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mercoledì 22 agosto 2012

il genoma umano SENZA UN ARCHITETTO?

GENOMA UMANO
--
UN PROGETTO
SENZA ARCHITETTO?

Bill Clinton, quando era Presidente degli Stati Uniti, nell'ambito di una pubblicizzata cerimonia, annunciò che i biologi molecolari avrebbero «disegnato la cartina più meravigliosa che sia mai stata fatta dall'umanità».
Con queste parole, Clinton voleva riferirsi al deciframento quasi integrale dei circa 3,1 miliardi di coppie di basi del genoma umano.
Che cos'è un genoma?Il patrimonio ereditario di tutti gli esseri viventi, uomo compreso, è scritto nelle cellule per mezzo di un "codice chimico" che determina strutture e funzioni del soggetto: i singoli pezzi del codice vengono definiti geni e l'insieme dei geni di una cellula prende il nome di genoma. Il codice chimico utilizza un «alfabeto di quattro lettere», ma la sequenza di queste lettere nell'uomo è stata decifrata solo ora, con un indice statistico di verosimiglianza relativamente alto. La difficoltà principale di tale compito era collegata soprattutto all'enorme flusso di dati, quindi alla necessità di utilizzare programmi di elaborazione computerizzata, capaci di ordinare in modo opportuno la gran quantità di informazioni.
Le mappe genetiche
Le singole «lettere» di questa scrittura chimica sono rappresentate da "coppie di basi" del DNA, mentre i "geni" sarebbero le «frasi significative» composte da quelle lettere; la somma di tutti i geni va a costituire il genoma che rappresenta il "progetto di costruzione" dell'essere vivente. La decifrazione del codice genetico consente di comprendere più precisamente il significato delle frasi (geni), che presiedono per lo più alla formazione di proteine. Si è arrivati così a produrre delle «mappe genetiche», nelle quali è riportata la localizzazione di un determinato gene nel genoma.
Con la decifrazione del codice genetico si sono risvegliate grandi speranze per la guarigione di malattie finora ritenute incurabili. L'industria farmaceutica calcola che sulla base delle nuove conoscenze potranno essere messi a punto nuovi farmaci per la cura o la prevenzione di alcune malattie. I biologi a loro volta prevedono di poter comprendere meglio i processi che si svolgono nelle cellule. La manipolazione genetica è ora più semplice, anche se i suoi esiti, ora come in passato, sono ancora imprevedibili. 

 
Il genoma contiene molte informazioni.
Le informazioni, sebbene siano scritte con l'ausilio della materia, non sono materiali. Ciò che è scritto in un articolo di un nostro giornale, per esempio, contiene delle informazioni e le parole sono espresse con un codice che corrisponde alle lettere dell'alfabeto occidentale. Se non si conoscono le lettere usate, non si comprendono le parole e nemmeno le informazioni trasmesse. Ecco perché a scuola impariamo a leggere e a scrivere: in tal modo possiamo trasmettere e ottenere informazioni scritte.

Ogni lingua trasmette informazioni a suo modo e, in qualche caso, dobbiamo imparare caratteri diversi, ad esempio i caratteri cinesi. Ciò significa che impariamo contemporaneamente un altro codice. Ogni codice si basa su una convenzione arbitraria. Il mondo occidentale ha scelto i caratteri latini, mentre in Cina hanno adottato gli ideogrammi. Serie numeriche o alfabetiche messe insieme a caso non contengono alcuna informazione sensata e sono pertanto inutili.

Il linguaggio in cui è scritto il patrimonio ereditario utilizza quattro diverse basi azotate (o, più precisamente, quattro diversi nucleotidi), che si indicano con le lettere A, T, C e G. La sequenza di tre basi azotate nel DNA (tripletta) determina la presenza di un determinato aminoacido nella proteina codificata da quel gene. Un insieme di venti diversi aminoacidi formano l'alfabeto chimico delle proteine.

Ogni informazione viene memorizzata (scritta) con l'aiuto di un supporto dati. Il supporto dati di un articolo di giornale è la carta, quello del genoma è il DNA (acido desossiribonucleico). Il DNA può essere definito come una doppia e lunga catena di nucleotidi. Le due catene sono tenute insieme dal fatto che le basi azotate (A, T, C e G) sporgono verso l'interno e si legano l'una all'altra: la A (adenina) deve però trovare dall'altra parte la T (timina), mentre la C (citosina) deve trovare la G (guanina). Questa legge di accoppiamento di basi (AT e GC) permette che dalla sequenza di un'elica si possa leggere direttamente l'altra ed è essenziale nei processi di duplicazione del DNA, necessari per la trasmissione delle informazioni.
NUCLEOTIDI: composti organici formati da ribosio o desossiribosio, da una base azotata e da un acido fosforico. Le molecole di DNA e RNA sono dei nucleotidi.

TIMINA:
una delle basi azotate del DNA

GUANINA: composto organico derivato della purina, presente nel guano e nel DNA

ADENINA: composto chimico basico. Viene introdotta nell'organismo con i cibi ma è soprattutto sintetizzata dal fegato
Le informazioni non sono materiali,

abbiamo detto, perciò non possono neanche avere un'origine materiale. L'esperienza ci dice che il vasto contenuto informativo del patrimonio genetico non può essersi originato per caso, così come è impossibile che il contenuto di un libro stampato sia stato messo insieme dal caso. Il genoma del batterio più semplice finora noto contiene 580.000 coppie di basi. Se consideriamo ogni coppia di base come una lettera del nostro alfabeto, si ottiene un libro di circa 220 pagine. Il genoma dell'essere umano contiene circa tre miliardi di coppie di basi e anche se consideriamo soltanto la parte che descrive i geni (circa l'un per cento) essa riempirebbe circa 60 libri di 220 pagine ognuno. Entro certi limiti alcune lettere possono essere intercambiabili, ma tutto il testo, dall'inizio alla fine, ha un senso preciso che deve essere mantenuto. Oltre a ciò, bisogna aver concepito prima la lingua nella quale il patrimonio genetico è stato scritto. Prima di ogni divisione cellulare, inoltre, il genoma dev'essere completamente ricopiato, controllato e devono essere corretti gli errori di copiatura.
Esiste solo uno che poteva fare tutto ciò: un Creatore dall'intelligenza insuperabile.
Il progetto. Si dice spesso che il genoma contiene il «progetto» dell'essere vivente. Il progetto di costruzione di una casa, per esempio, descrive le caratteristiche di pietre, travi, assi e di tutti i singoli pezzi necessari alla costruzione; contiene anche i dati necessari a mettere insieme i vari elementi. La elaborazione di un progetto edile è possibile solo tramite una persona intelligente e creativa. Esso contiene molte informazioni e pertanto deve avere un'origine non materiale.
 Esperimenti chimici.
Non è noto un processo che dalla terra inanimata possa produrre gli elementi con purezza e in quantità necessarie a dare origine a un genoma, e ancor meno un meccanismo plausibile che spieghi l'origine di un contenuto informativo sensato contenuto in catene di polimeri (DNA) composte da elementi relativamente semplici. Tutti gli esperimenti finora proposti ed effettuati in laboratorio hanno prodotto alcuni degli elementi giusti ma accanto ad essi anche tantissimi elementi inutilizzabili. Non si conosce alcun meccanismo che riesca a dividere gli elementi giusti da quelli sbagliati. Di regola si formano miscugli di sostanze che si oppongono alla formazione delle catene polimeriche necessarie (si formano anche molecole che dissolvono tali catene).


Sistemi composti.


I biologi molecolari non solo hanno decifrato il genoma, ma hanno altresì mostrato che, soprattutto a livello molecolare, ci sono sistemi di cosiddetta "complessità irriducibile", che cioè funzionano unicamente in associazione. Michael Behe, uno dei ricercatori di punta in questo campo, lo ha dimostrato portando l'esempio di una trappola per topi (cfr. «factum», n. 7/8 del 1998, www.factum-magazin.ch). Una trappola per topi può funzionare soltanto se tutti i pezzi coincidono e sono composti in modo giusto. La caratteristica di un sistema irriducibile è data dal fatto che esso non funziona se una delle parti manca, o non è fatta nel giusto modo. Non è pertanto possibile che un simile sistema si sviluppi lentamente, passo dopo passo e in modo casuale.
Anche se non sappiamo chi ha costruito una certa trappola per topi, sappiamo comunque che si tratta di un essere intelligente che aveva proprio l'intenzione di costruire un sistema in cui i topi potessero cadere. Ogni singola parte è stata costruita con il consapevole intento di produrre quella trappola ed i pezzi non sarebbero potuti nascere casualmente, poiché il caso non ha piani, né intenzioni. Nel caso del primo essere vivente,
anche se immaginiamo il più semplice, fin dall'inizio doveva già essere presente tutto il patrimonio genetico, poiché solo così l'essere vivente avrebbe potuto riprodursi. Anche supponendo che un certo numero di elementi costitutivi si siano potuti originare per caso, non si sarebbero poi potuti accoppiare in modo sensato, ma si sarebbero semplicemente rimescolati a tutto il resto in modo disordinato. Ogni accoppiamento sorto per caso, molto probabilmente sarebbe stato distrutto subito dopo. Anche se si attendessero miliardi di anni, il caso lavorerebbe sempre con la tendenza a mescolare uniformemente i vari elementi. La nascita casuale di esseri viventi, pertanto, è praticamente esclusa.
Lo stesso vale per ogni ulteriore sviluppo di quel supposto primo essere vivente. Se dai pesci hanno avuto origine gli anfibi, questi avrebbero dovuto creare nuovi organi. Invece delle pinne, per esempio, sarebbero dovute crescere le zampe. Per far questo, nel genoma avrebbe dovuto essere immessa come minimo una nuova sezione di informazioni. Essa avrebbe dovuto essere quella giusta al primo colpo, altrimenti il nuovo essere vivente non avrebbe avuto la possibilità di sopravvivere. Una zampa incompleta, o una pinna incompleta, rappresentano un impedimento alla sopravvivenza. Ne consegue che uno sviluppo graduale di nuovi organi, così come insegnato da Darwin, è praticamente impossibile.

La memorizzazione del patrimonio genetico nel genoma, la scelta del supporto dati, il tipo di codice, la lettura e la copiatura delle informazioni memorizzate e la trasformazione delle indicazioni in esse contenute, formano un sistema molto complesso e irriducibile, che non ha potuto svilupparsi per caso e che ha funzionato fin dal primo momento. Non è quindi logico e plausibile presupporre già da questo l'esistenza di un atto creativo intelligente?
Extraterrestri.
Attualmente si cercano con grande zelo informazioni di natura «extraterrestre», cioè segnali derivanti da esseri intelligenti che dovrebbero provenire dall'universo. Se si scoprissero tali segnali, verrebbero riconosciuti come prova all'esistenza di esseri intelligenti. Infatti solo degli esseri intelligenti potrebbero produrre e inviare tali segnali.
Parallelamente, negli ultimi anni sono stati decifrati i genomi di 31 esseri viventi (fra cui quello di tre batteri, della drosofila e di un piccolo verme). Siccome le informazioni contenute nel genoma non possono essere di origine materiale, devono provenire da un essere intelligente extraterrestre, anche se finora questo essere intelligente non è stato riconosciuto come tale dalla maggioranza degli scienziati.
È singolare il fatto che si accetterebbero senza dubbi dei segnali intelligenti provenienti dallo spazio come prova dell'esistenza di intelligenze, ma non si riconoscono i segnali provenienti dal genoma come testimonianza dell'esistenza del Creatore
 

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