Padre-Alberto-Maggi
Alberto Maggi (ateologo)
Alberto Maggi, presbitero dell’Ordine dei Servi di Maria (quello di David Maria Turoldo), abusa del titolo di “teologo e biblista cattolico”. Il suo pensiero è al limite dell’ortodossia cattolica. Riporto qualche “pillola” di tale sedicente teologo.
Il Signore guarda i cuori, non i genitali delle persone.
A Sodoma e Gomorra furono distrutti sia cuori che genitali.
Il Concilio Vaticano II ha raccomandato che tutto l’insegnamento deve basarsi sulla Scrittura, sulla Parola di Dio.
Maggi, partigiano dello “spirito del concilio”, mente sapendo di mentire. Il Vaticano II parla apertamente di Scrittura e Tradizione. (Dei Verbum, cap. 2).
È appetibile l’idea che se tutto va bene, quindi se si schiva non dico l’inferno, ma il purgatorio, si va in paradiso a fare che? A contemplare Dio! Per quanto tempo? Per tutta l’eternità! Una condanna all’ergastolo! 
Per Maggi il paradiso è una prigione! Sappia, allora, che non è obbligato ad andarci. Può sempre scegliere di andare all’inferno.
L’esperienza della comunità cristiana è stata che Gesù non resuscitava i morti ma comunicava ai vivi una vita capace di superare la soglia della morte. Quindi nella prima comunità cristiana non si credeva che i morti sarebbero risuscitati, ma che i vivi avevano una qualità tale di vita, una potenza di vita che non andavano incontro al fatto della morte.
Avete letto bene? Gesù non ha mai risuscitato dei morti – evidentemente Lazzaro puzzava perché era uno sporcaccione – ma ha migliorato la qualità della vita delle persone, forse come il benessere occidentale. E i primi cristiani ne erano ben consci.  Maggi dovrebbe studiare, se non la teologia, almeno la storia. I primi cristiani preferivano farsi sbranare dai leoni non per la loro qualità della vita – non certamente delle migliori perché con la conversione cominciarono anche le persecuzioni – ma per non rinnegare Cristo.
Nel cristianesimo primitivo la risurrezione non avviene dopo la morte, ma avviene in questa vita.
Maggi ha mai letto il Simbolo apostolico, il “credo dei primi cristiani”, in particolare quel versetto in cui si professa la «resurrezione della carne»? I primi cristiani sapevano bene che anche i corpi saranno resuscitati. PS: Qualcuno mi sa dire come si fa a risorgere prima di morire?
Scrive Paolo: e ci ha fatto sedere nei cieli, quindi la nostra condizione è già la condizione della pienezza divina.
San Paolo ha semplicemente scritto che la Grazia ci fa pregustare l’ebbrezza della contemplazione divina.
Pertanto si può affermare che nella comunità cristiana non si credeva tanto alla risurrezione dei morti, ma a una vita capace di superare la morte, che è quella vita che viene chiamata eterna, ma attenzione, non per la durata, ma per la qualità.
Il fine dei primi cristiani non era una migliore qualità della vita, bensì la vita nuova in Cristo. Non erano interessati, come Maggi, ad un messia sociale, ma al Redentore delle loro anime.
Il termine paradiso è una parola che proviene dall’Iran (pardez) che significa giardino, parco e non significa altro che questo parco, un giardino. Nei vangeli si trova un’unica volta: quando Gesù parla della vita dopo la morte non parla mai di paradiso, di questo mito iraniano. Gesù parla sempre di una vita che è capace di superare la morte. Un’unica volta Gesù parla di paradiso, a chi? Al bandito inchiodato in croce con lui. Gesù non gli poteva (erano entrambi agonizzanti) star lì a fargli una lezione di catechismo. Allora gli ha parlato secondo il linguaggio che lui poteva capire. L’unica volta che appare il termine paradiso in bocca a Gesù è quando al ladrone dice: oggi sarai in paradiso con me.
Ma Maggi, il Vangelo, lo ha letto si o no? Ha mai sentito di parlare di discorsi escatologici?
Allora adesso noi leggeremo questo episodio, in pieno rispetto (capisco che non è facile cambiare la mentalità, staccarsi da immagini tradizionali) quindi se uno vuol rimanere nell’idea tradizionale veramente Gesù ha rianimato un cadavere, ci rimanga. Provi a non accantonare questa proposta di interpretazione che l’evangelista stesso che ci dà perché, probabilmente conoscete, anni fa uscì un libro di Saramago, portoghese – premio Nobel – sulla vita di Gesù e lui mette in scena questo fatto: Gesù sta per risuscitare Lazzaro e la sorella di Lazzaro gli si mette davanti per impedirglielo e gli dice queste parole: No, Signore perché nessuno nella vita ha peccato tanto da meritare di morire due volte. [...] Se uno vuol rimanere dell’idea tradizionale [che] veramente Gesù ha rianimato un cadavere, ci rimanga.
Ci rimaniamo, perché gli evangelisti sono molto più attendibili di Maggi e Saramago. La nostra fede è un fatto storico, non un’idea astratta o mitologica, come il sedicente teologo pensa.
Adesso la metto in maniera umoristica ma per far capire l’incongruenza. Se Gesù aveva la capacità di risuscitare i morti, qui al cimitero – almeno non dico tutto il cimitero perché avrebbe creato problemi nel paese, chi voleva la moglie, chi la casa, si sarebbero creati dei problemi – ma almeno quelli della fila di Lazzaro li poteva risuscitare; invece appena Lazzaro.
Maggi fa sempre ridere, anche quando vuol essere serio. Il Signore della vita e della morte è libero di dare, togliere e ridare la vita a chi vuole. Nessuno può lamentarsi di qualche discriminazione perché Dio non ci deve niente. Anzi, tutto Gli è dovuto.
Io appartengo a una generazione rincretinita dalla religione dove ci facevano credere che Dio era un padre estremamente misericordioso.
Ah già, i cristiani son cretini, Odifreddi docet. Se Dio non fosse un “padre estremamente misericordioso”, Maggi avrebbe già fatto la fine di… Non lo dico per carità cristiana.
Nella messa non si prega per il defunto, molti fanno celebrare le messe per il defunto. Questa è un’idea che offende Dio, far celebrare la messa per il defunto, sembra quasi (lo dico in maniera brutale ma comprensibile) che il defunto abbia bisogno di una spintarella, di una raccomandazione per salire nell’hit parade del gradimento del Padre eterno. Quindi uno più messe fa celebrare per lui e più è sicuro di salire vicino a Dio.
Mi sono persa qualcosa? Quando è stata abolita la Comunione dei Santi?
Gli uomini non arriverebbero mai, per quanto perversi possano essere, a immaginare che certe azioni naturali sono peccato. È la religione che ha inventato il peccato, e l’ha inventato per inculcare nelle persone il senso di colpa e così dominarle. Io invento il peccato, ti inculco il senso di colpa e soltanto io ti posso liberare da questa colpa, da questo peccato. Quindi è la religione che nella sua diabolicità ha inventato il peccato; è questa la cappa che impedisce a Dio di fare arrivare al mondo il suo amore. Se gli uomini sono sempre sotto la cappa del peccato, se gli uomini sono sempre timorosi di aver peccato, come possono percepire l’amore di Dio? Ecco Gesù ci ha liberato dal peccato inventato dalla religione. Quando dico che il peccato è una invenzione della religione, significa che la religione ti dice che è peccato atteggiamenti ed azioni che nessuna persona in condizioni mentali decenti arriva a pensare che sono un’offesa o uno sgarbo a Dio.
Il Concilio Ecumenico Vaticano I, un concilio dogmatico, non pastorale, ha spiegato che alcune grandi verità morali possono essere raggiunte anche con la sola ragione. Il Decalogo è “scritto” prima di tutto nel cuore dell’uomo. Del resto, il magistero pontificio di Benedetto ha avuto come fulcro il fondamentale rapporto fra fede e ragione.
Credo che per quelli della mia età il concetto di Bibbia era un concetto fumoso. Io da piccolo se chiedevo: Cos’è la Bibbia? Mi rispondevano: è il libro dei protestanti, perché la Bibbia era qualcosa che non faceva parte del patrimonio dei cristiani cattolici, era qualcosa di strano. E il vangelo per lo più lo si sentiva letto in latino, nella celebrazione eucaristica, ma non faceva parte dell’alimento della vita del cristiano.
Nonostante la traduzione nelle lingue volgari, per Maggi, la Bibbia resterà sempre il libro dei protestanti, essendo molto egli molto più protestante che cattolico.
La vita eterna non dipende dall’atteggiamento che hai avuto nei confronti della divinità, ma dall’atteggiamento che hai avuto nei confronti degli altri.
Sbagliato. «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16, 16).
La religione è una creazione degli uomini, mentre la fede proviene da Dio.
Sbagliato di nuovo. La religione è una “virtù infusa” che inclina l’uomo a rendere a Dio il culto dovuto come Creatore e Signore di tutte le cose, quelle visibili e quelle invisibili.
Una delle più importanti lezioni di teologia che ho ricevuto nella mia vita di prete me l’ha data un bambino di 8 anni quando al termine di un incontro, al momento dell’eucaristia, arriva una suora con tutta una scolaresca di bambini sui 6-8 anni. Era imbarazzante perché se l’eucaristia la celebri per gli adulti, significa annoiare mortalmente i bambini, e allora come si fa. Allora dico: bambini, noi stiamo per fare la messa, ma voi cosa volete fare, la messa o giocare? Ovvio, la risposta è giocare. Allora abbiamo fatto la messa a mo’ di gioco. Adesso mi metto sul tavolo, io sono Dio e questo è il paradiso; io faccio delle domande e chi mi risponde viene qui con me in paradiso. C’erano ormai tanti bimbi in paradiso e un bambino che era accanto a me ha suggerito ad un altro; allora gli ho detto: “tu hai suggerito, ritorna sulla terra”. Sapete cosa ha risposto? No, perché tu sei Dio e non puoi castigare! Una lezione di teologia indimenticabile.
Maggi “elimina” la messa per giocare a fare Dio. Abbiamo capito cosa non gli piace del Cattolicesimo: il fatto di non essere lui il dio che dev’essere adorato.