Liber Accusationis Quartus
3. Da Giovanni Paolo Secondo a Benedetto XVI
Nel 1988, il nostro Padre l’abbé de Nantes scrisse: « Giovanni Paolo II segue il giudaismo, tenendo l’occhio fisso su una chimera », vale a dire « la chimera di una fratellanza universale dei figli di Dio per l’anno 2000 ».E’ assai semplice:
« Essendosi gettata, con una prima infedeltà, nell’eresia della Libertà religiosa a indistinto vantaggio di ogni e qualunque religione, la Chiesa di Cristo si trova oggi abbandonata alla sola religione che un tempo abbia avuto una origine divina, alla sola che possieda una qualche verità e una qualche forza, ormai totalmente usate contro quella che le è succeduta nelle lacrime e nel Sangue di Gesù, loro « Segno di contraddizione » : ossia la Chiesa cattolica (cfr. C.R.C., n. 239, gennaio 1988, p. 7).
Al termine di un anno, nel corso del quale l’abbé de Nantes aveva esortato il suo « piccolo gregge » a moltiplicare preghiere e sacrifici per ottenere da Dio un giudizio che fosse una condanna di questa « eresia della Libertà religiosa », la risposta venne sotto forma di un libro del cardinale Lustiger, arcivescovo di Parigi, intitolato La scelta di Dio, scelta che l’ebreo polacco Aaron Lustiger, a proprio nome e in ogni tempo per il suo popolo, poneva nel giudaismo come Alleanza eterna, razza e religione messianiche diventate la salvezza di tutti… in « 13 articoli »… secondo il suo Credo.
Da quel momento, continuava l’abbbé de Nantes, « il male è stato consumato. Dio ci lascia ancora un po’ di tempo per scegliere tra il suo Cristo e l’Anticristo, tra la nostra fedeltà alla santa Chiesa e il ritorno a quella Sinagoga dalla quale Gesù ci liberò con la sua Croce ».
Infatti, il nostro padre considerava che, « grazie a quel libro », « due campi » si erano ormai definiti ed « affrontati per il supremo conflitto dell’Apocalisse ».Venti anni dopo, essendo morto e sepolto l’abbé de Nantes, fraudolentemente « scomunicato » dal vescovo di Meaux, si può dire che il pontificato di Joseph Ratzinger, cristiano renano diventato Papa Benedetto XVI, segna il trionfo definitivo (?) di quella scelta di dio,… a meno che ciò non costituisca la sua sicura sconfitta.
Infatti, ciò che il nostro padre chiamava « i 13 articoli del Credo ebreo di Aaron Lustiger », sono oggi promulgati dall’alto della Cattedra di Pietro. Non si tratta di esaminare la legittimità, meno ancora l’infallibilità, di un tale insegnamento, ma solo di prendere atto di un fatto : il Credo di Benedetto XVI non è più il Credo cattolico. Dunque, è infallibilmente anatema. Esso consiste in un quintuplice rinnegamento ; se san Pietro ha rinnegato il suo Maestro tre volte, il suo successore Benedetto XVI lo rinnega cinque volte.
PRIMO RINNEGAMENTO:
QUELLO DELLA RIVELAZIONE BIBLICA
A VANTAGGIO DEL GIUDAISMO TALMUDICO
All’inizio del suo commento al Vangelo secondo san Marco, l’abbé De Nantes immagina che un giovane pagano di Roma, trascinato da qualche membro della comunitù romana, attirato da una riunione cristiana, ascolti per la prima volta quei racconti venuti dall’Oriente, con uno spirito da catecumeno, da simpatizzante, da proselito, nel tempo in cui san Pietro viveva ancora, o forse dopo il suo martitio e le prime persecuzioni neroniane.Benedetto XVI mette in scena un rabbino giudeo, di nome Jacob Neusner, autore di un libro contemporaneo seguito con enrusuiasmo dal Papa. Con un violento anacronismo, egli immagina questo Jacob mescolato al gruppo dei discepoli, anch’essi giudei, mentre ascoltano il Discorso sulla Montagna, duemila anni fa in Galilea, e paragonano le parole di Gesù con l’Antico Testamento e le tradizioni rabbiniche « così come sono consegnate nella Mishna e nel Talmùd. Egli vede in queste opere la presenza di tradizioni orali che risalgono alle origini, opere che gli forniscono la chiave per interpretare la Torah » (Gesù di Nazaret, vol. I, p. 125).
Ecco la conclusione di questo paragone:
« Il rabbino accetta l’alterità del messaggio di Gesù e si allontana senza un’ombra di odio »: che sant’uomo!
Se Benedetto XVI facesse la minima attenzione al terzo Segreto della Madonna di Fatima, s’inquieterebbe per il destino eterno di quell’anima che « si allontana », invece di « avvicinarsi da Dio ».
Ben peggio : « Pur mantenendo il rigore della verità, egli fa sempre apparire la forza riconciliatrice dell’amore » (ivi, p. 126).
Insomma questo rabbino « liberale » agisce meglio di quel Gesù ! che, per sua stessa ammissione, è venuto a portare sulla terra non la pace ma la divisione :
« Infatti, in una casa di cinque persone, essa verrà divisa tre contro due e due contro tre, o verrà divisa padre contro figli e figli contro padre, madre contro figli e figli contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera » (Lc. 12, 51-53).
Benedetto XVI, il cui motto è proprio « cooperatore della verità », manifesta con il suo perfido liberalismo, quanto egli stesso « si allontana » da Colui che si è proclamato la Verita (Gv. 14, 6).
Innanzitutto, proprio da quel punto di vista “critico”, scientifico, dal quale il Papa pretende di porsi, la redazione della Mishnà data del III-IV secolo dopo Cristo, e il Talmud dal VI secolo! L’intera questione sta dunque nel sapere da quando datano le cosiddeette « tradizioni orali » invocate da quel Neusner. Per esempio: ai suoi occhi, la questione cruciale sembra essere quella del sabato, oggi come ieri. Orbene, cosa dice l’Antico Testamento? « Il settimo giorno, Dio si è riposato, afferma il racconto della creazione. “In quel giorno, noi festeggiamo la creazione”, ne conclude Neusner a ragione. E prosegue: Non lavorare nel giorno del sabato è ben più che compiere un rito con obebdienza scrupolosa: è imitare Dio ».
Meglio che « la Imitazione di Cristo »!
E il nostro Santo Padre il Papa gli dà ragione ! Ma allora non ha capito che quest’affermazione contraddice Nostro Signore, quando sostiene che Dio suo Padre « opera sempre » (Gv. 5, 17), e con Lui anch’egli, col quale è una cosa sola?
Approvando il suo amico Neusner, nostro Santo Padre il Papa dà ragione al « capo della Sinagoga, indignato per il fatto che Gesù aveva fatto una guarigione nel giorno del sabato, dicendo alla folla: “Vi sono sei giorni nei quali si può lavorare; venite dunque a farvi guarire in quei giorni, ma non in quello di sabato! ” » (Lc. 13, 14)
« Noi vediamo che, in quei dibattiti, ad essere in causa sono le questioni fondamentali riguardanti l’uomo e la giusta maniera di onorare Dio » (p. 129).
Certamente! E la risposta di Gesù a « tali questioni fondamentali riguardanti l’uomo » (sic!) mette fine al dialogo: « Ipocriti! Nel giorno di sabato, tutti voi non staccate forse il vostro bue o il vostro asino dal giogo o per condurlo a bere? » Questione fondamentale concernente il bue e l’asino!
E per quanto riguarda « l’uomo ». « E questa figlia di Abramo, qui tenuta legata da Satana da ben 18 anni, forse non doveva esserne liberata nel giorno di sabato? » (Lc. 13, 15-16).
Non si poteva replicare nulla. A queste parole, aggiunge san Luca, « tutti i suoi nemici erano confusi. E tutta la folla gioiva del miracoli compiuti da lui » (Lc. 13, 17).
Davvero, è un immenso scandalo, come pure una eresia e uno scisma senza precedenti, il vedere il Papa che si domanda seriamente se « la giusta maniera di onorare Dio » consiste a rispettare il sabato! Ciò significa « annichilire la Croce di Cristo », come diceva san Paolo, perché significa fare come se Gesù non avesse risolto quella questione da duemila anni morendo sulla Croce il venerdì e risuscitando « il terzo giorno »… secondo le Scritture!, ossia la domenica! Non parlateci puà del sabato!
Ma Benedetto XVI e il rabbino Neusner non conoscono le Scritture. O meglio: la loro volontà di dialogare li conduce a leggerle con occhiali che le riducono alle necessità del dialogo. Eccone un esempio:
Scrive il Papa: « La risurrezione di Gesù avvenne “nel primo giorno della settimana,” scrive il Papa,”sebbene che, per i cristiani, questo “primo giorno”, ossia l’inizio della creazione, diventasse ormai il “giorno del Signore”, nel quale si raccolsero gli elementi del sabato veterotestamentario, mediante la comunione nella cena con Gesu. » (vol. I, p. 134).
Espulso il Santo Sacrificio della Messa domenicale !
SECONDO RINNEGAMENTO:
QUELLO DELLA CHIESAIN FAVORE DELLA SINAGOGA
L’acciecamento del rabbino Neusner è uguagliato solo dal rinnegamento consentito da Benedetto XVI in favore della Sinagoga.L’ebreo giunge ad accusare Gesù di violare il IV Comandamento: « Onora tuo padre e tua madre, per avere sulla Terra una lunga vita donati dal Signore tuo Dio. » (Es. 20, 12). In effetti, un giorno gli dissero che sua madre e i suoi fratelli attendevano fuori perché volevano parlargli. Ma ecco la sua risposta: « “Chi è mia madre e chi sono miei fratelli ? ” E indicando con le mani i propri discepoli, disse: ”Ecco mia nadre e i miei fratelli. Infatti, chiunque fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli, egli mi è fratello, sorella e madre.” » (Mt. 12, 40-50).
Il Papa non pensa nemmeno a rispondere che Gesù « onora suo Padre » come nessun Figlio ha mai fatto! Egli segue il rabbino nella sua empietà anricristica, ossia del tutto guidata dalla sua “inchiesta” farisaica:
« Di fronte a questo testo, Neusner si domanda: “Gesù non m’insegna forse a violare uno dei due comandamenti riguardanti l’ordine sociale?” » (vol. I, p. 136).
Il Papa non gli fa torto: « Il rabbino Neusner ha perfettamenre ragione di vedere in questo comandamento il centro dell’ordine sociale, ciò che assicura la coesione dell’ “Israele eterno”, la reale, vivente e attuale famiglia di Abramo e di Sara, d’Isacco e Rebecca, di Giacobbe, di Lea e di Rachele. Ed è proprio questa famiglia d’Israele che Neusner vede minacciata dal messaggio di Gesù, e i fondamenti dell’ordine sociale cancellati dal primato della sua persona »
Ma « la reale, vivente e attuale famiglia di Abramo e di Sara... » è la Chiesa cattolica !, opera del Figlio della Promessa fatta ad Abramo e compiuta nella Persona di Gesù! E’ proprio questo ciò che già Gesù rispondeva agli ebrei di Gerusalemme, che pretendevano di essere « discendenti di Abramo » (Gv. 8, 33):
« Voi avete per padre il diavolo » (Gv. 8, 44).
Vediamo che, al riguardo, il Papa non è più cattolico… e ha per padre il diavolo !
San Paolo spiegherà più tardi: « Infatti sta scritto che Abramo ebbe due figli: il primo dalla serva, il secondo dalla donna libera; ma quello avuto dlla serva è nato secondo la carne, mentre quello avuto dalla donna libera è nato in virtù della promessa. C’è qui un’allegoria :quelle donne rappresentano due alleanze; la prima si collega al Sinai e genera per la servitù, ed è Agar (infatti il Sinai sta in Arabia) ed essa corrisponde alla Gerusalemme attuale che, di fatto, è schiava con i suoi figli » (Gal. 4, 21-25). Dunque, ebrei e arabi musulmani, oggi sono tutti uguali !
E Neusner è appunto di quella Gerusalemme là. Egli è schiavo, e a renderlo libero non sarà la proclamazione della libertà religiosa, da parte del Concilio Vaticano II, al contrario ! Eccolo più prigioniero che mai della « Gerusalemme attuale », per volontà di Papa Benedetto XVI!
Non spetterebbe che a lui di liberare il suo amico, gettando al fuoco il Vaticano II e predicando san Paolo, il quale cita l’Antico Testamento e non la mishnah né il Talmùd, e meno ancora la Nostra ætate !
« Ma la Gerusalemme superna è libera, ella è nostra madre, poiché sta scritto: “Gioisci, tu la sterile che non potevi generare, getta grida gioiose, tu che non hai provato i dolori; poiché numerosi sono i figli dell’abbandonata, sono più di quelli della sposa”. Ora voi, fratelli miei, voi siete i figli della promessa, alla maniera d’Isacco. Ma, come allora il figlio della carne perseguitava il figlio dello spirito, così accade ancora oggi » (Gal. 4, 26-29).
Capite? Una volta stabilito il parallelismo tra Ismaele e gli ebrei da una parte, e i cristiani dall’altra, Paolo ne trae due nuove applicazioni.
Innanzitutto, noi che non siamo ebrei, noi che quindi non siamo della stirpe di Abramo, proprio noi siamo i « figli della Promessa », i figli di Dio.
Gli ebrei invece sono i « figli della carne », poiché essi non riconoscono Gesù, il Figlio di Maria, e perseguitano i cristiani, come Ismaele “perseguitava” Isacco, secondo alcune tradizioni ebraiche. Nulla di nuovo sotto il sole! San Paolo traspone: gli ebrei perseguitano i cristiani, pretendendo che coloro che vengono dal paganesimo si facciano circoncidere. Orbene, la Bibbia racconta che Sara, vedendo in Ismaele un rivale di suo figlio, esige l’esilio di Agar. (Gen. 21, 9):
« “Scaccia la serva e suo figlio, perché non accada che il figlio della serva erediti col figlio della donna libera”. Così, fratelli miei, noi non siamo figli della serva ma figli della donna libera » (Gal. 4, 30-31).
Fuori dunque gli ebrei che non vogliono convertirsi !
Ne capirà Benedetto XVI il sèguito? « Cristo ci ha liberati affinché noi restassimo liberi. Comportatevi dunque bene e non rimettetevi sotto il giogo della schiavitù » (Gal. 5, 1), col pretesto della “libertà religiosa” !
Dal Concilio di Gerusalemme (49 d. C.) fino a quello del Vaticano II (1962-1965) escluso, la Chiesa era libera. Ella regnava da sovrana su una società cristiana. Ma il Concilio Vaticano II l’ha rimessa sotto il giogo, mediante un rinnegamento della Cristianità.
TERZO RINNEGAMENTO:
QUELLO DELLA CRISTIANITA’IN FAVORE DEL MASDU
Il rifiuto opposto dal Papa alla consacrazione della Russia, esplicitamente richiesta dalla Beatissima Vergine Maria a Fatima, trova qui la sua spiegazione. Agli occhi del Papa, questa richiesta è… diabolica, sì ! Benedetto XVI la identifica alla terza tentazione, quella con cui il diavolo offre a Gesù il dominio del mondo.Infatti, secondo lui, qual è il « vero contenuto » di questa terza tentazione ? Il Papa constata « che, lungo la storia, essa prende incessantemente nuove forme ». La prima di esse fu quella dell’ « Impero cristiano »… dopo la conversione di Costantino !
Tanto varrebbe dire che il motto di san Pio X, Omnia instaurare in Christo, si confonde con la terza tentazione del Cristo nel deserto, o che il regno capetingio, al tempo di san Luigi IX, fu il regno del diavolo, o che santa Giovanna d’Arco fu una strega !… E’ qui che, sotto la penna del Papa, si lascia intravedere la punta della coda del diavolo. Infatti, secondo il Papa, « i dispositivi politici e sociali concreti verngono rinviati alla sfera immediata del sacro, della legislazione del diritto divino, sottraendoli alla libertà dell’uomo… » (vol. I, p. 141)...
…0ssia alla democrazia, che bandisce ogni autorità sacra dalla vita politica, economica e sociale. Secondo Benedetto XVI, quest’abdicazione del « diritto divino » in favore della « libertà dell’uomo » risale all’epoca evangelica, ma rimase incompresa fino all’epoca dei “Lumi ”, condannati dalla Chiesa prima di quel Concilio Vaticano II che li ha finalmente ”canonizzati”.
Il Papa si premura di aggiungere : « E’ vero che, nel frattempo, quella libertà è stata completamente sottratta alla prospettiva di Dio e alla comunione con Gesù »… Per essere attaccata a cosa ? Egli non lo dice. Ma noi lo sappiamo : al « principe di questo mondo » ad opera dei suoi seguaci. Sotto quale forma ? Proprio sotto la forma di quei poteri satanici che si nascondono dietro la « libertà dell’uomo » :
« La libertà per l’universalità e per la giusta laicità dello Stato si è trasformata in qualcosa di assolutamente profano, in “laicismo”, secondo il quale l’oblio di Dio e la esclusiva dedizione al successo sembrano essere diventati elementi costitutivi. » (vol. I, p. 141-142).
« La libertà per l’universalità » era un tempo, da san Paolo in poi, la libertà per il Cattolicesimo. Ma il termine “cattolico” non appare mai sotto la penna del Papa, tranne una sola volta nella prefazione : « Un teologo cattolico ha qualificato il mio libro come… » (vol. II, p. 10), qualcosa di geniale ! Egli ha dunque proprio rinnegato il Cattolicesimo, fondamento della Cristianità, a vantaggio di ciò che chiama « giusta laicità ».
Ma cosa è la « giusta laicità dello Stato » ? E’ lo Stato senza Dio. E che differenza c’è col « laicismo » ? Nessuna ! Si tratta di un’astrazione su un’astrazione, che non contraddicono minimamente gli uomini nascosti dietro queste parolone.
Continuiamo la nostra lettura : « Per il cristiano credente [non per il “ cattolico”], i precetti della Toràh [non i Comandamenti della Chiesa] rimangono un punto di rigferimento sul quale mantiene fisso lo sguardo. ».
Per esempio, questo precetto : « Il tuo sguardo sarà senza pietà. Vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede ! » (Dt 19, 21).
« Per lui [il “ cristiano credente”] è soprattutto la ricerca della volontà di Dio in comunione con Gesù a restare un orientamento per la ragione, in mancanza del quale questa corre sempre il rischio di accecarsi o di venire accecata ».
Avete letto bene : « per la ragione » ! Una volta di più, siamo agli antipodi di san Paolo.
QUARTO RINNEGAMENTO:
LA CROCE DI CRISTO ANNIENTATAA VANTAGGIO DELLA RAGIONE
« In realtà, il linguaggio della Croce è follia per coloro che si perdono, ma per coloro che si salvano, per noi, è potenza di Dio. Infatti sta scritto : “Distruggerò la saggezza dei saggi e respingerò l’intelligenza degl’intelligenti.” Dov’è il saggio ? Dov’è il colto ? Dov’è il ragionatore di questo mondo ? » (1 Col. 1, 18-20).A differenza di san Paolo, che non ha « voluto conoscere nulla tra voi, se non Gesù Cristo e lui crocifisso » (1 Col. 2, 2), si può dire che Benedetto XVI « vuole conoscere » anche il popolo israelitico e Israele sofferente, ad esempio attribuendo a lui, piuttosto che al Messia, il « grido angosciato » del Salmo XXII. Secondo il Santo Padre il Papa, l’innocente Israele, vittima di vessazioni e di persecuzioni da 4000 anni, E’ il Messia sofferente ! E nel viso di Gesù Crocifisso appare agli occhi di tutti il figlio d’Israele ingiustamente perseguitato.
Questa interpretazione annienta (1 Col. 1, 17) il fatto che Gesù sulla Croce si è appropriato di quel Salmo, conformemente al senso originale e messianico del testo : « Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato ? » (Mc. 15, 34 ; Mt. 27, 46).
Ma il lamento si muta subito in rendimento di grazie e di lode : « Tu mi hai esaudito ! Annuncerò il tuo Nome ai miei fratelli ; ti loderò in mezzo all’assemblea ! » (Ps. 22, 22-23).
La ragione di questo grido vittorioso è rivelata nel quarto canto del Servitore sofferente : « Yahveh si è compiaciuto di schiacciarlo con la sofferenza. Se egli offre la propria vita in espiazione, avrà una posterità, egli prolungherà i suoi giorni e ciò che piace a Yahveh si compirà grazie a lui » (Is. 53, 10).
Alla Chiesa nascente, è bastato rileggere il Salmo XXII ed Isaia 53 per capire che il lamento di Gesù non esprimeva la disperazione, e il suo grido mortale non era quello dell’orrore, ma il grido di trionfo nell’assalto finale :
« Nel parossismo dell’umana distretta, il parossismo della divina vittoria ! » (G. De Nantes, La miseria di Dio, C.R.C., n. 128, aprile 1978, p. 13).
Trasformando gli ebrei nel “Servitore sofferente”, a dispregio del testi e della verità storica, e ostinandosi a desolidarizzarli da ogni responsabilità nella morte del Cristo, Benedetto XVI li esclude dai frutti di questa vittoria di Colui che hanno trafitto. Infatti, secondo il Papa, non solo san Matteo si è ingannato, ma ci ha ingannati scrivendo che « l’intero popolo » rispose a Pilato : « Che il suo sangue ricada su noi e sui nostri figli ! » (Gesu di Nazaret, vol. II, p. 214).
Orbene : con queste parole ispirate, certamente riferite con fedeltà da san Matteo in virtù della “inerranza” di cui era favorito, gli ebrei attiravano su loro e sui loro figli quei frutti della Redenzione della quale quel Sangue é il prezzo. E’ quanto comprenderanno gli ebrei che ascolteranno san Pietro nel giorno della Pentecoste… e si convertiranno ! Ma Benedetto XVI non vuole convertire gli ebrei ! Questa volontà, tradizionale nella Chiesa fino a lui, egli la sostituisce con una teoria protestante della “giustificazione” e con una “nuova evangelizzazione”.
1: « GIUSTIFICAZIONE » LUTERANA
Il Nostro Santo Papa concepisce « la morte di Gesù come riconciliazione (espiazione) e salvezza » per tutti, siano essi convertiti o non (vol. II, p. 261)..Innanzitutto, dando alla parola “espiazione” il senso equivalente a quello di “riconciliazione”, il Papa confonde il sacrificio, ossia l’opera di Gesù che offre la propria vita in « espiazione », col frutto di questa opera, la « riconciliazione » che ci rende nuovamente propizio il nostro Dio.
Bisogna dire che, nel pensiero del Papa, la parola “espiazione” non riguarda « la riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze », con le quali si offende Dio stesso (Padre, Figlio e Spirito Santo), ma solo la riparazione di un « turbamento » che offusca una « immagine di Dio » :
« La relazione di Dio col mondo », frutto della prima creazione, non è stata rotta ma solo « turbata a causa della colpa degli uomini » (vol. II, p. 261).
« L’ermeneutica della continuità » è davvero la chiave dell’intero pensiero di Benedetto XVI, secondo il quale Israele non potrebbe riconoscere il Cristo come suo Messia prima del tempo fissato da Dio. Vi sarebbero dunque due rivelazioni del Messia : l’una, quella del “Messia nascosto”, che solo i cristiani ricevono ; l’altra, quella del “Messia glorioso”, del quale essi sanno che è sempre lo stesso Gesù Cristo ; ma egli non ha ancora manifestato la sua gloria e rimane quindi atteso da Israele, che in questo modo realizza, a modo suo, la “redenzione” del mondo concepito come terreno :
« Da parte degli ebrei, appunto, la domanda che ritorna senza sosta, ed è una questione assolutamente legittima, è la seguente : ma Gesù, il vostro “Messia”, cosa ha mai portato ? Non ha portato la pace universale né ha vinto la miseria del mondo. Ma allora, come potrebbe egli essere il vero Messia, dato che è proprio quello ciò che si attende da un vero Messia ? » (vol. I, p. 139).
E cosa risponde il Papa a questa bestemmia ? Nulla!
Nell’attesa che sia vinta la « miseria del mondo », Israele rimane il popolo di Dio, il portatore della salvezza dell’umanità, la figura storica del Messia, perfino l’incarnazione di Dio. O piuttosto, Israele è la radice. Secondo Papa Benedetto XVI, giudaismo innnanzi tutto, e poi anche cristianesimo, sono i rami viventi e santi dello stesso tronco. Israele non può riconoscere il cristianesimo prima dell’ora stabilita da Dio. Ma almeno, la Chiesa può e deve riconoscere Isarele come il “figlio primogenito” e il giudaismo come una Alleanza, eterna, esterna e inclusiva.
Così, mediante una stupefacente “discriminazione”, Benedetto XVI pone gli ebrei a parte, separandoli dal resto dell’umanità, escludendoli dalla predicazione cristiana, per la ragione « che Israele conserva la propria missione. Egli è nelle mani di Dio che, nel tempo stabilito, lo salverà “totalmente”, quando il numero dei pagani sarà completato. » (vol. II, p. 63).
2: « NUOVA EVANGELIZZAZIONE ».
Essa risulta dalla stessa “ermeneutica”, secondo la quale la “continuità” é senza difetto tra, da una parte, l’ordine naturale della prima creazione e le sue esigenze proprie, e dall’altra, l’ordine soprannaturale della predestinazione alla grazia e alla gloria divine, essendo considerata come effetto di un amore di Dio per l’uomo creato a sua immagine, amore assoluto, incondizionato ed universale, escludendo ogni dannazione :« La realtà del male, della ingiustizia che sfigura il mondo e nello stesso tempo turba l’immagine di Dio, questa realtà esiste : per nostra colpa ». Si noti che qui non si tratta di “offesa”, meno ancora di oltraggio o di bestemmia. Ma di semplice “turbamento” che offusca una “immagine di Dio”…?!
« Questa realtà non può essere semplicemente ignorata ; essa dev’essere eliminata. Ma non è questa una cosa immensa pretesa da un Dio crudele ? »
Che cosa ? La “eliminazione” di un « male », di una « ingiustizia che sfigura il mondo e nello stesso tempo turba l’immagine di Dio » ? Così presentata, non si può certo trasformare il peccato in un dramma che esige riparazione !
Risposta del Papa:
« E’ proprio il contrario ! [Il contrario di che ?] Dio stesso si pone come luogo di riconciliazione e, nel suo Figlio, prende su di sé la “sofferenza” [di quale sofferenza si tratta ?] Dio stesso introduce la propria infinita purezza come un dono. Dio stesso “beve il calice” di tutto ciò che è terribile [?] e così, ristabilisce il diritto [quello della prima creazione, vale a dire i “diritti dell’uomo” ? In ogni caso, niente “grazia”, assente da tutto questo discorso.] mediante la grandezza del proprio amore che, per il mezzo della sofferenza, trasforma le tenebre [in cosa ? in luce ?]. » (vol. II, pp. 263-264)
Siamo lontani dal mistero soprannaturale della Redenzione, che è quello di una lotta della luce contro le tenebre, non quello di una “trasformazione” delle tenebre. L’errore del Papa, ben riconoscibile, ha un nome : è la vecchia eresia della apocatastasi, secondo la quale tutto finirà bene, per tutti, in Dio, perché Dio non è “crudele” ma buono.
Ma come ? Mediante quale “alchimia” ? E’ semplicissimo : in due tempi…ispirati dalla volontà d’intendersi con il “giudaismo” postbiblico e anticristico :
1. Iseaele è il popolo di Dio, da quattromila anni e per sempre. Questa elezione divide l’umanità in due generi umani : gli ebrei e gli altri, ossia noi, i goym, i pagani.
2. Gesù è il Salvatore dei goym mediante il suo giudaismo e la sua esatta osservanza della Legge. L’incarnazione della Parola di Dio, cominciata prima di Gesù, continuata con lui (e accanto a lui ?) secondo l’eterna Alleanza di Dio col suo popolo, estende il Dono di Dio a tutti gli uomini :
« Il Logos in persona, il Figlio, si fa carne ; egli prende un corpo umano. Diventa così possibile una nuova forma di obbedienza, che va aldilà di ogni umana osservanza dei Comandamenti. Il Figlio diventa Uomo e nel suo corpo riconsegna a Dio l’umanità tutta intera. Solo il Verbo incarnato, il cui amore trova compimento sulla Croce, è perfetta obbedienza. In lui, non solo la critica dei sacrifici del Tempio è diventata definitiva, ma si trova così esaudito quel desiderio che era rimasto in attesa : la sua obbedienza “corporale” è il nuovo sacrificio, mediante il quale c’implica tutti e nel quale, allo stesso tempo, ogni nostra disobbedianza viene annullata dal suo amore. » (p. 266) Com’è semplice !
Niente inferno né lotta terrena della Chiesa, forza di Dio, contro le forze sataniche. Nell’insegnamento di questo Papa, è assente la lotta di Gesù contro il peccato per strappare tutte le anime all’inferno. Orbene, è proprio questa lotta che condusse il Figlio a farsi Uomo, a lasciarsi annoverare tra gli schiavi, i criminali, i condannati per delitti comuni, e a farsi crocifiggere. E’ una lotta mortale, uno scontro con Satana per vincerlo e strappargli le sue vittime. Tutte.
Infatti il Figlio di Dio vuole salvare tutti gli uomini. Ma questo non gli viene donato. Egli l’ha dovuto conquistare una volta sulla Croce, e ancora oggi ogni giorno, in ogni momento, per migliaia di volte, nel Santo Sacrificio della Messa. Infatti nessuno, sia egli Angelo o Papa, puà cancellare questa frase dalle Scritture : « Colui che non mangia la mia carne né beve il mipo sangue, non ha la vita in sé. » (Gv. 6, 54), poiché non « partecipa di me » (Gv. 13, 8), non prende parte al banchetto della salvezza, che è la inseparabile prosecuzione del sacrificio. Comunicarsi col corpo e con sangue di Gesù, nostro Redentore, mediante un pasto reale e sacro, nella fede, allo scopo di beneficiare della sua Pasisone, e ricevere la salvezza della Croce : sono una sola cosa.
Ma non è così per Joseph Ratzinger : « Dopo secoli di opposizione, noi ammettiamo il dovere di fare in modo che, queste due maniere di fare una nuova lettura degli scritti biblici – quella dei cristiani e quella degli ebrei – entrino in dialogo fra loro, per comprendere correttamente la volontà e la parola di Dio » (vol. II, p. 50), in seno “all’unica alleanza” in cui « l’uomo tutto intero diviene quasi parola. »
A sostegno di questo nuovo pensiero, giocando con le due versioni, quella greca e quella masoretica, del Salmo XL il Papa stabilisce la “continuità” tra il culto di Gesù crocifisso e quello della Toràh.
Nella Lettera agli Ebrei, il Salmo XL è citato nella versione greca, come « un dialogo del Figlio col Padre, un dialogo nel quale si compie l’Incarnazione e in cui, nello stesso tempo, la forma nuova del culto divino diventa realtà : “ Tu non hai voluto sacrificio né oblazione ; ma tu mi hai formato un corpo. Tu non hai gradito olocausti né sacrifici per i peccati. Allora io ho detto : Eccomi, vengo, perché è di me che si tratta nel rotolo del libro, per fare, o Dio, la tua volontà ” (Eb. 10, 5 ss ; Ps. 40, 7 ss.). »
Allora il Papa fa notare la differenza di questa citazione dal testo ebraico : « Se la Lettera agli ebrei legge : “Tu mi hai formato un corpo”, il salmista aveva scritto : “Tu mi hai aperto l’orecchio” » (pp. 264-265)
Differenza importante, perché il testo ebraico sostiene « l’idea del “sacrificio mediante la parola” : la preghiera, l’apertura dello spirito umano a Dio, ecco il vero culto. Più l’uomo si fa parola [si noti qui la diabolica inversione del mistero del Verbo, ossia della Parola di Dio fattasi Uomo !] – o meglio ancora : più egli diventa risposta a Dio in tutta la sua vita – più mette a posto il giusto culto ».
« Nell’Antico Testamento, partendo dagli inizi dei Libri di Samuel fino alla tardiva profezia di Daniele, noi troviamo in modo sempre rinnovato un’ardente ricerca nella linea di questo pensiero, che è legata sempre più strettamente all’amore per la orientatrice Parola di Dio, ossia per la Toràh » (vol. II, p. 265).
Ma questo accadeva appunto « nell’Antico Testamento », prima della Incarnazione di quella Parola ! Ecco qui che la Toràh, la Legge, viene sostituita al Verbo incarnato, a Gesù Cristo nostro Signore e Salvatore, mediante l’insegnamento talmudico del nostro Santo Padre il Papa !
Tuttavia, Benedetto XVI non ignora che è « il farisaismo ad aver trovato un nuovo centro nella scuola rabbinica di Jamnia », dopo la rovina di Gerusalemme, alla quale esso solo è sopravvissuto, « e che, in un’epoca ormai priva del Tempio, ha elaborato una particolare maniera di leggere e d’interpretare l’Antico Testamento con la Toràh al centro ». Ebbene : è proprio questa maniera ch’egli considera come una fonte autorevole « per comprendere correttamente la volontà e la parola di Dio » ?!
Egli la distingue perfettamente dalla rivelazione biblica :
« E’ solo a partire da questo momento che si parla di “giudaismo” nel senso proprio del termine, in quanto modo d’interpretare e di leggere il canone degli scritti biblici come rivelazione divina senza il concreto mondo del culto nel Tempio »… e senza il Cristo, del quale quegli stessi scritti biblici non cessano di parlare…
…a rischio di modificare il testo ebraico delle Sacre Scritture, a beneficio della causa, come ce lo ha fatto scoprire la comparazione con i manoscritti di Qumran. Il caso della versione greca del Salmo XL è flagrante : « Tu mi hai formato un corpo », è una profezia della Incarnazione del Verbo : ma, modificata dai rabbini di Jamnia, diventa : « Tu mi hai aperto l’orecchio », è grave !
Storicamente, « il giudaismo nel senso proprio del termine » è una religione anticristica…
…dunque lo è anche quella di Benedetto XVI.
Di conseguenza, non bisogna stupirsi delle negazioni contenute nellìultimo capitolo, riguardanti la Resurrezione del Signore.
Qui abbiamo più che un rinnegamento : è una negazione.
CAPITOLO IX
QUINTO RINNEGAMENTO:
QUELLO DELLA RESURREZONE DI CRISTO
Il Papa c’immerge in una profonda perplessità : « Che cosa si produsse allora ? Evidentemente, per i testimoni che avevano incontrato il Risorto, non era cosa facile da esprimere ». Eppure essi hanno raccontato in piena semplicità come l’avevano visto, udito, toccato, come aveva mangiato con loro… Ebbene no ! « Essi si erano turbati di fronte a un fenomeno che era per loro totalmente nuovo, poiché oltrepassava l’orizzonte delle loro esperienze. » (pp. 276-277).Abbiamo qui di che perdere la fede, alla scuola di un luterano :
« Contro la fede nella Resurrezione, Rudolf Bultmann ha obiettato che, anche se Gesù fosse tornato dalla tomba, si dovrebbe tutavia dire che “un fatto miracoloso della natura, qual è la rianimazione di un morto”, non ci aiuterebbe in nulla e che, dal punto di vista esistenziale, non avrebbe alcuna importanza. » Ma allora…
Il Papa aggiunge : « Sarebbe proprio questo il caso, se, nella Resurrezione di Gesà, non si trattasse di altro che del miracolo di un cadavere rianimato »…
Stop! Qui non c’è un “cadavere”. Infatti, se Gesù è morto in obbedienza alla legge, stabilita da Dio in punizione del Peccato originale, mediante la separazione della sua anima dal suo corpo, tuttavia non fu mai rotto il legame di questo santissimo corpo, trafitto per la nostra salvezza, con la Persona divina che se lo era consacrato interamente. Questa reliquia è sacra, essa non conobbe la corruzione della tomba, e restà sempre il sacramento della universale redenzione; in tal modo, una volta resuscitato, non sarà mai più sottoposto alla morte. Questa è la nostra fede cattolica.
E’ per questo che la vita cristiana consiste nell’adorare, amare, contemplare quel Corpo divino segnato da tutte le stimmate della sua crudele Passione, come testimonia la Santa Sindone conservata a Torino.
Ma il Papa ha scartato questo imbarazzante testimonio nel capitolo precedente (pp. 259-260)
Qui lo fa ancor più ; ma non so se un lettore su mille vedrà con quale astuzia egli nega la Resurrezione fisica del corpo di Cristo, legandola alla necessità di morire più tardi, come se al Cristo fosse impossibile riprendere il proprio corpo alla maniera di Lazzaro ed essere ormai immortale…
Il corpo di Cristo resuscitò grazie al potere della seconda Persona della Santissima Trinità, alla quale era unito ipostaticamente perfino nella morte, in modo tale, ch’esso non sarà mai più sottoposto alla morte. In questa stessa maniera, il Padre ci salverà da tutti i pericoli, ci farà risorgere anche dalla tomba.
Prodigiosa esperienza, fondata sulla morte e sulla sepoltura di Cristo !, ma annullata da Benedetto XVI nel suo commento ai racconti evangelici :
« Nel linguaggio mitologico (sic !), si manifestano contemporaneamente, da una parte, la prossimità del Signore, che appare come un uomo, e, dall’altra parte, la sua alterità, grazie alla quale egli è estraneo alle leggi della vita materiale. » (p. 302).
San Luca riferisce che Gesù mangiò pesce in presenza degli Apostoli ?
« La maggioranza degli esegeti ritengono che qui Luca abbia esagerato per zelo apologetico ; con quella sua affermazione, egli avrebbe rimesso Gesù in una corporeità empirica che era ormai superata dalla Resurrezione. Così facendo, Luca si metterebbe in contraddizione con il proprio stesso racconto, secondo il quale Gesù apparve improvvisamente in mezzo ai discepoli in una corporeità che non è legata alle leggi spaziali e temporali. » (pp. 303-304).
Oltre ad accusare san Luca di mentire e di contraddirsi, manifestando così di non credere nella inerranza delle Scritture, il Papa si ostina a negare il fatto : ossia che Gesù ha mangiato pesce proprio per dimostrare quella presenza fisica del suo corpo umano, qui negata dal Papa !
Non c’è rimedio a un tale acciecamento !
Ma allora, cos’è la Resurrezione secondo Joseph Ratzinger ? « Potremmo considerare la Resurrezione come un certo qual salto qualitativo radicale, mediante il quale si apre una nuova dimensione della vita, dell’essere uomo ; » (p. 308).
« Un salto qualitativo »… come quello di un gorilla che diventa uomo, come pensa Darwin…
« Nella Resurrezione di Gesà, l’essenziale è il fatto che non c’è la rivitalizzazione di un morto qualunque in un momento qualunque, ma che un salto ontologico è stato realizzato nella Resurrezione. Questo salto riguarda l’essere in quanto tale e così è stata inaugurata una dimensione che ci riguarda tutti e che ha creato per noi tutti un nuovo ambiente vitale, di essere con Dio. » (p. 209).
Queste espressioni, improntate a un linguaggio evoluzionistico, significano che la Resurrezione di Cristo lo ha reso un essere essenzialmente diverso da quello che era prima della sua Resurrezione.
Domanda : se egli non ha esattamente lo stesso genere di corpo che aveva prima di morire, che tipo di “carne ed ossa” ha ora ? Il Sacro Cuore di Gesù è davvero un cuore umano, quello stesso che fu trafitto dalla lancia del soldato romano e che riprese a battere ?
Secondo Ratzinger, no ! Egli lo nega in piene lettere :
« In questo senso, è vero che la Resurrezione non è un evento storico dello stesso genere della nascita o della crocifissione di Gesù. »
Quest’affermazione contraddice la verità pura e semplice : secondo la fede cattolica, fondata su fatti storici, il Figlio di Dio si è plasmato un corpo e un’anima nel seno della Vergine Maria ; poi egli è morto in base alla legge stabilita da Dio come pena del Peccato originale, mediante la sottrazione della sua anima al suo corpo. Nel « terzo giorno », quest’anima ha ripreso possesso del proprio corpo.
Questa natività, questa crocifissione e questa resurrezione furono eventi storici, verificabili, fisici, che accaddero rispettivamente…
in Betlemme, il 25 dicembre dell’anno I della nostra era
in Gerusalemme, il venerdi 7 aprile dell’anno 30
in Gerusalemme, la domenica 9 aprile dell’anno 30.
LA TRANSUSTANZIAZIONE
Se il Corpo e il Sangue di Cristo hanno fatto « un salto qualitativo in un’altra dimensione », svanisce il dogma della transustanziazione, secondo il quale, nel Santo Sacrificio della Messa, con la consacrazione, l’intera sostanza del pane viene mutata nella intera sostanza del Corpo di Cristo, e la sostanza del vino in quella del suo prezioso Sangue. Questo dogma non ha più ragion d’essere.Non lo ha più nemmeno la visita al Santo Sacramento dell’Altare. Ratzinger insegnava in una conferenza tenuta durante il Concilio : « Non si può ragionevolmente considerare che l’adorazione eucaristica o la silenziosa visita in una chiesa consista semplicemente nell’intrattenersi con un Dio che s’immagina sia presente in un luogo determinato. »
« L’affermazione “Dio abita qui”, come pure il colloquio con un Dio immaginato come presente localmente, fondamento di quell’affermazione, manifestano una misconoscenza dell’evento cristologico, come pure della concezione di Dio. Ciò non può che ripugnare all’uomo che riflette e che è istruito sulla onnipresenza di Dio. Se si volesse giustificare “l’andare in chiesa” col fatto che si deve rendere visita a un Dio che è presente solo là, si tratterebbe davvero di una giustificazione insensata, che l’uomo moderno avrebbe ragione di rifiutare. » (Die sakramentale Begründung christlicher Existenz, il fondamento sacramentale dell’esistenza cristiana, trascrizione di 4 ore di conferenze pronunciate dal p. Ratzinger a Salisburgo, in Austria, nel 1965.)
LA RESURREZONE DEI MORTI
Nella sua enciclica Pascendi, san Pio X sottolinea che i modernisti trattano le Sacre Scritture come se nessuno le avesse studiate prima di loro e come se nessuno le avesse mai interpretate correttamente. Nella sua opera La fede cristiana ieri e oggi, Joseph Ratzinger si dimostra un perfetto modernista :« E’ dunque chiaro (!) che l’essenza della fede nella resurrezione non consiste nell’idea di una restituzione del corpo, come noi l’immaginiamo abitualmente, sebbene la Bibbia si serva correntemente di questa rappresentazione immaginaria. » (p. 252, edizione francese di quella Introduzione al cristianesimo che, tra il 1968 e il 2007, ha avuto cinquanta due edizioni in 8 lingue).
« E’ dunque chiaro » che il nostro santo Padre Benedetto XVI nega il penultimo articolo del nostro Credo :
« Et expecto resurrectione mortuorum… Attendo la resurrezione dei morti. »
« Secondo il messaggio biblico della resurrezione », [correttamente interpretato da me, Ratzinger], « il contenuto essenziale di questo messaggio non è la rappresentazione di una restituzione dei corpi alle anime dopo un lungo periodo intermedio. » (p. 255).
Quale la ragione di una così perentoria negazione ? « Questa resurrezione implicherebbe, come pare, un cielo nuovo e una terra nuova » (p. 251). Proprio così ! Secondo l’insegnamento di san Pietro, « ciò che attendiamo sono nuovi cieli e nuova terra » (2 Pt. 3, 13) !
Joseph Ratzinger non esita a considerare questa idea come « perfettamente assurda, assolutamente contraria alla nostra intelligenza sulla materia e sulle sue proprietà, e dunque inesirabilmente mitologica. »
Ecco sistemato san Pietro. E san Paolo !
« Paolo, ripetiamolo ancor auna volta, insegna non la resurrezione dei corpi ma quella delle persone, e questa non avviene mediante una ricostituzione dei corpi di carne, ossia dei composti biologici – cosa ch’egli dichiara apertamente impossibile (“ciò ch’è corruttibile non può diventare incorruttibile”), ma secondo un nuovo modo di vita risuscitata, com’è stata prefigurata in Nostro Signore. » (p. 259).
Secondo Ratzinger, questo « nuovo modo » :
1, non consiste nella ripresa di possesso del Corpo di Cristo da parte dell’anima, ma nel salto quantitativo in una nuova dimensione dell’esistenza ;
2, non è un evento storico come quelli della sua nascita o della sua croicifissione ; infatti, la resurrezione di Cristo avviene aldifuori dello spazio e del tempo, ossia in nessun luogo.
Secondo lui, « laddove si crede nella “comunione dei santi”, l’idea di un’anima separata (l’anima separata di cui parla la Scolastica) viene ad essere finalmente sorpassata. » (p. 254).
Ma allora, è « sorpassato » anche il pregare per le anime del Purgatorio, o il pregare quei santi nel Cielo che non sono ancora riuniti ai loro corpi !
IL SEGRETO DELLA MADONNA DI FATIMA
Felicemente, la Madonna ci viene in soccorso col suo grande “ segreto” del 13 luglio 1917, nel quale Lucia, Francesco e Giacinta videro con i loro occhi « i demoni e le anime. Queste erano come braci trasparenti, nere o brunite, dotate di forme umane. »« Voi avete visto le anime dei poveri peccatori – disse la Madonna con bontà e tristezza. – Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si farà ciò che sto per dirvi, molte anime si salveranno. »
Il segreto si conclude con la visione del Santo Padre che prega « per le anime dei cadaveri che incontra sul suo cammino. »
Comprendiamo sempre meglio la ragione dell’ostinata opposizione del cardinale Ratzinger, diventato Benedetto XVI, alla Madonna di Fatima. Si realizza infine qui ciò che fu scritto su di Lei ; « La Donna schiaccerà la testa del Serpente », e anche : « Tu sola hai vinto le eresie del mondo intero. »
Fra’ Bruno di Gesù
PRIMO RINNEGAMENTO:QUELLO DELLA RIVELAZIONE BIBLICAA VANTAGGIO DEL GIUDAISMO TALMUDICO
SECONDO RINNEGAMENTO:QUELLO DELLA CHIESAIN FAVORE DELLA SINAGOGA
TERZO RINNEGAMENTO:QUELLO DELLA CRISTIANITA’IN FAVORE DEL MASDU
QUARTO RINNEGAMENTO:LA CROCE DI CRISTO ANNIENTATAA VANTAGGIO DELLA RAGIONE
CAPITOLO IX QUINTO RINNEGAMENTO: QUELLO DELLA RESURREZONE DI CRISTO
IL SEGRETO DELLA MADONNA DI FATIMA
PRIMO RINNEGAMENTO:QUELLO DELLA RIVELAZIONE BIBLICAA VANTAGGIO DEL GIUDAISMO TALMUDICO
Nessun commento:
Posta un commento