo e coalizione anglosassone-israelitica scatenò la Seconda Guerra Mondiale, che coinvolse anche l'America. L'immediato dopoguerra portava un nuovo equilibrio mondiale incentrato nel bipolarismo Stati Uniti-Unione Sovietica, che toccò il suo apogeo con Kennedy e Kruscev. Ma la ribellione di De Gaulle al predominio americano e della Cina popolare al predominio russo avviarono un nuovo equilibrio mondiale basato sul multipolarismo sinarchico. Questo stesso multipolarismo politico, tuttavia, è stato ormai superato dal delinearsi dell'assoluta superiorità tecnologica e militare del condominium russo-americano, proteso verso la conquista dello spazio. È in questo contesto che va inserita la politica internazionale dei nostri giorni. L'attività mondialista, in questi ultimi anni, si è fatta frenetica. Si ritiene che entro qualche decennio il mondo sarà dominato da un numero ristretto di multinazionali che regoleranno il mercato dei prodotti di consumo; a questa concentrazione corrisponderà la concentrazione bancaria; e gli insiemi economici, al di sopra delle divisioni dei blocchi, premeranno verso l'unità mondiale agevolata dagli scambi culturali 14. Attualmente però esistono gravi fratture, tra Occidente e Oriente. Gli Stati Uniti pensano di dominare il comunismo mediante la strategia della contaminazione ideologica (appoggiando la dissidenza, entrando nell'area comunista con accordi commerciali, crediti, investimenti, scambi culturali, in una parola costringendoli al dialogo) 15; i dirigenti della Russia pensano invece che «non può esservi coesistenza pacifica a lungo termine tra socialismo e capitalismo» (Suslov) 16. Tra questi due blocchi l'Europa è terreno di competizione: gli «atlantisti» mirano a mantenerla nell'orbita americana, i «continentalisti» la vogliono integrata col mondo comunista (eurocomunismo) sperandone maggiori profitti economici. L'asse dei conflitti si va inoltre spuntando tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo. Marxismo dell'Est e sinarchismo dell'Ovest, entrambi di origine massonica e di ispirazione anticristiana, si accordano nella comune volontà di schiacciare il cattolicesimo, non tanto con le azioni militari, quanto piuttosto con la contaminazione culturale intesa a corromperlo dall'interno. In questo intento si inquadrano le pressioni per la liberalizzazione del divorzio, dell'aborto, della pornografia, ecc..., e la massiccia fermentazione anticristiana operata tramite i mezzi di comunicazione sociale, l'emarginazione dei credenti nella vita pubblica e altre pressioni che nel loro insieme assumono la portata di una vera persecuzione. Entrambe le forze concordano nella tendenza a imbrigliare l'intera umanità in un sistema di controllo e di massificazione che rende sempre più stretto e precario lo spazio della persona. Si verifica ciò che dice l'Apocalisse: «Vidi un'altra bestia venir su dalla terra [...]. Ottiene da da tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, che si facciano un marchio sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere se non ha il marchio, il nome della bestia e la cifra del suo nome» (Ap 13, 11 e ss.). Di fronte a questa moderna incarnazione dell'Anticristo la Chiesa, che è di origine divina, è chiamata a vincere il potere delle tenebre con l'armatura della luce, consolidando la propria fede.
II
MASSONERIE, ILLUMINATI
E RIVOLUZIONE FRANCESE
l Il culto della Natura
Il 10 agosto 1793 sulla piazza della Bastiglia veniva inaugurata la statua della Natura, e il presidente della Convenzione, Marie-Jean Hérault de Séchelles (1759-1794), le rivolgeva un omaggio ufficiale in nome della Francia: «O Natura! Sovrana delle barbare e delle colte nazioni, questo popolo immenso radunato ai primi raggi del giorno davanti alla tua immagine, è degno di te. Egli è libero, e nel tuo seno e nelle tue sacre sorgenti ha ricuperato i suoi diritti, si è rigenerato. Dopo aver attraversato tanti secoli di errori e di servitù, era giusto che entrasse nella semplicità delle tue vie per ritrovare libertà e uguaglianza. Ricevi, o Natura, la protesta dell'attaccamento eterno dei Francesi alle tue leggi». Poi il presidente prese una coppa di forma antica e la riempì dell'acqua che scaturiva dal seno della Natura, bevette e porse da bere ai rappresentanti del popolo 17. Questo rito simbolico era il punto di arrivo di una lenta fermentazione culturale di antica data che intendeva riportare l'uomo all'innocenza originaria decantata da Rousseau e, prima di lui, dalla corrente ininterrotta degli umanisti che nel Rinascimento avevano preparato il terreno della Riforma, e dalla Riforma avevano fatto esplodere la Rivoluzione: tre Erre in stretta connessione storica che a loro volta hanno dato origine al mondo moderno, la cui linfa segreta è il naturismo anticristiano 18. Il ritorno alla natura fu l'insegna ideologica che risuonava sulla bocca degli Enciclopedisti e delle Logge massoniche nei decenni che precedettero la Rivoluzione Francese. Rousseau aveva dettato lo slogan «L'uomo è buono, la società lo ha corrotto, bisogna riportarlo alla bontà primitiva liberandolo dalle sovrastrutture sociali»; e i massoni avevano messo sulla bocca del popolo la trilogia Libertà, Eguaglianza, Fraternità da realizzarsi nella futura Repubblica Universale. In questa marcia euforica verso la nuova era, parte della Francia prerivoluzionaria era già passata dal culto cattolico alla «religione brillante» della Natura, al culto della libertà. In piena rivoluzione poeti, oratori e convenzionali non cessavano di far udire le acclamazioni alla natura; la festa della Repubblica fu fissata al 1º Vendemmiale, il calendario fu riformato sulla base degli avvenimenti naturali, e fu tutta un'esplosione di feste in esaltazione della giovinezza, del matrimonio, della maternità, dei Diritti dell'Uomo. I funerali si trasformarono in orge, gli studenti giunsero a scatenamenti tali da provocare l'intervento del governo rivoluzionario, e i cadaveri furono dati in pasto ai cani 19. Enciclopedisti, massoni e Illuminati potevano contemplare dietro le quinte gli orrori della Rivoluzione da loro scatenata e soffocata nel sangue.
l Il socialismo di Rousseau
Quali furono le idee che portarono alla Rivoluzione Francese? Esse sono tratteggiate nella dottrina sociale di Rousseau 20. Egli dice: «L'uomo è naturalmente buono» 21. Agli inizi viveva nella felicità di una condizione in cui i beni erano a disposizione di tutti, un socialismo naturale dei beni materiali e affettivi: i figli nascevano dal libero amore ed erano coltivati dall'intera comunità. L'insediamento agricolo succeduto alla primitiva società nomade ha guastato l'armonia originaria creando la famiglia chiusa e la proprietà privata di cui gli uomini fecero garanti gli dèi. Da allora è nata la tensione tra l'individuo, che tende ad accentrare a sé gli affetti e i beni, e la comunità, che esige la comunione. Occorre quindi ritornare alle origini, sopprimendo ogni privatizzazione dei beni e degli affetti, socializzando ogni cosa. Nasceva così l'idea socialista, che ispira tutta la Rivoluzione orientata alla creazione di uno Stato assoluto e universale che assorbe gradatamente tutti i diritti delle persone, delle famiglie, delle strutture inferiori. Perché fondamento della vita sociale non è la persona, ridotta a pura funzione sociale 22, ma la comunità. Siccome la società attuale è fondata sulla civiltà cristiana, occorre travolgere l'antico regime e fondarne uno nuovo 23,
- ripristinando la priorità della comunità sulla persona (idea che portò alla concezione dello Stato etico assolutista in sostituzione dello Stato inteso come servizio suppletivo della persona e delle società inferiori);
- riaffermando il diritto primario dello Stato sulla persona e sulla famiglia per quanto riguarda la procreazione e l'educazione dei figli, contro ogni tendenza di appropriazione affettiva della famiglia sui figli 24;
- socializzando i beni, cioè deferendone la proprietà allo Stato contro ogni tendenza di appropriazione privata;
- togliendo di mezzo la religione, che fà da copertura agli abusi dell'appropriazione.
La Rivoluzione avrebbe messo a punto il culto del Divenire immanentistico della Natura come sottofondo panteistico dell'umanesimo ateo, emancipando l'uomo dal culto dell'Essere trascendente che aliena l'uomo dall'impegno di costruire il suo paradiso terrestre universale 25. Esaminando la Rivoluzione nelle sue successive fasi di sviluppo, queste idee costituiscono la costante sostanzialmente invariata. Non si tratta tanto di programmi molteplici paralleli, quanto piuttosto di una concezione globale, di un nuovo umanesimo agnostico, se non anticristiano, chiamato a sostituire l'antica religione cristiana. Questo trovava il suo radicamento nel Dio trascendente, al di là delle cose; il nuovo umanesimo si radica nell'uomo, nella sua naturale volontà di vita intellettuale morale completamente emancipata da ogni fede che non sia la pura fede nell'uomo. Queste proposizioni elementari scaturiscono dall'Illuminismo, momento storico di completa emancipazione della ragione dalla fede: l'uomo, chiuso nel suo mondo terreno, va alla ricerca della propria ragione di essere nella socialità e vuole ritrovarsi al di là di ogni sovrastruttura religiosa, restituito finalmente al suo stadio di natura pura. Se vi può essere religione, questa sarà il puro panteismo. Non è difficile scorgere, in questa visione globale, l'antico ideale umanistico del Rinascimento con tutte le sue nostalgie di ritorno al paganesimo precristiano. La Rivoluzione quindi avanza in sordo e persistente conflitto con la visione cristiana della vita: non è che l'antica passionalità pagana che riesplode come forza dirompente, come perenne incarnazione dell'Anticristo 26.
l Voltaire
Infaticabile promotore della rivoluzione fu Voltaire (1694-1778). Egli scriveva nel 1730 a Hérault: «Sono stufo di sentire ripetere che dodici uomini hanno potuto stabilire il cristianesimo. Io ho una gran voglia di provare che basta un solo uomo per distruggerlo». E col suo motto Écrasez l'infâme («Schiacciate l'infame») e la sigla corrispondente Ecr. l'inf. apposta alle sue lettere, stringeva rapporti con le persone più influenti e adatte al suo piano in Francia e altrove! 27. Nel suo soggiorno in Inghilterra (1725-28) fu ammesso alla Massoneria, e tornato in Francia si accordò con altri congiurati (d'Alembert, Diderot, ecc...) per dar vita all'Enciclopedia, nella quale la fede e l'ordine costituito venivano attaccati sul piano delle idee. D'accordo col re di Prussia Federico II (1712-1786) lavorò per secolarizzare i principati ecclesiastici, e per la soppressione dei Gesuiti. Forte delle alte protezioni di corte organizzò una vasta rete di distribuzione di scritti rivoluzionari al popolo servendosi dei merciaioli ambulanti, e istituì il club degli economisti per la diffusione dell'ideale rivoluzionario (1763). Diede l'assalto alle cattedre d'insegnamento, collocandovi maestri suoi fidi e conquistandosi le simpatie del mondo giovanile. La rete si estese presto anche all'estero (Svizzera, Germania, Russia, Spagna, Italia, ecc...). Mediante amici diffusi in tutta Europa, Voltaire andava fermentando la massa rivoluzionaria con un'intesa internazionale accuratamente organizzata 28.
A sinistra, ritratto di Voltaire. A destra, il motto con cui chiudeva tutte le sue lettere: Écrasez l'infâme, ossia «schiacciate l'infame (Gesù Cristo).
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l La Massoneria
Nella sua instancabile azione sovversiva, però, Voltaire, si avvaleva soprattutto della Massoneria. Quali furono le origini di questa Società Segreta? 29. Essa è certo anteriore alla nascita della Loggia inglese (1717) 30. Senza andare troppo lontano, sembra dover attribuirsi già alla Massoneria la nascita della Loggia di Amsterdam nel 1519 e la Charte de Cologne del 1535, conservata negli archivi della Loggia di Amsterdam, che rivela l'esistenza di Società Segrete operanti da due secoli in Europa, e riporta le sottoscrizioni di Melantone, di Lutero e di altri. Forse, quindi, era già operante nei fermenti rinascimentali; ma non si può scrivere la Rivoluzione Francese senza parlare dell'importanza determinante che vi hanno avuto i massoni accanto agli enciclopedisti e agli Illuminati. Voltaire e gli enciclopedisti ardevano di furore anticristiano, i massoni puntavano di preferenza a rovesciare i troni, gli Illuminati a sconvolgere l'intero ordine sociale. Già prima della Rivoluzione Francese abbondano i documenti sulla loro attività. Il massone J. Robison dell'Accademia di Edimburgo, che aveva visitato di persona le Logge di Francia, Belgio, Germania e Russia, riferisce: «Io ebbi i mezzi di seguire tutti i tentativi fatti in questi cinquant'anni sotto il pretesto di illuminare il mondo con la fiaccola della filosofia [...]. I personaggi che hanno avuto la parte maggiore nella Rivoluzione Francese erano membri della Massoneria, e i loro piani sono stati concepiti secondo i suoi principî ed eseguiti con la sua assistenza» 31. Louis Blanc (1811-1882) testimonia l'esistenza di retro-Logge, e il conte Haugwitz (1752-1832), ministro di Prussia, distingue nella Massoneria il ramo incaricato alla diffusione delle idee da quello incaricato di realizzarle: «I due partiti si davano la mano per arrivare al dominio del mondo» 32.
l Weishaupt e gli Illuminati
L'azione di Voltaire e delle Massonerie francesi, per quanto eversiva, procedeva in modo ancora troppo empirico per provocare una rivoluzione violenta. Essa abbisognava di maggior vigore organizzativo, e questo le venne quando, per l'abilità di Adolph Freiherr Knigge (1752-1796), al congresso di Wilhelmsbad sull'ippogrifo massonico riuscirono a montare gli Illuminati 33 di Baviera, comandati da Weishaupt. Le origini degli Illuminati, secondo alcuni storici, sarebbero legate ai banchieri Rothschild 34. Nel 1773 veniva sciolta la Compagnia di Gesù, e nasceva il Grand'Oriente massonico di Francia sotto la protezione di Filippo d'Orleans (1747-1793). Nello stesso anno, a Francoforte di Baviera l'ebreo trentenne Mayer Amschel Rothschild (1744-1812) - fondatore dell'omonima dinastia finanziaria - radunava una trentina di alte personalità tra banchieri, industriali, economisti e scienziati per presentare loro un primo abbozzo di pianificazione rivoluzionaria 35. Quest'uomo d'affari andava dicendo: «Autorizzatemi a emettere moneta e a controllare i sistemi monetari di un Paese, e io non mi preoccupo più di chi fà le leggi» 36; e ora, nella sua navigata spregiudicatezza, coalizzava gli amici in una impresa a vasto raggio quale non era stata concepita fino ad allora. Il piano necessitava di un'ulteriore messa a punto, e Rothschild ne affidò l'incarico al venticinquenne Adam Weishaupt 37. Tre anni dopo il lavoro era compiuto, e il primo maggio 1776 nasceva l'Ordine degli Illuminati 38 di Baviera, sotto la direzione di Weishaupt stesso. La figura e l'opera di Weishaupt acquistano contorni precisi dai documenti venuti alla luce e pubblicati in seguito all'irruzione della polizia bavarese nelle sedi segrete di Landshut e di Sanderstorf nell'ottobre 1786. Questi documenti, trovati con altri strumenti di cui si serviva la sètta (centotrenta sigilli di sovrani, banchieri, ecc...) furono deposti negli archivi di Stato, e in seguito pubblicati sotto il titolo Scritti originali della sètta e dell'ordine degli Illuminati 39, e inviati ai vari governi d'Europa per metterli in guardia contro il pericolo incombente di una congiura internazionale ormai allo stadio avanzato. Adam Weishaupt era nato in Baviera verso il 1748. A soli vent'anni insegnava Diritto canonico all'Università di Ingolstadt, diretta dai gesuiti. Personalità torbida e complessa, confessò nei suoi scritti di essere stato incestuoso e infanticida, e praticava l'occultismo. Aveva una spiccata propensione all'intrigo e al doppio gioco, e addetto alla direzione degli Illuminati approfittò della cattedra per fare nuovi adepti alla sètta 40.
Adolph F. Knigge | Mayer A. Rothschild | Filippo d'Orleans |
Nel 1777 diventò massone con il nome di Spartacus 41, e venne ammesso al Grado superiore di Epopte che ricordava gli antichi misteri eleusini. L'alto iniziato si pose in capo il berretto frigio, simbolo di indipendenza, che col tempo avrebbe dovuto sostituirsi alla corona dei re e sarebbe apparso come berretto rosso nella Rivoluzione Francese il 15 agosto 1792. Gli Illuminati riuscirono a inserirsi come retro-Loggia della Massoneria 42 grazie soprattutto all'abilità con cui l'inviato di Weishaupt, il barone Adolph von Knigge, si era inserito nel direttivo del convegno di Wilhelmsbad 43, il più vasto e prestigioso congresso delle Società Segrete prima della Rivoluzione Francese, al quale presero parte inviati di primo rango delle varie nazioni d'Europa (1782). Quell'assise, che durò mesi, mise a punto i programmi della futura Rivoluzione Francese. Rifugiatosi a Ratisbona in seguito alla scoperta della congiura da parte della polizia bavarese, Weishaupt terminò i suoi giorni a Saxe Gotha il 18 novembre 1830, all'età di ottantatre anni. I quartieri della cospirazione erano a Francoforte, ove la casa Rothschild si era stabilita e legava insieme gli alti finanzieri internazionali. Dopo la scoperta della cospirazione, nel 1786, si trasferirono in Svizzera. In seguito alla Seconda Guerra Mondiale furono portati a New York. Dal 1921 il centro illuminatico d'America è in Pennsylvanya 44. La dottrina degli Illuminati, secondo le varie espressioni del Weishaupt si può ridurre a questi principi di fondo: «Dio e il mondo non sono che una cosa sola» riducibile all'elemento materiale. Le religioni sono invenzioni chimeriche di ambiziosi. Cristo non intendeva stabilire che una religione ne puramente naturale. Ogni uomo è sovrano, come nella vita patriarcale; ogni autorità è una sovrastruttura ingombrante da eliminare. Il passaggio dalla vita nomade alla vita agricola ha creato la proprietà, e con essa le disparità sociali; per ristabilire l'uguaglianza occorre abolire la proprietà e tornare alla libertà della vita primitiva. La famiglia è una concentrazione egoistica e antisociale; occorre emancipare i giovani dall'obbedienza ai propri genitori e socializzare la famiglia (libero amore) in una società universale senza sovrani, senza proprietà, senza autorità paterna 45. Sono le idee di Rousseau in chiave anarchica, che saranno riprese da Marx in prospettiva comunista. Ciò che Weishaupt dissolve, Marx e i comunisti lo ricoagulano nel totalitarismo di Stato. In contrasto con la dottrina professata, gli Illuminati presentano una organizzazione piramidale saldissima 46, cementata da un rigoroso segreto. I candidati sono selezionati attraverso vari Gradi di iniziazione. Gli adepti possono esercitare una supervisione sui Gradi inferiori, ma nulla sanno dei segreti dei Gradi superiori, e dei superiori invisibili dai quali sono governati, e ai quali presentano accurati rendiconti periodici in lettere chiuse con la scritta primo («al primo») o soli («al solo») o quibus licet («a chi ne ha il diritto»). Mediante questi scritti e questionari accuratissimi, i superiori immediati acquistano una conoscenza profonda di ogni adepto e delle sue relazioni personali. Ai Gradi superiori non si giunge se non con provata professione di empietà. Grazie a questi numerosi strati di segretezza, i mandanti superiori potevano agire immuni dietro le quinte della vita politica e sociale. Weishaupt stesso scriveva: «Voi sapete le circostanze in cui mi trovo. Bisogna che io diriga ogni cosa per mezzo di cinque o sei persone: è assolutamente necessario che io resti sconosciuto» 47. L'iniziato entra nella sètta firmando la propria disponibilità a «obblighi sconosciuti» i quali gli saranno indicati dai superiori invisibili; accetta il patet exitus (dottrina del suicidio) come liberazione dal rischio di tradire la sètta «quando natura impone un fardello troppo pesante», cioè una situazione non altrimenti eludibile; applica il principio che «il fine giustifica i mezzi», e si affida alla sètta come suo primo amore 48. Avvalendosi dell'appoggio di alti iniziati, la sètta si inerpica verso i vertici del potere, e si impadronisce dei posti chiave della vita pubblica condizionando gli stessi governi: come un'edera 49 che avvolge l'albero fino a esaurirne la linfa e a farlo morire, gli Illuminati si insinuano ad ogni livello della vita sociale provocando dall'alto e dal basso quella rivoluzione che avrebbe portato l'estinzione delle monarchie. All'epoca della Rivoluzione Francese gli Illuminati controllano la situazione politica di vari Paesi d'Europa tramite le Logge massoniche. Essendo tutto predisposto con sorprendente accuratezza, viene fissato il giorno dell'insurrezione per il 14 luglio 1789 a Parigi. Cade la Bastiglia, e i moti sovversivi si diffondono fulmineamente in tutta la Francia col Terrore. Tutti i personaggi che hanno avuto la parte più attiva in quel tragico sconvolgimento sono agenti delle Massonerie: Mirabeau, che additando Luigi XVI dice: «Ecco la vittima»; Robespierre, Guillotin, Desmoulins, Petion sindaco di Parigi, La Fayette, Roederer, Danton, Babeuf, Marat, Filippo-Egalité, Clootz, ecc... 50. Gran motore dell'Assemblea nazionale che decide sul futuro della Francia in quei giorni sono i giacobini, così chiamati perché convocati da Mirabeau nella chiesa dei religiosi giacobini 51. La presenza in Francia di rappresentanti massoni delle varie Logge europee per quell'avvenimento conferma le responsabilità massoniche nella rivoluzione 52.
III
CARBONERIA, ALTA VENDITA
CARBONERIA, ALTA VENDITA
LIBERALISMO
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l Napoleone
Sconvolgere e portare la distruzione fu relativamente facile, ma non era altrettanto facile ricostruire la Francia sotto l'insegna del naturalismo come pretendevano i massoni, le cui scelleratezze li avevano resi odiosi al popolo. La Massoneria si piegò su sé stessa per meditare strategie rivoluzionarie più efficaci. Fede e morale cristiana erano non ostante tutto radicate nel popolo, e quando Napoleone Bonaparte (1769-1821) ebbe le redini del potere comprese che non si poteva ricostruire la Francia senza restaurare il culto. Iniziò allora con Pio VII (1742-1823) le trattative che avrebbero portato al Concordato del 1801, ma si trovò subito condizionato dalla Massoneria. Dopo dibattiti estenuanti, Pio VII si vide arrivare il testo definitivo, ma dovette constatare che era stato manipolato con frode, e che la religione cattolica era sì riconosciuta, ma non come religione di Stato: era la religione «della grande maggioranza del popolo francese», accanto alle altre. I frutti della mentalità nuova non tardarono a maturare: Napoleone impose al Cardinal Giovanni Battista Caprara (1733-1810) ben quindici Vescovi costituzionali, limitò la libertà di associazione religiosa, sottopose a controllo la vita seminaristica limitando il numero delle vocazioni, interdisse le manifestazioni religiose sotto pretesto che non si doveva attentare alla coscienza dei liberi pensatori 53. Sorretto dai massoni, Napoleone puntò a colpire il cuore stesso della Chiesa. Il 13 febbraio 1806 scriveva al Papa: «Voi siete sovrano a Roma, ma io ne sono l'imperatore». Due anni dopo il Generale François de Miollis (1759-1828) si impadroniva di Roma, e il 10 giugno 1808 Napoleone annetteva lo Stato pontificio all'impero francese.
Napoleone Bonaparte | Papa Pio VII | Il Cardinale Caprara |
Il 6 luglio Pio VII fu rapito dal Quirinale e messo in prigione con parecchi Cardinali. Per imprimere un nuovo corso culturale alla Francia, Napoleone istituì l'Università di Stato e ne affidò il monopolio alla Massoneria. Impadronendosi degli altri Stati d'Europa, vi estendeva le idee massoniche, limitando l'esercizio del culto, parificando le religioni, secondo il principio massonico che preludeva al futuro sinarchismo: «C'è una religione universale che racchiude in sé tutte le religioni: quella professata dal governo quando proclama la libertà dei culti» 54.
l Moti liberal-massonici
La mano che ha imprigionato il Papa viene disarmata dal gelo della campagna contro la Russia, e la sconfitta di Waterloo confina Napoleone nell'isola di Sant'Elena. La Francia ristabilisce la monarchia con Luigi XVIII (1755-1824), e l'intera Europa viene ricomposta nella pace con la Santa Alleanza 55, capolavoro politico di Metternich: è l'epoca della Restaurazione che, a confessione di un rivoluzionario acceso quale fu Stendhal (1783-1842), portò l'Europa a un benessere insuperato 56. Le Logge dovettero limitarsi a interventi spiccioli intesi a contenere la fioritura della vita religiosa: la Carta costituzionale 57 ottenuta nel 1814 apriva loro tutte le possibilità del parlamentarismo, ma non poterono strafare. In Italia intanto dalle Logge massoniche nasceva la Carboneria, che si diffuse in varie nazioni d'Europa 58. Le Logge scatenarono i moti del 1830 sotto Carlo X (1757-1836). I cattolici sentirono il bisogno di opporsi alle mire massoniche organizzandosi in partito politico 59. Massonerie, carbonari e Alta Vendita però puntavano decisaente a comprimere la Restaurazione, e spostarono i proprî interessi sull'Italia con lo scopo palese di unificarla, e anche la mira meno palese di sottrarla al Papa, e di indebolire l'intera compagine cattolica europea a vantaggio dell'ebraismo e del protestantesimo del Nord. Il convegno massonico di Strasburgo del 1847 programmò i moti rivoluzionari del 1848, che scoppiarono contemporaneamente a Parigi, Vienna, Berlino, Milano e Roma, estendendosi alle altre città periferiche 60. Nel 1852 si tenne a Parigi un altro convegno massonico che decretava il titolo di imperatore al carbonaro Luigi Napoleone Bonaparte (III) affidandogli il compito di sostenere la rivoluzione in Europa e di portare l'Italia verso la repubblica, liberandola soprattutto dal dominio del Papa. Per questo Napoleone III iniziò la guerra del 1859 accompagnata dalle insurrezioni massoniche, e appoggiò la politica che condusse alla caduta dello Stato pontificio (1870) 61. L'unificazione dell'Italia e la liberazione dal Papato fu lievitata dalle carbonerie e dall'Alta Vendita 62 attraverso una lenta e insistente propaganda ideologica che coinvolgeva la stampa, i circoli culturali, le associazioni e gli stessi seminari cattolici. L'Alta Vendita ebbe l'abilità di trascinare nella sua orbita preti quali Gioberti, Gavazzi, Ventura, Spola e altri. Man mano che la fermentazione ideologica appariva matura, entravano in azione i diplomatici e poi gli eserciti. L'unificazione d'Italia fu portata avanti con mezzi spregiudicati, prima da Carlo Alberto (1798-1849), poi da Vittorio Emanuele II (1820-1878) nelle campagne del 1859 e del 1870, complice Napoleone III.
Stendhal | Napoleone III | Vittorio Emanuele II |
Le Massonerie hanno esaltato e continuano ad esaltare questa costruzione, che rientrava nei piani della Provvidenza, e hanno riempito l'Italia di monumenti a Mazzini, Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele, ecc... Ma quale è la statura morale di questi presunti «eroi» risorgimentali? C'è tutta una storiografia da rifare, che ridimensioni uomini e avvenimenti nella loro verità spoglia di retoriche, e diciamo pure, nel loro squallore.
l Carboneria e Alta Vendita
Carboneria e Alta Vendita entrano in funzione dopo che Massonerie e Illuminati hanno perso la faccia per gli orrori della Rivoluzione Francese. Le alte sfere della Rivoluzione pensarono allora di rinnovare gli strumenti 63. Alla Carboneria affidarono il compito di rovesciare i troni, all'Alta Vendita quella di assalire il Papa e disgregare il clero. Gli uni e gli altri coprivano le loro trame sotto l'apparenza del commercio del carbone con i paesi del Nord. La struttura dell'Alta Vendita riproduceva quella degli Illuminati: la Piramide 64. I carbonari erano governati dalla retro-Loggia delle Vendite, suddivise in Vendite particolari, Vendite centrali e Alta Vendita, che a sua volta obbediva a superiori invisibili perduti nei Paesi protestanti del Nord 65. Vigeva sempre il sistema di nascondere uomini e intenti delle Logge superiori; anzi, per evitare rivelazioni di segreti, fu interdetto a ogni carbonaro di introdursi in altre vendite, sotto pena di morte. Solo chi ne veniva autorizzato si dava da fare per organizzare una vendita di grado superiore alla propria, alla quale comunicava gli ordini dei superiori invisibili 66. Come in passato erano venute nelle mani della polizia bavarese le carte degli Illuminati, così i documenti dell'Alta Vendita giunsero in possesso della Santa Sede, e oggi abbiamo modo di farcene una conoscenza ampia e precisa, grazie al lavoro di Jacques Crétineau-Joly (1803-1875), lo storico della Compagnia di Gesù incaricato da Gregorio XVI (1765-1846) e da Pio IX (1792-1878) di redigerne un'accurata presentazione 67. Il vertice dell'Alta Vendita era costituito da quaranta membri, assunti in gran parte dal patriziato romano. Per salvaguardare il segreto assumevano uno pseudonimo. Nubius, che ne era il capo, Piccolo Tigre, Gaetano, Volpe, Vindice, Beppo 68, ecc..., di cui resta la corrispondenza, sono persone bene identificate, sempre in movimento tra i circoli internazionali di allora, e qualcuno di loro era riuscito ad arrampicarsi ai vertici del potere, come Gaetano che era segretario intimo di Metternich 69. Gli ordini venivano loro dall'alta Kabbalah ebraica del Nord. Il metodo di azione era di insinuarsi nei gangli del potere, nelle associazioni religiose e laiche, prendendo in mano possibilmente le leve direttive e impossessandosi dei segreti. Gli adepti venivano selezionati con molta oculatezza. Lo stesso Mazzini spasimava di essere assunto a gradi più alti, ma la Vendita rispose con un netto rifiuto 70. Perfino i prìncipi, che venivano insigniti di abbondanti dignità massoniche, non venivano messi al corrente degli intenti dei superiori invisibili. Il famoso Filippo duca d'Orleans (Egalité), fatto Gran Maestro del Grand'Oriente di Francia, se ne era accorto e se ne lamentò in una lettera del 5 gennaio 1793 rifiutandosi a un mandato della Massoneria: «Non voglio più saperne di Grand'Oriente né di assemblee di massoni». Qualche settimana dopo ebbe la testa tronca dal coltello triangolare 71. Quanto al metodo di reclutamento rimangono sempre valide le parole di Piccolo Tigre: «Lasciatevi sfuggire qualche parola che provochi il desiderio di essere affiliato alla Loggia più vicina. Questa vanità del cittadino o del borghese d'infeudarsi alla Massoneria è cosa così universale che io sono sempre in estasi d'ammirazione dinnanzi a tanta imbecillità umana. Io mi stupisco di non vedere tutto il genere umano alla porta dei Venerabili e chiedere a questi messeri l'onore di essere uno degli operai eletti a fabbricare il Tempio di Salomone. Il prestigio dell'ignoto esercita sopra gli uomini tale potere, che la gente si precipita, trepidando, alle fantasmagorie dell'iniziazione e dell'agape fraterna. Trovarsi membro di una Loggia, sentirsi chiamato, senza che la moglie e i figli ne sappiano niente, a conservare un segreto che non si scopre mai, è, per certe nature, una voluttà, un'ambizione» (18 gennaio 1822) 72.
J. Crétineau-Joly | Papa Gregorio XVI | Papa Pio IX |
L'avanzamento nei Gradi avviene per progressiva selezione fondata sulla capacità di intendere il «simbolismo massonico» 73, cioè di adeguarsi intelligentemente alle alte mire rivoluzionarie. Allora un rito di iniziazione consisteva nell'adagiarsi in una bara fino a sentirsi Moabon, cioè «figlio di putrefazione», morto fino allo staccarsi della carne dalle ossa, e poi a sentirsi dichiarare risorto, assunto come Hiram ad architetto del Tempio di Salomone (cioè della Massoneria) 74. Fuori simbolo, l'adepto doveva considerarsi morto e putrefatto al cristianesimo e nato all'esoterismo massonico. Secondo i vari gradi di comprensione gli adepti venivano distinti in penetranti destinati a promozioni, quieti da educare con pazienza, e imbecilli da lasciare all'ultimo Grado con la sola minaccia di non tradire il segreto, perché - già gli Illuminati dicevano di questo Grado infimo - ab inferno nulla redemptio 75. L'Alta Vendita si rendeva conto che per distruggere la Chiesa ci voleva ben altro che la semplice eliminazione dello Stato pontificio. Occorreva cambiare i cristiani, portarli dalla fede al naturismo pagano. Voltaire aveva organizzato la distribuzione della stampa sovversiva mediante i venditori ambulanti, l'Alta Vendita mise in atto una strategia della corruzione più sottile e complessa 76. Il 3 aprile 1824, Nubius comunica a Volpe che gli è stato affidato il compito di «fare l'educazione immorale della Chiesa». Quattordici anni dopo, il 9 agosto 1838, è Volpe che parlando dei delitti dei Carbonari scrive a Nubius: «Per ingrandire (il delitto) fino alle proporzioni dell'odio contro la Chiesa noi dobbiamo generalizzarlo. Il mondo non ha tempo di badare ai gemiti della vittima: esso passa e dimentica. Noi, caro Nubius, noi soli possiamo sospenderne la marcia. Il cattolicismo, meno ancora della monarchia, non teme la punta d'uno stile ben affilato; ma queste due basi dell'ordine sociale possono cadere sotto il peso della corruzione. Non istanchiamoci dunque mai di corrompere. Tertulliano diceva con ragione che il sangue dei martiri era seme dei cristiani. Ora è deciso nei nostri consigli che non vogliamo più cristiani; non facciamo dunque dei martiri, ma rendiamo popolare il vizio nelle moltitudini. Fa d'uopo che lo respirino coi cinque sensi, che lo bevano, che ne siano sature. Fate dei cuori viziosi, e voi non avrete più cattolici» 77. Lo strumento di corruzione sollecitato dalle Massonerie a livello legislativo fu la libertà di stampa, che avrebbe lasciato immune qualsiasi abuso. Poi le Massonerie si diedero a promuovere la dissolutezza su tutta la frontiera della pubblicistica, del teatro e del costume, convinti che il miglior metodo per scristianizzare l'uomo sta nell'animalizzarlo. E animalizzare anche la donna. Diceva Vindice: «Corrompiamo la donna. Corrompiamola insieme alla Chiesa: corruptio optimi pessima. Noi abbiamo intrapreso la corruzione in grande: la corruzione del popolo per mezzo del clero, e del clero per mezzo nostro, corruzione che deve condurci un giorno al seppellimento della Chiesa cattolica. Lo scopo è abbastanza bello per tentare uomini come noi. Il miglior pugnale per assassinar la Chiesa e colpirla al cuore è la corruzione. Dunque all'opera fino al termine» 78. Anche il prete fu presentato nei teatri e nei romanzi come un essere turpe; si attentarono processi scandalosi, si fece di tutto per «soffocarlo nel fango» 79. Il naturismo orgiastico è una delle costanti inseparabili della Rivoluzione: come le orge antiche sboccavano nell'infanticidio di bimbi sacrificati a Moloch o precipitati dai dirupi (Ger 7, 31; 19, 5; Is 57, 5, ecc...), così il nudismo, la pornografia, il libero amore e il dissolvimento della famiglia sfociano oggi nella liberalizzazione dell'aborto e dell'eutanasia 80. Come le dottrine di Weishaupt avevano fatto presa su un certo numero di preti incauti e ambiziosi, così Volpe poteva rallegrarsi di «una certa parte del clero che abbocca all'amo delle nostre dottrine con una vivacità meravigliosa» (3 aprile 1824). Le idee liberaloidi diffuse con tanta abbondanza dalle Logge aprirono il solco alle intemperanze clericali del Risorgimento, preparando il terreno al futuro modernismo e alle tendenze secolarizzatrici del clero moderno.
IV
LA RIVOLUZIONE MARXISTA
LA RIVOLUZIONE MARXISTA
Nel 1844, Nubius, il gran capo dell'Alta Vendita, entrava in uno stato di decadenza generale avvelenato dall'acqua tofana preparatagli dalle Logge, non si sa come. Egli moriva nel 1848, e con lui si estingueva, nello stesso anno, l'Alta Vendita. Lo stesso anno, famoso per i moti rivoluzionari, su mandato degli Illuminati d'Inghilterra veniva alla luce Il Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx e Friedrich Engels (1820-1895) 81. Casualità, o meditato cambiamento di strategia rivoluzionaria? Da allora entrava in azione una nuova internazionale che operò a lungo nel segreto, pur manifestandosi nei moti operai. Il nome di Marx apparve sul Manifesto soltanto vent'anni più tardi, nel 1868, quando poteva diventare il testo pubblico della teoria e della prassi marxista che conosciamo.
l La questione sociale
Mentre il liberalismo ideologico sconvolgeva la politica europea rovesciando i troni, il liberalismo economico avanzava nella vita sociale opprimendo il proletariato sotto l'insegna della libera concorrenza. I sociologi andavano dicendo che il lavoro è una merce, poco importa se compiuto dall'uomo o dalla macchina. La macchina moltiplicava il lavoro, un solo uomo poteva con essa rendere dieci volte tanto e anche di più. L'irruzione delle macchine provocò la disoccupazione; anzi, alla macchina poteva attendere anche la donna, che era pagata assai meno, così le donne si sostituirono spesso all'uomo; infine, alle donne si sostituirono anche dei fanciulli, che giunsero a sedici ore lavorative quotidiane. La questione operaia cominciò a divampare nella sua gravità, e nel 1830 si registrarono le prime agitazioni operaie. Sorsero in seno alla Chiesa i primi movimenti di difesa dell'operaio e le prime provvidenze per risolvere la questione sociale. Ma le Massonerie, che avevano dato origine al liberalismo economico, cominciarono a preoccuparsi del movimento operaio e non trovarono di meglio che montarvi in groppa per orientarlo in direzione anticristiana. Rousseau aveva tracciato le grandi linee dell'ideale naturistico socialista; ciò che Weishaupt scioglieva portando avanti l'opera del dissolvimento anarchico, Marx lo coagulava (il solve et coagula massonico) nella visione comunista. L'internazionale comunista ebbe il suo periodo di gestazione quasi inosservata, poi venne alla luce coi moti rivoluzionari, infine esplose nella Rivoluzione russa del 1917 82. Con l'edizione del Manifesto fu fondato l'organismo di azione politica chiamato Lega dei Comunisti. Così, tra i vari socialismi sviluppatisi dagli inizi del XIX secolo il marxismo cominciò a imporsi come corrente di guida rivoluzionaria, con le successive messe a punto di Lenin (negli anni 1905-1918), ecc..., sfociando nella Rivoluzione russa ed estendendosi nei vari continenti (Europa, Cina, Cuba, Vietnam, ecc...). L'organizzazione rivoluzionaria marxista si è divisa in due grandi correnti derivate rispettivamente dalla Seconda e Terza Internazionale. Queste correnti non differiscono nei principî fondamentali del marxismo, ma nei metodi d'azione e mezzi di applicazione: la Seconda Internazionale confida nel metodo evolutivo blando che finirebbe per penetrare i costumi e le istituzioni; la Terza Internazionale preferisce la rivoluzione violenta portata avanti da rivoluzionari professionisti e terroristi, bene addestrati nell'arte del complotto. Le due correnti in Russia hanno preso il nome di menscevichi (moderati) e bolscevichi (estremisti). I bolscevichi, guidati da Lenin e da Trotsky (1879-1940), essendo riusciti a conquistare il potere in Russia con la Rivoluzione dell'ottobre 1917, presero il nome ufficiale di comunisti, e instaurarono il governo «sovietico». La Seconda e la Terza Internazionale con le rispettive ramificazioni internazionali coesistono con rapporti diversi secondo le situazioni locali. In Italia prendono nome di P.C.I. e di altre organizzazioni social-marxiste.
Lenin | Trotsky | Il Manifesto |
l La rivoluzione comunista
Presupposto fondamentale del marxismo è il materialismo dialettico (versione materialistica dell'idealismo hegeliano) secondo il quale l'elemento primordiale del cosmo è la materia che si evolve a vari livelli di perfezione fino alla specie umana. L'uomo singolo non è che un momento di questo divenire, destinato a dissolversi nella materia come le foglie d'autunno si dissolvono nel terreno che le ha alimentate 83. Persone singole e società inferiori sono ordinate al divenire sociale della specie, il cui benessere materiale è la norma morale suprema. Lecito e santo è ciò che porta alla rivoluzione per una società migliore, illecito tutto ciò che la contrasta 84. I diritti della persona e della famiglia sono quindi subordinati allo Stato, che esprime la totalità sociale 85. Essendo irriducibilmente materialista, il comunismo nega ogni trascendenza e considera la religione come prodotto della paura e oppio del popolo di cui si servono le classi sfruttatrici per imbonire gli umili. «Noi restiamo atei come sempre lo siamo stati - diceva Nikita Krusciov (1894-1971) e facciamo di tutto per liberare dalla religione i popoli che ancora la subiscono» 86. Il comunismo ha una pretesa universalistica e vede il suo principale nemico nella Chiesa cattolica. Trotsky diceva: «Una sola persona potrebbe comprendermi e combattermi in modo efficace: il Papa. Noi procediamo con le medesime mire, ma in senso inverso». Dal materialismo dialettico ha origine il materialismo economico marxista, che pretende di instaurare il paradiso terrestre mediante la semplice promozione del benessere sociale. La civiltà attuale - dicono i marxisti - è viziata da una vergognosa sperequazione dei beni e dallo sfruttamento delle masse da parte di pochi opulenti. Ma accettando indiscriminatamente il principio che «il fine giustifica i mezzi» i marxisti concludono: per ridurre ogni ineguaglianza occorre travolgere la società borghese mediante la rivoluzione violenta alimentata dall'odio di classe 87, e trasferire allo Stato la proprietà privata. Secondo Marx, ogni civiltà esprime il sistema economico che la regge: trasformato il sistema economico, cambia automaticamente anche il suo contenuto culturale. Il cancro della società attuale è il capitalismo; quindi, occorre rovesciare il sistema capitalista, fondato sulla proprietà privata, in collettivismo statale: lo Stato, fatto detentore unico delle ricchezze, provvederà alla ripartizione dei beni e all'organizzazione del lavoro. La divisione dell'umanità in classi sociali è stata finora uno strumento di oppressione, e la storia dell'umanità non è che la storia della lotta di classe 88. La soppressione delle classi sociali è la condizione indispensabile per la trasformazione del mondo: sopprimiamo le classi, e l'umanità avrà la pace. La classe santa agli occhi dei marxisti è il proletariato: essa è la classe eletta erede del futuro, quando saranno violentemente soppresse le altre classi che inceppano la via del progresso. Siccome queste non si rassegneranno mai a scomparire, occorre distruggerle radicalmente col terrorismo 89 sanguinario scientificamente organizzato. Lecito e santo è ciò che porta alla rivoluzione, illecito ciò che la contrasta. Eliminate le differenze di classe, lo Stato stesso avrà compiuto la propria funzione e non avrà più ragione di essere: sarà allora realizzato integralmente il paradiso terrestre. Nella fase costruttiva però il proletariato, entità quasi metafisica dalla quale promana ogni potere, dovrà incarnarsi nei suoi capi: essi, come coscienza matura di una massa che non sa ancora ciò che vuole e quale è il suo bene, hanno il diritto di pilotare da despoti assoluti la marcia verso la terra promessa. Una piccola minoranza di professionisti della rivoluzione governerà col terrore la massa amorfa e disgregata. Motore della rivoluzione e artefice dell'organizzazione economica, lo Stato collettivista entrerà a regolare la stessa vita privata dei cittadini e delle comunità inferiori. Lo Stato sarà quindi arbitro incontrastato dell'educazione dei fanciulli, dei giovani e delle masse 90. Punto di partenza per l'attuazione del programma marxista è la conquista del potere. Questo fine giustifica ogni mezzo. A tal fine il comunismo ha messo a punto una tecnica scientifica della rivoluzione mondiale portata avanti da professionisti della rivoluzione in organizzazioni terroristiche internazionali (Komintern, ecc...). L'inizio è nell'attizzare il disordine ad ogni livello della vita sociale. Le due tesi fondamentali del partito fino alla Seconda Guerra Mondiale sono state: trasformare le crisi economiche in crisi rivoluzionarie; trasformare le guerre nazionali in guerre civili.
- Negli anni Venti la rivoluzione si era già estesa alla Finlandia, Ungheria, Polonia, Lituania, Estonia, Lettonia, Cina, Brasile e Messico. Nel 1932 sconvolgeva la Spagna fino al 1939.
- Iniziata la Seconda Guerra Mondiale, la Russia invadeva Polonia, Lituania, Estonia e Lettonia. Al termine della guerra entravano nell'orbita comunista Albania, Iugoslavia, Romania, Bulgaria, Ungheria, Cecoslovacchia e Germania Orientale.
- Nel 1945 iniziarono le agitazioni nel Sud-Est asiatico: Indocina, Birmania, Laos, Vietnam, Indonesia, ecc... Nel 1950 il fuoco si appiccò alla Corea e a Formosa. Nel 1956 entrarono in guerra il Tibet e l'Algeria, e l'Ungheria subiva la nuova crisi che l'avrebbe soggiogata più duramente alla Russia, come nel 1968 la Cecoslovacchia.
- Nel 1958 iniziò la rivoluzione di Cuba, l'anno seguente veniva sconvolta l'Himalaya.
- Negli anni Sessanta il fuoco si appiccò all'Africa con le guerriglie del Congo. Nel 1965 si scatenò la guerra indo-pakistana e la crisi cino-indiana. Il peso della presenza comunista si fà sentire nelle crisi del Medio Oriente, Cile, Spagna, Portogallo e colonie. Entra in piena ebollizione anche l'Africa Orientale: Etiopia, Eritrea, ecc... Nessun Paese della Terra è stato immune dalla fermentazione marxista 91.
Coloro che presentano il comunismo in chiacchiere ideologiche tendono a seppellire nel silenzio il comunismo in cifre. Quante sono state le vittime di questa colossale sperimentazione sociale tendente a eliminare Dio e a inquadrare le masse nell'irreggimentazione vagheggiata da Marx e seguaci?
- Secondo Aleksandr Solženicyn (1918-2008), che riprende tale dato dalle statistiche di Kurganov, le vittime del comunismo in Russia (in stragrande maggioranza inermi) furono 66.000.000.
- Secondo Richard L. Walker (1922-2003), che eseguì uno studio per incarico del senato americano, in Cina fino al 1971 le vittime erano comprese tra un minimo di 34.300.000 e un massimo di 63.784.000, a seconda delle diversità delle informazioni allora disponibili. A queste vanno aggiunte le vittime avutesi dopo il 1970, in particolare in occasione dell'improvviso e ancora mal noto sterminio di tutti gli irrecuperabili (lebbrosi, ciechi, pazzi, sciancati, ecc...), nonché a causa della mortalità nei lager, dove sono rinchiusi intorno a 20.000.000 di forzati (di cui muore dal 10 al 20% ogni anno).
- Più recentemente, Jean-François Revel (1924-2006) nel suo libro La tentation totalitaire ricorda uno studio dell'autorevole rivista parigina di demografia Population secondo il quale «la popolazione della Cina è inferiore di circa 150.000.000 d'abitanti a quella che dovrebbe essere. Questa differenza [...] è assolutamente inesplicabile».
- C'è inoltre il caso della piccola Cambogia, dove dalla presa del potere comunista (aprile 1975) a oggi, le vittime (tutte inermi) sono già almeno 1.000.000 su 7.000.000 circa d'abitanti. Ma forse sono molte di più, se si pensa che uno dei suoi capi, Kieu Samphan, ha dichiarato a Ceylon a giornalisti italiani (in occasione dell'ultima conferenza dei Paesi non allineati) che la Cambogia conta oggi 5.000.000
di abitanti 92. - E nel Vietnam, in Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, e in tutti gli altri Paesi del mondo aggrediti dal comunismo quante sono le vittime? Senza contare quelle della Seconda Guerra Mondiale...
Secondo la dottrina stalinista della necessità di un terrore all'interno del partito, vittime del comunismo sono stati in enorme quantità gli stessi comunisti fedeli al regime. Si veda lo studio del comunista Roy A. Medvedev, il quale ammette che nel 1937-1938 furono uccisi «nel giro di due anni più comunisti di quanti ne siano periti durante tutti gli anni della lotta clandestina, di tre rivoluzioni, e della guerra civile», e che «c'erano giorni in cui più di mille persone venivano fucilate nella sola Mosca». Paradossalmente, in tale periodo sono periti molti attivisti comunisti occidentali che si trovavano in Russia, mentre sono sopravvissuti quelli che si trovavano in prigione nella loro patria. Così i comunisti italiani vittime del fascismo negli anni 1922-1942 non furono neppure la metà e forse neppure un quarto di quanti ne furono trucidati in Russia nello stesso periodo. Su circa 250-300 comunisti italiani rifugiatisi a Mosca nel periodo fascista ne furono assassinati 200. In questo modo il moloch comunista divora i suoi stessi figli che gli elevano tanto incenso ideologico 93. Una conferma massiccia della perversità del comunismo si ha nelle fughe dai paesi d'oltrecortina. Nel ventennio dalla fine della Seconda Guerra Mondiale al 1964 sono fuggiti dai Paesi comunisti 24.000.000 di persone. Più precisamente:
- dall'Europa comunista 16.200.000, ossia 1.600.000 rifugiati che rifiutarono di rientrare;
- 9.700.000 tedeschi dalle province orientali;
- 3.700.000 dalla Germania Orientale;
- 1.200.000 di altre nazionalità dall'Est europeo;
- dalla Cina 1.400.000, ossia 1.300.000 cinesi, 40.000 europei, 60.000 rifugiati nel Tibet;
- dalla Corea del Nord 5.000.000;
- dall'Indocina 1.200.000;
- da Cuba 310.000.
Dal 1964 al 1976 sono fuggiti e fuggono:
- dall'Europa comunista circa 70.000 l'anno;
- dalla Cina circa 36.000;
- da Cuba circa 500.000.
16 agosto 1961: il soldato Conrad Schumann riesce a superare il filo spinato che divide Berlino in due e fugge dalla Germania dell'Est.
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Dal 1° maggio 1975 sono fuggite dall'Indocina 250.000 persone. A queste fughe sono da aggiungersi quelle particolarmente tragiche dal Vietnam, e quelle dagli altri Paesi colpiti dall'occupazione comunista in Africa, Cambogia, ecc... 94.
l Il comunismo in Italia
Il sistema rivoluzionario italiano non è sostanzialmente diverso da quello che ha portato il comunismo al potere in Russia e negli altri Paesi a regime marxista. Esso si estende a tutto l'arco della vita sociale con una strategia organica intesa a creare il disordine, a scoraggiare ogni reazione e a impadronirsi capillarmente di ogni leva di comando in vista del crollo del potere in mano comunista. Rientrano in questa strategia globale:
- L'assalto a vasti mezzi economici fino al punto di garantire l'autofinanziamento della rivoluzione: in Emilia-Romagna, Lazio e progressivamente in tutte le regioni d'Italia il comunismo ha fatto leva sull'economia agricola e industriale per garantirsi immense riserve monetarie;
- L'assalto per una egemonia culturale tramite la stampa, la scuola, gli operatori culturali, ecc... La conquista della scuola è avvenuta mediante la promozione della contestazione giovanile, la campagna di denigrazione dei testi scolastici tradizionali con progressiva sostituzione di testi d'ispirazione marxista 95, l'immissione di insegnanti marxisti ad ogni livello, i tentativi di totalizzazione marxista dei plessi scolastici; tutto questo dalla scuola materna all'Università. La conquista dei mezzi di comunicazione sociale è avvenuta mediante la diffusione massiccia di giornali, periodici e stampe di ispirazione marxista (feste de L'Unità, ecc...), l'accaparramento di giornalisti, scrittori, artisti, operatori culturali, ecc..., la moltiplicazione delle iniziative culturali marxiste, il martellamento pubblicitario a base di manifesti, slogan, ecc... Il tutto si è sviluppato con l'azione intesa a scoraggiare l'opposizione mediante il bloccaggio di giornali che davano versioni di fatti sgradita ai comunisti, distruzione di radio non allineate, spari alle gambe di giornalisti reazionari, ecc... 96;
- L'assalto alla magistratura e ai ranghi direttivi della vita italiana mediante la penetrazione di elementi marxisti nel foro, ecc...;
- L'azione sindacale demagogica di copertura all'avanzata comunista ad ogni livello della vita sociale;
- L'addestramento terroristico rivoluzionario mediante picchettaggi, attentati, occupazioni, sabotaggi, cortei con avanguardie armate, corsi di guerriglia all'estero, ecc...; il tutto accompagnato dall'azione di scoraggiamento delle forze dell'ordine (denigrazione della polizia, uccisione di carabinieri, attentati a dirigenti, ecc...) 97.
In forza della semplice dinamica sociale ispirata a giustizia, l'Italia avrebbe oggi raggiunto un altissimo livello anche economico se il mondo del lavoro e l'intera vita sociale non fossero stati intossicati dal cancro marxista, con gli effetti di deterioramento morale e umano che tutti lamentiamo. Tutto questo si è svolto nel clima del compromesso storico, che corrisponde alla strategia tatticistica ben nota del comunismo 98. Le direttive di Boris Nikolayevich Ponomarev (1905-1995), uno dei più alti responsabili del Cremlino, hanno fatto pressione sui partiti comunisti europei ad accelerare il processo di nazionalizzazione del settore produttivo privato, come premessa essenziale per eliminare la stampa indipendente; a sottrarre nel modo più rapido possibile tutti i mezzi di informazione di massa e a portare l'opinione pubblica nell'area della dottrina comunista mediante la tecnica leninista della «ripetizione degli slogan»; a formare centri di potere extraparlamentare comunisti per sabotare l'azione delle forze dell'ordine; a far leva sul sindacato unitario per condizionare l'economia e l'azione governativa; infine a infiltrarsi nelle forze armate per scopi eversivi 99. L'aggressione comunista in Italia ha pure un pesante aspetto economico. L'azione sindacale, rivolta non al bene dell'operaio ma agli interessi del comunismo, si è risolta in una spaventosa e crescente svalutazione della lira, a carico degli onesti risparmiatori: chi trent'anni fa aveva un milione poteva guardare in faccia l'avvenire, oggi invece lo consuma in due mesi. Questa azione sindacale, inoltre, ha aggravato gli squilibri di classe, secondo la maggiore o minore forza di rivendicazione. Ma c'è di peggio: il prezzo della mano d'opera, portato a quattro volte tanto rispetto a quello dell'Est, dove gli scioperi sono proibiti, induce le multinazionali ad estendere le loro imprese nell'Est e a ridurle in Italia (come la Pirelli che ha licenziato gli operai in Italia e li assume nell'Est), allargando il fenomeno della nostra disoccupazione. L'elevata importazione delle carni dall'Est ha provocato in Italia la chiusura di parecchie decine di migliaia di stalle; fenomeni analoghi sono avvenuti in altri settori dell'agricoltura e dell'industria. Così l'intero versante dell'economia accusa un progressivo asservimento economico che apre la strada all'asservimento politico. Si aggiunga che il processo della statalizzazione tende a limitare le libertà individuali. Così, pacificamente, senza nulla imparare dai gulag, dalle prigioni psichiatriche e dai milioni di vittime della rivoluzione marxista, gli italiani vanno cambiando padrone, abbandonando il vero Dio per lasciarsi mettere la corda al collo dagli uomini peggiori, che si servono della povertà dell'Est per alimentare quella dell'Ovest. E si trattasse solo di povertà! È in gioco la libertà, e soprattutto la fede! 100.
Note
1 Supplemento a Spirito e Verità, ottobre 1979, Milano.
2 Le Rivoluzioni francese e russa in particolare furono precedute da una infestazione di occultismo. Prima di quella francese si diffusero gli Illuminati, i teosofi e altre sètte con Boheme, Swedenborg, Martines de Pasqualis, Cagliostro, Saint-Germain; prima della Rivoluzione russa Philippe, Papus, Badmaief, Raspoutine, ecc... René Guénon in Le Théosofisme (Valois, Paris 1928, pag. 221) scrive: «La diffusione del neo-spiritualismo occultistico in tutte le sue forme costituisce un vero pericolo pubblico, da denunziarsi senza tregua [...]. É di grande interesse - a questo proposito - studiare i sottofondi politici o politico-religiosi dell'occultismo contemporaneo e delle organizzazioni che vi confluiscono da vicino o da lontano, sottofondi che sono certamente più degni di attenzione che tutto l'apparato fantasmagorico in cui viene avvolto per meglio dissimularlo agli occhi dei profani». Sulla diffusione dell'occultismo nell'imminenza della Rivoluzione russa, Fülôp Miller in The Mind and Face of Bolshevism (Putman, Londra 1927, pagg. 84 e ss.) scrive: «Se passiamo in rassegna tutte queste sètte russe, si può, come per primo ha segnalato F. Ekstein, stabilire che l'idea di comunismo era ad esse tutte fondamentale. I molokani, i dukobors e tutte le altre sètte razionaliste si vantavano di proclamare una comunità di beni materiali; ma i clysti andavano più lontano: amore, matrimonio, famiglia cessavano di essere un affare privato, e presso di essi si trovano relazioni sessuali collettive. Infine, se si considera che non si può ingannarsi sul numero dei membri di queste sètte prima della Rivoluzione, numero che si aggirava a circa un terzo della popolazione totale di questo enorme Paese, si è forzati ad ammettere di trovarsi alla presenza di una vera forza elementare del più alto significato dal punto di vista non solo religioso, ma anche politico. L'intelligentsia russa, che quantunque borghese era estremamente rivoluzionaria, cadde rapidamente sotto l'influsso delle idee religioso-razionaliste, propagate dalle sètte. L'alleanza ideologica che univa le sètte ai socialisti russi apparve molto chiaramente quando il governo imperiale perseguitò le sètte e ne inviò gli adepti in Siberia: i rivoluzionari russi si stabilirono decisamente accanto ai sèttari oppressi, considerati come compagni di idee. Lo spirito dei sèttari russi, dell'intelligentsia borghese russa e del bolscevismo è esattamente identico, ed esisteva in diverso grado presso ciascuna delle tre classi. È sempre lo stesso sogno di un paradiso sulla terra che si trova all'origine presso i roskolniki e invase le cerchie intellettuali, e che ancor oggi costituisce il punto centrale della dottrina bolscevica della salvezza». Su Kominsky, vedi P. Virion, Bientôt un gouvernement mondial, une super contre-église? («Avremo ben presto un governo mondiale, una super contro-chiesa»?), Ed. St. Michel, Rennes 1967, pagg. 6-12.
3 Cfr. N. Webster, World Revolution: the Plot Against Civilization («La rivoluzione mondiale: un complotto contro la civiltà»), Britons P. Co., Devon 1971, pag. 32; U. di Nicola, I movimenti mondialisti nella storia contemporanea, Centro Studi Politicie Costituzionali, Chieti 1976, pag. 8.
4 Cfr. O. M. O'Grady, The Beasts of Apocalysse («Le bestie dell'Apocalisse»), O'Grady Publications, Benica 1959, pagg. 212 e ss., 345 e ss.
5 Cfr. N. Webster, op. cit., pag. 95; U. di Nicola, op. cit., pag. 11.
6 Cfr. U. di Nicola, op. cit., pag. 12. Sul comitato rivoluzionario alle dipendenze del Palmerston vedi P. Virion, op. cit., pagg. 19, 28 e ss.
7 Cfr. U. di Nicola, op. cit., pag. 15. La rivoluzione è avanzata con un duplice respiro: di dissolvimento dell'ordine costituito, mediante il liberalismo e i suoi estremi (anarchismo, radicalismo), e anche mediante il sinarchismo, che appare una soluzione transitoria; di costruzione dell'ordine nuovo, dato dal socialismo. La strategia rivoluzionaria si ripete: la forte pressione liberalizzatrice fà da battistrada al totalitarismo di Stato. Sul rapporto Massoneria-comunismo vedi L. De Poncins, Christianisme et Franc-Maçonnerie («Cristianesimo e Massoneria»), Diffusion de la Pensée Française, Chiré-en-Montreuil 1969, pagg. 35 e ss. (documenti pontifici), 105 e ss.
8 Cfr. P. Virion, op. cit., pag. 22.
9 Ibid., pag. 28.
10 Vedi in W. G. Carr, Pawns in the Game («Pedine sulla scacchiera»), St. George Press, Glendale 1970, pag. 15; La precisione di queste previsioni, divenute realtà su U. di Nicola, op. cit., pag. 18. Su Pike vedi P. Virion, op. cit., pagg. 18-30. «Religione del Palladismo è il neo-gnoticismo dei manichei, i quali insegnano che la divinità è doppia e che Lucifero è uguale ad Adonai (il Dio dei cristiani); ma Lucifero è il dio della Luce e del Bene che lotta per l'umanità contro Adonai, Dio delle Tenebre e del Male. Posto questo principio alla base del culto segreto dei Triangoli (Logge Palladiche), Albert Pike non aveva fatto altro che togliere l'ultimo velo al dogma degli Alti Gradi di tutte le Massonerie, di qualunque rito si parli» (cfr. D. Margiotta, Ricordi di un Trentatre, capo della Massoneria Universale, Ed. Briquet, Parigi-Lione 1895, pagg. 85 e ss. Il Margiotta tornò alla fede cattolica). Con questo pervertimento di idee il Palladismo, o Rito Luciferino, avviava la nuova età del mondo (cfr. A. di Nicola, La simbologia del dollaro, pag. 32).
11 Cfr. P. Virion, op. cit., pagg. 28-40; P. Virion, Mystère d'iniquité, Ed. Saint Michel, Rennes 1967, pagg. 7-12.
12 Sui retroscena e la preparazione della Rivoluzione russa dell'ottobre 1917 vedi E. Malinsky-L. de Poncins, La guerra occulta, Le Rune. La Rivoluzione russa fu preparata da una lunga fermentazione pre-rivoluzionaria secondo una strategia ormai ricorrente nelle rivoluzioni moderne: provvisione di vaste fonti di finanziamento, accaparramento delle testate giornalistiche e propaganda massiccia tramite i mezzi di comunicazione sociale e le scuole, infiltrazione di agenti rivoluzionari nei vari gangli del potere, azione sindacale, ecc... È ormai accertato che i finanziamenti vennero da banche legate con le Massonerie (vedi articoli di La Vita Italiana, Roma 1921). Sulla componente massonica dei rivoluzionari sono riportati diversi elenchi (vedi ad esempio l'appendice ai Protocolli dei Savi di Sion, Ed. La Vita Italiana, Roma 1921, pagg. 143 e ss.) in connessione con i rivoluzionari di Germania, Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, ecc...
13 «Il comunismo è lo strumento col quale si getteranno a terra i governi nazionali a favore di un Governo Mondiale, di una polizia mondiale, di una moneta mondiale» (cfr. P. Virion, Le nouvel ordre du monde, Téqui, S. Céseré 1974, cap. Le British-Israël; cfr. U. di Nicola, op. cit., pag. 23).
14 Vedi sintesi della situazione attuale in U. di Nicola, op. cit., pagg. 1-4.
15 «Il capitalismo americano si evolve verso una forma mezzo capitalista, mezzo socialista; il comunismo invece verso una forma mezzo socialista, mezzo capitalista» (V. Fuchs).
16 Cfr. U. di Nicola, op. cit., pag. 4. Il concetto di rivoluzione permanente sbandierata da Lenin, Mao e altri rivoluzionari di oggi appare già nella corrispondenza di Piccolo Tigre (cfr. Mons. H. Delassus, Il problema dell'ora presente: antagonismo tra due civiltà, Desclée, Roma 1907, vol. I, pag. 297).
17 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 72.
18 «Noi siamo rivoluzionari; ma siamo i figli del Rinascimento e della Filosofia prima di essere i figli della Rivoluzione» (cfr. Journal des Débats, aprile 1852).
19 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 74.
20 «Napoleone I fabbricò con sabbia e calce la nuova società secondo il piano tracciato da J.-J. Rousseau» (cfr. H. Taine, La Révolution, vol. III, pag. 635; Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 363, 351).
21 «La fonte delle passioni è pura; bisogna che ognuno possa soddisfare le sue nei limiti della virtù, e che il nostro Ordine (massonico) ne fornisca i mezzi» (così Adam Weishaupt al fratello iniziato, in Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 361).
22 «Togliere l'esistenza assoluta all'uomo per dargli un'esistenza relativa, trasferire l'io alla vita comune» (Rousseau, citato da Taine in L'antico Regime, pag. 324; cit. in Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 359). Anche per Gramsci la società perfetta realizzata dal comunismo esige la spersonalizzazione. Il «moderno Principe», cioè lo Stato comunista, «prende il posto, nelle coscienze, della divinità o dell'imperativo categorico, diventa la base di un laicismo moderno e di una completa laicizzazione di tutta la vita e di tutti i rapporti di costume»; «ogni atto viene concepito come utile o dannoso, come virtuoso o scellerato, solo in quanto ha come punto di riferimento il moderno Principe stesso e serve a incrementare il suo potere o a contrastarlo» (cfr. A. Gramsci, Quaderno 13, pag. 1561, in Quaderni del carcere, Einaudi, Torino 1975, v. 4).
23 «Rinnovare i princìpi dell'esistenza umana» dice Taine (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 360). Il dollaro americano porta il detto illuminatico Novus ordo seclorum.
24 Matrimonio civile e divorzio sono tappe per giungere al libero amore, cioè alla socializzazione affettiva, affidando allo Stato l'educazione dei figli (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 360).
25 Vedi Reclus, Marx, Bakunin, Krapotkine, Most, ecc..., fino ai recenti ideologi della speranza marxista come Lukacs, Bloch, ecc... Il culto al Dio trascendente che è «al di là delle cose» corrisponde al periodo di stabilizzazione agricola; il ritorno al nomadismo sociale comporterebbe, sul piano metafisico, l'evoluzionismo panteistico, come spinta adeguata allo sviluppo della specie umana verso la società perfetta.
26 Sono frequentissime, nella letteratura massonica, espressioni come queste: «Vittoria dello spirito della Rivoluzione, della Filosofia e della Riforma sull'affermazione cattolica» (così il massone Piou al senato francese nel 1901; in Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 26); «Sostituire la religione dell'umanità alla religione cattolica» (così il massone Viviani, il 15 gennaio 1901; in Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 28); «Da quando il pensiero francese si è emancipato, da quando lo spirito della Riforma, della Filosofia e della Rivoluzione è penetrato nelle istituzioni della Francia, il clericalismo è il nemico» (così il massone Bourgeois al senato; Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 26). Sulle condanne papali della Massoneria e loro motivazioni (naturismo anticristiano, eversione politica, corruzione, eversione sociale, ecc...) vedi L. De Poncins, Christianisme et Franc-Maçonnerie, pagg. 23-44.
27 Vedi saggi di corrispondenza in Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 90 e ss.
28 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 94 e ss.
29 Sulla Massoneria è fondamentale tutta l'opera di Léon De Poncins (che ha studiato l'argomento per oltre quarant'anni anni), e l'opera recente di Ferrer Benimeli, con 830 pagine di bibliografia, Fondación Universitaria Española, Madrid (1977).
30 La Loggia inglese nasce quasi contemporaneamente con la Banca d'Inghilterra (1717) che fu costantemente coinvolta nelle operazioni rivoluzionarie internazionali. Sulle antiche origini della Massoneria vedi L. De Poncins, Christianisme et Franc-Maçonnerie, pagg. 137-155 (in particolare 145 e ss.); 169-191; Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 75 e ss.
31 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 105. Sulla Massoneria nella Rivoluzione Francese vedi anche L. De Poncins, Christianisme et Franc-Maçonnerie, pagg. 157-168.
32 Vedi anche le testimonianze di Martin, Rosambo, Jumel, Michel e Ambacelli, il quale attribuisce alla Rivoluzione Francese un lavorio di preparazione di sessant'anni (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 105 e ss.). Mons. Martin, negli Stati Uniti, nel 1878 diceva: «Di fronte a questa persecuzione d'una universalità finora inaudita, alla simultaneità dei suoi atti, alla somiglianza dei mezzi che usa, noi siamo costretti a riconoscere l'esistenza d'una data direzione, d'un piano comune, di una forte organizzazione che tutto eseguisce in vista di uno scopo preciso. Si, esiste questa organizzazione, col suo scopo, col suo piano, con la sua direzione occulta a cui essa obbedisce: società compatta, nonostante la sua dispersione sul globo; società mescolata a tutte le società senza dipendere da alcuna; società superiore ad ogni potenza, tranne quella di Dio; società terribile che è, per la società religiosa come per le società civili, per la civiltà del mondo, non solo un pericolo, ma il più formidabile dei pericoli» (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 75).
33 Il nome di Illuminati (ossia «Portatori di Luce», «Luciferi») si ispirava agli antichi gnostici, a una sètta dello stesso nome esistita in Germania nel secolo XV dedita al satanismo, e agli Alumbrados spagnoli del secolo XVII ripetutamente condannati dalla Chiesa. Era in uso anche presso i Rosacroce prima di Weishaupt. Non deve però confondersi con Illuministi, anche se l'Illuminismo settecentesco fu il clima in cui si svilupparono i cenacoli illuminatici.
34 Cfr. M. Servant, Veillez et priez car l'heure est prôche («Vegliate è pregate perché l'ora è vicina»), Saint-Germaine-en-Laye 1972, pag. 150; cit. in W. G. Carr, op. cit.; verificare in C. Corti, La Maison Rothschild («La casa Rothschild»), Payot, Parigi 1930; B. Gille, Histoire de la Maison Rothschild («Storia della casa Rothschild»), Droz, Ginevra 1965, Minard, Parigi 1967.
35 Cfr. M. Servant, op. cit., pag. 150. Il piano presentato da Rothschild nel 1773 è riportato in W. G. Carr, op. cit., pagg. 27 e ss.
36 Cfr. M. Servant, op. cit., pag. 149; cit. in Segieb, Terreur sur le monde, Chatou 1958, pag. 20.
37 Sul profilo umano di Weishaupt vedi Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 111; P. Calliari, Pio Brunone Lanteri e la controrivoluzione, Lanteriana, Torino 1976, pag. 130; M. Servant, op. cit., pagg. 151 e ss, 214, ecc...
38 Sugli Illuminati vedi ampia bibliografia in P. Calliari, op. cit., pag. 129. Fondamentale è A. Barruel, Les Mémoires pour servir à l'histoire du Jacobinisme («Memorie per servire alla storia del giacobinismo»), Londra 1797, Diffusion del la Pensée Française, 1977.
39 Ed. A. Frangois, Tipografo della Corte di Monaco, 1787. Vedi elenco dei documenti contenuti nella pubblicazione in Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 114. Questi documenti, che danno una conoscenza assai concreta dell'organizzazione, segreti, vita degli Illuminati, sonno riportati in parte in Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 523-572.
40 Vedi elenco degli Illuminati dall'anno della fondazione della sètta, 1776, secondo le varie categorie professionali in Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 1151; tratto da A. Barruel, op. cit., che rimanda agli scritti originali.
41 Il nome Spartacus tornò alla ribalta in Germania coi gruppi spartachisti che scatenarono sanguinosi disordini nel primo dopoguerra (19181919), ai quali prese parte Herbert Marcuse, il teorico della contestazione globale del 1968, e dai quali ebbe origine il partito comunista tedesco; ed è ripreso da un recente movimento studentesco di Germania. Ritorna pure frequente nella letteratura massonica. Sull'azione degli spartachisti in Germania vedi W. Gerson, Le nazisme societé secrète, J'ai lu («Il nazismo società segreta, ho letto»), Parigi 1969, pagg. 59-63; B. Schlink, op. cit., pag. 18.
42 Weishaupt soleva affermare che «egli aveva i segreti della Massoneria, ma i massoni non avevano i suoi» (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 117).
43 Sul convegno di Wilhelmsbad vedi ampio resoconto in Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 121-133, e anche in P. Calliari, op. cit., pagg. 134 e ss.
44 Cfr. P. Calliari, op. cit., pag. 141. L'appartenenza agli Illuminati a un certo momento divenne anche una moda: l'aria di mistero che aureolava la sètta le attirò numerosi adepti del mondo culturale (Goethe, Mozart, ecc...). Vedi P. Calliari, op. cit., pag. 131, con un elenco degli Illuminati più in vista del Trentino. Sulla diffusione degli Illuminati nel mondo attuale vedi P. Calliari, op. cit., pag. 140.
45 Vedi documenti in Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 532535.
46 La Piramide è rimasta il simbolo degli Illuminati, ed è riprodotta nel dollaro americano con la scritta Novus ordo seclorum tra le altre simbologie massoniche riferite alle origini della confederazione degli Stati Uniti, nata nel 1776, cioè nello stesso anno di nascita degli Illuminati. Nei vari strati della piramide spezzata è facile intuire i Gradi massonici distinti tra loro dal segreto sotto l'Occhio dell'alta gerarchia invisibile immersa nell'olimpo esoterico. Vedi A. Di Nicola, Simbologia del dollaro; P. Calliari, op. cit., pag. 141.
47 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 112.
48 Vedi documentazione in Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 522-572, ove sono riportate deposizioni nei processi, testimonianze sulla dottrina, questionari e relative risposte di alcuni iniziati, costituzioni e norme relative ai vari gradi di responsabilità (governo centrale, reggenti, prefetti, superiori locali, provinciali, direttori nazionali, generale), quadri organizzativi, note di Zwack sui progressi della sètta, e infine istruzioni per influire sulle Logge massoniche come una retro-Loggia.
49 L'edera è sempre stata il simbolo del Partito Repubblicano Italiano, distintosi dal Partito Liberale nel 1955.
50 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 132 e ss., coi nomi delle rispettive Logge di appartenenza. Particolarmente documentato dal punto di vista dell'incidenza massonica e illuminatica P. Calliari, op. cit., pagg. 98-142.
51 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 131, 132.
52 Ibid., pag. 121. «Il vento che passerà sulla Francia s'incaricherà di trasportare al di là dei fiumi e dei monti i germi fecondatori destinati a far sbocciar le repubbliche. Noi faremo la conquista del mondo» (cfr. J. Macé, Les vertus d'un Républicain, 1848; cit. in in Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 376). «La rivoluzione in Germania, la Rivoluzione Francese del 1789 e quella russa bolscevica furono opera di uomini ciascuno dei quali sapeva in precedenza qual era il compito assegnatogli, e fino ad oggi non si è allentata la stretta dell'artiglio di questi rivoluzionari sulla gola dei popoli scelti come vittime» (H. Ford, L'ebreo internazionale, pag. 281).
53 Altrettanto avviene oggi nei Paesi comunisti, ove si dà libertà di religione e libertà di combattere la religione, favorendo coi fatti la seconda a scapito della prima.
54 Cfr. Bulletin du Grand Orient, luglio 1856, pag. 172.
55 Pregevole studio storico dalla Santa Alleanza alla Rivoluzione russa del 1917 è quello di E. Malinsky-L. de Poncins, La guerra occulta, Ed. Le Rune (purtroppo esaurito).
56 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 154.
57 La Carta costituzionale francese fu ottenuta da Decazes, alto massone di Rito Scozzese che la Massoneria era riuscita a mettere a fianco del re Luigi XVIII (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 154).
58 In Francia provocò le cospirazioni militari di Belfort, Saumer, La Rochelle, ecc... (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 154).
59 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 154.
60 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 162; Virion, Bientôt un gouvernement mondial, une super contre-église?, pagg. 16-18. L'Osservatore Cattolico di Milano nell'agosto 1888 portò alla luce il calendario del massone Glasbrenner, ebreo, che quattro mesi prima segnava la data della rivoluzione stessa (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 162).
61 Gli intendimenti di Napoleone III nei confronti della Chiesa sono chiaramente illustrati nella Memoria sulla politica da seguire di fronte alla Chiesa redatta dietro sua richiesta dal ministro massone Roland nell'aprile 1860 e trovata nei cassetti dell'imperatore nel 1870. Si tratta di una istruzione particolareggiata sul modo di comprimere lentamente e avvedutamente tutta la vita della Chiesa (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 172-176).
62 Dal 1820 al 1848 la piramide massonica era questa: sopra la Massoneria c'era il carbonarismo, sopra il carbonarismo le Vendite (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 216). La Massoneria appare come «un avviluppamento di Società Segrete le une alle altre. Le officine sono come le membra inferiori di un immenso organismo internazionale, che non conoscono più di quello che le mie mani e i miei piedi conoscano ciò che li fà agire», dice Copin Albancelli (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 215).
63 Il Metternich, che nella corrispondenza mostra una buona conoscenza dei fatti dell'Alta Vendita, il 24 giugno 1832 scrisse al Newmann che l'Alta Vendita era la continuazione degli Illuminati (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 200 e ss).
64 Fondamentale sull'Alta Vendita è J. Crétineau-Joly, L'église Romaine en face de la Revolution, e Mons. H. Delassus, Il problema dell'ora presente, ecc...
65 «La Massoneria internazionale mantiene l'ordine nei Paesi protestanti, e mette in rivolta i paesi cattolici» (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 194).
66 Così fu trapiantata la Carboneria in Francia il 19 agosto 1821 (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 197).
67 Gregorio XVI fin dal 20 maggio 1846 e Pio IX accreditarono Crétineau-Joly presso le corti di Vienna, Napoli ecc... per la raccolta di ulteriori documenti sull'Alta Vendita. Ma quando il Joly fu per pubblicare il lavoro ne fu trattenuto da Pio IX per le pressioni di Carlo Alberto e di Ferdinando di Napoli, intimoriti dai carbonari che erano venuti a conoscenza del rischio che li minacciava. Dopo tante fatiche, Joly ne fu indispettito fino a gettare le bozze al fuoco. Ma i documenti gli consentirono di pubblicare nel 1858 (ben dieci anni più tardi!) il volume L'église Romaine en face de la Révolution, applaudito anche da Pio IX, che costituì la fonte degli articoli pubblicati da La Civiltà Cattolica nel 1879. Su questa vicenda vedi la relazione circostanziata in Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 197-201. Alcuni di questi documenti sono riportati in Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 582-625: si tratta della lettera del Cardinale Consalvi a Metternich, di istruzioni ai membri dell'Alta Vendita, di corrispondenze tra esponenti primari dell'Alta Vendita quali Piccolo Tigre, Nubius, Volpe, Vindice, Beppo, Malegari, Gaetano, ecc...
68 Vedi i profili in Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 202 e ss.
69 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 204.
70 Riguardo al Mazzini, il 7 aprile 1836 Nubius scrive a Beppo: «Mazzini ha troppo l'aria di un cospiratore da melodramma, perché possiamo affidargli un mandato oscuro che noi ci rassegniamo a compiere fino al trionfo. Mazzini ama parlare di molte cose, e soprattutto di sé... Che egli fabbrichi a suo bell'agio Giovani Italie, Giovani Allemagne, Giovani France, Giovani Polonie, Giovani Svizzere, ecc...; se ciò può giovare al suo insaziabile orgoglio, noi non ci opponiamo, ma fategli capire nel migliore dei modi che suggerisce la convenienza, che l'associazione a cui egli accenna non esiste più, se pure è mai esistita... Il San Giovanni in Laterano è il caput et mater omnium ecclesiarum (cioè la Vendita suprema): vi sono chiamati gli eletti che soli sono giudicati degni d'esservi introdotti. Fino ad oggi Mazzini ne sarebbe stato escluso; non pensa egli che, mettendosi di mezzo, per forza o per astuzia, in un segreto che non gli appartiene, si espone forse a pericoli che egli già fece correre a più di uno? Acconciate quest'ultima frase a vostro modo, ma fatela pervenire al gran pontefice del pugnale» (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 205). Il 25 febbraio 1839, l'Alta Vendita decise di abbandonare le Logge chiassose alle mani della polizia, e di assassinare il Mazzini, che con le sue avventatezze rischiava di compromettere le operazioni dell'Alta Vendita stessa (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 236). Mazzini però mori nel 1872.
71 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 212.
72 Ibid., pag. 208.
73 Sull'importanza del simbolismo vedi Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 217 e ss., e anche gli articoli ricorrenti nella Rivista Massonica attuale.
74 Sulla dipendenza della Massoneria dall'alta Kabbalah vedi Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 222-231.
75 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 218.
76 Crétineau-Joly paragona i massoni alle termiti: «Rodono internamente i travi d'una casa, e con un'arte ammirabile lasciano intatta la superficie del legno. Ma questa superficie è così sottile che il dito dell'uomo, premendola, spezza la trave» (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 233). Ciò vale in politica e anche nell'opera di corruzione morale. Saint-Georges de Boubélier reclamava per l'uomo «una teoria orgiastica della vita, un concetto morale d'accordo con l'amore, una legge di fervore voluttuoso spirituale, un codice suscettibile di eccitare, di provocare di abbellire tutte le passioni, una legislazione che accetta rende utili i sentimenti più estremi, più erotici, più imperiosi» (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 272). Heinrich Heine diceva: «È bene ritornare alla gioconda licenza, istituire dei saturnali, e procurare, col libero amore, il miglioramento estetico dell'animale ragionevole» (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 250). Il neopaganesimo volontaristico avrebbe fruttato le teorie di Nietzsche, il nazismo, la letteratura della disponibilità gidiana o sartriana, il neopaganesimo dell'attuale Nouvelle école, e altre teorie oggi propinate fin dall'insegnamento scolastico per «schiacciare il nemico (cioè il sentimento cristiano) quando è ancora nell'uovo» (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 259), cioè negli stessi fanciulli. Anche i marxisti fanno largo ricorso alla corruzione per giungere al potere.
77 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 248. Per quanto riguarda la pornografia è venuto alla luce il piano progettato dalla Massoneria nel 1953 per la corruzione della gioventù d'America (W. Mc Grath in Scarboro Mission, Toronto marzo 1956; e in L'action Catholique de Québec, del 31 maggio 1956).
78 Cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 258.
79 Quinet, professore al collegio di Francia, disse: «Non solo si deve combattere il papismo, non solo estirparlo, ma anche disonorarlo, soffocarlo nel fango» (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 254).
80 L'iniziativa massonica sulla legge del divorzio è espressamente affermata dalla stessa Rivista Massonica, maggio 1974, nell'articolo Dalle parole alle cose, pag. 288. Ma altrettanto è facile concludere, all'esame dei fatti, sulla liberalizzazione dell'aborto, della pornografia, ecc..., proposte che creano la convergenza parlamentare dell'arco laicista.
81 «Gli Illuminati (della sètta di Weishaupt) [...], cioè Schapper, Bauer e Moll, nel gennaio 1847 invitarono Marx ed Engels a collaborare con la Lega dei Giusti, anzi Joseph Moli incaricò Marx di stilare il Manifesto della Lega. Nell'estate dello stesso anno la Lega, in un congresso cui non poteva partecipare Karl Marx, si trasformò in organismo di azione politica, assumendo il nuovo nome di Lega dei Comunisti. Un secondo congresso si tenne a dicembre e adottò le teorie di Marx, che quella volta era presente: fu questo congresso che incaricò ufficialmente il filosofo (Marx) e il suo amico Engels di redigere un Manifesto, che in verità era già stato commissionato da Moll. Nel Manifesto il solo lavoro di Marx è stato di postdatare e codificare i principî e progetti fissati settant'anni prima da Weishaupt, fondatore dell'Ordine degli Illuminati. Il Manifesto fu perciò pubblicato senza il nome degli autori. Solo nel 1868, quando Marx e Engels erano ormai famosi, ne fu attribuita ad essi la paternità» (cfr. U. di Nicola, op. cit., pagg. 15 e ss.; da G. Giannettini, «Comunismo e Trotzkismo», in L'italiano, marzo 1970, pag. 214 e «Comunismo e democrazia», ivi, aprile 1970, pagg. 285 e ss.). La prima edizione del Manifesto porta in copertina la scritta Manifest der Kommunistischen Partei, Februar 1848, London, ecc... É riprodotta, ad esempio, in I mondi dell'uomo, vol. IV, pag. 257. Non porta i nomi degli autori Marx ed Engels.
82 Delassus, pur così attento agli orientamenti dell'azione massonica, agli inizi del secolo XX non intravvede ancora l'importanza che avrebbe assunto il fermento marxista. Marx è da lui citato di passaggio una sola volta. Indagando però negli orientamenti delle Massonerie egli intravvede lucidamente una politica intenta a ricostituire lo Stato d'Israele, a rafforzare militarmente la Prussia per lanciarla contro l'impero austro-ungarico (come avvenne nella Prima Guerra Mondiale), e a provocare la caduta della dinastia Romanow sotto la spinta delle forze rivoluzionarie (come avvenne nella Rivoluzione russa). Questa previsione chiarissima è dal Delassus desunta da uno studio che risale nientemeno che al 1880 (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pagg. 398-401).
83 «La base del marxismo è il materialismo dialettico, incontestabilmente ateo e risolutamente ostile ad ogni religione» (cfr. Lenin, Sulla Religione, Rinascita, Roma 1949, pag. 48). «Da un recente studio del D'Hont si può constatare che l'elaborazione culturale di Hegel era stata preordinata e anticipata dalle scuole massoniche tedesche e svizzere con lo scopo di idealizzare la società umana e consentire ai vertici di detta società di strumentalizzare i popoli in nome di un malinteso interesse sociale, distinto e opposto all'interesse dei soci. Nasce così il concetto di servizio e adorazione nei riguardi dello Stato non più inteso come entità comprensiva di tutti i cittadini, ma come ente supremo e distinto al di sopra di tutti» (lo Stato etico) (cfr. J. D'Hont, Hegel secret, Presses Universitaires de France, 1968; cit. in G. Auriti, L'occulta strategia della guerra senza confini, Centro Studi Politici e Costituzionali, Roma 1972, pag. 151).
84 «Ogni mezzo che serve alla lotta delle classi, perfino la menzogna, il tradimento, l'impurità, assolutamente tutto, diviene all'istante santo e sublime» (cfr. Preobrazhensky, Polit Gramota, iscrizione in grassetto sulla copertina del manuale per l'educazione politica della gioventù, 1927). «La dialettica marxista insegna che quello che ieri era nero oggi può essere bianco [...]. Bisogna dunque fare grandi sforzi e, all'occorrenza, saper capovolgere la verità e la stessa morale» (cfr. M. I. Kalinin, O Komunisticeskom vospitanii, Sull'educazione comunista, Ed. Molodaja Gwardia, Mosca 1946).
85 «Alla famiglia considerata come impresa chiusa deve sostituirsi, nell'intenzione dei rivoluzionari, un sistema completo di servizi sociali fino all'assorbimento completo delle funzioni economiche della famiglia da parte della società socialista» (cfr. Trotsky, La Rivoluzione tradita).
86 Cfr. Pravda, del 22 settembre 1955. Sui testi classici del marxismo si veda ad esempio L. De Poncins, Histoire du Communisme («Storia del comunismo»), Diffusion de la Pensée Française, Chiré-en-Montreuil, pag. 380.
87 «L'odio d'un rappresentante delle masse oppresse e sfruttate è in verità il "principio della sapienza", la base di tutto il movimento socialista e comunista e del suo successo. Ma Gallacher dimentica evidentemente che la politica è una scienza e un'arte che non discende dal cielo belle e fatta, e non è data gratuitamente; e che se il proletariato vuol vincere la borghesia, deve formarsi le sue politiche di classe non inferiori a quelle della borghesia» (cfr. Lenin, La malattia infantile del comunismo).
88 Dice Lenin: «La nostra morale è interamente subordinata agli interessi della lotta di classe e da essa si deduce. Perciò diciamo: la morale considerata dal di fuori della società umana non esiste per noi, è una menzogna. Per noi la morale è subordinata agli interessi della lotta di classe del proletariato» (cfr. L. De Poncins, Histoire du Communisme, pag. 90).
89 «La rivoluzione è certo la cosa più autoritaria possibile. È un atto per il quale una parte del popolo impone la sua volontà a colpi di fucile, di baionette, di cannoni, cioè con mezzi estremamente autoritari. La parte vincitrice è necessitata a mantenere il dominio a forza del terrore che le sue armi incutono ai reazionari» (cfr. F. Engels, Sulla Comune di Parigi). «La dittatura del proletariato sorge non sulla base dell'ordine borghese, ma sulla demolizione [...]. È potere rivoluzionario fondato sulla violenza contro la borghesia. Chi attenua sia pur poco la disciplina di ferro nel Partito, dà man forte alla borghesia contro il proletariato. Gli elementi opportunisti del Partito sono sorgente di disgregazione [...]. Far guerra all'imperialismo avendo alle spalle tali "alleati" è esporsi al subire il fuoco davanti e di dietro. Perciò la lotta senza remissione contro tali elementi e la loro espulsione dal Partito sono condizione preliminare di successo della lotta contro l'imperialismo» (cfr. Stalin, Dottrina dell'U.R.S.S.: il terrore per Stalin è una necessità all'interno dello stesso Partito).
90 Già nel tempo della Rivoluzione Francese Danton proclamava: «I figli appartengono alla repubblica prima di appartenere ai loro genitori. L'egoismo dei padri potrebbe essere pericoloso alla repubblica. Ecco perché la libertà che noi lasciamo non giunge fino al punto di educare i loro figli in modo diverso da quello che piace a noi». E Ferry nel 1879: «Esiste un padre di famiglia che li abbraccia tutti: lo Stato». Il progetto di legge di Saint-Just diceva: «I figli maschi sono allevati dai cinque ai sedici anni dalla patria. Sono vestiti di tela in tutte le stagioni. Si coricano sulle stuoie di paglia e dormono otto ore. Sono nutriti in comune di radici, frutta, latticini, pane e acqua. Non mangiano carne prima dei sedici anni compiuti. Dai dieci ai sedici anni la loro educazione è militare e agricola. Sono distribuiti in compagnie di sessanta, ecc... Tutti i fanciulli conserveranno il medesimo costume fino ai sedici anni; dai sedici ai ventuno avranno il costume di operai; dai ventuno ai ventisei il costume di soldato, se non sono già magistrati» (cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 357; vedi anche il voto di Collin e Marchetti, le affermazioni di Condorcet in cfr. Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 358). Queste cose sono oggi realtà negli Stati comunisti, come gli allevamenti dei bambini cinesi o la sottrazione dell'autorità paterna in Russia... Quanto all'insegnamento religioso, vedi Mons. H. Delassus, op. cit., pag. 358.
91 Sulla persecuzione dei cristiani in atto nei Paesi comunisti informa con documentazione vagliata il mensile Russia Cristiana, con altri periodici più settoriali come Pro Fratribus per la Cecoslovacchia, ecc. Sulla scaltra strategia maoista per soffocare la Chiesa cattolica vedi A. Z., L'abito e la scodella di Mao, Spirito e Verità, suppl., 1978.
92 Cfr. E. Corti, L'epoca di Paolo VI, Solfanelli, Chieti 1978, pag. 135, lucida serie di articoli relativi alla degenerazione filo-marxista in seno al cattolicesimo italiano.
93 Cfr. E. Corti, op. cit., pagg. 94 e ss.; elenchi, fotografie e altre notizie relative a queste repressioni sono pure riportati nella rivista di Chiesa Viva, di Brescia.
94 Rapporto dell'U.S. News and World R., del 17 gennaio 1977.
95 Sulla strategia usata dal P.C.I. per imporre testi scolastici marxisti vedi L. Lami, La scuola del plagio, Armando, Milano 1977.
96 Non bisogna dimenticare, che ad onta del vantato innocentismo comunista, le azioni delle Brigate Rosse corrispondono ad una strategia di affiancamento al partito sostenuta dall'internazionale comunista.
97 La violenza provocata dalle Brigate Rosse in Italia nel 1977 fino all'assassinio di Moro è giunta al ritmo di almeno un incidente al giorno.
98 Sul compromesso storico vedi Buttiglione-Rosa, L'egemonia comunista e il problema politico dei cattolici, Quaderni «Cristiani e società italiana»; (vedi Mazza; Caruso, citazioni nella bibliografia). Lenin insegna: «Condurre la guerra per il rovesciamento della borghesia internazionale, guerra cento volte più difficile, più lunga e più complicata della più accanita delle guerre abituali fra gli Stati, e rinunziare in anticipo a destreggiarsi, a sfruttare gli antagonismi di interessi (sia pure temporanei) tra i propri nemici, rinunciare agli accordi e ai compromessi con dei possibili alleati (sia pure temporanei, poco sicuri, esitanti, condizionali), non è una cosa sommamente ridicola? [...]. Si può vincere un nemico più potente soltanto con la massima tensione delle forze e alla condizione necessaria di utilizzare nella maniera più diligente, accurata, attenta, abile, ogni benché minima "incrinatura" tra i nemici, ogni contrasto di interessi tra la borghesia dei diversi Paesi, tra i vari gruppi e le varie specie della borghesia nell'interno di ogni singolo Paese, e anche ogni minima possibilità di guadagnarsi un alleato numericamente forte, sia pure temporaneo, incostante, infido, condizionale. Chi non ha capito questo, non ha capito un acca né del marxismo, né del moderno socialismo scientifico in generale» (cfr. Lenin, La malattia infantile del comunismo).
99 Foglio dell'Ed. La Parola», Roma 1978 (da fonte socialista portoghese).
100 Si legga a questo proposito C. Levinson, Vodka-Cola, Vallecchi 1978, con lo elenco delle 604 imprese di partecipazione comunista, e tante altre informazioni preziose.
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