di Regina Hinrichs
Questo articolo 1 è stato redatto a partire da una conferenza tenuta dall'Autore al Congresso Theologisches, a Fulda, in Germania, nell'ottobre del 1997. Da parecchi anni, la dr.ssa Regina Hinrichs (1935-1999) ha intrapreso diverse ricerche sui movimenti religiosi sovversivi contemporanei. Durante le sue indagini, essa si è naturalmente interessata della potente organizzazione dei Focolari e della loro fondatrice «carismatica» Chiara Lubich (1920-2008). I Focolari, il cui nome originario è Opus Mariæ («Opera di Maria»), si definiscono come un movimento militante per l'unità, aperto alle persone di ogni convinzione. Oggi, la loro influenza si estende al mondo intero. Essi sono degli attivissimi propugnatori dell'ecumenismo e del dialogo interreligioso in vista di un'unità planetaria del'umanità. Loro compagni di viaggio in questo progetto si rivelano via via oscuri personaggi legati al mondo del New Age e ai circoli mondialisti di chiara matrice massonica...
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l Nota storica
Il Movimento dei Focolari è stato fondato da Chiara Lubich nel 1943 durante i bombardamenti di Trento nella Seconda guerra mondiale. Durante i bombardamenti, nei rifugi, Chiara portava con sé il Vangelo. Presto coinvolse un gruppo di persone che costituisce il primo nucleo del futuro Movimento. Alcune ragazze scelsero di lasciare le proprie famiglie per vivere insieme e dedicarsi pienamente ad aiutare i poveri della città. La casa dove le ragazze vivevano, in Piazza Cappuccini a Trento, è ricordata come il primo focolare. Analogamente successe più tardi per un gruppo di ragazzi. Passata l'emergenza della guerra, nello sviluppo del Movimento i compiti assistenziali passarono in secondo piano rispetto agli aspetti legati alla spiritualità. Una serie di circostanze, quali l'incontro di Chiara con Igino Giordani (1894-1980), allora deputato della Democrazia Cristiana, che diventerà il primo focolarino sposato, e una serie di viaggi ed incontri dei primi focolarini, hanno permesso una rapida diffusione del Movimento prima in Europa e poi negli altri continenti. Attualmente è diffuso nei cinque continenti, e vi aderiscono circa sei milioni di persone. Il vescovo di Trento, Mons. Carlo De Ferrari, ne diede la prima approvazione, nel 1947. Successivamente il Movimento è stato a lungo studiato dalle autorità ecclesiastiche che hanno più volte rivisto e corretto statuti e regolamenti fino alla recente approvazione degli statuti vigenti avvenuta nel 1990, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II (1920-2005) che ne apprezzava la vocazione al dialogo.
l L'organizzazione visibile dei Focolari
Per poter esprimere un giudizio pertinente sul Movimento dei Focolari, comprendere la personalità della sua fondatrice Chiara Lubich e dipanare le interdipendenze che uniscono le molteplici ramificazioni internazionali di questo movimento, occorre iniziare dando uno sguardo alla sua organizzazione e alla superficie delle sue reti. Cominciamo da alcune cifre. All'epoca dell'Assemblea Ecumenica di Graz, svoltasi durante l’estate del 1997, Chiara Lubich si è vantata del fatto che i seguaci di oltre trecento «chiese» hanno aderito alla sua opera fondata nel 1943. Stando alle sue affermazioni, il Movimento conterebbe più di 90.000 membri interni, ai quali bisogna aggiungere 2.000.000 di simpatizzanti provenienti da più di centottanta Paesi. Parola di Vita, il commento di alcuni passi della Sacra Scrittura composto da Chiara Lubich e pubblicato ogni mese, viene tradotto in in ottantaquattro lingue. Ventisette case editrici appartengono ai Focolari. Le forme di adesione al Movimento sono molteplici: al centro ci sono i membri che sono legati da un impegno formale e vivono raggruppati in piccole comunità secondo la pratica dei tre voti (povertà, castità e ubbidienza); poi vengono gli aderenti sposati che fanno anch'essi dei voti; infine, ci sono i collaboratori volontari che appartengono ad una delle organizzazioni satelliti aperte sull'esterno. è così che è nato il movimento dei volontari, vale a dire il raggruppamento dei laici senza impegno formale che ha dato nascita al Movimento per una Società Nuova. A sua volta, quest'ultimo ha dato vita all'Ufficio Internazionale dell'Economia e del Lavoro, che gode di un ruolo consultivo all'ONU. Si devono citare anche le diverse associazioni Gen (abbreviazione di «generazione»): quella degli adulti, quella dei giovani e quella dei bambini che aggiungono tutti al loro nome la formula «per un mondo unito». Segnaliamo anche i musicisti (Gen Rosso), e le musiciste (Gen Verde) e anche il Gen S (i seminaristi), poiché i Focolari dispongono dei loro seminari per la formazione dei sacerdoti.
Gen Rosso | Gen Verde |
è dunque a giusto titolo che la fondatrice parla di «nostri» teologi e di «nostro» teologia. Più oltre, ritorneremo su questo punto. Ad intervalli regolari, i Gen organizzano alcune feste. Ci sono anche gli incontri estivi chiamati Mariapolis, e le «conferenze telefoniche generali» di ogni mese. Queste riunioni hanno lo scopo di assicurare la coesione in seno a questo organismo molto esteso, di stimolare la vita spirituale dei membri e di potersi scambiare le notizie sul movimento. Bisogna menzionare anche le colonie. A tutt'oggi, ne esistono diciannove. Le prime sono state fondate in Italia, come quella di Loppiano, installata presso Firenze fin dal 1964. Altre si sono aggiunte con il passare degli anni in Svizzera, in Germania, in Africa, negli Stati Uniti, in Argentina e nelle Filippine. Dunque, in pressappoco cinquant'anni, si è sviluppata e diffusa nel mondo intero un'opera considerevole, un'opera che non smette di crescere e che gode del sostegno di numerosi sacerdoti diocesani, di religiosi, di Vescovi, di Cardinali e dello stesso Giovanni Paolo II. A questo proposito, ecco una vicenda che dà un'idea dell'approvazione che quest'ultimo ha accordato ai Focolari: egli ha riservato loro l'uso esclusivo della sua sala per le udienze di Castelgandolfo.
La Lubich con Paolo VI... | ...e con Giovanni Paolo II. |
l I Focolari: Movimento per l'unità delle religioni
Dopo avere brevemente descritto la struttura esterna del Movimento dei Focolari, passiamo ora ad esaminare i fondamenti su cui poggia questa costruzione dalle dimensioni veramente impressionanti. Quali sono le convinzioni spirituali e religiose che formano la base di questo organismo? Tre testi evangelici - interpretati in maniera stravagante - sono all'origine dell'intuizione di Chiara Lubich:
- La preghiera di Gesù «ut unum sint» («perché siano perfetti nell'unità»; Gv 17, 23);
- La promessa del Signore: «Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18, 20);
- L'abbandono di Gesù sulla Croce espresso nel Suo grido: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato»? (Mt 27, 46).
Queste tre formule sarebbero strettamente collegate tra loro dall'idea di unità. Ed è proprio l'esperienza dell'unità che è alla base dell'opera di Chiara Lubich. Ecco, a questo riguardo, un suo ricordo: «Stavamo leggendo il Vangelo in un rifugio illuminato da una candela. Ci sentivamo particolarmente attratti dalla preghiera di Gesù “ut unum sint”. Eravamo noi stessi sorpresi, perché queste parole non ci sembravano più difficili da comprendere; al contrario, avevamo l'impressione di comprenderle un po' meglio. Ne eravamo sicuri: era la carta, la Magna Carta della nostra nuova vita» 2. Ecco altre spiegazioni raccolte della bocca della fondatrice: «Il Focolare è una piccola comunità nel mondo. I suoi membri non si distinguono in nulla da questo mondo; si vestono e lavorano come gli altri. Tuttavia, questa comunità è qualcosa di speciale, perché è costituita da persone che hanno lasciato il mondo, la loro patria, la loro famiglia e il loro lavoro, per mettere la loro vita al servizio dell'unità del mondo» 3. Di quale unità si tratta? Su che cosa si fonda? Nel corso di una «conferenza telefonica», Chiara Lubich ha definito l'unità con queste parole: «L'unità è ciò che risulta dalla ricerca comune della stessa verità luminosa» 4. Il principio di unità religiosa di un gruppo di persone non è dunque l'unità della fede che professano; non è la verità rivelata cui esse aderiscono e credono tutti allo stesso modo, ma la condivisione di un stesso slancio di ricerca.
l L'esperienza ecumenica di Londra, compimento della preghiera di Gesù «ut unum sint»
La testimonianza della stessa Chiara Lubich che descrive ciò che provò nel momento in cui ricevette il Premio Templeton, a Londra, può aiutarci ad afferrare ciò che essa intende per unità 5. «Dopo il mio discorso a Londra, tutti coloro che erano presenti e che aderivano a diverse religioni, mi sembravano essere uniti. Mi sono chiesta: “Com'è potuto accadere”? Forse la ragione era che quasi tutti credevano in Dio, e che, in quel momento, ci abbracciava tutti? Quando uscii, i primi ad avvicinarmi furono alcuni membri di altre religioni: un monaco tibetano mi disse che avrebbe scritto subito al Dalai Lama affinché questi si mettesse in contatto con me. Quattro ebrei espressero la loro gioia dicendomi che, in fondo, l'Antico Testamento è il tronco dell'albero su cui si è innestato il cristianesimo. Evidentemente, volevano dire che lo sviluppo del nostro Movimento proveniva da quello stesso albero. Dopo di che, vennero degli induisti, dei sikh e altri» 6. Chiara Lubich ha interpretato questo avvenimento come una realizzazione della preghiera di Gesù «ut unum sint»: «Anche se aderivamo a religioni diverse, eravamo diventati una cosa sola. Forse perché tutto credevamo in Dio e che, in un certo senso, ci abbracciava tutti in quel momento» 7.
Vari momenti di incontro tra la Lubich e i buddisti. |
Certamente, il cattolico perplesso si chiederà: com'è possibile che i cristiani, i buddisti tibetani, gli ebrei, gli induisti e i sikh riuniti in quella sala credessero tutti in Dio? In quale Dio? Non è concepibile che si tratti il Dio trinitario professato dai cristiani. Partendo da questa esperienza di Londra, il Movimento dei Focolari si è sempre più esteso abbattendo le «strette barriere» delle diverse confessioni, ivi comprese quelle del cristianesimo, come appare evidente dalle citazioni che ha appena letto. Così, poiché era stata particolarmente impressionata dal fatto che dopo il suo discorso a Londra, alcuni buddisti, ebrei e sikh l'avevano avvicinata, l'idea dell'unità tra le religioni si impose allo spirito di Chiara Lubich e divenne il pilastro principale della sua opera. Sorge dunque una domanda: come raggiungere tale unità concepita come un'unità globale? Questa unità, risponde Chiara Lubich, prende corpo e si realizza nella misura in cui diveniamo una sola cosa con i nostri fratelli. «Divenire uno», «farsi uno» è un'espressione-chiave del movimento dei Focolari. Essa significa ascoltare, interessarsi ai problemi dell'altro, mettersi d'accordo con lui, confermarlo nelle sue preferenze, stringere un'amicizia con lui. Il programma «farsi uno» riguarda innanzi tutto le persone e si estende alle religioni e alle diverse tradizioni. Il suo campo d'azione è universale. Occorre «fare proprie le civiltà così diverse e così ricche, le tradizioni talvolta millenarie, e far crescere il germe del Vangelo», ha spiegato Chiara Lubich in un discorso intitolato «Il sacerdote oggi», in cui mette in rilievo l'idea secondo cui il prete dei nostri giorni dev'essere, innanzitutto, un uomo del dialogo.
Con gli ebrei del B'nai B'rith... | ...con i musulmani... |
...con gli animisti... | ...ancora con gli animisti. |
l «Quando due o tre persone si riuniscono [...] Gesù è in mezzo a loro»
Se l'unità è la volontà di Dio (Gesù lo confermerebbe nella sua preghiera «ut unum sint»), il Movimento dei Focolari, lavorando al compimento di tale unità, fà la volontà di Dio e opera in nome di Gesù. Di conseguenza, Chiara Lubich crede di potersi riferire alla parola del Signore: «Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18, 20), e di applicarla alla sua opera. E la commenta con queste parole: «Per il Movimento (dei Focolari) questa parola di Gesù è la norma delle norme; essa ha la precedenza assoluta: la presenza di Cristo tra noi. Così, la fratellanza divina che Gesù ha portato sulla Terra per tutta l'umanità è investita di senso e di vita» 8. «Gesù è in mezzo a noi - spiega la Lubich - quando pratichiamo l'amore reciproco che ci chiede di praticare: è questo amore che compie l'unità. Gesù è dunque un aiuto enorme (!) per un ecumenismo vivente 9 [...]. Mediante il suo aiuto, ritroviamo la fratellanza che facilita la comprensione reciproca e che distrugge i pregiudizi multisecolari» 10.
l Il grido di Gesù sulla croce: un appello a superare le divisioni e a ricostruire l'unità mediante il dialogo
Queste riflessioni ci conducono al terzo pilastro fondamentale su cui poggia la spiritualità dei Focolari: la croce, o, più esattamente, il grido di abbandono di Gesù sulla croce. Il grido che Nostro Signore emise durante la sua agonia è stato interpretato da Chiara Lubich come un grido d'angoscia a causa delle divisioni, e dunque, come un pressante appello alla riconciliazione: «Grazie a lui, grazie al suo grido, siamo in grado di impegnarci al di là di tutte le ferite, di tutte le separazioni e di tutte le divisioni, per ricostituire l'unità della Chiesa. Grazie a lui, abbiamo fatto la conoscenza di numerose chiese e confessioni, abbiamo colto le loro particolarità e abbiamo imparato a stimarli; ci sentiamo come fratelli e sorelle, uniti dal battesimo e dall'amore reciproco» 11. In altri termini, gli scismi e le separazioni sono dovuti ai pregiudizi, alla diversità delle mentalità e delle culture 12. Il mezzo che, logicamente, deve permettere di sormontare queste differenze e separazioni, sentite così dolorosamente, è il dialogo. Per Chiara Lubich, dunque, il rimedio alle divisioni non sta nella missione apostolica che ubbidisce al precetto di Cristo: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28, 19); vale a dire: «Annunciate loro la verità rivelata, liberateli dagli errori che li incatenano». Per lei, l'unità non viene dalla verità; al contrario, l'intransigenza dottrinale costituisce il fermento di lacerazioni insopportabili. Dunque, per costruire l'unità, l'unica strada è il dialogo. Il dialogo interconfessionale tra cristiani, e poiché il Movimento supera abbondantemente le frontiere del cristianesimo, anche il dialogo interreligioso.
«Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16, 15-16).
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l Chiara Lubich, degna vincitrice del Premio Templeton
Presso le organizzazioni e le società di pensiero che incoraggiano il dialogo interreligioso, Chiara Lubich occupa, da molto tempo, un posto eminente. Per convincersene, è sufficiente considerare i riconoscimenti internazionali di cui è stata insignita durante la sua vita. I premi che ha ricevuto sono numerosi e rivelano la stima di cui gode negli ambienti religiosi mondiali:
- 1977: Premio Templeton;
- 1988: Premio della Festa della Pace di Augsbourg;
- 1996: Dottorato honoris causa dell'Università Cattolica di Dublino;
- 1997: Premio dell'Educazione per la Pace dell'UNESCO;
- 1997: dottorato honoris causa delle Università Cattoliche di Manila, di Taipei e di Bangkok.
Il Movimento dei Focolari ha evidentemente approfittato della reputazione della sua fondatrice: la sua crescita, il suo riconoscimento internazionale e la sua introduzione negli organismi che perseguono gli stessi scopi sono stati grandemente facilitati.
l Il Premio Templeton
In primo luogo, dobbiamo presentare il Premio Templeton, istituito nel 1972 da Sir John M. Templeton (1912-2008) e conferito ogni anno dal 1973. È il Premio più ricco del mondo (più di un milione di dollari). Tra i beneficiari, troviamo Madre Teresa di Calcutta (1910-1997), frére Roger Schutz (1915-2005; della comunità protestante di Taizé), il Cardinale Léon-Joseph Suenens (1904-1996) - grande sostenitore del Rinnovamento Carismatico - Carl-Friedrich von Weizsäcker (1912-2007), un buddista, un musulmano, un rabbino, un induista e... Chiara Lubich. Sir John Templeton ha istituito il suo Premio come pendant religioso del Premio Nobel. Quest'ultimo ha lo scopo di onorare il progresso nel settore delle scienze naturali. Allo stesso modo, il Premio Templeton incoraggia il «progresso nella religione». Il depliant della Fondazione Templeton dice chiaramente cosa bisogna intendere per «progresso nella religione»: poiché si constata che esiste un progresso in tutto ciò che deriva dall'esperienza e dagli sforzi uomini, la stessa cosa deve realizzarsi in materia religiosa. Ancor meglio, poiché in altri campi siamo testimoni di un progresso sempre più accelerato, bisogna aspettarsi lo stesso fenomeno anche in campo religioso: un universo che non smette di dilatarsi esige anche una coscienza religiosa allargata, di nuovi orizzonti cultuali e di nuove libertà spirituali.
Sir John Templeton | Il Cardinale Suenens | Madre Teresa |
Dunque, l'intenzione con cui questo Premio viene conferito è chiara: si tratta di ricompensare gli sforzi compiuti per la conquista della libertà di coscienza in materia religiosa e di stimolare le iniziative dei pionieri in questo settore. Così, sono giudicati degni di interesse, qualunque sia la religione a cui appartengono, tutti gli sforzi per arrivare ad una coscienza spirituale più approfondita o ad una migliore comprensione di ciò che è il senso della vita, ogni impresa che ispiri la devozione e l'amore o che orienti verso Dio la vita dell'uomo affinché trovi nuove energie creatrici. Il depliant sottolinea che il sincretismo - il tentativo di fusione e di riconciliazione di convinzioni religiose divergenti - dev'essere evitato. Al contrario, il Premio Templeton è destinato a mettere in rilievo la diversità delle religioni, a fare conoscere e ad apprezzare la molteplicità delle fedi religiose e delle forme in cui si traducono. La tolleranza occupa, perciò, un posto assai importante. La questione della verità o dell'errore non si pone. Si tratta, invece, di aiutare l'uomo a riconoscere l'infinità dello spirito universale 13, la molteplicità delle strade attraverso cui il Creatore si rivela agli uomini. Non esiste una sola menzione di un Dio personale, come esige la fede cristiana. In compenso, alcune righe più sotto, il testo del depliant parla del «divino» (the divine). Questo riferimento equivoco sembra essere un'allusione al Grande Architetto dell'Universo venerato dalla Massoneria.
l Un Premio conferito a giusto titolo?
Perché Chiara Lubich è stata ritenuta degna di ricevere questo Premio? Cos'ha spinto la giuria a fare questa scelta? Il depliant della Fondazione Templeton dedicato a Chiara Lubich fornisce numerose ragioni. Innanzi tutto, il Movimento dei Focolari ha mostrato al mondo che ai nostri giorni non basta più aderire ad una Chiesa istituita. I teologi degli anni '50 - spiega questo documento - consideravano la Chiesa come il corpus Christi mysticum («il corpo mistico di Cristo»). Al presente, la teologia ha compiuto un duplice progresso: si parla del popolo di Dio e si insiste sull'esperienza della conversione personale a Cristo. Ecco i tratti caratteristici del Movimento dei Focolari. Un altro segno di progresso (presente anche nel Movimento dei Focolari) - continua il depliant - è la nuova tonalità data alla spiritualità: tradizionalmente, essa era impersonale e astratta; si nutriva ormai dell'esperienza vissuta da altri individui. Il lettore, più che perplesso, si chiederà come mai una moltitudine di Santi ha potuto ugualmente crescere in una terra così arida come quella della Chiesa prima degli anni '50. Inoltre - prosegue la pubblicazione - il nuovo comandamento «amatevi gli uni gli altri» (Gv 15, 17) si estende indistintamente a tutti gli uomini 14, ed è proprio ciò che praticano i Focolari aprendosi alle persone di ogni convinzione 15. Se dunque pratichiamo questo precetto in questo spirito, il nostro comportamento farà nascere il rispetto reciproco tra gli Stati e tra i popoli, provocherà una diminuzione della paura tra gli uomini e la caduta di tutte le frontiere che li dividono. Infine, il testo fà notare che Chiara Lubich e tutta la sua opera militano efficacemente nella Chiesa al servizio dell'ecumenismo. Le «qualità» messe in risalto in questo testo sono perlomeno ambigue. Sono proprio le tendenze e i cambiamenti che hanno portato la rivoluzione nella Chiesa. Di conseguenza, dobbiamo chiederci: Chiara Lubich possiede veramente queste «qualità»; ha realmente meritato questo strano Premio, o la sua persona e le sue intenzioni sono state fraintese? Per rispondere, riporteremo direttamente i giudizi formulati dall'interessata a riguardo dell'ecumenismo e della nuova ecclesiologia.
A sinbistra: Chiara Lubich riceve il Premio Templeton dalle mani di Filippo d'Edimburgo, consorte della Regina Elisabetta II. A destra, la Lubich parla davanti ai membri della Fondazione Templeton.
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l Chiara Lubich e l'ecumenismo
Nel suo discorso, dopo la consegna del Premio Templeton, Chiara Lubich ha trattato a lungo dell'espansione della sua opera al di là dei limiti del cristianesimo. Ella ha menzionato gli ebrei ai quali, in un certo senso, ci lega la Rivelazione. A proposito dei musulmani, la Lubich ha sottolineato, piena d'ammirazione, fino a che punto sono fedeli alla loro religione. Si è estasiata davanti agli induisti che mettono l'amore al primo posto: «Li amiamo così come sono [...], ed è insieme che cerchiamo quelle verità che ci uniscono strettamente per viverle insieme, per scambiarci le nostre esperienze nell'impegno per Dio e per i nostri fratelli» 16. Parlando del Movimento Gen - che abbiamo descritto più sopra - ella ha spiegato che gli aderenti delle altre religioni possono essere ricevuti nei Focolari, dopo di che vengono chiamati secondo la loro religione d'origine: Gen-musulmani, Gen-buddisti, ecc... Quanto al fatto che questi membri di altre religioni abbiano una concezione di Dio totalmente estranea a quella del cristianesimo, poco importa. Solo l'amore conta e lo sforzo che facciamo per costruire insieme un mondo d'amore 17. Ciò che Chiara Lubich vuole è «vivere il Vangelo». Tuttavia, alla luce di quanto appena letto, siamo in diritto di chiederci: di quale «vangelo» si tratta? Che ne sarà di parole di Cristo come queste: «Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace, ma una spada» (Mt 10, 34); «Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità» (Gv 18, 37)? Che ne sarà della messa guardia contro i falsi profeti, della condanna dell'idolatria, dell'affermazione secondo cui Cristo è venuto «per la rovina e la risurrezione di molti [...], segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2, 34), e di tante altre parole dello stesso segno? Come abbiamo visto, lo scopo perseguito dal Movimento dei Focolari è triplice:
- L'unità dei cristiani;
- L'unità delle religioni;
- L'unità di tutta l'umanità.
Cercando di realizzare tale unità, Chiara Lubich crede di compiere la volontà di Dio, giacché afferma: «Gesù si è incarnato affinché tutti siano uno. Sulla croce, nel suo abbandono, è per questo che ha offerto la sua vita. Ai nostri giorni, dobbiamo aiutarlo a realizzare innanzi tutto questo scopo. L’Opus Mariæ ha fatto suo il compito di unire tutta l'umanità» 18. Di conseguenza, lo sforzo ecumenico compiuto dai Focolari, se da una parte si concentra soprattutto «sull'istruzione e sulla sensibilizzazione dei cattolici in vista dell'unità dei cristiani e per raggiungere una comunione fraterna con i membri delle altre chiese cristiane» 19, dall'altra non può logicamente fermarsi lì; esso aspira ad estendersi ai membri delle altre religioni.
l Chiara Lubich e la nuova ecclesiologia
A riguardo della Chiesa, i propositi di Chiara Lubich sono identici a quelli della Fondazione Templeton. Essa è convinta che, grazie al Concilio Vaticano II (1962-1965), la Chiesa ha fatto un grande passo in avanti nella giusta direzione. Ed eccone, sempre secondo la Lubich, gli indizi: la collegialità e la precedenza data all'amore. Se, in occasione della riunione ecumenica di Graz, ella sembrò professare senza ambiguità la fede nell'unica Chiesa fondata da Gesù Cristo, essa tuttavia aggiunse: «In questo contesto, sorge l'importanza fondamentale dell'ecclesiologia» 20. Di quale ecclesiologia si tratta? Facendo allusione al Cardinale Johannes Willebrands (1909-2006), al quale aveva rivolto la parola in occasione della consegna del Premio Templeton, ella spiegò che bisogna approfondire l'ecclesiologia della «communio», poiché è in ciò che risiede la grande fortuna del futuro ecumenismo, e che gli sforzi per raggiungere l'unita della Chiesa devono avere quell'ecclesiologia come punto di partenza. D'altronde, diceva la Lubich, è in questa direzione che il Consiglio Ecumenico delle Chiese e altre istituzioni lavorano quando cercano di creare una «spiritualità ecumenica». Le divisioni che hanno scosso le fondamenta della Chiesa per duemila anni, sono divergenze d'opinione dovute ad una mancanza di amore tra i cristiani. Essa deplorava tali divisioni tra i cristiani, che sono contrarie alla volontà divina espressa nelle parole di Cristo «ut unum sint». E poiché una mancanza d'amore è responsabile di queste divisioni, un incremento d'amore potrebbe riportarci all'unità perduta: «Durante i secoli, a causa della crescente indifferenza, di una mancanza di comprensione, o persino di un certo odio per le altre chiese, ogni chiesa si è per così dire “pietrificata”. In ciascuna di esse, dunque, occorre un amore più grande: una corrente d'amore dovrebbe afferrare tutta la cristianità, un amore che ci spinga ad avere tutto in comune, ad essere ciascuno un dono per gli altri» 21. Lo si constata nuovamente: la questione della verità o dell'errore non si pone nemmeno; l'unica Chiesa che si vuole costruire non è dunque l'una, sancta, catholica et apostolica Ecclesia che, una sé stessa, nella sua dottrina e nei suoi riti, è giunta fino ai nostri giorni. Che cos'è allora? «Si potrebbe immaginare una Chiesa futura di questo genere: c'è una sola verità, ma questa verità si esprime in modi diversi, è compresa da punti di vista differenti e ci offre tutta la sua ricchezza in una molteplicità di interpretazioni» 22. Credo che questa affermazione si commenti da sola. Un ultimo punto: come mettere in pratica questa nuova concezione della Chiesa? L'abbiamo già detto: instaurando un dialogo universale che inglobi tutto il popolo di Dio: «Grazie a questo dialogo, siamo più atti a scoprire, ad apprezzare e a vivere consapevolmente questa grande eredità che è il legame comune di tutti i cristiani. Noi desideriamo vedere questo popolo unico che si staglia già ovunque, in ogni luogo in cui c'è una chiesa» 23.
E qui si presenta l'opportunità di chiarire e confutare una falsa opinione, da cui sembra dipenda tutta la presente questione e tragga origine la molteplice azione degli acattolici, operante, come abbiamo detto, alla riunione delle chiese cristiane. I fautori di questa iniziativa (l'ecumenismo) quasi non finiscono di citare le parole di Cristo: «Che tutti siano una cosa sola… Si farà un solo ovile e un solo pastore», nel senso però che quelle parole esprimano un desiderio e una preghiera di Gesù Cristo ancora inappagati. Essi sostengono infatti che l'unità della fede e del governo - nota distintiva della vera e unica Chiesa di Cristo - non sia quasi mai esistita prima d'ora, e neppure oggi esista; essa può essere sì desiderata e forse in futuro potrebbe anche essere raggiunta mediante la buona volontà dei fedeli, ma rimarrebbe, intanto, un puro ideale. Dicono inoltre che la Chiesa, per sé o di natura sua, è divisa in parti, ossia consta di moltissime chiese o comunità particolari, le quali, separate sinora, pur avendo comuni alcuni punti di dottrina, differiscono tuttavia in altri; a ciascuna competono gli stessi diritti; la Chiesa al più fu unica ed una dall'età apostolica sino ai primi Concili Ecumenici. Quindi soggiungono che, messe totalmente da parte le controversie e le vecchie differenze di opinioni che sino ai giorni nostri tennero divisa la famiglia cristiana, con le rimanenti dottrine si dovrebbe formare e proporre una norma comune di fede, nella cui professione tutti si possano non solo riconoscere, ma sentire fratelli; e che soltanto se unite da un patto universale, le molte chiese o comunità saranno in grado di resistere validamente con frutto ai progressi dell'incredulità (Pio XI, Lettera Enciclica Mortalium animos, del 6 gennaio 1928).
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l Il movimento dei Focolari, prototipo della Chiesa futura
I Focolari sono al centro di questo cantiere della Chiesa di domani. Già centinaia di migliaia di persone che appartengono a circa trecento chiese - ha detto Chiara Lubich - vivono il carisma dell'unità in seno ai Focolari. Queste persone sono il modello di ciò che, su scala mondiale, resta ancora da compiere. Durante l'allocuzione che pronunciò a Manila in occasione della consegna del suo dottorato honoris causa, la fondatrice dei Focolari parlò dei nostri teologi e della nostra dottrina, riferendosi all'Opus Mariæ. Che cosa voleva dire? Essa immaginava di trovarsi in una situazione analoga a quella di San Francesco d'Assisi (1182-1226) che, grazie alla sua esperienza di povertà, fu all'origine di una nuova dottrina universale; o di San Tommaso d'Aquino (1225-1274) che, prima di essere riconosciuto come il doctor communis, fu il teologo particolare del suo Ordine. Allo stesso modo, Chiara Lubich stimava che la sua teologia e la sua esperienza particolare in seno ai Focolari, dovevano preparare l'accettazione del carisma dell'unità da parte di tutta la Chiesa: «Questo carisma dell'unità ci deve fornire le condizioni per creare una grande teologia di Gesù (che, evidentemente, finora non era mai esistita!; N.d.A.), non una teologia del Gesù di duemila anni, ma del Gesù che vive oggi nella sua Chiesa» 24. La presenza della parola «oggi» è sempre molto rivelatrice e inquietante in questo genere di discorsi. Perché Christus heri, hodie, et in sæcula (Eb 13, 8): come insegna San Paolo, Cristo è sempre lo stesso. Porre in contrasto il Gesù storico e quello che vive oggi nella Chiesa è illegittimo. Ci ritornano in mente le celebri parole Gilbert Keith Chesterton (1874-1936): «Solo la Chiesa ci preserva dalla umiliante schiavitù di essere figli della nostra epoca». Così, dunque, in modo esemplare e vivente, il movimento dei Focolari pretende di dimostrarci che l'unità è divenuta possibile, e che essa incarna il primo passo - ma è più che probabile che sia già il secondo - sulla strada che conduce alla Chiesa del futuro.
l Il sogno di un'unità cosmica e di un mondo nuovo?
Certamente, ci si interroga su quale possa essere il fondamento e la natura di questa unità che offre agli aderenti delle religioni più disparate e delle filosofie più diverse il modo di vivere insieme, giacché siamo già ben lontani dal punto di partenza del Movimento dei Focolari, ossia del desiderio di vivere il Vangelo. Come possono vivere quotidianamente questa unità un cristiano, un induista o un musulmano? Fatichiamo ad immaginarcelo. Su che cosa poggerà la loro comunità di vita? A Graz, Chiara Lubich ha risposto a questa domanda: «Non fare a nessuno ciò che non vuoi che sia fatto a te. Questa è la base che ci permette di vivere in una relazione d'amore con gli aderenti delle altre religioni» 25. Ma, da ciò che ha detto anche nel discorso di Graz, l'unità tra le religioni non basta; essa ha voluto spingersi più lontano, fino a considerare una spiritualità dell'unità ancora più globale che permetta all'uomo di comunicare con la natura: «Vivere una spiritualità ecumenica significa dare all'uomo una possibilità più vasta di rivelarsi come figli e figlie di Dio. E quando, in ogni campo, ci sforzeremo tutti di preservare la natura, questa risponderà misteriosamente al nostro amore così come tutto ciò che vive di Dio e sussiste grazie a lui» 26. Pesando queste strane parole, ci chiediamo quale senso occorre dare al verbo «rivelare», perché, evidentemente, la parola non è utilizzata nel senso che conosciamo. Siamo ben lontani dalla rivelazione soprannaturale della vita della grazia. La stessa domanda si pone a riguardo di questa «mistica della natura» che vive di Dio e che «risponderà misteriosamente al nostro amore». L'idea panteistica dell'unità di tutto il cosmo, di cui parlano così spesso le pubblicazioni New Age, non ha forse influenzato tale concezione? La fine di questo discorso ci fà pensare anche a certe visioni del futuro spesso enunciate da correnti di pensiero apparentemente estranee ai Focolari (ma lo sono veramente?). «Il nostro pianeta è minacciato da divisioni drammatiche, quasi di distruzione. Questa vita nuova ci permette di regredire e di progredire al tempo stesso. è così che l'umanità ritroverà questa unità per la quale Dio l'ha creata, e le chiese realizzeranno questa piena comunione che Cristo ha conferito alla sua Chiesa nel fondarla» 27. In altri termini, grazie all'ecumenismo e al dialogo interreligioso, l'umanità supererà ciò che la divide e tenderà verso un'era di pace e di rigenerazione totale, che è il suo scopo finale. Quanto alle «chiese», il loro ruolo è di promuovere questa meravigliosa Nuova Era dell'uomo e del mondo, divenuti una cosa sola. Nei propositi enunciati in occasione della consegna del Premio dell'Educazione per la Pace (conferitogli dall'UNESCO), Chiara Lubich aveva già espresso idee simili: «è insieme (agli aderenti delle altre religioni) che avanziamo verso la pienezza della verità alla quale tutti aspiriamo. Grazie alla spiritualità dei Focolari, uomini e donne di quasi tutte le nazioni del mondo tentano oggi di essere germi di un popolo nuovo, di un mondo di pace [...], di un mondo più unito» 28. In definitiva, alla luce di tutti questi testi, si constata, dunque, vent'anni dopo la consegna del Premio Templeton, che Chiara Lubich ha confermato di essere veramente degna di ricevere questa tenebrosa ricompensa.
l Le alleanze internazionali dei Focolari
Seguendo la logica dei riconoscimenti di cui Chiara Lubich è stata onorata, bisogna guardare con occhio particolare alcune delle organizzazioni internazionali con cui il movimento dei Focolari è legato più strettamente.
l Nikkyo Niwano e la Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace
Due anni dopo Chiara Lubich, nel 1979, un uomo con cui, come essa riconobbe, aveva da anni uno scambio spirituale assai profondo, venne giudicato degno di ricevere a sua volta il Premio Templeton. Quest'uomo, molto conosciuto negli ambienti religiosi mondiali, si chiamava Nikkyo Niwano (1906-1999). Era stato il fondatore di un'organizzazione laica buddista - la Rissho Kosei-Kai 29 - e della Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace. Egli fu l'unico buddista ad essere stato invitato al Concilio Vaticano II come osservatore. La Fondazione Templeton ha spiegato di aver scelto Nikkyo Niwano per onorare i suoi sforzi instancabili nel campo del dialogo interreligioso e della pace mondiale. Nel suo discorso di ringraziamento, il vincitore sviluppò questo punto: «Innanzi tutto - disse Niwano - bisogna che l'umanità formi una comunità globale. Nel processo in corso per giungere a questa mèta, le religioni giocano un ruolo molto importante. Esse devono perseguire la ricerca della felicità, l'approfondimento spirituale e la pace mondiale. È compito della Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace di rimuovere ogni ostacolo posto sulla strada che conduce ad un mondo che possa vivere in pace». Queste precisazioni non sono inutili e non ci allontanano dal tema che stiamo trattando, giacché Nikkyo Niwano fu legato a Chiara Lubich da una profonda amicizia, e la Lubich era presidentessa onoraria della Conferenza Mondiale fondata da Niwano. Essa ha dunque aderito perfettamente agli obiettivi perseguiti da questa istituzione: «Approviamo ed appoggiamo pienamente le iniziative buddiste per la pace nel mondo. Un esempio ne è il contributo molto apprezzato della Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace» 30.
Due fotografie di Chiara Lubich in compagnia di Nikkyo Niwano |
l Le amicizie «onusiane» della Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace
Questa Conferenza venne fondata nel 1970. Il suo atto costituivo si rifà delle idee di tre leader religiosi americani, uno dei quali fu Mons. John Joseph Wright (1909-1979), il futuro Cardinale! Si decise di installarne la Segreteria Internazionale a New York, di fronte al palazzo dell'ONU, perché, fin dall'inizio, venne instaurata una stretta collaborazione con questa organizzazione mondiale. Del resto, alcuni fatti permettono di illustrare l'efficacia di tale collaborazione. Fu infatti la Conferenza delle Religioni per la Pace che propose il nome di Chiara Lubich per il Premio dell'Educazione per la Pace conferito dall'UNESCO, riconoscimento che essa infatti ricevette nel 1996. D'altra parte, la Conferenza delle Religioni per la Pace gode di uno statuto consultivo sia presso l'ONU che l'UNICEF. Inoltre, essa è stata riconosciuta come NGO - organizzazione non-governativa - dall'UNESCO, nel 1996. Esistono alcuni stretti collegamenti tra tutte queste organizzazioni internazionali, religiose o laiche, che formano una rete tentacolare, agendo nello stesso senso. È un fatto che è impossibile negare. A titolo d'esempio, Federico Mayor Zaragoza, Direttore Generale dell'UNESCO, ha rilasciato un'intervista a Neue Stadt («Città Nuova»), la rivista tedesca del Movimento dei Focolari. Ora, bisogna sapere che Mayor, e molti altri funzionari che occupano posizioni di rilievo all'interno dell'ONU, collaborano attivamente con il Lucis Trust, di Alice Ann Bailey 31. È chiaro che collaborando con simili persone, ci si inoltra in un terreno pericoloso. Ma continuiamo il nostro esame della Conferenza Mondiale delle Religioni fondata da Nikkyo Niwano. Tra i suoi presidenti onorari figura Rodrigo Carazo Odio (1936-2009), ex presidente del Costa Rica, il quale intratteneva dei rapporti simili a quelli di Federico Mayor: anche lui era un collaboratore attivo del Lucis Trust.
Mons. John J. Wright | Federico M. Zaragoza | Alice Ann Bailey |
La Conferenza delle Religioni ebbe anche come presidente (attualmente in pensione) l'ex Arcivescovo di Nuova Delhi, Mons. Angelo Fernandes (1913-2000). Quest'uomo sosteneva apertamente la potente organizzazione dei Planetary Citizens («Cittadini planetari»), che è divenuta decisamente occulta 32. In occasione di un'assemblea organizzata dall'UNESCO a Barcellona, egli pronunciò un discorso che aveva per tema «Una spiritualità globale della responsabilità sociale». In essa, definì la spiritualità con queste parole: «La coscienza della nostra responsabilità per una nuova organizzazione delle istituzioni politiche ed economiche, una responsabilità che è ancorata nell'esperienza personale del divino» 33. Per un Arcivescovo, si tratta di una definizione veramente notevole. Altri punti rendono il suo discorso degno della nostra attenzione. Mons. Angelo Femandes citò a più riprese Robert Muller, un funzionario che ha occupato un centro direttivo all'ONU per una quarantina d'anni, e che ha collaborato anche con il Lucis Trust, dove occupava un posto di responsabile. Mons. Fernandes citò anche Dag Hjalmar Agne Carl Hammarskjöld (1905-1961) e U Thant (1909-1974), altri grandi promotori di una spiritualità globale su scala mondiale, resa indispensabile - secondo essi - dalla nostra nuova coscienza planetaria. Lo si vede, e Mons. Angelo Fernandes lo spiega abbondantemente, che l'elemento decisivo di questa nuova «spiritualità» è la sua dimensione mondiale e l'interesse che mostra per il pianeta. «Abbiamo bisogno - disse Mons. Angelo Fernandes - di instaurare una nuova comunità globale e universale, perché ormai è l'unica forma di comunità vitale». In questa logica, egli terminò il suo discorso esortando tutti a diventare ciò che, in realtà, siamo già: una cosa sola. È impossibile non vedere i rapporti che esistono tra questi principî e quelli di Chiara Lubich, che abbiamo esposto più sopra. Persino nella scelta delle parole, gli obiettivi propugnati da anni dai cenacoli vicini all'Acquario e dalle potenti élites mondialiste, si ritrovano nelle idee della fondatrice del Movimento dei Focolari. Del resto, lo si è visto, queste personalità del mondialismo erano i suoi amici, ed essa non smise mai di frequentarli.
Robert Muller | Dag Hammarskjöld | U Thant |
l Alcune attività comuni della Conferenza delle Religioni e del Movimento dei Focolari
Ciò che finora abbiamo sentito si limita alle dichiarazioni d'intenzione e ai discorsi. La collaborazione non si ferma lì. Resta da dire con quali attività concrete la Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace, e le organizzazioni internazionali ad essa legate, applicano i loro principî e realizzano i loro appelli all'unità mondiale in simbiosi con i Focolari. Due avvenimenti sopraggiunti in questi ultimi anni sono, a questo proposito, degni di considerazione, perché sono sfociati in manifestazioni di ampio respiro alle quali hanno aderito anche i Focolari. Precisiamo che le notizie che forniremo su questo argomento provengono dalla documentazione della Conferenza Mondiale.
l Il centenario del Parlamento delle Religioni
Innanzi tutto, nel 1993, grazie all'ospitalità offerta dall'Arcidiocesi di Chicago, ci fu il Congresso per il centenario del Parlamento delle Religioni del Mondo, che si era riunito a Chicago già nel 1893. Nella cornice di questo anniversario, una riunione simile si tenne anche ad Amsterdam. Essa ci interessa in modo particolare perché riguarda più direttamente il tema che stiamo trattando. Infatti, l'organizzazione e la realizzazione di questa riunione furono, in grande parte, affidate al Movimento dei Focolari. Si diede lettura, per cominciare, di un testo del sufi Pir Vilayat Khan (1916-2004), in cui esortava i suoi ascoltatori a perseguire il dialogo interreligioso. In particolare - ecco che ritroviamo il medesimo ritornello - chiedeva ai rappresentanti delle religioni di incoraggiare le aspirazioni all'universalità nascosta nelle loro tradizioni. Pir Vilayat Khan non era sconosciuto alle élites internazionali: egli fu il presidente onorario del Club di Budapest, fondato dal Club di Roma. Fu anche uno dei firmatari del Manifesto della Coscienza Planetaria pubblicato da questo Club. Numerosi oratori presero la parola, tra cui un membro della chiesa riformata svizzera - nonché membro dei Focolari - e un adepto di Brahma Kumaris, un raggruppamento di cui parleremo tra breve. Alcune preghiere e meditazioni, estratte da diverse tradizioni religiose, e una cerimonia floreale che, purtroppo, non è descritta nella documentazione in nostro possesso, accompagnarono i discorsi e le discussioni.
l La sesta Conferenza Mondiale delle Religioni
Il secondo avvenimento riguardante l'attività della Conferenza Mondiale e le organizzazioni collegate, è stata la Sesta Conferenza Mondiale delle Religioni tenutasi a Roma - e più esattamente in Vaticano e a Riva del Garda - nel 1994. Il tema intorno al quale si riunirono i partecipanti fu il seguente: «Salvare il mondo: le religioni per la pace». Probabilmente, il mondo (e ciascuno di noi) ha bisogno di essere salvato, ma, come al solito, il vero e unico Salvatore, Nostro signore Gesù Cristo, fu il grande dimenticato di questa Conferenza Mondiale delle Religioni. Lo scopo principale era di stabilire un dialogo profondo tra le religioni, di avvicinarsi effettivamente gli uni agli altri. Due generi di attività avrebbero permesso di raggiungere tale obiettivo: da una parte, numerosi appelli e discorsi pronunciati davanti all'assemblea da diversi leader religiosi; dall'altra, la partecipazione comune alle cerimonie delle altre religioni: islàm, scintoismo, giudaismo e religioni indigene, (animismo). Come abbiamo già sottolineato, queste riunioni non vogliono promuovere il sincretismo. Non si cerca di mettere insieme certi elementi presi in ogni religione per poi fare con questa mescolanza qualcosa di nuovo, una super-religione che prenderebbe il posto delle vecchie religioni. Si tratta di giungere all'unità tra le religioni esistenti tramite la tolleranza reciproca, superando e preservando i particolarismi di ogni tradizione e rispettando le proprie forme storiche. Tuttavia, al di là delle parole, una simile impresa è possibile? Nell'edificio comune che costruiscono insieme, le tradizioni così mescolate smettono necessariamente di essere specifiche e non costituiscono, di fatto, che un pittoresco arricchimento destinato a soddisfare le sensibilità più disparate di ciascuno. D'altronde, come potrebbero convivere elementi di origine opposta chi si contraddicono formalmente? è necessario che qualcuno ceda. Dunque, una certa forma di sincretismo è inevitabile. Ma soprattutto, come potrà un cattolico custodire la propria fede intatta in mezzo a una tale confusione? Come potrà continuare a pretendere di essere l'unico a possedere la verità tutta intera, e affermare che fuori di Cristo e dalla Sua unica vera Chiesa - la Chiesa cattolica - non c'è salvezza? Potrà continuare a crederlo nel suo intimo, ma non potrà più dirlo ad alta voce, riducendo così la sua fede ad una mera opinione religiosa confusa fra le altre (il che equivale ad un rinnegamento e ad un'infedeltà), e accetterà di non turbare la pace universale. Perché questo è lo scopo finale, il sommum bonum di questa impresa di ricupero religioso mondiale: stabilire la pace sulla Terra. Non la pace che dà Dio, ma quella dell'uomo. I mondialisti vogliono servirsi delle religioni come strumenti per compiere questa missione planetaria che si sono imposti in nome dell'umanità. La seconda parte di questa Conferenza Mondiale delle Religioni - più interessante per noi - si svolse a Riva del Garda. Il bollettino d'informazione della Conferenza Mondiale sottolinea a più riprese come il Movimento dei Focolari sia stato estremamente attivo. Questo resoconto ci assicura che senza il loro impegno disinteressato, specialmente per ciò che concerne i rapporti con i mezzi di comunicazione, questa riunione non avrebbe avuto un tale successo. Vale la pena di dare un'occhiata all'elenco degli oratori di Riva del Garda, perché ritroviamo sempre le stesse reti di fratellanza internazionale. Da parte cattolica, notiamo la presenza dei Cardinali Francis Arinze, Roger Etchegaray e Carlo Maria Martini, insieme a Mons. Fernandes, che conosciamo già, e del «teologo» Hans Kung. L'ONU era rappresentata da Yasushi Akashi, suo delegato nell'ex Iugoslavia. Naturalmente, c'era anche il fondatore della Conferenza Mondiale, Nikkyo Niwano, di cui abbiamo già parlato. Come conclusione, si adottò la Dichiarazione di Riva del Garda, che fu letta solennemente a bordo di una barca in navigazione. Questa cerimonia ebbe una portata simbolica: la barca che navigava sul lago significava il viaggio degli uomini verso la pace, guidati dalle religioni; ma la riva, lo scopo, non è ancora stato raggiunto. Tale Dichiarazione riassume i risultati e gli obiettivi ottenuti dall'assemblea. Il punto centrale riguarda l'intenzione di formare una comunità mondiale e di fissarne i diritti e i doveri. D'altra parte, essa sottolinea il carattere sacro della Terra e la nostra comunione con essa 34.
Francis Arinze | Roger Etchegaray | Carlo Maria Martini |
Essa proclama che una religiosità illuminata contribuisce a far trionfare la libertà e i Diritti dell'Uomo, e afferma l'importanza del dialogo interreligioso per «guarire la Terra» e cacciarne gli elementi distruttori. Non è poi così difficile indovinare ciò che si intende per «elementi distruttori», e, del resto, la Dichiarazione si prende la pena di spiegarlo: essi sono il nazionalismo religioso e l'estremismo. Simili ambizioni esigono, certamente, la collaborazione dell'ONU: la Conferenza ha confermato il suo impegno in questo senso. La Dichiarazione parla ancora di «guarigione del mondo», sia su scala locale che su scala globale. Essa descrive un Universo armonioso e pacifico, scopo della vita e delle aspirazioni dell'uomo. L'unità tra le religioni viene incoraggiata in modo speciale. In vista della riconciliazione, si chiede a tutti di saper utilizzare i testi sacri provenienti dalle altre tradizioni religiose, di trattare le altre religioni con rispetto, di meditare insieme, perché tutto ciò è sorgente di arricchimento reciproco. Infine, il testo propone la visione di una religione unificata, simile ad una cupola gigante (non si tratta piuttosto della punta di una Piramide?), chi integrerà generosamente nel suo seno tutte le religioni. Se le diverse religioni si comporteranno così, «senza attentare alla loro identità e alla loro pretesa di possedere la verità nell'ordine puramente religioso, potranno scoprire delle convergenze e dei complementi nell'ordine socio-etico» 35. È inutile mostrare, punto per punto, che questa dichiarazione non contiene quasi nessun principio al quale un cristiano possa aderire senza riserve. È spaventoso, perché un gran numero di rappresentanti della Chiesa cattolica erano presenti e hanno partecipato attivamente a questa riunione, e i Focolari l'hanno energicamente incoraggiata. Ma, in fin dei conti, è coerente che questi «cattolici» non abbiano condannato a parole ciò che hanno praticato e messo in atto durante tutta la durata della conferenza. Perché ci furono delle invocazioni e delle meditazioni buddiste, indiane e induiste, e numerose cerimonie pagane. Del resto, la Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace ha pubblicato, nel suo notiziario, un calendario interreligioso in cui si trovano riunite le feste di nove religioni: cristianesimo, sikhismo, islamismo, buddismo, baha'i, ebraismo, induismo, giainismo e zoroastrismo. Le uniche feste cristiane ricordate sono: il Natale, l'Epifania, il mercoledì delle Ceneri, la Pasqua e la Pentecoste. Sono citate allo stesso titolo anche le feste pagane, come espressione di una tradizione religiosa tra le altre. I cattolici sono tollerati, si permette loro anche di mostrarsi, ma a condizione che rispettano gli altri, che non cerchino di prevalere, né di turbare o impedire la grande unità progettata.
l L'università Brahma Kumaris
Tra le organizzazioni internazionali e interreligiose che abbiamo ricordato e alle quali il movimento dei Focolari è legato, abbiamo parlato di Brahma Kumaris, una società fondata a Karachi (Pakistan) nel 1936 e che si presenta come un'università spirituale mondiale, Brahma Kumaris World Spiritual University. Questa università ha aperto nel mondo intero diverse fondazioni, soprattutto in Asia e in Europa, in diciotto Paesi. Il suo scopo primario è di incoraggiare alla meditazione e all'apprendistato spirituale per lo sviluppo del «Io». Ma, accanto a queste finalità che riguardano l'individuo, tale università persegue gli stessi scopi delle organizzazioni di cui abbiamo parlato: la pace mondiale, l'avvento di un mondo armonioso, la collaborazione con le istanze religiose mondiali, con l'UNICEF e con l'ONU, e possiede anche voce consultiva all'interno del Consiglio economico e sociale dell'ONU, ed è stata accettata anche come ONG. Dunque, ritroviamo lo stesso ambiente e le stesse compagnie ai quali il movimento dei Focolari è legato. Del resto, una pubblicazione del Consiglio del Parlamento delle Religioni Mondiali - pubblicizzata dal Lucis Trust - parla esplicitamente dei collegamenti che uniscono tutti questi organismi internazionali 36. In essa sono presenti alcuni documenti pubblicati da queste organizzazioni e numerosi elementi che provano come tali organismi facciano tutte parte di un'unica vasta rete a maglie più o meno strette. È vero che né il movimento dei Focolari né Chiara Lubich non figurano in questa pubblicazione, ma ci sono tutti i loro amici mondialisti con cui collaborano.
l Conclusione
Un'esperta nel campo della Nuova Era, Cornelia Ferreira, ha espresso a chiare lettere il pericolo in cui viviamo: «Uno degli scopi perseguiti da molto tempo dal massonico Nuovo Ordine Mondiale sembra essere giunto a portata di mano: l'unica chiesa mondiale, alla cui costruzione si lavora da ormai centocinquant'anni anni, prende forma. Tra i collaboratori che agiscono in questa direzione, figurano certi leader della Chiesa cattolica che, attraverso un'organizzazione internazionale chiamata "Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace", contribuiscono a questa impresa» 37.Tre convinzioni erronee costituiscono la base di tutte queste concezioni inculcate assiduamente dalla Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace e, insieme ad essa, dal Movimento dei Focolari:
- Innanzi tutto, l'uomo deve stabilire la pace sulla Terra (mentre il Primo Comandamento del cristiano è quello di amare Dio);
- Le religioni sono responsabili delle guerre e dei conflitti (la Chiesa insegna invece che le guerre e le contese vengono del peccato);
- L'unità delle religioni può portare la pace (Nostro Signore dice al contrario: «Vi do la mia pace. Non come la dà il mondo»; Gv 14, 25).
Lungi da queste ambizioni, l'unico fine che interessa il cattolico è di radicarsi sempre più profondamente nel Corpo mistico di Cristo. È questo radicamento che - con l'aiuto di Dio - ci condurrà un giorno alla visione beatifica, e così, alla pace eterna.
«Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele". Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2, 33-35).
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NOTE
1 Articolo estratto dalla rivista Le Sel de la Terre, nº 25, Estate 1998, pagg. 62-83. Traduzione dall'originale francese Le Mouvement des Focolari et ses ramifications internationales («Il Movimento dei Focolari e le sue ramificazioni internazionali»), a cura di Antonio Casazza. Scritto reperibile alla pagina web http://www.dici.org/actualite_read.php?id=27
2 Cfr. We zwei oder drei...: Die Fokolar-Bewegung («Se due o tre...: il Movimento dei Focolari»), Entstehung-Spiritualität Initiativen, Verlag Neue Stadt München Zürich Wien, 4 Aufl. 1992, pag. 14.
3 Cfr. C. Lubich, Gespräche mit der Gründerin der Fokolar-Bewegung («Conversazioni con la fondatrice del Movimento dei Focolari»), Verlag Neue Stadt, München Zürich Wien, 2 Aufl. 1988, pag. 36.
4 Cfr. G. Urquhart, Im Namen des Papstes: Die verschwiegenen Truppen des Vatikans («In nome del Papa: le truppe discrete del Vaticano»), Verlag Droemer Knaur, München 1995, pag. 52.
5 Segnaliamo en passant che queste parole spiegano il motivo per cui il suo Movimento si è potuto diffondere così facilmente nel mondo intero.
6 Cfr. C. Lubich, Die Welt wird eins: Franca Zamborini im Gespräch mit der Gründerin der Fokolar-Bewegung, Verlag Verlag Neue Stadt, München Zürich Wien, 2 Aufl. 1992, pag. 25.
7 Cfr. C. Lubich, Gespräche mit der Gründerin der Fokolar-Bewegung («Il Movimento diventa uno: Franca Zamborini in conversazione con la fondatrice dei Focolari»), pag. 25.
8 Ibid., pag. 59.
9 Ibid., pag. 60.
10 Ibid.
11 Cfr. C. Lubich, Die Welt wird eins: Franca Zamborini im Gespräch mit der Gründerin der Fokolar-Bewegung, pag. 118.
12 Ibid.
13 Cfr. The Infinity of the Universal Spirit, 2ª brochure sul Premio della Templeton Foundation, New York 1976, Appendice C, pag. 145.
14 È chiaro che questo precetto di Nostro Signore è universale e che nessuno dev’essere escluso della nostra carità. Ma l'amore di cui si parla in questa pubblicazione non è l'amore di carità soprannaturale che fà amare il prossimo «a causa di Dio» e «affinché sia in Dio» - secondo le belle espressioni di San Tommaso d’Aquino (1225-1274); si tratta di un falso amore, puramente naturale e traviato, che non cerca il bene, un falso rispetto che porta all'errore e al peccato (N.d.R.).
15 Subito dopo questa affermazione viene citata anche la parola di Pio XII (1876-1958), che definì il XX secolo «il secolo del Corpo Mistico di Cristo», come se questa frase designasse l'estensione dell'amore reciproco a tutti gli uomini di tutte le religioni.
16 «We love them as they are [...], seek together the truths which most unite us in order to live them together and to tell each other about the experiences which show our concern for God and our brothers» (cfr. Templeton Foundation Prize, New York 1977, cap. IX, «Chiara Lubich», pag. 128).
17 Cfr. Templeton Foundation Prize, «A World of Love», pag. 129.
18 Cfr. C. Lubich, Jesus, der Verlassene und die Einheit («Gesù, l'abbandono e l'unità»), Verlag Neue Stadt, Monaco-Zurigo-Vienna 1992, pag. 56.
19 Cfr. C. Lubich, Die Welt wird eins sein, pag. 116.
20 Cfr. C. Lubich, Eine Spiritualität der Versöhnung, EOV 2, pag. 23.
21 Ibid., pag. 4.
22 Ibid.
23 Ibid., pag. 6.
24 Cfr. C. Lubich, Ehrendoktorwürde in Theologie von der St.-Thomas-Universität in Manila, pubblicazione ufficiale del Movimento dei Focolari, 1997, pag. 5.
25 Cfr. C. Lubich, Eine Spiritualität der Versöhnung, pag. 8.
26 Ibid., pag. 8.
27 Ibid., pag. 9.
28 Cfr. Allocuzione di Chiara Lubich, del 17 dicembre 1996, UNESCO, Parigi, pag. 5.
29 Rissho significa stabilire l'insegnamento della vera dottrina nel mondo; Kosei si riferisce allo scambio di idee tra i credenti; Kai sta per perfezionamento della personalità, raggiungimento dello stato del Buddha (cfr. W. Proctor, The Templeton Touch, Doubleday, New York 1983, pag. 201). Questa fondazione buddista è nata nel 1938.
30 Cfr. W. Proctor, op. cit., pag. 121.
31 Alice Ann Bailey (1880-1949), discepola della Società Teosofica di Madame Blavatsky, che lasciò nel 1922 per fondare la Lucifer Publishing Company, il cui nome venne trasformato un anno più tardi in Lucis Publishing Company. Nel 1923, la Bailey fondò una propria scuola esoterica basata sulla medianità occulta e sullo sviluppo dei poteri spirituali: la scuola Arcano. Nel 1932, essa creò l'associazione Buona Volontà Mondiale. Tutti questi gruppi, così come il World Service Forum, formano il Lucis Trust. Questa rete planetaria ha come scopo la propagazione del pensiero della sua fondatrice e si pone come obiettivi la «mobilitazione dell'energia mondiale di buona volontà, l'educazione dell'opinione pubblica sulle cause dei grandi problemi mondiali e [...] la preparazione al ritorno dell'istruttore mondiale, del Cristo» (cfr. J. Vernette, Le Nouvel Age, Téqui, Parigi 1990, pag. 66). Il Lucis Trust lavora in stretta collaborazione con Greenpeace, Freunde der Erde, World Wildlife Fund, Amnesty International e con l'ONU. Alice Bailey è una dei maîtres à penser del New Age. Essa fu la prima ad enunciare il concetto di «Nuova Era» (N.d.R.).
32 A questo riguardo, vedi C. Ferreira, One-World Church Expected This Year («La Chiesa del mondo unito attesa quest'anno»), Christian Order, Londra 1997, pag. 142.
33 Cfr. The Contribution by Religions to the Culture of Peace («Il contributo delle religioni ad una cultura di pace»), Centro UNESCO della Catalogna, Barcellona, 1995, pag. 50.
34 Cfr. Religion for Peace. A Newsletter On Multi-religious Dialogue and Action For Peace («Religione per la pace. Un bollettino sul dialogo multireligioso e sull’azione in favore della pace»), pubblicato da The World Conference on Religion and Peace, nº 65, febbraio 1995, New York, pag. 6.
35 Cfr. VI Weltkonferenz der Religionen für den Frieden in Riva 1994 («Conferenza Mondiale delle Religioni per la Page a Riva 1994»), Die Riva-Erklärung, WCRP Informationen, Stuttgart, pag. 16.
36 Cfr. When We Change… the World Changes («Quando noi cambiamo... il mondo cambia»), pubblicato da Brahma Kumaris World Spiritual University, International Co-ordinating Office, Londra, pag. 11.
37 Cfr. C. Ferreira, op. cit.. pag. 135.
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