Martinez de Pasqually, al secolo Jacques de Livron de la Tour de la Case Martines de Pasqually, fu massone, e studioso di teurgia teorica e pratica. In possesso di una patente...
massonica regolare riconosciuta dal Grande Oriente di Francia, nel 1760, Martinez incomincia ad iniziare i suoi primi allievi in una Loggia, denominata “Josué”, fondando un Capitolo massonico operativo, denominato Tempio degli Eletti Cohen. Fino al 1766 è operativo in un’altra loggia, chiamata “La Français”, dove dà vita ad un altro Capitolo Cohen.
Nel 1767 riunisce i vari capitoli fondati in Francia nell’unico Sovrano Tribunale dell’ Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo. L’ordine lavora esteriormente nei primi tre gradi della Massoneria simbolica o azzurra (Apprendista, Compagno e Maestro), reclutando in queste schiere i propri adepti.
Jean Baptiste Willermoz ha tentato di far esprimere al massimo, all’abituale ritualismo massonico, e creando una Obbedienza spiritualista dal clima eminentemente favorevole, l’essenziale della dottrina ricevuta fra gli Eletti Coen. Senza contestazione possibile, egli ha dimostrato in ciò la fede indiscutibile che provava per gli insegnamenti del suo maestro Martinez de Pasqually e per la fondatezza della sua azione. In questo, senza dubbio, ha dovuto mettere in esecuzione le istruzioni che aveva ricevuto probabilmente come membro del Tribunale Sovrano e “S.J.”.
Il lato massonico del Martinismo costituisce dunque l’opera personale di Jean Baptiste Willermoz, che continua quella di Martinez de Pasqually. Infatti nessuno poteva entrare negli Eletti Coen (Classe del Portico) se non era già in possesso della “pienezza dei diritti massonici”; cioè titolare del 3° grado: Maestro. Allo scopo di facilitare questa prima iniziazione Martinez de Pasqually aveva creato, prima della “Classe del Portico”, la “Classe Simbolica”, comprendente le tradizionali “Logge di San Giovanni”, che lavoravano nei tre soliti gradi di Apprendista, Compagno e Maestro. Del resto, una lettera di Louis-Claude de Saint-Martin lo conferma, i tre gradi vi erano conferiti in una volta sola, mentre non avveniva la stessa cosa nei diversi gradi della gerarchia degli Eletti Coen.
Questo sistema aveva parecchi vantaggi:
- Svegliava nel Recipiendario, con il suo ragguardevole simbolismo, i primissimi fattori psichici necessari alla buona comprensione futura della Dottrina e delle Operazioni magiche; era il necessario spiraglio delle “Porte” interiori sull’immediato Aldilà.
- Permetteva all’Ordine di penetrare in un centro eminentemente ricco di “uomini di desiderio”. Infatti, l’occultismo (e tutte le scienze che vi si ricollegano) formava il grande programma della maggior parte delle Obbedienze massoniche del sec. XVIII. La Massoneria Azzurra ordinaria era dunque il setaccio necessario tra l’Ordine degli Eletti Coen ed il mondo profano.
- Consentiva all’Ordine di accogliere tutti i fratelli visitatori delle innumerevoli Obbedienze secondo la regola massonica ed i principi stessi della sua Fratellanza. Ma queste stesse “logge di S. Giovanni” permettevano all’Ordine di velare accuratamente agli occhi della Massoneria ordinaria la sua vera attualità ed i suoi Scopi segreti, incompatibili in realtà con l’eclettismo filosofico e con la neutralità religiosa che la Massoneria Azzurra imponeva ai suoi “Figli”.
Quindi è assolutamente necessario comprendere, il lato segreto di questo vero “dramma” simbolico che è il ricevimento alla Maestria, di liberarne le analogie con l’insegnamento dottrinale di Martinez de Pasqually, di sottolinearne il profondo esoterismo, per comprendere infine i rapporti che possono esistere tra il Martinismo e la Massoneria. Ecco dunque il “Rituale del Grado di Maestro”, delucidato e commentato alla luce dell’esoterismo tradizionale...
Che cosa concludere dall’insieme di questo “mistero” (nel senso medievale della parola), quale insegnamento esoterico può esserne dedotto, non solo dal suo lato leggendario, ma dal minuto ragguaglio stesso del suo ritualismo? ... Questo.
Tutto si svolge (o è creduto svolgersi) prima nel Tempio di Gerusalemme, poi negli immediati dintorni della Città Santa. Ora la Tradizione biblica ci dice che il Golgota (in ebraico: cranio...) fu il monte che servì da sepoltura ad Adamo, dopo la sua morte terrestre. Hiram, discendente dagli dei, figlio degli Elohim (secondo la bellissima leggenda portata dall’Etiopia da Gerard de Nerval), è dunque assassinato e sepolto nel luogo ove riposa il corpo di Adamo Kadmon, l’Uomo-Archetipo, l’Androgino primitivo incaricato di custodire e coltivare il mitico “giardino” di Eden...
L’Acacia, con il facile gioco di parole (cabala fonetica) che si può fare dall’ebraico al sanscrito, ci precisa che egli è dunque, l’eterno Presente, colui che è da per tutto...
I suoi ramoscelli posseggono da 28 a 30 foglie, numero del ciclo lunare regolante il nostro Mondo. I suoi fiori, in Oriente, si aprono e si chiudono con il Sole (vedi: Dupuis: Origine dei culti).
Conseguenza di questa doppia morte (che non è che una), il Tempio massonico, immagine e riduzione dell’Universo, è allora immerso nell’oscurità, le Tenebre regnano, la Stella Fiammeggiante si spegne tra le due Colonne d’Occidente, così il Sole ogni sera...
Giunge allora il Recipiendario (l’Uomo di desiderio...) che accetta di morire, come il suo maestro, l’Architetto Hiram. Egli allora rivive, microcosmo, il dramma che ha vissuto Hiram, Macrocosmo, Grazie al sapere degli Iniziati (I Maestri di Loggia), il Recipiendario penetra nel Regno dei Morti, nella tenebrosa “Camera di Mezzo”, si incorpora in Hiram e tale Orfeo che strappa Euridice agli Inferi, rianima con la sua carne il Maestro morto e gli serve da veicolo psichico. Hiram rinasce dunque e rivive attraverso tutti gli Iniziati, che lo portano in sé e vi si sono integrati...
Allora, conseguenza ultima della risurrezione del Maestro Architetto, le Tenebre spariscono, le pesanti tende nere, simbolo delle Tenebre, palpabili, esteriori, spariscono, la Luce sgorga, gloriosa, fuori del Debhir, illuminato, inondante il Tempio del Mondo...
E all’Oriente, la Stella Fiammeggiante scintilla di nuovo, tale il Sole ogni mattino...
I profani ed i massoni materialisti o ignoranti non hanno visto in questo simbolismo splendido che la rinascita, quotidiana o annuale, dell’astro del giorno, padre della vita, e il trionfo dell’istruzione sulla ignoranza!
Non è piuttosto un riassunto completo della Dottrina detta della Reintegrazione attribuita a Martinez de Pasqually il quale in realtà non ne fu che il divulgatore? Certamente.
E allora una conclusione logica si impone subito allo spirito. Adamo (il factotum d’Elohim), Atem o Atum (il Demiurgo egizio), Helios (il Demiurgo greco, conduttore del Mondo, il “protettore degli iniziati” secondo gli Orfici), Hiram (il “maestro di bottega” del Tempio celeste), in una parola il Grande Architetto dell’Universo e l’entità metafisica, principio permanente della Conoscenza intellettuale e della Luce Occulta, non sarebbero che un solo personaggio...
Il che dimostra l’identità assoluta del Lucifero tale e quale lo concepisce il cattolicesimo e dell’Adamo Kadmon della cabala ebraica!
Del resto questo punto era già stato considerato frequentemente dagli Occultisti cabalisti.
La particolare importanza di questo risultato sarà apprezzata in modo particolare studiando qualche capitolo dello Zohar e dei diversi autori cabalisti, trattanti la rottura dei “vasi” dei re d’Edom... e in generale dell’origine del Male e della sua ripercussione sulla Natura Naturanda.
Saremmo incompleti se omettessimo di segnalare il carattere comune delle rappresentazioni bafometiche cioè l’Androgino ermetico abituale (viso maschile, barbuto, cornuto, petto femminile, fallo eretto) e la lama XV del Tarocco di Marsiglia detta “il Diavolo” che ci offre una effigie equivalente.
Ora, a proposito di Bafometto, Eliphas Levy ci dà questo significato (francese) dello stesso nome, cabalizzato in latino: “Il Padre del Tempio, Pace Universale degli Uomini”... (Templi Omnium...).
Il Padre del Tempio può chiamarsi indifferentemente Hiram, Adamo Kadmon, il Demiurgo... Inevitabilmente è il Grande Architetto!
Cabalista, Martinès de Pasqually ci dice inoltre che possiamo esprimere l’essenza quaternaria di Dio sotto la forma di un triangolo con un punto al centro. Ci dice anche che questo centro è composto dalle quattrolettere h w h y (Yod-Hé-Vav-Hé) che possono anche essere poste al centro del triangolo nella tradizione cabalistica. Sembra dunque che dicendoci che l’essenza di Dio è quaternaria, Martinès de Pasqually si riferisca al Tetragramma, al Nome impronunciabile, la famosa “parola perduta” dei Maestri, direbbe qualcuno.Facciamo riferimento alla scienza cabalistica per capire questo: La prima lettera del triangolo, la lettera y (Yod) è l’attributo del Dio di Abramo ed è attribuita al Padre; il secondo nome è composto di due lettere h y (Yod-Hé) e dà il nome divino Yah. È il Nome del Dio di Isacco ed è attribuito al Figlio; il terzo nome ècomposto di tre lettere w h y (Yod-Hé-Vav) e ci dà il Nome Divino Yaho che è il nome del Dio di Giacobbeche è assimilato allo Spirito Santo. Infine, il quarto nome è il Tetragramma, il Nome impronunciabile h w hy.Così, quando in certi testi o rituali, ci si riferisce al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, si evoca di fatto laTetraktys ed implicitamente il Tetragramma h w h y e dunque, l’essenza quaternaria di Dio secondoMartinès de Pasqually. Per la Qabalah, l’Essenza di Dio non può essere colta dalle creature finite qua li noisiamo ed ecco perché, per esprimere Dio in quanto Assoluto, essi usano termini negativi per esprimere che niente di quanto può essere pensato dal nostro spirito è adeguato a circoscrivere l’Inesprimibile. Così, per illustrare questo concetto, quando diciamo di Dio che è giusto, che è grande, che è buono,… noi non vediamo Dio che sotto una delle sue sfaccettature e questo porta di fatto a frammentare l’Infinito e tuttequeste immagini non sono che veli che noi tiriamo tra noi e l’Inconosciuto.
Al di là di quanto noi possiamo concepire, al di là di quanto la nostra immaginazione ci trasmette, Dio è, e questo qualcosa che “è”, è per noi una impossibilità ed è tutto ciò che Dio concepito dall’uomo non è. Èquello che la Qabalah chiama “Ain Soph”, il Vuoto Illimitato. Percepiamo immediatamente che tra i due antipodi metafisici che sono le regioni dove Dio vela “ciò che non sarà mai, ciò che non è, ciò che non è maistato” e “ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà” esiste una frontiera, una soglia metafisica. Questafrontiera, è quello che la Qabalah chiama KETER, La Corona. Gli si dà il nome di Corona in quanto tutte le emanazioni divine creatrici sono simboleggiate dalla figura dell’uomo primordiale, il Primo Adamo. La primadi tutte è chiamata “La Corona” per esprimere che esse hanno la loro origine in ciò che è prima di loro,come la corona è posta sulla testa del Primo Uomo ed indica ciò che è al di sopra di lui.
Tuttavia, nessuna manifestazione potrebbe esistere in una manifestazione senza che l’unità
emani la dualità. Per questa prima differenziazione, la Qabalah usa l’immagine della Bilancia il cui punto d’appoggioè KETER ed i cui due piatti saranno il Padre Divino “HOCHMAH” e la Madre Divina “BINAH”. La Yod del Tetragramma h w h y è attribuita al Padre Divino e la prima Hé alla Madre Divina. La Waw è attribuita al Figlio, THIPHERET e la seconda Hé a MALKOUTH, la Madre Inferiore, che significa “Il Regno” e che non è altro che il Regno che non è di questo mondo di cui parlano i testi.Ritorniamo al sistema martinezista. Dopo questo sdoppiamento primitivo, Dio emana diverse categorie diesseri alle quali sono devolute diversi compiti di ordine cosmico ed agiranno dunque come cause secondenella manifestazione. Non sono altro che gli Angeli di cui ci parla l’esoterismo cristiano. Malauguratamente, certe entità giunte al termine della Missione per la quale Dio le aveva emanate, si sono rifiutate a reintegrare l’Assoluto, il Piano Divino, fonte del Sovrano Bene. Esse hanno preferito il Sé momentaneo, perituro, illusorio rispetto al Sé eterno, reale, imperituro. Sono state dunque loro ad allontanarsimomentaneamente da Dio. Vollero eguagliarsi a Dio ed emanare a loro volta delle creature che sarebberodipese da loro. Ma per il fatto che preferirono il Sé momentaneo, soccombendo all’illusione, si esclusero
dal Piano Divino.In attesa del loro ritorno alla Luce, permangono per il loro atteggiamento egocentrista:
-ribelli all’offerta divina;
- smarriti in quanto al di fuori del loro legittimo destino;
- perversi poiché viventi al di fuori del Sovrano Bene e dunque nel Male.
Visualizza altroNel 1767 riunisce i vari capitoli fondati in Francia nell’unico Sovrano Tribunale dell’ Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo. L’ordine lavora esteriormente nei primi tre gradi della Massoneria simbolica o azzurra (Apprendista, Compagno e Maestro), reclutando in queste schiere i propri adepti.
Jean Baptiste Willermoz ha tentato di far esprimere al massimo, all’abituale ritualismo massonico, e creando una Obbedienza spiritualista dal clima eminentemente favorevole, l’essenziale della dottrina ricevuta fra gli Eletti Coen. Senza contestazione possibile, egli ha dimostrato in ciò la fede indiscutibile che provava per gli insegnamenti del suo maestro Martinez de Pasqually e per la fondatezza della sua azione. In questo, senza dubbio, ha dovuto mettere in esecuzione le istruzioni che aveva ricevuto probabilmente come membro del Tribunale Sovrano e “S.J.”.
Il lato massonico del Martinismo costituisce dunque l’opera personale di Jean Baptiste Willermoz, che continua quella di Martinez de Pasqually. Infatti nessuno poteva entrare negli Eletti Coen (Classe del Portico) se non era già in possesso della “pienezza dei diritti massonici”; cioè titolare del 3° grado: Maestro. Allo scopo di facilitare questa prima iniziazione Martinez de Pasqually aveva creato, prima della “Classe del Portico”, la “Classe Simbolica”, comprendente le tradizionali “Logge di San Giovanni”, che lavoravano nei tre soliti gradi di Apprendista, Compagno e Maestro. Del resto, una lettera di Louis-Claude de Saint-Martin lo conferma, i tre gradi vi erano conferiti in una volta sola, mentre non avveniva la stessa cosa nei diversi gradi della gerarchia degli Eletti Coen.
Questo sistema aveva parecchi vantaggi:
- Svegliava nel Recipiendario, con il suo ragguardevole simbolismo, i primissimi fattori psichici necessari alla buona comprensione futura della Dottrina e delle Operazioni magiche; era il necessario spiraglio delle “Porte” interiori sull’immediato Aldilà.
- Permetteva all’Ordine di penetrare in un centro eminentemente ricco di “uomini di desiderio”. Infatti, l’occultismo (e tutte le scienze che vi si ricollegano) formava il grande programma della maggior parte delle Obbedienze massoniche del sec. XVIII. La Massoneria Azzurra ordinaria era dunque il setaccio necessario tra l’Ordine degli Eletti Coen ed il mondo profano.
- Consentiva all’Ordine di accogliere tutti i fratelli visitatori delle innumerevoli Obbedienze secondo la regola massonica ed i principi stessi della sua Fratellanza. Ma queste stesse “logge di S. Giovanni” permettevano all’Ordine di velare accuratamente agli occhi della Massoneria ordinaria la sua vera attualità ed i suoi Scopi segreti, incompatibili in realtà con l’eclettismo filosofico e con la neutralità religiosa che la Massoneria Azzurra imponeva ai suoi “Figli”.
Quindi è assolutamente necessario comprendere, il lato segreto di questo vero “dramma” simbolico che è il ricevimento alla Maestria, di liberarne le analogie con l’insegnamento dottrinale di Martinez de Pasqually, di sottolinearne il profondo esoterismo, per comprendere infine i rapporti che possono esistere tra il Martinismo e la Massoneria. Ecco dunque il “Rituale del Grado di Maestro”, delucidato e commentato alla luce dell’esoterismo tradizionale...
Che cosa concludere dall’insieme di questo “mistero” (nel senso medievale della parola), quale insegnamento esoterico può esserne dedotto, non solo dal suo lato leggendario, ma dal minuto ragguaglio stesso del suo ritualismo? ... Questo.
Tutto si svolge (o è creduto svolgersi) prima nel Tempio di Gerusalemme, poi negli immediati dintorni della Città Santa. Ora la Tradizione biblica ci dice che il Golgota (in ebraico: cranio...) fu il monte che servì da sepoltura ad Adamo, dopo la sua morte terrestre. Hiram, discendente dagli dei, figlio degli Elohim (secondo la bellissima leggenda portata dall’Etiopia da Gerard de Nerval), è dunque assassinato e sepolto nel luogo ove riposa il corpo di Adamo Kadmon, l’Uomo-Archetipo, l’Androgino primitivo incaricato di custodire e coltivare il mitico “giardino” di Eden...
L’Acacia, con il facile gioco di parole (cabala fonetica) che si può fare dall’ebraico al sanscrito, ci precisa che egli è dunque, l’eterno Presente, colui che è da per tutto...
I suoi ramoscelli posseggono da 28 a 30 foglie, numero del ciclo lunare regolante il nostro Mondo. I suoi fiori, in Oriente, si aprono e si chiudono con il Sole (vedi: Dupuis: Origine dei culti).
Conseguenza di questa doppia morte (che non è che una), il Tempio massonico, immagine e riduzione dell’Universo, è allora immerso nell’oscurità, le Tenebre regnano, la Stella Fiammeggiante si spegne tra le due Colonne d’Occidente, così il Sole ogni sera...
Giunge allora il Recipiendario (l’Uomo di desiderio...) che accetta di morire, come il suo maestro, l’Architetto Hiram. Egli allora rivive, microcosmo, il dramma che ha vissuto Hiram, Macrocosmo, Grazie al sapere degli Iniziati (I Maestri di Loggia), il Recipiendario penetra nel Regno dei Morti, nella tenebrosa “Camera di Mezzo”, si incorpora in Hiram e tale Orfeo che strappa Euridice agli Inferi, rianima con la sua carne il Maestro morto e gli serve da veicolo psichico. Hiram rinasce dunque e rivive attraverso tutti gli Iniziati, che lo portano in sé e vi si sono integrati...
Allora, conseguenza ultima della risurrezione del Maestro Architetto, le Tenebre spariscono, le pesanti tende nere, simbolo delle Tenebre, palpabili, esteriori, spariscono, la Luce sgorga, gloriosa, fuori del Debhir, illuminato, inondante il Tempio del Mondo...
E all’Oriente, la Stella Fiammeggiante scintilla di nuovo, tale il Sole ogni mattino...
I profani ed i massoni materialisti o ignoranti non hanno visto in questo simbolismo splendido che la rinascita, quotidiana o annuale, dell’astro del giorno, padre della vita, e il trionfo dell’istruzione sulla ignoranza!
Non è piuttosto un riassunto completo della Dottrina detta della Reintegrazione attribuita a Martinez de Pasqually il quale in realtà non ne fu che il divulgatore? Certamente.
E allora una conclusione logica si impone subito allo spirito. Adamo (il factotum d’Elohim), Atem o Atum (il Demiurgo egizio), Helios (il Demiurgo greco, conduttore del Mondo, il “protettore degli iniziati” secondo gli Orfici), Hiram (il “maestro di bottega” del Tempio celeste), in una parola il Grande Architetto dell’Universo e l’entità metafisica, principio permanente della Conoscenza intellettuale e della Luce Occulta, non sarebbero che un solo personaggio...
Il che dimostra l’identità assoluta del Lucifero tale e quale lo concepisce il cattolicesimo e dell’Adamo Kadmon della cabala ebraica!
Del resto questo punto era già stato considerato frequentemente dagli Occultisti cabalisti.
La particolare importanza di questo risultato sarà apprezzata in modo particolare studiando qualche capitolo dello Zohar e dei diversi autori cabalisti, trattanti la rottura dei “vasi” dei re d’Edom... e in generale dell’origine del Male e della sua ripercussione sulla Natura Naturanda.
Saremmo incompleti se omettessimo di segnalare il carattere comune delle rappresentazioni bafometiche cioè l’Androgino ermetico abituale (viso maschile, barbuto, cornuto, petto femminile, fallo eretto) e la lama XV del Tarocco di Marsiglia detta “il Diavolo” che ci offre una effigie equivalente.
Ora, a proposito di Bafometto, Eliphas Levy ci dà questo significato (francese) dello stesso nome, cabalizzato in latino: “Il Padre del Tempio, Pace Universale degli Uomini”... (Templi Omnium...).
Il Padre del Tempio può chiamarsi indifferentemente Hiram, Adamo Kadmon, il Demiurgo... Inevitabilmente è il Grande Architetto!
Cabalista, Martinès de Pasqually ci dice inoltre che possiamo esprimere l’essenza quaternaria di Dio sotto la forma di un triangolo con un punto al centro. Ci dice anche che questo centro è composto dalle quattrolettere h w h y (Yod-Hé-Vav-Hé) che possono anche essere poste al centro del triangolo nella tradizione cabalistica. Sembra dunque che dicendoci che l’essenza di Dio è quaternaria, Martinès de Pasqually si riferisca al Tetragramma, al Nome impronunciabile, la famosa “parola perduta” dei Maestri, direbbe qualcuno.Facciamo riferimento alla scienza cabalistica per capire questo: La prima lettera del triangolo, la lettera y (Yod) è l’attributo del Dio di Abramo ed è attribuita al Padre; il secondo nome è composto di due lettere h y (Yod-Hé) e dà il nome divino Yah. È il Nome del Dio di Isacco ed è attribuito al Figlio; il terzo nome ècomposto di tre lettere w h y (Yod-Hé-Vav) e ci dà il Nome Divino Yaho che è il nome del Dio di Giacobbeche è assimilato allo Spirito Santo. Infine, il quarto nome è il Tetragramma, il Nome impronunciabile h w hy.Così, quando in certi testi o rituali, ci si riferisce al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, si evoca di fatto laTetraktys ed implicitamente il Tetragramma h w h y e dunque, l’essenza quaternaria di Dio secondoMartinès de Pasqually. Per la Qabalah, l’Essenza di Dio non può essere colta dalle creature finite qua li noisiamo ed ecco perché, per esprimere Dio in quanto Assoluto, essi usano termini negativi per esprimere che niente di quanto può essere pensato dal nostro spirito è adeguato a circoscrivere l’Inesprimibile. Così, per illustrare questo concetto, quando diciamo di Dio che è giusto, che è grande, che è buono,… noi non vediamo Dio che sotto una delle sue sfaccettature e questo porta di fatto a frammentare l’Infinito e tuttequeste immagini non sono che veli che noi tiriamo tra noi e l’Inconosciuto.
Al di là di quanto noi possiamo concepire, al di là di quanto la nostra immaginazione ci trasmette, Dio è, e questo qualcosa che “è”, è per noi una impossibilità ed è tutto ciò che Dio concepito dall’uomo non è. Èquello che la Qabalah chiama “Ain Soph”, il Vuoto Illimitato. Percepiamo immediatamente che tra i due antipodi metafisici che sono le regioni dove Dio vela “ciò che non sarà mai, ciò che non è, ciò che non è maistato” e “ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà” esiste una frontiera, una soglia metafisica. Questafrontiera, è quello che la Qabalah chiama KETER, La Corona. Gli si dà il nome di Corona in quanto tutte le emanazioni divine creatrici sono simboleggiate dalla figura dell’uomo primordiale, il Primo Adamo. La primadi tutte è chiamata “La Corona” per esprimere che esse hanno la loro origine in ciò che è prima di loro,come la corona è posta sulla testa del Primo Uomo ed indica ciò che è al di sopra di lui.
Tuttavia, nessuna manifestazione potrebbe esistere in una manifestazione senza che l’unità
emani la dualità. Per questa prima differenziazione, la Qabalah usa l’immagine della Bilancia il cui punto d’appoggioè KETER ed i cui due piatti saranno il Padre Divino “HOCHMAH” e la Madre Divina “BINAH”. La Yod del Tetragramma h w h y è attribuita al Padre Divino e la prima Hé alla Madre Divina. La Waw è attribuita al Figlio, THIPHERET e la seconda Hé a MALKOUTH, la Madre Inferiore, che significa “Il Regno” e che non è altro che il Regno che non è di questo mondo di cui parlano i testi.Ritorniamo al sistema martinezista. Dopo questo sdoppiamento primitivo, Dio emana diverse categorie diesseri alle quali sono devolute diversi compiti di ordine cosmico ed agiranno dunque come cause secondenella manifestazione. Non sono altro che gli Angeli di cui ci parla l’esoterismo cristiano. Malauguratamente, certe entità giunte al termine della Missione per la quale Dio le aveva emanate, si sono rifiutate a reintegrare l’Assoluto, il Piano Divino, fonte del Sovrano Bene. Esse hanno preferito il Sé momentaneo, perituro, illusorio rispetto al Sé eterno, reale, imperituro. Sono state dunque loro ad allontanarsimomentaneamente da Dio. Vollero eguagliarsi a Dio ed emanare a loro volta delle creature che sarebberodipese da loro. Ma per il fatto che preferirono il Sé momentaneo, soccombendo all’illusione, si esclusero
dal Piano Divino.In attesa del loro ritorno alla Luce, permangono per il loro atteggiamento egocentrista:
-ribelli all’offerta divina;
- smarriti in quanto al di fuori del loro legittimo destino;
- perversi poiché viventi al di fuori del Sovrano Bene e dunque nel Male.
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