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mercoledì 22 agosto 2012

INQUISIZIONI PROTESTANTI

INQUISIZIONI PROTESTANTI

Quanto piccola fosse l’importanza delle relazioni tra la persecuzione degli stregoni e il Papato e la Chiesa Cattolica, si può giudicare dal fatto che gli Stati Protestanti furono i primi ad impiegare la tortura e...
d il fuoco per l’eliminazione degli stregoni. È difficile dare un giudizio sul grado relativo di barbarie usata tra i cattolici e i protestanti con tale scarsità di documenti storici, ma, stando a quelli pubblicati sulle città dell’Europa centrale, sembra che, in questa caccia, i Riformatori siano stati assai più crudeli e spietati che non gli aderenti all’antica fede. Non servirebbe a nulla il cercar di redigere un elenco delle atrocità comprovate, quasi ovunque, da testimonianze, o discutere la verità delle denuncie più assurde fatte in entrambi i campi. Si narra che il giudice protestante Carpzovius abbia firmato 20.000 sentenze di morte, ma una tale affermazione non ha, con tutta probabilità, alcun fondamento. E faccio pure le più ampie riserve riguardo alle pretese condanne al rogo, in un solo anno, di 133 stregoni nella cittadina di Quedlingburg (1589) e della monte, nel 1613 e 1614, di 300 stregoni a Westernstretten, presso Ellwangen. È certo tuttavia che in nessuna parte d’Europa la fobia degli stregoni fu cosi violenta come nella Scozia, calvinista, e lo stesso Giacomo I, il re forse più adulato quale incarnazione di giustizia, umanità e saggezza illuminata che qualunque re mai vissuto prima, fu istigatore e testimone oculare dei tormenti inflitti a molti di quei disgraziati.

Di fronte a questa cecità e brutalità quasi universali, non sarà inopportuno far rilevare le eccezioni. Mentre, a tutta prima, gli Stati protestanti e cattolici sembrano sullo stesso piano, un esame più approfondito rivela invece una sensibile differenza. Presso i riformatori, l’iniziativa della persecuzione contro gli stregoni parte dai capi religiosi. Nel campo cattolico, invece, il movimento ha quasi sempre origine da timori ciechi del popolino ignorante o dalla malizia di uomini completamente indifferenti in materia religiosa, giacché gli eccessi non sono dovuti alla chiesa come chiesa. Non è indubbiamente difficile provane questa tesi mediante testimonianze che si dimostrano perfettamente conclusive, ma è impossibile tentarlo qui negli stretti limiti concessimi. Mi limiterò perciò ad alcune indicazioni.

Se la molla istigatrice della persecuzione degli stregoni fosse stata costituita dai Papi, dovremmo aspettarci di trovare che a Roma, città nella quale la loro autorità era completamente svincolata da interferenze esteriori, la crociata fosse condotta con la più spietata crudeltà. Ed invece è avvenuto proprio il contrario. Per quanto non si possa affermare con certèzza che nessun stregone sia mai stato bruciato vivo, è certo però, ed è generalmente ammesso, che Roma, in fatto di tolleranza verso gli indovini, fu sempre all’avanguardia di tutte le altre città europee. E che Roma sia spesso chiamata il paese del mondo più dominato dai preti, costituisce un’altra eccezione. Il signor Lecky ha dimostrato la singolare assenza di stregomania in Irlanda, quando afferma che «in un solo anno in Inghilterra e in Scozia sono perite per quel motivo più persone di quanto ne siano cadute in Irlanda in tutto il corso della sua storia». Preferisco però citare qui le parole di uno scrittore del «Dublin University Magazine», non certo sospetto di simpatia per Roma: «È però curioso come l’Irlanda, sebbene considerata di solito, e ben a ragione, un paese superstizioso per quanto riguarda spiniti e fate, sia stata invece sempre relativamente immune dalla strego mania».

Quel che si dice per i Paesi si può ripetere per gli individui. Quei figli della Chiesa che si conquistarono la venerazione da parte dei loro compagni per la vera santità della vita, e che furono poi canonizzati santi, come S. Filippo Neri, S. Carlo Borromeo, S. Ignazio di Loyola, S. Vincenzo de Paoli, S. Francesco di Sales, per quanto abbiano avuto sufficiente influenza per riformare intere città e popolazioni, pure non hanno mai usato di quell’influenza per cercar di distruggere l’impero di Satana mediante ecatombi di stregoni. Ben diversamente accadde coi riformatori Calvino e Lutero, Melantone e Giovanni Knox. La prima legge del parlamento scozzese comminante la pena di morte agli stregoni fu approvata nel 1563 su esplicita istigazione di Giovanni Knox, e in quell’anno stesso molte furono le vittime che dovettero soccombere. Giacomo Melvill, devoto ammiratore di Knox, ci narra che la prima esecuzione di cui fu testimone oculare fu quella di una strega di S. Andrews: «contro la quale il signor Knox — quell’eccellente servo di Dio — parlò dal pulpito, in presenza della stessa vittima, legata ad un pilastro di fronte a lui». Venticinque anni dopo gli immediati seguaci di Knox si diedero molto da fare nell’organizzare in tutto il regno la caccia agli Stregoni, sotto la personale direzione di Sua Maestà il Re Giacomo VI.

Quanto a Calvino, troviamo scrittori protestanti che dichiarano francamente che il codice penale, promulgato a Ginevra sotto la sua ispirazione, fu in realtà scritto col sangue più delle leggi di Dracone. Tra il 17 febbraio e il 15 maggio del 1545, si ebbero a Ginevra 34 esecuzioni, in gran parte di stregoni. I riformatori rimproverano persino al Papato la troppa longanimità dei cattolici nel condurre le persecuzioni. Più curioso di tutti è il fatto della condanna di certi stregoni, da parte di questo padre del Protestantesimo, ad essere «murati». Un decreto del Consiglio in data 2 aprile 1545 così dichiara: «si ordina che essi (cittadini proscritti che tornano dal bando) siano murati, e non siano tratti fuori sin quando non abbiano confessato la vera, altrimenti finiranno i loro giorni in questo tormento». (19)
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