martedì 1 marzo 2011
SCIENZA E MASSONERIA
Difficile
immaginare Albert Einstein con il grembiulino ed i paramenti massonici.
Difficile immaginare che la sua grande intelligenza fosse costretta a procedere
nei limiti tracciati dalle costituzioni di Anderson o altre “obbedienze”.
Eppure, secondo l’ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Armando Corona,
Einstein era un massone [1].
Notizia peraltro riscontrabile via web [2].
È
evidente che annoverare scienziati del calibro di Einstein, Fermi, Fleming tra
le fila di un’istituzione tanto discussa ed ambigua come la massoneria, non può
che contribuire ad accrescerne il prestigio, l’autorevolezza e la liceità.
Qualità che tuttavia non corrispondono alla vera essenza di tale ambigua
consorteria che, ancora oggi, continua la tradizione pseudo-pedagogica tipica
delle antiche gilde dei liberi muratori.
Come
quella dei Maestri Comacini, che operava fin dal secolo X tramandando oralmente
al suo interno, da maestro ad apprendista, conoscenze relative non solo alla
pura arte muratoria. Ma anche, e soprattutto, insegnamenti propri della sfera
religiosa, rituale e simbolica i quali, col trascorrere del tempo, hanno
acquisito una valenza fortemente esoterica.
Abbandonando
del tutto la preparazione tecnica degli adepti, la pedagogia massonica col tempo
si è impegnata più che nella costruzione dei templi di pietra, dell’edificazione
dell’uomo stesso in funzione di un presunto miglioramento dell’umanità:
<<Il massone è chiamato a
promuovere la felicità della specie umana, promuovendo ed accelerando il
perfezionamento intellettuale, morale e politico della medesima>> [3].
Difficile
peraltro credere che possa realizzarsi qualcosa di buono e di positivo da parte
di un'istituzione che ha come regola peculiare quella del segreto iniziatico (il
“segno di pena” è solitamente denominata la punizione che colpisce
inesorabilmente chi viola la consegna del segreto). Lasciamolo credere a quanti
si inoltrano su questa insidiosa via, illudendosi che indossare il “grembiulino”
corrisponda a cooperare alla promozione del progresso ed al bene dell'umanità.
Molto spesso trovandosi invece impigliati in una maglia di condizionamenti e
ricatti dalla quale è quasi impossibile uscirne.
La
massoneria <<rappresenta l’armata
silenziosa che lavora nel mondo occulto, cioè nel sottosuolo della
storia>> [4],
in modo contrario al vero bene, che invece è palese e diffusivo e che agisce
alla luce del giorno senza alcun tipo di “veli”.
L’azione
pedagogica dell’ideologia massonica si struttura comunque lungo linee concrete e
redditizie, le quali tuttavia convergono armonicamente in un’unica meta: la
costruzione di un’etica universale, per il superamento e la sintesi di tutte le
etiche religiose. In primis, di quella cattolica.
A
tale riguardo, nel 1985, la Gran Loggia d’Inghilterra, madre di tutte le grandi
logge regolari del mondo, ha pensato bene di emanare un documento, dal titolo
<<Dichiarazione su Massoneria e religione>>, nel quale si
afferma che la massoneria, non essendo una religione, è aperta a tutti gli
uomini che in nome della tolleranza, pur professando fedi religiose diverse,
sono disposti ad organizzare la propria esistenza al fine di contribuire al
perfezionamento dell’umanità, eccetera [5].
Questo
documento, al di là di ogni possibile valutazione critica, costituisce un
notevole passo in avanti in vista del fine sincretistico precedentemente
richiamato. Infatti, se effettivamente la massoneria non fosse una religione,
allora decadrebbe anche la tesi dell’<<inconciliabilità>> con il
cattolicesimo, affermata a partire dal 1738 da Papa Clemente XII, nell’Enciclica
<<In
Eminenti>>.
Anche
Pio IX accusò in ben 116 documenti ufficiali tale consorteria di fuorviare le
coscienze. Nella <<Singulari
quidam>>, del 9 dicembre 1854, definisce la massoneria come
un’istituzione fondata sulla <<visione illuministica razionalistica della
realtà>> che, in nome della ragione, divinizza l’uomo con la sua
coscienza, celebrando altresì il libero esame.
Sulla
stessa linea, Leone XIII, che nel suo lungo pontificato firmò contro la
fratellanza massonica più di 200 documenti. Nell’<<Humanum genus>>, del 20 aprile
1884, imputa la responsabilità della corruzione interna alla Chiesa ed alla
società a tale setta che, sulla base del naturalismo religioso, proclama
<<la sovranità ed il magistero
assoluto dell’umana ragione … pigliando sembianze accademiche e
scientifiche>> [6].
Il
ruolo svolto dagli alchimisti e dagli sfuggenti rosacroce, particolarmente
presenti all’interno dell’Accademia fiorentina, per preparare l’avvento della
scienza moderna, non costituisce un segreto, né tantomeno un’illazione. La
ricerca di una verità naturale che escludesse ogni riferimento alla dimensione
trascendente rappresenta infatti uno degli obiettivi che ha caratterizzato fin
dai primordi l’opera iniziatica rosacrociana: <<Tutta la natura è importante e la sua
conoscenza è fondamentale nella nostra ricerca (massonica), come insegnano i rosacrociani>>
[7].
Tra
i rosacrociani accaniti fautori della rivoluzione esoterica rinascimentale,
ricordiamo Michael Maier (1568 – 1622), il più importante medico alchimista dai
tempi di Paracelso, che riteneva i Rosacroce custodi di un’antica tradizione
segreta, i cui membri: <<conoscono
la vera astronomia, la vera fisica, la matematica, la medicina e la chimica, e
tramite il loro sapere sono in grado di produrre dei risultati rari e
stupefacenti>> [8].
Alla
luce di questo antico
sodalizio fra scienziati ed iniziati, al giorno d’oggi stanno riemergendo sempre
più i gemellaggi ideologici che collegarono l’antico ordine esoterico dei
Rosacroce alla massoneria, la massoneria alla Royal Society, e questa accademia
alla scienza moderna.
Nessuna
meraviglia allora se i due illustri precursori di Einstein, Galileo e Newton
siano altrettanto in relazione con la dimensione esoterica ed iniziatica che agì
nel Rinascimento per propiziare l’avvento del “nuovo mondo” massonico. Abbiamo
indicato in altri articoli le tracce di questi legami
occulti.
In
effetti, proprio l’indagine scientifico della natura, effettuata mediante il
linguaggio quantitativo e simbolico della geometria, la misteriosa
<<G>> che compare all’interno del pentalfa massonico, costituisce
l’intima filigrana dell’antico pitagorismo. A partire dal teorema di Pitagora
che: <<è presentato come pietra di
fondazione di tutta la muratoria, e non credo che in questo caso Anderson si
riferisca esclusivamente all’architettura>> [9].
Se
uno scienziato della portata di Einstein varcò effettivamente i portali delle
iniziazioni rituali, così come sembra, a noi non è dato saperlo, e nemmeno ci
interessa. In ogni caso, è difficile escludere che la sua “fede” non abbia
interagito e diretto la sua “scienza” nella elaborazione delle sue
teorie.
D’altra
parte, già Galilei proclamava l’unità di fede e scienza, nella famosa lettera al
Castelli, del 21 dicembre 1613, rivendicando il diritto della ragione di
interpretare le Sacre Scritture con le stesse regole utilizzate per leggere il
libro della natura, in quanto due verità non possono
contraddirsi.
Ma
poiché per i pitagorici non c’è distinzione tra fede e scienza, anche la “fede”
proclamata dallo scienziato pisano, nonostante l’apparenza cattolica, non può
non dirsi pitagorica. E dunque anticristiana. Difatti, tra pitagorismo e
cristianesimo non può esserci accordo, così come non c’è accordo tra le
<<Gerarchie del fuoco>> e le <<Gerarchie dell’Acqua>> [10],
come ben sanno gli iniziati.
3 G. D.
Romagnosi, in T. Tomasi, Massoneria e
scuola, Vallecchi, Firenze 1980, p. 43, n. 2.
5 Confronta G.
Di Bernardo, La ricostruzione del Tempio – Il progetto massonico per una
nuova utopia, Marsilio, Venezia 1996, p. 9 e sgg.
6 <<A oggi, i pronunciamenti della Chiesa sulla
Massoneria sono in totale 586, uno dei più recenti, datato 26 novembre 1983,
porta la firma dell’allora cardinale Joseph Ratzinger>>, in Erasmo
notizie, Anno VII, 1-2 2006, p. 11.
7 A.
De Giovanni, Massoneria e teurgia, in Le radici esoteriche della
massoneria – L’arca vivente dei simboli, Atanòr, Roma 2003, p.
181.
8 M.
Graziani, Massoneria emulation – La prima massoneria speculativa di tradizione
inglese, Bastogi, Foggia 2003, p. 33.
9 M.
Nicosia, La tradizione pitagorica e la Massoneria, in Le radici
esoteriche della scienza moderna, cit., p. 70.
10 M. Heindel,
Massoneria e cattolicesimo, Biblioteca esoterica Piovan, Abano Terme
1987, p. 10 e sgg.
Vorrei porre altri quesiti riguardo la teoria della relatività di Einstein, spinto dalla curiosità sul reale funzionamento dei reattori nucleari, persino quelli dei sommergibili, attraverso turbine mosse dall'acqua surriscaldata (termoreattori), mi sono posto la prima domanda: "perchè non sfruttare la fissione come fece Fermi (massone) attraverso la pila di Chicago? Ovvero sfruttare l'immenso potenziale dell'uranio per trasformarlo direttamente in energia elettrica?" L'idea che le centrali nucleari funzionino come una ottocentesca locomotiva a vapore non mi faceva dormire. Spinto dalla curiosità mi sono andato a prendere le ricerche dello scopritore della fissione Otto Hahn, che non parla affatto di energia esplosiva scaturita dalla scomposizione dell'uranio, ma semmai di energia che ci vuole per scomporre i legami atomici. Dopo Otto Hahn si arriva direttamente al progetto Manhattan con l'autistico Hoppenheimer (royal soc.) leader ed organizzatore di questo immenso laboratorio nel deserto (lontano da occhi indiscreti), che tutto si basa sulla teoria dell'energia contenuta nella massa di Einstein, teoria bislacca concepita ancora prima delle scoperte di Hahn, che oltretutto coccia con il principio della termodinamica. Quando Oppenheimer parla di peccato degli scienziati, lui stesso ammette di non riferirsi alle bombe sul giappone, ma ad aver accettato un patto non scientifico con la politica, una cosa che "non è da scienziati". Il cancro alla gola di cui mori può essere una forma di malattia dovuta all'impossibilità di buttare fuori il rospo della grande truffa perpetrata "per il bene dell'umanità"
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