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domenica 19 agosto 2012

medjugorjani CHE TENTANO DI SCREDITARE I VESCOVI CRITICI DI MEDJUGORJE!!!

Il vescovo di Mostar ci ricorda


Il vescovo di Mostar ci ricorda, se ce ne fosse bisogno, tutta la sua avversione per le apparizioni della Vergine a Medjugorje, e mostra totale disinteresse e indifferenza verso i meravigliosi frutti spirituali delle stesse. Da tutto il mondo milioni di pellegrini, decine di migliaia di sacerdoti e molti vescovi vi affluiscono in continuazione e lui si ostina ancora a dire che è tutto falsità e invenzione dei frati!
Il Vescovo vanta fra l’altro appoggi importanti a Roma (vedi sua omelia del 6 giugno 2009) da parte di Mons. Angelo Amato e del Cardiale William Levada che, guarda caso, sono proprio quei due che hanno firmato le accuse contro P. Tomislav Vlasic. Il terzo accusatore è il Vescovo di Chieti, Bruno Forte, che ha ritenuto attendibili le critiche dei fuoriusciti dalla comunità, in particolare di Fra Lino Frau, che ha messo in una sua parrocchia, salvo poi dover sospenderlo a divinis perché non affidabile.

La lettera del Vescovo a fra Petar Vlašic, parroco di Medugorje
Mostar, 12 giugno 2009.; Prot.: 648/2009
Reverendo parroco fra Petar! Dopo aver fatto la visita canonica alla parrocchia di Medjugorje il mercoledì 10 giugno corrente, dove nove altri padri francescani con decreti emanati da questa Curia condividono con Lei la cura delle anime, desidero ora riferirmi, anche in questo modo, ad alcuni punti. Essendo Lei l’attuale parroco che in tale qualità lavora lì dal settembre 2007, esprimo i miei sinceri ringraziamenti per la trasparente annotazione dei libri di registro ed altri. Per un parroco, come anche per un vescovo – è davvero essenziale svolgere bene non solo il munus docendi et sanctificandi, ma anche il munus gubernandi affidatogli.
Munus docendi: - Tuttora vale la regola che nella parrocchia di Medjugorje non possono guidare ritiri ed esercizi spirituali, neanche tenere conferenze, sacerdoti provenienti dall’estero, senza l’approvazione di questa Curia (Circ. del 23.8.2001,nr. 1290/2001). - Analogamente, né i sacerdoti esteri né quelli domestici possono propagare in codesta chiesa e neanche nei dintorni ecclesiastici i presunti ”messaggi” e ”apparizioni” che non sono proclamati autentici.
Munus sanctificandi: - È lodevole che Lei richieda ad ogni sacerdote che vuole celebrare la S. Messa a Medjugorje il celebret del suo superiore ecclesiastico e che registri in un libro particolare tutti i concelebranti dall’inizio di quest’anno. - Parimenti Lei mi ha detto di essere stato informato dall’”Oasi della pace”, che, dopo l’intervento di questa Curia del 15 dicembre 2008, non conservano più privatamente la SS. Eucaristia nella loro cappella e non fanno l’adorazione, che finora hanno fatto per conto proprio. Essi come associazione religiosa non hanno il permesso di soggiornare nel territorio di questa diocesi.
Munus gubernandi: - Lei mi ha informato che la chiesa a Bijakovici, costruita a suo tempo da un fedele dall’estero come suo ex-votum, senza la dovuta richiesta e approvazione delle competenti autorità ecclesiastiche, è chiusa per ora e che in essa non si svolge nessuna cerimonia. - Nella cronaca ha cercato di registrare, anche con la giusta terminologia, tutto quel che appartiene alla parrocchia come un’unità pastorale di questa diocesi, senza riguardo a tutte le storie sui “veggenti”, le “apparizioni” e i “messaggi” legati a codesta parrocchia.
“Il fenomeno di Medugorje”: - Il “Santuario”. La parrocchia di Medjugorje non può essere denominata santuario, né privatamente, né pubblicamente, né ufficialmente, poiché non è riconosciuto come tale a nessun livello ecclesiastico competente. E tale dicitura non può figurare sul sito web di “Medjugorje [invece fino ad oggi, 29.9.09 il sito è rimasto tale e quale, vedi qui - ndr]– luogo della preghiera e riconciliazione”, dove si trova ora in più luoghi. In un’informazione su tale sito – dove non si vede neanche chi è il responsabile – c’è quest’avviso: - ”Per evitare ogni malinteso, vogliamo sottolineare che il Santuario non ha dato a nessuno la missione di rappresentare Medjugorje. Il Santuario non ha dato la missione ad alcuna comunità e persona né in Medjugorje né fuori di Medjugorje - di diffondere o di interpretare i messaggi della Gospa. Tutte queste iniziative sono private e spontanee dei fedeli e delle comunità.” Da questa informazione risulta come se il sito proclamasse se stesso “Santuario”. Poi in questo modo sembra l’unico competente a dare istruzioni al mondo. Come Ordinario locale, con la presente dichiaro che il sedicente “santuario” non ha alcuna missione per dichiararsi Santuario. A Lei e a tutti i padri francescani che lavorano nella pastorale di Medjugorje, ufficialmente richiedo di non usare la dicitura “santuario”, di non presentare (la parrocchia) con tale titolo, poiché non ha la missione ecclesiastica di comparire a nome di Medjugorje né diffondere ed interpretare le “apparizioni” e i “messaggi” di Medjugorje. - Commenti dei “messaggi”. Ho conversato davanti a Lei e un altro vicario, con fra Danko Perutina che scrive e pubblica i commenti dei “messaggi” presi dalle “apparizioni” del 25 del mese. È stato detto che egli riceve i “messaggi” dalla “veggente” Marija dall’Italia o da Medjugorje quando lei si trova in codesto luogo e poi lì presenta, commenta e propaga. Questo è contrario alla decisione e richiesta della Curia, specialmente dopo la dichiarazione del 10 giugno 2006, il che ho ripetuto nella chiesa parrocchiale il 6 giugno 2009 (omelie in allegato).
  • Il Cenacolo. Dopo il nostro intervento, prima del Natale dell’anno scorso, nel cortile del Cenacolo non ci sono più “apparizioni” private alla presunta veggente Mirjana Dragicevic, sposata Soldo, ogni due del mese.
  • L’Associazione “Kraljice mira …” Sono stato informato durante l’incontro che nell’”associazione” del fondatore Tomislav Vlašic a Medjugorje, che parimenti non ha il permesso di dimorare nel territorio di questa diocesi, ci siano alcuni membri, maschi e femmine, che si vestono in borghese. Il numero delle preghiere. Nel settembre 2007, in occasione del Suo ingresso all’ufficio del parroco, Le ho accennato che i cosiddetti “veggenti” non possono comparire nella chiesa in nessuna occasione per propagare le loro “apparizioni” e “messaggi” privati, neanche presiedendo, né loro né nessuno al loro posto, la recita di un certo numero di preghiere “ricevute” in un’“apparizione”. Non si può, quindi, usare le preghiere evangeliche ed ecclesiastiche riconosciute per introdurre “numeri” e “messaggi” delle ““apparizioni” private.
Le intenzioni del rosario. Parimenti non è permesso di introdurre durante la preghiera del rosario mariano nella chiesa le intenzioni ricevute in una “apparizione” o “messaggio”. Abbiamo sufficienti intenzioni ufficiali ecclesiastiche (pontificie, episcopali, missionarie…) e non c’è bisogno di ricorrere arbitrariamente alle presunte apparizioni e messaggi, e mescolarli con le preghiere pubbliche della Chiesa. Anniversari. Non è permesso che in qualsiasi tempo, specialmente in occasione delle “apparizioni” di Medjugorje, i ”veggenti” e le ”veggenti” siano invitati e compaiano nella chiesa parrocchiale o in qualsiasi ambiente ecclesiastico per propagare i loro “messaggi” e “apparizioni” private. Quindi, non mescoliamo il non riconosciuto col riconosciuto, il privato coll’ufficiale, il non liturgico col liturgico.
Grato per quello che Lei, insieme agli altri frati di codesta parrocchia intraprendete per il bene delle anime e perché sapete distinguere chiaramente la cura pastorale dalle ”apparizioni” e ”messaggi” privati, La saluto con devoti ossequi.

La lettera del Vescovo a fra Danko Perutina, vicario parrocchiale di Medjugorje
Mostar, 12 giugno 2009; Prot.: 649/2009
Reverendo fra Danko! Dopo la Sua ordinazione sacerdotale nel 1999 e alla conclusione degli studi, io L’avevo nominato, su proposta dei Suoi Superiori religiosi, nel 2000, vicario parrocchiale di Humac. Poi, sempre su proposta del Suo Governo provinciale, nel 2001, vicario di Medugorje, nel 2005 nuovamente di Humac e nel 2007 a Medugorje. Nel frattempo, dal 2002 al 2005, Lei ha studiato e ottenuto il grado in mariologia a Roma.
Le scrivo in riferimento ai Suoi commenti dei cosiddetti ”messaggi” ed ”apparizioni” del giorno 25 del mese. Nella visita ufficiale a Medugorje, il 10 giugno a. c., ne ho conversato con Lei, presenti anche il parroco fra Petar Vlašic e un altro vicario. Nella conversazione si è evidenziato che Marija Pavlovic, sposata Lunetti, ”veggente” quotidiana che vive in Italia, e temporaneamente anche a Medugorje, invia a codesto Ufficio parrocchiale o a qualcuno di voi operatori pastorali nella parrocchia di Medugorje, il suo ”messaggio” del giorno venticinque del mese, che poi viene pubblicato sul sito web di Medugorje e negli altri mass media. E Lei regolarmente commenta tale ”messaggio” mensile, che è diffuso in varie lingue. Quando ho domandato come mai si trasmette solo il ”messaggio” del 25 del mese e non gli altri ”messaggi”, come se fossero ”privati”, non ho sentito una risposta chiara e convincente. Non so chi ha posto e autorizzato Lei a commentarli e trasmetterli sul sito. Chi in genere si appropria del diritto di decidere che alcuni ”messaggi” siano omessi ed altri trasmessi e ciò tramite l’Ufficio parrocchiale e il sito collegato con la parrocchia di Medjugorje?
Gradatamente siamo riusciti ad allontanare dalla chiesa parrocchiale e dagli ambienti ecclesiali, le ”apparizioni” e i ”messaggi” non riconosciuti, e la comparsa dei ”veggenti” e delle ”veggenti” prima o dopo la S. Messa. Nella conversazione ho ricordato di aver chiesto, anche nel 2006, e riconfermato nel 2009 dall’altare che ”Nessun sacerdote che opera canonicamente in questa parrocchia di Medugorje o che sia di passaggio, è autorizzato a presentare la sua opinione privata, contraria alla posizione ufficiale della Chiesa sulle ‘apparizioni e messaggi’, né in occasione delle celebrazioni dei sacramenti, né durante i regolari atti di devozione, né nei mezzi di comunicazione cattolici” (omelie in allegato).
Per evitare qualsiasi malinteso, con la presente dichiaro che Lei, con il mio decreto, non è autorizzato né a nome dell’Ufficio parrocchiale né come vicario parrocchiale a commentare e trasmettere i ”messaggi” del 25 o di qualsiasi altro giorno nel mese. Questi sono ”messaggi” privati di persone private per uso privato. E non possiamo permettere che ciò si formalizzi come messaggio dell’Ufficio parrocchiale, del parroco o di qualsiasi vicario parrocchiale o persino del ”Santuario” quando non è riconosciuto come tale a nessun livello: né diocesano, né della Conferenza Episcopale, né della Santa Sede. Mi aspetto pertanto con fiducia, senza altri ammonimenti, che d’ora in poi non trasmetta i Suoi commenti né a nome dell’Ufficio parrocchiale né sotto il Suo proprio nome, né sotto uno pseudonimo, né dopo il 25 del corrente mese e mai finché le cose stanno così. La saluto con (tutte le accuse del Vescovo di Mostar:
- giudicate voi quanto siano valide!)

”Nessuna apparizione è indispensabile alla fede, la Rivelazione è terminata con Gesù Cristo, Egli stesso è la Rivelazione. Ma non possiamo certo impedire a Dio di parlare a questo nostro tempo, attraverso persone semplici e anche per mezzo di segni straordinari che denuncino l’insufficienza delle culture che ci dominano, marchiate di razionalismo e di positivismo. Le apparizioni hanno un loro posto preciso nello sviluppo della vita della Chiesa. Mostrano tra l’altro che la Rivelazione – pur essendo unica e dunque non superabile – non è cosa morta, è viva e vitale”. (Cardinal Ratzinger in “Rapporto sulla fede”, libro intervista di Vittorio Messori)
“Inoltre lo Spirito Santo non si limita a santificare e a guidare il popolo di Dio per mezzo dei sacramenti e dei ministeri, e ad adornarlo di virtù, ma «distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui», dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi vari incarichi e uffici utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa secondo quelle parole: «A ciascuno la manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio». E questi carismi, dai più straordinari a quelli più semplici e più largamente diffusi, siccome sono soprattutto adatti alle necessità della Chiesa e destinati a rispondervi, vanno accolti con gratitudine e consolazione…
Il giudizio sulla loro genuinità e sul loro uso ordinato appartiene a coloro che detengono l’autorità nella Chiesa; ad essi spetta soprattutto di non estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono.” (Lumen Gentium 12)

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