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Il caso danilo
Quinto:
chi tocca il partito radicale muore di Marzio Morganti
Fonte:
http://www.uccronline.it/2012/02/21/il-caso-di-danilo-quinto-chi-tocca-il-partito-radicale-muore/
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A commento dell'articolo
precedente, «Il “caso Danilo
Quinto”», riportiamo quello pubblicato da UCCR il 21-02-2012
Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsiviUna lunga militanza nel partito Radicale, di cui fu anche Tesoriere, vent’anni della sua vita dedicati anima e corpo a sostenere le idee di un partito, senza alcun guadagno personale e per sincera devozione alla causa. Eppure tutto questo non è bastato a Danilo Quinto per farsi riconoscere quanto legalmente dovutogli. Ovviamente i radicali lo considerano un "traditore", anche perché di altarini radicali ne ha svelati!... E chi prova a mettere il naso negli affari di Pannella e soci -spiega Cascioli- (e Danilo Quinto il naso l'ha messo) deve mettere in conto di pagarne le conseguenze: gli amici dei radicali sono tanti, insospettabili e piazzati ovunque, nei posti che contano, pertanto attenti all'avvertimento: "CHI TOCCA MUORE!" e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione |
Una lunga militanza nel partito Radicale di cui fu
anche Tesoriere, vent’anni della sua vita dedicati anima e corpo a sostenere le
idee di un partito, senza alcun guadagno personale e per sincera devozione alla
causa. Eppure tutto questo non è bastato a Danilo Quinto per farsi riconoscere
due decadi di lavoro onesto e passione, ma gli è fruttato una denuncia a tavolino per supposte frodi ai danni del
partito Radicale per il cospicuo risarcimento di 200.000
euro. A nulla sono servite le prove documentate
della sua specchiata onestà, nei verbali originali delle riunioni dove
ogni movimento di denaro veniva approvato dallo stesso consiglio direttivo del partito.
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Danilo Quinto è oggi un sincero
credente dalla spiritualità profonda, figlio di un percorso verso la Fede
iniziato nel 2004 per merito della donna che sarebbe diventata sua moglie e la
madre dei suoi figli. Nel 2005 lascia il suo posto nel Partito Radicale,
chiedendo la giusta retribuzione per il lavoro svolto e iniziando di
conseguenza il calvario processuale di cui abbiamo
già parlato. Nelle sue parole traspare una serena
remissione alla volontà di Dio e nessun
odio verso i suoi nemici, sebbene è ormai chiaro che tutto quello che sta
passando non sia frutto di una sua colpa reale, ma della vendetta personale dei suoi vecchi compagni di
Partito.
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Sorge spontanea una domanda, a questo punto: come è possibile che un partito da sempre minoritario possa
riuscire a portare così tanto avanti una palese
vendetta personale? Cosa spinge i paladini della liberalità assoluta ad
accanirsi in questo modo contro un loro vecchio
collega, un compagno di battaglie per di più con una famiglia a carico? L’immagine di partito pacifista e progressista cozza
pesantemente con la realtà di sopraffazione verso i “traditori”. La corruzione e la falsificazione di prove processuali, per pura
vendetta personale, mostra come questo partito -scarso di sostenitori-, abbia in
realtà un’influenza che travalica i meccanismi della democrazia. Tutto ciò, per lo meno, dovrebbe
far nascere domande.
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Danilo su “La Bussola Quotidiana” ha più
volte dimostrato come la vera anomalia italiana sono i
soldi pubblici che arrivano al partito di Pannella,
a partire dall’Affare Radio Radicale. Egli ha
parlato delle paradisiache pensioni dei parlamentari radicali, al di là delle
loro battaglie di facciata, dei continui
introiti statali al Partito indipendentemente dal colore della
maggioranza di governo, dell’impresa politico-imprenditoriale che è oggi il
partito di Pannella & Bonino, dei veri motivi per cui
si battono per lo svuotamento delle carceri (coagulare una nicchia di
consenso). Infine ovviamente dei 10 milioni di euro
intascati per la loro radio, anche grazie all’inspiegabile supporto di politici
sedicenti cattolici, come Mario Baccini, Laura Bianconi, Luigi Bobba,
Pierluigi Castagnetti, Renato Farina, Giuseppe Fioroni, Marco Follini, Maria Pia
Garavaglia, Savino Pezzotta e Eugenia Roccella. Su questa vicenda, da poco
tempo, è stata aperta questa pagina Facebook a cui invitiamo tutti ad
aderire.
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Ma chi prova a mettere il naso negli affari di Pannella e soci, -spiega
Cascioli- evidentemente deve mettere in conto di pagarne le conseguenze,
perché gli amici dei radicali sono tanti, insospettabili e
piazzati ovunque nei posti che contano. In
questo articolo l’ex radicale descrive l’abbandono del “male”, come lo
chiama lui, ovvero l’addio al Partito. In
quest’altro la sua conversione. Siamo sicuri che
Danilo avrà giustizia, in questa vita o nell’altra. Diffondiamo quanto
possiamo la sua storia e le sofferenze che è costretto a subire: rendiamogli
giustizia per quello che è nel nostro potere di fare.
Marzio Morganti
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