❒ Le persone religiose sono, in fondo, tutte concordiste, perché tutte desiderano trovare una concordia fra ciò che credono e i fatti accertati (la scienza, ma non solo). I problemi nascono dove permane una distanza fra le due parti e, in questi casi, ci sono diversi modi di reagire:
■ 1) C’è chi tiene ferme le proprie convinzioni religiose e cerca di adattarci i fatti, decidendo di contestare i fatti stessi o la loro interpretazione ( creazionismo).
■ 2) C’è chi ha una fiducia assoluta nella scienza del momento e perciò cerca di interpretare la Bibbia in modo elastico, adattandola alla scienza prevalente (e proprio a questi è stato dato il nome di concordisti).
■ 3) C’è infine chi si pone nel mezzo, cercando di dare un po’ di ragioni e un po’ di torti a entrambi. Quest’ultima posizione sembra la più ragionevole ed equilibrata, ma Cristo era ragionevole ed equilibrato? Richiedeva e richiede una fede moderata? Certo la Bibbia non disprezza la ragione e la concretezza, ma indica chiaramente una priorità: « Il timore del Signore è il principio della scienza» (Ec 1,7). E ancora: « Se credi, vedrai la gloria di Dio» (Gv 11,40). Gesù è stato poco compreso dai sapienti e dagli intelligenti (Mt 11,25). Per l’apostolo Paolo il Cristianesimo è una «pazzia», ma una «pazzia» preferibile alla follia degli uomini che si credono sensati (1 Cor 1,18-4,17). Il concordismo si manifesta principalmente come creazionismo progressivo o come evoluzionismo teista. Esso si contrappone al creazionismo vero e proprio.
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CREAZIONISMO
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❒ Il creazionismo del quale si discute sui media è quello iniziato e promosso da alcuni movimenti statunitensi, i quali interpretano il racconto biblico in modo letterale (con una creazione in sei giorni di 24 ore formanti una settimana ininterrotta, verificatasi circa 10 mila anni fa) e proponendolo in modo prevalente con argomentazioni scientifiche. Sono loro ad aver iniziato l’offensiva contro il darwinismo, accusandolo di essere un’ideologia non dimostrata. Non è perciò corretto definirsi semplicemente creazionisti, senza alcun aggettivo, e dare poi al termine un significato diverso. Chi crede che la creazione si sia realizzata in milioni o miliardi di anni, deve definirsi ed essere definito aderente all’ evoluzionismo teista, oppure al creazionismo progressivo (che vengono solitamente indicati come concordismo). Il creazionismo si contrappone all’ evoluzionismo in generale e al darwinismo in particolare. {Fernando De Angelis}
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CREAZIONISMO PROGRESSIVO
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❒ Molti accettano il racconto biblico della creazione in sette giorni ma, per risolvere le difficoltà con la teoria evolutiva, interpretano i giorni della creazione come lunghi periodi di tempo (giorno biblico = era geologica), cioè non come giorni di 24 ore susseguentisi l’uno all’altro e formanti una settimana ininterrotta. Si contrappone al creazionismo letteralista. Insomma, il Dio biblico resta il Dio Creatore, ma avrebbe realizzato la sua opera progressivamente. Questa interpretazione presenta molti inconvenienti: ■ 1) L’analisi interna di Genesi 1-3 spinge a interpretare la parola «giorno» secondo il suo significato normale di «periodo di 24 ore» (cfr. «Il problema dei “giorni” in Genesi 1», di Hasel, su « Origini»; cfr. la stessa problematica in « Temi delle origini» di Nicola Martella). ■ 2) Essa non accontenta gli evoluzionisti, perché nella Genesi la creazione è per categorie (i vegetali compaiono nel terzo giorno, gli animali marini e volatili il quinto giorno, gli animali terrestri e l’uomo il sesto giorno), mentre nell’evoluzione si aggiungono nuovi ecosistemi — ossia ogni era geologica è caratterizzata dal prevalere di particolari associazioni di piante, animali marini, animali terrestri e volatili, che vivevano in rapporto fra loro. ■ 3) Essa crea problemi di interpretazione di altri passi della Bibbia collegati con Genesi 1-3 (p.es. istituzione del sabato, presenza della morte prima di Adamo). ■ 4) Essa crea problemi teologici sulla natura di Dio, perché se la morte faceva parte della creazione di Dio e c’era prima di Adamo, se Dio trasforma a sua immagine un ominide che ha prevalso nella «lotta per la sopravvivenza», uccidendo i suoi fratelli, allora è un Dio diverso da quello biblico ed è più il Dio di Caino che quello di Abramo. Non avrebbe più senso, poi, il parallelismo fra il «primo Adamo» e il «secondo Adamo» (cioè Gesù) che fa Paolo (Rm 5). È una forma di Concordismo. {Fernando De Angelis}
EVOLUZIONISMO TEISTA
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❒ Accetta sostanzialmente i fatti e i processi proposti dall’evoluzionismo, ma ritiene che dietro le quinte ci sia la mano di Dio. Insomma, l’evoluzionismo teista parte dall’evoluzione e si avvicina alla divinità, mentre il creazionismo progressivo parte dalla Bibbia e fa un passo verso l’evoluzionismo. Ambedue, collocandosi a mezza strada fra Bibbia ed evoluzionismo, è evidente che si assomiglino molto. L’evoluzionismo teista è facilmente compatibile con alcune concezioni di Dio, ma nella Bibbia è attraverso i fatti narrati che Dio si manifesta, non attraverso discorsi filosofici come in certa filosofia greca. Conservare il Dio della Bibbia senza conservare i fatti della Bibbia, è, perciò, una contraddizione insanabile. Si contrappone alla interpretazione materialista dell’evoluzionismo (che è la prevalente e che vede in quel processo solo cause materiali). Rappresenta una forma di concordismo. {Fernando De Angelis}
EVOLUZIONISMO
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❒ Ritiene che le specie attuali siano derivate da altre specie molto diverse e più semplici. Va inteso nel senso di macroevoluzione ed è scorretto intenderla nel senso di microevoluzione, perché la microevoluzione non è specifica di questa concezione e non è oggetto di discussione, essendo accettata da tutti. A monte si collega in genere con la abiogenesi e con il Big Bang, mentre a valle si collega col darwinismo. Si contrappone al fissismo e al creazionismo. Alcuni distinguono lecitamente fra evoluzione (intesa come fatto più o meno accertato) ed evoluzionismo (inteso come interpretazione materialista dell’evoluzione), ma se non c’è una precisazione esplicita, i due termini vanno considerati equivalenti. {Fernando De Angelis}
ABIOGENESI
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❒ Crede che le prime forme di vita si siano originate da materia non vivente. Dopo la sconfitta della «generazione spontanea», sulla quale i suoi sostenitori si erano accaniti a insistere per secoli, a quella vecchia e non più presentabile idea è stato dato il nome nuovo di Abiogenesi, spostando il fenomeno da qui e ora a un tempo e a un luogo indeterminati. Come la «generazione spontanea», anche l’abiogenesi non è stata mai dimostrata, anzi il crescere delle conoscenze l’hanno da tempo resa un’assurdità scientifica e biologica, perché l’essere vivente più semplice è in realtà più complesso di un moderno computer e si mantiene in vita su un equilibrio delicatissimo; non si riesce a capire, perciò, come ci si permetta e si permetta di proporre come «scientifico» un sorgere della vita a opera di fulmini che si scaricano negli stagni!
Purtroppo non si può logicamente sconfessare, perché non è possibile dimostrare la non esistenza di qualcosa; per esempio, se qualcuno immagina che sotto i ghiacciai del Polo Sud ci sia un’abbondanza di funghi porcini, non può essere smentito neanche da chi va a controllare, perché si può sempre dire che in quel punto non ci sono, ma altrove sì, e il non trovarli non può mai dimostrare che non ci sono. Fa parte del sistema evoluzionista, si contrappone alla biogenesi e al creazionismo. {Fernando De Angelis}
BIG BANG
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❒ Secondo questa teoria, alcuni miliardi di anni fa tutta la materia dell’universo era concentrata in un piccolissimo spazio, non più grande di un pisello. Si sarebbe allora verificata una «Grande Esplosione» — un «Big Bang» (BB) per l’appunto — con l’espansione della materia e la formazione dei vari elementi chimici che costituiscono la Terra e i corpi celesti. Questa concezione non ha bisogno di presupporre un Creatore e consente di far risalire il tutto a cause puramente naturali e materiali.
Come per l’ evoluzionismo, anche in questo caso c’è chi cerca una conciliazione con la Bibbia, per esempio dicendo quanto segue: ▪ 1) Ambedue parlano di un inizio; ▪ 2) il BB non dice nulla su ciò che c’era prima e perciò non esclude Dio; ▪ 3) alcuni poi ritengono che, mentre per la creazione degli esseri viventi la Bibbia ci indichi un’età di migliaia di anni, per la creazione della materia (e perciò anche per le rocce della Terra o della Luna) la Bibbia ci dica solo che è avvenuta «in principio». Questi ragionamenti hanno una loro sensatezza e non stravolgono apertamente il testo biblico, bisogna però distinguere, da una parte, ciò che emerge da un’analisi interna al testo biblico e, dall’altra, gli adattamenti che facciamo per rendere compatibile la Bibbia con la scienza prevalente.
Il BB, poi, sembra in declino, visto che la prestigiosa rivista New Scientist del 22/5/04 ha pubblicato una protesta firmata da 150 (diconsi centocinquanta) scienziati di varia tendenza e di tutto il mondo, nella quale fra l’altro si afferma: «La teoria del big bang dipende da un numero crescente di entità ipotetiche e mai osservate […] non può sopravvivere senza queste frottole […] Oggi praticamente la totalità delle risorse finanziarie e di sperimentazione nella cosmologia sono dedicate agli studi sul big bang».
Riassumendo e concludendo.
■ 1) Il BB è necessario agli evoluzionisti, i quali hanno bisogno di dare una qualche spiegazione sull’origine della materia e dei vari atomi.
■ 2) Non contrasta esplicitamente con la Bibbia, ma è più compatibile col credere in un Dio che col credere nel Dio rivelato dalla Genesi.
■ 3) Come Darwin cerca di spiegare l’origine delle specie attuali dicendo che vengono da altre specie (spostando il problema anziché risolverlo), così il BB cerca di spiegare l’origine della materia dicendo che viene da una materia preesistente, nascondendo tutti i problemi dentro un pisello.
■ 4) Come per l’evoluzionismo, l’impressione è che sia una teoria «dimostrata» e che «tutti gli scienziati la credono», ma ciò deriva però dal fatto che ambedue le teorie sono imposte dogmaticamente e a chi non l’appoggia viene tolta la parola.
■ 6) Per chi crede che Gesù ha trasformato istantaneamente l’acqua in vino, che ha risuscitato il corpo in putrefazione di Lazzaro, semplicemente chiamando quest’ultimo, e crede che Dio ha creato tutto per mezzo di Gesù (Gv 6,1-13; 11,43; 1,3-10), — è più facile e coerente credere che Dio abbia creato tutto per mezzo della parola (2 Pt 3,5), piuttosto che credere che abbia concentrato la materia in un piccolissimo volume, per poi dar origine a tutto, facendolo esplodere. {Fernando De Angelis}
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DARWINISMO
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❒ È un tentativo di spiegare come si è realizzata l’evoluzione. Oggi i darwinisti pongono al centro le mutazioni casuali e la selezione naturale: le mutazioni sono viste come la fonte di variabilità, mentre la selezione naturale sceglie le mutazioni più adatte all’ambiente. Alla base del darwinismo c’è la convinzione che, avendo a disposizione tempi lunghi (come minimo milioni di anni), la microevoluzione possa produrre la macroevoluzione. Non contempla forze esterne alla natura, perciò è una forma implicita di naturalismo e di panteismo. Si contrappone in generale al creazionismo e, recentemente, al Disegno Intelligente. La macroevoluzione non è stata mai osservata direttamente in nessun laboratorio e tanto meno in natura, perciò il darwinismo è un’ipotesi e non scienza. {Fernando De Angelis}
DISEGNO INTELLIGENTE
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❒ È la traduzione più diffusa di Intelligent Design (ID), che significa più precisamente «Progetto Intelligente», o «Progettualità razionale». Afferma semplicemente che la complessità degli esseri viventi fa pensare alla messa in atto di un progetto e non può essere spiegata come frutto del caso — come afferma invece il darwinismo, che postula un’opera di mutazioni casuali e selezione naturale. L’ID non precisa né le caratteristiche del Progettatore, né come si è realizzato il progetto e neppure quanto tempo è stato impiegato. Si oppone al darwinismo e al naturalismo, ma fra i suoi aderenti ci sono persone di varie religioni e anche chi crede in un'evoluzionismo teista.
{Fernando De Angelis}
MICROEVOLUZIONE
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❒ Si è convenuto di chiamare così le diversità che si osservano fra padri e figli: esse riguardano per lo più aspetti quantitativi e non qualitativi. Si tratta in genere di una combinazione diversa degli stessi caratteri, o di una perdita di informazione genetica, ma mai di incremento di informazione genetica e di aggiunta di organi nuovi. Rientrano in questo campo le varie modifiche apportate alle specie coltivate, la comparsa di moscerini della frutta (Drosophila) variamente modificati nel senso di una involuzione (perdita della vista, ali deformate e altro), come pure la variazione del colore prevalente delle ali di certe farfalle, la variazione del becco dei famosi fringuelli di Darwin (che sempre fringuelli restano) e altre simili. La microevoluzione così intesa è accettata da tutti, quello che invece non è provato è che, con questo metodo, dai pesci si sia passati agli anfibi, poi ai rettili, agli uccelli e ai mammiferi, i quali si sarebbero successivamente adattati alla vita in acqua (balene e delfini) e a volare nell’aria (pipistrelli). Insomma, un conto è dire che si possano progressivamente aumentare le prestazioni umane nel salto in lungo, altra cosa è ipotizzare che all’uomo possano piano piano spuntare le ali e così sorvolare gli oceani! Purtroppo gli evoluzionisti ingannano quando concentrano la loro esposizione sulla microevoluzione. Si contrappone alla macroevoluzione. {Fernando De Angelis}
❒ Si avrebbe se in una specie comparissero organi e funzioni nuove, prodotte da una nuova e più complessa informazione genetica; come p.es. se in un animale con respirazione solo acquatica (branchie dei pesci) a un certo punto comparissero organi adatti a una respirazione aerea (rane), poi perfezionantisi fino ai polmoni degli uccelli e dei mammiferi. La macroevoluzione è l’essenza dell’evoluzionismo, ma non è stata mai constatata, né in laboratorio, né in natura. Quando in uno strato roccioso si trovano fossili molto diversi da quelli dello strato supposto molto più antico, se ne deduce che deve esserci stata la macroevoluzione. Dal tempo di Darwin in poi, però, le acquisizioni scientifiche (stabilità del DNA, complessità biochimica delle funzioni e loro stretta correlazione, assenza di fossili intermedi) la rendono sempre meno spiegabile e la fanno rientrare più nel campo dei «miracoli» (realtà inspiegabili con le leggi naturali) che in quello della scienza sperimentale. Si contrappone alla microevoluzione. {Fernando De Angelis}
INVOLUZIONE
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Al termine evoluzione si tende ad attribuire un significato sempre più vasto e vago. Così sembra che il fenomeno sia dimostrato anche quando non se ne è dimostrata la sua caratteristica essenziale. Non c’è niente di incredibile se un essere vivente perde una funzione o un organo (se p.es. nasce cieco), ma chiamando anche quella «evoluzione», si dà l’impressione che mostrando un moscerino «modificato» (cioè divenuto cieco), si sia dimostrato che ogni modifica sia possibile. Per fare un esempio, trafficando a caso su un televisore non è difficile che si rompa la funzione video e si conservi quella audio (televisore trasformato in radio), ma ciò non significa che operando a caso si possa aggiungere la funzione video a una radio! L’evoluzionismo si caratterizza per credere nel passaggio dal semplice al complesso, con la progressiva comparsa di organi e funzioni nuove e, proprio per distinguere due fenomeni assolutamente non assimilabili ma spesso confusi, si è introdotto il termine di «involuzione», col quale si indica una perdita: di organi, di funzioni, o di informazione genetica in genere. Si contrappone a evoluzione e a evoluzionismo. {Fernando De Angelis}
MACROEVOLUZIONE
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❒ Si avrebbe se in una specie comparissero organi e funzioni nuove, prodotte da una nuova e più complessa informazione genetica; come p.es. se in un animale con respirazione solo acquatica (branchie dei pesci) a un certo punto comparissero organi adatti a una respirazione aerea (rane), poi perfezionantisi fino ai polmoni degli uccelli e dei mammiferi. La macroevoluzione è l’essenza dell’evoluzionismo, ma non è stata mai constatata, né in laboratorio, né in natura. Quando in uno strato roccioso si trovano fossili molto diversi da quelli dello strato supposto molto più antico, se ne deduce che deve esserci stata la macroevoluzione. Dal tempo di Darwin in poi, però, le acquisizioni scientifiche (stabilità del DNA, complessità biochimica delle funzioni e loro stretta correlazione, assenza di fossili intermedi) la rendono sempre meno spiegabile e la fanno rientrare più nel campo dei «miracoli» (realtà inspiegabili con le leggi naturali) che in quello della scienza sperimentale. Si contrappone alla microevoluzione. {Fernando De Angelis}
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