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SENZA
ARCHITETTO?
Bill Clinton, quando era Presidente degli Stati Uniti,
nell'ambito di una pubblicizzata cerimonia, annunciò che i biologi molecolari
avrebbero «disegnato la cartina più meravigliosa che sia mai stata fatta
dall'umanità». Con queste parole, Clinton voleva riferirsi al deciframento
quasi integrale dei circa 3,1 miliardi di coppie di basi del genoma
umano.
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Che cos'è un genoma?Il patrimonio ereditario di tutti gli esseri viventi, uomo
compreso, è scritto nelle cellule per mezzo di un "codice chimico" che determina
strutture e funzioni del soggetto: i singoli pezzi del codice vengono definiti
geni e l'insieme dei geni di una cellula prende il nome di genoma. Il codice
chimico utilizza un «alfabeto di quattro lettere», ma la sequenza di queste
lettere nell'uomo è stata decifrata solo ora, con un indice statistico di
verosimiglianza relativamente alto. La difficoltà principale di tale compito era
collegata soprattutto all'enorme flusso di dati, quindi alla necessità di
utilizzare programmi di elaborazione computerizzata, capaci di ordinare in modo
opportuno la gran quantità di informazioni.
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Le mappe
genetiche
Le singole «lettere» di questa scrittura
chimica sono rappresentate da "coppie di basi" del DNA, mentre i "geni"
sarebbero le «frasi significative» composte da quelle lettere; la somma di tutti
i geni va a costituire il genoma che rappresenta il "progetto di costruzione"
dell'essere vivente. La decifrazione del codice genetico consente di comprendere
più precisamente il significato delle frasi (geni), che presiedono per lo più
alla formazione di proteine. Si è arrivati così a produrre delle «mappe
genetiche», nelle quali è riportata la localizzazione di un determinato gene
nel genoma. Con la decifrazione del codice genetico si sono risvegliate
grandi speranze per la guarigione di malattie finora ritenute incurabili.
L'industria farmaceutica calcola che sulla base delle nuove conoscenze potranno
essere messi a punto nuovi farmaci per la cura o la prevenzione di alcune
malattie. I biologi a loro volta prevedono di poter comprendere meglio i
processi che si svolgono nelle cellule. La manipolazione genetica è ora più
semplice, anche se i suoi esiti, ora come in passato, sono ancora
imprevedibili.
Il genoma contiene molte
informazioni. Le informazioni, sebbene siano scritte con
l'ausilio della materia, non sono materiali. Ciò che è scritto in un articolo di
un nostro giornale, per esempio, contiene delle informazioni e le parole sono
espresse con un codice che corrisponde alle lettere dell'alfabeto occidentale.
Se non si conoscono le lettere usate, non si comprendono le parole e nemmeno le
informazioni trasmesse. Ecco perché a scuola impariamo a leggere e a scrivere:
in tal modo possiamo trasmettere e ottenere informazioni scritte.
Ogni lingua trasmette informazioni a suo modo e, in qualche caso,
dobbiamo imparare caratteri diversi, ad esempio i caratteri cinesi. Ciò
significa che impariamo contemporaneamente un altro codice. Ogni codice si basa
su una convenzione arbitraria. Il mondo occidentale ha scelto i caratteri
latini, mentre in Cina hanno adottato gli ideogrammi. Serie numeriche o
alfabetiche messe insieme a caso non contengono alcuna informazione sensata e
sono pertanto inutili.
Il linguaggio in cui è scritto il patrimonio
ereditario utilizza quattro diverse basi azotate (o, più precisamente, quattro
diversi nucleotidi), che si indicano con le lettere A, T, C e G. La sequenza di
tre basi azotate nel DNA (tripletta) determina la presenza di un determinato
aminoacido nella proteina codificata da quel gene. Un insieme di venti diversi
aminoacidi formano l'alfabeto chimico delle proteine.
Ogni informazione
viene memorizzata (scritta) con l'aiuto di un supporto dati. Il supporto dati di
un articolo di giornale è la carta, quello del genoma è il DNA (acido
desossiribonucleico). Il DNA può essere definito come una doppia e lunga catena
di nucleotidi. Le due catene sono tenute insieme dal fatto che le basi azotate
(A, T, C e G) sporgono verso l'interno e si legano l'una all'altra: la A
(adenina) deve però trovare dall'altra parte la T (timina), mentre la C
(citosina) deve trovare la G (guanina). Questa legge di accoppiamento di basi
(AT e GC) permette che dalla sequenza di un'elica si possa leggere direttamente
l'altra ed è essenziale nei processi di duplicazione del DNA, necessari per la
trasmissione delle informazioni.
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NUCLEOTIDI: composti organici formati da ribosio o
desossiribosio, da una base azotata e da un acido fosforico. Le molecole di DNA
e RNA sono dei nucleotidi.
TIMINA: una delle basi azotate del
DNA
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GUANINA: composto organico derivato della purina,
presente nel guano e nel DNA
ADENINA: composto chimico basico.
Viene introdotta nell'organismo con i cibi ma è soprattutto sintetizzata dal
fegato
Le informazioni non sono
materiali, abbiamo
detto, perciò non possono neanche avere un'origine materiale. L'esperienza ci
dice che il vasto contenuto informativo del patrimonio genetico non può essersi
originato per caso, così come è impossibile che il contenuto di un libro
stampato sia stato messo insieme dal caso. Il genoma del batterio più semplice
finora noto contiene 580.000 coppie di basi. Se consideriamo ogni coppia di base
come una lettera del nostro alfabeto, si ottiene un libro di circa 220 pagine.
Il genoma dell'essere umano contiene circa tre miliardi di coppie di basi e
anche se consideriamo soltanto la parte che descrive i geni (circa l'un per
cento) essa riempirebbe circa 60 libri di 220 pagine ognuno. Entro certi limiti
alcune lettere possono essere intercambiabili, ma tutto il testo, dall'inizio
alla fine, ha un senso preciso che deve essere mantenuto. Oltre a ciò, bisogna aver concepito
prima la lingua nella quale il patrimonio genetico è stato scritto. Prima
di ogni divisione cellulare, inoltre, il genoma dev'essere completamente
ricopiato, controllato e devono essere corretti gli errori di copiatura.
Esiste solo uno che poteva fare tutto ciò: un
Creatore dall'intelligenza insuperabile.
Il progetto. Si dice spesso che il genoma contiene il «progetto» dell'essere
vivente. Il progetto di costruzione di una casa, per esempio, descrive le
caratteristiche di pietre, travi, assi e di tutti i singoli pezzi necessari alla
costruzione; contiene anche i dati necessari a mettere insieme i vari elementi.
La elaborazione di un progetto edile è possibile solo tramite una persona
intelligente e creativa. Esso contiene molte informazioni e pertanto deve avere
un'origine non materiale.
Esperimenti chimici. Non è
noto un processo che dalla terra inanimata possa produrre gli elementi con
purezza e in quantità necessarie a dare origine a un genoma, e ancor meno un
meccanismo plausibile che spieghi l'origine di un contenuto informativo sensato
contenuto in catene di polimeri (DNA) composte da elementi relativamente
semplici. Tutti gli esperimenti finora
proposti ed effettuati in laboratorio hanno prodotto alcuni degli elementi
giusti ma accanto ad essi anche tantissimi elementi inutilizzabili. Non si
conosce alcun meccanismo che riesca a dividere gli elementi giusti da quelli
sbagliati. Di regola si formano miscugli di sostanze che si oppongono alla
formazione delle catene polimeriche necessarie (si formano anche molecole che
dissolvono tali catene).
Sistemi composti.
I biologi
molecolari non solo hanno decifrato il genoma, ma hanno altresì mostrato che,
soprattutto a livello molecolare, ci sono sistemi di cosiddetta "complessità
irriducibile", che cioè funzionano unicamente in associazione. Michael
Behe, uno dei ricercatori di punta in questo campo, lo ha dimostrato
portando l'esempio di una trappola per topi (cfr. «factum», n. 7/8 del
1998, www.factum-magazin.ch). Una
trappola per topi può funzionare soltanto se tutti i pezzi coincidono e sono
composti in modo giusto. La caratteristica di un sistema irriducibile è data dal
fatto che esso non funziona se una delle parti manca, o non è fatta nel giusto
modo. Non è pertanto possibile che un simile sistema si sviluppi lentamente,
passo dopo passo e in modo casuale.
Anche se non sappiamo chi ha costruito una
certa trappola per topi, sappiamo comunque che si tratta di un essere
intelligente che aveva proprio l'intenzione di costruire un sistema in cui i
topi potessero cadere. Ogni singola parte è stata costruita con il consapevole
intento di produrre quella trappola ed i pezzi non sarebbero potuti nascere
casualmente, poiché il caso non ha piani, né intenzioni. Nel caso del primo essere
vivente,
anche se immaginiamo il più semplice, fin
dall'inizio doveva già essere presente tutto il patrimonio genetico, poiché solo
così l'essere vivente avrebbe potuto riprodursi. Anche supponendo che un certo
numero di elementi costitutivi si siano potuti originare per caso, non si
sarebbero poi potuti accoppiare in modo sensato, ma si sarebbero semplicemente
rimescolati a tutto il resto in modo disordinato. Ogni accoppiamento sorto per
caso, molto probabilmente sarebbe stato distrutto subito dopo. Anche se si
attendessero miliardi di anni, il caso lavorerebbe sempre con la tendenza a
mescolare uniformemente i vari elementi. La nascita casuale di esseri viventi,
pertanto, è praticamente esclusa.
Lo stesso vale per ogni ulteriore sviluppo di quel supposto
primo essere vivente. Se dai pesci hanno avuto origine gli anfibi, questi
avrebbero dovuto creare nuovi organi. Invece delle pinne, per esempio, sarebbero
dovute crescere le zampe. Per far questo, nel genoma avrebbe dovuto essere immessa come minimo una
nuova sezione di informazioni. Essa avrebbe dovuto essere quella giusta al primo
colpo, altrimenti il nuovo essere vivente non avrebbe avuto la possibilità di
sopravvivere. Una zampa incompleta, o una pinna incompleta, rappresentano un
impedimento alla sopravvivenza. Ne consegue che uno sviluppo graduale di nuovi
organi, così come insegnato da Darwin, è praticamente
impossibile.
La memorizzazione del
patrimonio genetico nel genoma, la scelta del supporto dati, il tipo di codice,
la lettura e la copiatura delle informazioni memorizzate e la trasformazione
delle indicazioni in esse contenute, formano un sistema molto complesso e
irriducibile, che non ha potuto svilupparsi per caso e che ha funzionato fin dal
primo momento. Non è quindi logico e plausibile presupporre già da questo
l'esistenza di un atto creativo intelligente?
Extraterrestri.
Attualmente si cercano
con grande zelo informazioni di natura «extraterrestre», cioè segnali derivanti
da esseri intelligenti che dovrebbero provenire dall'universo. Se si scoprissero
tali segnali, verrebbero riconosciuti come prova all'esistenza di esseri
intelligenti. Infatti solo
degli esseri intelligenti potrebbero produrre e inviare tali segnali.
Parallelamente, negli
ultimi anni sono stati decifrati i genomi di 31 esseri viventi (fra cui quello
di tre batteri, della drosofila e di un piccolo verme). Siccome le informazioni
contenute nel genoma non possono essere di origine materiale, devono provenire
da un essere intelligente extraterrestre, anche se finora questo essere
intelligente non è stato riconosciuto come tale dalla maggioranza degli
scienziati.
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È
singolare il fatto che si accetterebbero senza dubbi dei segnali intelligenti
provenienti dallo spazio come prova dell'esistenza di intelligenze, ma non si
riconoscono i segnali provenienti dal genoma come testimonianza dell'esistenza
del Creatore
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