11 Il Dogma della Transustanziazione
Gerhard Ludwig Müller il nuovo Prefetto della Congregazione per
la Fede, nel suo libro "La Messa, fonte della vita cristiana", scrive:
"Corpo e sangue di Cristo non significano le parti fisiche dell’uomo Gesù
durante la sua vita o nel suo corpo glorificato[...] Corpo e sangue significano
qui piuttosto una presenza di Cristo nel segno mediato dal pane e del
vino".
Müller in questo modo spiega la transustanziazione:
"L’essenza del pane e del vino deve essere definita in un senso
antropologico. Il carattere naturale di questi doni [pane e vino] come frutti
della terra e del lavoro umano, come prodotti naturali e culturali, consiste
nella designazione del cibo e del ristoro delle persone e della comunità umana
nel segno del pasto comune [...]. L’essere naturale del pane e del vino è
trasformato da Dio nel senso che questo essere ora dimostra e realizza la
comunione salvifica."
In questo post (Clicca
Qui…), utilizzando solo la Bibbia, ho già parlato della presenza reale di
Gesù Cristo nell’Eucaristia. Visto gli ultimi avvicendamenti mi tocca
riprendere l’argomento…
P.S.: La dottrina della transustanziazione non appartiene solo
alla Chiesa cattolica, ma anche alla Chiesa ortodossa, conformemente alle
decisioni del sinodo di Gerusalemme (1672)
Catechismo Maggiore di San Pio X
607 D. Come è chiamata dalla Chiesa la miracolosa
conversione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù
cristo?
R. La miracolosa conversione, che ogni giorno si opera sui nostri altari, è chiamata dalla Chiesa transustanziazione.
R. La miracolosa conversione, che ogni giorno si opera sui nostri altari, è chiamata dalla Chiesa transustanziazione.
608 D. Chi ha dato tanta virtù alle parole della
consacrazione?R. Ha dato tanta virtù alle parole della
consacrazione lo stesso Signor nostro Gesù Cristo, il quale è Dio
onnipotente.
609 D. Dopo la consacrazione non resta niente del
pane e del vino?R. Dopo la consacrazione restano soltanto le
specie del pane e del vino.
610 D. Che cosa sono le specie del pane e del
vino?
R. Le specie sono la quantità e le qualità sensibili del pane e del vino, come la figura, il colore, il sapore.
R. Le specie sono la quantità e le qualità sensibili del pane e del vino, come la figura, il colore, il sapore.
611 D. In che maniera possono restare le specie del
pane e del vino senza la loro sostanza?
R. Le specie del pane e del vino restano mirabilmente senza la loro sostanza, per virtù di Dio onnipotente.
R. Le specie del pane e del vino restano mirabilmente senza la loro sostanza, per virtù di Dio onnipotente.
612 D. Sotto le specie del pane vi è solo il Corpo
di Gesù Cristo, e sotto le specie del vino vi è solo il suo
Sangue?
R. Tanto sotto le specie del pane, quanto sotto le specie del vino vi è tutto Gesù Cristo vivente, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
R. Tanto sotto le specie del pane, quanto sotto le specie del vino vi è tutto Gesù Cristo vivente, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
613 D. Mi sapreste dire perché tanto nell'ostia,
quanto nel calice, vi è tutto Gesù Cristo?
R. Tanto nell' ostia, quanto nel calice, vi è tutto Gesù Cristo, perché egli è nell'Eucaristia vivo ed immortale come nel cielo; perciò dove è il suo Corpo vi è anche il Sangue, l'Anima e la Divinità, e dove è il Sangue, vi è ancora il Corpo, l'Anima e la Divinità, essendo tutto questo inseparabile in Gesù Cristo.
R. Tanto nell' ostia, quanto nel calice, vi è tutto Gesù Cristo, perché egli è nell'Eucaristia vivo ed immortale come nel cielo; perciò dove è il suo Corpo vi è anche il Sangue, l'Anima e la Divinità, e dove è il Sangue, vi è ancora il Corpo, l'Anima e la Divinità, essendo tutto questo inseparabile in Gesù Cristo.
614 D. Quando Gesù è nell'ostia, cessa di essere in
cielo?R. Quando Gesù è nell' ostia, non cessa di essere in
cielo, ma si trova nel medesimo tempo in cielo e nel santissimo Sacramento.
615 D. Gesù Cristo si trova in tutte le ostie
consacrate del mondo?
R. Sì, Gesù Cristo si trova in tutte le ostie consacrate.
R. Sì, Gesù Cristo si trova in tutte le ostie consacrate.
616 D. Come può essere che Gesù Cristo si trovi in
tutte le ostie consacrate?
R. Gesù Cristo si trova in tutte le ostie consacrate, per onnipotenza di Dio, al quale niente è impossibile.
R. Gesù Cristo si trova in tutte le ostie consacrate, per onnipotenza di Dio, al quale niente è impossibile.
Etc……
Catechismo della Chiesa Cattolica
1374 Il modo della presenza di Cristo sotto le
specie eucaristiche è unico. Esso pone l'Eucaristia al di sopra di tutti i
sacramenti e ne fa « quasi il coronamento della vita spirituale e il fine al
quale tendono tutti i sacramenti ». Nel Santissimo Sacramento
dell'Eucaristia è contenuto veramente, realmente,
sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo,
con l'anima e la divinità e, quindi, il Cristo tutto intero. (Cc. di
Trento: DS 1651) « Tale presenza si dice "reale" non per esclusione, quasi che
le altre non siano "reali", ma per antonomasia, perché è
sostanziale, e in forza di essa Cristo, Dio e uomo,
tutto intero si fa presente ».
1376 Il Concilio di Trento riassume la fede
cattolica dichiarando: « Poiché il Cristo, nostro Redentore, ha detto che ciò
che offriva sotto la specie del pane era veramente il suo Corpo, nella Chiesa di
Dio vi fu sempre la convinzione, e questo santo Concilio lo dichiara ora di
nuovo, che con la consacrazione del pane e del vino si opera la conversione di
tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo del Cristo, nostro Signore,
e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa
conversione, quindi, in modo conveniente e appropriato è chiamata dalla santa
Chiesa cattolica transustanziazione ».
1377 La presenza eucaristica di Cristo ha inizio
al momento della consacrazione e continua finché sussistono le specie
eucaristiche. Cristo è tutto e integro presente in ciascuna specie e in ciascuna
sua parte; perciò la frazione del pane non divide Cristo. (Cf
Concilio di Trento: DS 1641).
1378 Il culto dell'Eucaristia. Nella
liturgia della Messa esprimiamo la nostra fede nella presenza reale di Cristo
sotto le specie del pane e del vino, tra l'altro, con la genuflessione, o con un
profondo inchino in segno di adorazione verso il Signore. « La Chiesa cattolica
professa questo culto latreutico al sacramento eucaristico non
solo durante la Messa, ma anche fuori della sua celebrazione, conservando con la
massima diligenza le ostie consacrate, presentandole alla
solenne venerazione dei fedeli cristiani, portandole in processione con
gaudio della folla cristiana ».
1381 « Che in questo sacramento sia presente il
vero Corpo e il vero Sangue di Cristo, come dice san Tommaso, "non si
può apprendere coi sensi, ma con la sola fede, la quale si appoggia
all'autorità di Dio. Per questo, commentando il passo di san Luca 22,19:
Questo è il mio Corpo che viene dato per voi, san Cirillo dice:
Non mettere in dubbio se questo sia vero, ma piuttosto accetta con fede
le parole del Salvatore: perché essendo egli la verità, non mentisce" »
1411 Soltanto i sacerdoti
validamente ordinati possono presiedere l'Eucaristia e
consacrare il pane e il vino perché diventino il Corpo e il
Sangue del Signore.
1413 Mediante la consacrazione si opera la
transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue
di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo
stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera, reale e sostanziale, il
suo Corpo e Sangue con la sua anima e divinità. (cf Cc. de Trento:
DS 1640; 1651)
Concilio di Trento
Canoni sul santissimo sacramento
dell'Eucaristia
1 Se qualcuno negherà che nel santissimo sacramento
dell’eucaristia è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il corpo e il
sangue di nostro signore Gesù Cristo, con l’anima e la divinità, e, quindi,
tutto il Cristo, ma dirà che esso vi è solo come in un simbolo o una figura, o
solo con la sua potenza, sia anatema.
2 Se qualcuno dirà che nel santissimo sacramento
dell’eucaristia assieme col corpo e col sangue di nostro signore Gesù Cristo
rimane la sostanza del pane e del vino e negherà quella meravigliosa e singolare
trasformazione di tutta la sostanza del pane nel corpo, e di tutta la sostanza
del vino nel sangue, e che rimangono solamente le specie del pane e del vino, -
trasformazione che la chiesa cattolica con termine appropriatissimo chiama
transustanziazione, - sia anatema.
3 Se qualcuno dirà che nel venerabile sacramento
dell’eucaristia, fatta la separazione, Cristo non è contenuto in ognuna delle
due specie e in ognuna delle parti di ciascuna specie, sia anatema.
4 Se qualcuno dirà che, fatta la consacrazione, nel
mirabile sacramento dell’eucaristia non vi è il corpo e il sangue del signore
nostro Gesù Cristo, ma solo nell’uso, mentre si riceve, e non prima o dopo; e
che nelle ostie o parti consacrate, che dopo la comunione vengono conservate e
rimangono, non rimane il vero corpo del Signore, sia anatema.
6 Se qualcuno dirà che nel santo sacramento
dell’eucaristia Cristo, unigenito figlio di Dio, non debba essere adorato con
culto di latria, anche esterno; e, quindi, che non debba neppure esser venerato
con qualche particolare festività; ed esser portato solennemente nelle
processioni, secondo il lodevole ed universale rito e consuetudine della santa
chiesa; o che non debba essere esposto alla pubblica venerazione del popolo,
perché sia adorato; e che i suoi adoratori sono degli idolatri, sia anatema.
8 Se qualcuno dirà che Cristo, dato nell’eucaristia, si
mangia solo spiritualmente, e non anche sacramentalmente e realmente, sia
anatema.
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mercoledì 4 luglio 2012
Errori Protestanti - 12 La Vergintà di Maria Santissima (Catechismo)
Gerhard Ludwig Müller il nuovo Prefetto della
Congregazione per la Fede, nel suo libro "Dogmatica cattolica: studio e
pratica della teologia", Müller nega il dogma della verginità di Maria. Per
lui la verginità non ha a che fare con le "caratteristiche fisiologiche nel
processo naturale della nascita di Gesù (come la non-apertura della cervice,
l’incolumità dell’imene o l’assenza di doglie), ma con l’influsso salvifico e
redentore della grazia di Cristo per la natura umana."
In questo post (Clicca
Qui…), utilizzando solo la Bibbia, ho già parlato della Santissima Vergina
Maria. Visto gli ultimi avvicendamenti mi tocca riprendere l’argomento…
Apostasia dentro la Chiesa Cattolica
Gal 1,6-10: Mi meraviglio che così in fretta da colui
che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. In
realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e
vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un
angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo
predicato, sia anàtema! L'abbiamo gia detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi
predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è
forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di
Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non
sarei più servitore di Cristo!
Paragrafo 2
« ... FU CONCEPITO DI SPIRITO SANTO, NACQUE DA MARIA VERGINE »
« ... FU CONCEPITO DI SPIRITO SANTO, NACQUE DA MARIA VERGINE »
I. Fu concepito di Spirito Santo...
484 L'annunciazione a Maria inaugura la «
pienezza del tempo » (Gal 4,4), cioè il compimento delle promesse e delle
preparazioni. Maria è chiamata a concepire colui nel quale abiterà «
corporalmente tutta la pienezza della divinità » (Col 2,9). La risposta
divina al suo: « Come è possibile? Non conosco uomo » (Lc 1,34) è data
mediante la potenza dello Spirito: « Lo Spirito Santo scenderà su di te » (Lc
1,35).
485 La missione dello Spirito Santo è sempre
congiunta e ordinata a quella del Figlio. (Cf Gv 16,14-15.) Lo Spirito
Santo, che è « Signore e dà la vita », è mandato a santificare il
grembo della Vergine Maria e a fecondarla divinamente, facendo sì che ella
concepisca il Figlio eterno del Padre in un'umanità tratta dalla sua.
486 Il Figlio unigenito del Padre, essendo
concepito come uomo nel seno della Vergine Maria, è « Cristo », cioè unto dallo
Spirito Santo (cf. Mt 1, 20; Lc 1, 35), sin dall'inizio della sua
esistenza umana, anche se la sua manifestazione avviene progressivamente: ai
pastori (cf. Lc 2,8-20), ai magi (cf. Mt 2, 1-12), a Giovanni
Battista (cf. Gv 1, 31-34), ai discepoli (cf. Gv 2, 11).
L'intera vita di Gesù Cristo manifesterà dunque « come Dio [lo] consacrò in
Spirito Santo e potenza » (At 10,38).
II. ...nacque da Maria Vergine
487 Ciò che la fede cattolica crede riguardo a
Maria si fonda su ciò che essa crede riguardo a Cristo, ma quanto insegna su
Maria illumina, a sua volta, la sua fede in Cristo.
La verginità di Maria
496 Fin dalle prime formulazioni della fede,
(cf. DS 10-64) la Chiesa ha confessato che Gesù è stato concepito nel
seno della Vergine Maria per la sola potenza dello Spirito Santo, ed ha
affermato anche l'aspetto corporeo di tale avvenimento: Gesù è stato concepito «
senza seme [...], per opera dello Spirito Santo ». (Concilio Lateranense -
anno 649, Canone 3: DS 503) Nel concepimento verginale i Padri ravvisano il
segno che si tratta veramente del Figlio di Dio, il quale è venuto in una
umanità come la nostra:
Così, sant'Ignazio di Antiochia (inizio II secolo): « Voi
siete pienamente convinti riguardo a nostro Signore che è veramente della stirpe
di Davide secondo la carne, (cf. Rm 1, 3) Figlio di Dio secondo la
volontà e la potenza di Dio,(cf. Gv 1, 13) veramente nato da una
Vergine; [...] veramente è stato inchiodato [alla croce] per noi, nella sua
carne, sotto Ponzio Pilato. [...] Veramente ha sofferto, così come veramente è
risorto ». (Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Smyrnaeos)
497 I racconti evangelici (cf. Mt
1, 18-25; Lc 1, 26-38) considerano la concezione verginale un'opera divina
che supera ogni comprensione e ogni possibilità umana: (cf. Lc 1, 34) «
Quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo », dice l'angelo a Giuseppe
riguardo a Maria, sua sposa (Mt 1,20). La Chiesa vede in ciò il
compimento della promessa divina fatta per bocca del profeta Isaia: « Ecco, la
vergine concepirà e partorirà un figlio » (Is 7,14), secondo la versione
greca di Mt 1,23.
498 Il silenzio del Vangelo secondo san Marco e
delle lettere del Nuovo Testamento sul concepimento verginale di Maria è stato
talvolta causa di perplessità. Ci si è potuto anche chiedere se non si trattasse
di leggende o di elaborazioni teologiche senza pretese di storicità. A ciò si
deve rispondere: la fede nel concepimento verginale di Gesù ha incontrato vivace
opposizione, sarcasmi o incomprensione da parte dei non-credenti, giudei e
pagani: (Cf San Giustino, Dialogus cum Tryphone Iudaeo e Origene, Contra
Celsum…) essa non proveniva dalla mitologia pagana né da qualche
adattamento alle idee del tempo. Il senso di questo avvenimento è accessibile
soltanto alla fede, la quale lo vede in quel « nesso che lega tra loro i vari
misteri », (DS 3016) nell'insieme dei misteri di Cristo,
dalla sua incarnazione alla sua pasqua. Sant'Ignazio di Antiochia già testimonia
tale legame: « Rimase nascosta al principe di questo mondo la verginità di Maria
e il suo parto, come pure la morte del Signore: tre misteri sublimi che si
compirono nel silenzio di Dio». (Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad
Ephesios, 19, 1: SC 10bis, 74 (Funk 1, 228); cf 1 Cor 2,8.)
Maria «sempre Vergine»
499 L'approfondimento della fede nella maternità
verginale ha condotto la Chiesa a confessare la verginità reale e perpetua di
Maria (cf. Concilio di Costantinopoli II, DS
427) anche nel parto del Figlio di Dio fatto uomo. (Cf San Leone Magno,
Tomus ad Flavianum: DS 291; Ibid.: DS 294; Pelagio I, Lettera Humani generis: DS
442; Concilio Lateranense, Canone 3: DS 503; Concilio di Toledo XVI, Symbolum:
DS 571; Paolo IV, Cost. Cum quorumdam hominum: DS 1880.) Infatti la nascita
di Cristo « non ha diminuito la sua verginale integrità, ma l'ha consacrata »
(LG 57). La liturgia della Chiesa celebra Maria come la
Aeiparthenos, « sempre Vergine »(cf. LG 52).
500 A ciò si obietta talvolta che la Scrittura
parla di fratelli e di sorelle di Gesù (Cf Mc 3,31-35; 6,3; 1 Cor 9,5; Gal
1,19). La Chiesa ha sempre ritenuto che tali passi non
indichino altri figli della Vergine Maria: infatti Giacomo e Giuseppe, «
fratelli di Gesù » (Mt 13,55), sono i figli di una Maria discepola di
Cristo (cf. Mt 27, 56), la quale è designata in modo significativo
come « l'altra Maria » (Mt 28,1). Si tratta di parenti prossimi di Gesù,
secondo un'espressione non inusitata nell'Antico Testamento(Cf Gn 13,8;
14,16; 29,15; ecc.).
501 Gesù è l'unico Figlio di Maria. Ma la
maternità spirituale di Maria (Cf Gv 19,26-27; Ap 12,17). si estende a
tutti gli uomini che egli è venuto a salvare: « Ella ha dato alla luce un
Figlio, che Dio ha fatto "il primogenito di una moltitudine di fratelli" (Rm
8,29), cioè dei fedeli, alla cui nascita e formazione ella coopera con amore
di madre ».(LG 63)
La maternità verginale di Maria nel disegno di
Dio
502 Lo sguardo della fede può scoprire, in
connessione con l'insieme della Rivelazione, le ragioni misteriose per le quali
Dio, nel suo progetto salvifico, ha voluto che suo Figlio nascesse da una
Vergine. Queste ragioni riguardano tanto la persona e la missione redentrice di
Cristo, quanto l'accettazione di tale missione da parte di Maria in favore di
tutti gli uomini.
503 La verginità di Maria manifesta l'iniziativa
assoluta di Dio nell'incarnazione. Gesù come Padre non ha che Dio. (Cf Lc
2,48-49). « La natura umana che egli ha assunto non l'ha mai separato dal
Padre. [...] Per natura Figlio del Padre secondo la divinità, per natura Figlio
della Madre secondo l'umanità, ma propriamente Figlio di Dio nelle sue due
nature ». (Concilio del Friuli (anno 796 o 797), Simbolo: DS 619).
504 Gesù è concepito per opera dello Spirito
Santo nel seno della Vergine Maria perché egli è il nuovo Adamo (cf. 1 Co
15, 45) che inaugura la nuova creazione: « Il primo uomo tratto dalla terra
è di terra, il secondo uomo viene dal cielo » (1 Cor 15,47). L'umanità di
Cristo, fin dal suo concepimento, è ricolma dello Spirito Santo perché Dio gli «
dà lo Spirito senza misura » (Gv 3,34). « Dalla pienezza » di lui, capo
dell'umanità redenta (Cf Col 1,18), « noi tutti abbiamo ricevuto e
grazia su grazia » (Gv 1,16).
505 Gesù, il nuovo Adamo, inaugura con il suo
concepimento verginale la nuova nascita dei figli di adozione nello
Spirito Santo per la fede. « Come è possibile? » (Lc 1,34 - Gv 3,9). La partecipazione alla vita
divina non proviene « da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma
da Dio » (Gv 1,13). L'accoglienza di questa vita è verginale perché è
interamente donata all'uomo dallo Spirito. Il senso sponsale della vocazione
umana in rapporto a Dio (Cf 2 Cor 11,2) si compie perfettamente nella
maternità verginale di Maria.
506 Maria è Vergine perché la sua verginità è il
segno della sua fede che non era alterata da nessun dubbio (LG
63) e del suo totale abbandono alla volontà di Dio (Cf 1 Cor
7,34-35). Per la sua fede ella diviene la Madre del Salvatore: « Beatior
est Maria percipiendo fidem Christi quam concipiendo carnem Christi – Maria è
più felice nel ricevere la fede di Cristo che nel concepire la carne di Cristo »
(Sant'Agostino, De sancta virginitate, 3).
507 Maria è ad un tempo Vergine e Madre perché è la
figura e la realizzazione più perfetta della Chiesa: (cf. LG 63) « La
Chiesa [...] per mezzo della Parola di Dio accolta con fedeltà diventa essa pure
Madre, poiché con la predicazione e il Battesimo genera a una vita nuova e
immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio. Essa è
pure la vergine che custodisce integra e pura la fede data allo Sposo » (LG
64).
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lunedì 24 settembre 2012
Errori Protestanti - 13 Maria Regina dell’Universo
Esiste una base biblica per affermare che Maria è la
Regina dell’universo?
I protestanti si scandalizzano quando sentono che noi cattolici
facciamo riferimento a Maria come "Regina dell'universo". Per tentare di
giustificare la loro opposizione citano riferimenti biblici in relazione al
culto proibito da Dio alla “Regina del cielo”:
Geremia 7,18: I figli raccolgono la
legna, i padri accendono il fuoco e le donne impastano la farina per preparare
focacce alla Regina del cielo; poi si compiono libazioni ad altri dei per
offendermi.
Secondo i protestanti, questo passaggio della Bibbia segna un
punto a loro favore: Dio è contro a chi considera Maria come la “Regina
dell'universo”. Se prendiamo un po' più di tempo e analizziamo la parola di Dio
con attenzione e senza pregiudizi anti-cattolici, si può notare che la condanna
verso tale culto è rivolta alla Dee pagane: Astarte, Ishtar, Afrodite, tra le
altre denominazioni. D'altro canto, queste “Dee” erano adorate - come sappiamo e
insegna la Chiesa Cattolica, l’adorazione si deve solo a Dio, e quindi era ovvio
per il Signore vietarla. Inoltre, il culto che rendiamo a Maria, madre del
Signore e regina dell'universo, è di venerazione, che è solo un rispetto e amore
speciale, ma non un’adorazione, come erroneamente sostengono alcuni mal
informati fratelli protestanti.
Noi cattolici consideriamo Maria come “regina dell’universo”
non per togliere onore e gloria al nostro Signore Gesù “Re dell'universo”, ma
semplicemente perché Gesù è il re, è ciò che dà esattamente a Maria il titolo di
Regina, poiché è sua madre. Sappiamo che tutte le regine sono soggette al re e
il fatto di essere regine non tolgono nessun potere o dominio al re. Il titolo
di Maria è un titolo che la onora per essere la madre del re Gesù.
Qualche protestante penserà che quest’affermazione sia
un’invenzione o un capriccio, che è solo un argomento senza valore, senza
supporto biblico. Solo per loro e per i miei fratelli cattolici citerò alcuni
riferimenti biblici per giustificare il titolo di Regina della Madre di Gesù.
Quando l'angelo Gabriele annuncia a Maria che sarà lei a
concepire Gesù, a sua volta le fa sapere che Lui riceverà il trono di Davide,
suo padre, e che regnerà su Giacobbe per i secoli senza fine.
Luca 1,30-33: L'angelo le disse: «Non
temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio,
lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio
dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà
per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Se Dio Padre ha dato a Gesù il trono di Davide – cui anche
l'angelo chiama suo padre - è ovvio che questo Regno manterrà le norme
consuetudinarie, manterrà la sua struttura, per questo l'angelo lo chiama “il
trono di Davide”, non dice semplicemente che lo farà Re, ma rende chiaro che il
Regno sarà “il trono di Davide”. Ricorda inoltre, che il Signore stesso aveva
promesso a David che il suo regno sarebbe rimasto per sempre, che il suo trono
sarebbe rimasto fermo eternamente.
2 Samuele 7,16: La tua casa e il tuo
regno saranno saldi per sempre davanti a me e il tuo trono sarà reso stabile per
sempre».
Ora, se siamo d'accordo che il Regno di Davide sarà eterno –
per la promessa di Dio stesso - e che Gesù sia ora il Re di questo regno di
Davide, è lui che ha ricevuto il trono, vediamo che nel Regno di Davide, la
madre del re, è venuta per essere la regina, per questo quando la Bibbia parla
dell’inizio del Regno dei re di Giuda – della dinastia di Davide -
automaticamente si menziona il nome di sua madre, poiché erano regine e non
mogli. In altre parole, il Regno di Davide aveva per regina la madre del re:
1 Re 14,21: Roboamo, figlio di
Salomone, regnò in Giuda. Aveva quarantun anni quando divenne re; regnò
diciassette anni in Gerusalemme, città scelta dal Signore fra tutte le tribù di
Israele per collocarvi il suo nome. Sua madre, ammonita, si chiamava Naama.
1 Re 15,1-2: Nell'anno diciottesimo del re
Geroboamo, figlio di Nebàt, divenne re su Giuda Abiam. Egli regnò tre anni in
Gerusalemme. Sua madre si chiamava Maaca, figlia di Assalonne.
2 Re 8,26; 2 Cronache 22,2:Quando
divenne re, Acazia aveva ventidue anni; regnò un anno in Gerusalemme. Sua madre
si chiamava Atalia, figlia di Omri re di Israele.
2 Re 12,1; 2 Cronache 24:1: Quando Ioas
divenne re aveva sette anni; regnò quarant'anni in Gerusalemme. Sua madre, di
Bersabea, si chiamava Sibia.
2 Re 15,1‐2 Nell'anno ventisette di
Geroboamo re di Israele, divenne re Azaria figlio di Amazia, re di Giuda. Quando
divenne re aveva sedici anni; regnò in Gerusalemme cinquantadue anni. Sua madre
era di Gerusalemme e si chiamava Iecolia.
2 Rey 15,32‐33; 2 Cronache 27,1: Quando
Iotam divenne re, aveva venticinque anni; regnò sedici anni in Gerusalemme. Sua
madre si chiamava Ierusa figlia di Zadòk.
2 Cronache 13, 1-2: Nell'anno
diciottesimo del re Geroboamo divenne re di Giuda Abia. Regnò tre anni in
Gerusalemme; sua madre, di Gàbaa, si chiamava Maaca, figlia di Urièl. Ci fu
guerra fra Abia e Geroboamo.
2 Cronache 20,21: Giòsafat regnò su
Giuda. Aveva trentacinque anni quando divenne re; regnò venticinque anni in
Gerusalemme. Sua madre si chiamava Azuba figlia di Silchi.
2 Cronache 25,1: Quando divenne re,
Amazia aveva venticinque anni; regnò ventinove anni in Gerusalemme. Sua madre,
di Gerusalemme, si chiamava Ioaddan.
2 Croniche 26,3: Ozia aveva sedici anni
quando divenne re; regnò cinquantadue anni in Gerusalemme. Sua madre, di
Gerusalemme, si chiamava Iecolia.
2 Croniche 29,1: Ezechia divenne re a
venticinque anni; regnò ventinove anni in Gerusalemme. Sua madre si chiamava
Abia, figlia di Zaccaria.
Forse qualche protestante dirà che nei riferimenti biblici non
discutono in particolare che le madri dei re sono regine, tuttavia, vale la pena
ricordare che quando Betsabea, madre di Salomone - che tra l'altro, era re sul
trono di Davide -, entro a parlare con lui, immediatamente Salomone s’inchino
davanti a sua madre in segno di venerazione e anche dopo seduto sul suo trono,
fece collocare un altro trono alla sua destra, per fare sedere sua madre su
questo trono. Non si chiedono: chi siede su un trono? La risposta è ovvia: solo
un re o una regina, per questo è un trono, altrimenti sarebbero semplicemente
delle sedie, niente di più. E se il re fece sedere sua madre in un trono, è
perché sua madre è una regina.
1 Re 2,19-20: Betsabea si presentò al
re Salomone per parlargli in favore di Adonia. Il re si alzò per andarle
incontro, si prostrò davanti a lei, quindi sedette sul trono, facendo collocare
un trono per la madre del re. Questa gli sedette alla destra e disse: «Ho una
piccola grazia da chiederti; non me la negare». Il re le rispose: «Chiedi, madre
mia, non ti respingerò»
2 Croniche 15,16; 1 Re 15,13: Anche sua
madre Maaca egli privò della dignità di regina madre, perché essa aveva eretto
un obbrobrio in onore di Asera; Asa abbattè l'obbrobrio e lo bruciò nella valle
del torrente Cedron.
Come possiamo notare, è chiaramente dimostrato che nel Regno di
Davide - che ha il Signore Gesù come re - la madre del re aveva il titolo di
regina. Così e non avendo nulla che dica il contrario rispetto a questa
prerogativa che la madre del re ha, è naturale per noi cattolici considerare
Maria, madre del Signore, come regina dell'universo, poiché Gesù è il re
dell'universo.
Romani 5,17: Infatti se per la caduta
di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli
che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno
nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
2 Timoteo 2,12: …se con lui
perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch'egli ci
rinnegherà;
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Errori Protestanti - 14 Gesù e i suoi “Fratelli”, Marco 6,3 Parte Seconda
Secondo Geronimo (contra Helvidium, 14), in questo
versetto si chiamano “fratelli” i figli di sua zia Maria Cleofa moglie di Alfeo
e madre dei cugini di Gesù Giacomo (l'apostolo figlio di Alfeo), Giuseppe,
Simone (l'apostolo Simone lo Zelota) e Giuda (l'apostolo Giuda Taddeo).
Secondo Sant’Agostino (de consensu evangelistarum, 1,17)
non c’era nulla di strano che chi aveva a Giuseppe come padre del Signore
chiamasse “fratelli” di questo a tutti i parenti di Giuseppe e Maria.
Non è costui il carpentiere, figlio di Maria, fratello di
Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? Non stanno qui con noi anche le sue
sorelle?». E si scandalizzavano di lui. (Marco 6,3 Traduzione sbagliata
protestante – Bibbia Reina-Valera)
3ουκ ουτος εστιν ο τεκτων ο υιος μαριας αδελφος δε
ιακωβου και ιωση και ιουδα και σιμωνος και ουκ εισιν αι αδελφαι αυτου ωδε προς
ημας και εσκανδαλιζοντο εν αυτω (Marco 6,3, 1550 Stephanus Textus Receptus).
La Bibbia Reina-Valera omette ο cioè l’articolo definito
“il” (che vuol dire questo).
Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di
Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da
noi?». E si scandalizzavano di lui. (Marco 6,3, Bibbia C.E.I. 1974 – Traduzione
corretta).
Al dire il vero anche la traduzione cattolica non è proprio
corretta perché omette la preposizione “KAY” che significa “e” tra i nomi dei
“fratelli di Gesù”.
3ουκ ουτος εστιν ο τεκτων ο υιος μαριας αδελφος
(adelphos) δε ιακωβου και ιωση και ιουδα
και σιμωνος και ουκ εισιν αι αδελφαι αυτου ωδε προς ημας και
εσκανδαλιζοντο εν αυτω (Marcos 6,3, 1550 Stephanus Textus Receptus).
Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria
e fratello di Giacomo e Ioses, e Giuda
e Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si
scandalizzavano di lui. (Marco 6,3)
Quando una persona cerca nella Bibbia il termine “figlio di” o
“figlia di” nel 99% dei casi si riferisce al “figlio di (padre)”, per esempio,
Simone, figlio di Giona, Santiago, figlio di Alfeo, Gesù, figlio di Giuseppe.
Nell’A.T. queste situazioni sono moltiplicate per mille. E le
poche volte che si nomina figlio di "madre" vogliono dire che questa madre è
vedova e vive ad esempio (come quando Gesù risorge il figlio della vedova in
Luca capitolo 7) o qualsiasi altra spiegazione in particolare, che lo scrittore
Biblico spiega in maniera esplicita. Solitamente quando si nomina figlio del
“Padre”, è perché il padre effettivamente è vivo o nel caso in cui entrambi i
genitori sono morti.
L'evangelista Marco non dice che Maria, all'inizio della vita
pubblica era la vedova di Giuseppe, in realtà nessun evangelista lo dice. Al
contrario, altri chiamato Gesù come il figlio di Giuseppe. Questo vuol dire che
è probabile che Giuseppe (non lo dico con assoluta certezza) fosse vivo al tempo
della predicazione di Gesù.
Gv 6,42 E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di
Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono
disceso dal cielo?».
Tornando al discorso dei “fratelli”, “il” figlio
di Maria è singolare. Se ci fossero stati altri fratelli, l’evangelista poteva
omettere “il” e lasciarlo come "figlio di Maria" o poteva dire
“uno dei figli di Maria”.
Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria e fratello di
Giacomo, Ioses, Giuda e Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si
scandalizzavano di lui.
Non c'è nessun articolo definito “il” prima di
“fratello di... “ come c’è una prima di “figlio”. Questo dimostra che il
rapporto tra Gesù e Maria è più preciso del rapporto tra Gesù e i suoi
“fratelli”.
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