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giovedì 6 giugno 2013

ILLUMINISMO, RISORGIMENTO E LA PERSECUZIONE CONTRO I GESUITI

L’Illuminismo ,il Risorgimento e la persecuzione contro i Gesuiti-
la guerra scatenata dal mondo protestante e massonico contro la chiesa cattolica ha nei Gesuiti l’avversario principale e più temibile.

Per parecchio tempo la storiografi...a ha fatto del ‘700 il “secolo della ragione” contrapponendolo ai periodi passati dominati dall’oscurantismo e dalla superstizione. Si sono spesso esaltati gli aspetti positivi dell’illuminismo sottacendo però quelli negativi e cruenti.

Ultimamente, però gli accademici cominciano a guardare alla cosiddetta razionalità illuminista in modo alquanto critico. Pare infatti che questo periodo abbia posto i germogli per il razzismo scientifico (famose sono le opinioni di Voltaire contro i neri e gli ebrei) e sul controverso rapporto persecutorio che ebbe contro la religione. È certo che l’illuminismo ha copiato molte idee dal cristianesimo trasformandole a proprio piacimento, come la fede nell’uomo e la sua dignità, la figliolanza divina dell’intero genere umano e l’armonia della natura e della regolarità del mondo. La maggior parte degli illuministi credeva all’esistenza di un dio creatore concepito come un “Architetto dell’Universo”(Massoneria) volgendosi verso l'occultismo e l'esoterismo (F. Valjavec, Storia dell’illuminismo, Bologna 1973 pp. 104-108).

Dal punto di vista religioso l’illuminismo abbracciò quindi il deismo, considerata la sola religione razionale e naturale, assumendo verso le altre religioni un atteggiamento scettico e molto spesso violento.François Voltaire è stato tra i più feroci nemici del cristianesimo che la storia abbia mai visto. A lui risalgono gran parte delle leggende nere contro la Chiesa cattolica che i militanti laicisti tentano ancora oggi di tenere in vita. Lui stesso scrisse in una lettera del 1763 a Thériot: «occorre mentire come un demonio, non in maniera timida e nemmeno per qualche tempo, ma arditamente e sempre».
Il motto di Voltaire “Ecraisez l’infame” («Schiaccia l’infame»), era appunto diretto, come diceva lui, contro il Cristianesimo,"religione dei deboli" . Per Voltaire i "forti" sanno mentire e raggiungere i propri scopi a qualsiasi prezzo.Profondamente anticristiano e dunque non a caso fu razzista, sostenitore dello schiavismo e profondamente antisemita,(ma nel “Candido” dipinse i gesuiti come fautori dello schiavismo e gli illuministi come liberatori,mentendo spudoratamente!). Léon Poliakov, storico ebreo dell’antisemitismo e del genocidio ebraico, scrive nel suo “Il mito ariano”: «Nessuno come Voltaire ha tanto diffuso e ampliato le aberrazioni della nuova età della scienza». Lo stesso ideatore dell’illuminismo scrisse in Essai sur les moeurs (cap VIII): «Si guardano gli Ebrei con lo stesso occhio con cui guardiamo i Negri, come una specie d’uomini inferiori».

Durante l’illuminismo nacquero o si rafforzarono molte “leggende nere”,menzogne create appositamente contro la Chiesa.
Molti sovrani si fecero promotori di importanti riforme dettate da criteri razionalisti (il fenomeno detto “Assolutismo illuminato”).Molti governi europei iniziarono perciò una politica giurisdizionalista tendente a sottomettere sempre di più la Chiesa al controllo dello stato. Il caso più eloquente è probabilmente quello dell’imperatore austriaco Giuseppe II che impronterà il suo regno a principi illuministi , cominciò così una campagna anticlericale per eliminare i privilegi della Chiesa, ma anche per sottometterla alla sua autorità: venne perciò denunciato il concordato del 1757, tassato il clero come i laici, sciolti gli ordini religiosi contemplativi, trasferiti i monasteri dalla giurisdizione del papa a quella del vescovo diocesano, promosso un nuovo tipo di catechismo, ridotti i contatti delle chiese con Roma, regolamentate le processioni, il suono delle campane, l’orario delle messe e persino il numero delle candele sugli altari. Queste tendenze furono causa della distruzione di un enorme patrimonio artistico, storico e spirituale e finirono per burocratizzare le espressioni del culto nella prospettiva di una statalizzazione della Chiesa e vi furono resistenze da parte della popolazione (L. Mezzadri – P. Vismara, La Chiesa tra Rinascimento e Illuminismo, Roma 2006 pp. 304-309).

Giuseppe II riteneva che lo stato avesse tutto il diritto di legiferare sugli affari ecclesiastici (principio che verrà adottato, in maniera ancora più estrema e cruenta, dai rivoluzionari francesi). Il segno più visibile della difficoltà del papa in quel periodo fu lo scioglimento dei gesuiti. Questi erano visti come l’incarnazione del cattolicesimo e godevano di un certo prestigio negli stati europei .

I gesuiti sono infatti tenuti all’obbedienza della Santa Sede e a servirla efficacemente: per merito loro verranno evangelizzate regioni in India, Cina e nel Nuovo Mondo predicando la fede e contribuendo anche al progresso dei popoli insegnandoli le scienze e le tecniche occidentali. Cominciò così una feroce campagna denigratoria contro di essi: si accusarono i gesuiti di ipocrisia, dei peggiori delitti e dei più spregiudicati intrighi, da più stati provenne la richiesta di scioglimento. Ciò avvenne assieme all’espulsione e i motivi che vennero addotti furono diversi nei differenti stati. In Portogallo l’occasione per procedere contro l’ordine fu dato dai fatti accaduti in Sud America: a seguito di un accordo tra Spagna e Portogallo relativo al territorio uruguaiano, i portoghesi si impossessarono delle terre su cui erano insediate le missioni gesuite (territori nei quali gli indigeni si organizzavano e lavoravano liberamente, dividendo poi tra loro i proventi del loro lavoro), ma dovettero faticare a lungo per impossessarsene e scacciare i nativi poiché si trovarono di fronte alla resistenza dei gesuiti che organizzarono militarmente gli indigeni riuscendo a resistere per molto agli assalti degli schiavisti, tanto che fu necessaria una spedizione militare portoghese in piena regola effettuata dal primo ministro Pombal per vincerne la resistenza. Questi giungerà persino ad accusare i gesuiti di "complicità nell’attentato nel quale fu ferito il sovrano Giuseppe I e utilizzò questo pretesto per la loro espulsione dal Portogallo e dalle colonie."

Nonostante le richieste provenienti da più parti, papa Clemente XIV, al contrario del predecessore Clemente XIII, acconsentì alla sospensione dei gesuiti, decretata nel 1773, di fronte alla pressione armata e alla minaccia di sciogliere tutti gli ordini religiosi. Il risultato fu una grande perdita di influenza da parte della Chiesa, salutata con grande soddisfazione dai suoi avversari, come Voltaire ,che era sostenitore dello schiavismo e dell'inferiorità dei "negri"(ma nel “Candido” dipinse i gesuiti come fautori dello schiavismo e gli illuministi come liberatori,mentendo spudoratamente!) e anche gravi danni al lavoro missionario e all’istruzione (non è un caso che due sovrani non cattolici come Federico II di Prussia e Caterina II di Russia ne permisero la sopravvivenza). La Compagnia sarà infine ristabilita da Pio VII nel 1814 (La Chiesa tra rinascimento e illuminismo, pp. 262-263).

Non si può negare che l’illuminismo abbia contribuito ad importanti conquiste civili, ma dipingere un periodo “aureo” fatto solamente di conquiste e riforme contrapponendolo ai “secoli bui” fatti di barbarie e superstizione non è nient’altro che un grave torto alla verità storica.
Mattia Ferrari

Quando i Gesuiti erano odiati e perseguitati dalla Massoneria

di Angela Pellicciari

Dal 1848 inizia la guerra del Parlamento subalpino alla Compagnia di Gesù

Con la proclamazione dello Statuto albertino il 4 marzo 1848 comincia, in Piemonte, il regno dell’uguaglianza, del diritto e della libertà. Fatto sta che mentre il primo articolo dello Statuto definisce la "Chiesa cattolica apostolica e romana la sola religione di stato", il Parlamento subalpino scatena una guerra senza frontiere contro la Compagnia di Gesù. Come se i gesuiti non fossero tutti cattolici, apostolici e romani.

Per capire questa vistosa incongruenza bisogna tenere presente che la guerra scatenata dal mondo protestante e massonico contro la chiesa cattolica ha nei gesuiti l’avversario principale e più temibile. Per combattere l’eccellenza dei gesuiti (nati proprio per contrastare la riforma protestante) la calunnia è sempre sembrata l’arma più appropriata. Nel 1614 vengono stampati a Cracovia i "Monita privata Societatis Jesus": supposte istruzioni segrete, radicalmente false, che i gesuiti avrebbero seguito per conquistare non il mondo a Cristo, ma il potere alla Compagnia. Da allora i gesuiti (salvo curiosamente negli ultimi decenni) non c’è mai stata tregua. Interessante da questo punto di vista la lettera che il generale dell’ordine, padre Giovanni Roothaan, invia il 25 agosto del 1850 all’imperatore Francesco Giuseppe per spiegargli l’origine dell’odio che circonda la Compagnia. Secondo padre Roothaan la macchinazione parte da quella che definisce una "empia setta": "per riuscire nei suoi disegni disastrosi, l’empia setta, alla quale è stato dato di prevalere un istante, si è sforzata soprattutto di combattere e di distruggere i sentimenti religiosi nei paesi cattolici, e a questo fine essa ha attaccato in primo luogo gli ordini religiosi, nella cui esistenza essa individuava un ostacolo alle sue mire. Ma tra tutti gli ordini religiosi quello che più eccitava il suo furore, quello di cui essa si sforzò con ogni mezzo di rendere financo il nome odioso a tutte le classi della società, è notoriamente la Compagnia di Gesù".

I liberali italiani si inseriscono questo filone collaudato che si accanisce contro i gesuiti per colpire la Chiesa. Le istruzioni di Mazzini al riguardo sono precise. Bisogna sfruttare al massimo la potenza delle parole: "Vi sono parole generatrici che contengono tutto - scrive l’avvocato genovese - e che devono ripetersi al popolo: libertà, diritti dell’uomo, progresso, eguaglianza, fratellanza; ecco quello che il popolo comprenderà, soprattutto quando vi si contrapporranno le parole di dispotismo, di privilegi, di tirannia, di schiavitù".

Chi è più dispotico, chi più tiranno dei gesuiti? "La potenza clericale - continua - è personificata nei Gesuiti; l’odioso di questo nome è una potenza pei socialisti".

E così, mentre l’esercito combatte una guerra rovinosa contro l’Austria, il Parlamento subalpino passa il tempo ad accumulare "prove"contro i figli di Sant’Ignazio. Definiti i gesuiti "lue", "peste", "vespe", "setta fatale", deputati e senatori sanzionano la soppressione della Compagnia, espropriano tutti i beni dell’ordine e costringono i padri al domicilio coatto non perché rei di qualche colpa ma perché membri di un ordine religioso considerato pericoloso per la libertà.

Perseguitati, cacciati dalle proprie case, espropriati di tutto, i gesuiti non possono nemmeno difendersi dalle calunnie lanciate dalla stampa ufficiale perché i giornali governativi non pubblicano le smentite. Ecco cosa scrive il 25 gennaio 1848 a Carlo Alberto il provinciale dei gesuiti piemontesi padre Francesco Pellico: "Era sapientemente dichiarato da V.[ostra] M.[aestà] nella nuova legge sulla stampa che dovesse rimaner inviolato l’onore delle persone e dei ministri della Chiesa. Ma pare che nell’avvilire e calunniare i Gesuiti non si tema di trasgredire la legge". I padri sono "esposti per la sola qualità di Gesuiti al pubblico odio o alla diffidenza e al dispregio. Intanto però i giornali e i libelli che ci fanno la guerra, approvati in ciò dalla censura, hanno diritto di rifiutare le nostre smentite; né tuttavia abbiamo noi un altro organo imparziale da stamparle con uguale pubblicità, se pure non ci venga concesso di farlo per via della gazzetta del Governo".

I Savoia e i liberali violano uno dopo l’altro tutti i principali articoli dello Statuto, compreso l’articolo 28 che tutela la libertà di stampa: "La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi."

Chris
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