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giovedì 23 agosto 2012

Animalismo e Ambientalismo l’inganno



Animalismo e Ambientalismo l’inganno



-di Wilma Maria Criscuoli-


Questo non vuol dire che è sbagliato non provare orrore di come vengono usati dalle multinazionali gli animali, come la vivisezione, allevamenti intensivi. Non è sbagliato provare buoni sentimenti e di rispetto per ogni forma di vita, nessun animo umano positivo può gioire al maltrattamento degli animali e della natura.
Quello che è sbagliato, è credere che il movimento animalista e ambientalista difenda gli animali e la natura, è una grande illusione.
Questi movimenti sono un inganno, sono un valido strumento per la realizzazione del NWO.
In pratica non difendono affatto la vita, nè animale nè vegetale nè umana, ma manipolano dei buoni sentimenti di partenza. Ciò crea delle volute e strumentali contrapposizioni, come altrettanto strumentali sono i fondamentalismi che ne derivano, fino ad atteggiamenti settari.
Questo meccanismo mette in moto degli interessi enormi, finalizzato comunque non alla difesa della vita ma alla sua oggettivazione, in tutti i campi.
I loro seguaci, molti in buona fede, si fanno manipolare, a volte diventano aggressivi, perchè in effetti ci sono collegamenti con delle sette pericolose.
Questo spiega perché nessuno di questi movimenti combatte le scie chimiche e porta avanti la falsa tesi del surriscaldamento globale, ma preferisce le contrapposizioni come “Uomo e Animale” per non andare a l’origine dei problemi.
Ma questo argomento è un tabù, se si affronta un discorso che mette in discussione l’animalismo si scatenano risse, non riuscendo ad analizzare l’argomento, perché questo finisce sempre con la domanda”Meglio l’uomo o l’animale?”.
Domanda idiota e fuorviante.
Ed ecco che si formano i due schieramenti contrapposti, specisti e antispecisti, che generano luoghi comuni, frasi fatte tirate fuori come slogan.
Ma che vuol dire antispecisti?
E’ una derivazione della filosofia animalista che asserisce che la vita di un umano ha lo stesso valore di un animale o di una pianta, una follia.
Chi conosce gli animali li rispetta e li ama, ma non esiterebbe a salvare suo figlio o un amico se questo significa uccidere un animale, questo è secondo la natura, un animale farebbe altrettanto, ma ciò non vuol dire non amare gli animali.
Ma il concetto antispecista è consequenziale al concetto dilagante del “Siamo Tutti Uno” fino a diventare una filosofia pseudo religiosa come il New Age.
Il presupposto di base è l’annullamento delle differenze, tra specie e specie, all’interno di una specie, e tra religioni, lo slogan è “siamo tutti uguali”. Una omologazione globale che annulla ogni individualità e i diritti ad essa collegati.
L’annullamento delle differenze è la prerogativa dell’annullamento del rispetto del “diverso”, nulla a che fare con i buoni sentimenti verso gli animali, nè verso gli umani.
Ma da dove nasce il Movimento Animalista Antispecista?
Il suo fondatore è Peter Singer, Peter Singer è nato a Melbourne da una famiglia di ebrei viennesi scappati durante la seconda Guerra Mondiale.
Dopo gli studi in legge, storia e filosofia presso la University of Melbourne, nel 1969 ottiene una borsa di studio presso l’Università di Oxford dove otterrà il bachelor in filosofia. Inizierà la sua carriera accademica presso La Trobe University, per poi insegnare alla Monash University.
Dal 1999 insegna presso la Princeton University e dal 2005 presso la Melbourne University.
Il suo testo più famoso è Liberazione animale (1975), in cui ha esposto le sue tesi contro lo “specismo” termine coniato da Richard Ryder.
Ha elaborato la sua filosofia prendendo spunto dal fondatore dell’utililitarismo Jeremy Bentham.
Richard Ryder un psicologo inglese, dopo l’esecuzione di esperimenti sugli animali iniziò una battaglia contro questa pratica diventando uno dei pionieri del movimento di liberazione animale.
La filosofia dell’Utilatirismo Moderno elaborata da Peter Singer è l’edonismo, cioè la valutazione morale di un atto è ricondotto alla sua capacità di produrre felicità o piacere, senza alcun riferimento a leggi divine o a presupposti metafisici cui esso avrebbe dovuto conformarsi.
Per di più, in questi autori l’utilitarismo, proprio per la sua agevole applicazione, diventa un principio guida della condotta anche per l’economia, il diritto e la politica.
In parole povere ogni atto riconducibile al libero arbitrio dell’essere umano deve essere scelto in base alla procura del piacere senza tenere conto della morale, Peter Spinger fonda il Movimento Animalista partendo proprio da questo concetto.
Il che è molto contraddittorio, perché i principi vanno a scontrarsi con la soggettività in quanto il piacere è soggettivo.
Richard Ryder con il termine specismo voleva contrapporsi al concetto che gli esseri umani godano di uno status morale superiore e che quindi debbano godere di maggiori diritti rispetto agli altri animali, ma non era completamente d’accordo con la filosofia dell’utilitarsismo di Spinger.
Tantè che asseriva “Uno dei problemi dell’utilitarismo è che, per esempio, le sofferenze provocate alla vittima di uno stupro sono giustificate dal fatto che lo stupro ha procurato maggior piacere allo stupratore”
Peter Singer prendeva come riferimento il consequenzialismo il quale sosteneva che la valutazione di un’azione vada rapportata ai suoi effetti, per cui un comportamento giusto è quello che produce buone conseguenze.
Spinger integrò questo concetto nella filosofia utilitaristica, di conseguenza non teneva conto di nessuna regola morale, ma ogni atto era giusto se procurava piacere, tradotto poi in felicità.
Contraddittorio con ciò che si intende comunemente animalismo è dire poco.
Anche se la sua filosofia, apparentemente, comprendeva concetti condivisibili, come contro la crudeltà verso le forme di vita, la concentrazione delle ricchezze con esclusione del terzo mondo.
Ma le filosofie ingannevoli lo sono appunto perché abbinano concetti apparentemente giusti e morali con il suo esatto contrario, facendo leva sulla suggestionabilità e sentimentalismo umano.
Molti, in buona fede, mossi da giusti sentimenti hanno abbracciato la filosofia animalista senza vedere il suo inganno, un esempio?
Ecco cosa dice Peter Spinger:
“Nè un neonato nè un pesce sono persone, uccidere questi esseri non è moralmente così negativo come uccidere una persona”
(Singer, Ripensare alla vita, Il Saggiatore 1996, pag. 20)
In pratica colui che asseriva che gli animali sono esseri che provano dolore (cosa peraltro vera) e che non devono essere distinti come specie dagli esseri umani contemporaneamente diceva che un neonato non è una persona?
Si ha detto proprio questo, non solo.
Lui fa distinzione all’interno della specie umana chi è inferiore o superiore, di conseguenza chi ha diritto alla vita e chi no, infatti dice:
“Anche se il bambino potrà avere una vita senza eccessiva sofferenza, come nel caso della sindrome di Down, ma i genitori pensano che sia un peso eccessivo per loro e vogliono averne un altro, questa può essere una ragione per ucciderlo”
“E’ un diritto ragionevole lasciar morire i malati neurovegetativi perchè essi sono simili agli infanti disabili, non sono esseri coscienti, razionali, autonomi, la loro vita non ha valore intrinseco, il loro viaggio è arrivato alla fine”.
“La morte del feto e del bambino è una tragedia per i genitori, non per il feto o il bambino”.
“L’aborto a nascita parziale, quando il medico in fase ultima della gravidanza uccide il bambino aspirandone il cervello, è un metodo da praticare per rispettare la volontà della donna che vuole interrompere la gravidanza”.
Da far rabbrividire, idee paragonabili al Nazismo.
In sintesi è giustificabile l’omicidio di un portatore di Handicap o quella di un nascituro perché è un atto liberatorio per il piacere di un genitore “liberato da questo problema”.
Comunque l’Animalismo ebbe sempre maggiore importanza a livello mondiale con diverse sfaccettature, facendo milioni di seguaci più o meno consapevoli delle idee di base di Singer, e la nascita di altrettante Associazioni, solo in Italia se ne contano circa 800, tutte rigorosamente Onlus.
Ad eccezione, ci sono rare e piccole Associazioni, che non percepiscono finanziamenti pubblici, non sono invitate ai tavoli istituzionali, i cui membri operano nel quotidiano tra gli animali in difficoltà.
Tuttele altre con il medesimo cartello, cioè la difesa degli animali e dell’ambiente sopraffatti dalla specie umana predatrice, anzi dannosa per l’intero Pianeta. Di conseguenza l’affermarsi del Vegetarianesimo, veganesimo, che nelle sue forme più estreme priva gli animali domestici per natura carnivori, di cibi a base di proteine animali.
C’è da sottolineare che nelle antiche società contadine prima del sopravvento delle Multinazionali in tutti i settori, compreso l’agro alimentare, il consumo di carne era limitato massimo una volta alla settimana. Di solito si associava questo consumo all’abbinamento delle feste o la domenica, mentre gli animali fino alla fine vivevano dignitosamente in ambienti naturali.
Dopo le cose sono cambiate, l’allevamento di animali per uso alimentare in mano alle Multinazionali è diventato qualcosa di folle, idescrivibile, ritmi e spazi industriali, per animali come in una catena di montaggio, nutriti con svariati medicinali e sostanze chimiche. Questo non può essere accettabile, inoltre diventa un alimentazione, che a prescindere da motivazioni etiche lede pesantemente la salute umana.
Ma non è questo che interessa ai vertici del Movimento Animalista, altrimenti non sarebbe il braccio di sostegno di questo sistema mondiali sta, come d’altronde il Movimento Ambientalista.
Entrambi i movimenti sono raccolti nel Movimento Ecologista, un movimento globale ecologico indirizzato alla protezione dell’ambiente, è uno dei molti nuovi movimenti sociali che sono emersi alla fine degli anni sessanta. Non a caso negli anni dove si evolsero vari movimenti precursori della distruzione dei valori della famiglia e delle religioni, rivolgendosi a non ben identificate filosofie orientali.
Gli anni dei Figli dei Fiori, dell’amore universale senza distinzione, che certe volte sfociava in veri e propri culti pagani.
Il Movimento ecologista proclama la difesa dell’ambiente, natura, animali, e creava le sue fondamenta su storiche menzogne, come il surriscaldamento globale e il buco dell’Ozono. Menzogne che sono alla base dei negazionisti delle scie chimiche e la manipolazione voluta del clima con precisi progetti.
Il Vice Presidente americano eletto nel 1992, Al Gore, all’anagrafe Albert Arnold Gore, è uno dei padri fondatori del movimento ecologista, facendo di questa il suo cavallo di battaglia.
Tra parentesi in fu uno dei vicepresidenti più influenti della storia americana: partecipò a numerose riunioni internazionali e dibattiti pubblici; favorì la diffusione di internet e dei nuovi mezzi di comunicazione; lanciò numerosi attacchi militari contro Slobodan Milosevic e Saddam Hussein (celebre l’Operazione Desert Fox del 1998).
Attualmente È un membro del Consiglio di Amministrazione di Apple Inc. dal 2003 e lavora come Consulente Senior presso Google Inc.
Nella sua battaglia ecologista egli abbraccia l’Ipotesi Gaia una teoria di tipo olistico formulata per la prima volta dallo scienziato inglese James Lovelock nel 1979 in “Gaia. A New Look at Life on Earth”.
Gaia è che il nome del pianeta vivente (derivato da quello dell’omonima divinità femminile greca, nota anche col nome di Gea), si basa sull’assunto che gli oceani, i mari, l’atmosfera, la crosta terrestre e tutte le altre componenti geofisiche del pianeta terra si mantengano in condizioni idonee alla presenza della vita proprio grazie al comportamento e all’azione degli organismi viventi, vegetali e animali.
Il nemico di Gaia è l’uomo, come elemento interferente e distruttivo, tanto che la sua presenza è vista come un irreparabile e costante danno per il pianeta Terra.
Secondo questa teoria, ogni disastro è causato si dall’interferenza dell’uomo, ma è una reazione autonoma di Gaia, vista come entità viva a se stante.
Tutti i movimenti animalisti ambientalisti partono da questo presupposto, prendendo come dato inconfutabile il surriscaldamento globale, e di conseguenza la reazione di Gaia come ribellione. In questo contesto la presenza del genere umano sul pianeta Terra è vista come una costante minaccia.
Da qui ha preso piede la convinzione della “decrescita” attraverso principalmente il controllo delle nascite, e coniati nuovi termini come il termine “ecologico” seguito dal termine “ecosostenibile”. Cioè in pratica comportamenti e iniziative che non feriscano Gaia limitando l’impatto della presenza del genere umano.
Concetti favorevoli all’attuazione del Nuovo Ordine Mondiale.
Questi concetti, sono stati inculcati con una strumentalizzazione dei buoni sentimenti, una lenta e studiata manipolazione.
Intorno a Associazioni e Movimenti girano inoltre enormi quantità di denaro con interessi di grandi Lobby, comprese quelle farmaceutiche, ma questo è un altro discorso molto lungo. Comunque sta di fatto che l’animalismo ecologismo e ambientalismo sono spesso dei veri trampolini di lancio per affermazioni politiche e sociali.
La definizione che l’umanità è un elemento di disturbo e di danno sul pianeta, a discapito di altre specie viventi è talmente accettata culturalmente nella maggioranza, che non solo nasconde ben altre verità, ma genera aberrazioni.
Un esempio è il Movimento per l’estinzione Umana Volontaria, il VHEMT, i quali tra le altre cose asseriscono:
Fonte: http://www.vhemt.org/iaboutvhemt.htm
“Quando ogni essere umano deciderà di non riprodursi, la biosfera della Terra potrà tornare alla sua gloria di un tempo, e ognuna delle creature che rimarranno potrà essere libera di vivere, morire, evolversi e forse scomparire, come nel corso dei millenni hanno già fatto così tanti “esperimenti” di Madre Natura. L’ecologia della Terra tornerà in buona salute… tornerà in buona salute quella “forma di vita” nota a molti col nome di Gaia.
“Perché ciò possa accadere è necessaria la nostra scomparsa.”
Naturalmente sono favorevoli all’aborto, e eutanasia.
Il loro motto è :
«Si possa noi vivere a lungo ed estinguerci» Se poi qualcuno non vuole vivere a lungo sono affari suoi….

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