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La massoneria e il mondo musulmano da Napoleone a oggi Parla l’esperto Antoine Sfeir: è in espansione dall’Iran alla Turchia
I grembiulini dell’islam
Di Camille Eid
"Massoni nei Paesi islamici? Esistono e da parecchio tempo. Ma in assenza di trasparenza, non è possibile valutare la loro influenza e peso reale. Di sicuro, e a partire dal XIX secolo, hanno giocato un ruolo di primo piano in quasi tutti gli eventi politici e sociali del mondo arabo". Antoine Sfeir, direttore di Cahiers d’Orient pubblicati a Parigi, consacra l’ultimo numero della sua rivista a "La squadra e la mezzaluna", frutto di una ricerca collettiva durata due anni su un tema finora considerato dai musulmani come un vero tabù. L’abbiamo intervistato.
La genesi della massoneria in Oriente è così remota?
"Dipende dalle regioni. In generale, si fa risalire all’epoca coloniale francese e inglese. E le differenze di rito si vedono ancora oggi: nei Paesi posti sotto protettorato britannico prevalgono le logge di obbedienza alla Grande Loggia d’Inghilterra, in quelli già sotto mandato francese, le logge sono fortemente marcate dal Grande Oriente. In Egitto, le prime logge spuntano con la spedizione di Bonaparte nel 1799, anche se lo sviluppo vero e proprio avverrà più tardi con Ismail Pascià, figlio dell’allora governatore d’Egitto, iniziato ai riti massonici da Ferdinand de Lesseps, l’artefice del canale di Suez. Anche nel Maghreb e in Libano, le logge sorgono con l’arrivo dei francesi, mentre per la Palestina si dovrà aspettare la Prima guerra mondiale e il mandato britannico".
Ciò sta allora a dimostrare che l’islam non è completamente impermeabile alle idee laiche, come talvolta si afferma?
"Un certo islam non lo è proprio, dato che la massoneria ha accolto, e sin dal XIX secolo, dei musulmani. In Francia, il numero dei musulmani che entrano nella massoneria è in continuo aumento. È d’altra parte innegabile che nei Paesi islamici i massoni sono stati a lungo sospettati di connessione con il sionismo e l’ebraismo. Si sa che molti ambienti islamisti sono contagiati dall’idea dell’esistenza di complotti giudeo-massonici. Ciò non vieta che vi siano musulmani iniziati e che abbiano continuato ad esserlo nonostante i rigurgiti di fondamentalismo".
E oggi come si presenta la situazione?
"Sembra che ci sia di nuovo una fioritura di logge qua e là, come in Libano dove se ne conta una sessantina con circa 2500 "fratelli". In molti Paesi, questa rinascita viene considerata appunto una forma di reazione al fondamentalismo islamico e all’inerzia dei vari regimi".
A quali categorie sociali appartengono i massoni musulmani?
"Sono medici, avvocati e funzionari pubblici, soprattutto magistrati. E, ovviamente, anche uomini d’affari che usano la loro affiliazione per fare business".
Ci sono dei nomi celebri?
"Massone era l’emiro algerino Abdel-Qader, esiliato nel 1860 dai francesi a Damasco e protagonista dell’avvio della massoneria in Siria. Massoni erano anche i Giovani Turchi, gli ufficiali che hanno destituito nel 1908 il sultano ottomano Abdulhamid (e che sono stati responsabili del genocidio armeno, ndr). Anche i membri dei primi circoli per l’indipendenza dei Paesi arabi si sono quasi tutti formati nelle logge. Fino ai nostri giorni. Secondo alcuni, molti dei leader islamici "moderati" che sono oggi al governo in Turchia avrebbero rapporti più o meno diretti con la massoneria".
E re Hussein di Giordania?
"Difficile da provare. Se ne parla con insistenza, ma personalmente non ho trovato documenti attendibili. Lo stesso vale per Mohammed V, nonno dell’attuale sovrano marocchino, o per l’ex presidente siriano Hafez al-Assad e numerosi uomini del suo entourage, come il ministro della Difesa Mustafa Tlass".
Come si spiega questa diffusione della massoneria in Siria?
"Mi sembra normale a partire dalla storica tradizione laica degli alauiti. Per le diverse minoranze religiose, l’appartenenza alla massoneria rappresenta un mezzo di resistenza alla schiacciante maggioranza sunnita, anche se ci sono ovviamente, soprattutto all’interno della borghesia di Damasco, Aleppo e Hama, molti massoni sunniti. D’altronde, questa borghesia è stata "iniziata" molto presto. L’ex presidente della Camera di commercio siriana era un Gran maestro della massoneria".
E in Iran?
"Dai tempi di Mossadeq fino a Abbas Hoveida (anni ‘50-‘60), c’è stata una visibilità continua della massoneria, che si è posta alla base di tutti i movimenti di pensiero nel Paese. Nei primi anni della rivoluzione khomeinista, si è assistito a un calo tangibile, ma oggi, e attraverso la diffusione di riviste culturali, sembra ci sia in atto una nuova espansione della massoneria in Iran. Non del tutto indifferenti sarebbero alcune correnti che si richiamano al presidente Khatami".
Si mormora che fossero massoni anche alcuni dei grandi riformatori islamici: Jamal-al-Din al-Afghani, Mohammed Abduh, Mohammed Rashid Rida…
"Rida, a dire il vero, ha successivamente preso le distanze, arrivando a denunciare la massoneria e a dar vita al movimento dei Fratelli musulmani. Se non è possibile parlare di una vera e propria iniziazione degli altri riformatori o di una loro adesione a circoli segreti, risulta palese che hanno subito un’influenza da parte degli ambienti massonici".
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Antico Ordine Arabo dei Nobili del Santuario Mistico del Nord America: É una corporazione paramassonica statunitense, ideata e creata a New York dai massoni Walter M. Fleming (un eminente medico) e William J. Florence (attore). Essi avevano in comune l’idea di una nuova Fratellanza riservata ai Liberi Muratori, in cui divertimento e buona compagnia venissero accentuati a scapito della ritualità. Il Fleming, che intorno al 1870 era una stella del palcoscenico, mentre i trovava a Marsiglia per uno spettacolo, veniva invitato ad una festa data da un diplomatico arabo. Il ricevimento consisteva in un’elaborata commedia musicale al cui termine gli ospiti diventavano membri di una società segreta. Era solo una specie di gioco, ma era condotto in modo tanto interessante da indurre Fleming a prendere molti appunti, che arricchì nel corso di altre due occasioni simili, cui partecipò ad Algeri ed al Cairo. Quando ebbe l’occasione di mostrare i suoi appunti al Dr. Fleming, questi ne fu tanto entusiasta da trasformare quelle idee embrionali in quello che sarebbe diventato l’Ancient Arabic Order of the Nobles of the Mystic Shrine, l’A.A.O.N.M.S., una sigla che, anagrammata, dà stranamente le due parole "A MASON", ovvero un Massone. Questa era forse ben più di una semplice coincidenza. Con l’aiuto di Charles T. McCleanachan, avvocato ed esperto di ritali massonici, di William S. Paterson, tipografo linguista e ritualista, di Albert L. Rawson, un Massone studioso di tradizioni arabe, massonico, il Fleming redase il rituale, disegnò gli emblemi ed i costumi rituali, formulò il saluto tra gli adepti (tuttora usata, consistente in "Es Salamu Aleikum", la pace sia con te, cui si risponde "Aleikum Es Selamu", con te sia la pace) e dichiarò che tutti i membri avrebbero portato un fez rosso. Come gioiello dell’Ordine venne adottata la Mezzaluna, con il motto arabo "Kuwat wa Ghadab", ovvero Forza e Furia. Oggi l’emblema dello Shrine include una scimitarra dalla quale pende una Mezzaluna, che sostiene la testa di una sfinge ed una stella a cinque punte. Il 26 settembre 1872, nella Casa Massonica di New York City, venne inaugurato il primo Tempio Shrine degli Stati Uniti, denominato Mecca. L’organizzazione non riscosse un successo immediato, visto che quattro anni dopo contava un totale di soli quarantatre membri. Nel 1876 venne creato il Corpo governante, denominato Gran Concilio Imperiale dell’A.A.O.N.M.S., Fleming venne eletto primo Grand Imperial Potentate e venne avviata una campagna pubblicitaria e di reclutamento. Le sue opere filantropiche divennero sempre più frequenti. Nella Sessione Imperiale del 1900, rappresentanti di ottantadue Templi e di 55.000 Shriners sfilarono in parata a Washington, passati in rivista dal Presidente William McKinley. Da allora il fenomeno Shrine fu inarrestabile nella sua espansione. I membri ed i Templi si moltiplicarono, nuovi ornamenti vennero aggiunti ad una crescente tradizione già ricca di fasto, e vennero formate nuove bande musicali. A partire dal 1906 venivano creati i primi circhi dello Shrine. Nel 1919 i membri ammontavano già ad oltre 360.000, e nel giugno 1922 venne fondato il primo ospedale dello shrine per bambini invalidi, con un regolamento esteso agli ospedali fondati in seguito secondo il quale "i bambini dovevano provenire da famiglie incapaci di sostenere le spese del trattamento ortpedico, dovevano essre inferiori ai quattordici anni (limite poi portato a diciotto anni), ed essere in condizione, a giudizio dei medici, di poìter essere curato od almeno validamente aiutati". La gestione della grande rete ospedaliera è affidata al Consiglio dei Curatori degli Ospedali dello Shrine per Bambini Storpi, eletto annualmente. I bambini vengono accettati senza alcuna distinzione di razza, religione e nazionalità, a titolo gratuito per loro e per chi li accompagna. Gli ospedali ortopedici e gli Istituti per grandi ustionati sono finanziati da un’autotassazione annua pro capite da parte di ogni membro, dalle attività per la raccolta di fondi dei numerosi Templi, dai contributi e dai lasciti dei membri o di simpatizzanti. Si calcola che oggi i membri dello Shrine ammontino ad oltre un milione, distribuiti in circa duecento Templi operanti negli Stati Uniti, in Canada, nel Messico ed in Europa, Qui è operativo dal 1950 un European Shrine Club (E.S.C.), costituito dapprima a Wiesbaden con la sponsorizzazione del Tempio Aahmes, poi ad Heidelberg con il Tempio Moslah. L’E.S.C. comprende oggi circa venti Oasi, tra cui il N.I.S.O., ovvero il North Italy Shrine Oasis con sede a Milano. Ogni Oasi è retta da un Presidente, ed ogni Tempio da un Imperial Potentate.
Antico Rito Noachita: L’Antico Rito
Noachita della Massoneria Universale è un polo iniziatico che tramanda i
gradi e gli insegnamenti connessi alla ierostoria di Noach (Noè) ed al tema
dell’Arca della Pace. Esso data alla metà circa del XVIII secolo, quando nei
gradi addizionali della Libera Muratoria prese stanza il mito Noachita,
giungendo poi fino a noi sooto svariate forme, nomi e filiazioni. L’A.R.N. si
fonda sul culto del Supremo Patriarca dei Mondi e sull’osservanza della Legge
Morale che Egli ha scolpito nel cuore dell’Universo. Pratica la venerazione dei
padri Antichi e della Natura Primordiale; nei suoi mistici riti ricorda
l’Alleanza che l’Eterno ha stabilito con tutti i viventi. Il sigillo dell’A.R.N.
è costituito dall’Arca che naviga sulle acque post-diluviane, vigilata
dall’Occhio Divino inscritto nel Triangolo Luminoso, e sovrastata da un
Arcobaleno che percorre lo sfondo. L’A.R.N. è suddiviso in tre gradi, simmetrici
e complementari rispetto a quelli della Massoneria Azzurra. Essi sono: 1)
Massone Illuminato o Fratello Verde, 2) Massone Sublime o Fratello Blu, 3) Real
Noachita o Fratello Rosso. L’A.R.N. ammette solo Maestri Massoni all’Obbedienza
di Grandi Logge Regolari (per il territorio italiano il G.O.I.), dei quali sia
attestato l’esemplare comportamento etico e muratorio. Citata la Premessa ed i
primi tre articoli dello Statuto Generale dell’A.R.N., risulta già evidente la
caratteristica essenziale della spiritualità e della procedura noachite. Questa
rappresenta una Massoneria del legno, e la base tradizionale di questa modalità
costruttiva è il testo biblico, nel quale la prima architettura di cui resta
traccia è quella dell’Arca, dettata a Noè dall’Eterno, in tutte le sue
proporzioni e, significativamente, secondo un modello tripartito. Rispetto alla
pietra, il legno rappresenta un materiale più sottile, più plastico,
corrispondente ad un minor grado di solidificazione dello Spirito;
pertanto esso ha priorità ontologica rispetto alla pietra. Nel primo grado il
Noachita incontra la Natura Primordiale. In essa "ogni creatura è posta nel
luogo che le conviene, ed ogni azione è compiuta nel migliore dei modi. Tutto
coopera ai Piani dell’Eterno". Il neofita viaggia dall’Occidente
all’Oriente, quindi verso l’Alba (sul piano uranico) e l’entrata dell’Eden (sul
piano tellurico). Il Creato viene descritto come immerso in uno stato di estasi
permanente, di lode e di tremore: "I cieli narrano la Sua Gloria, il
firmamento proclama l’opera delle Sue Mani; gli alti monti che Egli ha plasmato
dichiarano la Sua potenza; gli uccelli del cielo cantano ad alta voce le Sue
lodi, gli animali dei campi tremano alla voce del Suo tuono, e tutte le Sue
opere meravigliose rivelano la Sua insuperabile saggezza". Nel rito dei
quattro guadi, il Massone Illuminato sperimenta a ritroso le tappe della discesa
della Verità infinita nella dimensione umana. "Come il Sacro Fiume si
divide in quattro corsi che poi nuovamente si uniscono, così la Verità,
penetrata nella coscienza (simbolicamente situata alla base del capo), scende
nei centri sensoriali (simboleggiati dalle anche), nelle articolazioni del
movimento (simboleggiate dalle ginocchia) e nella stessa base della stazione
eretta tipica dell’uomo (le caviglie), per ricongiungere infine l’individuo alla
sorgente della Verità". Il rito commemora e prefigura la pienezza della
verità-coscienza, il tempo sacro in cui essa determinava e determinerà la vita
biologica e gli stessi meccanismi del mondo fisico: "trasformare il nostro
chiarore crepuscolare nella piena luce supermentale; instaurare la pace e la
felicità senza condizioni dove esiste solamente la tensione verso le
soddisfazioni effimere, minacciate dal dolore fisico e dalla sofferenza morale;
fondare l’infinita libertà in un mondo che ci appare come una costruzione di
necessità meccaniche ; scoprire e realizzare la vita immortale in un corpo
sottoposto alla morte ed ai cambiamenti senza posa; ecco cosa ci viene offerto
quale scopo della Natura nella sua evoluzione terrestre" (da La vita
divina di Aurobindo). L’A.R.N., a prescindere dal linguaggio biblico di cui
fa abbondante uso, ha comunque carattere universale, poiché Noè sta molto a
monte dell’ebraismo mosaico. Inoltre egli, come Profeta di Dio, viene venerato,
oltre che nel Cristianesimo, anche nell’Islam, il cui testo sacro contiene una
sura dedicata proprio a Nuh. L’universalità del Rito trova
riscontro nel vasto interesse internazionale (Svizzera, Brasile e Stati Uniti)
sollecitato dalla rivivificazione del noachismo massonico italiano.
Antico Testamento: É
un’espressione fu impiegata per la prima volta dall’apostolo Paolo (2 Corinzi
3, 14); "Testamento" è l’atto giuridico unilaterale mediante il quale
si dona senza ricevere alcunché in cambio, ed in questo specifico caso indica il
dono gratuito della Rivelazione di Dio. È la prima delle due parti di cui è
composta la Bibbia (v.) dei cristiani, corrispondente a grandi linee alla Bibbia
ebraica, nota come Tanak. Tale termine è formato dalle iniziali dalle tre
parole che indicano le sue parti: Töràh (Pentateuco), Nevi’im
(Profeti) e Ketüvim (Scritti ed Agiografi). Dagli ebrei viene anche usato
il termine miqrä, lettura. Si presume che fin dall’antichità esistesse
una biblioteca sacra in cui probabilmente si conservavano il Decalogo, il
Libro dell’Alleanza (con il Libro delle guerre del Signore, Numeri
21, 14, ed il Libro del Giusto, Giosué 10, 13), il Patto di Giosué
(G. 24, 26) ed il Patto di Samuele(I S. 10, 25). In II Re 22 si
parla del Libro della Legge, trovato nei sotterranei del Tempio durante
il regno di re Giosia (forse il Deuteronomio). In Re sono ricordati il
Libro degli atti di Salomone, ed i Libri degli Annali dei re di Giuda
e dei re d’Israele. I manoscritti del Mar Morto (v.), di cui il più antico
frammento è stato datato al V secolo a.C., ed i più recenti al II secolo d.C.,
hanno –restituito tutti i libri dell’A. con eccezione del Libro di Ester.
É interessante rilevare che nei diversi manoscritti si riscontrano varianti che
aiutano a spiegare le differenze tra il testo comunemente accettato e le più
antiche traduzioni conosciute: la greca dei Settanta (v.) e quella aramaica. Una
lista redatta nel corso del sinodo di Yamnia (90-100 d.C.) sintetizza i
risultati di una lunghissima indagine selettiva (durata dal V secolo a.C. al II
secolo d.C.), elenca i 24 libri ritenuti di ispirazione divina, detti canonici,
mentre i libri non accettati furono poi definiti extracanonici od apocrifi. I 24
libri canonici sono: 5 Torah; Pentateuco; Bereshit
(Genesi); Shemot (Esodo); Waiqra (Levitico); Bamidbar
(Numeri); Devarim (Deuteronomio); 8 Nëvi’im (Profeti); 4
ri’shonim (anteriori); Yehoshua’ (Giosué); Shöfetim
(Giudici); Shemü’el (Samuele I e II); Melakhim I-II (Re I e
II); 4 aharönim (posteriori); Yesha’yah (Isaia); Yirmeyäh
(Geremia); Yehezqë’l (Ezechiele); 12 profeti minori in un solo libro:
Höshëa’ (Osea), Yö’ël (Gioele), ‘Amos; ‘Obadyah (Abdia),
Yönah (Giona), Mikhäh (Michea), Nahuma, Habacük
(Abacuc), Zefanyäh (Sofonia), Hagay (Aggeo), Zekaryah
(Zaccaria), Mal’äkhi (Malachia); 11 Këtuvin (Agiografi); Tehillim (Salmi);
Mishlòë (Proverbi), ‘Iyöb (Giobbe), Shir hashirim (Cantico dei
cantici), Rüt, ‘Ekhah (Lamentazioni), Qohelet
(Ecclesiaste), ‘Estër, Däni’el (Daniele),
‘Ezra-nehemyäh (Esdra-Neemia), Divrë hayämin I-II (Cronache I-II).
In contrasto con la decisione di Yamnia, gli Ebrei di Alessandria d’Egitto, che
da tempo avevano adottato la lingua greca, considerarono ispirati alcuni libri
scritti originariamente in greco, adottando una raccolta più ampia della
precedente, come risulta dai manoscritti dei Settanta. Tale raccolta
servì da base per il Canone cattolico dell’A., di cui fanno parte alcuni
degli apocrifi, con denominazione cristiana Deuteronomio, ed alcune
aggiunte ai libri di Daniele ed Esdra. La Bibbia protestante segue invece il
canone ebraico. L’espressione A. fu impiegata per la prima volta dall’apostolo
Paolo (2 Corinzi 3, 14); "testamento" è l’atto giuridico
unilaterale mediante il quale si dona senza ricevere alcunché in cambio, ed in
questo specifico caso indica il dono gratuito della Rivelazione di Dio.
Anticristo: Anti Messia, in cui
il prefisso ha il duplice significato di opposizione e di sostituzione.
Avversario di Cristo che, verso la fine dei tempi, sedurrà molti cristiani, ma
sarà poi annientato proprio da Cristo nella sua parusìa (v.).
Nell’apocalittica giudaica non appare un A. individuale, ma prevale
un’identificazione fra A. e nemico del popolo di Dio. Neanche i Vangeli parlano
di un A. individuale, e Gesù si limita a preannunciare molti pseudocristi e
pseudoprofeti (Matteo 24-25; Marco 13, 22; Giovanni 5, 43).
La prima menzione esplicita dell’A. appare in s. Paolo, che lo identifica con
l’uomo dell’iniquità, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni
cosa che viene definita Dio, fino ad assidersi nel tempio di Dio, additando sé
stesso come Dio (II Tessalonicesi 2). Nelle sue epistole Giovanni afferma
che l’A. è già nel mondo, anzi "sono già apparsi molti A." (I 2,
18), e dichiara: "Questi è l’A. che nega il Padre ed il Figlio" (I
2, 22). L’Apocalisse è il quadro profetico della lotta fra Cristo e l’A.: la
Bestia del mare (13, 1-8) che combatte e vince i Santi di Dio è l’A. politico,
mentre la Bestia della terra (13, 11-17), che le è subordinata come profeta,
è lo pseudoagnello. Dal II secolo ad oggi gli esegeti hanno riconosciuto
nell’A. una persona individuale; ma abbiamo visto che questa tesi non trova
riscontro negli scritti biblici, perché anzi dai testi di Paolo e Giovanni l’A.
appare come il segno di un’opposizione collettiva. Le identificazioni
individuali dell’A. sono state innumerevoli nella storia: da Caligola a Nerone,
fino a Federico II e Napoleone e, in tempi più recenti, Hitler e Stalin. Nel
Medioevo si accentua la paurosa attesa dell’A., nel clima del millenaresimo
(v.); ma spesso il termine ha senso esecrativo, come in Caterina da Siena,
che chiama l’antipapa Clemente "A. e membro del demonio" (lettera 306).
Poiché il concetto di A. è sempre stato accoppiato all’idea di apostasia (v.),
l’attuale apostasia progressiva del mondo moderno ha fatto identificare l’A. con
questo mondo materialista ed ateo (Merezkovskij). Leone XIII denuncia "l’odio
implacabile che arde nel cuore di Satana" (Humanum genus, 1884), e Pio X
ravvisa l’A. nella società atea e pagana (E supremi apostolatus cathedra,
1903). É quindi ormai prevalente, in tutti gli esegeti moderni,
l’identificazione dell’A. in una forma collettiva, in cui il male si oppone a
Cristo e vi si sostituisce.
Antidoro:
Termine impiegato nel culto greco ortodosso per definire il
pane benedetto, ma non consacrato, distribuito ai fedeli che, per varie ragioni,
non possono accostarsi all’Eucarestia (v.). Viene anche così chiamato il pane
dal quale è staccata la parte da consacrare. Derivato dal greco, significa «invece del dono», ed infatti sostituisce
il «dono», ovvero l’Eucarestia, un
sacramento che la liturgia greca definisce «dono santo».
Antilegomena:
Termine derivato dal greco, che significa «contestati». Rappresenta dato da
Clemente Alessandrino e da Eusebio ad alcuni libri del Nuovo Testamento (v.),
non tutti accettati dal Canone (v.). Tra questi l’Apocalisse di San Giovanni, di
San Giuda e di San Giacomo, nonché la seconda lettera di San Pietro. La medesima
denominazione è stata estesa dalla Chiesa ad alcune opere considerate non
ispirate, come i Vangeli apocrifi (v.). Gli A. vengono indicati anche con il
nome di Deuterocanonici.
Antimonio: Nella tradizione
alchemica è una sostanza che può annulla tutti i veleni, ed ha qualità simili a
quelle della Pietra Filosofale (v.). Per tale ragione viene anche denominato
Grande Arcano (v.) o Pietra del Fuoco, Acqua celeste, Anima
intellettuale, in grado di liberare l’essere umano dalle scorie materiali,
innalzandolo spiritualmente. Nel Seicento il simbolo dell’A. era il Quadrato
sormontato dal Triangolo, che ricorda la pietra Piramidale, presente tra i
simboli di molte Logge massoniche. Nell’A. è anche compreso il conectto del
Rebis (v.), termine composto da res (cosa) e bis
(doppia). Basilio Valentino (v.) definisce l’A. il Lupo grigio dei
filosofi. Nella Grande Opera degli Alchimista, il De Yge sostiene che
"Nell’isola di Chio (Mar Egeo) sorgeva una statua della dea Diana, la quale
vista da lontano appariva mostruosa, mentre da vicino era invece bella e
gradevole. Per lui questa era una rappresentazione, seppure alquanto ingenua,
dell’A. e delle sue caratteristiche.
Antinomiani:
Nome di alcune sette eretiche, dette anche Anomiani, sorte al
tempo della Riforma. Tra queste la più importante come capo I. S. Agricola,
detto anche Schmitar, teologo tedesco, dapprima amico e poi avversario di Martin
Lutero. Gli A. sostenevano tra l’altro la piena libertà del cristiano da ogni
vincolo morale, rinnegando il principio luterano secondo cui la sola fede
sarebbe sufficiente a garantire la salvezza dell’anima.
Antipapa: Colui che, eletto al
papato in modo non canonico, ne assume le dignità e l’autorità, provocando tra i
fedeli una scissione, e spesso un vero scisma. La storia degli A. è lunga e
complessa, ed anche il numero di essi è incerto: da Ippolito (217-235), prete
romano, che fu poi martire e santo, fino a Felice V (Amedeo di Savoia, 1440-49),
I computi variano dai 25 ai 40. Questa differenza dipende dai diversi criteri
seguiti per definire il concetti di A.: per es., mentre gli storici protestanti
attribuiscono valore alla deposizione di un papa legittimo per motivi politici,
i cattolici lo negano assolutamente. In occasione del grande scisma di
Occidente, vi furono contemporaneamente anche due diversi A., di obbedienza
avignonese o pisana. In contrasto con l’obbedienza romana. Vari concili hanno
comminato pene severissime agli A. ed ai loro fautori, pene acquisite negli
articoli (can. 2314) del codice di diritto canonico (v. Papi).
Antonio
abate: Santo
(Coma, Aeman, medio Egitto 250-deserto presso il Mar Rosso, 355). Sant’Atanasio
lo definì fondatore dell’ascetismo. Rimasto orfano a 18 anni, distribuì ai
poveri tutti i suoi beni e si ritirò al di là del Nilo in un castello
abbandonato, dove visse per vent’anni, e dove affrontò numerose tentazioni
diventate leggendarie. Il suo esempio gli attrasse molti discepoli, che presto
costituirono una vasta schiera di eremiti, di cui A. era padre e maestro (305).
Durante la persecuzione di Massimino Daia (310) venne ad Alessandria per
confortare e soccorrere i cristiani. Ritornata la pace, A. si ritirò in più
stretto isolamento nel deserto presso il Mar Rosso, da dove Sant’Atanasio lo
richiamò in Alessandria (335) per combattere gli ariani, molti dei quali furono
da lui stesso ricondotti alla fede. Ritornato nel suo ritiro, visse ancora
vent’anni. Prima di morire si fece promettere dai due discepoli più vicini a lui
che non avrebbero mai rivelato il luogo della sua sepoltura. Secondo la
leggenda, la tomba sarebbe stata scoperta nel 565, ed i suoi resti portati ad
Alessandria, poi a Constantinopoli (635) e quindi in Francia (IX-X secolo), a
St. Didier-de la Motte, e finalmente a St. Julien di Arles (1491), dove sono
tuttora conservati. La figura di A., già grande per la sua ascesi personale,
assume un’enorme importanza per l’influsso che ebbe sulla vita eremitica,
costituendo comunità che vivevano una vita simile, con pratiche comuni, ma senza
una regola determinata. La devozione attribuitagli divenne presto molto
popolare: si faceva ricorso a lui contro le epidemie e le pestilenze, e
specialmente contro il «fuoco di
Sant’Antonio» (herpes zoster). Nell’iconografia A. viene rappresentato come
un vecchio dalla lunga barba bianca e con ampio saio. Porta il bastone degli
eremiti a forma di T (detta croce egizia di Sant’Antonio) ed un campanello che,
come pure il porco sempre raffigurato nei suoi pressi, ricorda taluni privilegi
medievali concessi all’ordine degli Antoniani, ora scomparso. A. è protettore
degli animali domestici, ed il giorno della sua festa (17 gennaio) ha luogo la
benedizione degli animali, che in varie città assume aspetti tradizionali
particolari. La vigilia di tale festa in molte località vengono accesi i falò di
Sant’Antonio, enorme cataste di legna formate con la partecipazione collettiva,
che bruciano per vari giorni, e di cui ognuno conserva poi qualche tizzone
propiziatorio.
Antonio da Padova: Santo e dottore della Chiesa (Lisbona
1195-Arcella, Padova, 1231). Entrato fra i canonici regolari di Sant’Agostino,
studiò dialettica e teologia nel famoso monastero di Santa Croce in Coimbra. Nel
1220 entrò nell’ordine francescano, e partì per il Marocco sennonché,
ammalatosi, riparò in Sicilia. Partecipò poi al Capitolo generale della
Porziuncola (1221), dove incontrò San Francesco, e dove venne assegnato alla
provincia di Romagna, nell’eremo di Montepaolo, presso Forlì. Rivelatosi valente
oratore, fu destinato alla vita attiva, nell’insegnamento e nella predicazione.
Primo tra i frati minori, insegnò teologia a Bologna ai suoi confratelli,
avendone avuta licenza da San Francesco stesso. In Francia (1225) predicò in
varie città, ed insegnò a Montpellier ed a Tolosa. Ritornato in Italia, fu
ministro provinciale per l’Italia superiore dal 1227 al 1230. Ripresa la via
dell’apostolato attivo, ottenne strepitosi successi con la sua predicazione
avvalorata da numerosi miracoli. Canonizzato da Gregorio IX (1232) soltanto
undici mesi dopo la morte, venne nominato dottore della Chiesa da Pio XII
(1946). La formazione di A. era essenzialmente biblica; papa Gregorio IX lo
definì «Arca del Testamento e Scrigno
delle sacre Scritture». A. segue la teologia agostiniana, specialmente nel
problema della Grazia. Ma più che uno speculativo, egli fu essenzialmente
pratico, dando alla sua predicazione un
tono popolare estremamente efficace. Gli scritti di cui è stata accertata
l’autenticità sono «Sermones per annum
dominicales», (prediche per le domeniche di un intero anno), e «Sermones im festivitatibus Sanctorum»,
(prediche per le feste dei Santi), in cui A. si rivela, oltre che un maestro di
oratoria sacra, anche un asceta ed un mistico profondo. In figura la famosa
Basilica di Sant’Antonio a Padova (1231-1300).
Antonismo: Moderno
movimento religioso che prende il nome da Luis Antoine (1846-1912), un guaritore
belga che promulgò una dottrina in cui convergono idee attinte alle scienze
occulte, alla teosofia (v.) ed alla religione cristiana.
Antropofagia:
Termine derivato dal greco
andrwpofagia,
composto di andropoz,
uomo, e fagein,
mangiare. Definisce l’usanza di cibarsi di carni umane a scopi liturgici o
magici, o più semplicemente alimentari. Tale costume, diffuso in età neolitica
nel nord Europa e nell’Africa settentrionale, si era conservato in altre aree
fino a tempi relativamente recenti, e presso comunità di tipo etnologico, me di
livelli poco sviluppato. I principali focolai dell’A. si trovavano nell’Africa
equatoriale, nella Melanesia (Nuova Guinea, dove pare permanga tuttora, Nuova
Caledonia ed in Amazzonia). L’A. è conosciuta anche sotto il nome di
cannibalismo, termine derivato da Cannibi, nome con cui erano noti i Caribi,
popolo stanziato a Nord del Rio delle Amazzoni che abitualmente si nutriva di
carne umana. Le forme di A. sono due: l’endocannibalismo e l’esocannibalismo. Il primo era praticato
all’interno di ciascun gruppo umano, e poteva avere una coppia di opposte
giustificazioni. Innanzitutto si volgeva ai soli familiari defunti e deceduti
per cause naturali, poiché si riteneva che così venisse loro offerta la
sepoltura più degna; talvolta tale patrofagia non veniva compiuta direttamente
sulle carni, in quanto comportava l’ingestione delle ceneri dei corpi degli
estinti, preventivamente cremati. La seconda forma aveva invece carattere
giudiziario, servendo a punire violazioni tribali particolarmente gravi. Un suo
ulteriore aspetto rappresentava il coronamento di una morte violenta, inferta ad
un membro di un’altra comunità nel corso di una battaglia o di un’imboscata. In
tali casi non era raro che si trascurassero le carni, dato che il vincitore si
limitava a nutrirsi del cervello, del cuore e del fegato dell’avversario caduto,
per assimilarne le virtù ed accrescere la propria forza vitale. , secondo le
ricorrenti ed universali credenze magiche interessanti questi organi. Una
fisionomia fluttuante assumeva il cannibalismo rituale, ovvero inteso come
offerta sacrificale alle forze soprannaturali. Infatti per tali fini le vittime
potevano essere prescelte, a seconda delle circostanze, all’interno od
all’esterno della comunità. Solitamente questa forma di A. aveva luogo in
occasione di feste agrarie e stagionali, oppure per consacrare determinate
investiture iniziatiche o sociali. Molto più rara era l’A. profana, compiuta per
pure ragioni alimentari, e considerata una sorta di degenerazione degli stessi
popoli antropofagi. Tuttavia essa sussistette qua e là, e di norma comportava
una specie di «allevamento» della futura vittima, costretta a nutrirsi di cibi
ingrassanti. Forme analogamente deviate di sciamanesimo (v.), poterono talvolta
comportare pratiche cannibalistiche, perché attraverso queste il sacerdote
stregone riteneva di potere aumentare i propri poteri magici. Ciò si registrò
soprattutto laddove s’inserì il costume della caccia alle teste.
Antropolatria:
Termine derivato dal greco, che definisce: 1) il culto di un
essere umano al quale sono attribuite qualità divine poiché concepito come
divinità; 2 il culto di un dio concepito come un essere umano. Una forma di A.
può essere considerato il culto per la persona dell’imperatore romano. Secondo
W. Ensslyn (Storia del Mondo antico,
Il Saggiatore, Ediz. Garzanti, Vol IX), «Allorché l’Imperatore è stato assimilato
agli dei, il culto imperiale originariamente limitato alle province è diventato
universale, al punto che una colonia africana poteva dedicare un’iscrizione al
“dio Aureliano”. L’alta tendenza, che
riconosceva come sovrumano il rango imperiale, vedeva in lui lo strumento
dell’intervento divino, riconoscendolo quindi come un favorito degli dei,
arrivando ad ammettere ed a ricercare un rango speciale per l’unico padrone di
tutto. Sia che si credesse nella divinità rivelata dell’imperatore oppure nel
favore divino che lo sosteneva, vi era sempre qualcosa di divino nella sua
persona e nella sua carica. Grazie a tale concessione del favore divino, fu più
tardi possibile per gli imperatori cristiani esprimere la caratteristica santità
del loro rango nel cerimoniale tradizionale, ricevere la debita espressione di
reverenza e conservare le insegne e le vesti imperiali».
Antropologia: Scienza che
studia l’uomo come fenomeno biologico (A. fisica) e, in senso più ampio, ne
considera anche gli aspetti evolutivi, comportamentali, culturali e di rapporto
con l’ambiente naturale (A. culturale). Sebbene lo studio dell’uomo rientrasse
già nelle speculazioni dei filosofi greci, fu solo con il positivismo e
l’evoluzionismo (v.) che incominciò ad assumere un aspetto scientifico
attraverso la raccolta e la comparazione di dati, e la diffusione di varie
teorie sullo sviluppo dell’umanità. Dalla fine del XIX secolo, con la critica
all’evoluzionismo, l’A. incominciò a differenziarsi in diverse branche, sempre
più specializzate: paletnologia, paleoantropologia, A. biologica, A. sociale, A.
linguistica, e così via.
Antropomanzia: Specie di
divinazione in uso nell'antica Grecia, realizzata attraverso l'esame delle
viscere delle vittime umane. Nell'Odissea il poeta Omero racconta che, durante
il ritorno dalla guerra di Troia, Menelao ed Elena vennero sbattuti da una
tempesta sulle coste dell'Egitto; per conoscere le volontà del Fato vennero
allora uccisi due bambini egiziani, le cui viscere ancora palpitanti furono
interrogate.
Antropomorfismo: Nella
tipologia religiosa significa l'attribuzione di forme fisiche e di sentimenti
umani alle figure divine. Indica come gli antichi identificassero gli dei,
concepiti quali partecipi delle qualità e dei vizi dei mortali, seguendo così il
processo inverso per cui le religioni moderne ritengono l'essere umano creato ad
immagine e somiglianza di Dio. L'A. ingigantì negli dei le qualità ed i vizi
umani, e li fece signori dello spazio e del tempo. Unica limitazione al loro
potere era costituito dal Fato, al quale lo stesso Giove doveva
piegarsi.
Antroposofia: (v. anche Encyclopaedia Esoterica) Denominazione
assegnata ad una via della conoscenza che vorrebbe condurre lo spirituale che è
nell'uomo allo spirituale che è nell'Universo. Sorge nell'uomo come un bisogno
del cuore e del sentimento. L'A. è mediatrice di conoscenze ottenute per via
spirituale. Ma lo è solo perché la vita quotidiana e la scienza fondata sulla
percezione dei sensi e sull'attività dell'intelletto conducono ad un limite del
sentiero della vita, raggiunto il quale l'esistenza animica umana dovrebbe
perire, se non fosse in grado di varcare il limite. La vita quotidiana e la
scienza non conducono al limite in modo che sia necessario arrestarvisi, ma, a
quel limite della percezione dei sensi, attraverso l'anima umana stessa, si apre
la vista sul mondo spirituale. L'esperienza comune della vita mostra la massima
dipendenza della vita spirituale dell'uomo dall'esistenza corporea. Qui si
sveglia nell'uomo la coscienza che, nell'esperienza comune della vita,
l'autoconoscenza potrebbe essere andata perduta. Sorge allora l'ansiosa domanda
se possa esservi un'autoconoscenza che trascenda l'esperienza comune della vita
ed arrivi alla certezza intorno ad un vero Sè. L'A. vuole dare una risposta a
questa domanda, sulla base di una sicura esperienza dello Spirito. Dovrebbe da
ciò risultare chiaro che l'A. non differisce dalla Teosofia,
ovvero la saggezza che va al di là del mondo sensibile, nel mondo divino, se non
per il fatto che con l'investigazione del mondo dello spirito l'A. estrae
soprattutto i risultati che si riferiscono all'essenza spirituale dell'uomo
(Internet).
Anubis: Antica divinità appartenente al pantheon egizio, il
cui nome geroglifico è Inpu, quello che ha la forma del cane. Veniva
normalmente rappresentato da un corpo umano con la testa di sciacallo. Sua madre
è Nefti, suo padre tanto Seth che Osiride; da alcuni era
anche considerato figlio di Thot-Hermes e di Iside. In stretto rapporto con la
saga osiriaca, A. aiuta Iside a recuperare, ricomporre ed imbalsamare il corpo
di Osiride, tagliato a pezzi dal fratello Seth. In tale compito A. era assistito
dai quattro figli di Horus, preposti alla protezione delle viscere dei defunti
conservate nei vasi canopici. poi inventa per lui i riti di mummificazione.
Diventa così Capo del Padiglione divino, cioè del tempio della mummificazione.
Quindi è il dio degli imbalsamatori. "Signore del paese dell'Aurora". A.
fa sorgere la luce anubiana dell'iniziazione, che corrisponde a questo momento
ambiguo, "tra cane e lupo", in cui giorno e notte si compenetrano.
Psicopompo, egli è quello che apre le vie (Upuaut), che conduce le anime
verso il regno di Osiride. Una funzione questa che lo farà poi assimilare a San
Cristoforo. Una sua statua era collocata nei sepolcri, nei pressi della mummia
del defunto, come protezione degli arredi funerari dai violatori di tombe. A.
resta immobile sulla cassa dei segreti, il misterioso sarcofago in cui si compie
il prodigio della risurrezione. Durante il nuovo Regno un sacerdote con la
maschera di A. sul viso raddrizzava la mummia su un monticello, per i riti
dell'apertura della bocca. A. infatti ha tra i suoi titoli quello di
"colui che è sulla montagna". I suoi colori sono il nero, simbolo del
lavoro di rigenerazione nell'oscurità, e l'oro della rinascita iniziatica.
Interprete dei sette libri di Thoth, la tradizione ermetica lo chiama
Hermanubi (Thoth-Hermes+Anubi). "O Anubis, che è nei suoi segreti.
Signore dei segreti ad occidente, Signore di ciò che è nascosto" (dal Libro
dei Morti). Il suo ideogramma o geroglifico è l.
Apis: Una delle principali divinità egizie, raffigurato con la testa di
sparviero e con tutti gli attributi delle deità solari. A. era sposo della dea
Iside, e si identificava con il dio Osiride, come veniva chiamato ancor prima
della sua venuta a Menfi. La tradizione si sbizzarrisce a lungo nell'enumerare
le particolarità del corpo del sacro bue A., nel quale il dio prese corpo. Era
di colore nero, con una macchia bianca e quadrata sulla fronte, ed un'altra
dello stesso colore ma a forma di luna piena. Dal dorso una terza macchia, a
forma d'aquila, si estendeva sui fianchi. Sotto la lingua un nodo ricordava la
figura del sacro scarafaggio. In tale complessa figura bovina, secondo lo
storico Diodoro Siculo, dimorava il dio Osiride. Quando il primo bue A. morì,
Osiride trasmigrò nel corpo del bue prescelto per la successione. Il nuovo bue
sacro doveva essere accudito solo da donne; in una città posta sulle riva del
Nilo veniva lavato e nutrito per quaranta giorni, per essere poi caricato su una
nave dorata e così condotto lungo il grande fiume fino a Menfi. Qui il sacro bue
era ricevuto dai sacerdoti del dio, attorniati da innumerevoli fedeli esultanti,
che si avvicinavano il più possibile spingendo avanti i figli, perché dal soffio
di A. acquistassero il dono della profezia. Nel tempio di Osiride venivano
approntate due diverse stalle e, a seconda di quale veniva prescelta
dall'animale, si traevano pronostici di felicità o di pubblica sventura. Come
oracolo A. veniva consultato in modo perlomeno curioso. Intanto la sua risposta
non era ritenuta favorevole se rifiutava il cibo offertogli. Poi il sacerdote
consultante accostava un orecchio alla bocca del bue, per uscire subito di corsa
dal tempio, otturandosi le orecchie con le mani. Uscito all'aperto liberava le
orecchie, e considerava le prime parole udite come la risposta diretta del dio.
Quando A. era giunto alla fine dei suoi giorni, il sacro bue veniva solennemente
condotto sulle sponde del Nilo, dov'era fatto annegare tra i pianti ed i lamenti
della popolazione, proprio come se lo stesso dio Osiride avesse concluso la
propria esistenza terrena. Il suo ideogramma o geroglifico è !.
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Titolo
Baciami stupido
(Kiss me Stupid)
|
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Produzione e anno
Stati Uniti, 1964
| |
Genere
Commedia
| |
Regia
Billy
Wilder
| |
Cast: Dean Martin, Kim Novak, Mel
Blanc, Ray Walston, Felicia Farr, Cliff Osmond.
| |
Trama: Un
compositore vorrebbe lanciare una sua canzone attraverso un celebre cantante suo
ospite per caso. Comincia col far passare una prostituta per sua moglie e gliela
butta tra le braccia. Poi, però, ha paura di rimetterci la moglie vera. Commedia
cinica fondata sulla struttura degli equivoci doppi. È il film più segreto,
feroce e meno capito di Wilder che si diverte a fustigare con cattiveria il
sistema in cui vive.
|
Al minuto 00.46.00 del film, sulla porta
di un armadio a muro, sulla roulotte della prostituta, interpretata da
Kim Novak, si vede appeso il simbolo del Ancient Arabic Order of the
Nobles of the Mystic Shrine («Antico Ordine Arabico dei Nobili del
Santuario Mistico; A.A.O.N.M.S.,), il potente Ordine massonico statunitense fondato nel 1870
1.
Il simbolo di questo Ordine massonico è
generalmente composto da una scimitarra a cui è appesa una mezza Luna rivolta
verso il basso.
Lo stesso sito da cui abbiamo tratto
questa notizia ci fà sapere che l'attore Mel Blanc (1908-1989), membro della
Loggia Mid Day nº 188 dell'Oregon, è stato insignito per le sue attività
caritative dell'United Jewish Welfare Fund Man of the
Year and the Show Business Shrine Club’s first Life Achievement Award
2, un premio conferito
da un'associazione ebraico-massonica 3.
Probabilmente è stato lui che ha convinto il regista Billy Wilder (1906-2002) o lo
scenografo a inserire questa scena... Per ultimo, ricordiamo che la Novak era in
buoni rapporti con la Church of Satan californiana 4.
Note
1 Di questa scena ne dà
notizia un sito massonico alla pagina web
3 Mel Blanc, d'altronde,
oltre a essere uno shriner, era ebreo; vedi pagina web
Anche il regista Billy Wilder era ebreo; vedi pagina
web
4 Cfr. C. Partridge, The Re-enchantment of the
West, T. & T. Clark Publishers, 2006, pag. 225.
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