EVOLUZIONE?
“posso dire in
buona coscienza di non aver mai avuto un attitudine atea di fronte alla vita.
Credo le teorie di Darwin, Haeckel, Huxley,
totalmente superate”
ALBERT EINSTEIN
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Karl Marx
ha affermato che la teoria di Darwin ha fornito la base solida del
materialismo
e di conseguenza del comunismo.
Egli ha espresso la sua simpatia per Darwin dedicandogli Das Kapital, la sua opera principale. Nell'edizione tedesca del libro, ha scritto: "Da un devoto ammiratore a Charles Darwin".
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Harun Yahya:
"Non esiste alcuna concreta testimonianza fossile che avvalori l'immagine dell'uomo-scimmia, quale è incessantemente propagandata dai mezzi di comunicazione e dai circoli accademici evoluzionisti. Pennello alla mano, gli evoluzionisti producono creature immaginarie; il fatto che questi disegni non combacino con i fossili, tuttavia, costituisce un serio problema per loro. Un interessante metodo utilizzato al fine di superare questo problema è
la produzione dei fossili che non possono trovare.
L'Uomo di Piltdown, il più grande scandalo nella storia della scienza,
è un tipico esempio di questo metodo."
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Darwin non aveva alcuna prova per poter affermare che gli esseri umani e le scimmie discendessero da un antenato comune; immaginò solo che vi fosse una relazione familiare tra esseri umani e scimmie, animali che, egli riteneva, fossero i più idonei, per le loro sembianze fisiche, a essere paragonati agli esseri umani. Nel suo libro egli approfondì le sue argomentazioni sulle razze, affermando che alcune tra le presunte “razze primitive” erano la prova dell'evoluzione. (La moderna genetica ha comunque smentito queste prospettive sulle razze, condivise da Darwin e da altri evoluzionisti dell'epoca).
A partire dall'ultimo quarto del XIX secolo, la paleoantropologia si dedicò quasi totalmente al compito di trovare dei fossili che potessero dimostrare questa teoria dell'evoluzione, e molti di quelli che avevano accettato il darwinismo cominciarono a effettuare profonde ricerche per trovare
“l'anello mancante” tra le scimmie e gli esseri umani.
La "grande scoperta" in cui speravano, fu fatta in Inghilterra nel 1910:
LA FRODE DELL' UOMO DI PILTDOWN
Un noto dottore e paleoantropologo dilettante, Charles Dawson,
nel 1912 affermò di avere scoperto un osso mascellare e un frammento di cranio in una cava presso Piltdown, in Inghilterra. Sebbene la mandibola fosse molto simile a quella di una scimmia, i denti e il cranio erano umani. Questi campioni vennero classificati come "Uomo di Piltdown". Dopo aver asserito che risalivano a cinquecentomila anni fa,
furono spacciati, in parecchi musei, come una prova assoluta dell'evoluzione umana.
Per più di quarant'anni vennero scritti molti articoli scientifici dedicati a questa scoperta e furono prodotte molte interpretazioni e disegni, mentre il fossile fu presentato come una testimonianza importante che avvalorava la teoria evoluzionista. Furono compilate non meno di cinquecento tesi dottorali sull'argomento. Il famoso paleoantropologo americano Henry Fairfield Osborn disse, durante una visita al British Museum nel 1935: "... a noi deve essere ricordato che la Natura è piena di paradossi e questo è uno stupefacente ritrovamento riguardo ai primi uomini..."
Nel 1949, Kenneth Oakley, del dipartimento di paleontologia del British Museum, applicò il metodo del "test del fluoro", un nuovo sistema per determinare la data di alcuni fossili antichi, sui campioni dell'Uomo di Piltdown. Il risultato fu sbalorditivo. Durante il test si scoprì che l'osso mascellare non conteneva alcuna traccia di fluoro. Questo significava che era rimasto sepolto non più di pochi anni.
Il cranio dimostrò di risalire a poche migliaia di anni addietro,
come è stato confermato dai più recenti studi.
Si determinò che i denti sull'osso mascellare,
appartenenti ad un orang-utan,
erano stati logorati artificialmente,
mentre gli strumenti "primitivi" scoperti con i fossili erano
semplici imitazioni, affilate con utensili di ferro.
Con la dettagliata analisi condotta a termine da Weiner nel 1953, venne resa nota al pubblico
questa frode.
Il cranio apparteneva a un uomo vissuto cinquecento anni prima,
mentre l'osso mascellare ad una scimmia morta recentemente.
I denti erano stati, quindi, disposti in ordine e aggiunti alla mascella in modo tale da imitare quelli dell'uomo. Tutti questi pezzi vennero poi trattati con potassio dicromato
per conferirgli un aspetto di vecchiezza.
Queste macchie iniziarono a dissolversi a contatto con l'acido.
Le Gros Clark, il quale faceva parte del team che scoprì la frode, non potè nascondere il suo sbalordimento e disse:
"le prove delle abrasioni artificiali saltarono immediatamente agli occhi.
Invero, apparivano così ovvie che ci si potè chiedere perché non fossero state scoperte prima."
All'indomani, l'Uomo di Piltdown
venne rapidamente rimosso dal British Museum,
dove era stato esposto per più di quarant'anni.
Lo scandalo ci fu,ma per nulla eclatante.
La notizia della "scoperta" era stata pubblicizzata in ogni modo, al contrario si cercò di far
passare la smentita clamorosa sotto silenzio.
Molti studiosi,che erano stati scettici sin dall'inizio,si limitarono a ridacchiare. ----------------------------------------------------------------------
Nonostante fiaschi come questi, gli evoluzionisti continuarono la loro ricerca delle origini umane.
Più tardi, pensarono che le scimmie estinte del genere Australopithecus fossero i più vecchi antenati umani. Diventò un modello evoluzionista la tesi secondo cui, dopo l'Australopithecus, venissero le specie chiamate Homo habilis, Homo rudolfensis e Homo erectus, in una serie che terminava con l'Homo sapiens, l'uomo moderno.
Questo clichè, con l'immagine di scimmie che gradualmente riuscivano a camminare su due arti, fu ufficialmente adottato dai libri di testo, dai periodici scientifici, dalle riviste, dai quotidiani, dai film e perfino dalla pubblicità, e usato per decenni solo per partito preso.
Vennero create moltissime DISEGNI ed IMMAGINI per "illustrare" sui libri queste torie.
In breve, durante un lungo periodo del XX secolo, l'idea che le origini umane fossero spiegate dalla teoria dell'evoluzione, fu diffusamente accettata.
La realtà, tuttavia, era alquanto differente.
I fossili esistenti non si accordano con lo schema evoluzionista. E il problema non sarà risolto con la scoperta di altri fossili; ma al contrario si complicherà ulteriormente. Alcune autorità hanno cominciato ad accettare queste realtà.
Niles Eldredge e Ian Tattersall dell'American Museum of Natural History, due tra i più importanti paleontologi, commentano:
"[È un] […] mito che le storie dell'evoluzione delle cose viventi siano essenzialmente una questione di scoperte. […] Ma se fosse davvero così, ci si potrebbe con fiducia aspettare che quanti più fossili ominidi si trovassero, più chiara diverrebbe la storia dell'evoluzione umana.
Mentre invece si verifica proprio l'opposto."
Nel suo articolo del 1995, uno dei nomi ben noti nella teoria dell'evoluzione, Richard Lewontin, professore alla Harvard University, ammette che il darwinismo
si ritrova in una situazione senza speranza:
Quando consideriamo il passato remoto, prima dell'origine dell'attuale specie Homo sapiens, ci troviamo di fronte a dei reperti fossili frammentari e scollegati. Nonostante le entusiaste ed ottimistiche affermazioni fatte da alcuni paleontologi,
nessuna specie di fossili ominidi può essere considerata come nostra diretta antenata.
Molti altri evoluzionisti, esperti in questo campo, hanno recentemente espresso il loro pessimismo riguardo alla loro teoria. Henry Gee, ad esempio, redattore della nota rivista Nature, fa notare che:
Prendere in considerazione una famiglia di fossili, e affermare che essi rappresentano una discendenza, non è un'ipotesi scientifica che può essere provata, ma un'affermazione che ha la stessa validità di una storiella per bambini - forse divertente o anche istruttiva -
ma certamente senza alcuna base scientifica.
Il classico “albero genealogico umano” è seriamente messo in discussione, al giorno d'oggi.
Gli scienziati che esaminano le prove disponibili senza alcun preconcetto, asseriscono che la linea di discendenza dall'Australopithecus all'Homo sapiens, che gli evoluzionisti propongono, è un vero miscuglio, e che le specie intermedie chiamate Homo habilis e Homo erectus
sono immaginarie.
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In un libro scritto insieme nel 1988 dal titolo Integrated Principles of Biology [Principi Integrati di Biologia], tre biologi evoluzionisti hanno sviluppato lo stesso punto:
"Molte specie rimangono virtualmente immutate per milioni di anni,
e poi d'un tratto scompaiono per essere rimpiazzate da una forma molto differente […]. Inoltre, la gran parte dei maggiori gruppi di animali appaiono improvvisamente nei reperti fossili, completamente formati, e senza che siano stati scoperti dei fossili che costituiscano una transizione dal loro gruppo ancestrale"
Le nuove scoperte non hanno cambiato la situazione a favore del darwinismo; al contrario l'hanno peggiorata.
Vi sono dei vuoti nel cimitero dei fossili, proprio dove dovrebbero esserci le forme intermedie,
ma dove invece non vi è nulla di simile.
Nessun paleontologo che scriva in inglese, francese o tedesco nega questa realtà. Si tratta semplicemente di un fatto. La teoria di Darwin e i reperti fossili sono in conflitto.
L'Uomo del Nebraska: un dente di maiale
Nel 1922, Henry Fairfield Osborn,
direttore dell'American Museum of Natural History,
dichiarò di aver scoperto un dente molare fossile in Nebraska occidentale, nei pressi di Snake Brooks, risalente al Pliocene.
Questo dente presentava presumibilmente le comuni caratteristiche dell'uomo e della scimmia.
Ciò fu argomento di profonde discussioni scientifiche, nelle quali alcuni sostenevano che si trattasse di un dente di Pithecanthropus erectus, mentre altri affermavano che si approssimasse di più a quello di un essere umano. Il fossile, che sollevò estesi dibattiti, venne detto "Uomo del Nebraska". Gli fu anche affibbiato un altisonante "nome scientifico": Hesperopithecus haroldcooki.
Molte autorità diedero il loro sostegno a Osborn. Sulla base di questo singolo dente vennero eseguite ricostruzioni della testa e del corpo dell'Uomo del Nebraska, il quale venne addirittura raffigurato insieme alla moglie e ai figli, come un'intera famiglia nella sua cornice naturale.
Tutti questi scenari si svilupparono da un solo dente.
I circoli evoluzionisti avvalorarono a tal punto questo "uomo fantasma" che, allorquando un ricercatore di nome William Bryan si oppose alla tendenziosa decisione di basarsi su un singolo dente, fu aspramente criticato.
Nel 1927 vennero scoperte altre parti dello scheletro. I nuovi reperti rivelarono che
il dente non apparteneva né a un uomo né a una scimmia,
bensì ad una specie estinta di maiale selvatico americano detto prosthennops.
William Gregory intitolò un suo articolo, pubblicato sulla rivista Science, dove annunciava l'errore:
"Hesperopithecus: in realtà né una scimmia né un uomo".
Ne seguì che tutte le rappresentazioni dell'Hesperopithecus haroldcooki e della "sua famiglia" furono repentinamente rimosse da tutta la letteratura evoluzionista.
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LO SCANDALO OTA BENGA
Dopo aver avanzato, ne L'origine dell'uomo, l'idea che l'uomo fosse evoluto da un essere vivente simile alla scimmia, Darwin si dedicò alla ricerca dei fossili che convalidassero la veridicità delle sue asserzioni. Alcuni evoluzionisti, tuttavia, credettero che tali creature si potessero trovare non solo nei fossili, ma, ancora viventi, in varie parti del mondo. Agli inizi del XX secolo, le ricerche degli "anelli di transizione viventi" condussero a degli sfortunati incidenti, il più crudele dei quali è quello del pigmeo Ota Benga.
Ota Benga fu catturato nel 1904 da un ricercatore evoluzionista nel Congo.
Voglio SOTTOLINEARE che, nella sua lingua, il suo nome significa
" AMICO "...
Egli aveva una moglie e due figli.
Incatenato e ingabbiato come un animale,
venne portato negli USA, dove alcuni scienziati
lo esposero al pubblico alla Mostra Mondiale di St. Louis,
insieme ad alcune specie di scimmie.
(N.d.R: come creatura umana non posso non pensare: PERDONACI OTA BENGA, perdonaci AMICO.
perdona la bestialità dell'essere umano che si erge a "dio" e crede nella sua folle e cieca ottusità di poter "dimostrare chissà che cosa)
Fu presentato come "il vincolo transizionale più vicino all'uomo".
Due anni dopo, fu trasferito nello zoo del Bronx di New York, dove venne esibito come uno dei "più antichi antenati dell'uomo",
in compagnia di alcuni scimpanzé,
di un gorilla di nome Dinah e di un orang-utan detto Dohung.
Il dottor William T. Hornaday, il direttore evoluzionista dello zoo, espresse in lunghi discorsi l'orgoglio di ospitare questa eccezionale "forma transizionale" nel suo zoo e trattò Ota Benga come se fosse un comune animale in gabbia.
Non potendo sopportare oltre il trattamento a cui era sottoposto,
Ota Benga infine si suicidò.
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L'Uomo di Piltdown, l'Uomo del Nebraska, Ota Benga... Questi scandali dimostrano come gli scienziati evoluzionisti non abbiano esitato a servirsi di qualsiasi tipo di metodi anti-scientifici
al fine di provare la loro teoria.
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Sotto: Un fossile di gamberetto del periodo Giurassico ha lo stesso aspetto di un esemplare dei giorni nostri. Un importante risultato rivelato dai reperti fossili è la “stasi”.
Non vi è alcuna differenza tra i fossili che vissero centinaia di milioni di anni fa e gli esemplari in vita al giorno d'oggi. Non si è mai verificata nessuna “evoluzione”. Una foglia di pioppo di 25 milioni di anni fa non è diversa dalle foglie di pioppo di oggi.

Sotto: Un fossile di squalo del periodo Carbonifero dimostra che gli squali esistevano,
con l'odierna struttura, milioni di anni fa.
La foglia fossilizzata di un albero di ginkgo del periodo Triassico (da 251 a 205 milioni di anni fa)
è identica alle foglie di oggi.
Questo esemplare, e molti altri esemplari fossili simili , scardinano completamente le affermazioni sull'evoluzione da un essere vivente all'altro.

Sotto: 1. La libellula, un soggetto di ricerca sulle tecniche di volo da parte degli scienziati odierni, rivela le sue fattezze e caratteristiche perfette in questo esemplare di 140 milioni di anni fa. 2. Sopra: una foglia d'acero dell'epoca Miocena (da 23.8 a 5.32 milioni di anni fa) e un esemplare odierno. 3.A destra: un fossile di fiore dell'epoca Miocena Un odierno polyanthus 4.Sopra: un fossile di seme alato di acero dell'epoca Oligocene ((da 33.7 a 23.8 milioni di anni fa)

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note personali:
Non é certo mia intenzione portare su questa mia ricerca personale l'enorme mole di materiale
che oggi é COMUNQUE DISPONIBILE a chi voglia documentarsi e confrontarsi.
Invito dunque semplicemente il lettore ad un approfondimento personale, senza voler
forzare nessuna tesi o "conclusione".
PERSONALMENTE NON CREDO NELL' EVOLUZIONE, non mi ha MAI CONVINTO e non mi CONVINCE ancora.
NON CREDO AFFATTO CHE LA CREATURA UMANA discenda dalla
scimmia ma questo non mi fà
AMARE DI MENO una scimmia, un cane, un' insetto, una pianta...
Io vedo una bellezza INFINITA nel creato, una RICCHEZZA e una PERFEZIONE che non posso esprimere e a livello di pura "sensazione" non posso pensare che tutta questa
bellezza sia il frutto del "CASO". Mi sembra folle pensare questo.
Di fronte alla VITA, alla BELLEZZA io non mi sento portato a "indagare" all' infinito ma piuttosto
a STARMENE ZITTO.
E, ISTINTIVAMENTE... a
RINGRAZIARE.
Dedico questo capitolo alla memoria di un
VERO e GRANDISSIMO
UOMO,
ad UN AMICO, a OTA BENGA.
Marco Vuyet
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