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lunedì 21 ottobre 2013

NOSTRA SIGNORA DEL BUON SUCCESSO: La Madonna condanna la Massoneria


 
 

Dottor Franco Adessa

Era l'anno 1563. Nella pro­vincia basca di Viscaya, vi­cino al confine con la Fran­cia, in una famiglia dell'aristocrazia spagnola, nasceva Mariana Franci­sca de Jesus Torres y Berriochoa, prima figlia di Diego Torres e Ma­ria Berriochoa, entrambi devoti cat­tolici.
Di rara bellezza e dotata di intelli­genza pronta, natura dolce ed una forte inclinazione alla virtù, Maria­na, sin dall'infanzia, schivava i gio­chi dei coetanei per rifugiarsi segre­tamente nella chiesa, adiacente alla sua casa e dov'era stata battezzata, e dove spesso la madre la trovava prostrata davanti al Tabernacolo.
All'età di sette anni, un incendio distrusse la chiesa danneggiando anche la casa e la proprietà paterna, precipitando nella miseria l'intera famiglia che si do­vette trasferire, con i tre figli, nella cittadina di Santia­go di Galizia, nella parte nord occidentale della Spa­gna.
Un giorno, inginocchiata davanti al Tabernacolo, Mariana esclamò ad alta voce: «Oh mio amato! Quando arriverà il giorno in cui mi potrò unire a Te nella Santa Comunio­ne?». Subito dopo, udì queste paro­le provenienti dal Tabernacolo: «Qualunque giorno tu desideri, fi­glia mia, perché il tuo cuore è già pronto!».
Svelato il segreto di questo collo­quio ad un frate francescano, inizia­rono subito i suoi preparativi, così, l'8 dicembre del 1572, all'età di no­ve anni, Mariana riceveva la sua Prima Santa Comunione.
In questo suo primo abbraccio con Gesù, il torrente della grazia divina inondò il suo cuore facendola cadere in estasi. Ella, per la prima volta, vide la Madre Immacolata che, do­po averle spiegato la grandezza del voto di castità, le insegnò la formula e il significato di tale voto, coman­dandole di pronunciarlo, un giorno, nell'Ordine reli­gioso dell'Immacolata Concezione.
Ella vide poi, nel Tabernacolo, le Tre Persone della Santissima Trinità e San Giuseppe. Ella, allora, pro­nunciò il solenne voto di castità, ripetendo le parole udite dalla Madre Immacolata e, al termine, il Padre Eterno benedì l'unione tra Mariana e il suo Santissimo Figlio, che le chiese di iniziare il suo cammino sulla strada dell'amore e del sacrificio.
Su richiesta delle famiglie più influenti e di gran parte della popolazione della città di Quito, il Re di Spagna, Filippo II, nel 1566, emise un decreto per la fondazio­ne del Convento Reale dell'Immacolata Concezione, che fu poi eretto in un angolo della piazza principale di Quito. Lo scopo del Convento era la preghiera dell'Ufficio Divino e l'educazione e la formazione reli­giosa delle figlie delle famiglie spagnole e creole della Colonia spagnola di cui Quito era la capitale.
Il Re mandò dalla Spagna il primo gruppo delle Ma­dri Fondatrici del Convento a capo delle quali pose Madre Maria de Jesus Taboada, una sua parente ed anche zia di Mariana Francisca de Jesus Torres.
Non appena Mariana udì la notizia della fondazione di questo nuovo Convento, ella comprese le parole di Gesù quando la invitava a lasciare la casa paterna per unirsi a Lui.
La fondatrice Madre Maria decise di portare con sé la piccola Mariana e, pochi giorni prima della partenza, el­la, appena ricevuta la Comunione, ebbe una visione di Nostro Signore che le disse: «Mia Sposa, è arrivato il tempo di abbandonare la tua casa paterna e la tua patria. Io ti porterò nella mia casa dove, dietro mura solide, tu vivrai lontano dalla carne e dal sangue, nascosta e dimenticata da tutte le creature. (...). A mia imitazione, tu porterai la croce ed avrai grandi sofferenze. Forza e coraggio non ti mancheranno. Io desidero solo che la tua vo­lontà sia sempre pronta a compiere la Mia».
Nel 1576, Madre Maria, le altre cinque fondatrici e Mariana s'imbarcarono per l'Ecuador ma, in mezzo al mare, d'improvviso, il cielo s'oscurò e si scatenò un uragano di inaudita violenza e tanto spaventoso che anche i marinai, visti inutili i loro sforzi e con la nave che stava per affondare, credettero che non vi fosse più alcuna speranza di salvezza. Pensando di essere lei la causa di tale uragano, Mariana si unì alla zia per pregare e invocare la misericordia di Dio. Fu allora che esse videro, tra le acque tempestose, un gigante­sco serpente con sette teste che cercava di annientare e inabissare la loro nave.
Mariana perse i sensi e, improvvisamente, la luce del giorno fece breccia in quella spaventosa oscurità e l'uragano si placò. Quando Mariana rinvenne, rac­contò alla zia di aver visto un serpente più grande del mare che si contorceva e poi una Signora, d'incompa­rabile bellezza, vestita di sole, coronata di stelle, con un Bambino meraviglioso in braccio e con sopra il cuore un'immagine del Santissimo Sacramento. Con una mano, ella brandiva una grande croce d'oro che terminava a forma di lancia. La Signora, con l'aiuto del Santissimo Sacramento e della mano del Bambino, colpì il serpente con tale forza che, questo, fu ridotto in pezzi.
Due anni più tardi, Madre Maria fece coniare un me­daglione su cui era rappresentata la scena descritta da Mariana nella sua visione e, da quel giorno, que­sta medaglia fu portata da tutte le Suore del Convento dell'Immacolata Concezione di Quito.
Le Fondatrici arrivarono a Quito il 30 dicembre e, il 13 gennaio 1577 successivo, il Vicario Provinciale dell'Ordine Francescano ricevette i Voti di obbedienza delle Fondatrici, col governo spirituale e temporale del Padre Antonio Jurado O.F.M.. Grande e solenne fu la celebrazione della fondazione del Convento Rea­le dell'Immacolata Concezione, e l'intera città di Quito partecipò in massa alla festa.
All'età di 15 anni, l'8 settembre 1577, Mariana entrò nel Noviziato, inizian­do l'anno di tirocinio sotto la guida della zia Madre Maria e dei Frati Mi­nori. Dopo due anni di vita religiosa, di pratica di ogni virtù e di stretta os­servanza alla Regola, il 4 ottobre 1579, Mariana fece la professione so­lenne dei Voti nelle mani della Bades­sa, Madre Maria.
Appena terminato di pronunciare i voti, ella cadde in estasi e udì l'eterno Padre ripetere le parole pronunciate da sua zia: «Se tu sarai fedele in questo, Io ti prometto la vita eterna».
Ella, poi, vide Nostro Signore che con ineffabile mae­stà e dolcezza, si sposò a lei, mettendole nel dito della mano destra un meraviglioso anello con quattro pietre preziose, su ciascuna delle quali stava scritto uno dei quattro voti: povertà, obbedienza, castità e clausura. Nostro Signore le disse: «Mia sposa, Io desidero per te una vita d'immolazione. La tua vita sarà un conti­nuo martirio...».
 

Apparízione della SS Trinità

Era il 1582. Un giorno, mentre stava pregando nel Co­ro del suo Convento ai piedi del Tabernacolo, dopo un increscioso episodio accaduto tra le Suore del Con­vento, Suor Mariana, dopo un breve colloquio con Nostro Signore, d'un tratto, udì un terrificante boato e vide l'intera chiesa immersa nel buio, nella polvere e nel fumo. Alzando lo sguardo, ella vide l'altare mag­giore illuminato a giorno. Il Tabernacolo si apri e Cri­sto apparve, come sul Golgota nella sua agonia, con ai suoi piedi la Vergine Maria, San Giovanni e Maria Maddalena.
Credendo di essere stata lei la causa di questo, Suor Mariana, prostrandosi a terra con le braccia incrociate, esclamò: «Signore, sono io la colpevole! Punisci­mi e perdona il tuo popolo».
Ma il suo Angelo custode la sollevò da terra e le disse: «No! Non sei tu la col­pevole. Alzati, perché Dio desidera ri­velarti un grande segreto».
Vedendo le lacrime della Vergine Ma­ria, ella si rivolse a Lei dicendo: «Mia Signora, sono io la causa della tua tristezza?».
«No, non sei tu, ma il mondo crimina­le!».
Allora, Nostro Signore iniziò la sua agonia e Madre Mariana udì la voce di Dio Padre che disse: «Questo castigo sarà per il secolo XX»
D'improvviso, sopra la testa del Cristo agonizzante, apparvero tre spade sulle quali stava scritto: "Punirò l'eresia", "Punirò l'empietà", "Punirò l'impurità", ed ella comprese che questo sarebbe avvenuto nel seco­lo XX. La Vergine Maria le domandò: «Figlia mia, vuoi tu sacrificarti per le persone di quel periodo?».
«Sì, lo voglio!» rispose Suor Mariana. Allora, d'improvviso, le tre spade so­pra la testa ciel Cristo agonizzante, tra­fissero il cuore di Suor Mariana cau­sandole una morte mistica. Ella com­parve davanti al giudizio di Dio. No­stro Signore le presentò due corone: una di gloria imanortale, di indescrivi­bile bellezza; l'altra, di gigli bianchi cir­condati di spine, e le disse: «Mia Spo­sa, scegli una di queste corone». Ella doveva scegliere tra la gloria del Para­diso e la gloria del suo ritorno sulla ter­ra, per soffrire come vittima sacrifica­le per placare la Divina Giustizia per le eresie, le empietà e le impurità che sarebbero state commesse nel secolo XX.
Rassicurata dalle parole della Vergine Maria e dalla Sua promessa di aiuto in questa terribile prova, Suor Maria­na rispose: «Mia Signora e Madre, sia fatta in me la Divina Volontà!».
E dopo queste parole ella accolse con umiltà e rassegnazione la corona dei gigli circondati di spine, e tornò sulla terra per soffri­re.
Ella divenne, così, una vittima sacrificale per le eresie, le empietà e le impurità dei nostri tempi!
 

I Apparizione della Madonna

Il 17 settembre 1588, Suor Maria­na stava recitando le preghiere di mezzanotte quando, improvvisa­mente, l'intero suo corpo ebbe un brivido così violento che ella non poté trattenere un grido di dolore.
Portata a letto, il suo corpo fu esaminato e si scoprì che le sue mani e i suoi piedi presentavano delle ferite profonde e nel costato vi era una ferita come pro­dotta da una spada. La mattina seguente, il medico scoprì che ella era completamente debilitata, il midollo osseo prosciugato e il suo corpo paralizzato. Il solo mo­vimento percettibile era quello del  suo cuore che batteva così forte che lo si poteva udire a distan­za.
Tale infermità la costrinse a letto per circa un anno ma nei primi mesi, alle sofferen­ze fisiche si aggiunsero an­che quelle spirituali. '­
Un giorno, ancora a letto e incapace di muoversi per la sofferenza, udì, ad un tratto, un rumore spaventoso nella sua cella. Aperti gli occhi, ella vide un orri­bile serpente che, dibat­tendosi e contorcendosi, cercava, strisciando, di ar­rampicarsi freneticamente sui muri, come se fosse in­seguito da qualcuno che lo incalzava per cacciarlo.
La pena che Suor Mariana provò fu così acuta da essere sommersa nella disperazione. Tutti gli atti eroici della sua vita le sembrarono criminali; le sue buone opere apparvero come opere di perdizione; la sua vocazione, un'il­lusione ed una vergogna per la quale ella si era avviata verso la dannazione eterna. In questo sventurato stato interiore, in cui le sembra­va che la sua anima si staccasse dal corpo per la vio­lenza della pena e che sprofondasse nell'Inferno, ella raccolse tutte le sue forze e si lamentò a gran voce: «Stella del mare, Maria Immacolata, il debole veliero della mia anima sta affondando. Le acque della tri­bolazione mi stanno facendo annegare. Salvami, perché sto morendo!».
Prima di finire la frase, ella vide una luce celestiale in­torno a sé e sentì una mano amorosa toccarle il capo. Contemporaneamente, Suor Mariana udì una voce dolce che disse: «Perché hai paura, figlia mia? Non sai che Io sono con te nelle tue tribolazioni? Alzati e guardami!».
L'umile religiosa si alzò sul letto e vide una Signora di grande maestà e splendore che emanava dolcezza e amore. Ella le chiese: «Chi sei tu, splendida Signora?». «Io sono la Madre del Cielo che tu hai invocato. So­no venuta a dissipare le tenebre della notte della tua anima (...) perché il tuo Signore e Dio ti ha destinata a cose grandi e di lieto auspicio, durante la tua vita. (...). Ora, Io trasmetterò vita ai tuoi nervi, vene e arte­rie, e scaccerò il serpente infernale».
Non appena la Signora ebbe finito di parlare, l'enorme serpente emise uno spaventoso sibilo di disperazione, lanciandosi  nell'Inferno con un tale orribile boa­to che fece tremare la terra sotto il Convento e l'intera città di Quito.
Mariana rimase a letto inferma e la sua salute continuò a peg­giorare fino al mese di settem­bre 1589. Il secondo merco­ledi del mese, alle ore 9 di mattina, iniziò la sua agonia. La Messa della mattina fu celebrata in sua presenza ed ella ricevette l'estrema Unzione. La sua agonia conti­nuò fino al venerdi. Alle ore 3:30 del pomeriggio, Suor Mariana esalò il suo ultimo respiro. I funerali fu­rono stabiliti per il lunedì seguente, ma alle ore 3 della domenica mattina (la stessa ora della Resurrezione di No­stro Signore Gesù Cristo), quando le Suore del Convento si recarono al Coro per il Picco­lo Ufficio, con meraviglia, trova­rono Madre Mariana che stava pregando.
Nel 1592, Madre Maria, Badessa del Convento da 15 anni, si ammalò gravemen­te e Suor Mariana fu eletta al suo posto. Alla morte di Madre Maria (1593), però, si formò un gruppo di Suo­re ribelli che complottarono per trasferire la giurisdi­zione del Convento dai Frati Minori al Vescovo di Quito, e questo clima portò ad un deterioramento del­la vita conventuale che sfociò in accuse personali e al­la conseguente istituzione di processi nei confronti delle presunte colpevoli.

II Apparizione della Madonna

Il 2 febbraio 1594, col cuore pieno di amarezza e pena, Madre Mariana era intenta a pregare prostrata sul pa­vimento del Coro superiore del suo Convento. Ella supplicava Nostro Signore, con l'intercessione della Sua Madre Benedetta, perché cessassero i continui processi che avevano luogo nel suo amato Convento e per la fine dei tanti peccati che venivano commessi nel mondo.
Durante questo lungo atto penitenziale, Madre Maria­na percepì la presenza di qualcuno di fronte a lei. Il suo cuore era curvato, ma una voce dolce la chiamò per nome. Ra­pidamente, si sollevò e, di fronte a sé, vide una Signora meravigliosa che portava Gesù Bambino nel suo brac­cio sinistro e, nella sua mano destra, un Pasto­rale d'oro lucido e adorno di pietre pre­ziose d'indescrivibile bellezza.
Col cuore pieno di gioia e di felicità, ella disse: «Signora meravi­gliosa, chi sei tu e cosa vuoi? Non sai che io sono una povera Suo­ra, sicuramente piena d'amore per Dio, ma anche traboccante di dolore e sofferenza?».
La Signora rispose: «Io sono Maria del Buon Successo, la Regina del Cielo e della Terra. È proprio perché tu sei un'anima religiosa ri­piena d'amore per Dio e Sua Madre, che Io ti sto parlando. Io sono venuta dal Cielo per consolare il tuo cuore afflitto. Le tue preghie­re, lacrime e penitenze sono molto gradite al nostro Padre Celeste. Lo Spirito Santo, che consola il tuo spirito e ti sostiene nelle tue giuste tribolazioni, ha formato, da tre gocce del San­gue del Mio Cuore, il Bambino più eccellente dell'umanità. Per nove mesi, Io Vergine e Madre, l'Ho portato nel mio purissimo grembo. Nella stalla di Be­tlemme, lo l'Ho dato alla luce e l'Ho adagiato sulla fredda paglia. Come Sua Madre, Io l'Ho posto qui, sul mio braccio sinistro, in modo che, insieme, Noi possiamo trattenere la mano della Giustizia Divina, che è sempre pronta a ca­stigare questo mondo sventurato e criminale. Nella mia mano de­stra, Io porto il Pastorale che tu vedi, perché lo desidero governare questo Convento come Badessa e Madre.
Tra breve, i Frati Francescani non governeranno più questo Convento e, pertanto, il mio patronato e la mia protezione sono più necessari che mai, perché questa prova durerà per secoli. Con questa separazione, Sata­na tenterà di distrug­gere quest'opera di Dio, usando le mie fi­glie ingrate. Ma egli non avrà successo, perché Io sono la Re­gina delle Vittorie e la Madre del Buon Suc­cesso, ed è sotto que­sta invocazione che Io desidero essere cono­sciuta per tutti i tem­pi, per la preservazio­ne del mio Convento e dei suoi abitanti.
Ora, Io desidero do­narti forza e incorag­giamento. Non per­mettere alla sofferenza di scoraggiarti, perché tu vivrai a lungo su questa terra per la glo­ria di Dio e di Sua Ma­dre che ora ti sta par­lando. Il Mio Santissi­mo Figlio desidera darti ogni tipo di sof­ferenze e, per infon­derti il coraggio di cui avrai bisogno, Io Lo prendo dalle mie braccia e... riceviLo nelle tue! Tienilo stretto al tuo cuore de­bole e imperfetto!».
La Santissima Vergine pose il Bambino Divino tra le braccia della felice Madre Mariana, che Lo abbracciò e strinse a sé vicino al suo cuore, accarezzandoLo tene­ramente. Dopo aver fatto questo, ella sentì dentro di sé un forte desiderio di sofferenza.
Lo spirito di ribellione e di non os­servanza alla Regola si rivolge contro Madre Mariana, e le Suore ribelli, nel 1595, si opposero alla sua rielezione a Badessa facendo eleggere Madre Maddalena e, ina­sprendo i loro rapporti coi Frati Minori, nel 1598, ottennero la loro separazione dal Convento che passò sotto la giurisdizione del Vescovo di Quito.
Il periodo che va dal 1599 al 1610, fu il periodo più turbolento e drammatico per il Convento. Madre Ma­riana e le Fondatrici furono calunniate, umiliate, per­seguitate, processate e più volte trascinate in prigione.
 

III Apparizione della Madonna

Fu proprio nella prigione del Convento che la Madon­na scelse di apparire nuovamente.
Accadde il 16 gennaio 1599. In una luce brillante, Ma­dre Mariana vide apparire una Signora meravigliosa che si presentò: «Io sono Maria del Buon Successo, un'invocazione ben conosciuta in Spagna ed una alla quale tu hai fatto ricorso diverse volte. (...).
Le tribolazioni che il Mio Santissimo Figlio ti ha dato sono un dono celeste per abbellire la tua anima e per trattenere l'ira divina, così pronta a scatenare un terri­bile castigo su questa ingrata Colonia. Quanti crimini nascosti vi sono commessi! (...).
Tra breve tempo, il Paese nel quale tu vivi cesserà di essere una Colonia e diventerà una Repubblica libera. Allora, conosciuta col nome di Ecuador, avrà bisogno di anime eroiche per affrontare le tante calamità pub­bliche e private. Qui, nel Convento, Dio troverà sem­pre anime come viole nascoste. Maledetta sarebbe Quito senza questo Convento! Il più potente re della terra con tutte le sue ricchezze non potrebbe costruire nuovi edifici su questo luogo, perché questo luogo appartiene a Dio.
Nel secolo XIX, verrà un vero Presidente cristiano (Garcia Moreno - ndr) un uomo di carattere cui Dio Nostro Signore darà la palma del martirio sulla piaz­za adiacente a questo mio Convento. Egli consa­crerà la Repubblica al Sacro Cuore del Mio Santissi­mo Figlio e questa Consacrazione sosterrà la Reli­gione Cattolica negli anni che seguiranno; anni che saranno infausti per la Chiesa.
Questi anni, durante i quali la set­ta maledetta della Massoneria avrà il controllo del Governo civile, ve­dranno una crudele persecuzione di tutte le comunità religiose, e col­pirà violentemente anche questa del mio amato Convento.
Questi uomini sventurati penseranno di distruggere il Convento, ma Dio esiste e Io esisto, e Noi faremo sorgere potenti difensori e porremo di fronte a que­sti nemici difficoltà impossibili da superare, e il trionfo sarà Nostro. (...).
Quindi, è desiderio del Mio Santissimo Figlio che tu comandi la costruzione di una Statua che mi raffigu­ri proprio come tu mi vedi ora, e che tu la faccia por­re sul seggio della Badessa, in modo che Io possa go­vernare il Mio Convento. Nella mia mano destra, fa porre il Pastorale e le chiavi ciel chiostro come segno della Mia proprietà e autorità. Nel Mio braccio sini­stro, poni il Mio Bambino Divino, in modo che gli uo­mini capiscano come lo sono potente nel placare la Giustizia Divina e ottenere la misericordia e il perdo­no per ogni peccatore che viene a Me col cuore contri­to, perché Ilo sono la Madre di Misericordia e in Me vi è solo Bontà e Amore; e secondo, in modo che in tutti i tempi, le Mie figlie comprenderanno che Io mostro e dono loro il Mio Santissimo Figlio e loro Dio come modello di perfezione religiosa. Esse dovrebbero venire a Me, perché Io le conduca a Lui».
Ai dubbi di Madre Mariana che anche il più esperto scultore potesse scolpire una simile statua, la Madonna rispose: «Figlia mia, sono d'accordo con quello che tu dici. Il mio servitore Francesco con le sue mani ferite, intaglierà la mia Statua e gli Spiriti angelici lo as­sisteranno. Egli stesso mi cingerà col suo cingolo, simbolo di tutti i suoi figli e figlie che mi sono tanto vicini. Per l'altezza della mia figura, tu stessa Mi misurerai col cingolo serafico che ti cinge i fianchi: portami il tuo cingolo e poni un'estremità nella mia mano. Poi, tu dovresti toccare la sua altra estremità al mio piede. (...) Qui, figlia mia, hai l'altezza della tua Madre Ce­leste. Trasmettila al mio servitore Francisco del Castillo, e descrivigli i miei lineamenti e il mio portamento. Egli eseguirà il lavoro esterno della mia Statua... ».
Lo stesso anno, il Vescovo di Quito, dopo un’indagine sui fatti della vita del Convento, pentitosi degli errori commessi nei confronti di Madre Ma­riana e delle Fondatrici, emise un ordi­ne scritto a Madre Mariana in cui si af­fermava che a lei spettava il governo del Convento, al di sopra persino della Badessa in carica, la quale era obbliga­ta a consultarla, cercare il suo consiglio in ogni cosa e obbedirle come Ma­dre Fondatrice.
La carità di Madre Mariana, nei confronti delle Suore ribelli e in particolare per la Suora che le ca­peggiava, la spinse a chiedere a Nostro Signore di donarle le sof­ferenze necessarie per ottenere la salvezza della sua anima. Ebbe così inizio, nel 1601, un periodo di cinque anni di espiazione per la suora ribelle che, am­malatasi gravemente, fu curata personalmente da Ma­dre Mariana.
Terminato questo periodo, la Suora ribelle morì e, po­co dopo, Madre Mariana fu eletta Badessa per la terza volta (1606-1609) e poi ancora per la quarta volta (1609-1612).
 

La devozione di Nostra Signora del Beton Successo

Maria del Buon Successo, Vergine del Buon Successo o Nostra Si­gnora del Buon Successo era un'invocazione ben conosciuta in Spagna. Le tracce di tale invocazione risalgono al tempo delle guerre di li­berazione contro i musulmani. E al Buon Successo che El Cid vittorioso dedica un magnifico altare, en­trando trionfante nella città di Almenara!
Il "Buon Successo" è il miracolo, l'intervento sopran­naturale che la Madre di Dio chiede in favore dei suoi figli; è il fatto straordinario che converte un'immagine di pietra, o di legno, in "porta" presso la divinità.
La Vergine del Buon Successo era patrona di Sagun­to-Valencia: è un'immagine di marmo di 40 cm d'al­tezza che si venerava nel Convento delle Religiose Servite della città. Dice la leggenda che l'immagine apparì galleggiando sulle acque del mare, circondata da 5 stelle.
Nel tempo, altre invocazioni della Madonna si trasfor­marono in quella del "Buon Successo": nella zona di Traiguera-Castellon, si venerava, come patrona di quelle terre, la Vergine della Fonte della Salute, tro­vata, secondo la tradizione, dai due pastori: Anastasio e Jaime Sorlì, nel 1384. Tale invocazione si mutò in quella di Nostra Signora del Buon Successo.
Nella zona Cabanes-Castellon, accadde che la madre di un bambino gravemente infermo, Francisco Ga­valdà - futuro Vescovo di Segorbe - pregando davanti alla Vergine del Rosario vide l'immagine sudare. La madre asciugò il sudore della statua con un panno che collocò sotto il cuscino del figlio. La mattina seguente, il bambino si svegliò completamente guarito.
Questo "Buon Successo", anticipo di molti "Buoni Successi" che dovevano seguire, diede luogo al cam­bio del nome dell'immagine sacra.
Il sigillo autorevole all'invocazione di Nostra Signora del Buon Successo e alla promozione della sua devo­zione, però, ebbe origine direttamente dalla volontà di un Papa: Paolo V (1065-1621).
Bernardino de Obregon (1540-1.599) era un giovane spagnolo, ricco e orgoglioso che, un giorno, nel 1567, fulminato dall'umiltà di un povero passante, cambiò vita e decise di dedicarsi al servizio dei poveri e degli infermi. Su permesso del Nunzio e del Re Filippo II di Spagna, egli fondò, sotto la Regola del Terzo Ordine di S. Francesco di Paola, la "Congregazione religiosa dei Minimi per l'assistenza ai malati" (che si occupa­va principalmente degli ospedali). Il voto era di ca­stità, povertà, obbedienza e ospitalità. Nel 1599, Obre­gon morì e fu sepolto nell'Ospedale Generale di Ma­drid, dove i suoi "Obregones" prestavano servizio.
Il successore, Fratel Gabriel de Fontanet, insieme al Fratello Guillermo de Rigosa, nel 1606, andarono a Roma per far approvare dal Papa l'estensione della lo­ro giurisdizione da Madrid all'intera Spagna.
Fecero il viaggio a piedi e, passata Valencia, attraver­sando la sierra di Valdancha, tra Traiguera e Castel­lon, i due Fratelli persero la strada ed una terribile tempesta li colse, durante la notte. In cerca di rifugio, videro una luce intensa sulla montagna uscire da una cava. Raggiunto il luogo, in una luce intensa e tra fiori di rara bellezza, essi scoprirono una statua della Ver­gine Maria sorridente, col Bambin Gesù nel braccio sinistro, uno scettro nella mano destra ed una mera­vigliosa corona che le cingeva il capo.
La statua, alta 53 cm col Bambin Gesù di 11 cm, aveva capelli castani, gli occhi neri, il volto color carne ed era fatta con legno di cipresso. Non solo vi fu del miraco­loso in questa scoperta, ma la meraviglia dei due fra­telli fu il non poter immaginare chi avesse potuto scol­pire un'opera d'arte di tale bellezza e perfezione! Costruita una cesta, essi vi nascosero la statua e conti­nuarono il loro viaggio verso Roma.
Ricevuti dal Pontefice, Paolo V, udita la storia del ritrovamento e comprendendo la natura sopran­naturale dell'evento, s'inginocchiò, mise la sua croce pettorale al collo della Statua, la abbracciò, la baciò ed esclamò: «Guardate, Ella sorri­de! Perché sorride? Quale Buon Successo voi avete ottenuto con questo viaggio! Non vi è dubbio che Nostra Signora ha deciso di proteggervi e soste­nervi nella vostra opera. Quindi., non sarò io a metter­mi contro di Lei. Possano i vostri desideri avere un Buon Successo!».
Poi, Papa Paolo V benedì la statua, le concedette molte indulgenze, le diede il nome di "Nostra Si­gnora del Buon Successo" e comandò che la sua de­vozione fosse subito promossa; inoltre, in memoria della croce che aveva posto su di essa, autorizzò i Fra­ti dell'Ordine che stava per approvare, di usare una croce di panno su una tunica nera.
Infine, Paolo V decretò che la "Congregazione reli­giosa dei Minimi per l'assistenza ai malati" fosse eretta ad Ordine Religioso.
Nel loro viaggio di ritorno, i due frati, arrivati a Va­lencia, in preda alla peste, scoprirono che ben nove dei loro dodici fratelli erano morti per contagio. Pro­seguirono, quindi, per Madrid e collocarono la sacra Statua sopra l'altare della chiesa dell' Ospedale Gene­rale, fino a quando, incaricati di occuparsi dell'Ospe­dale Reale della Corte, alla Porta del Sol di Madrid, la trasferirono nella sua infermeria.
Questo ospedale, fondato da Re Ferdinando e Isabel­la di Castiglia per il soccorso e la cura dei soldati con­tagiati, fu ampliato dall'Imperatore Carlo V, nel 1529. Il Re Filippo II tracciò di persona la pianta della sua nuova piccola chiesa e l'ospedale e la chiesa furono di­chiarati Patrimonio Reale.
Il 6 giugno 1611, il Re Filippo II fece la dedica alla nuova chiesa e, in presenza della Regina e di tutta la Corte, fece collocare la Statua di Nostra Signora del Buon Successo nella chiesa, alla terza Cappella.
In seguito, il 19 settembre 1641, con una solenne ceri­monia la sacra Statua, che aveva dato il suo nome all'Ospedale di Corte ed alla sua chiesa, fu posta sull'altare maggiore.
Questa chiesa ricevette considerevoli privilegi: fu eret­ta a parrocchia, dipendendo dal Patriarca delle Indie, come Cappella Maggiore dei Re e del Vicario Genera­le degli eserciti e delle forze armate.
La Statua rimase circa duecento anni in questa chiesa alla Porta del Sol di Madrid, fino a che sopraggiunse­ro gli orrori, i massacri e le distruzioni della Guerra di Successione spagnola, quando gli eserciti stranieri in­vasero la Spagna e dove nel cortile dell'Ospedale fu­rono fucilati moltissimi eroi di Madrid.
A seguito delle rovine provocate dalla Guerra, la sacra Statua fu collocata in una nicchia della chiesa del Buon Successo, fino a quando, nel 1832, fu spostata, prima, al Collegio Reale di Nostra Signora di Loreto, e poi nella Cappella del Palazzo Reale.
L'area dell'Ospedale di Corte e della sua chiesa fu adibita ad altri usi e così, nel corso degli anni, in quei luoghi sorsero nuove a magnifiche costruzioni.
Vi fu un progetto di riedificare la chiesa e l'ospedale del Buon Suc­cesso in un'area chiamata Prado, di fronte al Giardino Botanico, ma poi l'idea fu abbandonata.
Fu la Regina Isabella Il che insi­stette perché non si abbandonasse l'idea di ricostruire la chiesa dedi­cata al Buon Successo; così questa fu eretta nel quar­tiere di Pozas, nel 1868, davanti all'Hospital Central del Aire (l'Ospedale militare), anche se non in modo così grandioso e magnificente come era stato previsto nel progetto iniziale di ricostruzione.
Re Filippo III vi collocò la sacra Statua con un privi­legio ineguagliato in Spagna e nel mondo: questa era l'unica chiesa al mondo in cui si celebrava la Messa dalle 5 del mattino fino alle 2 del pomeriggio. Nep­pure nella stessa Roma esisteva una chiesa a detenere [tale privilegio]
 

IV Apparizione della Madonna

Il 21 gennaio 1610, Madre Mariana stava pregando quando, d'improv­viso, il Coro fu inondato di un ce­lestiale splendore. In mezzo a que­sta ritulgente luce, ella vide arrivare i tre Arcangeli, S. Gabriele, S. Michele e S. Raffaele che avevano prece­duto l'Apparizione della Madonna per illuminare l'in­telligenza, rinforzare il cuore e curare la cecità dì men­te di Madre Mariana.
Partiti i messaggeri celesti, Madre Mariana, rimase prostrata a terra fino alle 2 del mattino, quando le ap­parve la Regina Celeste con in braccio il Bambino che si rivolse a lei con que­ste parole: «Alzati da terra dove giaci, figlia prediletta del mio Cuore mater­no e amata sposa del Mio Figlio Divino. La tua umiltà ha attirato il mio Cuore, proprio come l'orgoglio che regna in questa pove­ra Colonia si separa da Me. Ma poiché Io ho figlie fedeli e amo­rose in questo Con­vento, e tra di esse, tu, mia preferita, Io ven­go come sempre a confidarti i miei se­greti».
Dopo averle parlato delle religiose infedeli che avrebbero vissuto nel Convento nei tem­pi a venire, della loro ostinata tiepidezza e sordità ad ogni grazia, ad ogni consiglio cari­tatevole, avvertimento e castigo a cui esse sa­rebbero andate incon­tro, la Madonna le dis­se:
«Ora, ti faccio sapere che dalla fine del secolo XIX e da poco dopo la metà del secolo XX, in quella che oggi è la Colonia e che un giorno sarà la Repubblica dell'Ecuador, esplode­ranno le passioni e vi sarà una totale corruzione dei costumi, perche Satana regnerà quasi com­pletamente per mezzo delle Sette Massoniche.
Essi si concentreranno principalmente sui bambini per mantenere questa corruzione generale. Guai ai bambi­ni di questi tempi!
Sarà difficile ricevere il Sacramento del Battesimo ed anche il Sacramento della Cresima. Essi riceveranno il Sacramento della Confessione solo se rimarranno nelle Scuole Cattoliche, perché il Diavolo farà uno sforzo enorme per distruggerlo attraverso persone in posizione d'autorità.
La stessa cosa accadrà al Sacramento della Santa Co­munione. Anime! co­me profondamente Mi rattrista il manifestarti gli enormi sacrilegi - sia pubblici che privati - che verranno com­piuti da profanazioni della Santa Eucaristia. Spesso, durante questa epoca, i nemici di Ge­sù Cristo, istigati dal Diavolo, ruberanno Ostie consacrate dalle chiese in modo da pro­fanare la Specie Euca­ristica. Il Mio Santissi­mo Figlio si vedrà get­tato a terra e calpestato da piedi lordi.
Ma in quei tempi, tu sarai già conosciuta, insieme ai favori che Io ti sto concedendo. Quanto amo gli abitan­ti fortunati di questo luogo sacro! E quella conoscenza stimolerà amore e devozione al­la mia Statua Sacra. Per questa ragione, og­gi, con autorità, Io ti ordino di far fare que­sta Statua: fa che sia scolpita proprio come tu Mi vedi e falla porre sul seggio della Badessa, in modo che, da là, Io posso governare e dirigere le mie figlie e difendere il mio Convento; perché Satana, facendo uso sia del bene che del male, ingaggerà una feroce battaglia per di­struggerlo. (...).
Poiché questo povero Paese sarà privo dello spirito Cattolico, il Sacramento dell'Estrema Unzione sarà poco considerato. Molte persone moriranno senza ri­ceverlo - sia per la negligenza delle loro famiglie sia per un malinteso affetto per i malati. Altri, incitati dal maledetto Diavolo, si ribelleranno contro lo spirito della Chiesa Cattolica e priveranno un gran numero di anime delle innumerevoli grazie, consolazioni e forza di cui esse hanno bisogno per fare il grande salto dal tempo all'eternità. Ma alcune persone moriranno senza ricevere questo Sacramento per un giusto e se­greto castigo di Dio.
Per il Sacramento del Matrimonio, che simboleggia l'unione di Cristo con la Sua Chiesa, questo sarà attac­cato e profondamente profanato.
La Massoneria, che sarà allora al potere, approverà leggi inique con lo scopo di liberarsi di questo Sa­cramento, rendendo facile per ciascuno di vivere nel peccato e incoraggiando la procreazione di figli illegittimi, nati senza la benedizione della Chiesa. Lo spirito Cattolico verrà meno rapidamente; spegnen­do la preziosa luce della Fede fin­ché non si arriverà al punto che ci sarà una quasi totale corruzione generale dei costumi. A questo si aggiungeranno gli effetti dell'edu­cazione secolare che sarà una delle ragioni della morte delle vocazioni sacerdotali e religiose.
Il Sacramento dell'Ordine Sacro sarà deriso, oppres­so e disprezzato, perché in questo Sacramento, la Chiesa di Dio e persino Dio Stesso è respinto e di­sprezzato poiché Lui è rappresentato dai Suoi preti. Il Demonio cercherà di perseguitare i ministri del Si­gnore in ogni modo possibile, ed agirà con crudele e sottile astuzia per deviarli dallo spirito delle loro vo­cazioni, corrompendo molti di loro. Questi sacerdoti corrotti, che saranno motivo di scandalo per i cattoli­ci, faranno si che l'odio dei cattivi cattolici e dei ne­mici della Chiesa Cattolica Apostolica e Romana ri­cada su tutti i sacerdoti.
Questo apparente trionfo di Satana porterà enormi sofferenze ai buoni Pastori della Chiesa, i molti e bravi sacerdoti, e al Supremo Pastore e Vicario di Cri­sto sulla terra che, come un prigioniero in Vaticano, verserà lacrime amare e segrete in presenza del suo Dio e Signore, implorando luce, santità e perfezione per tutto il clero del mondo, di cui egli è Re e Padre.
Inoltre, in questi tempi infelici, vi sarà una lussuria sfrenata che irre­tirà i rimanenti nel peccato e conqui­sterà innumerevoli anime frivole che si perderanno. Non ci sarà qua­si più innocenza nei bambini, né pudicizia nelle donne.
In questo supremo momento di bisogno della Chiesa, chi dovreb­be parlare rimarrà in silenzio!
Tu vedrai tutto questo dal Cielo, mia amata figlia, do­ve tu non soffrirai più, ma le tue figlie e quelle che se­guiranno soffriranno, quelle anime dilette, che tu già conosci, placheranno l'Ira Divina. Esse ricorreranno a Me con l'invocazione di Nostra Signora del Buon Successo, la cui Statua Io ti comando di far costruire per la consolazione e la preservazione del mio Con­vento e per le anime fedeli di quel tempo, un'epoca in cui vi sarà una grande devozione per Me, perché Io sono la Regina del Cielo sotto molte invocazioni. Questa devozione sarà lo scudo tra la Giustizia Divi­na e il mondo prevaricatore, per impedire l'attuazione della terribile punizione di Dio, che questa terra col­pevole si merita.
Oggi stesso, tu dovresti andare dal Vescovo e dirgli che Io ti ho comandato di farmi raffigurare in una sta­tua da scolpire e da porre a capo del mio Convento in modo che, sotto questo titolo, Io possa prendere pos­sesso di ciò che mi appartiene. Come prova che tu stai dicendo la verità, digli che egli morirà entro due anni e due mesi e che egli dovrebbe cominciare a preparar­si per il giorno dell'eternità, perché la sua morte sarà violenta.
Egli dovrebbe consacrare la mia Statua con olio santo e darle il nome di "Maria del Buon Successo della Purificazione, o Candelora". In questa solenne occa­sione, egli stesso dovrebbe porre le chiavi del Chio­stro, insieme al Pastorale, nella mano destra della mia Statua, come prova che il governo delle spose del Mio Santissimo Figlio è stato affidato a Me e che esse dovrebbero consegnare tutte le loro preoccupa­zioni alla mia protezione amorosa e materna.
Poi, in quel momento, Io prenderò completo possesso del Convento, la mia casa, ed Io sarò obbligata a pro­teggerlo e liberarlo da tutti i disordini fino alla fine del tempo, pretendendo dalle mie figlie un continuo spi­rito di carità e sacrificio.
Con questo, insieme all'umiltà, obbedienza, pazien­za, silenzioso raccoglimento, e preghiera continua, questa Casa e Comunità saranno sostenute. (...). Tutte le loro necessità e richieste saranno accolte, con la pratica quotidiana di queste virtù. Questo vale per ciascuna delle mie figlie che vivranno in questo predi­letto chiostro fino alla fine del tempo. (...).
«Ora, sii docile alle mie esortazioni, e comanda senza ritardo che la mia Statua sia scolpita, come tu mi ve­di, e sollecita di porla nel luogo che Io ti ho indicato. (...). Io provvederò alla perfezione di quest'opera. Gli Arcangeli Gabriele, Michele e Raffaele si pren­deranno cura di eseguire segretamente la mia Statua. Tu dovresti chiamare Francisco del Castillo, che co­nosce bene quest'arte, e dargli una succinta descrizio­ne dei miei lineamenti e fattezze, esattamente come tu li vedi, oggi e sempre, perché è stata questa la ragione per la quale Io ti sono apparsa diverse volte».
Madre Mariana misurò nuovamente, col suo cingolo, l'altezza dell'Apparizione.
 

V Apparìzione della Madonna

Alle ore 1:30 del mattino del 2 febbraio 1610, Madre Mariana dopo aver pregato al Coro superiore, medi­tando sull'umiltà e obbedienza di Maria Santissima, stava ritirandosi a riposare quando, improvvisamente, si sentì sopraffatta da una gioia mista a paura e, subito si vide in presenza di Nostra Signora del Buon Suc­cesso che la stava guardando con amabile severità, senza dire una parola.
Alle preoccupazioni di Madre Mariana, Nostra Signo­ra rispose: «Creatura dal cuore duro e ritardataria (...) con la co­struzione della mia Statua, Io non favorisco solo te e il mio Convento, ma anche la gente e il vasto pubbli­co, attraverso i secoli. Poiché questo Convento è una fortezza, esso porterà la salvezza a molte anime, traendole dall'abisso del peccato in cui esse si trovano. Dio sarà glo­rificato in queste anime. Sapessi quante conversioni esso attuerà! Vuoi essere responsabile della per­dita di così tante anime, rimanendo sorda alla mia voce e al mio coman­do?».
«Signora meravigliosa - rispose Madre Mariana - il tuo rimprovero è giustissimo e io lo accetto umilmente davanti a Dio (...) ma permettimi di trasmetterti i miei timori e di chiederti una grazia che, come madre, Tu non potrai negarmi. Il timore che ti espongo è questo: poiché la gente di questo Paese è così incline all'idolatria, que­sta potrebbe essere un'occasione per indurli a questa pratica. La grazia che io chiedo è che Tu non faccia comparire il mio nome, in modo che solo Tu, come So­vrana e Regina, quale sei, possa essere glorificata ed io, invece, sempre sconosciuta. Inoltre, Ti chiedo di potermi far misurare la tua altezza ancora una volta, perché sarebbe impossibile raffigurarti esattamente come sei, anche se la tua santa Statua fosse intagliata dagli spiriti angelici».
La Regina del Cielo rispose: «Figlia amata del Mio Cuore, la tua umiltà Mi è gradi­ta. Appena possibile, va a parlare col Vescovo e digli, da parte mia, ciò che Io ti ho ordinato e detto la volta scorsa. Affrettati a comandare la scultura della mia Statua, perché il tempo vola e rimangono solo due anni di vita al Vescovo regnante, che è stato scelto per consacrare la mia Statua con olio santo e porla nel luogo che ti ho designato.
Digli, inoltre, che al termine della sua agonia, Noi - Io e tu - saremo là al suo fianco per assisterlo in quel suo passaggio finale. Se ti chiede come tu potrai trovarti là, rispondigli che nulla è impossibile a Dio e alla Sua Santissima Madre, perché Essi sono i padroni assoluti di tutte le creature.
Per la tua richiesta di rimanere sconosciuta, questa è cosa a Me gradita, e lo farò come tu mi hai richiesto. Dì al Vescovo che è mia volontà e volontà del Mio Santissimo Figlio che il tuo nome sia sconosciuto ad ogni costo, sia fuori che dentro il Convento, perché non è conveniente per nessuno, al tempo presente, co­noscere i dettagli e l'origine di come questa Statua è stata realizzata. Perché tutto questo sarà conosciuto dal vasto pubblico solo nel secolo XX.
Durante questo periodo, la Chiesa si troverâ attaccata da terribili orde della Setta Massonica, e questa po­vera terra dell'Ecuador sarà agonizzante a causa della cor­ruzione dei costumi, della sfrenata lussuria, della stampa empia e dell'educazione seco­lare. I vizi d'impurità, d'empietà e di sacrile­gio domineranno, in questi tempi di desolazione depravata, e chi do­vrebbe parlare rimarrà in silenzio!
Sappi, figlia amata, che quando il tuo nome sarà co­nosciuto nel secolo XX, vi saranno molti che non cre­deranno, pretendendo che questa devozione non è gradita a Dio. Ma le grandi sofferenze delle mie figlie, e le tue di questo tempo, saranno come un melodioso concerto di umiltà e di nascosta penitenza per il Mio Santissimo Figlio e per Me. Lo Sposo Divino ed Io, la Sua amata Madre, ed anche tu, avremo cura delle no­stre figlie dal Cielo e le guideremo sulla giusta via che conduce al Paradiso. Ciò che causerà la maggior pena a queste figlie predilette saranno i dubbi delle loro stesse consorelle, che aumenteranno le loro sofferenze ma anche i loro meriti.
Una Fede semplice e umile nella veridicità delle mie Apparizioni a te, mia prediletta figlia, sarà riservata alle anime umili e ferventi che sono docili alle ispi­razioni della grazia, perché il nostro Padre Celeste comunica i Suoi segreti ai semplici di cuore, e non a quelli dai cuori gonfi d'orgoglio che fingono di sa­pere ciò che non sanno, o che sono infatuati con una scienza vuota.
Non preoccuparti per le fattezze della mia Statua, perché verrà completata come lo desidero per i subli­mi scopi ai quali questa statua è destinata.
Ora, porgimi l'estremità del cingolo che hai intorno ai fianchi, simbolo della purezza della sposa del Divino Gesù, in modo che possa portarla alla mia fronte. Toc­ca l'altra estremità al mio piede destro, e tu avrai la misura della mia altezza, segnata dalla lunghezza di questo cingolo».
Istantaneamente, l'umile religiosa, piena di confiden­za e di amorosa gratitudine per la Beata Vergine, si sciolse il cingolo che aveva intorno ai fianchi e ne por­se un'estremità alla Beata Madre, mentre pose l'altra estremità ai piedi di Nostra Signora. II cingolo si al­lungò, come se fosse elastico, fino a raggiungere l'al­tezza della Regina del Cielo e della Terra.
Quando ella sollevò lo sguardo per osservare la fronte di sua Madre, vide il Bambino Divino in piedi che te­neva l'estremità del cingolo che toccava la fronte della Sua Beata Madre. (...). Poi, alzando la Sua piccola e graziosa mano, Egli porse il cingolo a Madre Mariana, dicendo:
«Mia sposa prediletta, ora, tu hai la misura dell'altez­za della Mia Santissima Madre che tu desideravi. Conservalo con riverenza, perché Io desidero che le molte spose che Io avrò attraverso i secoli si misurino con questo. La misura è già stata data. E tu sai come desidero che esse siano misurate? Io misurerò la loro umiltà, il loro silenzio, la loro carità, la loro pazien­za, e il loro amore per Me e per la Mia Beata Madre, nella Quale tutte dovrebbero specchiarsi. Come cri­stiane e, ancor di più come religiose, Io desidero che esse abbiano il Mio spirito in ogni atto della loro vi­ta. Il mio spirito di pazienza, mitezza, abnegazione, e totale abbandono alla volontà divina. Fa che Mi servano con diligenza e disinteresse, abbandonando persino la loro felicità eterna all'amorosa volontà del Mio Cuore Divino (...)».
Il giorno seguente, Madre Mariana si attivò immedia­tamente per far realizzare la Statua di Nostra Signora del Buon Successo. Parlò col suo Padre spirituale P. Juan della Madre di Dio, e poi col Vescovo di Quito che s'impegnò a far costruire le chiavi del Convento per la Statua, mentre la corona fu offerta dal Capitolo della Cattedrale.
Lo scultore Francisco del Castillo, chiamato al Con­vento due giorni dopo, considerandosi gratificato per il compito assegnatogli, accettò l'incarico, preoccu­pandosi subito di cercare un legno speciale che potes­se durare il più a lungo possibile. Alla fine di agosto, egli tornò al Convento con questo legno pregiato, e s'impegnò ad iniziare il lavoro il 15 di settembre. Quando iniziò a scolpire la statua, lo scultore sembrò trasformato e, spesso, fu trovato al lavoro con le lacri­me agli occhi. Il Vescovo gli fece visita diverse volte, ed ogni volta lo lasciava commosso.
A fine settembre, Madre Mariana chiamò la Marchesa Maria de Yolanda, che si assunse l'incarico di far fare il Pastorale d'oro in Spagna dalla sua famiglia. Sapu­to, poi, della misurazione dell'altezza di Nostra Signo­ra col cingolo della Badessa, la Marchesa chiese il fa­vore di poterlo vedere. Ricevutolo tra le mani, non ap­pena restituito, il braccio sinistro della Marchesa, in­fermo da giorni per una caduta, guarì d'improvviso.
 

La Statua completata dagli Angeli

La mattina del 16 gennaio 1611, le ferventi religiose del Convento si alzarono presto per pregare il Pic­colo Ufficio, come loro abitudine. Non appena si avvicinarono al Co­ro, però, esse udirono un lontano motivo di musica melodiosa. Affrettati i loro passi, là esse videro, con immensa meraviglia, tutto il Coro avvolto in una luce celestiale e udirono le voci risonanti degli Angeli, ac­compagnati da una musica divina, intonare, in una dolce e incantevole armonia, la "Salve Sancta Pa­rens".
La Santa Statua era già stata finita dagli Angeli!
Il suo volto emanava intensi raggi di luce che si diffondevano in tutto il Coro e nella chiesa. Poco alla volta, questi raggi ridussero la loro intensità e le Suore poterono avvicinarsi e contemplare più da vicino il miracolo operato da Dio per il Suo Convento e per l'umanità, con il completamento della santa e venera­bile Statua da parte degli Angeli.
Circondata da un alone di luce brillante, la fisionomia della Statua non era severa, ma maestosa, serena, dol­ce, amabile, attraente, come se essa invitasse le sue fi­glie ad avvicinare la loro Madre Celeste con confiden­za per dare loro un abbraccio filiale di ringraziamento e di benvenuto.
Il Bambino Gesù era un capolavoro. La sua espressio­ne esprimeva amore e tenerezza per le spose così ama­te del Suo Cuore e così care a Sua Madre. (...). Traboccanti d'amore per Dio e della Sua Beata Madre, le Suore recitarono il Piccolo Ufficio con raddoppiato fervore.
All'ora stabilita, lo scultore, Signor Francisco del Ca­stillo, arrivò al Convento per dare l'ultimo strato di colore alla sua grande opera, portando con sé i colori più pregiati che poté trovare.
Madre Mariana e le Madri Fondatrici decisero di far entrare lo scultore nel Coro per verificare la Statua senza, però, informarlo di quanto era accaduto. Arrivato al Coro, egli guardò la Statua pieno di stupo­re e con grande emozione esclamò «Madri, cos'è acca­duto? Questa Statua splendida non è opera mia! Io non riesco ad esprimere ciò che sento nel mio cuore! Questa è un'opera angelica, perché una simile opera non poteva essere fatta su questa terra da nessuna mano fatta di argilla! Nessuno scultore, per quanto esperto possa essere, poteva imitare tale perfezione ed bellezza unica».
Egli cadde ai piedi della Santa Statua, il suo cuore inondato di sentimenti di fede e di pietà ed un fiume di lacrime che gli scendevano dagli occhi. Poi, alzan­dosi in piedi, chiese carta e penna per poter fare una testimonianza scritta, giurando che questa Statua non era opera sua, ma quella degli An­geli. In questo scritto, egli dichiarò di aver trovato la Statua diversa da quella che aveva lasciato nel Coro superiore del Convento, sei giorni prima.
Il Vescovo, informato di questo prodigio, si recò immediatamente al Convento per vedere di persona la meraviglia del completamento della Statua e, dopo essersi reso conto di questo evento straordinario, in­vitò Madre Mariana nel confessionale, per sape­re da lei cos'era real­mente avvenuto.
«Sua Eccellenza, - disse Madre Mariana - duran­te la preghiera del po­meriggio del giorno 15, Nostro Signore Dio mi ha preavvertito che du­rante le prime ore del mattino seguente, io sa­rei stata testimone della Sua misericordia verso il Convento e verso l'umanità. Egli mi chie­se di prepararmi per ri­cevere queste grazie con penitenza e preghiera notturna. Così feci. A mezzanotte, terminata la preghiera della Via Cru­cis, entrando nel Coro, per l'abituale preghiera, ho visto il Coro e la chie­sa illuminarsi con una luce celestiale. Il mio spirito si è perso nell'im­mensità di Dio e l'amore divino ha dilatato il mio piccolo cuore. Allora, il Tabernacolo si è aperto ed io ho visto che nell'Ostia Santa vi era­no il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Io ho vi­sto il sublime mistero dell'Incarnazione del Verbo Divino attuarsi nel pu­rissimo grembo della Beata Vergine. Poi, ho compre­so l'amore infinito delle Tre Persone Divine per Maria Santissima, Nostra Signora, che era là presente, così magnifica, stupenda e attraente. I nove Cori degli An­geli cantarono lodi e resero omaggio alla loro Regina e Signora. La Santissima Trinità manifestò la Sua soddi­sfazione per questa santa e meravigliosa Creatura, li­bera da ogni macchia del peccato originale.
Ad un gesto della Santissima Trinità, gli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele si presentarono davanti al trono della Maestà Divina, preparati e pronti a compiere una missione sublime. Io non ho compreso l'ordine da loro ricevuto, ma ho visto che, dopo esser­si inchinati con profonda riverenza, essi si sono acco­stati al trono della Regina del Cielo.
San Michele, salutandoLa rispettosamente, ha detto: "Maria Santissima Figlia di Dio Padre";
San Gabriele, ha detto: "Maria Santissima Madre del Figlio Dio";
San Raffaele, ha detto "Maria Santissima Purissima Sposa dello Spirito Santo".
Poi, unendosi agli ospiti celesti, essi hanno into­nato insieme "Maria Santissima, Tempio e Sacrario della Santissi­ma Trinità".
In un istante, più veloce d'un lampo, questo trio augusto si trovò nel Co­ro dove la Statua veniva scolpita, in modo da po­terla terminare e illumi­nare con uno splendore divino.
È apparso anche il mio Serafico Padre. Dalle sue mani ferite fuoriu­scivano raggi celesti che, senza accecare i miei occhi, penetravano il mio cuore e lo tra­sportavano nelle sfere celesti. Accompagnato dai tre Arcangeli, San Michele, San Gabriele e San Raffaele, e segui­to dagli ospiti celesti, egli si è avvicinato alla Statua quasi completa­ta dal Signor Francisco del Castillo e, in un istante, essi la trasfor­marono.
Io non sono riuscita a vedere come ha avuto luogo questa trasforma­zione istantanea, ma essi l'hanno lasciata bellissima proprio come Sua Eccellenza l'ha vista.
Poi, il mio Serafico Padre prese il suo cingolo bianco che gli cingeva i fianchi e, avvolgendolo intorno ai fianchi della santa Statua, egli con amore e riverenza, disse:
"Mia Signora, io consegno al tuo amore materno i miei figli e figlie dei tre Ordini che ho fondato e che continuano il loro pellegrinaggio terreno. Oggi, io Ti consegno, e per tutti i tempi, questo Convento fondato sotto la mia protezione. Tempi difficili di aridità e di ardente fame spirituale verranno, con i miei figli che si ritireranno da esso per un lungo periodo di tempo. Nella loro assenza, io Ti supplico di essere la serafica vita per le mie figlie che vivranno in questo chiostro, durante questi tempi sventurati. Vi saranno figlie ille­gittíme, questo è vero, ma esse saranno felici solo in apparenza, perché interiormente mancheranno di virtù. Esse diventeranno strumenti aguzzi per cesella­re e levigare le mie vere figlie. Per queste, io do la mia benedizione e chìedo il tuo aiuto. Ma per le altre, giustizia fi­nale!".
Il mio Serafico Padre, allora, ha cinto la sacra Statua col suo cingolo e se n'è andato.
Nel frattempo, la Sta­tua era completamente illuminata come im­mersa nella luce del so­le. La Santissima Tri­nità l'ha guardata con soddisfazione e gli An­geli hanno cantato la "Salve Sancta Parens". In questa grande feli­cità, la Regina degli Angeli si è avvicinata alla Statua e vi è entra­ta, proprio come i raggi del sole penetrano un meravigliosi cristalli. In quel momento, la santa Statua ha preso vita ed ha cantato il "Magnifi­cat" con una voce cele­stiale.
Questo è successo alle 3:00 della mattina».
 

La consacrazione della Statua

In preparazione della consacrazione della Statua, il Vescovo comandò alle Suore di fare una Novena e be­nedi la Statua col nome di "Maria del Buon Successo della Purificazione o Candelora".
Alle 9 del mattina, nella chiesa del Convento, P. Juan della Madre di Dio celebrò la Messa in presenza del Vescovo, di tutte le Suore Concezìonìste, del Capitolo della Cattedrale e di un vasto pubblico di ogni classe sociale che gremiva la chiesa. Alla conclusione della Messa, ebbe ini­zio la consacrazione della Statua, che fu trasportata dall'altare alto all'altare maggiore, insieme al Pa­storale, alla Corona, alla spìlla d'oro, al prezioso vestito, a due stri­sce di una lunga cintura di seta, e ad un mantello di seta ricamato con fili d'argento. In aggiunta a questi
tesori, vi era anche una collana di perle pregiate e tre anelli d'oro: uno, con un prezioso smeraldo; il secondo, con un dia­mante; il terzo, fine­mente incastonato con un rubino nella forma di una piccola corona reale.
Questi furono posti in un involucro fatto per questo scopo con incise le lettere adorne di pre­ziosi smeraldi: "Io so­no Maria Santissima del Buon Successo, 2 febbraio 1611".
Dopo i discorsi che se­guirono, il Vescovo diede inizio alla pro­cessione attraverso i chiostri, preceduto da un'enorme croce e se­guito da clero, religiosi e da fedeli che portava­no ciascuno una cande­la accesa. La processio­ne terminò al Coro, de­corato a festa, e la Sta­tua fu posta nella sua nicchia dai Frati. Can­tati la Salve Regina, seguita dalle Litanie e dalla Salve Sancta Pa­rens, il Vescovo, con le lacrime agli occhi e con affettuosa riverenza, pose la corona sulla testa della Statua, dicendo: «Signora, io ti consegno la Chiesa».
Poi, mìse il Pastorale nella sua mano destra, dicendo: «Signora, io tì consegno il governo di questo Con­vento e del mio gregge».
Infine, pose le chiavi nella stessa mano che teneva il pastorale, dicendo: «Signora e Madre mia, io ti con­segno la mia anima. Aprimi le porte del Cielo, perché il tempo che mi rimane in questa vita è molto breve. Proteggi questo Tabernacolo e questi chiostri delle tue figlie con cura e affetto. Difendile sempre e conservale nello spìrìto religioso che dovrebbe caratterizzare le spose del Tuo Santissimo Figlio».
 

Visione della furia del Demonio

Nel 1623, Madre Mariana stava pregando ai piedi del Tabernacolo quando, ad un tratto, cadde in estasi. Ella vide, in una visione, che questo Paese sarebbe stato fa­vorito con grazie e misericordia come risultato della devozione pubblica e solenne che sarebbe stata resa al SS. Sacramento, nei secoli futuri.
Ella vide devote processioni che si sarebbero dovute fare nelle strade principali della città che includevano uomini religiosi, donne, bambini, giovani e persone di tutte le classi sociali. Ella vide il profondo, grande ri­spetto e devozione dei diversi gruppi, con molti mem­bri che usavano strumenti di penitenza sui loro corpi. Ella vide la Fede e la pietà dei fedeli e il compiacimen­to di Nostro Signore Gesù Cristo quanto Egli passava attraverso le strade della città, in quei tempi fortunati a venire. Ma, ahimé! Ella vide anche come tutto que­sto aveva provocato la furia del Demonio che avrebbe cercato di radere al suolo questo solido edificio della pietà Cattolica fondata sulla Fede dei figli di Dio. Per conseguire questo intento malvagio, il Demonio si sarebbe servito dei figli di questo paese che avevano perso la Fede, trasmessa loro dai genitori e dagli an­ziani. Questi concittadini avrebbero lavorato per op­primere la Chiesa nelle loro assemblee e avrebbero impedito la devozione pubblica, perché si sarebbero uniti al partito di Satana, diventando membri del­le Logge Massoniche.
Ella vide che questa generazione dì uomini senza fede sarebbe stata formata da figli indegni della Chiesa Cattolica, che la opprimevano empiamente e ponendo fine alle reverenti processioni che attiravano le bene­dizioni di Dio. Questo sarebbe stato un tempo di do­lore e di angoscia per tutti i figli fedeli della Chiesa che, coi loro Prelati e Pastori, sarebbero stati pochi di numero. Nostro Signore le mostrò come l'orrendo e pestifero cinghiale del­la Massoneria entrava nella mera­vigliosa e fiorente vigna della Chiesa, lasciandola annientata e in completa rovina!
(...). Madre Mariana ritornò in sé nelle braccia delle sue consorelle, che stavano piangendo, credendola morta, non avendo ella dato segni di vita dalle nove della mattina alle cinque del pomeriggio.
Con un pallore cadaverico, Madre Mariana tentò di parlare, alzarsi e camminare ma, a dispetto dei suoi sforzi, ella non vi riuscì. (...). In questo stato di debo­lezza, ella perdette nuovamente i sensi!
Questa volta, Madre Mariana vide l'infedeltà dei ministri dell'altare alla loro vocazione, e il modo inde­gno col quale alcuni si accostavano al Santo Sacrificio. Ella considerò le cause di questo comporta­mento e la sua anima fu sopraffat­ta da un profondo, lugubre dolore.
 

VI Apparizione della Madonna

Con gli occhi fissi sul Tabernacolo, Madre Mariana, alle 3 del mattino del 2 febbraio 1634, pregava Nostro Signore comunicandogLi tutto il suo amore per Lui. Terminata la preghiera, ella vide la lampada del San­tuario davanti a Gesù-Sacramento spegnersi improv­visamente lasciando l'altare maggiore nel buio più completo. Poi, ad un tratto, vide una luce celestiale il­luminare tutta la chiesa. La Regina del Cielo apparve e, accesa la lampada del Tabernacolo, si avvicinò a Lei presentandosi come Maria del Buon Succes­so e spiegandole il significato dell'oscu­ramento del Santuario, con queste parole: «Lo spegnimento della lu­ce del Santuario ha diversi signi­ficati: «La prima ragione dello spegnimento della luce del Santuario è che dalla fine del secolo XIX e in larga parte del secolo XX, varie eresie saran­no propagate in que­sto Paese, che sarà al­lora una Repubblica indipendente. Quan­do queste avranno il sopravvento, la luce preziosa della Fede si estinguerà nelle anime per la quasi totale cor­ruzione dei costumi. Durante questo perio­do vi saranno grandi ca­tastrofi fisiche e morali.
Il piccolo numero di ani­me che, nascoste, conser­veranno il tesoro della Fede e delle virtù, soffriranno in modo indicibilmente crudele ed un prolungato martirio. Mol­ti di loro moriranno per la violenza delle sofferenze e quelli che si sa­crificheranno per la Chiesa e per la Pa­tria saranno considerati Martiri.
Per liberare gli uomini dal vincolo di queste eresie, quelli che l'amore misericordioso del Mio Santissi­mo Figlio destinerà per la Restaurazione, dovranno avere grande forza di volontà, costanza, prodezza e molta fiducia in Dio. Per provare questa fede e fiducia del giusto, vi saranno momenti in cui tutto sem­brerà perduto e paralizzato: que­sto sarà il felice inizio della com­pleta Restaurazione.
«La seconda ragione dello spegni­mento della luce del Santuario è che il mio Convento, essendo ri­dotto drasticamente nel numero, sarà sommerso in un incomprensibile oceano di indescrivibile amarez­za, e sembrerà annegare in queste diverse acque di tribolazione. Quante autentiche vocazioni periranno per mancanza di discrezione, discernimento e prudenza da parte delle Maestre delle Novizie che le formano! Esse dovreb­bero essere anime di preghiera e ben erudite nelle svariate vie spirituali. Guai a quelle anime che torneranno alla Babilonia del mondo dopo essere sta­te nel posto sicuro di que­sto benedetto Convento! Durante questa epoca sfortunata, l'ingiustizia entrerà persino nel mio giardino chiuso. Ma­scherata sotto il nome di falsa carità, l'ingiu­stizia seminerà la ro­vina nelle anime. L'astioso Diavolo cer­cherà di seminare la discordia per mezzo di membri putridi i quali, mascherati da un'apparenza di virtù, saranno come sepolcri in corruzione che ema­nano la pestilenza della putrefazione, causando morti morali, in alcuni, e tiepidezza, in altri. Essi con­ficcheranno una spada a dop­pio taglio nelle mie figlie fedeli, le mie anime nascoste, facendole soffrire di un continuo e lento marti­rio. Queste figlie fedeli piangeranno in segreto e si lamenteranno presso il loro Si­gnore e Dio, e le loro lacrime saranno presentate dal loro Angelo Custode al Padre Celeste, chiedendo che tali tempi siano accorciati per l'amore del Divin Pri­gioniero.
«La terza ragione dello spegni­mento della luce del Santuario è che lo spirito di impurità che sa­turerà l'atmosfera in quei tempi, come un oceano ripugnante, inonderà le strade, le piazze e i luoghi pubblici con un'incredibi­le libertà.
Non vi saranno quasi più anime vergini nel mondo. Il fiore delicato della verginità, timido e minacciato di completa estin­zione, risplenderà molto da lontano. Prendendo rifu­gio nei Conventi, vi troverà un buon terreno e, pren­dendo radici, crescerà e vivrà e la sua fra­granza sarà la delizia del mio Santissimo Fi­glio e lo scudo contro l'ira divina. Senza ver­ginità, sarebbe neces­sario che sopra questi Paesi cadesse il fuoco del Cielo, per purifi­carli.
In questi tempi di ma­liziosa superbia, l'invi­dioso e pestifero Dia­volo cercherà di intro­dursi anche in questi giardini chiusi dei Conventi dei Religiosi per far appassire que­sti fiori meravigliosi e delicati. Ma io lo af­fronterò e gli schiac­cerò la testa sotto i miei piedi!
Ahimé, che dolore! Vi saranno anime incaute che volontariamente si getteranno tra i suoi artigli. Altri, ritornati al mondo, diventeranno gli strumenti del Diavolo per la perdita delle anime.
«La quarta ragione dello spegnimento della luce del Santuario è che, attraverso l'acquisizione del controllo su tutte le classi sociali, la Setta Massonica, sarà così astuta da penetrare nel cuore delle fami­glie per corrompere persino i bam­bini, e il Diavolo si farà gloria di nutrirsi, con perfidia, della squisita delicatezza del cuore dei bambini.
Durante questi tempi sfortunati, il male assalirà l'in­nocenza infantile e, in questo modo, le vocazioni al sacerdozio saranno perdute, e questo sarà un vero disastro. Sarà compito di gruppi religiosi sostenere la Chiesa e lavorare con valoroso e disinteressato zelo per la salvezza delle anime, perché, durante questo periodo, l'osservanza della regola splenderà nelle co­munità e vi saranno santi ministri dell'altare, nasco­sti, e anime meravigliose dalle quali il mio Santissi­mo Figlio ed Io trarremo la nostra delizia, conside­randoli fiori eccellenti e frutti di santità eroica. Gli empi dichiareranno una guerra crudele contro di es­si coprendoli di insulti, calunnie e vessazioni, per impedire il compi­mento del loro mi­nistero. Ma essi, co­me salde colonne, rimarranno irremo­vibili e affronteran­no tutto questo, con quello spirito di umiltà e sacrificio col quale sono rive­stiti dalla virtù dei meriti infiniti del mio Santissimo Fi­glio, il Quale li ama come le fibre più re­condite del suo san­tissimo e tenerissi­mo Cuore.
In questa epoca, il Clero Secolare ab­bandonerà i suoi ideali, perché i sa­cerdoti diventeran­no negligenti nei lo­ro sacri doveri. Per­sa la bussola divina, essi si allontaneranno dalla strada tracciata da Dio per il ministero sacerdotale e saranno attaccati ai be­ni ed alle ricchezze, che essi si sforzeranno illecita­mente di ottenere. Quanto soffrirà la Chiesa durante questa notte buia! Mancando un Prelato e Padre che li guidi con amore paterno, dolcezza, fortezza, sag­gezza e prudenza, molti sacerdoti perderanno il loro spirito, ponendo le proprie anime in grande pericolo. Pregate insistentemente senza stancarvi e piangete con lacrime amare, nel segreto del vostro cuore, im­plorando il nostro Padre Celeste il Quale, per l'amore del Cuore Eucaristico del mio Santissimo Figlio e per il Suo Prezioso Sangue versato con tanta generosità e per la profonda amarezza e sofferenza della Sua cru­dele Passione e Morte, Egli potrebbe avere pietà dei Suoi ministri e porre rapidamente fine a questi tem­pi infausti, mandando alla Sua Chiesa il Prelato che ristorerà lo spirito dei suoi sacerdoti.
Il Mio Santissimo Figlio ed Io ameremo questo fi­glio privilegiato con un amore di predilezione, e Noi gli faremo dono di rare capacità: umiltà di cuore, do­cilità alla divina ispirazione, forza per difendere i di­ritti della Chiesa, e di un cuore tenero e compassione­vole, cosicché, come un altro Cristo, egli assisterà i grandi e i piccoli, senza disdegnare le anime più sfor­tunate che gli chiederanno un po' di luce e di consi­glio nei loro dubbi e sofferenze. Con divina soavità, egli guiderà le anime consacrate al servizio di Dio nei Conventi, alleggerendo il giogo del Signore il Quale ha detto: "Il mio giogo è dolce, e il mio carico leggero".
Le bilance del Santuario saranno poste nelle sue mani, in modo che tutto sia pesato con dovuta misura e Dio sarà glorificato.
La tiepidezza di tutte le anime consacrate a Dio, nello stato sacer­dotale e religioso, ri­tarderanno la venuta di questo Prelato e Pa­dre. Questa, dunque, sarà la causa che per­metterà al Demonio maledetto di prendere possesso di questo Paese dove egli conse­guirà le sue vittorie per mezzo di stranieri e gente senza fede, co­sì numerosi che, come una nube nera, oscure­ranno il limpido cielo di questa futura Re­pubblica che sarà con­sacrata al Santissimo Cuore del mio Divin Figlio.
Con questa gente, tutti i vizi entreranno, e at­trarranno, a loro volta, ogni tipo di castigo, come calamità, care­stie, guerre intestine, dispute con altre na­zioni e apostasia, la causa della perdizione di così tante anime co­sì care a Gesù Cristo e a Me.
Per dissipare questa nube nera, che impedisce alla Chiesa di beneficiare del giorno limpido della libertà, vi sarà una guerra spaventosa e tremenda che vedrà lo spargimento di sangue di nativi e stranieri, di sacerdoti regolari e se­colari e anche di monache. Quella notte sarà la più orribile, perché sembrerà che, umanamente parlan­do, il male abbia trionfato.
Questo, allora, segnerà l'arrivo della mia ora, quando Io, in modo sorprendente, detronizzerò l'orgoglioso Satana schiacciandolo sotto il mio piede e incatenan­dolo negli abissi infernali, libe­rando, così, finalmente la Chiesa e la Nazione dalla sua crudele tiran­nia».
«La quinta ragione dello spegni­mento della luce del Santuario è dovuta alla fiacchezza e negligen­za di quelli che possiedono gran­di ricchezze, i quali staranno a guardare con indifferenza la Chiesa che sarà oppres­sa, la virtù perseguitata e il male che trionfa, senza devotamente impiegare le loro ricchezze per la di­struzione del male e per restaurare la Fede. Questa ragione è do­vuta anche all'indiffe­renza di quella gente che permetterà che il Nome di Dio venga gradualmente fatto sparire e che aderirà allo spirito del male, consegnandosi libera­mente ai vizi ed alle passioni.
Ahimé, mie figlie pre­dilette! Se vi fosse con­cesso di vivere in que­sta èra tenebrosa, voi morireste di dolore nel vedere avverarsi tutto quello che Io vi ho rivelato. Il mio San­tissimo Figlio ed Io ab­biamo un tale grande amore per questo Pae­se, nostra eredità, che Noi desideriamo per­sino, sin da ora, ri­chiedere il vostro sa­crificio e le vostre preghiere per accor­ciare i tempi di una tale terribile catastro­fe».
Dopo questa mirabile visione, tutto ciò che era stato narrato da Nostra Signora, apparve davanti agli occhi di Madre Mariana, come una silenziosa pre­sentazione. Le fu così dato di conoscere il numero in­terminabile di anime che sarebbero state condannate per le ragioni sopra menzionate. A questa vista, Ma­dre Mariana perse i sensi e rimase come morta per un paio di giorni. Il dottore, incapace di rianimarla, si aspettava che la morte fosse inesorabile. Madre Ma­riana, però, miracolosamente, si svegliò e visse il suo ultimo anno.
 

Apparizione di Gesù

Il 2 novembre 1634, dopo aver ri­cevuto la Comunione, Madre Ma­riana ebbe una visione di Gesù Cristo.
Egli era tutto una ferita, soprat­tutto il Suo Sacro Cuore che era ricoperto di piccole ma strazianti spine che lo tormentavano con un'in­descrivibile crudeltà. Egli versava copiose lacrime, accompagnate da lamenti e sospiri. Madre Mariana Lo abbracciò nel suo cuore e, in uno scoppio d'amore addolorato, esclamò: «Stimato e adorato Amore della mia anima, è possibile co­noscere la causa della Tua sofferenza e del Tuo cru­dele martirio?».
Gesù Cristo rivoltole lo sguardo, con amorosa te­nerezza e dopo un pro­fondo sospiro, disse:
«... Tu vedi come queste piccole spine mi feriscono crudelmente. Sappi che esse sono i peccati dei miei Preti - secolari e re­ligiosi - che lo prendo dal mondo e conduco nei Conventi. Io li colmo di un diluvio di grazie spiri­tuali, dando loro anche prolungate malattie in modo che essi possono di­venire come Me. Ma, in­grati e senza cuore, essi si lamentano della Mia amorevole Provvidenza. Essi pensano che lo sia crudele verso di loro e, rì­tirandosi con indifferen­za, essi Mi lasciano solo.
Lo spirito di tali anime avvizzisce come un fiore bru­ciato, seccandosi e diventando incapace di emettere la sua fragranza, nel giardino di Mia Madre Immacolata al quale tali anime erano chiamate. Con questo com­portamento ingrato, essi conficcano queste sottili spine nel Mio Cuore, ferendolo crudelmente, che è tutto amore e affetto per le Mie anime scelte. Allo stesso tempo, essi vanificano i grandi piani che lo ave­vo per loro, per questa ragione: Io li metto alla prova, in questo modo, perché la Croce e la tribolazione sono il patrimonio del giusto, qui sulla terra.
Instilla nelle tue attuali figlie l'amore per la croce e per il sacrificio così che esse possano trasmetterle di generazione in generazione in questo Convento come negli altri Ordini in generale. Imbevile anche di amore per la loro vocazione religiosa e per i peccatori, e inse­gna loro a corrispondere fedelmente all'ispirazione della Grazia.
Tempo verrà che la dottrina verrà diffusa tra i dotti e gl'ignoranti, accessibile ai Preti e ai Religiosi e persino alla gente comune. Saranno scritti molti libri, ma la pratica delle virtù a questa dottrina si troveranno so­lo in poche anime, perché i santi diventeranno una rarità.
Precisamente per questa ragione: i Miei Preti e Reli­giosi cadranno in una fatale indifferenza. La loro freddezza estinguerà il fuoco dell'amore divino, af­fliggendo il Mio Cuore amoroso con queste piccole spine che tu vedi. Per questa ragione, Io desidero che ci siano anime, qui, nelle quali Io possa riposare dalla Mia fatica e delle quali Io possa compiacermi. Le lo­ro vite afflitte ed espiato­rie sono le mani carezze­voli e compassionate che rimuovono queste sottili spine dal Mio Cuore e che vi applicano il balsamo necessario.
Ahimè! Se ti fosse dato di comprendere la mia inten­sa sofferenza interiore che Mi ha accompagnato dall'Incarnazione nel pu­rissimo grembo della Mia Vergine Madre fino al mo­mento in cui la Mia anima ha lasciato il Corpo, lace­rato dai chiodi sulla Cro­ce!
E questa sofferenza è causata dalla mancata corrispondenza al diluvio di grazie con le quali Io inondo i Miei Preti e Re­ligiosi e, conseguente­mente, dai peccati che es­si commettono!
Sappi, inoltre, che la Giu­stizia Divina manda terribili castighi su intere Na­zioni non solo per i peccati della gente, ma soprat­tutto per i peccati dei Sacerdoti e dei Religiosi, per­ché questi ultimi sono chiamati, dalla perfezione del loro stato, ad essere il sale della terra, i Maestri della verità, coloro che trattengono l'Ira Divina. Deviando dalla loro sublime missione, essi si degradano a un punto tale che, agli occhi di Dio, sono proprio loro ad accelerare il rigore dei castighi, perché separando­si da Me, finiscono per vivere solo una vita superficia­le dell'anima, e mantenersi lontano da Me non è de­gno dei Miei ministri. Con la loro freddezza e man­canza di fiducia essi agiscono come se per loro lo fossi un estraneo.
Ahimè! Se solo sapessero, se loro fossero convinti di quanto Io li ami e desideri che essi entrino nella vera profondità delle loro anime, là, senza alcun dubbio, essi troverebbero Me e vivrebbero necessariamente la vita d'amore, luce e continua unione per la quale essi non sono solo stati chiamati, ma scelti!
Ora, Mia sposa, nei pochi mesi di esilio che ti riman­gono, lavora incessantemente per la perfezione dei Miei Preti e Religiosi. In unione con i Miei meriti in­finiti e quelli di Mia Madre Immacolata, offri tutto quello che fai - perfino il tuo ultimo respiro - per questo, Io sono enormemente soddisfatto delle anime reli­giose che si fanno carico del sublime compito di san­tificazione del Clero per mezzo delle loro preghiere, sacrifici e penitenze.
In ogni tempo, Io sceglierò tali anime in modo che, unendosi a Me, essi lavorino, preghino e soffrano per conseguire questo nobile fine, e una gloria spe­ciale li attenderà in Cielo».
Dopo questa visione emozionante, Madre Mariana sembrò trasformata in una nuova creatura. Ella sem­brava un angelo in carne umana ed un serafino colmo di Dio. Le sue parole erano frecce ardenti di amore di­vino che ferivano dolcemente i cuori delle fortunate fi­glie che vivevano con lei.
 

VII Apparizione della Madonna

La notte dell'8 dicembre 1634, alle ore 11:30, Madre Mariana salì al Coro superiore per la sua solita preghiera. Versando un fiume di lacrime, ella presentò ciascuna del­le sue Consorelle al Divin Prigio­niero e alla Sua Beata Madre implorando un buon successo per il loro passaggio all'eternità e per il pro­prio. Durante questo colloquio, Madre Mariana sentì la veemenza dell'amore divino che le fece perdere i sensi.
Vide, allora, di fronte a sé, la Regina del Cielo, bella e affascinante come sempre, con il Suo Santissimo Figlio nel suo braccio sinistro e col Pastorale nella mano de­stra.
Ella era accompagnata dai tre Arcangeli.
- L'Arcangelo Michele che portava un gran numero di vesti bianche cosparse di stelle adorne d'oro luci­do. Ogni veste era adornata con un raffinato collare di delicate perle, dal quale pendeva una meravigliosa croce d'oro adorna con ogni tipo di pietre preziose. Nel mezzo della croce vi era una stella lucente con in­cisi i dolci nomi di Gesù e Maria.
- L'Arcangelo Gabriele portava un calice che conte­neva il Sangue del Redentore, una pisside piena di Ostie ed una grande quantità di gigli bianchi e fra­granti;
- L'Arcangelo Raffaele portava una preziosa ampolla trasparente e finemente cesellata, che conteneva un balsamo eccellente il cui soave profumo fluiva dal re­cipiente e si diffondeva nell'aria, purificando l’atmosfera e facendo provare all'anima una gioia immensa e un'ammirabile tranquillità. Portava anche molte stole color viola che brillavano di uno splendido fulgore, ed una penna da scrivere d'oro splendente, con inciso il nome di Maria.
I tre Santi Arcangeli stavano di fronte alla Sovrana Re­gina, il cui braccio sinistro reggeva il Re del Cielo e il Principe dell'Eternità. I nove cori angelici, ad un cen­no del Principe San Michele, iniziarono a cantare con armonia celestiale succedendosi l'un l'altro fino al no­no coro.
Terminata la sinfonia celeste, la Regina pronunciò queste parole: «Mia amata figlia e prediletta sposa dell'Agnello sen­za macchia, lascia questa terra, il triste luogo d'esilio del giusto, e vieni subito alla tua tanto desiderata Pa­tria. Il duro inverno della tua esistenza mortale è fini­to e la tua primavera eterna inizia, dove le opere buo­ne, praticate durante la vita terrena, sono fiori di rara bellezza e di soave profumo di gran valore perché essi sono il prezzo della Redenzione dolorosa.
Se i mortali sapessero apprezzare il tempo dato a loro e prendessero vantaggio da ogni momento della loro vita, come diverso sarebbe il mon­do! E una moltitudine di anime non cadrebbe nella perdizione eterna! Questo disprezzo è la cau­sa principale per la loro caduta. Figlia mia, abbi pietà dei tuoi im­prudenti fratelli peccatori e piangi per loro. Implora il tuo Dio e Re­dentore di mandare alle loro ani­me speciali ed efficaci grazie, suf­ficientemente potenti per trattenerli dallo scuro abisso del peccato in cui giacciono.
Vedi cosa portano con gioia i tre Arcangeli, S. Miche­le, S. Gabriele e S. Raffaele?
«Sappi che le vesti bianche che porta l'Arcangelo Mi­ chele sono destinate, prima, per le mie figlie fedeli e fer­venti che vivranno in questo Convento attraverso i secoli: ad alcune, per aver preserva­to la loro innocenza battesi­male; ad altre, per essersi pu­rificate con penitenze austere. Secondo, le vesti bianche so­no anche per i preti regolari e per i laici di entrambi i ses­si che, amando il Mio Santis­simo Figlio e Me con un cuo­re semplice e retto, ameranno anche questo Convento a Noi prediletto. Ignorando critiche e disprezzo, essi si adopere­ranno per la sua conserva­zione e si dedicheranno a propagare la mia devozione, sotto la consolante invoca­zione del Buon Successo, che sarà il nutrimento e la salva­guardia della Fede nella quasi totale corruzione del secolo XX.
«L'Arcangelo Gabriele porta il prezioso calice contenente il Sangue del Redentore: questo significa la grazia del­la Resurrezione dalla morte (dal peccato) e il risanamento delle anime per mezzo del Sacramento della Penitenza, che i ministri del Mio Santissimo Figlio rendono di­sponibile con abbondanza per ristorare la vita delle anime uccise dalla gelosia satanica del dragone infer­nale.
Guarda e contempla la grandezza di questo Sacra­mento rigeneratore e datore di vita, così dimenticato e persino disprezzato dagli ingrati mortali che, nella lo­ro folle illusione, non si rendono conto che questo è l'unico mezzo sicuro della salvezza, dopo aver perdu­to l'innocenza battesimale. (...).
«L'Arcangelo Gabriele, come vedi, porta anche una pisside piena di Ostie: questo significa il più augusto Sacramento dell'Eucarestia che viene distribuito dai miei Preti Cattolici ai fedeli che appartengono alla Santa Chiesa Cattolica Apostolica e Romana, il cui capo visibile è il Papa, il Re della Cristianità. La sua infallibilità pontificia sarà dichiarata Dogma di Fe­de dallo stesso Papa scelto per la proclamazione del Dogma e del Mistero della Mia Immacolata Conce­zione. Egli sarà perseguitato e imprigionato in Vatica­no dalla ingiusta usurpazione degli Stati Pontifici at­traverso l'iniquità, l'invidia e l'avarizia di un monar­ca terreno.
Guarda la pisside piena, in modo che tu possa compren­dere la sublimità di questo mistero e la reverenza con cui si dovrebbe trattare e ricevere da parte del fedele. Questo sarà un antidoto contro il peccato e un facile e potente mezzo per le anime a unirsi al loro Dio e Redentore Che, nell'eccesso del Suo Amore, si nasconde sotto le bianche sembianze di un'Ostia, espo­sta alle sacrileghe profana­zioni dei Suoi figli ingrati. Riparare questi sacrilegi è proprio l'opera delle anime contemplative e, in modo speciale, delle figlie della Mia Immacolata Concezione. Sap­pi che nel mistero divino, questa nascosta e volontaria espiazione è stata uno dei di­segni di Dio nel disporre la fondazione di questo Ordine, così caro a Lui.
«La grande quantità di gigli - bianchi, meravigliosi e straordinariamente fragranti - che tu vedi insieme al calice ed alla pisside, portati dal Mio Arcangelo Gabriele, so­no tutte le buone religiose del mio Ordine (ed esse sa­ranno molto numerose nei conventi di tutto il mondo).
Ognuna avrà una missione distinta ed ognuna rice­verà torrenti di grazie incessantemente dal Cielo per raggiungere quel fine. Io raccomando alle mie figlie di soffrire in modo che i Sette Sacramenti siano ricevu­ti con perfezione dai fedeli, in modo particolare il terzo (la Santa Eucaristia), il. quarto (la Confessione) e il sesto Sacramento (l'Ordine Sacro).
«L'ampia, trasparente e preziosa ampolla, portata dal mio Arcangelo Raffaele, contiene un balsamo straor­dinario della più dolce fragranza, che si diffonde nell'aria e purifica l'atmosfera, comunicando all'ani­ma una suprema felicità e un'ammirabile tranquillità. Questa rappresenta i Monasteri ed i Conventi. Essi sono luoghi scelti in cui si vede la pratica quotidiana della solida virtù come pure l'osservanza della Regola e austere penitenze dei suoi abitanti. La purezza e la castità che vi regnano sono la più dolce fragranza che profuma i fortunati Paesi che possiedono monasteri e conventi. Essi purificano l'aria inquinata da quelli che nel mondo sono incamminati verso i vizi e le passioni più vergognose. Contemporaneamente, essi trasmet­tono alle anime un'ineffabile gioia e un ammirabile pace che porta i peccatori a scendere in se stessi e ri­volgersi a Dio. Questo ha luogo per la virtù delle pre­ghiere che emanano da questi luoghi del Cielo incessante­mente notte e giorno. Come Mosè con le sue braccia rivol­te al Cielo, le anime religiose supplicano e fanno penitenze per la conversione dei pecca­tori e per salvare le loro Na­zioni dal torrente dei vizi e di passioni che provocano i ter­ribili castighi della Divina Giustizia.
Guai al mondo se venissero a mancare Monasteri e Con­venti! I mortali non compren­dono la loro importanza, per­ché se essi comprendessero, userebbero le loro ricchezze per moltiplicarli, poiché essi sono il rimedio per tutti i ma­li fisici e morali.
La Santissima Trinità ed Io, la Madre e modello delle per­sone religiose, amiamo que­ste Case con grande tenerez­za. Io sono il canale di quel fiume di preziose grazie che non sono date a quelli nel mondo. Perché, in ogni mo­nastero e convento, Io sono teneramente amata; i loro membri sono ricorsi a Me con la confidenza e amore che i figli e le figlie hanno per la loro dolce e amorosa madre. Sotto diversi nomi essi mi venerano, in tutti questi luoghi. Gli Arcangeli raccolgono le loro preghiere, lacrime, penitenze, sin­ghiozzi, e vite di sacrificio e le offrono a Me. Io, poi, le presento davanti al trono di Dio per la salvezza del mondo.
Nessuno sulla faccia della terra si rende conto da dove viene la salvezza delle anime, la conversione dei gran­di peccatori, il rinvio dei grandi flagelli, la produzione e la fertilità della terra, la fine delle pestilenze e delle guerre e l'armo­nia tra le Nazioni. Tutto questo è dovuto alle preghiere che salgono dai Monasteri e dai Conventi».
«Le numerose stole color viola, portate dall'Arcangelo Raffaele e che brillano splendidamente e illu­minano il luogo dell'altare, simbo­lizzano le azioni efficaci e lo zelo dei bravi Preti che, con abnegazione, dimenticano se stessi per far cono­scere e amare Gesù Cristo e Me. Fedeli alla missione assegnata loro dal Padre della Famiglia, essi lavorano incessantemente nella vigna del Signore per farla cre­scere e prosperare e per salvare le anime riscattate dal Sangue del Redentore. Questi sono i bravi e fedeli servitori che entreranno nella gioia del loro Signore.
La penna d'oro lucido marca­ta col Mio Nome, è per tutti i Preti regolari e secolari che scrivono sulla mia gloria e le mie pene. È anche per quelli che, per mezzo dei loro scritti diffondono la mia devozione del Buon Successo di questo Convento, e anche la tua vita, la quale è inseparabile da questa dolce e confortante in­vocazione.
Nel. secolo XX, questa devo­zione farà prodigi nelle sfera spirituale come in quella temporale, perché è volontà di Dio riservare questa invo­cazione e conoscenza della tua vita per quel secolo, quando la corruzione dei co­stumi sarà quasi generale e la luce preziosa della Fede sarà quasi estinta!».
«Ora, mia amata figlia, tu comprendi il significato di tutte le cose che tu hai visto nelle mani dei miei santi Ar­cangeli: Michele (Chi è simile a Dio?), Gabriele (La fortezza di Dio) e Raffaele (il Ri­medio di Dio). Ogni Arcangelo adempie ad una mis­sione, nell'assistere l'umanità decadente. Anche se il resto dell'umanità si dimentica di invocare e venerare questi santi Principi, Io desidero che tu e le tue attuali figlie, come pure quelle che verranno, debbano far questo per ricevere grazie e favori - materiali e morali - per voi stesse e per questo Convento. Io, inoltre, ve­rificherò che essi si prenderanno sempre cura della mia Statua e del mio amato Convento tanto privilegia­to dalla bontà di Dio».
 

Morte di Madre Mariana

Nei primi cinque giorni del 1635, Madre Mariana rimase molto de­bole, peggiorando continuamente. Il settimo giorno, iniziò ad avere ri­petuti svenimenti, ma ella si sfor­zava di stare in piedi e di seguire le sue Sorelle. L'11 gennaio, dopo la Comunione, ella perse i sensi e, dopo aver cercato di alzarsi, cadde a terra.
Chiese allora di farsi portare all'infermeria perché questi erano i suoi ultimi giorni. Ella sapeva che sa­rebbe spirata il 16 gennaio. Arrivò questo giorno.
Madre Mariana assistette e consolò singolarmente e privatamente tutte le sue Sorelle, si confessò, assistette alla Messa celebrata nella sua stanza in presenza del Vescovo, fece la professione di Fede, ricevette l'Estre­ma Unzione, poi, la campana suonò per radunare le Suore al loro ultimo incontro con lei.
Ella lesse il suo Testamento, chiedendo, ordinando e comandando che fosse seguito dai successori, tra­smesso di generazione in generazione e il suo testo sempre a portata di mano.
Terminata la lettura, il.Frate che l'assisteva, le porse il suo Crocifisso che ella baciò, prese tra le sue mani e strinse al suo petto. Terminate le preghiere dei pre­senti, due lacrime le scesero sulle rosee guance e, con un profondo sospiro, spirò.
La campana, che segnava le ore, suonò in quel mo­mento: erano le ore 15:00 del 16 gennaio 1635.
 

Il Testamento di Madre Mariana

Nel suo Testamento, Madre Mariana si rivolge a Gesù Cristo dicendo: «Mio amato, aprimi le porte del Tuo Regno come un giorno Tu mi apristi le porte benedette del chiostro della mia Madre Immacolata, dove mi sono santifica­ta ed ho compiuto la Tua santa volontà sotto il tuo so­lo sguardo.
Guardami qui, esausta del duro esilio della vi­ta mortale quando sof­frivo in silenzio e per amor Tuo tutte le pri­vazioni e gli stenti che Tu mi mandavi. La strada è stata lunga, ma finalmente sono giunta alla fine. Apri le Tue braccia e permettimi di riposare dalle mie fati­che e posare la mia te­sta affaticata nel. fuoco ardente del Tuo Cuore Divino. (...).
Ora vengo impaziente a prendere possesso dell'eternità benedetta che Tu mi hai promes­so, dove io vivrò sotto il mantello della mia Madre Immacolata e in compagnia del mio Pa­dre, Francesco d'Assi­si».
Ma la preoccupazione maggiore di Madre Mariana fu la conver­sione dei peccatori. Ella indica come mezzo l'imitazione del Cristo nella sua mitezza e umiltà di cuore e l'esse­re uniti a Lui sulla Cro­ce, per averLo sempre pronto ad accogliere le richieste fatte per le anime bisognose del­l'aiuto divino.
A questo proposito, il messaggio di Nostra Signora del Buon Successo, sulle ragioni dello spegnimento della luce del Santuario, fu ritenuto da Madre Maria­na così importante per questo povero mondo che i suoi ultimi pensieri furono di promuovere la devo­zione ed i messaggi ricevuti dalla Madonna.
Nel suo Testamento, infatti, ella scrisse: «Quando il Divin Maestro era ap­peso a quel vergognoso patibolo della Croce, con la sua vita che len­tamente veniva meno, in mezzo ad una quasi infinita pena e tormento, il testamento, che Egli diede per redimere l'umanità fu il dono di lasciare Sua Madre come nostra Madre.
Egli, infatti, si rivolse alla Sua Vergine Madre, dicen­do: "Donna, ecco tuo figlio!", il Suo discepo lo prediletto.
E volgendosi a lui, dis­se: "Ecco tua Madre!". Ecco la vostra Madre Celeste, Maria Santis­sima del Buon Succes­so. Ella vi darà sempre un buon successo!». «Abbiate un grande amore per la Beata Vergine; imitate le sue virtù, soprattutto la sua profonda umiltà, il suo ardente amore per Dio e per i poveri pec­catori, la sua sempli­cità e fiduciosa inno­cenza. Che non vi sia­no inganni o ipocrisie nelle vostre anime. Preservate e propagate la devozione sotto l'invocazione di No­stra Signora del Buon Successo, perché con essa otterrete da Gesù e Marìa tutto ciò che chiederete... Voi do­vreste conservare de­votamente questo vero tesoro e farLa conosce­re e amare da più ani­me possibile.
Assicurate loro che con questa devozione essi otterranno sempre un buon successo, nel tempo e nell'eter­nità...».
«Fate ricorso a Lei in tutte le vostre necessità spirituali e temporali. Quando la vostra anima soffre per le ten­tazioni ed è immersa nel dolore e, se per divina per­missione, la stella della vostra vocazione sarà nascosta alla vista della vostra anima, rivolgetevi a Lei, con confidenza, con queste parole: «Stella del mare in tempesta della mia vita mortale, possa la tua luce illuminarmi in modo che io non possa allontanarmi dalla via che mi porta al Cielo». 
 

Causa di Beatificazione di Madre Mariana

L'8 agosto 1986, dopo aver esaminato la vasta documentazione della vita di Madre Mariana, l'Arcivescovo di Quito, Mons. Antonio J. Gonzalez, emise un decreto episcopale per iniziare la Causa di Beatificazione di Madre Mariana, nel quale si affermava che Madre Mariana aveva praticato tutte le virtù ad un grado eroico, e che si era distinta per la de­vozione alla Passione di Cristo, per la Santa Eucaristia, e per la Madre di Dio.
Si riconoscevano, inoltre, i suoi doni sopran­naturali e carismi, durante la sua vita.
Egli nominò Mons. dott. Luis E. Cadena y Al­meida Postulatore della Causa e gli diede l'in­carico di formare un Tribunale ecclesiastico per iniziare la prima fase del processo.
Da allora fino alla sua morte, Mons. Luis E. Cadena y Almeida ha compilato un impressio­nante mole di documentazione, testimonianze ed opere, molte delle quali egli ha pubblicato con approvazione ecclesiastica; opere che di­mostrano la santità della vita di Madre Ma­riana Jesus Torres y Berriochoa e la veridicità delle profezie che ella ha ricevuto - di cui molte già verificatesi - nelle 40 visite di Nostra Si­gnora del Buon Successo a Madre Mariana.
 

Testimonianza Solenne a Madre Mariana

Testimonianza Solenne a Mariana de Jesus Torres di Mons. Dott. Luis E. Cadena y Almeida, Postulatore della Causa di Beatificazione della Serva di Dio Madre Mariana Francisca de Jesus Torres y Berriochoa. Quito, 1° Marzo 1987.
(11 libro che riporta questa testimonianza ha l'imprimatur). «Benedetta sia Madre Mariana Francisca de Jesus Torres!
I tuoi avvertimenti di giustizia ci hanno colpi­to fin nel profondo. Noi riconosciamo di esse­re in affinità con te per aver seminato in que­ste catene montagnose delle Ande i gigli bian­chi e azzurri dell'Immacolata Concezione; per averci meritato il dono della Fede Cristiana e l'amore Mariano; e per aver cosparso le nostre vite con la cangiante e dorata speranza prodot­ta dalla devozione della Madre del Buon Successo, la sicura àncora di salvezza.
E per l'esempio della tua vita risplendente di virtù; per il compimento delle tue profezie e il Divino Messaggio che le tue mani hanno po­sto nella nostra coscienza; per tutte le meravi­glie di santità, amore e grazie compiute da Dio per formarti, educarti e perfezionarti; e per il tuo sacrificai e permanente abbandono per la nostra conversione e salvezza; per questi e per tutto quello che ti dobbiamo, noi ti offriamo la nostra imperitura gratitudine. E, come testi­monianza di questo, noi ti offriamo anche:
• di essere fedeli alla devozione e propaga­zione del culto di Nostra Signora del Buon Successo;
• di formare una roccaforte coi nostri cuori, con le nostre menti e con tutti i nostri sforzi umani e sovrumani per difendere gli inte­ressi, gli ideali e gli scopi inerenti all'esi­stenza della tua fondazione del Convento Reale dell'Immacolata Concezione;
• di unire le nostre preghiere di ogni tipo per ottenere dalle Autorità ecclesiastiche il riconoscimento della santità della tua vi­ta e della tua opera, in modo che tu possa essere coronata con gli onori degli altari per la Gloria di Dio, della Chiesa e del­l'Ecuador.
 

Coronazione Canonica della Sacra Statua

DECRETO DELLA CORONÀZIONE CANONICA

della Statua della Santissima Vergine del Buon Successo, venerata nella chiesa del Convento dell'Immacolata Concezione della città di Quito.
CONSIDERANDO:
1. Che da 380 anni i fedeli cattolici della città di Quito e del'Ecuador hanno tributato un culto pubblico e ininter­rotto alla Statua di Maria del Buon Successo nella chie­sa del Convento dell'Immacolata Concezione, special­mente in occasione della Novena e della Festa della Candelora, il 2 febbraio di ogni anno;
2. Che, secondo dati storici riposti nel Convento, la sacra Statua di Maria del Buon Successo fu scolpita dall'arti­sta spagnolo Francisco della Cruz del Castillo su richie­sta della Serva di Dio Mariana de Jesus Torres y Berrio­choa che, in una misteriosa apparizione del 2 febbraio 1610 ricevette l'ordine dalla Madre di Dio di porla in esecuzione;
3. Che la Madre di Dio, sotto l'invocazione di Maria del Buon Successo, ha mostrato spesso la sua materna pro­tezione alla Comunità religiosa del Convento come ai suoi devoti della città di Quito e di tutto l'Ecuador;
4. Che la devozione a Maria del Buon Successo è sempre stata in crescita, specialmente a partire dall'anno 1986, con l'inizio della Causa di Beatificazione di Madre Ma­riana, cofondatrice e seconda Badessa del Convento dell'immacolata Concezione;
5. Che la Comunità del Convento, il Comitato ausiliario per la beatificazione della Serva di Dio, e il Capitolo Metropolitano, i funzionari della Curia e numerosi fe­deli hanno rivolto all'Autorità ecclesiastica una rispet­tosa petizione;
Ad uso delle attribuzioni che le conferisce l' "Ordo Coro­nandi imaginem Beatae Mariae Virginis", pubblicato dalla Santa Sede il 25 marzo del 1981,

DECRETA

1. La Coronazione Canonica della sacra Statua di Ma­ria del Buon Successo, come omaggio filiale alla fer­vorosa devozione e rendimento di grazie alla Madre di Dio da parte della Comunità religiosa del Convento e dei fedeli della città di Quito e di tutta l'Arcidiocesi; e
2. Che la cerimonia della solenne Coronazione Canoni­ca si tenga il giorno sabato 2 febbraio 1991, alle 19:30, nel Santuario Mariano Arcidiocesano del Con­vento dell'Immacolata Concezione di Quito.
Palazzo Arcivescovile di Quito, 7 gennaio 1991.
Mons. Antonio J. Gonzalez Z.,
Arcivescovo di Quito
 

Dichiarazione di Santuario Mariano

DECRETO

CON CUI SI DICHIARA SANTUARIO MARIANO ARCIDIOCESANO la Chiesa del Convento dell'Immacolata Concezione della città di Quito.
CONSIDERANDO:
1. Che la chiesa del Convento dell'Immacolata Concezio­ne della città di Quito compie 414 anni di esistenza e di servizio al culto divino;
2. Che in questa chiesa si venera, da 380 anni la sacra Sta­tua di Maria del Buon Successo;
3. Che le Religiose del Convento e numerosi fedeli della città di Quito, dell'Arcidiocesi e dell'Ecuador hanno sa­puto coltivare, con grande entusiasmo la devozione alla Madre di Dio in questa chiesa;
4. Che numerosi fedeli della città e del luogo continuano a prendersi cura di questa chiesa in modo massiccio, spe­cialmente in occasione della Novena e della Festa della Candelora, il 2 febbraio di ogni anno, per rendere a Ma­ria del Buon Successo un fervoroso omaggio di amore e gratitudine e per raccomandarsi alla sua materna prote­zione, tutto questo col beneplacito dell'Autorità eccle­siastica;
5. Che la Comunità religiosa del Convento, il Comitato ausiliario per la Beatificazione della Serva di Dio, Ma­riana Francisca de Jesus Torres y Berriochoa, il Capito­lo Metropolitano e il personale della Curia, interpretan­do il volere del popolo cattolico, hanno indirizzato al Prelato dell'Arcidiocesi una rispettosa supplica.
 
Nell'uso delle facoltà conferite all'Ordinario del luogo, se­condo i Canoni 1230 e 1232 del Codice di Diritto Canonico vigente, per il presente Decreto,
DICHIARIAMO SANTUARIO MARIANO ARCIDIOCESANO, DEDICATO IN ONORE A MARIA DEL BUON SUCCESSO, LA CHIESA DEL CONVENTO DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE Dl QUITO.
Palazzo Arcivescovile di Quito, 7 gennaio 1991.
Mons. Antonio J. Gonzalez Z.,
Arcivescovo di Quito
 
... d'un tratto, l'intera Chiesa fu immersa nel buio, nella polvere e nel fumo.
«Questo castigo sarà per il secolo xx»
"Punirò l’eresia,
"Punirò l'empieta",
"Punirò l'impurità!"
(Dio Padre) 
 
 
 
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1 commento:

  1. a parte che non si capisce perchè le mettete la corona, visto che non è una Dea e l'unica Regina del Cielo è Inanna, o Iside, o tante altre Dee.
    hanno proprio ragione i testimoni di geova: siete più idolatri dei pagani. tra l'altro non si capisce neanche cosa ci trovate in maria, che vale meno che niente, e come utero in affitto per 9 mesi, visto che l'unico "vero dio" che adorate è il maschio gesù e non certamente "la dea maria" che - se esistita - era una verginella ebrea scelta a muzzo da dio padre. si è esaurito presto il suo ruolo, se mai si possa considerare ruolo di prestigio servire da utero di riproduzione per la procreazione del "figlio di dio" che viene generato per "opera spermatica dello spirito santo che fa le veci del seme..." instillandole il feto direttamente in mezzo alle ovaie, in un solo botto... mah. le concubine di Zeus mi stanno più simpatiche, rispetto a maria.

    Bello scritto di mariolatria, complimenti. Io non venero le mie Dee per i loro imeni (intatti o meno) ma per altre qualità.
    che la vostra maria col piffero (di Pan) che ha.

    non si può dire la stessa cosa di maria, idolatrata in virtù di un imene - un pezzo di pelle secca - che le copre un orifizio stretto. chissà se in 2000 anni non si è mai stufata di essere chiamata vergine, da voi cattolici, lasciando intendere che no, non sapeva/non ha mai usato il suo clito.
    Mi fa quasi pena, specie di psudo-donna privata di tutto: cervello, piacere, autonomia.

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