Uno dei nomi che spuntano
immancabilmente quando si va a grattare la superficie di quel mondo oscuro che è
il satanismo, è quello di Nietzsche. La sua profonda avversione verso il Dio
cristiano, ma soprattutto la sua idea di auto-deificazione dell'uomo lo
collocano tra gli antenati più illustri di questa subcultura. Il suo concetto
razzista di Superuomo (l'iniziato), al di là del bene e del male, e al di sopra
di tutti gli altri esseri umani considerati come la massa imbelle (i cristiani),
lo si ritrova spesso negli scritti di tanti teorici del culto satanico, primo
fra tutti Anton Szandor LaVey (1930-1997),
il famoso satanista americano fondatore della prima organizzazione satanica a
godere di un riconoscimento ufficiale. Del resto, tutta la corrente del
satanismo moderno si ispira a questo erede del romanticismo tedesco che con le
sue idee di un «uomo nuovo» affrancato dalla religione affascinò non a caso il
regime nazista. Leggendo i suoi scritti si percepisce la sua visione profetica
di un nuovo tipo di consorzio umano che sembra regolato da quel darwinismo
sociale predicato da certi adoratori del maligno o da rockstar del
calibro di Marilyn Manson. Un paladino del
male ante litteram che alla fine dell'Ottocento ha descritto, con diversi
decenni di anticipo, le fasi finali della Rivoluzione anticristiana di cui siamo
testimoni.
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l Premessa
A volte, rileggere le opere di
Friedrich Nietzsche (1844-1900) può risultare molto interessante. Il suo
pensiero è rappresentativo della corrente di quella filosofia moderna che esalta
l'essenza e la mèta finale della Rivoluzione. Con quest'ultimo termine
intendiamo quell'imponente processo di tendenze, di dottrine e di trasformazioni
politiche, sociali ed economiche derivante da un deterioramento morale generato
da due vizi fondamentali: l'orgoglio e la sensualità. Questi vizi producono
nell'uomo un'incompatibilità profonda con la dottrina cattolica. Dall'orgoglio e
dalla sensualità proviene una concezione del mondo diametralmente opposta
all'opera di Dio. Tale concezione non differisce dall'idea cattolica solamente
in questo o in quel punto. Con il passare delle generazioni, questi vizi sono
divenuti più profondi e hanno generato una concezione gnostica e rivoluzionaria
dell'Universo. I primi passi di questa concezione ebbero inizio storicamente nel
Rinascimento, e nel XVI secolo col Protestantesimo. Oggi, questo processo sta
giungendo al suo completamento con l'apostasia di quelle che un tempo erano le
nazioni cattoliche.
l Nietzsche, «profeta»
dell'era moderna
Non consideriamo Nietzsche un grande
pensatore metafisico, nel senso classico del termine. Tuttavia, egli offre un
esempio utile per mostrare gli scopi della Rivoluzione. Nei suoi scritti,
Nietzsche esprime un'ammirazione appassionata per l'antico paganesimo:
egli ha fornito una nuova
energia artificiale ai suoi
miti riesumati (l'eterno ritorno, la visione dionisiaca della vita, ecc...).
Tali visioni rivelano un pensiero privo di ogni metodologia sistematica, ma
ricco in aforismi, di metafore e le allegorie che parlano del suo odio per
Nostro Signore Gesù Cristo, per il Papato, per il cristianesimo e per la verità
filosofica e teologica. Ad esempio, egli presenta le nozioni di morte di
Dio, di superuomo e di volontà di potere, e nel contempo
attacca vigorosamente il cristianesimo, ritenuto come un insieme di moralità
destinata al debole gregge. Questo odio, che nega il passato come portatore
della tradizione cristiana e che presenta il futuro come il frutto di una
rivolta contro Dio (come nel mito di Prometeo che tentò di rubare il
fuoco dal cielo) è tipico della Rivoluzione. Tale odio è riflesso più in
Nietzsche che in qualunque altro pensatore, tranne forse Ludwig Feuerbach (1804-1872) o Jean-Paul Sartre (1905-1980). A questo
riguardo, Nietzsche è un visionario di un'opera che la Rivoluzione sta tentando
di completare ai nostri giorni, e il cantore di uno dei suoi vizi propulsori:
l'orgoglio, l'arroganza. Egli porta la superbia al di là della sfera
individuale, trasformandola in un valore metafisico, in un principio universale
mediante il quale ognuno dovrebbe rifiutare l'ordine dell'Universo come è stato
creato da Dio. Non pretendiamo di fare una analisi esaustiva di questo tema in
questo breve articolo. Ci limiteremo semplicemente a mostrare il bandolo della
matassa nietzschiana a riguardo dell'orgoglio. Ci limiteremo pertanto a
sottoporre al lettore alcuni brevi estratti da due opere di Nietzsche ricche di
significato rivoluzionario. Si tratta di una specie di test che riguarda
la posizione della nostra anima di fronte al grande tema dell'uomo moderno, che
con le sue azioni e col suo pensiero pretende di far crollare Dio. Cercate di
discernere ciò che Nietzsche sta annunciando come «profeta» della
Rivoluzione.
l Il pazzo annuncia la morte di Dio
Il primo testo proviene dall'opera Die fröhliche Wissenschaf («La gaia scienza»; 1882). Questo estratto è il nº 125 nella compilazione di Walter Kaufmann (1960), ed è intitolato Il pazzo 2. Scrive Nietzsche: «Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: "Cerco Dio! Cerco Dio"! E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. "È forse perduto"? disse uno. "Si è perduto come un bambino"? fece un altro. "0ppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato" - gridavano e ridevano in una gran confusione. Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: "Dove se n’è andato Dio"? – gridò – ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi
tutti i suoi
assassini! Ma come abbiamo fatto questo? Come potemmo vuotare il mare bevendolo
fino all’ultima goccia? Chi ci dètte la spugna per strusciar via l’intero
orizzonte? Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole?
Dov’è che si muove ora? Dov’è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il
nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i
lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso
un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto più
freddo? Non seguita a venire notte, sempre più notte? Non dobbiamo accendere
lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono
Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina
putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta
morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti
gli assassini? Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino ad
oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo
sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti espiatori, quali giochi
sacri dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di
questa azione? Non dobbiamo noi stessi diventare dèi, per apparire
almeno degni di essa? Non ci fu mai un’azione più grande: tutti coloro che
verranno dopo di noi apparterranno, in virtù di questa azione, ad una storia più
alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi"! A questo punto il
folle uomo tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anch’essi
tacevano e lo guardavano stupiti. Finalmente gettò a terra la sua lanterna che
andò in frantumi e si spense. "Vengo troppo presto – proseguì – non è
ancora il mio tempo. Questo enorme avvenimento è ancora per strada e sta
facendo il suo cammino: non è ancora arrivato fino alle orecchie degli
uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume delle costellazioni vuole tempo,
le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute, perché siano vedute
e ascoltate. Quest’azione è ancora sempre più lontana da loro delle più lontane
costellazioni: eppure son loro che l’hanno compiuta"! Si racconta ancora che
l’uomo folle abbia fatto irruzione, quello stesso giorno, in diverse chiese e
quivi abbia intonato il suo Requiem æternam Deo. Cacciatone fuori e interrogato,
si dice che si fosse limitato a rispondere invariabilmente in questo modo: "Che
altro sono ancora queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di
Dio»?
Il primo testo proviene dall'opera Die fröhliche Wissenschaf («La gaia scienza»; 1882). Questo estratto è il nº 125 nella compilazione di Walter Kaufmann (1960), ed è intitolato Il pazzo 2. Scrive Nietzsche: «Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: "Cerco Dio! Cerco Dio"! E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. "È forse perduto"? disse uno. "Si è perduto come un bambino"? fece un altro. "0ppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato" - gridavano e ridevano in una gran confusione. Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: "Dove se n’è andato Dio"? – gridò – ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi
l Dio è morto in Così parlò
Zarathustra
Il secondo gruppo di testi è estratto
dall'opera popolare Also sprach Zarathustra (1885), del quale abbiamo
selezionato sei paragrafi dalle varie parti dell'opera: «Zarathustra scese da
solo dalla montagna e non incontrò nessuno. Ma quando giunse nella foresta,
improvvisamente si imbatté in un vecchio, che aveva lasciato la sua capanna per
cercare radici nella foresta [...]. "E che fà mai il santo nella
foresta"?, chiese Zarathustra. Il santo rispose: "Compongo canzoni e le canto, e
quando compongo canzoni, rido, piango e borbotto fra me stesso. Così innalzo le
mie lodi a Dio". Ma quando Zarathustra fu solo, così parlò al suo cuore: "E mai
possibile? Questo vecchio santo nella sua foresta non sa ancora che Dio è
morto"» 3. «E sarà il grande
meriggio, quando l'uomo starà a metà del suo cammino tra la bestia e il
Superuomo e celebrerà il suo viaggio verso la sera come la suprema speranza:
questa infatti è la via per un nuovo mattino. Allora il
tramontante
benedirà sé stesso, perché egli è Colui che passa oltre; e il sole della sua
conoscenza starà allo zenit. Tutti gli dèi sono morti: ora vogliamo
che viva il Superuomo: questo sia nel grande meriggio il nostro ultimo
volere»! 4. «Dio è una supposizione; ma io voglio che la
vostra supposizione non si estenda più lontano della vostra volontà
creatrice [...]. Potreste voi pensare un dio? Ma questo significa proprio
volontà di verità, questo convertire tutto all'umanamente pensabile,
all'umanamente sensibile! Voi dovete pensare i vostri sensi fino in fondo! E ciò
che voi chiamate mondo, prima voi dovete crearvelo [...]. Ma lo voglio
farvi conoscere tutto il mio cuore, amici miei: se esistessero gli dèi,
come io sopporterei di non essere un dio? Pertanto non esistono gli
dèi. Ho tratto la conclusione; ora la conclusione trae me [...]. La
bellezza del Superuomo è giunta a me come un'ombra. Ahimè, fratelli miei! Che mi
importa ormai più degli dèi»? 5. «Che cosa sa
oggi ognuno"?, chiese Zarathustra. "Su per giù questo, che il vecchio Dio a cui
un giorno ognuno credeva, non c'è più"? [...]. Meglio nessun dio, meglio
crearsi il destino con le proprie mani, meglio esser pazzo, meglio esser noi
stessi dio»! 6. «Quel Dio che vedeva
tutto, anche l'uomo, doveva morire! L'uomo
non sopporta vivo un testimone di questo genere» 7. «Ma ora questo Dio è morto! O Uomini Superiori,
quel Dio era il vostro più grande pericolo. Solo ora, che ormai giace nel
sepolcro, siete di nuovo resuscitati. Ora soltanto giunge il grande mezzogiorno,
ora soltanto l'Uomo Superiore diviene padrone. Comprendete queste parole,
fratelli miei? Voi siete spaventati: i vostri cuori vanno soggetti a vertigini?
Vi si spalanca l'abisso? Vi abbaia addosso il cane infernale? Orsù, dunque,
Uomini Superiori! Soltanto ora la montagna partorisce, l'avvenire dell'uomo.
Dio è morto: vogliamo, ormai, che viva il
Superuomo»! 8. Nietzsche finì i suoi giorni
nella follia. Egli era solito firmare alcune delle sue lettere con «dio», o «il
crocifisso». Si tratta di un'efficace lezione morale che non ha bisogno di
nessun ulteriore commento. Senza dubbio, coll'avanzare della sua pazzia,
Nietzsche vide anche certe cose. Culturalmente parlando, egli visse in un
ambiente protestante soffocato dall'incredulità e dal razionalismo; un mondo in
cui quella falsa religione non dà alcuna risposta a qualsiasi interrogativo.
Messo di fronte al cattolicesimo – forte della sua magnifica azione nella
seconda metà del XIX secolo - Nietzsche gli si rivoltò contro e, senza alcuna
evidenza, dichiarò la sua morte. In Così parlò Zarathustra, l'ultimo Papa
parla alla festa dell'asino, un commento ironico su come la religione sarebbe
apparsa vuota davanti all'autonomia dell'uomo moderno e alla civiltà.
l Una nuova era basata sul Non serviam
di Satana
l La Rivoluzione segue il percorso di
Nietzsche
Ecco una delle grandi promesse che la
Rivoluzione avanza per ingannare le società moderne: «Se vuoi essere libero,
abbandona i Comandamenti di Dio e i precetti della Chiesa». Nietzsche fu uno
degli araldi di questo pensiero a livello filosofico: è necessario che Dio
muoia affinché l'uomo nuovo possa vivere liberamente. Ma ciò che
Nietzsche poté solamente gridare, altri, dopo lui, lo stanno gradualmente
mettendo in pratica armati dello stesso intento radicale. Cos'è un governo,
un'economica e una società senza Dio se non la realizzazione integrale del
pensiero nietzschiano? Questa è la triste storia del XX secolo che continua in
questo nuovo millennio. Sant'Agostino avverte l'uomo e la società: «Tu perdi
te stesso cercando te stesso, e diventi schiavo delle cose fuori di te
stesso». Che è come dire: «Hai abbandonato la chiamata che Dio per
diventare indipendente da Lui, ma sei diventato solo uno schiavo del demonio,
del mondo e della carne». Quest'ultima considerazione ci mostra che la
supposta libertà promessa dalla Rivoluzione ha incatenato l'uomo moderno in una
suprema agonia.
Nel 1889 Nietzsche ebbe
un crollo mentale. Il filosofo era affetto fin dalla gioventù dal disturbo
bipolare, frequente nella sua famiglia, che sarebbe infine degenerato in follia;
secondo alcuni, la causa che lo spinse alla pazzia fu una malattia venerea
contratta in un incontro con una prostituta. Ecco la fine del
Superuomo!
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Note
1 Traduzione
dall'originale inglese Nietzsche, Herald of the Revolution's Pride
(«Nietzsche, araldo dell'orgoglio rivoluzionario»), a cura di Paolo Baroni. Articolo reperibile alla
pagina web
2 Cfr. F. Nietzsche, The Gay Science (1882,
1887), § 125; Walter Kaufmann, Vintage, New York 1974, pagg.181-182. Traduzione
presa da Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1976, vol. XXV,
pagg. 213-214.
3 Prologo di
Zarathustra, 2.
4 Della virtù che dona Zarathustra, 3.
5 Parte II,
Nelle isole beate.
6 Parte IV,
Jubilado.
7 L'uomo più
brutto.
8 Dell'Uomo
Superiore, 2.
COME SONO ENTRATO NELLA FRATELLANZA DEGLI ILLUMINATI DOPO MOLTE TRUFFE Ciao a tutti, mi chiamo Annie Sharon, vengo dal Regno Unito, sto dando una testimonianza di come sono entrato a far parte della confraternita degli Illuminati, ho cercato di unirmi ad essa per anni da un falso agente in sud africa ed ero giù, non potevo più sfamare me stesso e la mia famiglia e ho cercato di fare soldi da tutte le miss ma tutto ingiustamente, avevo paura di contattare qualsiasi agente degli Illuminati perché hanno mangiato i miei soldi , un giorno mi sono imbattuto in un post di qualcuno che testimoniava, ringraziando un uomo di nome Hodge Solomon per averlo aiutato a unirsi alla confraternita degli Illuminati, poi guardando l'e-mail dell'uomo e il numero di telefono scritto lì, avevo paura di contattarlo perché ero stato ingannato molte volte da truffatori che si sono mangiati i miei 60.000 dollari e se ne sono andati con i soldi, poi ero molto confuso e quindi ho deciso di contattare la persona che ha ricevuto la testimonianza e l'ho chiamato e contattato telefonicamente prima che iniziasse a raccontarmi la sua storia quando voleva fare festa cipate, mi ha detto tutto da fare, poi ho deciso e ho chiamato l'agente che si chiamava Hodge Solomon e mi ha detto tutto da fare e sono stato iniziato, mi è stato inaspettatamente dato il vantaggio di essere un nuovo membro della grande confraternita degli Illuminati Sono stato molto felice e per quelli di voi che cercano di unirsi a questa organizzazione, questa è la vostra occasione per iscriversi CONTATTARE Mr. Solomon (+1 573 982 0773) o WhatsApp (+1 573 982 0773) o inviare un'e-mail a illuminatilight676@gmail .com
RispondiEliminaSi prega di notare che è necessario avere più di 18 anni.
Buona giornata
RispondiEliminaASSUNZIONE ORGANIZZAZIONE .ILLUMINATI.
Saluti caro individuo, abbiamo visto grandi potenzialità in te e siamo qui per promuoverti al livello successivo. Di ricchezza fama, e potere Se vuoi procedere con la confraternita illimonati contattaci così possiamo realizzare il tuo sogno e aiutarti a realizzarli tutti
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RispondiEliminaTutto questo lo otterrete in un batter d'occhio quando sarete iniziati alla fratellanza. Si prega di rispondere se interessati ad unirsi al grande IMPERO ILLUMINATI.
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