di Carlo Di Pietro & S.L.
Un resoconto breve, dettagliato e sconvolgente dei motivi riguardanti l’espulsione dei “Piccoli frati e suore di Gesù e Maria, Volantini Verdi” da parte del vescovo Russotto di Caltanissetta. Nel decreto di regolamentazione il vescovo “giustamente” allude alle manipolazioni della Sacra Scrittura, alle pressioni psicologiche, agli atteggiamenti ossessivi di reclutamento delle vocazioni e ai comportamenti illeciti adottati da fra Volantino. Per queste e altre ragioni gravissime, il Vescovo ha sottolineato a fra Volantino di non avere i requisiti psicologici, teologici e spirituali per assicurare un esatto e sereno discernimento vocazionale, e gli elementi per garantire ai giovani la formazione secondo le norme della disciplina religiosa, e quindi di lasciare la guida della comunità per almeno tre anni, affidandosi per la verifica a un sacerdote legittimamente delegato dal Vescovo. A prova di quanto è stato detto, il vescovo chiedendo umiltà, distacco e obbedienza a fra Volantino e ai suoi seguaci, ha avuto dagli stessi l’insubordinata contro-risposta.
Il fine di questo articolo è l’amore alla Chiesa e a Dio che è verità. Vuole essere anche un invito a fra Volantino, affinché chieda perdono, avendo la sua ribellione provocato tra i fedeli ingiusto sdegno. Lo scandalo ha indotto molti semplici e impreparati al risentimento verso la chiesa gerarchica e apostolica.
Queste parole sono dirette anche agli Alleati -ADPVV affinché trovino per amore di Cristo e della Chiesa il coraggio di esortare fra Volantino all’obbedienza, obbedienza che nel “Regolamento interno A.D.P-VV” (pag.11) egli promette al vescovo e raccomanda vivamente ai suoi seguaci come prova se un’opera o un segno viene da Dio o dal Maligno.
Il fatto che con la sua vita e predicazione abbia ottenuto risultati di conversione, non dice assolutamente niente.
E’ la parola di Dio che produce nel cuore questi risultati.
La storia è piena di esempi di eretici e insubordinati, e allo stesso tempo trascinatori di folle.
Le anime semplici sono facili a essere convinte da atteggiamenti di tipo emozionali, non avendo preparazione teologica e spirituale di alcun tipo, e in questo senso la responsabilità di fra Volantino è più grave.
Offriamo la visibilità degli scritti di fra Volantino, tratti da frammenti della “regola” presente nel sito www.fratipoveri.net con evidenti errori e atteggiamenti che hanno motivato il giusto e saggio intervento del vescovo.
1. Scrive fra Volantino: Infatti GESU’ dice: «Non prendete nulla per il viaggio, “nè bastone”, né bisaccia (cf. Mt 10,10), né pane, “né denaro” né due tuniche per ciascuno…» (né la biancheria intima di ricambio) niente! (cfr Lc 9.3). Fra Volantino falsa le parole del Signore; aggiunge agli avvisi sulla missione “il pane e la biancheria intima di ricambio.” Ma dove lo ha letto? Primo punto: durante i viaggi, frati e suore, non dovrebbero prendere il pane. Ma il Signore non ha mai dato una simile raccomandazione agli apostoli. E’ invece dimostrato dai Vangeli che gli apostoli portavano nella borsa il pane: “Quanti pani avete? Andate a vedere. E accertatisi, riferirono: Cinque pani e due pesci.” Mc 6, 38. Gli apostoli dunque portavano con sè i pani. Secondo punto: Fra Volantino obbliga frati e suore, durante i viaggi in autostop, a non portare “la biancheria intima di ricambio”. Oltre la spudorata indelicatezza di questa regolamentazione, dimostra avere una struttura psicologica estremamente poco brillante, con elementi di rigidezza e immaturità, congiunta a deforme interpretazione della povertà evangelica e del significato spirituale che il Signore diede alle sue parole. Il Signore non ha detto in quelle parole di estrema rinuncia e libertà di non prendere per il viaggio addirittura neppure le mutande. Soprattutto le donne hanno in natura necessità diverse da quelle degli uomini. Solo uno sciocco può farsi rapire da versi così confusi. C’è da stupirsi come coloro che lo seguono non abbiano occhi per vedere. La ragione di questa oscurità è dovuta probabilmente alla loro debole personalità, e ad un atteggiamento infantile ed emotivo.
2. Scrive fra Volantino: se dopo che il vescovo locale gli ordina per lettera scritta qualcosa, e di questo non ne tengono conto, allora molto probabilmente, per non dire certamente, quel veggente, o chi che sia, è imbrogliato da quello del piano di sotto, e dunque dovete cari ADP-VV interrompere subito i rapporti personali…….se non ascoltano i Vescovi nella loro diocesi neanche per lettera, non ascoltano neanche Dio, dato che così dice il Signore: «Chi ascolta voi ascolta me, e chi disprezza voi disprezza me, e chi disprezza me, disprezza Colui che mi ha mandato!» Queste parole sono state scritte da fra Volantino nel “regolamento interno ADP-VV” per indurre a cautela i responsabili dei gruppi, nei riguardi di chiunque presumesse avere un mandato o carisma speciale separato però dalla volontà del Vescovo. E’ esattamente quello che fra Volantino ha disatteso. Egli non ha dato ascolto alla volontà del suo Vescovo che, ispirato, lo aveva invitato ad attenersi ai consigli e alla corretta disciplina. Fra Volantino, l’obbedienza la insegna, ma non la pratica. Perché? Perché non è stato addestrato all’umile obbedienza. Non è obbediente e presume la sottomissione e l’obbedienza dei frati, delle suore e dei responsabili dei gruppi di preghiera? I santi hanno sempre obbedito alle disposizioni dei loro Superiori legittimi. Non è giusto far credere che abbia sbagliato il Vescovo. Il Vescovo ha agito con virtù e responsabilità. E’ giusto e santo ricordare ai “Volantini Verdi” le raccomandazioni di Sant’ Ignazio successore di San Pietro ad Antiochia: “Siate sottomessi al Vescovo come Gesù Cristo al Padre. Come il Signore nulla fece senza il Padre, così voi nulla fate senza il Vescovo. Tutto quello che il Vescovo approva è gradito a Dio, perché tutto ciò che si fa sia legittimo e sicuro. Alcuni parlano sempre del Vescovo ma poi agiscono senza di lui. Quanti sono di Dio e di Gesù Cristo sono con il Vescovo. Se siete sottomessi al Vescovo come a Gesù Cristo, dimostrate che non viene secondo l’uomo ma secondo Cristo. E’ necessario non operare nulla senza il Vescovo.”
3. Scrive fra Volantino: questo fratello e sorella – che devono farsi la correzione fraterna o ecc… siano sempre e imperativamente sotto lo sguardo di qualcuno! – all’infuori di questo comando Religioso, si rischia seriamente di incappare nell’immediata espulsione della nostra comuntà! Il Discorso vale anche per chi vede ciò ed essendo dei nostri, non riferisce ad un nostro superiore V.V., secondo la correzione fraterna Evangelica. (cfr Mt 18, 15-17..). Amen ! Fra Volantino, indicando le norme per la regolamentazione interna, vieta in modo imperativo e minaccioso che i fratelli possano adottare la correzione reciproca se non sono sotto lo sguardo di un terzo. Questo metodo lo chiama evangelico, quando invece Il Signore suggerisce proprio il contrario: “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo.” Mt 18, 15. Solo in casi gravissimi e dopo aver provato la correzione personale, il Signore suggerisce l’intervento di un terzo e addirittura dell’assemblea. Grave è la mancanza di tatto, di carità, di delicatezza richiesta ad un educatore evangelico. Più grave addirittura è la minaccia di “immediata espulsione” dalla comunità per l’esercizio legittimo della correzione fraterna. Questo atteggiamento rivela l’incapacità di condurre all’ordine i fratelli attraverso la sapienza della correzione e la comprensione, rivelando di non conoscere le norme più elementari di pedagogia educativa. La pressione psicologica è attuata attraverso la minaccia di espulsione. Il ragazzo vive il timore e l’angoscia della più lieve trasgressione di questo regolamento, sapendo di poter dopo molti anni di vita donata a Dio incappare nelle disposizioni inesorabili di fra Volantino, con conseguenti ferite e delusioni che potrebbero avere ripercussioni psichiche e morali molto serie. Non ci si pone in questo modo di fronte al dono che i giovani hanno fatto della loro vita. Questo atteggiamento non favorisce la pratica e lo sviluppo della virtù in modo sereno e progressivo. L’intimidazione è un atteggiamento immaturo e infantile: la ricerca di un mondo perfettamente rigido che non tiene conto dei tempi di Dio. Fra Volantino rivela una personalità fortemente infantile, egocentrica e manipolatrice come dimostra l’ossessivo modo con cui è continuamente menzionato dai seguaci. Basta ascoltare o osservare attentamente i video per rendersi conto delle motivate preoccupazioni del Vescovo Russotto.
4. Scrive fra Volantino: cibarsi della sola Comunione Eucaristica (che di già contiene le due specie Eucaristiche e sia del Pane e del Sangue nella sola Eucaristia) Il Vescovo ha ragione quando afferma che fra Volantino non è ferrato nella teologia. Fra Volantino scrive nella regola degli Alleati “regolamento interno ADP-VV” (pag. 6), che le specie eucaristiche sono “il pane e il sangue” cosa evidentemente non vera. Le specie eucaristiche sono il pane e il vino; il pane e il vino sono le caratteristiche sensibili dell’eucaristia. L’eucaristia è il corpo e il sangue di Cristo sotto le specie eucaristiche del pane e del vino. Transustanziazione significa la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del Sangue di Cristo. Questa conversione tuttavia conserva inalterate le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè “le specie eucaristiche”. Fra Volantino è in possesso di una teologia confusa, per questo motivo il Vescovo ha vietato che insegnasse privatamente ai frati e alle suore, e pubblicamente ai gruppi di preghiera.
5. Dice fra Volantino: chi non muore nella grazia di Dio, se ha fatto un minimo di bene prima di morire all’inferno non ci va. Nella video-catechesi sulla Sofferenza pubblicata su MySpace, al minuto 45:24… fra Volantino afferma che chi muore senza la grazia di Dio, si salva, a condizione che abbia fatto un minimo di bene prima di morire. Questa asserzione è falsa. La dottrina della Chiesa dice che all’inferno vanno le anime di tutti coloro che muoiono in stato di peccato mortale, cioè non in grazia di Dio. E non serve un gran numero di colpe gravi, ma basta anche una sola colpa grave di cui non ci si pente. Morire in peccato mortale senza esserne pentiti e senza accogliere l’amore misericordioso di Dio, significa rimanere per sempre separati da Lui per una nostra libera scelta. Nel catechismo si legge: “Le anime di coloro che muoiono, in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi dove subiscono le pene dell’inferno”. Non basta fare un minimo di bene nella vita per salvarsi, il bene compiuto in stato di peccato mortale, non ha radice nell’amore di Dio, cioè non è amore soprannaturale e per tale non viene ricompensato in modo Eterno ma solo temporale. Coloro che muoiono non in grazia di Dio, non vanno in Paradiso e neppure in purgatorio.
Clicca qui per scaricare il Decreto del Vescovo Russotto