“Demondizzazione” si chiama la nuova evangelizzazione

L’ultimo Sinodo dei vescovi si è svolto a Roma, ovviamente, lo scorso ottobre. Il tema su cui i padri sinodali hanno dibattuto, sotto la guida del Papa, è stato la nuova evangelizzazione. Fra qualche mese uscirà l’esortazione apostolica post-sinodale del Papa, in cui saranno esposte le decisioni che il successore di Pietro e i successori degli apostoli hanno preso. Durante i giorni in cui si è svolta la discussione sinodale, i giornali hanno riportato soprattutto gli interventi dei vescovi più famosi all’opinione pubblica. Io, invece, ho trovato molti interessanti quattro interventi di quattro vescovi non molto conosciuti in Italia. Vorrei riportare una breve citazione di ciascuno di questi interventi, perché penso che siano stati quelli che hanno veramente capito le “malattie” di questa società post-cristiana.
«[...] Sostengo che il primo successo della nuova evangelizzazione sarà il ritorno della dignità alla famiglia, incorporando in essa quei valori che la rendono un vero nido di amore, di solidarietà e di unità. In questo si manifesterà il più forte senso dell’evangelizzazione. Come parroco ho sperimentato che il mio lavoro pastorale è soltanto soprelevazione su quello che la famiglia ha già costruito. Lì avevo dei successi sia con i giovani che con i bambini. Questo valeva anche per il risveglio delle nuove vocazioni, perché la famiglia era la prima scuola della fede e sinceramente portava verso l’incontro personale con il Cristo. La famiglia era anche il primo seminario, direi che questa è la mia esperienza personale che porto dalla mia vita. La nuova evangelizzazione avrà successo se riuscirà a restituire il valore della sacralità del matrimonio, che è il nido familiare dell’amore, così che diventerà una piccola Chiesa. Allora, la comunità parrocchiale sarà un forte motore dell’evangelizzazione, perché avrà forti guidatori verso Cristo. [...]» (S. Em. R. Card. Vinko Puljic, Arcivescovo di Vrhbosna, Bosnia-Erzegovina).
Molti non lo sanno, ma quando i giacobini, a seguito dalla rivoluzione francese, presero il potere in Francia, la prima legge che emanarono fu l’istituzione del “matrimonio civile”. La secolarizzazione comincia sempre col colpire la famiglia. “Togliere” Dio dal matrimonio e dalla famiglia significa “toglierlo”, prima o poi, dall’intera società.
«[...] Gli errori teologici e filosofici che circolano nei centri accademici, nei seminari e nei noviziati e che si diffondono attraverso la predicazione e la catechesi, suscitando confusione tra il popolo di Dio, vanno annoverati tra le cause della situazione attuale della fede. La nuova evangelizzazione richiede il superamento di questi difetti che indeboliscono la certezza della fede; per questo motivo, bisogna fare sì che la formazione degli agenti di pastorale corrisponda al magistero della Chiesa. Davanti all’emergenza della questione antropologica, è importante sottolineare la mediazione della filosofia, di una considerazione metafisica della persona che raccolga e superi i validi contributi scientifici. Da quel punto in poi, attraverso la partecipazione, si apre l’accesso al fondamento assoluto, a Dio. Nel pensiero cristiano si armonizzano il teocentrismo e la centralità dell’uomo, come alternativa all’antropocentrismo radicale avanzato da alcune correnti contemporanee. È necessario sviluppare una nuova apologetica, un discorso a favore della fede cristiana, tanto a livello accademico quanto catechetico-popolare, che sia un itinerario proposto all’intelligenza e al cuore degli uomini e delle donne di oggi. [...]» (S. E. R. Mons. Héctor Rubén Aguer, Arcivescovo di La Plata, Argentina).
Non conosco la situazione dei seminari argentini, ma in quelli diocesani italiani viene insegnato ai futuri sacerdoti, per esempio, che la “svolta antropologica” è il cuore della teologia, che gli ortodossi hanno capito il mistero della Santissima Trinità – gli ortodossi rifiutano il “Filioque” – meglio dell’Occidente, perché non hanno subito l’”inquinamento” dall’ellenismo nella metafisica, che il papa, nel primo millennio, era solamente il “patriarca d’Occidente”, etc… Dai seminari viene fuori di tutto: assistenti sociali, psicologi, politicanti, etc… tranne che ministri di Cristo.
«[...] Sebbene il comunismo sia crollato, sono rimasti tuttora i suoi frammenti, tuttora operanti dappertutto, nascosti nelle mentalità e nei modelli di vita. Sono presenti anche nella mentalità dei cattolici, tentati di ritirarsi sia dalla vita politica, che dalla società civile. I resti ideologici di stampo materialista ed ateo negli ultimi anni si sono avvicinati alle posizioni, ai valori e alle esigenze del neocapitalismo liberale. Con la scusa della tutela e della promozione dei diritti umani, della libertà e della democrazia, essi divulgano tramite la vita politica, i mass media e le associazioni della società civile uno stile di vita del tutto libertino. Poiché si presentano come portavoce e protettori della democrazia, dell’approccio scientifico e culturale, le loro prese di posizione diventano indiscutibili. Dietro a una demagogia della tolleranza, spesso ci scontriamo in realtà con una cultura dell’ironia e dell’irriverenza nei confronti della fede e dei valori cristiani. Tante volte non soltanto i cattolici in Croazia, ma anche altrove si sentono oggi come Alexamenos all’alba del cristianesimo nell’ambito della scuola degli schiavi imperiali al Palatino destinati a servire l’imperatore. Si sente il bisogno di cercare un approccio adatto che prima dell’annuncio Evangelico, si sforzi di comprendere, di accettare e di entrare in dialogo a livello culturale ed antropologico. [...]» (S. E. R. Mons. Đuro Hranić, Vescovo titolare di Gaudiaba, Ausiliare e Vicario Generale di Ðakovo-Osijek, Croazia).
Mons. Hranić, pronunciò queste parole nell’ottobre del 2012; circa tre mesi, dopo, nel gennaio del 2013, il governo croato, presieduto dal post-comunista Milanović, ha imposto che, dalla terza elementare, un programma di educazione sessuale ispirato all’ideologia di genere venga insegnato ai bambini ogni tipo di degenerazione sessuale. I genitori vengono espropriati dell’educazione e divieto di obiezione di coscienza per gli insegnanti. Duri attacchi del governo e minacce alla Chiesa, che sta guidando la rivolta civile. Uno scenario che si ripete ovunque le sinistre vanno al potere.
«[...] È imprescindibile conoscere il “Sitz im Leben” della Nuova Evangelizzazione, se la si vuole impostare e realizzare in modo corretto. Il secolarismo è forse il suo segno più caratteristico. La storia della secolarizzazione, iniziata nel XVII secolo, culmina nel secolo XX con il postulato della “morte di Dio” e con l’esaltazione del “superuomo”. I due totalitarismi più spaventosi dell’epoca – comunismo e nazionalsocialismo – così come le due grandi guerre mondiali sono inspiegabili senza queste due tesi che entrano in crisi dopo il 1945. Il Concilio Vaticano II, convocato in quel crocevia storico per un aggiornamento della dottrina e della pastorale della Chiesa, le aprì la strada per superare sé stessa “ad intra” e “ad extra”. Tuttavia la “rivoluzione del ‘68″ lo ha rilanciato e radicalizzato fino all’estremo della negazione della dignità di ogni essere umano: un cucciolo sano di scimpanzé vale più di un bambino disabile, sosteneva un famoso antropologo anglosassone. La Chiesa – vescovi, sacerdoti, religiosi e laici – è stata all’altezza di questa sfida? Non si sono lasciati influenzare a volte dall’ideologia secolarista? Non ci è costato a volte mostrare ciò che siamo e chi siamo dentro e fuori nella “pubblica piazza della storia” (Benedetto XVI). Il Santo Padre ci ha chiamati alla “demondizzazione”. Urge rispondere con l’esame di coscienza dei nostri peccati e con la conversione del cuore! Senza tale premessa, profondamente spirituale, l’impegno di evangelizzare nuovamente sarebbe inutile. [...]» (S. Em. R. Card. Antonio María Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid, Spagna, e Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola).
Esatto: il Vicario di Cristo chiama i discepoli di Cristo alla “demondizzazione”. Non ci sarà mai una nuova evangelizzazione se non si comprende che la Chiesa è Madre e Maestra del mondo e non “compagna”. La Sposa di Cristo deve ammaestrare e correggere, più che dialogare
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