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mercoledì 27 febbraio 2013

LA BIBBIA È TUTTA OPERA DIVINA!

LA BIBBIA NON È TUTTA OPERA DIVINA?
di Nicola Martella
1. LE QUESTIONI: La Bibbia è chiaramente la Parola del Signore, la rivelazione progressiva del Dio vivente, espressa in parole umane mediante i suoi testimoni. Ad esempio, l’intero Antico Testamento era ritenuto da Gesù e dagli apostoli come autorevole in tutta le sue parti, tanto che lo citarono come «sta scritto» ed espressioni simili. L’apostolo Pietro affermò: «Abbiamo pure la parola profetica, più ferma, alla quale fate bene di prestare attenzione, come una lampada splendente in luogo oscuro, finché spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori; sapendo prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura procede da vedute particolari; poiché non è dalla volontà dell’uomo che venne mai alcuna profezia, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo» (2 Pt 1,19ss).
Eppure, non tutti i cristiani odierni sono convinti dell’autorità della Bibbia in tutte le sue parti. Spesso, influenzati dal metodo storico-critico, svuotano parti della sacra Scrittura mediante una critica interna. Questo liberalismo teologico permette loro di attingere dalla Bibbia ciò che il proprio arbitrio suggerisce; essi discriminano fra una parte o l’altra e, non di rado, mettono una parte contro l’altra. Spesso tali cristiani nutrono un pregiudizio programmatico verso la sacra Scrittura. Invece di adeguare se stessi alla parola di Dio, se ne fanno arbitri e giudici.
Intervenendo su un altro argomento, un lettore concludeva così: «Leggendo i “dieci Comandamenti” e i Vangeli, si trova tutto spiegato chiaramente, soprattutto se si leggono attentamente. E stiamo bene attenti, perché la Sacra Bibbia non è tutta opera divina; quando leggiamo (per esempio) “occhio per occhio...”, non è nostro Signore a dirlo!!! Letta la Torah, tutto il resto deve essere accolto col dovuto beneficio d’inventario: disposizioni attribuite al Signore, ma contrarie alla Torah, vanno tenute a distanza e studiate con molta attenzione. Il Signore ci benedica e ci aiuti a comprendere appieno la Sua Volontà». {Pier Vittorio De Zorzi; 8 giugno 2009}
2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: Pier Vittorio De Zorzi è un cattolico militante. [Deità di Gesù e autorità del NT? Parliamone 1 (10° contributo)]
Quanto da lui espresso sopra, era chiaramente fuori tema rispetto all’argomento del dibattito allora attuale. [Occultismo fra relativismo e Bibbia? Parliamone] Per questo l’avevo stralciato. Inoltre tali affermazioni contengono questioni abbastanza poco riflettute ed espresse in modo superficiale. Egli parte da un’errata concezione della norma dell’«occhio per occhio», per poi finire per screditare la Scrittura mediante una critica interna, usando un metodo abbastanza arbitrario e soggettivo. Si noti al riguardo quanto segue.
■ Tale norma dell’«occhio per occhio» si trova proprio nella Torà e cioè per ben tre volte e in tre distinti libri! (Es 21,24; Lv 24,20; Dt 19,21).
■ Tale norma non intendeva alimentare l’arbitrio, come falsamente si pensa, ma al contrario mirava a limitare l’accanimento dei potenti verso i più deboli e mettere anche fine alla rappresaglia spropositata e alla faida. La sanzione non era inflitta dalla parte offesa, ma dai giudici.
■ In Matteo 5,38ss Gesù si presentò come il nuovo legislatore del regno e integrò la norma della Torà mediante precetti per i suoi discepoli. Gesù non mise fuori uso tale norma giuridica che, come detto, riguardava la funzione giudiziale e non l’arbitrio del singolo. Il passaggio dalla teocrazia («Stato confessionale» d’Israele, in cui c’erano giusti e iniqui) al regno di Dio in tutte le nazioni (i credenti sarebbero stati sottomessi a legislazioni diverse da Paese a Paese) rese necessaria una tale norma del Messia per i suoi discepoli (questi soltanto!). [► «Occhio per occhio» o «porgi l’altra guancia»?]
Inoltre è molto grave affermare che «la Sacra Bibbia non è tutta opera divina». Questo rivela che l’amico cattolico non solo non aderisce al principio della «sola Scrittura» della Riforma, ma neppure alla testimonianza stessa della Bibbia. Si veda ad esempio:
■ «La somma della tua parola è verità; e ogni sentenza della tua giustizia dura in perpetuo» (Sal 119,160). Il Salmista riteneva (e lo cantava!) che la Parola di Dio, rivelata fino a quel momento e contenuta nei sacri libri, era interamente verità!
■ «Ogni Scrittura ispirata da Dio, è utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia» (2 Tm 3,16). L’apostolo Paolo non aveva dubbi riguardo ai sacri Libri ispirati da Dio e istruiva in proposito i suoi collaboratori.
Un principio ermeneutico valido è il seguente: «La Bibbia si spiega con la Bibbia». Tale strano bisogno di trattare con «beneficio d’inventario» le «disposizioni attribuite al Signore, ma contrarie alla Torah» (dove mai stanno nella Bibbia?) e, come tali, da tenere perciò a «distanza», mostra una comprensione, a dir poco, singolare della sacra Scrittura. Chiaramente bisogna fare un’esegesi contestuale rigorosa e precisa, risalendo sempre al pensiero dell’autore e di chi parla in tale testo (e non di chi legge oggigiorno), e bisogna tenere presente il fatto che la rivelazione è progressiva e che per i cristiani è ingiuntivo ciò che si trova nel nuovo patto. Ma guai a fare critica interna alla sacra Scrittura, screditando parti di essa, andando oltre a ciò che è scritto (1 Cor 4,6), o aggiungendo o togliendo alla Parola (Dt 4,2; 12,32; Ap 22,18s). Una tale persona avrà proprio la Sacra Scrittura a giudicarlo nel giorno del giudizio (Gv 12,48; cfr. Mt 12,36s).
È proprio difficile credere che si possa «comprendere appieno la Sua Volontà» senza l’accettazione piena della Bibbia quale Parola di Dio!
► URL di origine: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Bibbia_opera_divina_Avv.htm
10-06-2009; Aggiornamento: 30-06-2010

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