“GUAI A VOI, SCRIBI,
FARISEI [MODERNISTI], IPOCRITI!”
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DON CURZIO NITOGLIA
23 febbraio 2009
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Introduzione
Propongo un passaggio della Santa Scrittura, per mostrare ai fedeli come
la nuova dottrina sui rapporti tra cristianesimo e giudaismo sia contraria alla
Fede del Vangelo (non alla dottrina della “razza pura”), all’interpretazione
comune datane dai Padri e, quindi, alla Fede cattolica. Questo è un esempio
lampante di neomodernismo esegetico che ha stravolto il significato (o lo
“spirito” del Vangelo) per restare solo alla “lettera”, proprio come l’esegesi
farisaica deformava il significato dell’Antico Testamento. Ora “lo spirito
vivifica, mentre la lettera uccide”, insegna san Paolo. Il lettore potrà
giudicare da sé, poiché l’opposizione di contraddizione tra l’interpretazione
tradizionale (e infallibile) dei Padri ecclesiastici e quella degli esegeti
“conciliari” è evidente, la si mostra e non la si dimostra.
Il Vangelo (“Verbum Domini manet
in aeternum”)
Nel
Vangelo secondo Matteo al capitolo 23, Gesù scaglia sette “Guai a voi” contro
scribi e farisei (vv. 1-39).
Sarà
utile studiarli e capirne il significato, per vedere quale è il vero spirito e
la Fede cristiana (i quali nulla hanno a che spartire con l’odio razziale) nei
confronti del Giudaismo farisaico e post-biblico.
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi
ed i farisei. Fate tutto ciò che vi dicono, ma non fate ciò che fanno, poiché
dicono ma non fanno. Legano carichi insopportabili e pesanti e li impongono
sulle spalle degli uomini, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
fanno tutte le loro opere per essere ammirati dagli uomini (...).
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché chiudete in faccia
agli uomini la porta del Regno dei cieli. Voi, infatti, non vi entrate e non
permettete che vi entrino coloro che vorrebbero entrarvi.
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché girate per mare e
per terra per fare anche un solo proselito e, fatto che sia, ne fate un figlio
della geenna, due volte più di voi.
«Guai a voi, guide cieche, che dite: “se uno giura per il Tempio,
non vale; ma se uno giura per l’oro del Tempio resta obbligato”. Stolti e
ciechi! Cosa vale di più: l’oro, o il Tempio che rende sacro l’oro? ... Chi
giura per il Tempio giura per Esso e per Colui che lo
abita...
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate le decime
della menta... e poi tralasciate le cose più gravi della Legge: la giustizia, la
misericordia, la fedeltà. Bisognava fare queste ultime cose e non omettere le
prime. Guide cieche, che col filtro togliete via il moscerino e poi ingoiate il
cammello!
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che purificate l’esterno
del bicchiere e del piatto, mentre l’interno è pieno di rapina e d’intemperanza.
Fariseo cieco, purifica prima l’interno del bicchiere, affinché anche l’esterno
diventi puro.
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a
sepolcri imbiancati, i quali dall’esterno appaiono belli, ma dentro son pieni di
ossa di morti e di ogni immondezza. Allo stesso modo anche voi all’esterno
sembrate giusti agli uomini, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che edificate i sepolcri
ai Profeti e dite:“Se fossimo vissuti ai tempi dei nostri padri, non saremmo
stati i loro complici nel versare il sangue dei Profeti”. In tal modo
testimoniate contro voi stessi che siete figli di coloro che uccisero i Profeti
e allo stesso tempo colmate la misura dei vostri padri.
«Serpenti, razza di vipere, come potete sfuggire alla
condanna della geenna? Per questo, ecco, io vi mando i Profeti e voi ne
ucciderete e crocifiggerete alcuni, ne flagellerete altri nelle vostre sinagoghe
e li perseguiterete di città in città. Sicché ricadrà su di voi tutto il sangue
innocente versato sulla terra, a cominciare dal sangue del giusto Abele fino al
sangue di Zaccaria, che voi uccideste tra il santuario e l’altare. Gerusalemme,
Gerusalemme, che uccidi i Profeti e lapidi coloro che ti sono stati inviati,
quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figlioli, allo stesso modo con cui una
gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ai, ma voi non avete voluto! Ecco, la
vostra casa vi sarà lasciata deserta. Vi dico, infatti, che non mi vedrete più
finché non direte: “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”» .
La Tradizione (“Nihil immutetur
quod traditum est”)
Il
commento fatto dai Padri, dai Dottori e dagli esegeti approvati, ci fa capire il
significato di queste righe, e soprattutto lo spirito anti vetero-testamentario
e innovatore dei farisei, simile a quello dei modernisti e
neo-modernisti, i quali parlano di “Antica Alleanza mai revocata”,
“ebrei [post-biblici] Fratelli maggiori e prediletti nella Fede”.
Io mi limiterò a riportare i commenti che evidenziano tale “eresia
gnostico-farisaica” e neo-modernista, e lascio al lettore il compito di
approfondire il significato spirituale delle sette maledizioni lanciate da Gesù
contro il fariseismo e implicitamente contro il modernismo. San Paolo ci ha
ammonito:“Se anche io dovessi insegnarvi un Vangelo diverso, sia anatema”. Il
significato del Vangelo è quello che ci hanno trasmesso i Padri della Chiesa e
non quelli “conciliari” e “post-conciliari”.
Errore del
fariseismo
Gli
autori ci spiegano che Gesù indirizza alle folle e ai suoi discepoli, una
tremenda invettiva contro la falsa dottrina e il malcostume dei farisei:
“al buono annuncia benedizioni - scrive Origene - e al cattivo guai o minacce,
affinché invochi misericordia” ([i]). Essi avevano cominciato a corrompere il
significato dell’A.T. in senso millenarista materiale e gnostico già a partire
da 175 anni circa prima dell’avvento di Gesù.
Gli
scribi avevano il compito di studiare, insegnare e interpretare la
legge;
i
farisei erano la setta politico-religiosa più importante a partire dal
175 a.C. , che ha informato del suo spirito talmudico e gnostico il Giudaismo
post-biblico e anti mosaico-cristiano, ossia il Giudaismo moderno che rigetta
JHWH, la Legge, i Profeti e Cristo, per il culto del popolo di Israele vero
Signore e padrone del mondo, che oggi è presentato de facto da Benedetto
XVI come “redentore immanente” grazie alla shoah, cfr. il “caso Williamson”.
«Gesù
condanna spesso le loro [degli scribi e farisei, nda] interpretazioni
personali errate e soprattutto i loro costumi, che erano quasi sempre in
contraddizione con ciò che andavano predicando» ([ii]).
Nostro
Signore distingue l’insegnamento dei farisei, conforme alla Legge
mosaica, e dice di osservare le cose insegnate da essi, se seguono Mosè;
però ove se ne distacchino non vanno seguiti; soprattutto non bisogna
imitare la loro vita pratica, che è sempre in contrasto con
l’insegnamento delle Scritture.
Il farisaismo si staccherà sempre più dal mosaismo a partire dal Venerdì Santo (33 d.C.) e dalla caduta di Gerusalemme (70 d.C.), sino a diventare una contro-chiesa gnostica anti vetero-testamentaria, la “Sinagoga di Sàtana” di cui parla l’Apocalisse di S. Giovanni (II, 9); perciò Gesù nel 30 d.C. li considera in parte, in teoria, come seguaci, , di Mosè; ma giammai in pratica, data la loro ipocrisia. Per cui consiglia alle folle di seguirli quando parlano come “assisi sulla cattedra di Mosè” secondo lo spirito dell’Antico Testamento e non quando parlano come dottori privati, innovatori millenaristi-gnostici, che rinnegano Abramo, Mosè e quindi Gesù Cristo stesso. Infatti essi «caricano la coscienza degli ebrei... anche di innumerevoli precetti fondati su tradizioni [càbale, nda] puramente umane [spurie, nda]» ([iii]).
Nel
Vangelo di Luca (XI, 52) Gesù lancia un’altra accusa ai farisei:
«Guai a voi, dottori della Legge, perché vi siete impossessati
della Chiave della scienza: non siete entrati voi e impediste coloro che
vogliono entrare!».
S.
Ambrogio commenta: «Usurpando il
compito di far conoscere Dio, in realtà sono di ostacolo agli altri ed essi
stessi non riconoscono ciò che professano» ([iv]).
La
“chiave della scienza” è “la Legge - commenta S. Cirillo da Gerusalemme - : la Legge è figura di
Cristo, i farisei avrebbero dovuto, grazie alla Legge e ai Profeti, aprire ai
fedeli le porte della conoscenza di Cristo” ([v]).
La
scienza sacra o la Legge mosaica era totalmente ordinata alla fede nel Cristo. I
farisei si sono appropriati della Legge e ne hanno cambiato il significato (da
spirituale in materiale e temporale, da universale in nazionale, da divino in
razzista, da cristiano in giudaico-farisaico) e l’hanno stravolta dal suo fine,
Cristo, per dirigerla verso la gnosi talmudico-cabalistica; “Non sono entrati ed
impediscono ai fedeli di entrare”. Dove non sono entrati, pur possedendo la
chiave della Legge? Certamente non nella conoscenza del mosaismo, che
possedevano per averlo stravolto; ma nella Verità stessa sussistente, ossia in
Cristo, nella Nuova ed Eterna Alleanza, nel Regno dei Cieli; essi da falsari del
significato o spirito della Scrittura non vi possono entrare, son condannati
alla geenna, e cercano di impedire anche al popolo dei semplici fedeli di
entrarvi, proponendo loro le favole cabalistico-talmudiche al posto dell’Antico
e Nuovo Testamento. Il popolo è meno responsabile e colpevole dei capi, ma
siccome Cristo ha fatto segni, miracoli ed ha insegnato la vera interpretazione
della Legge mosaica, poteva discernere il vero insegnamento del Vangelo
cristiano da quello falso dei farisei; tuttavia vi era l’ostacolo che può
diminuire la colpa dei semplici, ossia il fatto che i loro Capi religiosi
insegnassero che Gesù era l’eretico contro la Legge e i Profeti (mentre era
tutto il contrario); il semplice fedele - oggettivamente - se ha seguito i
farisei ha errato in sé, ma soggettivamente o nel suo cuore, solo Dio sa se vi
sia stata ignoranza invincibile che scusa da ogni colpa, oppure parzialmente
vincibile che rende la colpa veniale, o addirittura totalmente vincibile che
renderebbe la colpa mortale. Comunemente si insegna che il peccato dei capi fu
oggettivamente e soggettivamente grave (la loro “ignoranza” era affettata o
voluta, il che aggrava la colpa); mentre quello del popolo fu oggettivamente o
in sé grave, ma soggettivamente, o nella coscienza di ogni fedele, veniale, a
causa della circostanza scusante dell’autorità degli scribi e farisei assisi -
apparentemente e non realmente - sulla cattedra di Mosè ([vi]).
Gnosi farisaica
I
farisei si compiacciono di essere chiamati “maestri”, i modernisti
“gran-maestri”, mentre Gesù ricorda che uno solo è il Maestro per essenza, Dio,
mentre gli altri sono maestri per partecipazione; inoltre vi sono maestri veri,
che insegnano la verità e maestri falsi, che insegnano l’errore, come gli
gnostici che pretendono di avere le loro tradizioni o càbale e di insegnarle ai
loro adepti o discepoli, proprio come i farisei.
«Ma il
vizio che Gesù fùstiga forse più duramente in essi, con sette apostrofi, è
l’ipocrisia, tanto che il termine “fariseo” è diventato in tutte le lingue
sinonimo di ipocrita» ([vii]).
I
farisei sostenevano - contrariamente a Mosè - che «giurare per il
Tempio... non obbligava, mentre obbligava giurare per l’oro del Tempio...
infondendo nel popolo un sacro rispetto per le ricchezze... Gesù controbatte
energicamente la loro dottrina» ([viii]). Il culto dell’oro, del “vitello d’oro”,
contro cui si era battuto 1300 anni avanti Cristo Mosè, ritornava, ai tempi di
Gesù, insegnato e non solo praticato dai farisei. Perciò non è esatto
asserire che Gesù invita sic et simpliciter a credere all’insegnamento
dei farisei ma a non vivere come loro; Egli invece distingue il fariseismo
quando parla “dalla cattedra di Mosè” (Magistero autentico dell’A.T., ossia
mosaico), cioè quando insegna ciò che Dio rivelò a Mosè e che ci è
pervenuto tramite i Profeti dell’A.T., gli Apostoli del N.T. (Magistero
autentico del N.T., vale a dire petrino), e l’insegnamento modernizzante ed
innovativo o anti-mosaico dei farisei, che insegnavano la “Càbala spuria”,
la gnosi e il talmudismo incipiente. Così è lecito seguire i Pontefici
“conciliari” quando insegnano ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e non
ascoltarli quando innovano modernisticamente.
Essi
chiudono la porta del Regno dei Cieli, non vi entrano e non vi fanno entrare
neppure gli altri. S. Giovanni
Crisostomo commenta: «Non solo si sottraggono ai loro compiti, ma
corrompono anche gli altri. Uomini di questo genere sono una peste, perché in
realtà hanno come unico scopo la perdizione degli uomini, vedi S. Paolo 1ª Tess.
II, 15» ([ix]).
Mentalità sanguinaria farisaica: “odium iramque Judaeorum”
Per
quanto riguarda i Profeti uccisi, «la storia del popolo ebreo insegna che esso
fu assai spesso ribelle ai Profeti inviatigli da Dio.... gli ebrei contemporanei
di Gesù, ornavano, restauravano, erigevano di nuovo e veneravano i loro
sepolcri, vantandosi di essere immuni dalle colpe di cui si erano macchiati i
loro antenati nei confronti dei Profeti. Gesù non rimprovera il loro rispetto
verso gli antichi Profeti, ma sottolinea che il loro atteggiamento verso di
Lui, il Messia, è identico a quello tenuto dai loro padri verso i Profeti,
perché, nonostante i suoi miracoli e la sua dottrina, tramano contro di Lui
e altrettanto faranno in seguito con gli Apostoli. Non importa che a
parole condannino la condotta dei loro progenitori, ciò che conta è solo il
fatto che nel loro intimo essi mantengono una disposizione d’animo uguale ed
anche peggiore di quella dei loro avi... ciò che i loro antenati non giunsero a
fare, mettere a morte il Messia, il Figlio di Dio, essi lo faranno, colmando
così la misura della collera divina, che ricadrà su loro e su tutto il popolo
d’Israele» ([x]). I neo-modernisti, con la teoria della
“ermeneutica della continuità”, sono peggiori dei farisei, poiché mentre i
secondi innalzano monumenti ai Profeti uccisi dai loro padri e non da loro
stessi, i primi costruiscono - nel post-concilio - monumenti alla Tradizione che
loro stessi hanno cercato di uccidere durante il concilio Vaticano II.
S.
Ambrogio commenta: «I giudei,
edificando tombe ai Profeti, condannavano gli atti dei loro padri, ma, imitando
nel contempo i crimini dei loro progenitori, ritorcevano su di sé la condanna.
Infatti, edificando tombe per i Profeti, condannavano il delitto di coloro che
li avevano messi a morte; ma imitandone le scellerate azioni, si dichiaravano
essi stessi eredi delle iniquità paterne... E non potranno essere assolti dalla
loro iniquità ereditaria quelli che, crocifiggendo il Figlio di Dio, colmarono i
crimini dei loro padri» ([xi]).
Gesù li
chiama “serpenti, razza di vipere” e S. Giovanni Crisostomo commenta: «Egli
intende dire: Voi siete figli malvagi di padri malvagi, peggiori anche dei
vostri antenati» ([xii]), mentre S. Girolamo osserva: “Siccome da
vipera nasce vipera, così da genitori malvagi e sanguinari nascono
figli malvagi e sanguinari” ([xiii]). S. Tommaso D’Aquino commenta: “Serpenti,
razza di vipere, il serpente è un animale velenoso ed uccide col suo veleno:
così i farisei son chiamati serpenti, poiché hanno ucciso i Profeti. Per quanto
riguarda la vipera si dice che partorendo muore, poiché il feto corrode le
viscere della madre: così i farisei, essendo malvagi, vituperavano i loro padri”
([xiv]).
Ancora
il Crisostomo spiega: «Il loro
istinto omicida e la loro sete di sangue li hanno spinti a
compiere tante violenze... sono uomini sanguinari»
([xv]).
Inoltre
Gesù «mette in luce lo spirito criminale che animava i farisei,
profetizzando il trattamento iniquo che essi in seguito riserveranno ai
predicatori del Vangelo» ([xvi]).
“Synagogae Judaeorum fontes persecutionum”
(Tertulliano)
Gli atti degli Apostoli e i più antichi scrittori
cristiani, sono concordi nell’affermare che «le prime persecuzioni contro i
cristiani furono progettate nelle sinagoghe degli ebrei»
([xvii]).
Gesù
considera - spiega s. Gregorio da
Nissa - responsabile il popolo d’Israele di tutti i crimini commessi
dall’assassinio di Abele (Gen. IV, 8-10) sino a quello di Zaccaria l’antico,
figlio di Giòjada; altri lo interpretano come il padre di S. Giovanni Battista
“ucciso perché difensore della purezza della Madonna” ([xviii]).
«È
chiaro che Gesù considera il popolo ebraico come un’unità morale dall’inizio
della sua esistenza sino al presente. Le uccisioni dei Profeti sono
presentate, di conseguenza, come crimini nazionali. L’uccisione di Gesù fece
traboccare la misura della sopportazione divina. Il castigo provocato dal
deicidio colpì, per la ragione suddetta, tutta la nazione... Gerusalemme fu
distrutta, e con essa anche il Tempio, e gli ebrei furono cancellati dal novero
delle nazioni» ([xix]), onde vi è una responsabilità collettiva del giudaismo post-biblico nel
deicidio, conclude s.
Giovanni Crisostomo.
Questa
pagina del Vangelo ci fa capire come lo spirito che animava i farisei che
uccisero Gesù sia lo stesso che anima i neo-modernisti che cercano di
distruggere la Chiesa. Ma come Gesù, vero Dio e vero uomo, risorse glorioso e
trionfante, così la Chiesa Corpo Mistico di Cristo, che ha un elemento umano e
uno divino, può essere insozzata quanto alla componente umana, resta però “senza
ruga né macchia” quanto a quello divino e “le porte dell’inferno non prevarranno
contro Essa”.
d.
Curzio Nitoglia
NOTE :
[i]) Origene, in Catena aurea in quatuor
Evangelia, Sancti Thomae Aquinatis, Marietti, Torino, I vol., 1953,
In
Matthaeum, XXIII, 1-39.
[ii]) p. Severiano del Pàramo S.J.,
Commento al Vangelo secondo Matteo, Città Nuova , Roma, 1970, pag.
335.
[iii]) Ibidem,
pag. 336.
[iv]) S. Ambrogio, Commento al Vangelo di
san Luca (XI, 37-54), vol. II, Città Nuova, Roma, 1968, pag.
63.
[v]) S. Cirillo di Gerusalemme, in Catena
aurea S. Thomae Aquinatis, cit., II vol., in Lucam
XI, 33-54.
[vi]) S. T.
III, q. 47, a. 5/III, q. 47, a. 6, ad 6um.
[vii]) p. Severiano del Pàramo S.J., op. cit.,
pag. 338.
[viii])
Ibidem, pag. 340.
[ix]) S. Giovanni Crisostomo, Commento al
Vangelo di san Matteo (XXIII, 13-28), vol. III, Città Nuova, Roma, 1969,
pag. 185.
«I
giudei hanno ucciso il Signore Gesù, non piacciono a Dio. Vogliono impedirci di
predicare il Vangelo di modo che i pagani non si salvino” (1 Tess., II,
14)
[x]) P. Severiano del paramo, cit., pagg.
342-343.
[xi]) S. Ambrogio, Commento al Vangelo di
san Luca (XI, 37-54), vol. II, Città Nuova, Roma, 1968, pag. 62.
[xii]) S. Giovanni Crisostomo, op. cit., pag.
197.
[xiii]) S. Girolamo, in Catena aurea S. Th.
Aquin., cit., vol. I, in Matthaeum, XXIII,
1-39.
●
Quanto all’accusa di essere “sanguinari” vedi A. Toaff, Pasque di sangue. Ebrei
d’Europa e omicidi rituali, Bologna, Il Mulino, 2007 e il commento ad esso
in “sì sì no no”, 1 marzo 2007.
[xiv]) S. Tommaso D’Aquino, Super Evangelium
Sancti Matthaei lectura, XXIII, 32-35, n° 1889, Marietti, Torino, 1951.
[xv]) S. Giovanni Crisostomo, op. cit., pag.
199.
[xvi]) P. Severiano del Paramo, cit., pagg.
342-343.
[xvii]) P. Severiano del Paramo, ibidem, pag.
344.
●
Cfr. in questo stesso “sito” Chi ha spinto Nerone a perseguitare i
Cristiani? di mons. Umberto benigni
e i miei “Tiberio, Pilato e Caifa”; “Divo
Barsotti: Giudaismo e Cristianesimo negli Atti degli Apostoli”.
[xviii]) S. Gregorio da Nissa, in Catena aurea
S. Th. Aquin., cit., vol. II, in Lucam, XI,
1-54.
[xix]) S. Giovanni Crisostomo, op. cit., pag.
199.
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lunedì 11 marzo 2013
DON CURZIO - “GUAI A VOI, SCRIBI, FARISEI ( MODERNISTI ) IPOCRITI
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