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domenica 26 agosto 2012

MONS. APPIGNANESI: LE CONVERSIONI NON SONO SINONIMO DI VALIDITÀ PER MEDJUGORJE. ABUSO DEL NOME DI GIOVANNI PAOLO II


   MONS. APPIGNANESI: LE CONVERSIONI NON SONO SINONIMO DI VALIDITÀ PER MEDJUGORJE. ABUSO DEL NOME DI GIOVANNI PAOLO IIStampaE-mail
Pontifex.RomaCon Monsignor Ennio Appignanesi, arcivescovo emerito di Potenza, parliamo del tema Medjugorje, quanto mai delicato e scottante che divide, come in una sorta di derby, i fedeli. Eccellenza, che opinione si è fatto di Medjugorje e relative apparizioni? "approvo, intanto, la saggia cautela della Chiesa che su questo punto ancora non si è pronunciata in quanto le apparizioni continuano e dunque, su un fenomeno in continua evoluzione, non è possibile dare una risposta definitiva o certa". Avrà comunque una sua opinione sui messaggi e i veggenti: "in tutto questo noto, con una certa preoccupazione, una sorta di autoreferenzialità. Probabilmente, ci vorrebbe maggior vigilanza ". Eppure a giudicare dai frutti (numero elevato di conversioni), sembra che a Medjugorje si faccia sul serio: "non voglio offendere o criticare la tanta gente che va con devozione in quel posto, ma ricordo che la conversione è un atto che nasce dall'iniziativa di Dio e dunque ...
... può avvenire in qualsiasi posto. Il fatto che avvengano conversioni a Medjugorje, di per sè non è sinonimo o certificazione automatica della bontà delle conversioni. In aggiunta, trovo la qualità di quei messaggi sempre uguale".
Eppure il beato Giovanni Paolo II, si dice, avrebbe voluto esserci:
"non esistono prove certe di questo ed un morto non può smentire o confermare. Non vorrei che si facesse anche un abuso nell'uso del defunto beato Giovanni Paolo II".
Una veggente, fotografata, impone le mani, è giusto?
"i laici non sono abilitati a fare questo, un gesto che ha valore e natura sacramentale. L'imposizione delle mani, come il dare l'assoluzione durante la confessione, è un gesto riservato alla persona consacrata ministro. So bene che qualcuno del Rinnovamento fa questo, ma non significa che sia giusto. Esiste chi compie questo gesto, abusando, ed i vescovi dovrebbero intervenire".
Bruno Volpe

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