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martedì 29 maggio 2012

LA SETTA CARISMATICA!

La
Sètta

sac. Luigi Villa
carismatica





Editrice Civiltà  - Brescia














Proprietà letteraria riservata
® 2009 Copyright of Edizioni Civiltà
25123 Brescia - Via Galileo Galilei, 121

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sac. dott. Luigi Villa


La
Sètta
carismatica







Operaie di Maria Immacolata
Editrice Civiltà
Via Galileo Galilei, 121
25123 Brescia (Italia)
Tel. e Fax: 030 37.00.00.3


























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«Ogni errore
è fondato su una verità di cui si abusa»

(Bousset)










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«Dio veglia sulla sua Chiesa e se permette che,
nella Sua milizia, sia umiliata, Egli sa quel che fa e chissà che dall’umiliazione sua
qual’altra gloria vorrà poi ricavare!».
(Pio IX)











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PROEMIO




Nella Chiesa cattolica, il fatto carismatico c’è sempre sta- to: miracoli, profezie, fatti straordinari; basta citare un S. An- tonio da Padova, un S. Vincenzo Ferreri, un S. Giovanni Bosco, gli Annali di Lourdes.
Si sa che la parola “carisma” (in greco: dono) significa i “doni” che sono dati da Dio, sia di indole soprannaturale, come la “Grazia santificante”, le “virtù teologali” (fede, speranza, carità), come i “doni” dello Spirito Santo (sapien- za, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio) senza alcuna accentuazione fenomenica di indole ordinaria.
S. Paolo elenca, tra gli straordinari, i miracoli, le guarigio- ni ed il parlare in lingue sconosciute1; ma questi vengono da- ti per una funzione sociale, comunitaria, ecclesiale, e sono da- ti «dallo Spirito Santo come a Lui piace»2. Comunque, S. Pao- lo mette in guardia dal preferire i doni straordinari a quelli or- dinari: «Aspirate ai carismi migliori... Cercate, soprattutto, di possedere la carità»3.

1  Cfr. 1 Cor. 12, 28; Ef. 4, 11; Rom. 12, 7; s-cfr. 1 Pt. 4, 10 s.
2  Cfr. 1 Cor. 12, 11.
3  Cfr. 1 Cor. 12-14.

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Da tener presente, poi, che anche il Demonio può fare mi- racoli e profezie. Per questo, S. Giovanni evangelista scrive:
«Non credete a qualsiasi insinuazione, ma mettete alla pro- va gli spiriti per vagliare se vengono da Dio, poiché molti falsi profeti sono pullulati nel mondo»4.
Il vero carisma si manifesta ben diversamente dal fenome-
no parapsichico che squilibria la persona, portandola all’anor- male.
Tutt’altro che convincenti sono molti movimenti cari- smatici, senza fondamenti sani teologici, come sono, in questi movimenti carismatici, l’imposizione delle mani in un conte- sto comunitario, con la pretesa di trasmettere doni straordina- ri, quali il parlare le lingue, fare guarigioni, potestà di profe- tare.
Questo agire è tutt’altro che esente da una ipotesi, se stu- diamo le teorie degli ideologici dell’attuale neo-carismatismo.
Si potrebbe definire una “sètta” perché si entra solo col “battesimo dello spirito”, da cui, poi, difficilmente se ne può uscire, perché fanno credere che sono a un livello spirituale superiore a quello degli altri che “non possono capire”, per cui non si accetta più alcun consiglio, anche quello di un sa- cerdote non carismatico.
Comunque, il carismatismo è certo un Movimento che lascia profondamente perplessi, per il fanatismo che rasenta talora la demenza degli aderenti e, per certi fenomeni, in cam- po psichico e anche fisico; fenomeni che suscitano gravi per- plessità!





4  Cfr. 1 Gv. 4, 1 s.

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Carismatici... in preghiera?






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«La verità, soprattutto quando incombe un pericolo, deve essere predicata pubblicamente,
né deve farsi il contrario per il fatto che alcuni
se ne scandalizzano».

(San Tommaso d’Aquino)











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INTRODUZIONE





Quasi 150 anni fa, l’incandescente scrittore francese, Léon Bloy, vaticinava che sarebbe venuta l’era dello Spirito Santo. L’Antico Testamento fu l’era del Padre; il Nuovo Testamen- to fu quella del Figlio; con l’apparizione della Madonna de La Salette (1846) sarebbe iniziata l’era dello Spirito Santo.
Già nel Medio Evo era stato il frate Gioacchino da Fiore
a sognare di questa terza epoca1.
Questa era, la si potrebbe dire: una corrente di risveglio spirituale che si manifestava attraverso assemblee di preghie- ra e di comunità di vita, caratterizzata dalla pratica dell’ef- fusione dello Spirito e dei carismi.
All’inizio fu detta “Pentecostismo cattolico”, o “Movi- mento cattolico neopentecostale”; oggi, “Rinnovamento carismatico”.


1  Gioacchino da Fiore. Fu Abate cistercense, circa il 1130. Poi, uscì per fondare il monastero S. Giovanni in Fiore (nome misterioso!) di cui fu Abate. La sua teologia trinitaria, notevolmente bizzarra, priva di fonda- mento, fu condannata dal IV Concilio Lateranense.

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Comunque, il “pentecostale” e il “carismatico” sono due aggettivi che si fondono.
Il primo, promette la pienezza dello Spirito Santo, ricevu- to nella prima domenica di Pentecoste; il secondo, invece, si rifà ai carismi, o “doni” straordinari che accompagnano lo Spirito Santo. Il tutto, costituisce un movimento che non può essere ingranato nella Chiesa. Infatti, mentre il Movimento si fonda sull’esperienza personale, sull’ispirazione diretta dello Spirito Santo – cose che non si possono controllare! – non può essere contenuto nei limiti della dottrina tradizionale, essendo solo affermazioni, riferimenti inconsistenti col N.T. e si mo- dula su formulazioni provvisorie, sperimentali ed evanescenti. Lo ammettono gli stessi capi in un documento importante per loro, preparato a Malines (Belgio) il 21-26 maggio 1974, sot- to la guida del card. Leo Suenens, col titolo: “Orientamenti teologici e pastorali sul rinnovamento cattolico carismati- co”.
Ma è un movimento costruito sulle sabbie mobili, che potrebbe anche essere considerato un’autentica “eresia” in complicità col Modernismo, il quale mina la Chiesa a livel- lo di dottrina, mentre il “pentecostismo” la mina, soprat- tutto, a livello di culto. Entrambi, comunque, sono rivestiti da agnelli.
Da qualche anno, i movimenti pentecostali sono saliti sul- le pagine dei giornali e Riviste, aureolati di profezie, miraco- li, guarigioni, canti e danze collettive al ritmo di chitarre elet- triche.
Il movimento si è imposto all’attenzione generale nel mag- gio 1975, quando ottomila Pentecostali di tutto il mondo si recarono a Roma per l’Anno Santo, accampati in una tendo- poli sui prati di S. Callisto, verso l’Appia Antica, con l’eti- chetta di “Congresso internazionale del Rinnovamento Ca- rismatico”.
In testa figurava il cardinale Suenens2, divenuto, ormai, un fanatico propagatore del movimento.

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Ma il 5 giugno 1948, il Sant’Uffizio richiamava gli arti- coli del Codice di Diritto canonico, che interdicevano ai cat- tolici “di assistere, o partecipare attivamente, in una qua- lunque maniera, alle cerimonie di culto dei non cattolici” (Can. 1258). E questo perché la Chiesa cattolica istituzionale, dotata di Magistero e di gerarchia, si vide opporre un’altra chiesa, la “carismatica”, in cui ciascuno è libero di interpre- tare la Fede come vuole e di comportarsi a proprio piacimen- to.














2  Il card. Suenens ha una storia personale tormentata, perché coinvolto in contestazioni e deviazioni dottrinali. Insegnante all’Università cattolica di Lovanio, venne allontanato perché in odore di eresia. Fu nominato padre spirituale dei Prìncipi della Casa Reale; poi, Baldovino, divenuto Re, vi- sitando, a Roma, Giovanni XXIII, gli fece dare la porpora cardinalizia, che gli permetterà, in seguito, di diventare uno dei più rappresentativi esponenti del progressismo, fino a giocare, in primo piano, questo suo pri- mato in pieno Vaticano II.

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«La Chiesa cattolica, città di Dio...
ha, per re, la Verità, per legge, la Carità,
per misura, l’Eternità».

(S. Agostino - Epist. 138)












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L’ORIGINE STORICA





Dalla Storia si sa che tutti i fondatori di “eresie” han tutti detto di avere avuto un intuito speciale dallo Spirito San- to. Già ai tempi di S. Paolo: in seguito, vennero gli gnostici, che spinsero S. Giovanni a scrivere il Vangelo, proprio per mettere in guardia contro le loro dottrine.
Poi, venne Montano, che affermava di parlare ispirato dal- lo Spirito Santo. Seguì Tertulliano, alla fine, fattosi montani- sta, separandosi dal Papa e fondando una sua sètta.
Nei secoli XII e XIII sorsero i Puritani, che si credevano illuminati dallo Spirito Santo. Seguirono poi gli Albigesi, i Valdesi, i Catari, i Poveri di Lione, ecc. fino a Lutero che sostenne di possedere la pienezza dello Spirito Santo. Così, il protestantesimo lo si può dire culla e terreno adatto al pen- tecostalismo moderno.
Infatti, il movimento carismatico-pentecostale nacque dal protestantesimo nella Carolina del Nord (USA) nel 1892. I fondatori furono il rev. R. G. Spurling, pastore battista e il rev. W. F. Bryant, pastore metodista.
Il movimento, quindi, non è nuovo e non ha radici cattoli- che; ma nacque e si sviluppò, alla fine del secolo scorso, in al-

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cune comunità negre1  e poi in tante sètte degli Stati Uniti,
specie i Testimoni di Geova e i Mormoni.
E prese il “via” a Pittsburg (Pensylvenia –USA) da un gruppo di professori e di studenti dell’Università Duquesne, iniziando a pregare quotidianamente lo Spirito Santo, gli uni per gli altri, e leggendo gli “Atti degli Apostoli” per cercarvi la fonte del dinamismo che animava le prime comunità di cri- stiani.
I primi seguaci insegnavano la possibilità della esenzione completa per una vita di pietà sentimentale, che poteva tra- sformarsi in estasi. Il loro cristianesimo era privo di dogmi, perché lo Spirito Santo ispira direttamente i suoi fedeli sul ne- cessario per la salvezza; insegnavano l’intervento diretto del- lo Spirito Santo nell’interpretazione privata della Bibbia; so- stanzialmente erano uniti nel rifiutare il Battesimo dei bam- bini e la Cresima, esigendo, invece, il “battesimo di spiri- to”. Nel 1982, il battista R. G. Spurling e il medodista F. W. Ervant, dopo aver rotto ogni ponte con le loro rispettive con- fessioni, fondarono, negli USA, la “Chiesa Pentecostale”, che sosteneva non esserci una conversione genuina se non si manifestano sensibilmente i “doni” dello Spirito Santo, co- me nel giorno della Pentecoste; in particolare, quello delle lin- gue, della profezia e delle guarigioni.
Nel 1914, i diversi gruppi pentecostali si fusero in “As- semblee di Dio”, aggiungendo la “necessità del battesimo nello spirito per imposizioni delle mani”.
Il movimento crebbe, sì, ma in un caos: gruppi emarginati e altri che si costituivano in Chiese autonome. In quelle tradi- zionali si creavano gruppi di Carismatici: episcopaliani, Lu- terani e Presbisteriani.
Tra i cattolici, le origini sono esposte nel libro “Catholic


1 Cfr. Konrad Algermissen, “Konfessioniskunde”, Hildeshem 1930.

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Pentecostas”, scritto dai coniugi Ramaghan, cattolici.
Nel 1966, due professori dell’Università di Dunquesne, a Pittsburg, vollero esperimentarne il contenuto. Rimasti affa- scinati, nel 1967 chiesero il “battesimo dello spirito” e, ecci- tati, cominciarono a parlare strane lingue. Allora si diedero a cercare proseliti e crebbero di molto, anche nell’Università di Notre-Dame, nell’Indiana, e in altri centri cattolici.
Ma cos’è questo Movimento Pentecostale-carismatico?
Certo, non è facile dire cosa sia il “Rinnovamento Cari- smatico”. È più facile descriverlo che definirlo, appunto per- ché non è un corpo dottrinale, riducibile a definizioni concre- te. Anche il suo sviluppo è al di fuori d’ogni base dottrinale. Ogni loro documento ha del “provvisorio”.
A Zurigo, si ebbe un incontro di cattolici e di capi di al- cune chiese pentecostali, e alcuni membri del Movimento Ca- rismatico. Ebbene, il comunicato finale affermò che l’“incon- tro” si situa ad un livello teologico accademico, che non pre- tende fornire una approssimazione completa dell’ethos, o del- la attività delle chiese e del Movimento Pentecostale. Riunio- ni successive affronteranno problemi storici e teologici e le di- mensioni sociologiche e psicologiche del Pentecostalismo”2.
Anche a Grottaferrata, in Italia, nel novembre 1973, si
ebbe un congresso di gruppi cattolici di preghiera carismatica. Il documento conclusivo, uscito nella pubblicazione penteco- stale “New Covenant”, si diceva che non si trattava di un do- cumento approvato dall’unanimità del Congresso3.
Anche a Malines, in Belgio, dal 21 al 26 maggio 1974, si
tenne un colloquio di carismatici cattolici. Il documento ela- borato, “Le renoveau cherismatique”, uscito su “Lumen vi-


2  Cfr. “Documentation Catolique”, Paris, 14.1973.
3  Cfr. “The Catholic Review”, Maryland, 8.2.1974.

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tae” di Bruxelles, considerava quel documento “non definiti- vo”.
Comunque, possiamo dire che le tre caratteristiche del “Movimento Pentecostale cattolico”, presenti fin dalle origi- ni, sono:
1)   la sua origine protestante;
2)   l’insistenza sull’esperienza sensibile di Dio,
caratterizzata dai carismi;
3)   il vuoto teologico del Movimento.
I carismatici, nell’anima sono in comunione totale e profonda con i pentecostali protestanti, maestri e padri nella fede. È da loro che hanno avuto il “battesimo nello Spirito”: è da loro che hanno avuto i primi pionieri del Rinnovamento, incoraggiati dal card. Suenens e poi, prima con discrezione, ma poi a partire dal 1975, più apertamente, da Paolo VI, svi- luppandosi, così, con facile rapidità, in una confessione inter- nazionale e inter-confessionale, sempre per imposizioni delle mani.
Il pastore metodista Charles Parham sosteneva che per essere veramente cristiani occorre un secondo “Battesimo dello Spirito”, dato con l’acqua e l’imposizione delle mani. Presto si inizia a parlare in lingue, pure a loro sconosciute.
Nonostante questo, il “Battesimo dello Spirito” rimase nell’area protestante (Metodisti e Presbiteriani). Ma con l’e- spandersi del progressismo e la rivolta contro la Tradizione della Chiesa si inizia la “protestantizzazione” tra i cattoli- ci; ma furono stroncati subito, nel 1965, dalle autorità eccle- siastiche americane. Comincia, però, il bailamme post-conci- liare; nessuno viene più condannato o almeno sconfessato, e così, come dicemmo, nel 1967, un gruppo di studenti e pro- fessori cattolici dell’università Duquesne di Pittburgh, rice- vettero il “Battesimo dello Spirito” da una donna-Pastore presbiteriana.
I Vescovi non parlano più, per cui il movimento si espan-

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de su larga scala e con dovizia di mezzi, con l’organizzazione tipica americana. Si stabilì il Centro a Ann Arbor, nel Michi- gan, col titolo: “Movimento Carismatico Cattolico Mon- diale”. Vi si fanno “danze mistiche”, “estasi collettive”, con elementi di una quarantina di sètte protestanti. Anche i pe- riodici sono di varie confessioni.
In Europa, la propaganda è vasta, organizzata dalla orga- nizzazione “Full Gospel business men’s fellowship Interna- tional” (Fraternità internazionale degli uomini d’affari del pieno Vangelo), con sede a Zurigo, finanziatrice di “missioni protestanti” nei Paesi cattolici europei.
Nel 1974, arriva in Italia il teologo gesuita Francis Sulli- van, professore, poi, all’Università Gregoriana. Fu uno dei massimi teorici del Pentecostalismo cattolico4.
Saranno le “edizioni paoline”, poi, a iniziare una collana
libraria tutta per loro, sostenuta dal diffusissimo periodico del- le Paoline: “Famiglia Cristiana”.
In Italia, il movimento fu presentato da Jaca Book nel
1973, con il libro “Il ritorno dello Spirito”. L’anno dopo, le edizioni paoline fecero uscire: “L’ora dello Spirito Santo; l’aurora di un rinnovamento carismatico nella Chiesa cat- tolica”. Nel 1977, Jaca Book ripropose il neo-carismatismo con: “La riscoperta dello Spirito: Esperienza e teologia dello Spirito Santo”.
La diffusione fu rapida; già nel 1972 si fecero due Conve- gni teologici: l’uno, a cura della “Società Teologica Svizze- ra”, in cui vi partecipò anche K. Rahner; l’altra, a cura dell’“Accademia cattolica Bavarese” (con Ratzinger!).


4  Il primo teorico del Movimento carismatico (detto poi “pentecostalismo cattolico”) fu Edward D. O’Connor, teologo dell’“Università di Notre Dame”, negli Stati Uniti d’America (Indiana).

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Da entrambe uscì il libro: “La riscoperta dello Spirito”. Nel 1973, a Roma, si tenne una “Conferenza del Rinnova- mento Cattolico Carismatico” (con la presenza di Suenens).
Comunque, nonostante la gran cassa di risonanza prote- stante, in Italia il successo fu molto meno di quello annun- ciato e propagato. Un paio di migliaia in tutto. Però, la pro- paganda riprese vigore dopo la conferenza di Suenens, a Bo- logna, e la manifestazione, in ottobre, nella Chiesa di Sant’I- gnazio, con le solite sconcertanti danze, il tutto animato dal padre Sullivan.
Comunque, questo suo successo fu dovuto al disorienta- mento post-conciliare e al misticismo a buon mercato. Sue- nens e C. proposero: niente ascesi, niente sacrifici, basta la partecipazione a un raduno pentecostale e al “Battesimo dello Spirito” per “sentire il divino in sé”, riducendo, così, la fede a una sperimentazione sensibile, disprezzando i fonda- menti intellettuali, sulle orme dell’eresia modernista, con- dannata da S. Pio X.
Il terreno che fece crescere il pentecostalismo fu quello che ridusse il cristianesimo a un vago spiritualismo, che con- dusse alla conversione pentecostale parecchi tra le fila dei “Focolarini”, caratterizzato anch’esso da un marcato sen- timentalismo.
Il movimento pentecostale riporta alla mente le antiche eresie dei Montanisti, dei Catari, delle Beghine, dei Quieti- sti, tutti pervasi da tremiti, da estasi pubbliche, da abbracci e baci collettivi, dal “dono delle lingue”, da musiche che ricor- dano, oggi, le musiche pop, sempre condannati dalla Chiesa.
Ma come mai, oggi, la Chiesa non solo non condanna, ma anzi li benedice e incoraggia? La spiegazione è sempre in questa dissolvente tremenda crisi successiva al Vaticano II, che ha aiutato anche a favorire gli errori politici e sociali.


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Il card. Leo Suenens, in copertina della Rivista “Monde e Vie” che lo presentava come un “Nuovo Lutero”. Padrino del “Pentecostismo”, il card. Suenens patrocinò a Bruxelles il Congresso Internazionale dell’Alta Massoneria ebraica dei B’nai B’rith, ricevette il massonico “Premio Templeton”, fu favorevole all’accesso delle donne al sacerdozio, fu con- trario all’enciclica “Humanae vitae”, impose la Comunione sulle mani, fe- ce costruire chiese senza inginocchiatoi, parificandole a quelle dei prote- stanti, e fu pubblicata da “Il Borghese” del 26 ottobre 1969, la notizia di un suo “matrimonio civile”. Il Cardinale risulta iscritto alla Massoneria il
15.6.1967, avente Matricola 21/64 e Sigla LESU (“Lista Pecorelli”).

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«... Vedrete stabilirsi nei luoghi santi
la desolazione abominevole, predetta dal Profeta Daniele».
(Mt. 24, 15)












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I PRESUNTI CARISMI





Il nome “carisma” (da greco = dono) è un favore preter- naturale e transitorio, comunicato dallo Spirito Santo per il be- ne della Chiesa. Non suppone necessariamente la santità, ne è un segno infallibile della medesima.
Questa è la dottrina della Chiesa cattolica, mentre, invece, i carismatici pentecostali professano, su punti essenziali, dot- trine contrarie alla fede cattolica. Non credono, per esem- pio, alla “Presenza Reale” di Cristo nell’Eucarestia; non credono ai privilegi della Madonna; rifiutano la validità del Battesimo cattolico1.
Prima degli anni ’60, nessun teologo cattolico avrebbe so-
stenuto che il parlare in lingue e le guarigioni fossero frutto dello Spirito Santo. Il Rituale Romano indicava che, come il primo segno esterno della possessione diabolica, era pro- prio il parlare lingue straniere incomprensibili, come ca- muffamento di bestemmie. Avvenne, a Roma, un fatto: un ta-


1  Cfr. H.CH. Céry, “L’offensive des seyces”, p. 339.

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le che conosceva l’ebraico, trovandosi presente a una riunione pentecostale, riconobbe, nelle parole del carismatico che par- lava ebraico, delle bestemmie.
Dei “miracoli” dei pentecostali, nella tradizione, erano operati da eretici. Basti leggere le memorie storiche dei tem- pi, dopo il 1685, tra i protestanti della Linguadoca, del Delfi- nato o delle Cevenne, erano centinaia i profeti ispirati dallo Spirito di Dio. Come gli attuali carismatici, parlavano in lin- gue, avevano estasi, profetizzavano. Si sentivano “uomini nuovi”: «Questo Spirito che ci ispirava il disprezzo del mon- do e la carità, che ci donava la gioia interiore… ci ispirava an- che l’orrore per l’idolatria cattolica, ci invitava a non più par- teciparvi…»2.
Anche sulle guarigioni, i giansenisti del XVII secolo, si
riunivano ad operare miracoli al cimitero Saint-Médard, sul- la tomba del loro santo, il diacono Pàris. Certo, non veniva- no da Dio, ma la loro origine era diabolica.
Il “battesimo dello Spirito”
Il primo avvenimento avvenne in una casa di Topeka (Kansas) dove Charles Parham, un pastore metodista, aveva fondato una scuola per lo studio estemporaneo della Bibbia.
Fu importato, quindi, dai Protestanti. Per gli iniziati, si giunge con due movimenti, culminanti del rito: l’imposizione delle mani e l’infusione dello Spirito Santo. Chi impone le mani è sempre un laico, uomo o donna, ma deve avere rice- vuto, prima, il “dono di direzione”, soggetti, a loro volta, al- l’arbitrio di chi ha ricevuto il “dono del discernimento”.
All’imposizione delle mani fa seguito l’effusione dello
Spirito Santo, riconosciuto solo se esternamente si manifesta


2  Cfr. J. Bizouuard, “Les rapports de l’homme avec le dèmon, essai historique et philosofhique”, ed. Gaume,1864, t. III. p. 16-34.

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attraverso avvenimenti straordinari, cioè: una guarigione, una conversione, il dono delle lingue.
Il “battesimo di spirito”, comunque, non è un sacra- mento, ma una iniziazione, in contraddizione con la dottri- na della Chiesa. Nell’incontro carismatico di Zurigo si diede la seguente definizione del “battesimo di Spirito”: «Per bat- tesimo di Spirito si intende un’esperienza nella quale lo Spirito Santo si impossessa di una persona, potenzia e tra- sforma la sua vita, fornendole una percezione diversa di tutta la realtà del mistero cristiano»3.
Parlando della Cresima, nel libro dei Ramaghan si leg- ge: «Siamo infinitamente più certi dei risultati del “batte- simo dello Spirito” che della Cresima».
I Pentecostali cattolici non negano, a priori, né il Battesi- mo né la Cresima, però li hanno ridotti a semplici simboli, perché la pienezza è conferita solo dalle imposizioni delle ma- ni.
Quindi, secondo gli stessi carismatici, il “battesimo nello Spirito” – ed è questo che lo distingue radicalmente dai sa- cramenti cattolici del Battesimo e della Confermazione – non conferisce la Grazia santificante, ma «una potenza carisma- tica… una forza sorprendente… un rivestimento esteriore di potenza… che si manifesta con dei carismi». Non è cer- to di origine divina, ma piuttosto di quelle «opere di potenza, di segni e di prodigi menzogneri», dovuti all’influenza di Sa- tana, di cui parla S. Paolo ai Tessalonicesi!





3  Cfr. “Documentation Catolique”, Paris, 1.11.1973.

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I MIRACOLI
A sentire i carismatici sembrerebbe che il loro cammino sia cosparso di continui miracoli: un cammino che vede di continuo miracoli fiorire a migliaia.
Comunque, per accettare come vere quelle guarigioni mi- racolose, la Chiese richiede tre condizioni:
1)   che non possono essere delle cause naturali che possa- no guarire in brevissimo tempo, specie se improvviso, come, ad esempio, di un cancro grave;
2)   che il miracolo venga esaminato da dottori, scienziati e teologi, come lo si fa a Lourdes per le guarigioni at- tribuite alla Vergine Immacolata;
3)   che il giudizio finale, però, sia formulato da Autorità competenti.
Nel movimento carismatico, invece, questo non è conside- rato né voluto, perché i miracoli, per loro, vengono creduti sulla testimonianza di chi riceve il presunto miracolo, anche se triviale, psicologico, non di lunga durata. La Chiesa - ab- biamo detto – esamina le possibili fonti, quali:
a)   Dio. In Lui si stabilisce che sono veri miracoli, scevri da orgoglio, da ostentazioni, da incantesimi;
b)   i processi psicologici, quali accettati dai carismatici, senza ricorso allo “spirito”, invocato, invece, da loro;
c)   i Demoni, anch’essi capaci di riuscire, senza suscitare emozioni. Essendo fondato il movimento carismati- co su false promesse dottrinali, è facile al Demonio turlupinare i creduloni e i fanatici della sètta!


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IL DONO DEI MIRACOLI
Su questo campo, alcuni sacerdoti si sono fatti una certa fama. Come, ad esempio, padre Emiliano Tardif, un canade- se della Congregazione del Sacro Cuore, a S. Domingo. Du- rante e dopo la “sua Messa” (!!) all’aperto, o sotto un tendo- ne che sa di “luna park”, si assiste a una riunione da barac- cone, detta “risveglio”, in un’atmosfera di urla deliranti, di isterismo collettivo, dove c’è sempre qualcuno che si dice mi- racolato. Certo, il miracolo viene da Dio, ma può accadere an- che da parte di forze occulte, col consenso, però, di Dio. Ora, questi miracoli dei carismatici non sono veri, ma pseudo-mi- racoli preternaturali; la cui forza è sempre su forze naturali.
Il Demonio, infatti, può, per disposizione di Dio, usare for- ze naturali per compiere fatti prodigiosi che hanno l’aspetto di “miracolo”. Il Demonio – sempre col permesso di Dio! – può agire sui corpi, sugli oggetti; può produrre apparizioni e spa- rizioni e provocare persino sciagure con fenomeni atmosferici e tellurici, ingannando così il pubblico ingenuo, o fanatico. Si pensi a Simon Mago della Sacra Scrittura, che, aiutato dal Demonio, si sollevava da terra, per darla ad intendere che an- che lui, come Gesù, poteva salire in Cielo. Ma le preghiere di San Pietro gli tolsero le forze demoniache e precipitò dall’al- to al suolo.
Altre volte sono suggestioni, operate da prestigiatori pre- parati, veri impostori e ciarlatani, e magari anche da gente, che ha venduto l’anima al Diavolo per lucro.
Non così sono i miracoli di Gesù e dei suoi Santi, perché Dio opera sempre per affermare la Sua Divinità, per accresce- re le Verità rivelate, o per manifestare la Sua benevolenza ver- so qualche anima privilegiata da Lui stesso. E anche quando compie prodigi per castigare, lo fa sempre per ammonire, per richiamare alle gravi conseguenze che procura il peccato.
Quindi, i veri miracoli sono quelli che Dio compie per ma-

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nifestare la santità di una persona, per approvare un’opera, compiuta in santità di vita, esente da errori dottrinali e illumi- nata dalla carità , non fatta di parole gentili, ma di quella ca- rità che non sta nel “parlare la lingua degli Angeli”, nel dar- si alle fiamme per giovare a qualcuno, nella “fede che tra- sporta le montagne”, nel dire: «Signore, Signore!», nel «fare profezie, miracoli e cacciare demoni nel nome di Gesù», ben- sì quella carità che è modellata su quella di Cristo.

IL DONO DELLE LINGUE
Per i carismatici, in genere, il dono delle lingue sareb- be la prova dell’effusione dello Spirito Santo, per cui noi cattolici non saremmo sicuri di averlo ricevuto, giacché nei Sacramenti del Battesimo, Cresima e Ordine, non abbiamo mai fenomeni esterni, cioè questo delle lingue, benché ci ven- gano conferiti con una speciale effusione dello Spirito Santo.
Da notare, poi, che tali lingue pentecostali non sono affat- to lingue umane, ma borbottii di suoni inintelligibili, da loro dichiarati “glossolalìa”.
Gli “Atti degli Apostoli” ne fanno cenno. I carismatici ne parlano come effetto di un pregare “non oggettivamente”, bensì “in una maniera pre-concettuale”. Questa definizio- ne fu data da “Le Renouveau Charismatique”4. Scrive, in- fatti: «possibilità di pregare non oggettivamente, in un manie- ra pre-concettuale, ha un valore considerevole nella vita spiri- tuale. Permette di esprimere con mezzi pre-concettuali qual- cosa che non può essere espressa concettualmente. La pre- ghiera in lingue sta alla preghiera normale come una pittura astratta, non rappresentativa, sta ad una pittura ordinaria. La


4  Cfr. “Vide Lumen Vitae”, Brussls, 1974.

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preghiera in lingue richiede un tipo di intelligenza di cui per- fino i bambini sono capaci».
Ora, questo parlare è indecifrabile e incomprensibile. La Tradizione della Chiesa lo ignora. I Maestri dello spiri- to, ricordando l’insegnamento della preghiera da parte di Ge- sù, c’insegnano che il Signore non ha mai detto di pregare in maniera “pre-concettuale e non-oggettiva”, quasi che lo Spi- rito Santo fosse incapace di insegnarci a pregare con l’abitua- le lingua nazionale, umana.
Quindi, il “parlare in lingue” è solo una frode, o un gio- co di Satana per ingannare, scimmiottando la prima Pen- tecoste.
Per i carismatici, la “preghiera in lingue” ha una impor- tanza fondamentale ed è incomprensibile per tutti, eccetto per chi parla e che ne spiega il senso agli altri presenti, mentre la teologia mistica insegna che deve essere la legittima Autorità a confermare se, in quel caso, è Dio che opera. S. Giovanni della Croce considerava che la migliore dimostrazione dell’o- rigine soprannaturale di quei fenomeni, è la crescita nell’u- miltà, lo scegliere le cose più difficili ed aspre, il non deside- rare soddisfazioni sensibili, neppure nel campo spirituale5. S. Giovanni della Croce, dice ancora: «È necessario che l’ani- ma rigetti a occhi chiusi tutti i fenomeni (visioni, odori, gusti, ecc. soprannaturali) da qualunque parte essi provengano. Se non facesse così, ella porgerebbe l’occasione al demonio di in- gannarla e lo aiuterebbe in maniera tale da ricevere insieme con i favori divini, anche le illusioni diaboliche, le quali, an- zi, si moltiplicherebbero, mentre gli altri diminuirebbero; così ella giungerebbe al punto in cui avrebbe tutto il diavolo e niente Dio».



5  Cfr. S. Giovanni, “Salita al monte Carmelo”, libro 111, c. 16.

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Si badi: S. Giovanni dice ciò per chi realmente riceve fa- vori straordinari da Dio. Che dire, allora, dei carismatici che, invece, vanno ricercando, ansiosamente e senza discernimen- to, fenomeni di provenienza fin troppo dubbia, e li vanno pro- pagando come se fossero di origine divina?
Ora, le lingue che i pentecostali parlano non sono lingue umane, ma strane lingue, borbottii di suoni inintelligibili (mussitationes), detti “glossolalia”, un parlare, cioè, che essi dicono di pregare “non oggettivamente, in una maniera pre-concettuale”, ossia i suoni non corrispondono alla realtà oggettiva. Sono un falso, una frode!


















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Riti carismatici con imposizione delle mani. Molto spesso questi riti non sono presenziati da sacerdoti, ma sono gestiti solo da laici.








«Verrà l’abominazione dei luoghi santi...
Il Demonio si comporterà come il re dei cuori...».
(Parole di Nostra Signora a La Salette)











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INIZIAZIONE DIABOLICA





Già da oggi potremmo dire che il “Rinnovamento cari- smatico” sarà l’ecumenismo massonico di domani. Per ingan- nare la gente, usano, ora, il nome di “rinnovamento cari- smatico”.
Il pretesto per farlo apparire un movimento cattolico ebbe inizio sotto l’influenza dell’Università di “Notre Dame” di South Bend, Indiana, la peggiore Università cattolica, la più corrotta sul piano dottrinale. Questo ci fa pensare che quell’i- nizio fu un autentico “piano massonico”, per introdurre lo spiritismo nella Chiesa cattolica.
Nel suo libro “Bientot un gouvernement mondial, une super et contre-église”, Pierre Virion cita e riporta molti do- cumenti massonici che provano che le “sètte segrete” stanno stabilendo un Governo mondiale d’aspetto democratico, ma che, in realtà, formerà una “Chiesa Universale”. Lo si legge anche sulla Rivista massonica “Le Symbolisme” del 1962: “Non lasciate dire, miei fratelli, che la Framassoneria è l’anti-Chiesa: questa non che una frase di circostanza: fondamentalmente, la Framassoneria è la super-Ecclesia che le unirà tutte”.

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La Frammassoneria, quindi, vuole non più la dottrina, ma un contatto diretto con il “divino”, ossia col demonio. La scienza più elevata, la religione dell’avvenire, sarà, quindi, la teurgìa, che è un sistema di magìa, già praticata dagli omato- nici egiziani e da altri, volendo una comunicazione con divi- nità, benfacienti che vengono in aiuto.
Il solo ostacolo, finora, è quello della Chiesa cattolica
che ancora si batte contro lo spiritismo.
De facto, la Frammassoneria vuole una religione senza dottrina: ma l’ardore che l’esperienza dona alle convinzioni che ciascuno ha.
Quindi, un uomo non ha bisogno di credere a una dottrina per ricevere il “battesimo nello Spirito Santo”.
Nella religione cattolica, è la fede in una dottrina che tie- ne il primo posto; cioè: noi cattolici crediamo a tutto ciò che la Chiesa cattolica ci insegna, perché è Dio che l’ha detto e Dio è la Verità!
Lo spiritismo, perciò, non tenendo conto della differenza tra verità ed errore, mette lo spirito ad di sopra di ogni diver- genza dottrinale, facendo abbracciare tutti in un solo amore.
Il Movimento carismatico, perciò, non è una nuova chie- sa, ma un movimento che viene a fondere tutte le religioni cristiane. È, quindi, una Ecclesia che risponde al desiderio della gente di praticare spontaneamente la fede e di esprimer- la come essi la sentono.
Di conseguenza, il “Rinnovamento carismatico” è una falsa religione, una forma di paganesimo che i Frammassoni hanno diabolicamente fatto sorgere come da una sorgente cat- tolica.
***
Nel “carismatismo” accadono anche “cose strane”, ca- muffate di luce, ma che in realtà è una corrente occulta che porta al preternaturale diabolico. Infatti, incomincia con una

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illuminazione iniziatica e finisce in una unione con Satana.
L’iniziazione esige una scelta, qual è il “battesimo dello Spirito”, che trascina l’anima non nella sfera della Fede, ma nel girone diabolico. René Guénon scrisse che l’essenza del- l’illuminazione iniziatica non è “un qualcosa di misterioso, ma lo si sperimenta”1.
Nel movimento carismatico, perciò, c’è sempre un mem-
bro “iniziatore”, capace di trasmettere l’“influsso spiritua- le” che genera l’impressione iniziatica, ben distinta dal sacra- mento della Cresima, in cui è solo il Vescovo o un sacerdote delegato ad hoc che opera, ma non può trasmettere ad alcuno questo potere. Invece, per questa facilità a “trasmettere”, i gruppi carismatici possono trasmettersi all’infinito. Basta essere “iniziato”.
Il “rito” veicola, così, la corrente di “grazia” innestando le anime sul il “Grande Spirito”. È un rito incantatore che serve a provocare una specie di estasi, che lo trasporta in un’altra atmosfera di spirito.
Il movimento carismatico, quindi, è un influsso “spiri- tuale” (diverso dalla Fede cattolica!) che viene trasmesso a un “iniziato” col rito del “battesimo dello Spirito”, con le imposizioni delle mani. Naturalmente, questo rito è “richie- sto per ogni nuova recluta”, ed è subito efficace quando è compiuto secondo le regole. Ora, l’efficacia automatica è un elemento tipico delle “mistiche diaboliche”, ed è una caratte- ristica essenziale del movimento carismatico.
È evidente che l’illuminazione iniziatica nel movimento carismatico non può essere di origine divina, perché la sua sorgente non è la Fede cattolica, di cui ne è la negazione, né sulla spiritualità cattolica, né sulla Liturgia cattolica. La sua “fede” è immanente e soggettiva: non si tratta di “sapere” la


1  Cfr. “Apercus su l’initiation”.

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dottrina per credere, ma solo di “sentire”.
Si legga questo brano de “Il Santo” di Fogazzaro: «Rac- cogliere le nostre anime in Dio, silenziosamente, ognuno per conto suo, fino a sentire dentro di noi la presenza stessa di Dio… Noi vogliamo sentirci uniti… noi dobbiamo sentire Dio presente in noi; ma ognuno di noi deve sentirlo presente anche negli altri; ed io lo sento così vivamente in voi!... Tutti noi che sentiamo, Cristo prepara… un’immensa trasformazio- ne per mezzo di profeti e di Santi».
Quindi, «la “fede” carismatica è a base di esperienza sen- sibile»2.
Alla frase del card. Suenens sulla sua speranza “teologa-
le”: «La mia speranza teologale… diviene sperimentale»3; padre Philipp Philibert de Saint Didier, gli risponde: «L’og- getto d’una speranza dichiarata “teologale”, è Dio che pro- mette; ma Dio non si sperimenta! Gli si crede. Quando al motivo di detta speranza, sempre perché “teologale”, è unica- mente la fedeltà essenziale di Dio che promette. E neppure questa si sperimenta»4.
Quelle anime desiderose di ricevere il “battesimo dello
Spirito” non si rendono contro di aprire le braccia al demo- nio, travestito di luce, perché è con la seduzione che il demo- nio prende nella sua rete le anime che ancora distinguono il bene dal male. All’inizio del cammino carismatico, i favo- ri carismatici abbondano, permettendo, così, al “Rinnova- mento dello Spirito” di accrescere di numero come funghi, a danno delle anime incaute.
Lo spirito che si adora non è più lo Spirito Santo della Fe- de cattolica, ma “l’amico uscito dall’inferno per distribuire


2  Cfr. S. Pio X in enciclica “Pascendi” contro il modernismo.
3  In “Une nouvelle Pentècoste”?
4  Cfr. “Interrogation sur le Pentecôtisme”.

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i “doni carismatici”, che sono la manifestazione della sua presenza e della sua azione. Ma questi suoi “doni” non sono altro che una vera droga spirituale, che porta a una degra- dazione dell’anima e un progressivo affievolimento della vita di fede.
Così il Rinnovamento carismatico incammina verso la Chiesa Universale che è il corpo mistico di Satana, come scrisse il massone Ryandey: “Per noi, questi sforzi (verso l’ecumenismo cristiano) significano solo dei passi sul cam- mino d’un ecumenismo che vorremmo totale”5.
È la vecchia teoria dei Rosa-Croce, che profetizza la
Chiesa esoterica (= iniziatica) di S. Giovanni evangelista, superiore alla Chiesa esoterica (= non iniziatica) di Pietro e i cui tempi apocalittici sembrano, oggi, arrivati. La Chiesa Ro- mana deve cederle il posto, deve sparire così com’è: “Il ciclo di Giovanni… si è aperto”6.
E la Chiesa di S. Giovanni non è più quella di Dio, perché
l’uomo è al primo posto; non più la trascendenza divina, ma l’immanenza: non più la Fede, ma il sensibile, i carismi; non più il dogma, ma la “rivelazione interiore”, il soggettivi- smo, il profetismo, l’Illuminismo.
Si comprende, allora, perché nei nostri giorni, si parla tan- to d’amore. “Si ingannerà il popolo in nome dell’amore, d’un amore che non è la carità teologale, ma che ne usurpa il no- me. Mai abbiamo letto così tanto nelle pubblicazioni massoni- che la frase “Amatevi gli uni gli altri”; ma la si adopera sem- pre in nome del Cristo contro la sua Chiesa7.
Perciò, è necessario, oggi, più che mai insistere sulla vera
Fede. Per questo San Pietro, che non trovò scudo migliore per


5  Cfr. P. Virion in “Mystère d’iniquité”, p. 132.
6  Idem, p. 146.
7  Idem, p. 146.

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respingere il maligno, ci dice: “resistite fortes in fide” (1 Pe- tr. 5,9), “resistetegli forti nella fede”, e afferma che senza di essa è impossibile piacere a Dio (Ebr. 11, 16)… come il Si- gnore stesso dice, per mezzo del profeta Osea: “Desponsabo te mihi in fide” (2,20), ossia: “Se tu, anima, vuoi unirti e sposarti con Me, devi venire rivestita interiormente di Fe- de”8.
***
Concludendo direi: Noi che crediamo alle sacre Scritture dobbiamo fare attenzione ai gravi avvertimenti che esse ci danno degli ultimi tempi, sia i Santi Vangeli che gli scritti de- gli Apostoli. In S. Matteo leggiamo: «l’iniquità si ingrandirà e la carità di molti si raffredderà»… Vi diranno: «il Cristo è qui” o “Egli è là”. Non credete, perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti che faranno grandi miracoli e prodigi, tanto da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti».
S. Paolo, a Timoteo scrive: «Lo Spirito dice espressa- mente che negli ultimi tempi, certi abbandoneranno la fe- de e s’attaccheranno a degli spiriti seduttori e a dottrine demoniache di bugiardi ipocriti» (Cfr. 1, 4, 1-2). E continua:
«Si sa bene che negli ultimi giorni verranno dei tempi dan- nosi. Gli uomini saranno egoisti, cupidi, fanfaroni, orgo- gliosi, calunniatori, crudeli, nemici del bene, traditori, pie- ni d’orgoglio, cercando più piaceri che Dio…» (11, 3,1-5).
Purtroppo, questi scandali, oggi, si aggravano; la confusio- ne aumenta, le anime si perdono in massa… la contra-Eccle- sia di Satana s’impossessa dell’umanità, impregnando l’at- mosfera di odore di scisma, d’eresia e di apostasia. Un’aria, per noi cristiani, irrespirabile!


8  Cfr. San Giovanni della Croce in “Salita al Monte Carmelo”, c. XXI.

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Più che una rivoluzione, questa, è una invasione luciferina che ci fa ricordare la profezia della Madonna della Salette:
«Roma perderà la fede e diventerà sede dell’anticristo!»
Lo direi un “battesimo pentecostale”, conferito non dalla Grazia di Dio, col raccoglimento, l’oblìo di sé, la purezza e la devozione, ma da una certa energia preternaturale paurosa, ac- compagnata talora da cose singolari che spaventano e di cui non si può avere alcun controllo. Mentre lo Spirito Santo non porta alcun disordine, lo Spirito pentecostale, invece, porta in- vasione per una forza non terrena che non può essere certa- mente divina, ma solo diabolica. Sempre mentitore ed ipocri- ta, Satana gioca a fare l’angelo della luce, pur lasciando tra- sparire d’essere invece l’angelo delle tenebre, che dà l’appeti- to dell’ignoto, dello sconosciuto, dello straordinario. Questo gioco l’aveva già iniziato con Eva, dicendole: «Voi sarete co- me degli dèi». Così, il cattolico viene a trovare insipido l’e- quilibrio cristiano, e commette l’imprudenza grave di conse- gnarsi al rito d’iniziazione.













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«Oboedire oportet Deo, magis quam hominibus».
(Atti, v. 27-29)













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L’ECUMENISMO MASSONICO





Per imbrogliare meglio, oggi il carismatismo ha preso il nome di “Rinnovamento carismatico”. Per darla da intende- re che quel nuovo carismatismo era davvero “cattolico”, agì sotto l’influenza dell’Università Notre-Dame di South Bend, Indiana, la più sbandata degli Stati Uniti dal punto di vista dottrinale. Le stesse opere che difendono questo nuovo carismatismo sono quelle che difendono la nuova liturgia, che sono contro la “Humanae vitae”, che ammirano le opere di Teilhard de Chardin; benché non abbiano più lo spirito della Chiesa cattolica, pure rimangono in essa per meglio di- struggerla.
È naturale, allora, chiedersi se appartengono a un piano massonico, o no.
Parecchi documenti massonici provano che queste società segrete vogliono stabilire un governo mondiale, apparente- mente democratico, ma che, in realtà, è lo strumento per una Chiesa Universale.
Nella rivista massonica “Le Symbolisme”, già nel 1962, si leggeva: “Lasciateci dire, miei fratelli, che la Frammas- soneria è l’anti-Chiesa. Questo non è frase di circostanza:

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fondamentalmente, la Frammassoneria vuol essere la super- Ecclesia che le riunirà tutte, mettendo in comune il contatto diretto con la “divinità”. Ora, questo contato diretto non può essere altro che un contatto diretto con il demonio. La religio- ne dell’avvenire, perciò, sarà la “theurgie”, ossia un sistema di magìa, di platonismo egizio, che pretendono di essere in co- municazione con le divinità in loro aiuto.
***
A questo punto, resta da verificare su quali punti il cari- smatismo cattolico si accordi con la massoneria.
Mentre il Cristianesimo è fondato su una dottrina, il cari- smatismo pentecostale è costituito da una forza e da una for- za che l’esperienza dà alle convinzioni che si hanno. Per loro non occorre di credere a una dottrina particolare prima di ri- cevere il “battesimo nello Spirito-Santo”, e dopo ricevuto il “Battesimo dello Spirito”, ciascuno continua nella sua cre- denza religiosa come prima, non cambiandola se non per ra- gioni sociali.
Mentre nella religione cattolica è la fede in una dottrina che vale per primo, nel carismatismo pentecostalista non v’è alcuna differenza tra la verità e l’errore, ma si basa su una esperienza; lo spirito che vive il carismatismo, crede di essere al di sopra delle divergenze dottrinali, perché lo Spirito Santo fa sì che gli uomini si amino tra loro in modo caratteristico, non divergendo le loro divergenze dottrinali, al di sopra di queste divergenze, abbracciandosi gli uni gli altri nell’amore.
Questo modo di pensare e vivere si accordano perfetta- mente con il “piano massonico” per formare una super-Ec- clesia.
Quindi, possiamo dire che questo carismatismo non è una buona religione, né una nuova Chiesa, ma è un Movimento di rinnovamento per fare abbracciare tutte le chiese. È, quindi, una “Super-Ecclesia”!

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Nella seconda Sezione del Vaticano II, il cardinale Léo- Joseph Suenens aveva pronunciato un discorso su “la di- mensione carismatica della Chiesa”. Ma già nel numero del
19 gennaio 1973 del “National Catholique Reporter”, in una intervista al detto cardinale, fatta da Daniel Miller, il por- porato ebbe a dichiarare che il Pentecostalismo “cattolico” aveva, per lui, una importanza ecumenica straordinaria, dicen- do: “Tutto ciò che apre al cristiano il seno nuovo, esperi- mentale, è una spinta verso l’unità”.
Ora, una vita spirituale “nuova” non può indicare che una vita spirituale differente da quella della Chiesa cattolica. Comunque, la parola “sperimentale” è una parola-chiave che svela il “piano massonico”: unire tutte le religioni per una esperienza spirituale non dottrinale. Il 3 giugno 1973, il car- dinale Suenens ancora, presente a una riunione internaziona- le del Movimento pentecostale “cattolico”, tenuto all’Univer- sità Notre Dame, nell’Indiana, disse che il Movimento è “la missione del domani. L’Avvenire è qui”! E disse che il Mo- vimento carismatico “potrebbe rinnovare la faccia della Chiesa e quella della terra”; e che le “ragioni” portate da lui in favore del Pentecostalismo “cattolico”, sono proprio i punti essenziali del “piano massonico” per introdurre quel “nuovo spiritualismo” nella Chiesa cattolica. Il che non è che il rovescio della fede cattolica attraverso la divina Rivelazio- ne1.
Ora, questo “Rinnovamento carismatico” non è una del-
le false religioni che il Francomassonismo sta cercando di sostituire la Rivelazione con questa nuova salsa cattolica, ma



1  Il padrino di questo Movimento carismatico e costante propugnatore di esso, fin dal Concilio, fu il cardinale Leo Joseph Suenens, il cui nome risulta in molte liste di affiliati ecclesiastici alla sètta massonica con la sigla “IESU” (Matricola 21/64 del 15 giugno 1967).

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che non è altro, invece, una nuova corrente che ha trovato suc- cessi che corrispondano alla mentalità dei nostri tempi depra- vati, che ha gettato decadenza in tutto il mondo, fuori della dottrina dogmatica e morale, che avvince tutta la vita dell’uo- mo, affinché abbiano a seguire i falsi Cristi e i falsi profe- ti che trascinano il cristiano al di fuori della sua vera Re- ligione divina, appunto con questo falso diabolico Movi- mento carismatico!




















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Esempio di rito di guarigione presso i carismatici.



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«La Storia insegna
che la Chiesa è forte quando ha il coraggio di potare
i rami secchi.
Dopo il Concilio di Trento, la Chiesa tagliò
e i rami rifiorirono. Anche oggi bisogna tagliare ed estirpare la gramigna, perché è un errore
lasciar coesistere “dialettica-
mente” il male col bene!».








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TENDENZE PROTESTANTI
DEL MOVIMENTO CARISMATICO




Tendenza all’Illuminismo
Si credono direttamente e permanentemente uniti al Cristo. Si credono illuminati di continuo dallo Spirito Santo. Infatti, dicono di continuo: «Dio mi dice…» – «Ho ricevuto un se- gno per…» – «Il Signore mi ha fatto prevenire da un pro- feta…
– «Il Signore ci ha molto parlato dei doni carismatici dei responsabili...» – «Ho sentito che il Signore mi faceva comprendere…» – «Quando il messaggio si rivolge a noi, tutta la comunità l’ascolta sapendo che è il Signore che parla…”, ecc.
Quando sono invitati ad ascoltarsi gli uni gli altri, è inevi- tabile che quella ispirazione del momento venga considerata come una comunicazione divina, tanto che lo stesso animato- re che guida l’assemblea non può rettificare la situazione.
La sensibilità, quindi, che si eccita quando sono alla ricer- ca del divino e delle comunicazioni sensibili, predomina sul- l’intelligenza. La fede diventa, quindi, un affare di sentimenti. Il Rinnovamento carismatico, perciò, fa dell’atto di fede un at-

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to emotivo ed effettivo; si passa da una religione della Fede
a una religione dell’esperienza.
L’anima del Rinnovamento, perciò, per i carismatici non è la ragione (“fides est rationabile obsequium”) ma il cuore.
Le sue caratteristiche, perciò, sono:
–    un “rito” che è nato protestante;
–    un “rito” che produce gli stessi effetti quali sono quel- li protestantici;
–    un “rito” che è inserito in una “corrente internaziona- le e inter-confessionale d’imposizione delle mani a im- posizioni di mani”1.
Ora, di fronte a queste caratteristiche, ci si può domanda- re: ma qual è l’origine prima di questi effetti prodotti, dei po- teri trasmessi, delle facoltà di trasmettere si è di fronte al di- vino, all’umano o al diabolico?
È un obbligo morale, ma anche scientifico, avere e usare del discernimento per vedere chiaro se è questione di divino, o di umano, o di diabolico.
Una delle frodi più visibili è l’ecumenismo, fatto da “Rinnovamento carismatico”, ma soprattutto da quella frode espressa dal fenomeno d’iniziazione, detto “Effusione dello Spirito”.
La prima impressione che può dare il “Rinnovamento dello Spirito” è quella del miscuglio di bene e di male.
Una seconda impressione è data da una certa confusio- ne degli “stati di vita”, ossia quella mescolanza di clero e re- ligiosi, di laici celibatari e da famiglie con o senza figli.


1  Cfr. Monique Hébrard, “Le Nouveaux disciplia” p. 287.

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Una terza impressione è quel mescolamento di protestan- ti iniziatici nei gruppi cattolici con vivo marchio di protestan- tesimo.
Certo, si è di fronte a una questione non facile, ma che cer- ca una risposta. Chiediamoci: come mai tanti cattolici diven- tano carismatici? Qual è la causa di tanto successo? Le cause possono essere molte:
–    il clima dell’attuale società, mellifluo e sentimenta- le, con un resto di bontà senza dinamismo e senza apo- stolato;
–    una mancanza quasi assoluta della Gerarchia di fronte a un cristianesimo svuotato del suo dogma, sen- za che l’autorità ecclesiastica intervenga se non con futili “esortazioni” ottimiste e “riserve”, formulate col tono del “consiglio”, ma mai condannando gli errori dottrinali manifesti;
–    un vero collasso dell’autorità per la riabilitazione del protestantesimo e gli incoraggiamenti, di attività inter- confessionali e annullando con la dottrina del dogma: “Fuori della Chiesa non c’è salvezza”, per cui il Va- ticano II e il post-Concilio hanno aperto tutte le porte di penetrazione protestante nella Chiesa, attraverso il Rinnovamento carismatico;
–    l’abolizione della Messa tradizionale, ch’era la roc- caforte contro ogni allacciamento protestante e i feno- meni iniziatici;
–    l’ignoranza estrema della religione cattolica su tutta la linea, teologale e storica;
Così il “Rinnovamento carismatico” ha trovato agio per la sua seduzione.


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Anche per il suo profilo dottrinale non è preciso.
Vi è inserito il pelagianesimo di K. Rahner, che dice che, poiché la teologia cattolica avrebbe sostituito la scolastica con la filosofia trascendentale, è giusto dettare un nuovo verbo sulla vita di grazia, poiché la coscienza dell’uomo è trascen- dentalmente e immediatamente riferita a Dio. Per questo, di- chiara di prescindere dai dati biblici; dichiara impossibile muovere semplicemente ed unicamente da una dottrina fissa e indubitabile, stabilita dal Magistero ecclesiastico… ecc.
Per questo, i carismatici non discutono mai su questioni dottrinali perché - dicono - essi cercano l’“unità” ad un li- vello più profondo, ossia quello emotivo.
Purtroppo, queste immaginarie tesi del pentecostismo pro- testante è entrato in non pochi soggetti, attraverso la porta principale del pentecostalismo cattolico!

Tendenze carismatiche
Ricerca morbosa dello straordinario.
Nei gruppi carismatici, queste manifestazioni sono cercate, persino provocate con riti che sanno di magìa, come preghie- re strampalate (glossolalia), grida scomposte, atteggiamenti strani, musiche con strumenti jazz-band, il tutto per produrre in sé un interiore eccitante, esaltazione e auto-suggestione, che loro dicono “effusioni dello Spirito Santo”, mentre, invece, è delirio frenetico, farneticante, che porta ad abbracci e baci tra uomini, donne, preti, suore, consacrati.
Nessun Santo l’ha mai fatto, ma quando tentati, le hanno subito respinte col farsi il segno di Croce, col gettare acqua benedetta.
I carismatici, invece, fanno il contrario: essi vedono, sen- tono, odono voci particolari, credendo di fare atti di fede.


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Sentimentalismo, non religiosità
La religiosità dei carismatici è espressa più in atti esterio- ri, densi di sentimenti umani ed emozioni sensibili. Molta pre- ghiera vocale; canti sentimentali, anche talvolta lascivi, ac- compagnati da chitarre. Gesti ed atteggiamenti del corpo, an- che davanti al SS. Sacramento, che hanno del blasfemo, come la promiscuità dei sessi, lo star sdraiati per terra, che essi di- cono “adorazione”. Il loro modo di pregare, quindi, produce sconcerto, stupore, ad alta voce (preghiera in lingue), rumoro- so, non guidato mai da un sacerdote, con molti canti, accom- pagnati da molti gesti…
Guardateli in una qualsiasi loro adunata.
Occhi chiusi, mani alzate, o abbandonate lungo il corpo; mormorii inintelligibili, grida di lode al Signore, che si tra- sformano in salmodia. Poi, si incomincia a parlare in lingue incomprensibili e alcuni narrano “fatti” della loro vita, o esperienze personali.
Sembra un isterismo di massa che porta al soggettivismo, all’emozionalismo, all’elitismo, alla teatralità, al sensazionali- smo, all’isteria…
Quindi, la loro preghiera è prevalentemente emotiva, non ancorata all’oggettività della Fede. Anche la “preghiera di guarigione” è sensazionista, incentrata sul “vedere” per “credere”, in un forte contesto emozionale. Durante la pre- ghiera sugli ammalati, poi, si verificava il “riposo dello spi- rito”, una specie di “trance” cosciente, che crea le condizioni più favorevoli alla “guarigione”.
Infatti, nei loro incontri di preghiera, chiunque può impor- re le mani su chicchessia e a qualunque sètta appartenga.
Promiscuità di sesso
È la causa prima del successo giovanile, che non frequen- ta la chiesa e i Sacramenti, ma qui se la spassano con le chi- tarre e i canti sentimentali; maschi e femmine stanno insieme, arrivano e vanno insieme; facili contatti e lascività, percorsi

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per la via larga della perdizione, mentre stretta è quella della salvezza.
Lo spirito Santo è spirito, non sensazionismo. La sua azio- ne è spirituale non sensibile e che attira la volontà verso la via stretta della Croce.
Il carismatismo, invece, è privo d’ogni requisito per un’a- scesa a Dio, ma mina la vita spirituale; dichiara, infatti, che l’esperienza personale è la prova suprema dell’effusione dello Spirito Santo. Ora, questo è contro l’insegnamento di Cristo che insegna, nel compimento della “Volontà di Dio”, il crite- rio sicuro della salvezza: «Non chi dice Signore, Signore, en- trerà nel regno dei cieli, ma colui che farà la Volontà del Padre mio che è nei cieli, entrerà nel regno dei cieli» (Mc.
7,21).
Di più: Gesù disse persino che i doni straordinari non so- no un segno sicuro di salvezza: «Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel Tuo nome, e scacciato i demoni nel Tuo nome, e fatto mi- racoli nel Tuo nome? Allora, Io dirò loro: “Non vi conosco, andate via da Me, operatori di iniquità!» (Mt. 7,22-23).
Lo scrittore francese Henri Caffarel, scrive: «Sarebbe inutile raccogliere, qui, empi, ma è chiaro che, normalmente, l’eccitazione conduce a Satana. Pienamente giustificato, quin- di, è il giudizio dell’arcivescovo Robert Dwyer, quando scrisse: “Noi consideriamo il movimento carismatico come uno degli orientamenti più pericolosi della Chiesa del no- stro tempo, strettamente alleato nello spirito con altri mo- vimenti distruttivi e divisori, che minaccia grave danno al- la sua unità e ad innumerevoli anime»2.


2  Cfr. “Christian Order”, maggio 1955, p. 265.

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Mettersi in vista
Nel carismatismo, infatti, non c’è umiltà, ma ricerca dello straordinario, di visioni, di estasi, che Dio concede solo ai suoi Santi.
Il carismatismo, però, li pretende, li cerca, li provoca, per- sino con artifici. Tutti finiscono con presunte visioni, presunti miracoli, che poi fanno sapere con atteggiamenti del tono “so- no io”, mentre il Signore dice di non “suonare la tromba” per farsi notare, ma anzi vuole il nascondimento: «Quando digiu- ni, profumati la testa e lavati la faccia, affinché il tuo digiuno sia noto non agli uomini, ma al tuo Padre Celeste, che sta nel segreto (del tuo cuore), e il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa» (Mt. VI, 17).
I presupposti dei carismi straordinari, per il Vangelo, sono quelli ordinari, ossia: la carità, la Fede, l’umiltà, il nascon- dimento interiore che rimane nell’ombra, il patire, l’essere disprezzato per la vita cristiana.













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«Che giova se uno dice
di avere la Fede, ma non ha le opere? Forse che quella Fede può salvarlo?
La Fede, se non ha le opere, è morta!».
(Giac. 2, 14; 17)











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CONCLUSIONE





Nella mattinata di venerdì 9 settembre 1989, Giovanni Paolo II, nella sala del Concistoro del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, ricevette in udienza i partecipanti alla riu- nione della Commissione mista, internazionale Cattolica-Pen- tecostale. Rilevato come, sia i Cattolici che i Pantecostali ono- rino la presenza dello Spirito Santo e dei suoi doni, il Papa ha ricordato come sia fondamentale dell’impegno ecumenico accrescere nella conoscenza della Verità, infrangere le bar- riere del pregiudizio ed accrescere l’amore reciproco per pote- re più fedelmente proclamare Cristo a un mondo che ne ha tanto bisogno”… Più avanti, poi, il Papa si rivolse, in inglese, ai membri della Commissione adunatesi per la “terza fase di un fruttuoso dialogo tra Pentecostali classici e Cattolici”:
«Voi avete messo a fuoco i differenti aspetti del tema di Koinomìa, della Chiesa come Comunione. Lo studio di que- sto tema, che fu attentamente illustrato ancora una volta nel Sinodo straordinario dei Vescovi nel 1985, è di grande impor- tanza per la Chiesa Cattolica, “Comunione” è realmente una espressione of the Catholic Church’s understanding of her- self anf her life: “una chiara comprensione di se stessa e del- la sua vita”».

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Anche l’altra frase del Papa: “Pentecostali Cattolici” e “Pentecostali classici” hanno messo a fuoco i differenti aspetti del tema di “Koinomia”, della Chiesa come comunio- ne. Ma i “Pentecostali cattolici” cosa intendono per “Chiesa come comunione”?
Lo dicono Kevin e Dorothy Ranaghanin, là dove scrivo- no: che il «cristianesimo istituzionale, sia protestante che cattolico, ha fallito il suo compito»1. Questo dire, però, evi- denzia lo scivolamento della Chiesa verso il livellamento pro- testantico, che vuole la demolizione della Chiesa istituzionale gerarchica, ma per i “Pentecostali cattolici” è pure così?.. Se lo fosse, non sarebbero più cattolici.
Leone XIII, nella sua “Immortale Dei”, scrive: «È il Cri- sto Signore che ha istituito e formato la Chiesa; per que- sto, trattiamo della sua natura; la prima cosa è da sapere quel che Cristo ha voluto e ha fatto nella realtà». E Gesù l’ha voluta società, anche giuridica e istituzionale, quindi, una “Koinomia” che escluda o attenui l’aspetto giuridico è teoria destituita di fondamento.
Ora, abbiano già detto che, storicamente, il “Movimento Carismatico cattolico” ha avuto le sue origini tra le sètte ca- rismatiche di estrazione protestante, le quali affermano che la radice spirituale del Movimento carismatico, anche prote- stante, è lo Spirito Santo, ispiratore dell’intero Movimento. Per loro, infatti, le differenze di fede - dogmi, dottrina, cre- denze - non costituiscono ostacolo a che i presunti “doni” del- lo Spirito Santo si manifestino senza alcuna distinzione tra i convenuti di qualsiasi confessione cristiana. Questo fa sorgere la domanda: come può la manifestazione sensibile di quei strani fenomeni garantire l’azione dello Spirito Santo in per- sone che negano, oltre i Sacramenti, anche le fonti ordinarie


1  Cfr. Jaca Book, Milano, p. 122.

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della Grazia conferita dallo Spirito Santo? Più che un ecu- menismo, questo è un vero  irenismo. Basti sapere che i Pen- tecostali disprezzano tutto ciò che è dogmatico, come la Chie- sa istituzionale!; il culto della Vergine e dei Santi; la con- fessione; la presenza di Gesù nell’Eucarestia; il Purgato- rio; il Battesimo ai non adulti…
Quando Kevin Ranaghanin, nel suo libro “Catholic Pen- tecostals”, tra i promotori della vera “vita di fede” cita anche Gioacchino da Fiore (i cui “errori” furono condannati nel
1215), mette le basi di un facile irenismo.
Perciò, la Chiesa Cattolica, nel secondo Concilio plenario di Baltimora (USA), proibì ogni adesione a quel movimento, proibendo persino di andare agli incontri di preghiera, anche solo per curiosità!
Certo, non tutti i gruppi carismatici sono uguali, più o me- no fanatici o più o meno moderati, ma nelle forme blande e moderate si riscontrano, anche lì, non poche anomalie che me- scolano la Religione con riti ed atteggiamenti che hanno sem- pre il sapore di magìa, che guastano la preghiera e il raccogli- mento dei veri cristiani della Tradizione che conservano in- tatta la loro religiosità, per cui il problema carismatico deve essere preso sul serio e giudicato seriamente se si vuole tor- nare a rimettere a posto, in modo definitivo, l’ordine nella Chiesa.
La mancanza di principi unitari, che determina una certa relatività nei vari gruppi, rende assai problematica una defini- zione del carismatismo in ogni suo aspetto. Da questo, risulta che la fede viene ridotta a una esperienza soggettiva e non di sostanza, come intende S. Tommaso in un “absensus Deo re- velante”, per cui si misconosce che il carisma appartiene al- l’ordine delle “gratiae gratis datae”, da Dio elargite per coo- perare all’altrui giustificazione. Quindi, non possono proveni- re dallo Spirito Santo, che è “spirito di sapienza, di intel- letto, di consiglio, di fortezza, di scienza, di pietà e di san- to timore”, quelle loro manifestazioni scomposte e parossisti-

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che a cui si ispira la multiforme forma di preghiera e la su- perstiziosa ricerca del miracoloso. L’era dello Spirito Santo, quindi, non sta nel carismatismo, come da Pentecoste, bensì da un vento che potrebbe essere detto di apostasia!























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Riunioni carismatiche.











«La radice di tutti i mali è l’amore del denaro».
(1 Tim. 6, 10)











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APPENDICE







Che cosa pensare del “Movimento carismatico” in atto, oggi, nella Chiesa?
Ecco un estratto da uno scritto di un Magistrato del Tribu- nale di Palermo:
«Nel giorno della Pentecoste del 1972, abbiamo assistito, personalmente, nella Basilica di S. Pietro, alla funzione della Terza Conferenza Internazionale del Rinnovamento carismati- co. In mezzo ai tremila carismatici (non erano di più!) vidi an- che 12 Vescovi, circa 400 sacerdoti e il loro Presidente, il cardinale Suenens.
L’entrata di Paolo VI in S. Pietro, non fu accolta coi soli- ti battimani, ma col canto dell’Alleluja1 .


1  Cantavano, infatti, il canto dell’“alleluja” con esasperante monotonia, battendo ritmicamente le mani, come i negri della foresta equatoriale nelle loro cerimonie notturne!.. Come la si mette con lo Spirito Santo di cui i carismatici sembrano detenere il monopolio?..

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(…) L’apertura, naturalmente, fu fatta dal card. Suenens, loro Presidente. Parlò sui santi Apostoli Pietro e Paolo, del loro martirio, del loro pellegrinaggio, finito a Roma, dei loro due aspetti del Cristo: Pietro, quale rappresentante della Chiesa gerarchica, Paolo, quale araldo carismatico del Vange- lo. Oggi - disse l’oratore - la Chiesa ha maggior bisogno di rinnovamento e di riconciliazione; (più che Chiesa gerarchica, quindi, oggi occorrerebbe una Chiesa carismatica!).
Seguì una funzione penitenziale. Dopo alcune parole, i ca- rismatici si divisero in doppie schiere, per confessarsi recipro- camente (?!) i peccati, per assicurare, così, a tutti la miseri- cordia divina. Dopo tale rito, invasi da un senso di liberazio- ne, fecero tanto di girotondo, ballando, con canti e battimani, sui vasti prati.
Nella mattina del sabato, il domenicano americano Mc- Nutt diresse un seminario sulle “guarigioni”, ottenute trami- te la preghiera. Il domenicano si sforzò di dimostrare che i pi- lastri del Vangelo erano l’insegnare e il guarire (non la reden- zione dal peccato, quindi!), che Gesù non ha mai parlato del- la sofferenza corporale quale via alla santità (e come interpre- tare, allora, il “chi mi vuol seguire, prenda la sua croce”, e i “beati coloro che soffrono”...).
(…) Contemporaneamente a questo seminario, se ne ten- nero altri, altrove, sul rinnovamento della parrocchia, dei Sa- cramenti, della preghiera, della famiglia.
(I carismatici, cioè, sarebbero incaricati a sostituire la
Chiesa gerarchica nel “rinnovamento” della Chiesa?).
Nel dopo-pranzo, alcuni noti teologi di molti Paesi, mani- festarono, in pubblico, il loro mutamento intellettuale, dopo il loro rinnovamento intellettuale, dopo il loro rinnovamento spi- rituale (!!). Il teologo tedesco. Herbert Mu’hien, disse persi- no che “il rinnovamento carismatico è il principio di un’e- ra nuova” (!) della fede cristiana, e che lui non vedeva nel “battesimo nello Spirito Santo” una concorrenza ai Sacra- menti del Battesimo e della Cresima, ma nient’altro che una

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conferma e una attualizzazione (?).
Alle chiacchiere, seguirono le azioni; ma è impossibile enumerare i “battesimi spirituali” eseguiti in quell’occasione, seguiti, poi, da scambi d’abbracci e baci e da allegri balletti.
Che dire, allora, dei “responsabili”? il card. Willebrands, nel pomeriggio, fece una prolusione piuttosto cauta, sia sullo Spirito Santo che sui suoi doni, secondo la Sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa. Purtroppo, non parve chiaro se il suo fosse un circospetto atteggiamento di riconoscimento a questo Movimento carismatico o, invece, un tentativo di richiamarlo nel seno della Madre Chiesa.
L’entusiasmo divampò quando si vide il Vescovo di Gua- temala attraversare il podio, ballando e agitando un tam- burino, seguito - nei medesimi atteggiamenti - da altri undi- ci Vescovi, con accompagnamento di chitarre, di violini, di flauti e da un’arpa. Intanto, si gridava appassionatamente “alabaré” (= voglio lodarti, Signore!) “hit” di questo “festival pentecostale”!
Anche durante la celebrazione eucaristica, tenuta dal card. Suenens, all’altare papale della Basilica S. Pietro, c’era tutto un suono di arpe, di violini, di flauti e di chitarre. Il cardina- le era circondato da 12 Vescovi e centinaia di preti, alcuni dei quali accoccolati per terra, e altri sui gradini dell’altare».
***
Dopo questo scritto-testimonianza, facciamo delle “osser- vazioni” e alcune delucidazioni teologiche.
Il “Movimento carismatico”, ormai, non è più un movi- mento marginale e sospetto, se lo si crede riconosciuto e in- coraggiato.
Questo continuo insistere sulla “Nuova Pentecoste” (an- che Papa Giovanni XXIII parlò di una “nuova Pentecoste” nella Chiesa, dopo il Vaticano II) sembrerebbe teologicamen-

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te un limitare l’azione dello Spirito Santo negli altri preceden- ti strati storici, quali erano già stati previsti da Gioacchino da Fiore, quando sorsero nella Chiesa gli “Ordini Mendicanti”. Comunque, si dovrebbero rilevare i veri pericoli di questo nuovo “Movimento carismatico”, quale il pericolo gnostico e quello esoterico. Ci sarebbero da fare molte ma molte riser- ve per il possibile slittamento verso l’Illuminismo, sia per la mancante spiritualità sicura, sulla scia della Tradizione, che farebbe slittare verso un’autentica sètta.
Certo, si è dimenticato quanto autorevolmente disse S. Tommaso d’Aquino che «lo Spirito Santo non è donato con la profezia (e tanto meno col “dono delle lingue”!), ma con la carità».
S. Paolo non nega che “i doni carismatici” (Cfr. 1.a Cor.
12,14) possano essere attribuiti allo Spirito Santo, sottolinea, però, anche, che tali doni sono dati più per l’uso dei non-cre- denti che per i credenti; anzi, S. Paolo sottolinea il danno e l’abuso che possono esserne causa. Comunque, in nessun pas- so del Nuovo Testamento si trova che la Chiesa debba avere, come caratteristica regolare della sua vita, una tale manifesta- zione ai “segni” (“carismi”), quali si possono trovare all’ini- zio della sua esistenza.
Certo, i burbanzosi scritturisti d’oggi, non si sono accorti che S. Paolo quando scrisse le lettere a Timoteo e a Tito, (dieci anni dopo le lettere ai Corinti) non fa alcun accenno, neppur lontano, ai “doni carismatici”.
Certo, tutti i membri battezzati della Chiesa possono esse- re considerati come carismatici, come scrive S. Paolo: «L’a- more di Dio è stato effuso nei nostri cuori con lo Spirito Santo che ci fu dato» (Rom. 5,5).
Da notare, però, che nel Vangelo di S. Giovanni, benché ricco di insegnamenti sullo Spirito Santo, lo presenta, tuttavia, “non come la sorgente di doni estatici e profetici, ma come

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il principio interiore della vita soprannaturale”. I carismi di tutti i Santi, infatti, sono serviti per il bene spirituale della Chiesa.
Anche il Vaticano II, nella sua Costituzione “De Ecclesia” (N.12), pur riconoscendo che lo Spirito Santo accorda i suoi “doni” a chi vuole e come vuole, tuttavia sottolinea che non si devono né ricercare inconsideratamente né contare su di es- si in maniera presuntuosa, neppure per motivo di apostolato”. Comunque, in ogni caso – sottolinea ancora il Vaticano II – sono solo le persone autorizzate nella Chiesa a doverne giudi- care, anche perché potrebbero essere, facilmente, dei semplici fenomeni naturali.
Già al 6° secolo, Zoroastro parlava di “leggi psico-soma- tiche” che permettevano di restaurare la “integrità” del cor- po. E il filosofo greco Plutarco descriveva anch’egli il “dono delle lingue” e il “dono della profezia” (o “esclamazioni profetiche”), quali avvenivano nei “misteri” delle religioni pagane. Ora, tali fenomeni erano di origine naturale o avveni- vano per intervento demoniaco. Uno psichiatra moderno ha descritto la frenesia del “rock and roll” come una specie di “malattia contagiosa”.
Il Dott. Das, della facoltà medica di N.S.W. (USA), ha constatato, presso Hindù, che certi individui che avevano il “dono delle lingue”, non erano altro che sfoghi del sub-co- sciente; come certe forme di “oracolo” (o esclamazioni profe- tiche) non erano altro che la scoperta esaltante delle proprie idee, espresse a voce alta.
Lo stesso S. Giovanni della Croce, nella sua opera “La salita al Carmelo” (libro 11, c. 27) scrive: “Io sono vera- mente terrificato nel vedere quello che succede oggigiorno tra noi: persone, cioè, che hanno appena incominciato a meditare,

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ma che ti dicono: “Dio mi ha detto questo”, o “io ho avuto una tale risposta da Dio. Tutto questo non è che illusione o fantasia. Queste persone non fanno che parlare a sé stesse”.
Le riunioni dei carismatici non forniscono certo il “sensus fidei”, fondato sul “rationabile obsequium”. Il loro citare te- sti biblici non tiene conto della retta interpretazione data dalla Chiesa, ma denota in loro una specie di gnosticismo da inizia- ti.
Quando un cattolico dice: “Io credo nella Santa Chiesa Cattolica”, quello che professa costituisce un articolo di fede, come ogni altro elemento della Verità rivelata da Dio, a cui deve aderire formalmente. Nella Costituzione “De ecclesia “ del Vaticano II (N. 8) è detto: “Questa è l’unica Chiesa di Cristo che nel Simbolo professiamo: Una, Santa, Cattolica e Apostolica”, e che il Salvatore nostro, dopo la sua resurre- zione, diede da pascere a Pietro, affidandone a Lui e agli al- tri Apostoli la diffusione e la guida” (Cfr. Mtt. 28,18, ecc.) e come costituì, per sempre, colonna e sostegno della verità (Cfr. 1 Tim. 3,15).
È ridicolo pensare che lo Spirito Santo abbia disertato, per quasi due mila anni, di assistere la sua Chiesa e che solo ora, col Vaticano II, la Chiesa abbia “riscoperto” la sua vitalità. Come è ridicolo che lo stesso Spirito Santo abbia ad aderire a delle idee personali, in opposizione, magari, con la dottrina uf- ficiale e principi di vita religiosa della sua Chiesa.
Ma allora, possiamo contare sul “carismatismo” per un ri- trovo della Chiesa? Assolutamente no!
Non va dimenticato che la presenza, in qualche anima, di doni carismatici, non sono affatto segno di virtù e santità, es- sendo “gratiae gratis datae”, e perché può esserci dell’esibi- zionismo, e anche del Satanismo, mentre, invece, un’anima veramente santa, sta sottomessa e obbediente alla Volontà di Dio, coltivando particolarmente la “carità”, interiore a Dio e

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verso il prossimo.
Gesù non ha mandato i suoi Apostoli a predicare il Pen- tecostalismo, ma il Vangelo, ad accettare Cristo come “la Via, la Verità e la Vita”1.
Gli Apostoli, infatti, predicarono solo la fede in Cristo, perché “non vi è altro nome, dato agli uomini, nel quale possano avere la salvezza”2.
Il Movimento carismatico, invece, coi loro canti, lezioni di Bibbia, di preghiere improvvisate, di rendiconti, ha tutto il sa- pore di una nuova manifestazione di “illuminismo”, senza al- cuna base scritturistica. Ora, questo, non è certo ortodossia.
Aspettiamo, presto si dissolverà da solo, perché non è cer- to in questo modo che lo Spirito Santo guida la sua Chiesa!














1  Cfr. Jo. 14, 6.
2  Cfr. Atti, 4, 12.

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Indice




Proemio                                                                                   7
Introduzione                                                                          11
L’origine storica                                                                    15
I presunti carismi                                                                 23
Iniziazione diabolica                                                             33
L’ecumenismo massonico                                                     41
Tendenze protestanti del Movimento carismatico            47
Conclusione                                                                           55
Appendice                                                                              61


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Finito di stampare il 15 aprile 2009 presso Print & Com. (BS)
– Italia –






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