di Matteo Castagna
In questi giorni mi sono capitati tra le mani dei documenti, che ho potuto verificare, dai quali risulta un’argomentazione che reputo interessante e utile per tutti coloro che, senza pregiudizi, vogliono approfondire le tematiche relative alla crisi provocata dalla “Contro-Chiesa” modernista, ed all’occupazione dei Sacri Palazzi da parte dei suoi esponenti di spicco, fin dalle più alte cariche.
Alcuni confutano la dottrina sulla sede vacante in caso di defezione dalla Fede Cattolica, dicendo che va contro le promesse di Cristo. Questa dottrina è del tutto arbitraria. Ed addirittura tacciare di eretico chi sostiene il contrario è elevare una propria idea personale, tra l’altro sbagliata, a dottrina universale della Chiesa, per cui se una persona non ci si attiene sarebbe eretica.
La Chiesa non ha mai detto che nel primato di Pietro è inclusa l’impossibilità di una decadenza dall’autorità per decadenza dalla Fede. E lo confermano i fatti.
Chi fa tali affermazioni dimostra di avere una gigantesca ignoranza, perché, magari anche senza saperlo, darebbe degli eretici a Papi, Santi, Dottori e Padri della Chiesa che hanno confermato questo argomento: la possibilità della sede vacante in caso di decadenza dalla Fede Cattolica del sedente. La posizione sedevacantista, contrariamente a quanto asseriscono i malevoli, crede con la massima certezza nel Papato, nell’infallibilità papale e nel primato del Romano Pontefice. Ma non si può che constatare la vacanza causata dal decadimento dalla Fede dei cosiddetti “papi conciliari” (Giovanni XXIIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI) che professano le novità della “rivoluzione in tiara e cappa” avvenuta con il Conciliabolo Vaticano II. A tal proposito l’ Arcivescovo Marcel Lefebvre ebbe a scrivere, il 29 giugno 1976, in occasione della “sospensione a divinis” comminatagli da Paolo VI:
“La Chiesa Conciliare è una Chiesa scismatica, perché rompe con la Chiesa Cattolica quale è sempre stata. Essa ha i suoi nuovi dogmi, il suo nuovo sacerdozio, le sue nuove istituzioni, il suo nuovo culto, tutti già condannati dalla Chiesa in molti documenti, ufficiali e definitivi.
“Questa Chiesa Conciliare è scismatica, perché ha preso per base per il suo aggiornamento, principi opposti a quelli della Chiesa Cattolica, come la nuova concezione della Messa espressa ai numeri 5 della Prefazione al [decreto] Missale Romanum e 7 del suo primo capitolo, che attribuisce all’assemblea un ruolo sacerdotale che non può esercitare; come similmente il naturale — vale qui a dire divino — diritto di ogni persona e di ogni gruppo di persone alla libertà religiosa.
“Questo diritto alla libertà religiosa è blasfemo, perché attribuisce a Dio scopi che distruggono la Sua Maestà, la Sua Gloria, la Sua Regalità. Questo diritto implica libertà di coscienza, libertà di pensiero, e tutte le libertà massoniche.
“La Chiesa che afferma tali errori è al tempo stesso scismatica ed eretica. Questa Chiesa Conciliare è, pertanto, non cattolica. Nella misura in cui Papa, vescovi, preti e fedeli aderiscono a questa nuova Chiesa, essi si separano dalla Chiesa Cattolica.”
A sostegno della posizione sedevacantista ci sono i pronunciamenti che autorevolissimi canonisti applicano anche al Papa, contenuti all’art. 188 art. 4 del Codice di Diritto Canonico del 1917, che richiamano la Bolla “Cum ex Apostolatus Officio” di S.S. Paolo IV:
“Qualsiasi ufficio sarà vacante ipso facto [per il fatto stesso] per tacita rinuncia e senza che sia richiesta alcuna dichiarazione, … §4 per pubblica defezione dalla Fede Cattolica;… (Ob tacitam renuntiationem ab ipso iure admissam quaelibet officia vacant ipso facto et sine ulla declaratione, si clericus: … 4. A fide catholica publice defecerit;…)” La lunghezza temporale è un castigo per i peccati commessi contro la Fede, che si ripercuote su tutti, ma che non implica affatto la decadenza del “non prevalaebunt”, che rimane il faro della Speranza per i cattolici. La Chiesa Cattolica rimane e rimarrà sempre laddove vi sia chi fa ciò che Essa intende. E, nonostante la crisi senza precedenti che stiamo vivendo, la Provvidenza divina ci fornisce esempi edificanti di questo, pur nella visibilità ridotta della Chiesa stessa.
Fatta questa premessa, veniamo ad un argomento certamente interessante.
Un frate minore chiede aiuto e consiglio a Santa Brigida. Ella prega e ode la Vergine Maria che le spiega come risolvere la questione.
Il Papa stava facendo molti e gravi peccati e questo frate confessore subiva pressioni da alcune persone che gli dicevano che per tali motivi il sedente non era più Papa.
Attanagliato forse dalla condizione palesemente grave di tale Sovrano, cominciano a sorgere in lui dei dubbi.
La Madonna prontamente fornisce a Santa Brigida la risposta CATTOLICA per liberare il frate da quel problema, oltre a dargli altri consigli e rasserenazioni su altre questioni sue personali.
Scrive Santa Brigida:
“Onore e grazie siano date all’Onnipotente Iddio ed alla Beata Vergine Maria, la sua degna Madre! Mi è sembrato, quale persona indegna qual sono, che mentre ero assorbita in preghiera, la Madre di Dio abbia detto a me, una peccatrice, le seguenti parole:
Dì al mio amico il frate, che tramite te mi ha rivolto le sue suppliche [...]
Digli anche, in nome mio, che egli dovrà rispondere a quelli che dicono che il papa non è vero papa… Egli deve rispondere a questi eretici in questa maniera: “Voi avete voltato le spalle a Dio, e per questo non lo vedete. Porgete a lui i vostri volti, e allora sarete in grado di vederlo”. Perché è la vera e Cattolica fede che un Papa che non fa pubblica defezione dalla Fede non è mai così malizioso che come risultato di questi peccati e delle sue altre opere cattive non ci sia sempre in lui la pienezza dell’autorità e il completo potere per legare e sciogliere le anime – non importa quanto sia macchiato con altri peccati. Egli possiede questa autorità attraverso il beato Pietro e l’ha acquisita da Dio. Prima di Papa Giovanni si sono susseguiti molti supremi Pontefici che ora sono all’inferno…” (Rivelazioni, libro 7, cap. 7).
Rivelazioni e scritti di una donna che poi è stata canonizzata, e continuati ad essere approvati per prassi da tutti i Papi e santi di tutti i secoli successivi. Scritti, quindi, che dottrinalmente non fanno una piega.
Ebbene cosa ha detto la Vergine Maria a Santa Brigida? Cosa ha scritto la Santa nei suoi diari? Non ha scritto: “dì a quella gente che non può esservi un falso Papa”. Ha scritto che SE IL PAPA NON DECADE DALLA FEDE non importa quanti e gravi peccati commetta, rimane Papa, conserva la sua autorità. Il che significa che se fosse decaduto dalla Fede allora – E SOLO ALLORA – quella gente avrebbe avuto ragione. Ma dato che non era quello il caso, (perché quel Papa per quanto fosse peccatore non era eretico) quella gente si allontanava dalla verità cattolica, tant’è che poco dopo la Madonna prosegue spiegando che tutti coloro che negano la sovranità di quel Papa finiscono all’inferno, e ci va giù pesante! (cfr. cap. 8).
Ebbene, persino la Madonna (e con Lei secoli di Chiesa successiva, cominciando dal Papa che canonizzò Santa Brigida), non solo non nega ma conferma il fatto che IN CASO DI DECADENZA DALLA FEDE il sedente non è Papa.
Questa è dottrina cattolica. La classica dottrina cattolica che afferma che anche se il Papa è un grande peccatore conserva la sua autorità, tranne nel caso del peccato di PUBBLICA DECADENZA DALLA FEDE.
Al contrario, l’altra dottrina menzionata all’inizio – quella che nega la possibilità della sede vacante in caso di decadenza dalla Fede - non è dottrina cattolica, ma è ignoranza inventata.
A questo punto dobbiamo, sempre attenendoci ai fatti, comprendere un altro fattore molto importante. Dobbiamo chiederci quando il Papa decade dalla Fede? Quando professa e insegna dottrine differenti da quelle insegnate e da tutti credute sempre e in ogni luogo, parafrasando S. Vincenzo di Lerino. Non è possibile ritenere che quando i “papi conciliari” parlano al mondo, essi lo facciano come semplici “dottori privati”. L’autorevolezza e la responsabilità per la cura animarum che derivano dal ruolo ricoperto e la retta venerazione che i cattolici hanno nei confronti del legittimo Vicario di Cristo in Terra non possono far pensare, ad esempio, che Giovanni Paolo II e Benedetto XVI abbiano indetto “a titolo personale”  il raduno interreligioso e demonolatrico di Assisi. Essi hanno dichiarato di averlo fatto in virtù di “capi della Chiesa”. Cosa recepita in questi termini da tutti. E così tutti i discorsi e gli atti compiuti nel senso dell’ecumenismo sincretista e della libertà religiosa relativista sono stati e vengono fatti in nome del Conciliabolo Vaticano II, voluto e vinto dalla “Contro-Chiesa”, in nome della nuova ecclesiologia della Lumen Gentium e del modernismo della Nostra Aetate. Applicare e professare i dettami del Conciliabolo cos’è se non insegnare al mondo l’eresia? Non è forse apostasia? Se il Magistero Perenne ha impedito (cfr. in particolare l’Enciclica Mortalium Animos di S.S. Pio XI del 1928) i raduni interreligiosi e pancristiani di ogni tipo, mentre da Giovanni XXIII a Benedetto XVI essi si sono compiuti, è evidente che siamo costretti a constatare la decadenza dalla Fede Cattolica di coloro, i quali, con pieno assenso e deliberato consenso in materia grave (questione di Fede) li hanno voluti e indetti, indicandoli come un bene per la Chiesa, in nome della fratellanza e della pace. Linguaggi che, in tali contesti, non sono mai appartenuti alla Tradizione. Dobbiamo constatare la discontinuità con la Tradizione per mantenerci cattolici, apostolici, romani, attraverso la preghiera, la santificazione personale e, per chi può, anche con l’impegno sociale, al fine di mantenersi nel fervore e cercare la salvezza della nostra anima, nonostante gli anni del rigido inverno conciliare. Rammentando il “non preavalaebunt”, che è promessa di Gesù Cristo e che permane laddove vi sia chi opera secondo quanto intende la Chiesa, quella vera, Santa e incorruttibile, col Suo Perenne e immutabile Magistero.