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giovedì 19 settembre 2013

LA SETTA CARISMATICA-Rilievi sul Movimento Carismatico detto anche "Rinnovamento nello Spirito

 
LA SETTA
 
 
 
Di Don Giorgio Maffei
"Se, per esempio, quando si raduna tutta la comunità, tutti parlassero con il dono delle lingue e sopraggiungessero dei non iniziati o non credenti, non direbbero forse che siete dei pazzi"?
 
San Paolo Apostolo
(Cfr. Prima Lettera ai Corinzi, XIV, 23).
 
button02_green.gif  INTRODUZIONE
button02_green.gif RICERCA MORBOSA DELLO STRAORDINARIO
button02_green.gif SENTIMENTALISMO
button02_green.gif STUDIO DI METTERSI IN VISTA
button02_green.gif PROMISCUITA'
button02_green.gif MIRACOLI
button02_green.gif CONCLUSIONE
button02_green.gifNEOCATECOMUNALI
 
 
Si è largamente diffuso tra i cattolici questo Movimento, seguito da molti fedeli di indiscutibile serietà e bontà. Si prega, c'è sentita de­vozione alla Madonna ed ai Santi, oltre che a Nostro Signore Gesù Cri­sto, s'intende. C'è rispetto per il sacerdote e per la Gerarchia; spirito di carità, di fraternità, ed anche di sacrificio. Si direbbe, a prima vista, un movimento buono. Eppure, ad un osservatore attento ed esperto, non sfugge qualche anomalia e stranezza in netta opposizione con l'auten­tica religiosità e pietà cristiana, tanto da suscitare non poche perplessi­tà, e fino a doverne dare un giudizio completamente negativo, non per il buono che c'è, ma per il male che guasta anche quello che c'è di buono.
Ne esporremo i maggiori difetti; non i semplici difetti che quasi inevitabilmente si trovano quaggiù più o meno in tutte le cose, dato che quaggiù la perfezione è assai difficile, ma i difetti che toccano l'es­senziale della vera ortodossia religiosa e sono inammissibili in un Movimento sedicente cattolico, specialmente se non c'è alcuna vo­lontà di eliminarli, ma se ne fa anzi un sistema ed una regola.
E dunque, ci chiediamo: un movimento che nega e rifiuta i carismi essenziali della Religione, almeno alcuni, non può chiamarsi movimento carismatico, ma, caso mai, anti-carismatico; e non si può dire che ci sia Rinnovamento nello Spirito, ma piuttosto deterioramento? Per cui bi­sogna aprire bene gli occhi per non essere trascinati ingenuamente in un inganno, che sarebbe molto dannoso allo spirito.
Dobbiamo però premettere e riconoscere che non tutti i gruppi, come non tutti i singoli aderenti al Movimento, hanno tutti i difetti che elencheremo, o li hanno nello-stesso grado; vi sono alcuni più moderati e ve ne sono altri spinti fino all'esaltazione ed al fanatismo, nei quali si nota chiaramente lo spirito ingannatore del demonio, scam­biato per Spirito Santo.
Ma, comunque, il pericolo sussiste anche per quelli più moderati, se non se ne tireranno fuori al più presto.
 

PRINCIPALI DIFETTI:
 
1° Ricerca morbosa di fatti straordinari: miracoli, visioni, segni dal Cielo, ecc...
 
La curiosità umana si sente molto attratta da questi fenomeni, ed è un po' naturale che ci siano queste tendenze nell'uomo. Ma, peraltro, bisogna dominarle, anzi respingerle, perché in opposizione alla fede e all'umiltà. La vera fede non va in cerca di queste cose, ma crede senza vedere, lasciando a Dio l'iniziativa di manifestarsi, se lo vorrà.
Non è detto che sia proibito frequentare persone o luoghi dalle qua­li o nei quali si è udito verificarsi fatti soprannaturali; anzi, siccome ce ne sono realmente, è cosa da farsi, con prudenza e moderazione, per­ché, se il Signore ritiene di manifestarsi in quei luoghi, o attraverso quelle persone, non lo fa solo per quelle, ma per tutti.
Tuttavia, in questi gruppi "carismatici" le "manifestazioni" non solo sono desiderate, non solo sono cercate, bensì pure provocate con riti che hanno tutto il sapore della magia. Dopo la recita del Santo Rosario, seguono preghiere spontanee, con parole strampalate (la co­siddetta glossolalia ), versi scomposti, gesti e atteggiamenti strani, accompagnati da musiche tut­t'altro che reli­giose, con stru­menti da jazz­ band, il tutto allo scopo di produrre in sè stessi un interio­re inebriamento,una
autosuggestione ed un'esaltazione che essi chiamano
"effusione dello Spirito Santo", mentre altro non è che delirio frenetico e farneticante. In alcuni casi, si giunge fino al parossismo, con danze, con abbracci e baci tra uomini, donne, preti, frati e suore, promiscuamente. Chiunque sia retto di cuore e sano di mente, giudichi se può chiamarsi pietà cristiana tutto questo. Ricordiamo le parole del Signore: "Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione [...]. Vi diranno: "Eccolo la! Eccolo qua "! Non andateci! Non seguiteli.
La vera pietà evita qualsiasi singolarità, fosse anche il semplice alzare o allargare le braccia alla recita del Pater noster durante la Santa Messa, gestualità riservata al celebrante, ma fuori luogo per gli altri. E che dire dell'uso di abbracciarsi e baciarsi tra uomini donne e con­sacrati? Sia pure del tutto castamente, spesso anche più volte nello stesso giorno, è senza dubbio esagerato e imprudente. Gesù, Nostro Signore, non ha mai dato questo esempio. Anche se San Paolo ha detto "Salutatevi col bacio santo", non così va interpretato questo passo. I Santi, che hanno avuto visioni, vere s'intende, non le hanno mai provocate;questo sarebbe del tutto in opposizione alla santità, e poi non sarebbero neppure state visioni vere.
Ma nemmeno le hanno cercate, e neppure desiderate, ma anzi, quando le hanno avute, non vi hanno nemmeno creduto subito, sia per umiltà che per prudenza. II primo atto è stato quasi quello di respingerle, di farsi il segno della Croce, di gettare acqua benedetta, e di confidarsi col confessore, prudente ed esperto s'intende, per non cadere nel tranello del demonio. Questo è press'a poco l'atteggiamento che ognuno do­vrebbe tenere qualora fosse favo­rito da fatti e da doni soprannatu­rali. I sedicenti "carismatici " fanno invece tutto il contrario .Vedono" segni di vario genere, "sentono" profumi, "odono" suoni o voci particolari, e non hanno alcun dubbio trattarsi di segni celesti.
Guai, anzi, a contraddirli, sia pure con prudenza e delicatez­za, per aprire loro gli occhi. Cre­dono che sia peccato contro la fede, ed invece è proprio contro la fede il loro atteggiamento.
C'è, all'opposto, un atteggiamento pure sbagliato e dettato dalla su­perbia: quello di molti, anche fra i consacrati, che non ammettono ir, alcun modo le manifestazioni soprannaturali, e respingono qualsiasi notizia del genere senza punto scomodarsi per indagare e accertarsi sulk realtà dei fatti, specialmente di quelli che sono realmente autentici. At­teggiamento superbo e imprudente, punito col fatto che, mentre respin­gono la Verità e la Luce, sono condiscendenti proprio verso questi falsi carismatici. E' proprio vero che delle volte gli estremi si toccano.
 

Sentimentalismo, non vera religiosità.
 
La religiosità di questi pseudocarismatici consiste per lo più in atti esteriori intesi ad esprimere sentimenti del tutto umani, ed a provare emozioni sensibili, più che ad elevare lo spirito a Dio. Molta e prolungata preghiera vocale, canti sentimentali i cui testi sembrano avere qual­cosa di sacro, e sono invece profani e lascivi, specialmente quando sono accompagnati da chitarre, che hanno lo scopo-di divertire più che di santificare.
Le cose vanno peggio allorché si uniscono gesti, atteggiamenti, posi­zioni del corpo che non hanno niente in comune con la pietà cristiana.
In molti gruppi più spinti ed esaltati, i riti fatti alla presenza del SS.mo Sacramento sono blasfemi, come lo stare sdraiati per terra, in promiscuità di sesso, sonnec­chiando, o peggio, e questo chiamandolo "adorazione".
Non c' e bisogno, però, di arrivare a que­sti eccessi per riprova­re il Movimento tutt'al­tro che carismatico. Lo Spirito Santo non lo si deve invocare con quei canti, gesti e musiche profane, bensì con la re­cita del Veni Creator e delle preghiere tradi­zionali della Santa Madre Chiesa, ma soprattutto con la sincerità e con la semplicità del cuore, che evita ogni singolarità ed esibizione esteriore.
Lo Spirito Santo è spirito, non sensazione; la Sua azione nelle anime è spirituale, non sensibile. L'unico effetto sensibile prodotto nelle anime dallo Spirito Santo - effetto però sempre soprannaturale e unicamente Suo purissimo dono - è costituito dalle consolazioni dette, appunto, "sensibi­li", provate dai principianti nella vita spirituale nella loro conversione dal mondo a Dio, con una gioia interiore che cancella tutte le altre gioie della vita.
Consolazioni che i sedicenti "carismatici" non hanno mai provato, perché se le avessero provate, non andrebbero in cerca di emozioni sensi­bili ed umane, incomparabilmente inferiori ed assolutamente incapaci di attirare la volontà verso la via stretta della Croce e della perfezione cristiana. Inoltre, la vera religiosità, non è fatta soltanto di preghiera vocale e di canti, di
convegni e di viaggi, ma anche di istruzione e di sforzo interiore per correggersi, per migliorarsi e per conoscere la volontà di Dio con profonde meditazioni e riflessioni sui libri di spiritualità e gui­da alla virtù. Esattamente ciò che è completamente trascurato dagli adepti di questa setta. Gli unici libri che leggono sono quelli che parla­no del loro Movimento e dei "miracoli" che vi si compiono. Riguardo al resto, cioè all'essenza della religiosità, pretendono di avere la scien­za infusa e, per essere guidati dallo Spirito Santo, sarebbe sufficiente fare quello che fanno, cioè cantare, pregare insieme e radunarsi insie­me per costringere il Divino Spirito ad effondersi su di loro.
Hanno, sì, rispetto e venerazione per il sacerdote; se ne incontrano uno serio e di pietà, se ne entusiasmano e lo vorrebbero con loro. Ma quando si accorgono che non ha visioni e non fa miracoli, soprattutto se non ha le loro stesse idee, né par­tecipa ai loro riti, peggio poi se non ne parla favorevol­mente, delusi, lo abbandonano.
Come si è detto, non tutti si comportano così;
molti conservano le buone tradizioni e la pietà che hanno appreso in passato, prima di seguire il Movimento. Diversi poi sono solo frequentatori occasionali e non sono stati inquinati dalle storture ivi riscontrate. Ma bisogna che prima o poi si accorgano di non trovarsi nell'autentica ortodossia cattolica.
 
 
 
3° Studio di mettersi in vista
 
C'è poca umiltà evangelica.Già la ricerca dello straordinario, del miracolo non solo negli altri,ma anche in se stessi, oltre che opporsi alla fede, è in opposizione al­l'umiltà. L'umile non si ritiene degno di fare miracoli, di aver visioni celesti e di possedere carismi eccezionali, che Dio concede raramente anche ai Suoi Santi. Tutti i sedicenti "carismatici" li cercano, senza chiedersi se ne sono o se non ne sono degni. La loro reazione, poi, quan­do vengono contraddetti, è tutt'altro che umile, ma per lo meno carica di disappunto.I miracoli essi non si limitano a pretenderli, a cercarli, a provocarli (come se si potessero produrre coi loro artifici), non si limitano a pren­derli subito e senz'altro per veri; non si limitano "solo" a questo, che è già contrario alla volontà dell'umiltà, ma si premurano anche di farlo sapere agli altri, raccontando per filo e per segno tutto lo svolgersi del fatto "soprannaturale" e"miracoloso". Questo ogni volta che certi fe­nomeni sembrano verificarsi o si verificano realmente. Perché, infatti, o per suggestione, o per opera del demonio, possono anche prodursi sul serio fenomeni non spiegabili nella sfera del naturale.Tutti, o quasi tutti gli aderenti alla setta hanno avuto (cioè, dicono di aver avuto) qualche visione, o hanno assistito a qualche segno celeste, oppure hanno percepito profumi, talora da essi stessi emanati. E come ci tengono a raccontarli, come pure i sacrifici, i digiuni , vantandosene e umiliando molti che più di loro e con più retta intenzione di loro vorreb­bero farli, ma che per ragioni di salute, di lavoro, o d'altro - anche talvol­ta di carità - ne sono impediti.Non ricordano le parole del Signore, che invita, sì, a fare penitenza, quella che è possibile fare, ma che dice di non "suonare la tromba" per farsi notare, ma anzi, di farlo nascostamente non solo agli occhi degli uomini: "Quando digiuni, profumati la testa e lavati la faccia, affinché il tuo digiuno sia noto non agli uomini, ma al tuo Padre Celeste, che sta nel segreto (del tuo cuore), e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa" 5. Bisogna nasconderlo per­fino a se stessi, cioè neppure compiacersene, perché è per grazia di Dio, e non per propria bravura che lo si è fatto: "Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra " 6. Lo stesso titolo di "carismatici" che si sono dati, è un titolo presuntuoso che dimostra semmai proprio il contra­rio, come colui che dicesse di essere santo, con ciò stesso dimostrerebbe di non esserlo. I presupposti dei carismi straordinari sono i carismi ordi­nari: la carità, la fede, l'umiltà, il nascondimento interiore che cerca di rimanere nel­l'ombra e sco­nosciuto, il patire e l'esse­re disprezzati soprattutto per la bontà e per la' virtù cristiana. A questi esorta San Paolo quando dice: "Cercate i carismi migliori ". A Dall'esaltazione verrà la guarigione?A questi alludeva l'Apostolo, non al dono dei miracoli delle profezie, delle lingue, ecc..., che vengono dopo i primi, e non sono come essi indispen­sabili. Saranno utili certamente al bene delle anime, ma bisogna lasciare a Dio l'iniziativa di concederli, a chi vuole, come vuole, quando vuole, finchè vuole e se vuole.
 
 
4° Promiscuità e permissivismo sessuale
 
 
E' la principale, se non l'unica, spiegazione del grande successo che il Movimento ha fra i giovani, la maggior parte dei quali mai frequenta la chiesa ed i Sacramenti, ma che, in occasione degli alle­gri raduni, non manca di farsi vivo.
Portano con se chitarre e se la spassano coi loro canti sentimentali. Nulla di strano che ci possano essere dei giovani, ma sono sempre stati mescolati a tutti gli altri adulti, anziani e bambini. Qui no Qui i ragazzi e le ragazze fanno una cosa a parte; arrivano insieme stanno insieme e ripartono insie­me . Non si vogliono notare atteg­giamenti sconvenienti, e non si vuole nemmeno pensare che ne abbiano in privato, eccetto qual­che lascività e facili contatti. Tut­tavia, ammesso e con concesso che non vi sia alcuna malizia nel fare stare sempre insieme i giova­ni in promiscuità di sesso; ipotizzando la loro assoluta purez­za di cuore, rimane sempre im­prudente per loro, e poco edifi­cante per gli "altri" il compor­tamento in discorso. Gli "altri" di cui stiamo parlando sono quelli che non fanno abitudinariamente parte del gruppo e che potrebbero, a ragione, restar scandalizzati da un simile comportamento .Quelli che ne fanno parte sempre oramai non ci badano, avendo coltivato uno spirito modernista e libertino .Gli stessi genitori che aderiscono al Movimento sono molto per­missivi verso i loro figliuoli e figliuole . Gli altri genitori, che lasciano andare figlie e figli a questi raduni, se non sono permissivi, sono peraltro molto ingenui, come nel lasciarli andare da soli alle "riunioni" ed alle gite parrocchiali, od ai cosid­dètti "campi scuola", o ad altri incontri organizzati da parroci senza scrupoli. Purtroppo, certo, questa prassi riprovevole non è solo del Rin­novamento nello Spirito. è un facile sistema usato da parroci e sa­cerdoti male formati per riempire le loro chiese, i loro "oratori" e le sale parrocchiali di giovani, che si vogliono educare facendoli pas­sare per la via larga della perdizione, anziché per quella stretta della salvezza . Tuttavia, anche se la corruzione ha raggiunto perfino monasteri ed eremi (aperti ormai a tutti i giovani in cerca di avventura) sarà sempre cosa biasimevole, sufficiente da sola a tener lontani i giovani (maschi e femmine) che desiderano impegnarsi seriamente e sinceramente nella Via di Dio, il consentire comportamenti tanto sconvenienti quanto, im­plicitamente, desacralizzanti.
 
 
 
 
Nelle assemblee presiedu­te da sacerdoti, talvolta avven­gono "miracoli", o sono "caccia­ti" dei demoni. Alcuni sacerdoti si sono per questo fatta una fama'. Di solito, durante la celebrazione della Messa, preannunciano il ge­nere di "miracolo" che sta per ve­rificarsi, soprattutto o soltanto guarigioni. E così avviene.
Che dire, dopo l'esposizione dei gravi difetti riscontrati in seno a questo Movimento? S'impone la necessità di fare alcune considerazioni riguardanti appunto i miracoli, specialmente la loro ori­gine ed il loro scopo .I miracoli possono venire da Dio, o da altre forze occulte preternaturali, che da Dio ricevono il consenso di agire10. In poche pa­role, possono venire o da Dio o da un demone. Però, solo quelli di Dio sono veri miracoli; quelli del demonio sono certamente fenomeni non normali, che l'uomo e le forze della natura non sono capaci di compie­re. Tuttavia, non sono veri miracoli, ma pseudomiracoli, cioè sono sem­pre satanici per la forza che agisce . Sì, il demonio, per giusta disposizione di Dio e sempre col Suo permesso, ha poteri e capacità di agire sulle forze della natura com­piendo, o facendo compiere, fatti prodigiosi che hanno tutto l'aspetto di miracoli. Può agire sui corpi, sugli oggetti, produrre cambiamenti, sparizioni o apparizioni di cose che prima non
c'erano. Talora provo­care anche sciagure, fenomeni atmosferici e tellurici, ecc..., imitando Dio e meglio ingannando i Suoi servitori. Pensiamo a Simon Mago che, con l'aiuto del demonio, si sollevava a parecchi metri dal suolo, per far vedere ai suoi spettatori che anche lui, come Gesù, era capace di salire al Cielo". E non si trattava di produrre suggestioni e illusioni negli astanti se, per le preghiere di San Pietro, le forze che lo sostenevano vennero meno, ed egli precipitò al suolo .Altre volte si tratta solo di suggestione, in una maniera però a noi sconosciuta. Così sono molti prodigi operati da prestigiatori, pratica­mente impossibili e`dove é chiaro che non può arrivare il trucco .Quelli che compiono tali prodigi non sono sante persone, ma impostori, avventurieri, ciarlatani, mercanti e viziosi che, per averne lucro e successo, hanno venduto al demonio la loro anima. I fatti prodigiosi, poi, sono semplici giochi, atti a suscitare la curiosità della gente, a farla divertire, senz'altra utilità che quella di dare spettacolo. Delle volte, tuttavia i prodigi in questione servono per fare del male come nel caso dei MALEFICI, che sono un'indubbia realtà.Non così sono i miracoli di Gesù e dei Santi. Dio non opera mai oziosamente e per trastullo, ma sempre per un fine superiore: per affer­mare la Sua Divinità, per manifestare la Sua benevolenza verso qual­cuno, o per accreditare qualche verità rivelata. Sempre a fin di bene, raramente per castigare, ma anche in questi casi per ammonire, per ri­chiamare e per mostrare in maniera sensibile le gravi conseguenze del peccato .E non c'è davvero ricerca di successo o di lucro. I miracolati non guariscono solo per qualche tempo, ma definitivamente, né miraco­li sono soltanto le guarigioni .I "miracoli" compiuti dai sedicenti "carismatici" non sono prodigi diabolici: hanno, almeno oggettivamente, il fine buono, di guarire da qualche malattia, o di liberare da un demonio, fatti in un'atmosfera di preghiera e di religiosità, invocando il Nome del Signore, non a fine di lucro, ne, vorremmo almeno sperare, di successo. Ma non ci sentiamo nemmeno di classificarli tra i miracoli veri e propri, compiuti da Dio e per fini da Esso voluti.
Dio compie il miracolo per manifestare la santità di una persona, per premiare la fede, per approvare un'opera e comprovarne la bontà. Però, il miracolo da solo, anche se viene da Dio, non è sufficiente ad approvare un'opera ed a comprovarne la bontà. Occorrono alcuni altri elementi indispensabili a dare valore comprovante al miracolo: in primo luogo la santità della vita, almeno quella ordinaria, comune a tutti, e la purezza ortodossa dell'insegnamento e della religiosità. Se manca uno di questi due elementi, non si può accettare il miracolo come segno dell'approvazione di Dio. La Chiesa stessa, per la canonizzazione dei Santi, non si accontenta dei miracoli da essi compiuti in vita od in morte; esige anche la pratica costante delle virtù eroiche e l'assoluta assenza di errori dottrinali . In Gesù, Nostro Signore, oltre alla potenza del miracolo, c'era anche la straordinaria ed uni­ca santità della vita; c'era l'altissima e perfettissima dottrina. C'erano poi le profezie che parlavano di Lui... C'erano in abbondan­za gli elementi per dimo­strare inequivocabilmente la Sua Divinità. I Suoi mi­racoli erano strepitosi e di indubitabile origine divina; eppure anche in Lui, alme­no alcuni dei miracoli, da soli, non sarebbero stati sufficientemente probatori. Erano probatori della Sua Divinità perché, come è detto dopo il miracolo del­la guarigione del sordomu­to, "ha fatto bene ogni cosa" . Ma quando i farisei accusavano Gesù di cacciare i demoni con l'aiuto di Belzebul, principe dei demoni, non dicevano una cosa assolutamente impossibile per se stessa; era impossibile in Gesù, per­ché evidente era la ,falsità dell'accusa che Egli fosse un peccatore e perciò d'accordo con Belzebul . Ma se un mago riuscisse a cacciare un demonio, di lui sì che si potrebbe dire che l'ha cacciato con l'aiuto di Satana. Il demonio ha potere di fare anche questo. E' un mentitore e lavora sempre per fare il male. Ma non sempre lo fa direttamente; spesso lo fa cominciando col fingere di fare del bene. E' intelligente e furbo e, all'occorrenza, può anche dire la verità, può fare "miraco­li", può cacciare demoni, magari facendoli entrare in qualcun al­tro che si presta al suo gioco, eventualmente in qualcuno che fa parte della stessa setta da lui suscitata e dominata .Questi "miracoli" del demonio sono, diciamo così, più "raffinati" di quelli accennati prima. Si direbbero una via di mezzo tra quelli del demonio e quelli di Dio, e sono più ingannevoli. Chi li compie, li compie in Nome di Gesù Cristo, ma "compierli in nome di Gesù Cri­sto" non significa farlo semplicemente invocando il suo SS.mo Nome, bensì pure con la santità della vita conforme alla Sua Volontà. Lo stes­so che "pregare nel Nome di Gesù Cristo" non significa farlo sempli­cemente con la bocca, ma anche col cuore e con la vita. Ha detto, infat­ti, il Signore: "Non tutti quelli che mi dicono Signore, Signore, entre­ranno nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo Nome? E non abbiamo noi nel tuo Nome cacciato demoni? E non abbiamo noi nel tuo Nome fatto molti miracoli"? Ma io risponderò loro: "Ritiratevi da me voi tutti operatori di iniquità"13. Parole che fanno pensare, perché il Signore parla di miracoli, di profe­zie, di cacciata dei demoni, tutto fatto nel Suo Nome. Eppure non a Lui gradito, perché fatto da "operatori di iniquità ". Può darsi che il Signo­re, essendo impegnato il Suo Nome, e con fede, faccia anche il miraco­lo richiesto. Ma, come non è sufficiente che sia invocato il Suo Nome perché il miracolo abbia forza comprovante la bontà di un'opera, così neppure è sufficiente la sola stessa fede. Dice, infatti San Paolo: "Quan­d'io parlassi le lingue degli uomini e degli Angeli, se non ho la carità, sono come un bronzo che suona [...]. E quando avessi la profezia e conoscessi tutti i misteri ed ogni scienza, e quando avessi tutta la fede, fino a trasportare le montagne, se non ho la carità, sono un niente" Occorre quindi anche la carità . Ma non pensiamo che la carità consista nel dire belle parole, nel mostrarsi gentili, nel fare elemosine, o qualsiasi altra opera buona este­riore, perché l'Apostolo continua dicendo: "E quando distribuissi ogni mio avere per sovvenire i poveri, e sacrificassi il mio corpo (fino) ad essere bruciato (per giovare ad altri); se non ho la carità, nulla mi giova" I'. La carità è la vita conforme alla volontà di Dio, modellata su quella di Nostro Signore Gesù Cristo e su quella dei Santi che lo hanno imitato nelle virtù evangeliche, come le hanno sempre insegnate i maestri di spiritualità della Chiesa . II Signore, poco prima di proclamare l'inaccettabilità dei miracoli compiuti dagli "operatori di iniquità ", aveva messo in guardia i disce­poli dai falsi profeti, indicando i segni per riconoscerli: "Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi vestiti da pecore, ma di dentro sono lupi rapaci. Li conoscerete dai loro frutti" 16. Non, dunque, dalle pro­fezie, non dai miracoli che fanno in Nome Suo, non perché cacciano i demoni, ma "dai loro frutti ". Dalle loro opere si riconoscono. Questo è il criterio per giudicare della bontà di un'opera e della credibilità di chi si autoproclama pos­sessore di carismi straor­dinari . Ora, i "miracoli" compiuti durante le grandi manifestazioni "carismatiche" bisogna inquadrarli nel contesto aberrante a cui si è ac­cennato. Potrà sembrare e s a g e r a t o l'accostamento delle espressioni evangeliche di biasimo e di condan­na agli animatori di quel Movimento e agli auto­ri di quei fatti prodigio­si. Sono sacerdoti, anche Vescovi, e talvolta persino Cardinali ",che riteniamo con buone intenzioni, gente da bene, non animata da venalità, almeno nell'apparenza sincera... Come si possono clas­sificare e chiamare "lupi rapaci", "mercenari", "falsi profeti", e "operatori di iniquità", dire che non abbiano la carità, quando invece tutta la loro opera sembra volta all'amore del prossimo, a fargli del bene, a liberarlo dal dolore,con uno sfondo di religioso amor di Dio?Diciamo, senza volerci riferire ad alcuno in particolare e senza giu­dicare nessuno nell'intimo della sua coscienza, che quegli aggettivi nel Vangelo non hanno lo stessissimo significato che hanno nella vita co­mune e materiale. Essere "lupi rapaci" in senso evangelico non signi­fica essere necessariamente spargitori di sangue, o depredatori di beni altrui. Chi rovina le anime anche promettendo loro beni e van­taggi umani che il Signore non ha promesso ai Suoi discepoli, quello - è Sant'Agostino che lo dice - è un lupo rapace, perché conduce le anime per una strada che porta alla rovina, o per lo meno a grave danno, non alla salvezza .Se lui non ha volontà di "sbranare" le anime, ce l'ha il demonio, e noi dobbiamo stare attenti a non renderci suoi servitori e complici con insegnamenti e pratiche erronee. Essere "mercenari" nel servizio di Dio e delle anime non significa esclusivamente operare il bene solo per lucro; lo si è anche quando si cerca se stessi, la propria affermazione e soddisfazione, il successo e gli applausi degli uomini. Essere "falsi profeti " non significa soltanto predire cose sbagliate non suggerite dal­lo Spirito Santo, ma.significa anche insegnare e praticare l'errore con apparenza di bene e di verità; non ci sarebbe altrimenti bisogno che il Signore ci mettesse in guardia: "Guardatevi dai falsi profeti".Non solo praticare e insegnare l'errore è sbagliato, ma anche tolle­rarlo e approvarlo negli altri. Non ci consta che la massa degli adepti rimanga edificata dal comportamento aberrante che tiene durante le pre­ghiere ed i "riti" carismatici. Oltre che dall'eccessiva libertà concessa ai giovani d'ambo i sessi di stare insieme col pretesto di un amore che non è cristiano, ma sentimentale e passionale, e che apre la via al pec­cato .La carità, poi, l'abbiamo già detto, non sta nel "parlare la lingua degli Angeli ", nel "darsi alle fiamme per giovare a qualcuno ", nella 'fede che trasporta le montagne", nel dire "Signore, Signore", cioè nel fare lunghe preghiere, nel 'fare profezie, miracoli e cacciar demoni nel nome di Gesù “.E’ difficile definire esattamente de in poche parole la supereminente carità evangelica, ma certo è fatta di umiltà, di semplicità, di nascondimento, di verità, di fuga da ogni esibizionismo e pubblicità. Non basta la probità della vita ed una certa umanità; anche tra i testimoni di Geova c'è onestà civica, si vogliono bene, si fanno e fanno del bene... Anche tra i, massoni. Eppure... Se, dunque, si ve­rificano fatti prodi­giosi in seno a questo Movimen­to, poiché servono a confermare l'er­rore e a diffonder­lo, non possono attribuirsi a forze buone e non pos­sono sono venire da Dio. Ma, se anche,per ipotesi, venis­sero da Dio perché compiuti nel Suo Nome - e Dio, quando fosse impegnato il Suo SS.mo Nome, potrebbe intervenire e fare il miracolo richiesto, benché "contro la sua volontà" - non potrebbe ugualmente essere accettato come prova della bontà di quel movimento e di tutte le cose aberranti che vi si fanno, perché il criterio per riconoscere la bontà di una persona, o di un Movimento con caratteri morali e spirituali, come si è detto, non sono i miracoli, nemmeno se compiuti nel Nome del Signore, bensì i frutti e le opere, che debbono essere conformi alla volontà di Dio e alla millenaria pras­si della Chiesa e dei suoi Santi. Le manifestazioni di "pietà" dei "cari­smatici" non sono tali .Il Movimento cosiddetto "carismatico", che abusa di questo termine, con ben altro significato, per definire presuntuosamente se stesso, peccando di superbia, come se pretendesse chiamarsi "Movimento dei Santi", e proprio con ciò stesso dimostrando di non essere né santo, né carismatico, sembra piuttosto una ramificazione del modernismo. La più insidiosa eresia di tutti i tempi, che si direbbe essere 1`eresia per­fetta". Ciò sia perché compiuta con estrema sottigliezza mimetizzando di bene, di fraternità, ed anche di pietà, di religiosità, e di spiritualità ogni cosa, sia perché non si è posta come le altre eresie fuori dalla Chiesa, ma vi opera al suo interno, con la generale condiscendenza del clero e della Gerarchia ecclesiastica. Come un tumore maligno che rode di den­tro l'organismo senza che l'ammalato avverta alcun dolore, e se anche uno dei pochi medici esperti gli dicesse che è affetto da una gravissima malattia mortale, non gli crederebbe e affermerebbe con convinzione ostinata di star bene e di godere ottima salute .E' perciò molto difficile intavolare un discorso con gli aderenti al Movimento al fine di persuaderli che la vera pietà cristiana e l'autenti­ca devozione è diversa da quella ivi praticata, anche se ci sono molte somiglianze ed affinità, che però servono solo a rendere più sottile l'in­ganno. Specialmente i più esaltati sono tenacemente radicati nelle loro convinzioni, dalle quali non si smuovono, anzi, sono talora suscettibili e reagiscono con stizza. Il loro fanatismo ed anche l'insistente aggres­sività per propagandare il loro Movimento li porta ad un gemellaggio, ciascuno nel proprio ordine, con i Testimoni di Geova. Come quelli pretendono di essere i Testimoni di Dio Padre ("Geova"), questi pre­tendono di essere i Testimoni dello Spirito Santo; gli uni e gli altri non sono né l'uno né l'altro.
 
 
 
 
 
 Per concludere, ripetiamo quanto detto all'inizio: i vari gruppi non sono tutti uguali, ma c'è una gamma che va dai più fanatici ai più mo­derati. Così è anche tra i singoli. Le riunioni di quelli che si definiscono col titolo di "carismatici", negli oratori, o anche nelle chiese, o in locali privati, ove gl'intervenuti si "drogano" spiritualmente con mani alzate, visi ieratici, urla, gesti, atteggiamenti e"musiche" che sono piuttosto rumori per favorire l'autosuggestione ed andare in un trance parossi­stico sfociante in danze, schiamazzi, abbracci, talora con pronuncia mento di "profezie" e frasi in lingue sconosciute ed altre stregonerie che essi chiamano "effusione dello Spirito Santo", sono riunioni sataniche da condannare senza mezzi termini .Le riunioni di quelli che definiscono il loro Movimento con l'espressioni più modesta di "Rinnovamento nello Spirito", sono meno spine delle suddette. Tuttavia, anche se in una forma più blanda e modera si riscontrano anche le stesse anomalie e si riscontrano anche le stesse anomalie strampalerie che mescolano la Religione con riti ed atteggiamenti che hanno il sapore della magia . Gravissima, poi,  la libera ed incontrollata promiscuità dei giovani d'ambo i sessi. Pure questi gruppi sono da condannare, anche se vi si dovessero compiere "miracoli" e vi tengono bei discorsi.Purtroppo, il Movimento si è talmente diffuso, che non vi è ormai più ambiente che non ne sia infestato. Gruppi più o meno numerosi s'incontrano un po' dappertutto, specialmente dove c'è maggiore fama di miracoli, di apparizioni celesti, visioni, segni prodigiosi che solleticano la curiosità e la voglia incontenibile dello straordinario.
I fatti soprannaturali possono essere autentici o dati per premiare la fedeltà degl'intervenuti, come nelle "apparizioni" di Medjugorje, c Montichiari ecc..., od anche nei Santuari tradizionali, ma dove arrivano questi gruppi, guastano il raccoglimento e la preghiera di quelli chi ancora conservano sana la loro religiosità. S'impiantano ed impongo i loro modi (sono riconoscibili dalle braccia tenute alzate) coi loro canti sentimentali e musiche con chitarre. Forse ci saranno dei gruppo non solo più moderati, ma che respingono le anormalità e le deviazioni pietistiche dei precedenti, però non fuori dal pericolo di essere trascinati dagli altri, del cui Movimento generale fanno parte. Chi può dire che tutte le Logge massoniche siano diaboliche allo stesso grado? Ce ne sono delle più blande (almeno apparentemente) che promuovono la fraternità, l'uguaglianza, il rispetto e l'aiuto reciproco e'verso chi è nel bisogno, ed altre forme di carità, magari tinte anche di religiosità e di spiritualità. Eppure, se il partecipare a queste associazioni massoniche non fosse peccato (a parte la condanna esplicita della Chiesa), peraltro sarebbe estremamente pericoloso, perché una volta messo piede in quegli ambienti, si può essere trascinati, sia pure impercettibilmente, verso forme peggiori. Così deve dirsi di questi gruppi moderati del "Rinnova­mento". C'è senza dubbio del buono, soprattutto per il fatto che gli ade­renti conservano quella pietà e quella religiosità che hanno appreso nelle famiglie e nelle parrocchie, quando ancora si insegnava il Catechismo di San Pio X e si dava la vera e sana educazione religiosa, morale e spiritua­le ai bambini ed ai giovani.E' doveroso, da parte di chi, per grazia di Dio, è nella luce, aprire gli occhi a questi, ancora buoni e disponibili ad essere guidati, ed infor­marli che nella Chiesa ci sono ancora gruppi di preghiera e cenacoli di spiritualità buoni e lodevoli da frequentare, senza pericolo che la fede subisca inquinamenti di sorta. In mancanza di questi, meglio starsene a casa e or­ganizzare cenacoli di preghiera in famiglia, o con persone di si­ cura ed autentica pietà.
 
A.M.D.G. Amen.
 
 
 
 
 
 
Mario P.
Sono stato ordinato sacerdote, domenica 24 giu­gno 1979, da S.S. Giovanni Paolo II, nella basilica di San Pietro. Dopo l'ordinazione, fui inviato in provincia di Viterbo. Lì ebbi modo di conoscere teoria e pratica del "Cammino N.C: "Già prima ne sapevo qualche cosa. In particolare ero stato colpito dall'assoluto esclusivismo e dal disprezzo esplicito per la Sacra Liturgia, il tutto con la connivenza, quanto meno implicita di non pochi vescovi.Cito solo alcune cose che già avevo avuto modo di vedere. Non si può consacrare le chiese, con tutti i riti prescritti dal Pontificale e poi, tu vescovo, subito dopo, andare a dir Messa nel salone attiguo adoperato dai N.C. per le loro riunioni! Non si può consacrare gli altari e poi celebrare Prime Comunioni e Cresime su due tavoli pieghevoli, chiesti in prestito al vicino ristorante! Soprattutto, non si può precisare che non è consentita la distribuzione della Santa Comunione nelle mani dei fedeli e poi lasciare che questi ultimi, in particolar modo se aderenti ai N.C., facciano il "self service", comunicandosi di propria mano, prendendo Le Sacre Particole dalla pisside ed intingendole dal Calice posto sull'altare. Pratiche queste, sia ben chiaro, che anche dopo l'emanazione di quell'infausto decreto della Conferenza Episcopale che consente anche in Italia di ricevere la Comunione sulle mani, RESTANO TUTT'ORA IL­LECITE, IN OGNI PARTE DEL GLOBO TERRACQUEO. ,Dal luglio 1981 al giugno 1988, fui destinato ad un convento, sempre in quel centro dell'alto viterbese presso il quale facevo da economo, oltre che da cappellano per una casa di riposo. Dopo aver celebrato presso l'ospizio alle 6,00 del mattino, in attesa che apris­sero negozi ed uffici, mi recavo in una delle parrocchie del paese. Il parroco, neocatecumenale, si comportava in maniera ad dir poco strana. Quando, in seguito a circostanze fortunose, potei avere il libro "Orientamenti", il manuale con cui i N.C. si preparano ai loro esami interni, che ne certificano il "quoziente di crescita cristiana" e/o di "unione con Dio", compresi i"fondamenti teologici" di tutte le sue stranezze.Davanti al Santissimo non si genufletteva mai. Né prima né dopo la Messa. Lo faceva solo durante, subito dopo la Consacrazione. Distribuiva sempre e solo le Particole che consacrava di volta in volta, anche a costo di farle in quattro e più parti. Non toccava mai la pisside nel Tabernacolo, che restava la anche anni interi. Caso mai avanzassero Particole, poi, non le riponeva nella pisside, ma le riportava in sacrestia, dove le conservava in un cassetto, da cui le prendeva il giorno seguente per "riconsacrarle". La spiegazione è che i N.C. non credono alla Presenza Reale di N. S. Gesù Cristo, così come insegna la Chiesa, ma solo ad una presenza di tipo simbolico-panteista e, comunque, limitata alla durata della Celebrazione Eucaristica.Riguardo, poi, alla Messa, i colori liturgici gli erano completa­mente indifferenti. Indossava i primi paramenti che gli capitavano tra le mani. Non celebrava mai le feste che ricorrevano durante la settimana, salvo che non ci fosse chi glielo chiedeva. La cosa più sconcertante è che celebrava spesso senza acqua e, a volte, senza vino, quindi, a rigor di termini, ammesso e non concesso che fossero validi i Sacrifici Eucaristici celebrati con le intenzioni di cui sopra, non potevano compiersi per assenza di materia! Stesso problema, poi, quando "celebrava" (a questo punto le virgolette sono d'obbligo) con un vino ormai divenuto sgradevole aceto.Potei così rendermi conto che, per un N.C., la Messa che celebra per la parrocchia è UNA MESSINSCENA! Una sorta di recita teatrale. La vera Celebrazione è quella che compie e presiede il sabato sera (spesso fino a notte fonda), con i membri della sua comunità.Quando esaminai gli "Orientamenti" (ciclostilati senza data o luogo di edizione, proprio allo scopo di, ove mai, come è successo in seguito a diatribe interne, saltassero fuori, poterne sempre negare l'origine) mi resi conto di tutto ciò che nel loro movimento mi ripu­gna e me lo fa apparire una setta, per certi versi non meno eterodossa dei Testimoni di Geova. Si tratta di tipici segni di quella "abominazione nel luogo santo" di cui parla N. Signore nel Vange­lo (Matteo XXIV, 15). Ah, se Fatima potesse parlare!Torna quanto mai opportuno riferire questi passi di San Giovanni Evangelista (Prima Giov. 11, 18-21) "Figlioli, questa è l'ultima ora. Come avete udito deve venire l'anticristo! Di fatto, ora molti cristiani sono apparsi! Da ciò conosciamo che è l'ultima ora! Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi: ma si doveva render chiaro a tutti che non erano dei nostri".Pur essendo amico di Pietro, sono convinto di dover restare sempre "magis amicus Veritatis, ergo Christi et Ecclesiae". Pertanto non potrò mai aderire all'invito pontificio a "valorizzare" quest'ope­ra che, in coscienza, ritengo non possa venire da DIO.
(dal periodico "Notizie" dell'associazione "Una Voce")

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